Prof.ssa Rossella D'Alfonso
REALISMO, NATURALISMO, VERISMO
1- L'EPOCA DEL REALISMO.
Il Realismo è l'indirizzo generale della cultura europea nella seconda metà dell'Ottocento, ed è sorto come conseguenza della
crisi del Romanticismo e di un insieme di esperienze storiche, scientifiche e filosofiche, che portarono ad esaltare il dato reale e
socialmente utile, al di là di ogni idealismo e di ogni metafisica.
1.1- Premesse storiche.
- L'ondata rivoluzionaria del 1848 e il suo fallimento;
- La Francia del Secondo impero napoleonico;
- Il secondo Reich e la Realpolitik di Bismark;
- Il fallimento della prima guerra d'indipendenza;
- Il realismo diplomatico di Cavour.
1.2- Premesse sociali.
- Trionfo della borghesia capitalistica e industrializzazione;
- Grandi progressi tecnologici;
- Urbanesimo;
- Sviluppo del proletariato;
- Manifesto del Partito Comunista e Prima Internazionale;
- Problemi sociali connessi all'unificazione dell'Italia.
1.3- Premesse scientifiche.
- Evoluzionismo biologico di Charles Darwin;
- Evoluzionismo sociale di Herbert Spencer;
- Materialismo storico di Karl Marx;
- Scoperte scientifiche (Roentgen, Curie, Pasteur, Koch, Nobel, ...).
1.4- Premesse filosofiche: il Positivismo.
Dopo la metà dell'Ottocento, anche a seguito di una lunga serie di scoperte (divisione della cellula; ereditarietà; sistema degli
elementi; appendicectomia; bacilli e microbi vari; motore a scoppio; telegrafo; telefono; macchina fotografica; siluro;
sottomarino; dinamite; cemento armato), si diffonde un rigoroso senso della concretezza, una attenzione volta ai fatti positivi
(=scientificamente analizzabili), osservati con criteri scientifici. Lo sviluppo scientifico diviene strumento di analisi della realtà,
su cui indaga col metodo sperimentale, tendente a scoprire le leggi fisiche, ricorrendo al controllo dell'esperienza ed alla verifica nei fatti delle proprie affermazioni.
Anche la filosofia si adatta al nuovo clima e nasce il POSITIVISMO, che si può definire un movimento culturale, attento
alla realtà materiale, su cui intende agire con metodi scientifici, per generare una nuova società, caratterizzata da un rapido e
sicuro progresso.
I tre principi fondamentali del Positivismo sono:
1- La scienza è il solo strumento che permette all'uomo di conoscere la realtà.
2- Basandosi sui rapporti causa-effetto, la scienza formula leggi che determinano lo svolgimento dei fatti.
3- Anche nella vita umana, dopo la fase teologica e quella metafisica, la scienza si sarebbe dovuta applicare a tutti i livelli.
Massimo esponente del movimento è Augusto Comte ( (1798-1857), che nel "Corso di filosofia positiva" invita allo studio
della realtà concreta e sensibile, istituendo tra scienza e progresso un organico rapporto: "voir pour savoir; savoir pour prévoir;
prévoir pour prévenir" (vedere per sapere, sapere per prevedere, prevedere per prevenire)
Tra gli altri esponenti ricordiamo:
- Roberto Ardigò, massimo positivista italiano.
Secondo costui la filosofia non è che la riorganizzazione logica del processo naturale. Dal momento che i fatti non sarebbero
che un continuo passaggio dall'indistinto psicofisico al distinto, per poi distinguersi ulteriormente, la conoscenza vuole ritrovare
l'originaria unità avvicinandosi all'ignoto relativo, cioè al limite non invalicabile dell'esperienza.
Al Positivismo si richiamano, più o meno esplicitamente, anche altri pensatori del tempo: Marx, Freud, etc.
N.B.: Il Positivismo fu detto anche neo-illuminismo per l'attenzione alla realtà oggettiva e per la concezione materialistica
della natura e dell'uomo. Si devono però evidenziare alcune differenze tra i due movimenti:
- l'Illuminismo aveva una spinta universalistica (cosmopolitismo e filantropismo), con cui contrasta le idee di lotta per
l'esistenza e per lo spazio vitale del Positivismo, le quali portano a lotte sociali, al nazionalismo, all'imperialismo e al
colonialismo.
