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Sommario
Prefazione .................................................................................................................................................................3
Siamo in cammino: nei cieli è la nostra patria. DISCORSO 346/B. ...........................................................................4
Sant'Agostino............................................................................................................................................................4
Chi ama procede correndo. ......................................................................................................................................4
La Chiesa è la via, aperta a tutti, fondata sulla pietra. .............................................................................................5
Come vincere le insidie del diavolo. .........................................................................................................................5
PAROLE PROFETICHE ................................................................................................................................................6
Alcune citazioni di papi post conciliari .................................................................................................................. 10
DISCORSO DEL SANTO PADRE Paolo VI ALLE NAZIONI UNITE. Lunedì, 4 ottobre 1965 .................................... 10
È forse possibile giudicare o condannare un Papa? .............................................................................................. 12
Esempio di San Bruno ............................................................................................................................................ 12
Padre Paul Kramer 06 Marzo 2013 ........................................................................................................................ 13
W CRISTO RE DELL'UNIVERSO ............................................................................................................................... 21
NOVENA IN ONORE DI GESÙ VERO RE .................................................................................................................. 21
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Prefazione
Un caro sacerdote mi ha detto: credi che Dio manderà all'inferno tutti quelli che non vengono
alla messa, i conviventi, i non credenti? Che Dio sarebbe? "Chi sono io per giudicare?"
Ho risposto: eppure "Larga è la strada che porta alla perdizione e sono molti quelli che vi
entrano" e poi, il diluvio, Sodoma e Gomorra? Capii che per lui forse, erano cose del passato, o forse favole, allora dissi: è scritto: "separerà i
buoni dai malvagi" e l'apocalisse di S. Giovanni?
L'idea illuminista che il peccato è una "invenzione dei preti" sembra ha convinto alcuni preti
stessi e che il peccato è un tabù del passato? La Santa Chiesa si è sbagliata in questi duemila
anni con la sua dottrina? Il fuoco divorante che ardeva nel cuore dei grandi missionari che li
spinse a dare la vita per battezzare ogni uomo era una svista dottrinale? O da "Sale della terra"
una porzione della Chiesa sta diventando insipida, sta diventando miele? Si sta adagiando nella
mentalità del mondo? Dio ha cambiato carattere e è tanta la sua misericordia che farà entrare
tutti nel suo regno? È questa l'idea della nuova evangelizzazione, la nuova era della civiltà
dell'amore che dobbiamo impegnarci a costruire tutti insieme? Io, se non avessi conosciuto il
Vangelo, l'amarezza che lascia il peccato, la rovina che comporta e il perdono, da queste parole
del sacerdote avrei dedotto (come altri) che non ha senso essere cristiani, fare il "sacrificio" di
andare alla messa, pregare, se tanto ci salviamo tutti perché Dio è misericordioso e anche,
riflettendoci un po', poco giusto. "Non passerà un iota della legge che non si compia!" C'è più di
uno iota (virgola) nella frase di Gesù all'inizio della Sua predicazione che non dovremmo mai
dimenticare: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino"
Un milite dell'Immacolata
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«Un solo peccato è oggi severamente punito: il rispetto attento delle tradizioni dei nostri
padri. Per questo motivo i buoni sono scacciati dal loro posto e portati nel deserto»
S. Basilio il Grande (Ep. 243)
Siamo in cammino: nei cieli è la nostra patria. DISCORSO 346/B.
Sant'Agostino
1. In questa nostra vita, carissimi fratelli, noi siamo in cammino come pellegrini, lontano dalla
Gerusalemme celeste che è la patria dei santi: ce lo insegna in modo chiaro l'apostolo Paolo:
"Finché viviamo nel corpo, siamo pellegrini, lontano dal Signore". E poiché ogni pellegrino ha
indubbiamente una patria, noi dobbiamo conoscere quale sia la patria verso la quale ci
dobbiamo affrettare, mettendo da parte allettamenti e piaceri di questa vita, verso la quale
siamo diretti e nella quale soltanto possiamo trovare riposo. Dio ha disposto che non avessimo
quiete vera altrove perché, se anche qui avessimo quiete, non avremmo desiderio di tornare là.
Dice nostra patria la Gerusalemme celeste, non quella terrena che - come insegna ancora
l'Apostolo - è schiava insieme con tutti i suoi figli: essa è stata data come segno della rivelazione
futura agli uomini carnali che in essa adorano l'unico Dio, al quale però chiedono ancora una
felicità terrena. Ma v'è l'altra Gerusalemme, quella che l'Apostolo dice posta nei cieli: La
Gerusalemme di lassù è la nostra madre. La dice madre in quanto metropoli, che significa
appunto città-madre. Dunque ci dobbiamo affrettare verso di essa, ben conoscendo di essere
pellegrini e ancora in cammino.
Chi ama procede correndo.
2. L'uomo che ancora non crede nel Cristo, non è neppure in cammino: va errando e anche se
egli pure cerca la patria, non sa per quale via e dove cercarla. Dico che cerca la patria perché
ognuno cerca la quiete, cerca la beatitudine. Chiunque, interrogato se desideri essere felice,
risponde senza esitazione di desiderarlo perché questa è l'aspirazione propria dell'uomo; ma gli
uomini ignorano per quale via raggiungerla o dove si trovi, e perciò vanno errando. Non va
errando chi non si muove. Se non si sa per dove andare, è facile deviare. Ci riconduce sulla via
il Signore e, quando diventiamo fedeli aderendo con la fede al Cristo, già cominciamo a
camminare sulla via, anche se ancora non siamo in patria. E se siamo ben consapevoli di essere
cristiani esortiamo tutti quelli che ci sono più cari, che ancora errano tra le vane credenze e le
eresie, a porsi sulla via e a camminare. Ma dobbiamo anche esortarci a vicenda noi che già
siamo in cammino, perché, se è vero che arrivano in patria solo quelli che sono sulla via, però
non tutti quelli che sono in cammino giungono alla mèta. Se chi non è sulla via è esposto a
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pericolo maggiore, gli altri tuttavia non possono ancora essere sicuri che i piaceri che si trovano
sulla via stessa non li ostacolino, frenando il loro slancio verso la patria, nella quale soltanto si
trova riposo. Quello che fa avanzare sulla via è l'amore di Dio e del prossimo. Chi ama corre, e
la corsa è tanto più alacre quanto più è profondo l'amore. A un amore debole corrisponde un
cammino lento, e se addirittura manca l'amore, ecco che uno si arresta sulla via, e se rimpiange
la vita mondana, è come se volgesse indietro lo sguardo, non mirando più alla patria. Non giova
che uno si metta sulla via e poi invece di camminare torni indietro. Se uno si è posto sulla via,
cioè, fuori di immagine, si è fatto cristiano cattolico, e guarda indietro volgendo ancora il suo
amore al mondo, non fa che ritornare là donde era partito. Addirittura smarrisce la via e torna
a errare colui che cede alle insidie del nemico che ci tenta e assale durante il nostro cammino,
ed eccolo staccarsi dalla Chiesa cattolica per seguire un'eresia o tornare ai riti pagani o a
credenze superstiziose, che sono tutte trappole del diavolo.
