Trascrizione a cura di Lorenzo Rocchiccioli Intervento di Mauro Scardovelli Il titolo di questa serata è incentrato sul recupero della comunità come "stare insieme di esseri umani in relazioni armoniche". Abbiamo invitato il professor Ermanno Bencivenga dell'università di California e Diego Fusaro, che insegna storia della filosofia. Quello che ci accomuna in questa serata è l'interesse forte, per riflettere in modo critico, puntuale e avere anche qualche risposta operativa su una situazione molto seria che noi stiamo vivendo e che sappiamo tutti. Una situazione di crisi economica devastante, sovra determinata da una crisi finanziaria che sta distruggendo il pianeta, mentre in generale i mass media, almeno in Italia, informano male: deformano le notizie. Noi non sappiamo un granché di quello che succede. Bisogna davvero andare a cercare sui libri o su filmati Youtube o testi di altro tipo per potersi inform are. Questa sera sentirete voci diverse con esperienze diverse che però sono giunte a considerazioni assolutamente analoghe. Io vengo dal mondo della psicologia e della psicoterapia, prima ancora della musica e prima ancora del diritto. Insegnavo diritto pubblico, diritto costituzionale ed oggi mi rendo conto ancora di più che la nostra costituzione che è frutto di un travaglio molto grande che il popolo italiano ha attraversato, una delle primavere della storia. Min. Nell'assemblea costituente c'è stato un discorso molto toccante di Piero Calamandrei, il quale dice "noi siamo seduti qua in quest'aula e fra cento anni cosa si ricorderanno di noi? Soprattutto noi siamo qua con un compito tutto sommato facile, il nostro compito è fare delle leggi giuste, delle leggi che impediscano il ritorno delle barbarie, ma c'è chi ha pagato un prezzo molto alto, che sono i morti che conosciamo: noi siamo qui per onorare tutti questi morti, in modo che la loro morte abbia un senso". Oggi lo svuotamento della costituzione, la parte centrale (rapporti economici, rapporti sociali), è così grande e potente che in effetti se ci fosse una stampa libera ci dovrebbe essere su tutti i giornali "colpo di stato". Questo perchè, quello che è stato cambiato in costituzione non sono singoli articoli o commi di articoli, quello che è stato cambiato nei fatti è qualcosa che nemmeno una legge costituzionale può cambiare: però è stato fatto. Allora chi è interessato a questo tema che questa sera non tratteremo, può andarsi a vedere il tema di Lucio Barra Carraciolo che è presidente di una sezione del consiglio di stato, lui ha due competenze: economica e giuridica, quindi ha avuto la possibilità binoculare di osservare la situazione di oggi. Perchè Barra Carraciolo dice che qui c'è uno svuotamento della costituzione? Min. 4.00 – 6.36 Perchè la nostra costituzione ha una disciplina dell'economia che è di stampo keynesiano. Detta in due parole, Keynes prevedeva un intervento dello stato in economia, un intervento piuttosto forte, soprattutto in periodi di crisi. Quindi la crisi del '29, in gran parte è stata risolta grazie a politiche keynesiane. L'intervento dello stato nell'economia; perchè quando l'economia è in crisi, è in crisi la domanda interna in un paese e chi può rimettere in moto la domanda? Non certo la finanza privata perchè non ha interesse, perchè investire è perdente, conviene investire in altre cose. Quindi è solo lo stato, questa è la visione di Keynes, che investendo nell'economia, naturalmente i settori utili e strategici, può rifar partire la domanda. Ora anche dopo la guerra, molti stati del mondo, quasi tutti, hanno praticato politiche keynesiane e abbiamo avuto trent'anni d'oro ... "il trentennio d'oro del '900" in cui in effetti l'economia mondiale è cresciuta. Qui sto trascurando un pezzo enorme di cui sta sera non possiamo parlare: è cresciuta una certa economia, quella dell'occidente ed altre economie sono state risucchiate via, perchè sappiamo che l'economia capitalistica non è indolore e mangia energie la dove può. I trent'anni dopo la guerra mondiale sono stati trentanni d'oro per noi ma non certo per i paesi africani per esempio, o altri paesi, perchè il capitalismo non ha nessuna pietà per le economie più deboli. Allora