il nuovo ordine mondiale - Digilander

Consiglio Delta 47 – Seminario di 2 ore circa
Marzo 2003
IL NUOVO ORDINE MONDIALE e LA NAZIONE UMANA UNIVERSALE
Il rapporto presentato da Bush al Congresso per chiedere l’autorizzazione alla guerra preventiva contro l’Iraq
si può considerare una specie di “Manifesto” del Neoliberismo e contiene, chiaramente esposti e senza
possibilità di errore, i capisaldi del pensiero “globale”. Ci permettiamo di sintetizzarle liberamente, aiutandoci
con il libro “Il Vizio Oscuro dell’Occidente” di Massimo Fini, ed. Marsilio.
1- “Esiste un solo modello possibile: la libertà, la democrazia e l’impresa, valori che devono essere
protetti ovunque”.
2- L’America non ha nessuna intenzione di permettere ad altri stati di avvicinarsi al suo livello di
potenza negli armamenti.
3- Le differenze sociali, religiose e culturali saranno accettate solo in misura delle loro
omologazione al modello dominante (vedi punto 1).
Dal punto di vista giuridico-legale si tratta di una legittimazione senza precedenti: il Congresso, approvando
il testo di Bush, ha esplicitamente fatto suo il progetto sul mondo proprio del NeoLiberismo, cosa già attuata
in pratica molte altre volte ma finora mai teorizzata in un documento ufficiale. Se L’Onu autorizzasse la
guerra all’Iraq sarebbe sulla base di queste premesse, quindi sancirebbe a livello mondiale la legittimità di
questo unico modello forzato, il Nuovo Ordine Mondiale.
Le conseguenze di questo scritto sono molto importanti: viene legittimata la Guerra Preventiva (contro
tutto quello che lede i valori e gli interessi dell’Impresa); si autorizzano le più turpi nefandezze ai danni
delle culture e degli esseri umani (tutto ciò che non si omologa al modello dominante) si ufficializza la
volontà di potenza americana (nessuno deve avvicinarsi alla loro supremazia in fatto di armamenti)
Non staremo a discutere dell’“unico modello possibile”, crediamo che questo documento sia destinato a
persone che già conoscono queste oscenità, né sottolineeremo più di tanto il delirio paranoico
americano-neoliberista, che ci ricorda vagamente quello hitleriano.
Interscambio in che cosa si differenzia il nostro progetto nel mondo dal neoliberismo come esposto
nella lettera di Bush?
Sappiamo già che il neoliberismo, difeso dal suo braccio armato, gli Stati Uniti d’America, non è un modello
che interessa gli Umanisti. Sappiamo che questo modello, per sopravvivere, ha bisogno di appropriarsi con
la violenza o con la persuasione di mercati sempre più vasti e di trasformare le persone in consumatori,
espropriandole della loro soggettività (desideri, speranze, aspirazioni, capacità di riflessione e di
apprendimento, ecc.) oltre che dell’”oggettività” (condizioni pratiche di vita). Quello che ci preme
sottolineare in queste righe sono essenzialmente due cose:
- l’inconciliabilità delle posizioni umaniste con qualunque posizione anche solo riformista nei confronti del
neoliberismo, dalle sue basi ideologiche alle metodologie di azione. In altre parole il nostro modello di
mondo, la Nazione Umana Universale, non ha niente a che spartire con il Nuovo Ordine Mondiale
e rispetto a questo sistema si tratta di una proposta rivoluzionaria e non riformista. La Nazione
Umana Universale è un modello di mondo opposto al Nuovo Ordine Mondiale
- la consapevolezza che il modello Umanista, almeno alla luce delle nostre conoscenze attuali,
rappresenta l’unico modello coerente sia come filosofia che come proposta di azione, personale
e sociale a breve, medio e lungo termine. Questa consapevolezza dovrebbe rafforzarci nell’azione.
Inoltre il modello della Nazione Umana Universale è inclusivo, nel senso che può comprendere come
parte del suo progetto, la maggior parte delle rivendicazioni e dei punti di vista che animano l’eterogeneo
movimento no-global, dall’ecologismo all’economia equa e solidale al disarmo totale.