La Chiesa è la via, aperta a tutti, fondata sulla pietra.
3. Dal momento dunque, fratelli, che siamo cristiani cattolici, corriamo su questa via che è
costituita dall'unica Chiesa di Dio, quale è annunciata nelle sacre Scritture. Perché nessuno
avesse qualche scusa, Dio ha voluto che essa fosse ben palese a tutti: fu annunciato che si
sarebbe estesa nel mondo, e fu mostrata a tutto il mondo. Non ci deve inquietare il moltiplicarsi
di eresie o scismi: ci turberebbe piuttosto che non ci fossero, dal momento che furono anch'essi
preannunciati. É data testimonianza al Vangelo sia da quelli che restano nella Chiesa cattolica
sia da quelli che ne sono usciti. Che cosa voglio dire? Testimoniano che è vero tutto quello che
è scritto nel Vangelo. Fu annunciato che la Chiesa di Dio, estesasi tra le genti, sarebbe stata una,
fondata sulla pietra e tale che su di essa non avrebbero prevalso le porte degli inferi. Porta degli
inferi significa l'inizio del peccato perché è scritto: Stipendio del peccato è la morte, e dire morte
equivale a dire inferno. La Scrittura spiega anche che cosa costituisca l'inizio del peccato: Inizio
di ogni peccato è la superbia. Quindi la superbia è la porta degli inferi. Indagando le cause che
hanno prodotto le eresie, si vede che esse nacquero dalla superbia, perché la superbia spinge
gli uomini a servirsi, per loro fini, di eresie e scismi, quando essi vantano le loro capacità e la
loro santità e mirano ad attrarre la gente staccandola dal Cristo. Ma da questi figli della superbia
che sono tutte le eresie e gli scismi, non viene vinta la Chiesa cattolica, come appunto è stato
predetto: Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
Come vincere le insidie del diavolo.
4. Pertanto, fratelli, torno al punto da cui ero partito: noi siamo sulla via. Corriamo dunque con
l'amore di Dio e la carità verso i fratelli, dimentichi degli interessi transitori. Questa via richiede
uomini forti, rifiuta i pigri. Vi si incontrano frequenti assalti di tentazioni perché il diavolo tende
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insidie a ogni svolta, cerca di insinuarsi ovunque, di riprendere possesso di tutti, o almeno cerca
di far deviare o ritardare il cammino, impigliando con i lacci delle eresie e degli scismi o
inducendo in qualche falsa credenza. Il tentatore agisce attraverso il timore o attraverso la
brama di piaceri: dapprima appunto si serve di questa, facendo promesse e offrendo attrattive
piacevoli. Se poi si trova di fronte a una persona che disprezza tali seduzioni e ha già chiuso la
porta ai desideri mondani, comincia a tentare attraverso la porta del timore. Se voi, dopo aver
chiusa la porta delle brame terrene, rinunciando ai desideri del mondo, ancora temete di
perdere quello che possedete, non avete ancora chiuso la porta del timore. Siate dunque saldi
nella fede: non lasciatevi ingannare da attraenti promesse né spingere in errore da minacce. Il
regno dei cieli è più grande di tutte le promesse del mondo, e più tremenda di tutte le sue
minacce è la geenna. Se dunque volete sfuggire a ogni timore, temete le pene eterne che Dio
vi minaccia. Se volete vincere tutte le brame colpevoli, desiderate la vita eterna che Dio vi
promette. In tal modo voi chiudete la porta al diavolo, e la aprite a Cristo.
"Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà se prima non
sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figliuolo della
perdizione. 2 Tessalonicesi: 2:3
PAROLE PROFETICHE
"L'avvento di una Repubblica universale che i peggiori fomentatori di disordine* desiderano e
aspettano con fiducia, è già un'idea matura per la sua realizzazione. Da questa Repubblica
sarebbero bandite le distinzioni nazionali. L'autorità del padre sui suoi figli non sarebbe più
riconosciuta, né quella di Dio sulla società umana. Se queste idee vengono applicate, ne seguirà
inevitabilmente un regno di terrore inaudito. Una vasta porzione dell'Europa passa già per
questa triste esperienza, e noi vediamo che si cerca di estendere questo stato di cose ad altre
regioni”
(Motu Proprio Bonum Sane, Benedetto XV, Papa dal 1914 al 1922,)
*1 Poiché, fratelli, voi siete divenuti imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella
Giudea; in quanto che anche voi avete sofferto dai vostri connazionali le stesse cose che
quelle chiese hanno sofferto dai Giudei, i quali hanno ucciso e il Signor Gesù e i profeti,
hanno cacciato noi, e non piacciono a Dio, e sono avversi a tutti gli uomini,
1 Tessalonicesi:2: 14-15
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Il brano che segue è tratto da un articolo che Winston Churchill ha scritto a proposito degli Ebrei,
e che il giornale londinese Sunday Herald ha pubblicato nel 1920. Churchill aveva allora 46 anni.