conoscere oggi un minimo di economia, nel senso dell'essenza dell'economia, è necessario per potersi dire cittadini. Se non capisco cosa sta succedendo a livello economico perchè non ho gli strumenti e giornali non me li danno ma danno solo dei flash che non si riescono a collegare insieme, io non posso più dire di essere un cittadino democratico, e non posso più dire di appartenere ad un paese democratico, perchè non ho gli strumenti per valutare. La democrazia non esiste se i cittadini non sono informati ed educati: questo lo sapeva benissimo Gramsci ed insieme a lui tanti altri. Una democrazia di cittadini ignoranti sulle cose pubbliche non è una democrazia, perchè sono persone estremamente manipolabili. Io è da poco che mi occupo di questi temi però me ne sono occupato a sufficienza per capire che ne so molto di più delle persone comuni e a volte anche molto di più delle persone che hanno studiato economia perché l'economia che si studia oggi all'università è in gran parte un'economia che non ci fa capire le cose. Personalmente sono andato a fare una lezione recentemente all'università di economia dove gli studenti, non sapevano un granché di quello che io ignorante sapevo. Perchè queste cose non vengono insegnate. Non viene insegnato veramente qual è la matrice del neoliberismo, che stasera non potremmo tardare: stasera ci occuperemo di comunità. Questo è il tema che tratteremo grazie a due filosofi come Ermanno e Diego. Sono due amici che conosco da poco ma con cui spero che questa amicizia si consolidi sempre più nel tempo. Allora, in questo intervento mi sono reso conto che gli studenti di economia politica ne sanno meno di me su questi temi. Mentre ne dovrebbero sapere dieci volte. Alcuni di alcuni di loro si sono avvicinati e mi hanno detto "adesso capisco il senso di fare economia" perché evidentemente mi spiace ma l'economia che insegnano non sembra servire alla loro vita, a capire cosa sta succedendo. Questo non è raro nell'Università purtroppo. Io posso dire che in parte questo è vero anche per la psicologia, in parte, naturalmente con le dovute eccezioni. Nell'università c'è tutto, ci sono i livelli di eccellenza e poi ci sono routine e poi ci sono livelli diciamo di degrado. La psicologia che in gran parte si insegna all'università non è così centralmente utile come si può pensare, in gran parte uno studente di psicologia deve rifarsi quasi tutta la formazione, perché possa davvero operare. Questo non è un idea mia, viene da Erich Fromm e dice molto chiaro che si studia psicologia per avere il titolo. In realtà in psicologia non si studiano cose essenziali come c'è anche la filosofia, l'economia, la storia, la storia delle idee e così via. Tra poco vi dirò perché parliamo di comunità. Min. 09.18 – 11.48 Bene, il neoliberismo, che una struttura economica che è una teoria del tutto: dentro il neoliberismo c'è anche una visione della psiche umana molto dettagliata. Vi do un esempio di questa visione. Uno psicologo che ha avuto il premio Nobel per l'economia del 1992 che si chiama Gary Becker scrive nel suo testo che, pensate questo, "in realtà noi siamo guidati come esseri umani solo dal nostro interesse, solo dal nostro interesse, e nient'altro. Per cui per esempio i genitori investono in sensi di colpa sui figli affinché quando i genitori invecchiano i figli si occuperanno di loro. Ci si unisce in coppia perché in due si paga l'affitto minore e poi perché è come un impresa: allevare figli è meglio essere vicini". Una serie di affermazioni così, sono un esplicitazione di quello che è la visione che dietro il neoliberismo di essere umano. Cioè una visione dell'uomo Oeconomicus, che si è perfezionata nel tempo, non è di adesso. Nella visione dell'homo Oeconomicus l'uomo è un calcolatore che funzione semplicemente ragionando e calcolando per i propri interessi, cioè un egoista, un ego centrato, un essere umano che è piacevole non incontrare. è proprio una bella cosa non incontrarlo no? Ma se tutti siamo fatti così sarebbe meglio che ognuno stesse a casa sua. Far credere che gli esseri umani sono questi, è una mancanza di visione così grave che non è dovuta a stupidità, perché i neoliberisti sono tutt'altro che stupidi: è una visione funzionale. Quindi il neoliberismo è una ideologia, un insieme di idee fasulle completamente, passate come vere e passate come naturali. Diego ha scritto un intero libro sul "mercatus sive natura" . Oggi il mercato è Dio. Come si fa a sapere cosa dobbiamo fare? Si guarda i mercati. Come va la nostra economia? Guardiamo i mercati. Se andiamo a vedere i mercati, nella visione neoliberista i mercati finanziari si autoregolano: ma ce ne vuole di coraggio per sostenere una cosa del genere dopo tutte le bolle finanziarie che ci sono state. Come possono continuare a raccontare queste fandonie? è molto semplice, perchè la gente non ci capisce niente. Non capendo nulla di queste cose, loro possono dire quello che gli pare. Che i mercati finanziari si autoregolino, è una balla come dire che qui siamo su una nave, oppure in un sommergibile, o che non siamo a Milano, o siamo per esempio a Camogli. Ma se voi siete chiusi in questa stanza e non uscite mai vi posso far credere quel che voglio. Qui siamo a Milano, basta uscire e ci se ne accorge. I mercati finanziari non si autoregolano proprio per niente, i mercati autofinanziari sono costruiti in modo da generare delle oscillazioni dei prezzi, perché gli speculatori guadagnano proprio speculando solo quando il prezzo sale molto e scende molto, comprano quando scende e vendono quando sale. È molto importante che tutti voi che siete in questa sala se volete esserci cittadini, vi leggiate alcuni libri, non sono molti ma il libero per esempio di Baranes è un libretto di 100 pagine che anche uno che non legge molto lo può leggere tranquillamente e vi farete una idea su cos'è la finanza che è impressionante. Vi chiederete ma questa è fantascienza o la realtà? Purtroppo è la realtà. Non è la sede per dirvi nemmeno in sintesi di cosa si tratta. Perché parleremo di comunità questa sera? Parleremo di comunità perché il neoliberismo, usa nei confronti della comunità una spada per dividerla, frantumarla. La comunità funzionante non è funzionale al neoliberismo, ha bisogno che ognuno sia per sè. Min. 14.18 – 15.28 Vi ricordate il detto della Thatcher? "Non esiste la società, esistono solo singoli individui" . Un idea nuova, solamente che quest'idea adesso è stata portata all'estremo. Ora le sapienze antropologiche di tutto il mondo, le ricerche delle scienze contemporanea, psicologica, le scienze umane, dicono esattamente il contrario; che l'essere umano non nasce e non cresce come essere separato dagli altri in competizione agli altri. Oggi abbiamo delle ricerche in campo psicologico che dimostrano a differenza di quanto Freud credeva, che un bambino nasce così predisposto all'entrare in relazione che già ad un ora dalla nascita, un bambino cambia fisionomia, cambia stato a seconda di come l'adulto gli si avvicina. Ci sono delle prove schiaccianti per far vedere che altro che narcisismo primario, altro che chiusura in se ... i bambini nascono predisposti alla relazione, naturalmente questa predisposizione può essere favorita di più o di meno dai contesti in cui il bambino viene allevato. In primo luogo il rapporto con la madre è decisivo, una madre preoccupata e piena di conflitti può generare dei problemi nel bambino, perchè il bambino non ha di fronte una persona veramente presente e l'assenza dell'adulto per il bambino può costituire un trauma. Vi ho detto questo per dire come la visione neoliberista è fondata su una serie di falsità messe insieme a cui la maggioranza delle persone, senza nemmeno saperlo, aderisce, perché aderire a questa economia vuol dire aderire a questa visione di uomo. Nei trattati europei la parola competizione è presente 33 volte e la parola stato sociale neppure una. Il neoliberismo cosa vuole nella sintesi? Prendere lo stato sociale, cioè il risultato delle lotte dei lavoratori negli ultimi duecento anni e semplicemente strapparlo. La cura neoliberista per l'economia in crisi, generate dal neoliberismo stesso è l'aumento delle privatizzazioni, il taglio della spesa sociale, indicando nella spesa pubblica il vero guaio "avete speso troppo, adesso dovete fare i compiti a casa, avete visto cos'è successo in Grecia no?". Min. 17.32 - Allora perché parlo di