- il materialismo illumistico è statico perché governato da leggi matematiche; il materialismo positivistico è dinamico perché
soggetto alle leggi dell'evoluzionismo.
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2 - IL REALISMO LETTERARIO
2.1- I letterati di fronte al Positivismo.
Di fronte al Positivismo i letterati assumono 3 atteggiamenti:
a) Il conformismo (v. primo Verga; esaltano le idee e i sogni di progresso, benessere, ricchezza, la società del lusso sfrenato,
degli intrallazzi politici e amorosi);
b) Il rifiuto, che può essere ribellione (v. Scapigliati; contestazione delle idee di cui sopra) o rifugio nel mondo dell'arte
(parnassiani ed esteti);
c) L'adeguamento realistico alle nuove concezioni per registrarne le manifestazioni concrete.
2.2- La poetica del Realismo letterario.
Dal momento che ha perduto la sua aura di creatura privilegiata ed è stato ridotto alla stregua di qualsiasi altro essere,
l'uomo deve essere studiato per scoprire le leggi che regolano e determinano il suo comportamento.
Siccome gli esseri più facili da studiare sono quelli più vicini alla natura, si preferisce studiare gli umili, perché ritenuti più
primitivi e quindi più vicini allo stato di natura.
Lo studio ovviamente deve essere condotto con metodo scientifico, in modo rigoroso, impersonale e sperimentale.
In questo modo gli scrittori potranno anche svolgere la missione di far trionfare tra gli umili i valori di libertà, uguaglianza,
giustizia e benesere fino ad allora riservati alle classi più elevate.
2.3- Il realismo letterario.
La manifestazione letteraria della nuova filosofia si ha con il Realismo. Tale termine indica la tendenza a rappresentare la
realtà col massimo di concretezza e di obiettività e col minimo di mediazione soggettivistica.
Il movimento si caratterizza per alcuni fenomeni:
- la preferenza per la forma del romanzo;
- l'attenzione alla concreta realtà sociale e storica;
- la rappresentazione della realtà quotidiana in modo non burlesco, seppur mescolato di comico e di tragico.
Nell'ambito della vasta corrente realistica si distinsero i movimenti del Naturalismo e del Verismo.
2A) IL NATURALISMO
Dominatore della seconda metà dell'Ottocento, il Naturalismo volle costituire la poetica della società scientifico-tecnologica,
presentandosi come una traduzione letteraria del Positivismo.
Alla sua base sta una concezione deterministica dell'operare umano nell'ambito della natura e della società: compito dello
scrittore è derivare dalla scienza (psicologia, medicina, sociologia) gli strumenti per fornire un'opera obiettiva, impersonale,
documentaria. Il romanzo sperimentale è conseguenza dell'evoluzione scientifica del secolo; esso continua e completa la
fisiologia che a sua volta si basa sulla chimica e sulla fisica; sostituisce allo studio dell'uomo astratto, dell'uomo metafisico, lo
studio dell'uomo come fatto di natura, sottoposto alle leggi chimico-fisiche e determinato dalle influenze dell'ambiente; è, in
una parola, la letteratura dell'età scientifica, come la letteratura classica e romantica corrispondeva all'età della scolastica e della
teologia" (E. Zola, Il romanzo sperimentale).
Caratteri del movimento:
1- L’artista deve riprodurre fedelmente la realtà senza alcun elemento romanzesco: oggettività
2- L'artista, per descrivere l'uomo, ne deve conoscere "race, milieu, histoire" (I. Taine, Filosofia dell'arte), cioè i fattori
ereditari della razza, l'ambiente sociale e il momento storico : scientificità
3- L'artista si deve comportare come uno scienziato, freddo e impassibile di fronte al fenomeno indagato: impersonalità
3- Si deve studiare il proletariato: nuova classe emergente nella storia e causa del disagio sociale: attenzione alle classi basse
4- Lo studio deve tendere a migliorare la società. "Ecco ciò che noi abbiamo visto, osservato e spiegato in tutta sincerità; ora
spetta ai legislatori far nascere il bene e svilupparlo, lottare contro il male per estirparlo e distruggerlo" (E. Zola): funzione
sociale.