L'articolo permette di vedere in che modo gli Ebrei sono percepiti da Churchill, che nel 1920 non
aveva ancora gustato al potere politico, e poteva quindi permettersi di scrivere ciò che gli veniva
dal cuore. Ecco le sue parole:
"Nel nostro tempo questa razza curiosa ha creato un altro sistema di moralità e di filosofia, un
sistema pieno d'odio quanto il Cristianesimo è pieno d'amore, un sistema che, a meno che non
ci si ponga rimedio, rovescerà tutto ciò che il Cristianesimo ha edificato. È impressionante vedere
come il destino abbia deciso di far passare il vangelo di Cristo e la dottrina dell'Anti-Cristo per lo
stesso popolo, e come questa razza misteriosa sia stata scelta nello stesso tempo per essere la
base della Rivelazione divina e la base del potere diabolico. [...] Come l'autore Nesta H. Webster
ha detto e provato recentemente, questa cospirazione ebraica ha avuto un ruolo notevole nella
tragedia della Rivoluzione francese, ha suscitato tutti i movimenti rivoluzionari del
diciannovesimo secolo, ed infine ha sollevato la rivolta tra gli scarti dei bassifondi di tutte le
grandi città d'Europa e d'America".
L'atto di consacrazione a Cristo Re che si recitava in tutte le chiese dell'orbe l'ultima domenica
di Ottobre recava ancora queste parole “Siate il re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore
o per discordia da voi separati: richiamateli al porto della verità e all'unità della fede, affinché
in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Siate il re finalmente di tutti quelli che sono
avvolti nelle superstizioni dell'Idolatria e dell'Islamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al
regno vostro. Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un
giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, lavacro di redenzione di vita, il sangue già
sopra essi invocato”. Parole che Giovanni XXIII ha abolito, in nome del dialogo, il 18 Luglio 1959.
Nel 2000 San Paolo Edizioni ha pubblicato il libro “Nuovo Disordine Mondiale”, di Michel Schooyans.
L’autore è un dottore in filosofia e in teologia, professore emerito all’Università cattolica di Lovanio,
membro dell’Accademia pontificia di Scienze Sociali (Roma), dell’Institut royal des relations
internationales (Bruxelles), dell’Association pour la recherche et l’information démographique (Parigi)
e del Population Research Institute (Washington).
La prefazione del libro è opera dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger, oggi “Papa emerito”.
Consigliandovi di acquistare il libro, vi proponiamo l’eccezionale prefazione, scritta nel 1997 ma
attuale più che mai. In grassetto abbiamo evidenziato la denuncia al Nuovo Ordine Mondiale e
all’ONU, organismo appositamente concepito come strumento massonico per raggiungere
l’obiettivo.
"Sin dagli inizi dell’Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia
cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente. La promessa di felicità non è più legata
all’aldilà, bensì a questo mondo.
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Emblematico della tendenza dell’uomo moderno è l’atteggiamento di Albert Camus, il quale
alle parole di Cristo “il mio regno non è di questo mondo” oppone con risolutezza l’affermazione
“il mio regno è di questo mondo”.
Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla
marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e
l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa
fede ha assunto una connotazione politica. Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento
marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica
proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.
Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda,
alle fonti delle tradizioni liberali.
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome
di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell’ONU e nelle sue
Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte
di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia
dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.
Una filosofia di questo tipo non ha più la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista;
essa è al contrario molto realistica, in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai
limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo
cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono più produttivi o
che non possono più sperare in una determinata qualità della vita.
Questa filosofia, inoltre, non si aspetta più che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al
benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensì
propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché
non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto. La peculiarità di questa nuova
antropologia, che dovrebbe costituire la base del Nuovo Ordine Mondiale, diventa palese
soprattutto nell’immagine della donna, nell’ideologia dell’ “Women’s empowerment”, nata
dalla conferenza di Pechino.
Scopo di questa ideologia è l’autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si
frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità. Per questo,
la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla
sua specificità femminile. Quest’ultima viene chiamata ad annullarsi di fronte ad una “Gender
equity and equality”, di fronte ad un essere umano indistinto ed uniforme, nella vita del quale
la sessualità non ha altro senso se non quello di una droga voluttuosa, di cui sì può far uso senza
alcun criterio.
Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei
entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancora più profondo: l’altro è sempre, in fin dei
conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro io e per il nostro
libero sviluppo. Al giorno d’oggi, non esiste più una “filosofia dell’amore”, bensì solamente una
“filosofia dell’egoismo”.
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Il fatto che ognuno di noi possa arricchirsi semplicemente nel dono di se stesso, che possa
ritrovarsi proprio a partire dall’altro e attraverso l’essere per l’altro, tutto ciò viene rifiutato
come un’illusione idealista. É proprio in questo che l’uomo viene ingannato. In effetti, nel
momento in cui gli viene sconsigliato di amare, gli viene sconsigliato, in ultima analisi, di essere
uomo.
Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il
cristiano – non solo lui, ma comunque lui prima di altri – ha il dovere di protestare.
Bisogna ringraziare Michel Schooyans per aver energicamente dato voce, in questo libro, alla
necessaria protesta. Schooyans ci mostra come la concezione dei diritti dell’uomo che
caratterizza l’epoca moderna, e che è così importante e così positiva sotto numerosi aspetti,
risenta sin dalla sua nascita del fatto di essere fondata unicamente sull’uomo e di conseguenza
sulla sua capacità e volontà di far si che questi diritti vengano universalmente riconosciuti.
All’inizio, il riflesso della luminosa immagine cristiana dell’uomo ha protetto l’universalità dei
diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi. Come
possono essere rispettati e promossi i diritti dei più poveri quando il nostro concetto di uomo
si fonda così spesso, come dice l’autore, “sulla gelosia, l’angoscia, la paura e persino l’odio?”
“Come può un’ideologia lugubre, che raccomanda la sterilizzazione, l’aborto, la contraccezione
sistematica e persino l’eutanasia come prezzo di un pansessualismo sfrenato, restituire agli
uomini la gioia di vivere e la gioia di amare?” (capitolo VI).
È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella
lotta per la storia futura. Non è infatti sufficiente che egli opponga l’escatologia all’ideologia
che è alla base delle costruzioni “postmoderne” dell’avvenire. È ovvio che deve fare anche
questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta
negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida. L’uomo, nella sua vita terrena,
è “una canna al vento” che rimane priva di significato se distoglie lo sguardo dalla vita eterna.
Lo stesso vale per la storia nel complesso. In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto
in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso dà semplicemente all’esistenza
terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità. Tuttavia, queste ripercussioni sul
“significato della vita terrena” devono essere articolate.
È chiaro che la storia non deve mai essere semplicemente ridotta al silenzio: non è possibile,
non è permesso ridurre al silenzio la libertà. È l’illusione delle utopie.