comunità? Perché se siamo scissi dentro di noi come persone, una parte di me penso una cosa un'altra ancora ne pensa ancora un altra diversa e non sviluppiamo dentro di noi una certa integrità, una certa coerenza di pensiero, questo in psicologia si considera un problema, nel senso che siamo persone piuttosto inaffidabili e irresponsabili socialmente, perché io ti dico di si e poi faccio un'altra cosa e manco mi ricordo magari! Allora la scissione in psicologia è considerata una malattia, quindi vediamo che già l'individuo dovrà diventare una comunità delle parti con cui normalmente si costituisce all'inizio, perché non nasciamo unitari, come ci segna il maestro di Jung. Ci dice che nasciamo schizofrenici e solo col tempo si costruisce un punto di unità, chiamiamolo io che pian piano funge da magnete per tenere insieme tutte queste diverse istanze. Quindi diventare autentici, diventare se stessi è un lavoro per l'essere umano. Non lo è per un gatto o un topo, che diventano gatti e topi. Noi come essere umani non diventiamo esseri umani completi, non diveniamo integri, cioè completato lo sviluppo e quindi integrato tutte le varie parti di sè, se non attraverso un lavoro. Min. 19.08 – 20.09 La prima comunità è la famiglia. Quante famiglie oggi soffrono per scissione, separazioni, violenze interne che sono in crescita non in diminuzione. Ora un bambino che cresce in una famiglia piena di conflitti, non può che soffrire e a sua volta interiorizza conflitti. Bene, lasciamo la famiglia. Adesso andiamo a vedere i gruppi. Solo 30, 40, 50 anni fa, se fossero accadute le cose che accadono oggi e che si leggono anche sui giornali, non è che non si leggano, le piazze sarebbero piene di gente che protesta. Qualcuno dice che ci sarebbero 10 rivoluzioni russe e 10 francesi se le persone ancora si occupassero di parlare tra di loro e discutere dei problemi reali, invece questo non viene più fatto perchè siamo diventati tutti individui separati, non siamo più in grado quasi di comunicare oppure comunichiamo tra noi solo delle chiacchiere. Allora se è così, e questo è un progetto probabilmente, alcuni dicono che è proprio un progetto neoliberista e se volete ci sono nel nostro sito una serie di dati che indicano bene che è stato fatto dalle classi dominanti che stavano perdendo potere, perché negli anni '70 cosa stava succedendo? Che la classe dei dominati, dei dipendenti, dei lavoratori stava guadagnando terreno, stava crescendo nei propri diritti e si cominciava a parlare di qualità del lavoro; dall'altra le classi dominanti stavano perdendo terreno, nel senso che il profitto cominciava a scendere da quote del tipo 15% si arrivava a quote del 5%: sto parlando di cose enormi. Allora la classe dominante, la classe dei grossi imprenditori,le multinazionali, hanno fatto un lavoro molto grosso per recuperare un egemonia culturale per cui in tutte le università l'economia neoliberista è insegnata. Vi posso citare i libri che potete leggere di Gallino, di Bagnai, ci sono a disposizione nelle librerie. Io ho fatto una decina di conferenze su questi temi e sono rimasto sorpreso come quasi nessuno sa nulla su queste cose, quindi ascoltiamo il telegiornale che dice le ultime cose, che di solito sono cose marginali, non si va parlare del fatto che il transatlantico su cui tutti siamo seduti e dormiamo e mangiamo se non stiamo attenti affonda. Affonda perché c'è stato un drenaggio di ricchezza dall'alto verso il basso verso come non c'è mai stato nella storia degli ultimi trent'anni. Min. 22.15 – 25.14 Data questa situazione e dato che ci vuole una resistenza, oggi la resistenza chi la fa? Qual è il soggetto politico che può fare una resistenza? Quali sono le persone informate che possono costituire, in termini gramsciani, una prassi, un'attività concreta di resistenza? Ce ne sono tanti di gruppi che lavorano in questa direzione, non è che non ce ne, ce sono proprio tanti. Qualcuno ha individuato circa un milione di associazioni nel mondo che stanno lavorando per i diritti dei popoli indigeni, per i diritti civili, per i diritti umani ... però tutte queste forze sono forze in gran parte disgregate, mentre le forze del neoliberismo sono aggregatissime, hanno