Interscambio: Cosa vuol dire per me essere rivoluzionario-a? sento e come che la direzione della mia
vita è rivoluzionaria?
- Il neoliberismo si basa sull’intolleranza, sull’omologazione ad un unico modello e sulla violenza più o
meno manifesta come metodologia d’azione. Per violenza non intendiamo soltanto la guerra ma anche il
ricatto (FMI e Terzo Mondo), le forme di persuasione occulta (TV), lo svilimento della politica (Berlusconi),
dell’Arte, dell’Istruzione, della Sanità e di tutte le attività umane con l’obiettivo di produrre un individuo
incapace di un pensiero astratto e indipendente, ma al contrario soggiogato ad essere un consumatore.
La nostra proposta è un essere umano creatura intenzionale, con il diritto a sviluppare il suo pensiero, a
cercare il senso della propria vita (multiforme nelle religioni) e a sviluppare le sue forme di organizzazione
sociale in tutte le forme che gli pare (multiforme nei costumi e nelle società - vedi Documento del MU) non
ha quindi nulla a che spartire con il sistema attuale.
In più la nostra metodologia d’azione è decisamente non-violenta e come tale inconciliabile con la violenza
del sistema. Quindi non coincidono né le aspirazioni né la metodologia
Soprattutto non pensiamo che l’adattamento decrescente a livello personale e sociale alle situazioni che
viviamo possa portare a una trasformazione nella direzione della Nazione Umana Universale.
(I paragrafi seguenti sono esempi tratti da una chiacchierata informale, chi tiene il seminario può cambiarli e
metterci i suoi)
Mi spiego meglio: dando per scontate, stabilite e immutabili alcune cose fondamentali (es. la Potenza Usa, la
potenza di Silvio B., la situazione attuale del lavoro, la propria incapacità trasformatrice) e quindi negando il
carattere rivoluzionario della nostra lotta, ci ritroviamo persi in una serie di cose, piccole per giunta, che di
per sé possono dare un appagamento ma che, alla fin fine, non hanno senso se pensiamo a cosa vogliamo
costruire nel futuro. Nello stesso modo, l’accettazione nella propria vita personale di ogni sorta di
compromessi, il non prendere posizione nelle situazioni che viviamo intorno, lo sperare che qualcun altro
darà il via alle “cose serie”, aumenta la nostra contraddizione e la nostra incapacità di governare la nostra
vita.In sintesi il sentirsi incapaci di modificare con la nostra azione la realtà, ma il pensare che al più potremo
cambiare qualche aspetto secondario della nostra vita e della nostra società ha un sapore riformista, di
sconfitta rispetto alle proprie intime e nobili aspirazioni. Con questo non possiamo fare vita ai margini del
sistema, ci sono cose che dobbiamo fare e altre che vogliamo fare, ma alla base di questo deve esserci la
chiarezza nella direzione rivoluzionaria della nostra vita. D’altra parte, cosa abbiamo da perdere?
Continuando ad accettare compromessi diventiamo come quelli che critichiamo tanto (sia persone che
istituzioni che partiti) e non è detto che otterremo per sempre la felicità individuale, anzi….
- Il senso rivoluzionario della nostra azione sta nella non violenza, nella condivisione con altri del
messaggio, nella diversificazione delle attività con un obiettivo comune e soprattutto nella consapevolezza
che la nostra visione del mondo in questo momento è l’unica alternativa coerente. Dal punto di vista
filosofico e di pensiero abbiamo una critica, come tanti, ma abbiamo una risposta coerente sulla persona, sui
rapporti interpersonali e sulla società.
Da questo punto di vista il progetto della Nazione Umana Universale può comprendere il lavoro nel III Mondo
(Campagne di Appoggio Umano), l’azione politica, il NO TAV, insomma tutte le iniziative e le idee che altre
persone e organizzazioni simili a noi stanno promuovendo, cui manca però una visione più ampia. Noi ce la
abbiamo, gli altri ci guardano con interesse, esiste una sete di punti di vista globali in cui riconoscersi.
Dobbiamo credercela noi!
Lettura finale: “di quale rivoluzione parliamo?” Dalle lettere di Silo