Non si può imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri. È tuttavia
necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove
sfide lanciate dalla storia.* [...]. Nella seconda e terza parte del suo libro, Michel Schooyans fa
proprio questo: in contrasto con la nuova antropologia, propone innanzitutto i tratti
fondamentali dell’immagine cristiana dell’uomo, per applicarli poi in maniera concreta ai grandi
problemi del futuro ordine mondiale
Roma, 25 aprile 1997 - Joseph Card. Ratzinger
* ("nel gettare le basi di un cammino verso il futuro," in questa analisi del Card. Ratzinger è
assente, come anche in gran parte della teologia attuale, a dispetto di evidenti accenni nelle
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rivelazioni maggiori e minori, la parusia intermedia prima del giudizio universale, che porterà
dopo l'abbattimento del regno dell'anticristo per opera di Cristo l'avvento del millennio felice
della Chiesa. L'idea di una conversione del mondo e dei governi tramite la Chiesa è una utopia
non basata sulla scrittura che anzi mette in evidenza il contrario. Si costata già l'evidenza che il
mondo, dopo aver ricevuto l'Evangelo, sta rinnegando sempre di più Cristo e la Sua dottrina
come appunto è stato profetizzato, vedi tra l'altro il libro di Daniele dove la pietra (Cristo)
staccandosi dall'alto monte senza opera di mano d'uomo, colpendo i piedi della grande statua
rappresentante gli imperi del mondo, la frantumò; l'Apocalisse di S. Giovanni e tante altre
scritture della Bibbia. NdR)
Alcune citazioni di papi post conciliari
DISCORSO DEL SANTO PADRE Paolo VI ALLE NAZIONI UNITE. Lunedì, 4 ottobre 1965
[...] 1. Il Nostro messaggio vuol essere, in primo luogo, una ratifica morale e solenne di questa
altissima Istituzione. Questo messaggio viene dalla Nostra esperienza storica; Noi, quali "esperti
in umanità", rechiamo a questa Organizzazione il suffragio dei Nostri ultimi Predecessori, quello
di tutto l'Episcopato cattolico, e Nostro, (bugia NdR) convinti come siamo che essa rappresenta
la via obbligata della civiltà moderna e della pace mondiale.
[...] E non si adempie del resto sotto i Nostri occhi e anche per opera vostra l'annuncio profetico
che ben si addice a questa Istituzione: "Fonderanno le spade in vomeri; le lance in falci"? (Is. 2,
4). Non state voi impiegando le prodigiose energie della terra e le invenzioni magnifiche della
scienza, non più in strumenti di morte, ma in strumenti di vita per la nuova era dell'umanità?
"Quando diranno: Pace e sicurezza, allora di subito una improvvisa ruina verrà loro addosso,
come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno affatto. (I Tessalonicesi: 5:3)
Ottobre 1979: A New York (U.S.A) Giovanni Paolo II tiene un discorso al “Palazzo di vetro”
sede dell’ONU, in cui esalta in questi termini la “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”,
documento programmatico di quella istituzione massonica: “Questo documento - dice Papa
Wojtyla - è una pietra miliare posta sulla strada lunga e difficile del genere umano (...) sul
cammino del progresso morale dell’umanità. (…) In questo lavoro da Titano, vero lavoro di
ricostruzione dell’avvenire pacifico del nostro pianeta, l’ONU ha indubitabilmente un compito
chiave ed un ruolo direttivo”.
''Le persone stanno diventando sempre più consapevoli della necessità di un Nuovo ordine
mondiale.'' (Giovanni Paolo II, Roma, omelia del giorno 1 gennaio 2004).
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''Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per
mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti
incoraggia ad impegnarti nell'edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti
rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di
essere 'famiglia' chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno. L'umanità
unita potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia
terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla
proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del
pianeta.''
(Benedizione Urbi et Orbi, Roma, 25 dicembre 2005, Benedetto XVI)
''L'umanità è lacerata da spinte di divisione e sopraffazione e conflitto di egoismi. [...] E non si
può dire che la globalizzazione è sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro''
(Benedetto XVI, 6 gennaio 2008, Basilica di San Pietro, Roma, Discorso dell'Angelus per
l'Epifania).
“Il progresso mondiale è possibile solamente tramite la ricerca del consenso umano universale
siccome stiamo avanzando verso un nuovo ordine del mondo."
7 Dicembre 1988 -- In un discorso alle Nazioni Unite, Mikhail Gorbachev auspica un reciproco
consenso.
"Non spegnete lo Spirito; non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il
bene" - 1 Tessalonicesi: 5: 19,21
Particolarmente importanti e profetiche le espressioni di Padre Pio da Pietrelcina che, in un pubblico
ammonimento ai suoi figli spirituali nel 1963 diceva:
«Causa l'ingiustizia dilagante e l'abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo,
negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima… Tutti i sacerdoti che
sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferini del mondo, sono
ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di
Dio, perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non
si alleò cogli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli… Il gregge è disperso quando i pastori
si alleano con i nemici della Verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell'autorità
del cuore di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la passione di Cristo e fanno versare lacrime alla
Madonna…»
(pubblicato in “Avvenire” del 19 agosto 1978)
Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle
porte. Matteo: 24:33
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È forse possibile giudicare o condannare un Papa?
Molti teologi della Chiesa cattolica si sono posti la questione di quando un Papa cade in eresia.
Ecco alcune citazioni: San Roberto Bellarmino scrisse che nel caso il Papa dovesse cadere in
eresia, cesserebbe di essere Papa, poiché «chi è fuori della Chiesa non può esserne il Capo».
Il Cardinale Giovanni di Torquemada (non l'inquisitore) affermò: «Rispondo dicendo che il Papa
non ha giudice superiore sulla terra, eccetto per il caso di eresia».
Il Card. Journet dichiarò: «I teologi medioevali dicevano che il Concilio dovrebbe solamente
constatare il fatto dell'eresia e prendere atto che colui che è stato Papa è decaduto dalla sua
funzione principale. Chi gliel'ha levata? Nessuno, all'infuori di lui stesso».
Giovanni il Teutonico, un grande decretalista, si pose la questione se sia lecito “accusare” il Papa
in caso cada in eresia, e risponde di sì, perché altrimenti «si pregiudicherebbe il bene di tutta la
Chiesa, il che non è lecito», e inoltre «a causa dell'eresia il Papa cesserebbe di essere il Capo
della Chiesa, purché il crimine sia notorio per confessionem vel pro facti evidentia».