delle istituzioni. Il fondo monetario e la banca mondiale ormai sono sostenute dal neoliberismo. Allora mentre il neoliberismo ha creato un'organizzazione potentissima transnazionale, le forze della resistenza sono debolissime perché disunite. Ecco perché allora tornare alla grande filosofia, la grande filosofia greca parla dell'importanza dell'anima collettiva; chi mai sente parlare dell'anima collettiva? La polis, l'anima collettiva, viene prima del singolo individuo, perché se la polis è malata, i singoli individui come possono essere sani? Come possiamo crescere sani in un luogo dove tutte le forze tendono alla disgregazione? Chi è esperto di psicoterapia ed esce dal suo stanzino analitico privato, perché a volte bisogna fare anche quello, di solito concorda sul fatto che le psicoterapie tradizionali funzionano male, non servono quasi più. Ci vuole molta abilità di più di una volta, perché oggi il problema, come dice un'altro filosofo che incontreremo a Milano il sette, si chiama Marco Guzzi, con cui siamo molto amici adesso, dice che "oggi qualunque terapia che non sia anche un lavoro culturale, che non faccia vedere che la nostra psiche è così malconcia, perchè la depressione è in crescita e tutte le malattie, tutte le patologie sono in crescita: ma come faccio a curare una psiche individuale se la cultura la sta costruendo? Disunendo le persone, cioè rompendo quello che è il centro della natura umana". La socievolezza, il contatto con gli altri, la qualità della gratuità, del dono, su questi principi si sono avvalse le grandi culture in passato, almeno nei momenti della primavera storica. Ci viene invece insegnato che l'uomo è sempre stato lupo contro l'altro uomo, quindi la storia è fatta solo di guerre: si, è stata fatta solo di guerra, ma trascuriamo invece quanta storia nascosta è state fatta invece di persone umili che hanno costruito un tessuto sociale e una cultura dove ci si poteva riconoscere. Sto per finire, prendo ancora 2 minuti. Una cultura come il Ladak prima trent'anni fare una cultura in cui c'era ancora molto unità nelle famiglie e c'era molta salute psichica, non esistevano i problemi che ci sono dappertutto nella nostra società avanzata: dopo 30 anni di cura della nuova economia, abbiamo il test: laggiù ci sono tutte le patologie psicologiche e psichiatriche che ci sono qua. Quindi 30 anni cultura occidentale ha reso il Laddak una terra piena di problemi psicologici, psichiatrici. Allora ecco perché questa serata con due filosofi eccezionali come Diego e come Ermanno. La mia speranza è che filosofi come loro, così autorevoli, così consapevoli perché loro sono anni che studiano questo, studiano queste cose a un livello altissimo, possano farci sentire la loro voce e possono rompere le tenebre di un ignoranza che sta diventando abissale e farci capire che non è vero che non c'è niente da fare. Questo è un tema trattato molte volte nei testi di Diego, l'idea che il neoliberismo ci dice "guardate il nostro non sarà un mondo perfetto, ma è l'unico possibile, perché è naturale, i mercati così come sono, sono natura. Siamo arrivati alla fine della storia del comunismo, il comunismo è morto, quindi l'unico modello che c'è è questo e o ti adegui o peggio per te. Invece si tratta di riprendere la via che conduce noi esseri umani a smettere disumanizzarci ogni giorno. Quindi passo la parola a loro perché ci parlino dal loro punto di vista su che cos'è una comunità. Min. 27.42 Una comunità come luogo dove finalmente ci umanizziamo, cioè recuperiamo quelle normali attitudini umane che sono il dono, la gratuità, la condivisione. Esiste un filone della filosofia che si chiama filosofia della condivisione. Adesso sentirò il loro parere su questo, non so se un filone così conosciuto, a questo filone appartiene Mancini che è uno dei fondatori in Italia di questa filosofia. Potete leggere i suoi libri che fondamentalmente parla di come, un economia rinnovata sarà un'economia in cui gli esseri umani, anziché competere gli uni con gli altri, facendosi il male più possibile grande, finalmente inizio a fare quello che l'umanità ha quasi sempre fatto: cioè cooperare tra loro per creare una società più giusta. Grazie.