Esponenti:
- Gustave FLAUBERT (Madame Bovary)
- Honoré de BALZAC (La Comédie Humaine)
- Emile ZOLA (I Rougon-Macquart: Il ventre di Parigi; L'Assommoir; L'Ammazzatoio; Germinal; La Bestia umana...)
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2 B) IL VERISMO
Il Verismo costituisce una sorta di versione italiana del Naturalismo francese. Il suo contro propulsore è Milano, anche se i
teorici e gli animatori sono siciliani. Esso nasce dalle predominanti esigenze di concretezza e di aderenza alla realtà tipiche del
Positivismo, oltre che dall’emergere della questione sociale con le prime lotte dei lavoratori, e dalle condizioni di povertà
tipiche del Meridione, dove si trovano forti passioni e tragiche vicende umane. I suoi presupposti sono gli stessi del
Naturalismo (canone dell’impersonalità), da cui si distingue per alcune particolarità derivanti dal programma romantico di una
letteratura intesa come ricerca ed educazione attraverso il vero.
Caratteri:
1- Il Verismo prosegue una tendenza sempre viva nella letteratura italiana, ultimamente rinvigorita dal Manzoni, che voleva per
il suo romanzo “il vero per soggetto, l'interessante per mezzo, l'utile per iscopo"”
2- Esprime la delusione post-risorgimentale per un'Italia che non era riuscita a risolvere i mali sociali.
3- Studia, con un distacco non esente da una certa partecipazione, il proletariato delle campagne e delle borgate.
4- S'interessa di un ambito regionalistico, e particolarmente meridionalistico.
MA
5- L'artista non ha un fine politico preciso e non crede nel miglioramento delle condizioni di vita esistenti (diversamente dal
naturalismo francese)
Esponenti:
- Per la Sicilia: Giovanni VERGA (I Malavoglia; Mastro don Gesualdo); Luigi CAPUANA (Il marchese di Roccaverdina);
Federico DE ROBERTO (I Viceré):
- Per la Sardegna: Grazia DELEDDA (Canne al vento; Elias Portulu)
- Per la Campania: Matilde SERAO (Il paese di cuccagna; Piccole anime)
- Per la Toscana: Renato FUCINI (Veglie di Neri; Napoli ad occhio nudo)
- Per la Lombardia: Emilio DE MARCHI (Demetrio Pianelli; Arabella; Giacomo l'idealista)
2 C) Differenze tra Naturalismo e Verismo
1- Le persone studiate: Il Naturalismo studia il proletariato parigino industrializzato; il Verismo studia le plebi paesane
depositarie di una civiltà arcaica.
2- L'ambiente: Il Naturalismo studia la città (Parigi); il Verismo descrive le campagne.
3- Le condizioni sociali: Il Naturalismo s'interessa di ambienti equivoci e di casi patologici; il Verismo osserva la miseria, più
economica che spirituale, con pietà e affetto, senza descriverne le manifestazioni più degradanti.
4- Lo scopo: il Naturalismo è ottimista: crede al miglioramento delle condizioni di vita del proletariato; il Verismo è
pessimista, perché fatalisticamente ritiene impossibile un riscatto dei miseri.
5- Il modo di scrivere: Assolutamente impersonali i naturalisti; piuttosto partecipi e commossi i veristi. (La lingua dei veristi
contiene molte movenze del parlato: è una lingua con lessico italiano e sintassi dialettale).
DIFFERENZE
Naturalismo
- Si indagano aspetti patologici, anormali e tarati dell’uomo (malattie, alcolismo, demenza, prostituzione).
- L’artista si comporta da medico che la la diagnosi secondo fisiologia, chimica e fisica.
- Ambiente cittadino e bassifindi di Parigi. Tare della civiltà moderna e industriale.
- Persone anormali, depravate, emarginate. L’istinto è guida dell’agire.
- Classi abiette e rigido determinismo.
- Denuncia sociale.
- Documento.
Verismo
- Aspetti umani: lavoro, povertà, miseria; e tipici: caratteri ambientali e locali.
- L’artista è uno che soffre con i suoi personaggi.
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- Agricoltura, pastorizia e vita di provincia; scoperta dell’Italia sconosciuta e sacrificata. Regionalismo.
- Persone comuni, di condizioni elementari, ma di vigoroso sentimento.
- Classi umili e fatalismo d’impronta darwiniana; lotta per la sopravvivenza.
- Intenti narrativi,
- Ottica della memoria.
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