Quindi, in caso di eresia, il Papa cessa di essere Papa perché pregiudicherebbe il bene di tutta la
Chiesa.
Esempio di San Bruno
[...] Rivolgendosi poi direttamente al Papa, Bruno afferma: «I miei nemici ti dicono che io non ti
amo e che sparlo di te, ma mentono. Io infatti ti amo, come devo amare un Padre e un signore.
Te vivente, non voglio avere altro pontefice, come assieme a molti altri ti ho promesso. Ascolto
però il Salvatore nostro che mi dice: "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me".
(…) Devo dunque amare te, ma più ancora devo amare Colui che ha fatto te e me» (Mt. 10-37).
Con lo stesso tono di filiale franchezza, Bruno invitava il Papa a condannare l'eresia, perché
«chiunque difende l'eresia è eretico» (Lettera Inimici mei, in PL, vol. 163, col. 463 A-D).
Pasquale II non tollerò questa voce di dissenso e lo destituì da abate di Montecassino. L'esempio
di san Bruno spinse però molti altri prelati a chiedere con insistenza al Papa di revocare il
pravilegium. Qualche anno dopo, in un Concilio che si riunì in Laterano nel marzo del 1116,
Pasquale II ritrattò l'accordo di Ponte Mammolo. Lo stesso Sinodo lateranense condannò la
concezione pauperistica della Chiesa dell'accordo di Sutri. Il concordato di Worms del 1122,
stipulato tra Enrico V e papa Callisto II (1119-1124), concluse – almeno momentaneamente – la
lotta per le investiture. Bruno morì il 18 luglio 1123. Il suo corpo fu sepolto nella cattedrale di
Segni e, per sua intercessione, si ebbero subito molti miracoli. Nel 1181, o, più probabilmente,
nel 1183, papa Lucio III lo accolse fra i santi.
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Padre Paul Kramer 06 Marzo 2013
Nel primo articolo di questa serie riguardante il Grande Castigo che ci attende, ho approfondito
soprattutto l'aspetto fisico di tale castigo: il ruolo della Russia nello scatenare le guerre e nel
portare a compimento l'annientamento delle nazioni. La distruzione di metà del mondo è una
cosa spaventosa, a dir poco - Sarebbe la più grave catastrofe sin dai tempi del diluvio universale.
Eppure non è l'aspetto più terrificante del castigo predetto nel Segreto. Assai peggiore è il
castigo spirituale contenuto nel Terzo Segreto.
La seconda parte del Segreto ci avverte già della persecuzione della Chiesa e del Santo Padre. Il
13 luglio 1917, la Madonna di Fatima ci avvertì che:
Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia sarà convertita, e vi sarà la pace. Altrimenti, la
Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I
buoni verranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, e molte nazioni verranno
annientate.
"Dio", disse la Madonna, "sta per punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo di guerre,
carestie, persecuzioni contro la Chiesa ed il Santo Padre." La persecuzione della chiesa di cui si
parla è diversa da qualsiasi altra avvenuta nella storia dell'umanità. Ciò che sembra impossibile,
avverrà, ed è predetto nella parte non pubblicata del Terzo Segreto e nelle Sacre Scritture.
Nella sua lettera al professor Baumgartner, il Cardinale Mario Luigi Ciappi rivelò che: "Nel Terzo
Segreto viene predetta, tra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dal suo
vertice". Questo corrisponde a ciò che è rivelato nel Libro delle Lamentazioni: "Non credevano
i re della terra e tutti gli abitanti del mondo che l'avversario e il nemico sarebbero penetrati
entro le porte di Gerusalemme." Quello che viene predetto è che i partigiani del diavolo
occuperanno la Curia Romana sotto un antipapa Massone.
Nel 1998, Padre Malachi Martin, ora purtroppo deceduto, affermò durante la trasmissione Art
Bell Show che gli era stato fatto leggere il Terzo Segreto di Fatima all'inizio del 1960, mentre era
segretario del Cardinale Bea. Padre Martin affermò che il testo era contenuto su di un unico
foglio di carta, che le parole della Madonna erano assai asciutte e precise e riguardavano un
prossimo "papa" - un impostore che avrebbe usurpato il soglio pontificio sotto il controllo del
demonio. Per questo, il Terzo Segreto di Fatima rivelerebbe il "mistero dell'iniquità" (2 Tess.
2,7): la Chiesa Cattolica "contraffatta" - la contro-chiesa, l'anti-Chiesa - il mistero del drago, la
cui coda avrebbe spazzato via un terzo delle stelle del cielo, ovvero un terzo della gerarchia
Cattolica sotto la guida di un antipapa eretico.
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È questo che Papa Giovanni Paolo II rivelò criticamente, nel suo discorso relativo alla rivelazione
del Terzo Segreto il 13 maggio 2000: "Il messaggio di Fatima è un appello alla conversione, che
mette in guardia l'umanità affinché non faccia il gioco del "drago", il quale con la "coda
trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra" (Ap. 12, 4).
Quando parlai con Padre Malachi Martin riguardo all'antipapa eretico e dell'apostasia nel Terzo
Segreto, la sua risposta fu: "Fosse solo quello." L'antipapa e i suoi collaboratori apostati saranno
(come li chiama Suor Lucia) i partigiani del diavolo (os partidarios do demonio) "i quali
lavoreranno per il male e non avranno paura di niente".
Sono questi "partigiani del demonio" che costituiscono il "terzo delle stelle del cielo" precipitate
sulla terra dalla coda del drago. Questi uomini che si nascondono come clero "Cattolico" sono
in realtà membri segreti della setta e sono consacrati al demonio. Essi otterranno il controllo
dell'apparato Vaticano e creeranno il "ramo" cattolico di una nuova religione ecumenica
mondiale. La loro "chiesa" contraffatta sarà Cattolica solo di nome. Essa formerà la parte
"Cattolica" della religione imposta e asservita dal Nuovo Ordine Mondiale. Il vero Cattolicesimo
sarà considerato fuori legge, ed i fedeli Cattolici che rimarranno saldi nella loro vera fede,
saranno soggetti alle più feroci "persecuzioni" che si siano mai viste nella storia.
I Cattolici non saranno i benvenuti nella Civiltà dell'Amore: l'esclusivismo dei loro dogmi (quali
extra ecclesiam nulla salus, ovvero "fuori dalla Chiesa non vi è salvezza") li renderanno sospetti
e considerati alla stregua di "fanatici" e "terroristi" - una vera e propria minaccia all'unità
ecumenica e alla "pace" del Nuovo Ordine Mondiale. Per questo, la vera Chiesa Cattolica verrà
trattata come un'organizzazione criminale, e come una minaccia alla pace mondiale. Lo status
della Chiesa sarà allora lo stesso che all'epoca delle persecuzioni nell'antica Roma, quando la
Chiesa veniva vista come un'organizzazione sovversiva e criminale. Vi saranno leggi penali
promulgate per punire i praticanti delle forme di religione "pre-conciliari" e ormai "fuori moda"
che minacciano la "pace mondiale" (l'ordine ecumenico e neo-pagano della Civiltà dell'Amore)
per il loro attaccamento settario all'esclusivismo dogmatico, il quale (viene già considerato tale!)
porta a persecuzioni inquisitorie, alle guerre di religione, alle crociate.
Verrà offerta un'alternativa ai Cattolici, per evitare le spiacevolezze della persecuzione e del
martirio. La vasta maggioranza sarà stata conquistata dall'inganno e diverrà apostata. Così
come accade oggi in Cina, gli verrà concesso il loro Latino, il loro incenso, la loro "Messa", etc. ma solo a condizione che essi siano in comunione con la Chiesa ufficiale - ovvero con ciò che
sarà diventata la Roma apostata. Gli verrà imposto di rimanere fedeli al papa impostore la cui
chiesa contraffatta sarà in comunione con la Grande Chiesa Ecumenica che unirà tutte le
religioni.
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Coloro che avranno la grazia e la forza di continuare a professare la loro Fede Cattolica si
rifiuteranno di abbandonare la vera Chiesa tradizionale Cattolica. Per questo rifiuto essi
verranno trattati come fanatici irrecuperabili e scismatici ostinati. Verranno universalmente
disprezzati come nemici della Civiltà dell'amore, e verranno considerati responsabili del
fallimento del Nuovo Ordine Mondiale nel raggiungere la pace universale, l'amore, l'unità e
l'armonia. Il loro fato è descritto nella visione del Terzo Segreto: il Papa, il clero ed i fedeli
cattolici verranno sistematicamente cacciati e brutalmente sterminati per il loro rifiuto ad
abbracciare la falsa religione dell'ecumenismo e della Libertà Religiosa, entrambe le quali sono
state solennemente ed esplicitamente condannate dalla Chiesa Cattolica nei pronunciamenti
preconciliari di grandi Papi come Pio IX, nel Syllabus, Pio XI nella Mortalium Animos e Gregorio
XVI nella Mirari Vos.
San Metodio (+358) scrisse nei riguardi della persecuzione, "Verrà un tempo in cui i nemici di
Cristo affermeranno che ‘Abbiamo soggiogato la terra e tutti i suoi abitanti, e i Cristiani non
possono scappare dalle nostre mani’".
Secondo San Cesario di Arles (469-543), "Vi sarà una grande carneficina … gli altari ed i templi
saranno distrutti… i pastori della Chiesa abbandoneranno i loro pulpiti e la Chiesa Stessa sarà
spogliata di tutte le temporalità".
È assai significativa la profezia del Vescovo George Michael Wittman (+1833):
Ahimè! Tristi sono i giorni che si avvicinano per la Santa Chiesa di Gesù Cristo. La Passione di
Gesù si rinnoverà per la Chiesa e la Sua Guida Suprema nel modo più doloroso. In tutte le parti
del mondo vi saranno guerre e rivoluzioni e verrà versato molto sangue. Tragedie, disastri e
povertà saranno diffusi dappertutto, dato che le pestilenze, le carestie e altre disgrazie si
seguiranno l'un l'altra.
Mani violente si abbatteranno sulla Guida Suprema della Chiesa Cattolica: i vescovi ed i
sacerdoti verranno perseguitati, avverrà uno scisma, e la confusione regnerà tra tutte le classi.
Verranno dei tempi così infausti in cui sembrerà che i nemici di Cristo e della Sua Santa Chiesa,
che Egli fondò sul suo sangue, potranno avere la meglio su di Lei … Le sette segrete causeranno
grande rovine, ed eserciteranno un potere economico incredibile, e per colpa di questo molti
saranno accecati, e infetti dei peggiori errori: tuttavia, tutto questo sarà del tutto inutile… essi
non potranno infrangere la roccia su cui Cristo ha fondato la Sua Chiesa: "Portae inferi non
praevalebunt".
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Anche Anna Caterina Emmerick (1774-1824), una suora Agostiniana tedesca che portò le
stigmate, predisse la "falsa chiesa dell'oscurità":
"Ho visto una strana chiesa che verrà costruita contro qualsiasi regola - così come la nuova
chiesa eterodossa di Roma. La Chiesa è in grave pericolo. Stanno cercando di ottenere qualcosa
da lui (il papa). La dottrina protestante e quella dei Greci scismatici si sta diffondendo
dappertutto. La Chiesa viene minata sempre più abilmente alle sue fondamenta. Ho visto molti
pastori permettersi di farsi prendere da idee che erano e sono pericolose per la Chiesa. Stavano
costruendo una grande, strana e stravagante Chiesa. Chiunque era ammesso al suo interno, per
poter essere uniti ed avere gli stessi diritti: Evangelici, Cattolici, sette di qualsiasi descrizione.
Così sarebbe stata la nuova Chiesa."
Suor Emmerich sintetizzò la descrizione delle peripezie della Chiesa: "In questi giorni, la Fede
cadrà ai suoi minimi, e verrà preservata solo in alcuni luoghi, in poche case ed in poche famiglie
che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre."
La Chiesa Cattolica, ovviamente, non sarà la causa del fallimento di questa Civiltà dell'amore.
Verrà percepita così dalle nazioni apostate ed infide perché la Fede della Chiesa costituirà la
testimonianza contro l'assenza di Dio del Nuovo Ordine Mondiale. Proprio perché gli apostati
saranno privati della luce della Fede e dei doni dello Spirito Santo, essi, accecati dal loro
intelletto oscurato, non riusciranno ad afferrare la verità insegnata da Sant'Agostino, ovvero
che la Città dell'uomo senza Dio non può avere la pace perché è senza fede e perversa nella sua
ribellione contro Dio, e pertanto attira su di sé lira di Dio.
Vi sarà una grande apostasia. É predetto nelle Sacre Scritture (2 Tess 2,3). È predetto anche
nelle profezie di molti santi e nelle apparizioni della Beata Vergine, ed è rivelata nel Terzo
Segreto di Fatima. L'apostasia è una parte fondamentale ed integrale di ciò che San Paolo
definiva "il Mistero dell'iniquità (che) è già in atto" (2 Tess. 2,7). È davvero un mistero perché è
il male in sé ad esserlo, ma non è un mistero il motivo per cui l'apparato del Vaticano, sotto il
Cardinale Angelo Sodano, non vuol far conoscere ai fedeli Cattolici il contenuto del Terzo
Segreto: perché esso si riferisce all'apostasia. Non è perché si vuole evitare che la gente
"confonda le profezie religiose con il sensazionalismo", come affermò falsamente il Cardinal
Ratzinger nel 1984. Non è per il bene della Chiesa e per la salvezza delle anime, bensì per salvare
loro stessi dal rimprovero, è per il bene della loro stessa agenda modernista e delle loro carriere
ecclesiastiche che lavorano insieme amichevolmente per prevenire la pubblicazione delle
"parole che la Madonna ha confidato in segreto ai tre piccoli pastorelli alla Cova da Iria. "Essi
sono, dopotutto, gli stessi che promuovono gli insegnamenti, già condannati in precedenza,
dell'ecumenismo e della Libertà Religiosa in nome del Vaticano II, e vorrebbero rendere questi
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errori i pilastri della nuova religione che il Cardinale Benelli ha chiamato la Chiesa Conciliare,
con la sua Nuova Evangelizzazione e la Civiltà dell'amore. Il Terzo Segreto di Fatima è un atto di
accusa contro costoro, e infligge un colpo al cuore della chiesa contraffatta.
Come detto prima, è un mistero che gran parte della Chiesa sia potuta cadere nell'apostasia.
Un tale evento non sarebbe potuto accadere in una Chiesa ove i fedeli avessero ricevuto una
sana istruzione tradizionale della Dottrina Cristiana, e fossero cresciuti nella pratica delle virtù
Cristiane. Non sarà la Nuova Evangelizzazione, ma l'aderenza alla tradizione ciò che manterrà
salda la fede di un Cattolico, come spiega San Vincenzo di Lerins: "Se un nuovo contagio tenta
di avvelenare non solo una parte, ma tutta la Chiesa allo stesso tempo, allora ciò che un
Cattolico deve fare, ovvero la sua più grande preoccupazione, è quella di aderire conformarsi a
ciò che è antico, e che quindi non può più essere modificato da alcuna nuova bugia."
Sfortunatamente, i Cattolici al giorno d'oggi non sono più istruiti nella tradizione Cattolica antica
o nell'ortodossia, non seguono più il catechismo tradizionale, ma quello nuovo del magistero
vivente e della "tradizione vivente" della Chiesa Conciliare della Nuova Evangelizzazione. Il
"rinnovamento post-conciliare", che è stato portato avanti come un "aggiornamento", ovvero
l'implementazione delle riforme post-conciliari, ha prodotto la "perdita della Fede" ed il
"disorientamento diabolico" che il precedente Vescovo di Fatima (Cosme do Amaral) e Suor
Lucia hanno definito essere gli elementi centrali del Terzo Segreto di Fatima.
"Il disorientamento è diabolico," scrisse Suor Lucia [29-12-1969], "non fatevi ingannare".
Il disorientamento è dottrinale: "in questi tempi di disorientamento diabolico, non lasciamoci
ingannare dalle false dottrine." [12-4-1970] É un "cancro" nella Chiesa1 [29-5-1970] che colpisce
i "sacerdoti" e "le anime consacrate" che sono state "condotte in errore": "è triste", scrive Suor
Lucia [16-9-1970] "vedere un tale disorientamento, e in tali persone che occupano una
posizione di responsabilità; essi sono i ciechi che guidano gli altri ciechi." Per questo, sono
coloro che occupano le più alte posizioni nella Curia Romana ad aver costruito la via per la
Grande Apostasia.
Padre Joaquin Alonso, che fu archivista officiale di Fatima per 16 anni, colpì nel segno quando
affermò che: "è pertanto assai probabile che il testo (del Terzo Segreto) faccia riferimenti
concreti alla crisi della fede all'interno della Chiesa ed alla negligenza dei suoi stessi pastori", ed
ai "conflitti interni alla Chiesa stessa e alla grave negligenza pastorale della gerarchia superiore".
1
Suor Lucia, lettera del 29-5-1970.
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Solo "poche settimane prima della sua morte", scrive Fratello Michael della Santa Trinità,
"Padre Alonso prudentemente sembrò quasi giustificare il silenzio di Roma (riguardo al Terzo
Segreto) quando scrisse queste righe assai significative:
"Una rivelazione inopportuna del testo non farebbe che esasperare le due tendenze che
continuano a dividere la Chiesa in due: un tradizionalismo che ritiene di essere sostenuto dalle
profezie di Fatima, ed un progressismo che vorrebbe disfarsi di queste apparizioni, che in modo
così scandaloso sembrerebbero porre un freno ai progressi ottenuti dalla Chiesa Conciliare.
Papa Paolo VI ritenne opportuno e prudente rimandare la rivelazione del testo a tempi migliori.
Papa Giovanni XXIII dichiarò che il testo non si riferiva al suo pontificato ... Ed i papi successivi
non considerarono ancora giunto il momento in cui rimuovere il velo di mistero, in tempi in cui
la Chiesa non era ancora sopraffatta dall'impatto spaventoso dei vent'anni post conciliari,
durante i quali la crisi della Fede si è insinuata a tutti i livelli".
Ecco l'atto d'accusa contro l'apparato Vaticano contenuto nel Terzo Segreto: è la negligenza di
coloro che sono alle posizioni più alte della gerarchia che ha permesso quel disorientamento
diabolico nella Chiesa, il risultato del quale è quella "crisi della Fede che si è insinuata a tutti i
livelli". È proprio vero che il disorientamento diabolico si è insinuato in ogni livello della Chiesa,
inclusi i più alti. La prova di questa eresia viene insegnata ai vertici della gerarchia a Roma: in
nome del "magistero vivente" e della "tradizione vivente" della Chiesa, vengono cambiati il
senso e la comprensione dei dogmi.
Ecco uno dei tanti esempi di eresia che viene insegnata, spacciandola come dottrina Cattolica,
ai livelli più alti della Chiesa: è sempre stato insegnato nel catechismo Cattolico della Dottrina
Cattolica, che l'antico Testamento finiva con l'inaugurazione del Nuovo Testamento, che lo
sostituiva. Questo fa parte della dottrina universale e perpetua della Fede Cattolica. È insegnata
in una miriade di catechismi, manuali della dottrina Cristiana ed in trattati teologici approvati
dalle autorità ecclesiastiche e pontificie, e certificato a prova di errore dottrinale. È inoltre un
insegnamento apostolico esplicito delle Sacre Scritture. San Paolo, scrivendo proprio sulla
relazione tra il Vecchio Testamento ed il Nuovo, cita Geremia: "io stipulerò con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda un'alleanza nuova; non come l'alleanza che feci con i loro padri" (Ebrei,
8,8-9). San Paolo poi si esprime di nuovo, sotto l'infallibile ispirazione dello Spirito Santo:
"dicendo però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico
e invecchia, è destinato a scomparire." (Ebrei 8,13) La fine [aphanismou] viene intesa come
"distruzione" ("aphanismos; scomparsa, distruzione. Ebrei, 8-13")
La dottrina della sostituzione del Vecchio Testamento da parte del Nuovo è un articolo di Fede
della religione Cattolica. Nella solenne Professione di Fede del Concilio Ecumenico di Firenze,
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tenuto sotto Papa Eugenio IV, si dichiara che: La sacrosanta Chiesa Romana… crede, professa
ed insegna fermamente che la materia riguardante l'Antico Testamento, la Legge Mosaica, che
si divide in cerimonie, riti sacri, sacrifici e sacramenti, poiché essi vennero stabiliti per significare
qualcosa di non ancora avvenuto, anche se furono propri del culto divino di quel tempo, dopo
la venuta di Nostro Signore, essi hanno cessato la loro funzione, e hanno avuto inizio i
sacramenti del Nuovo Testamento; … Tutti, pertanto, che dopo quell'epoca hanno osservato la
circoncisione, il Sabbath e gli altri precetti della legge, la Chiesa Romana li dichiara al di fuori
della Fede Cristiana e non degni di partecipare alla salvezza eterna, a meno che un giorno non
si ravvedano da questi errori. (D.S. 1348)
La nuova dottrina della Chiesa Conciliare si oppone direttamente a questo dogma della Fede
Cattolica. Il 17 novembre 1980, Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in un discorso alla comunità
di Mainz, in Germania, che "l'antica alleanza" non fu "mai revocata da Dio." Questa è eresia. É
tuttora un'eresia malgrado sia ormai la dottrina "ufficiale" del Vaticano (diciamo del Vaticano
per distinguerla da quella della Chiesa Cattolica romana) come appare dai Sussidi per la corretta
presentazione degli Ebrei e dell'ebraismo nella predicazione e nella Catechesi della Chiesa
Cattolica, pubblicati nel 1985. Il documento, nel terzo paragrafo, afferma che l'ebraismo è una
"realtà presente" e non una "realtà storica" sostituita. Il documento cita l'autorità di Giovanni
Paolo II e cita le parole del suo discorso già riportato, dove Giovanni Paolo parla del "popolo di
Dio dell'Antica Alleanza che non è mai stata revocata". Il giornalista John Vennari ha
recentemente fatto notare in un suo articolo, che: "Piuttosto che affermare che quei Sussidi
avevano distorto le sue parole, Giovanni Paolo II parlò del suo inqualificabile sostegno al
documento" il 28 ottobre 1985. La conferenza Episcopale degli Stati Uniti di par suo, è caduta
nella stessa eresia pubblicando il documento: La Grazia di Dio dura per sempre; guida per la
corretta presentazione degli Ebrei e dell'ebraismo nella predicazione Cattolica. Il documento
cita l'affermazione del Papa che l'Antica Alleanza non "è mai stata revocata" per sostenere
l'eresia per cui Cristo non sostituì l'Antica Alleanza con la creazione della "Nuova ed Eterna
Alleanza". Questo è solo uno degli esempi del disorientamento diabolico che avviene ai più alti
livelli della Chiesa.
La Sacra Dottrina della Fede Cattolica è per sua stessa natura immutabile. È chiaramente
spiegato nel Dei Filius del Primo Concilio Vaticano (sessione II, Cap. IV) che La dottrina della
fede, che Dio ha rivelato, è stata affidata alla Chiesa sposa di Cristo, perché la custodisca
fedelmente e infallibilmente la proclami; In conseguenza il senso dei sacri dogmi che deve
essere sempre conservato è quello che la santa madre Chiesa ha determinato una volta per
tutte e non bisogna mai allontanarsi da esso sotto il pretesto e in nome di un'intelligenza più
profonda.
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Crescano pure, quindi, e progrediscano largamente e intensamente, per ciascuno come per tutti,
per un sol uomo come per tutta la Chiesa, l'intelligenza e la scienza, la sapienza, secondo i ritmi
propri a ciascuna generazione e a ciascun tempo, ma esclusivamente nel loro ordine, nella
stessa credenza, nello stesso senso e nello stesso pensiero» (Vincenzo di Lerins,
Commonitorium, 23, 3).
Papa Gregorio XVI ha dichiarato a tutti i vescovi del mondo con la sua Mirari Vos, che "delle
cose che furono regolarmente definite, nessuna dovessi diminuire, nessuna mutare, nessuna
aggiungere, ma tali esse debbono essere custodite intatte nelle parole e nei significati".
Chiunque mai cambierà, altererà o modificherà il senso o il significato degli articoli di Fede, cade
in eresia ed incorre nell'anatema pronunciato dal Primo Concilio Vaticano: "Se qualcuno dice
che è possibile che ai dogmi proposti dalla Chiesa, con il progredire della scienza debba essere
dato, talvolta, altro senso, diverso da quello che intese esprimere ed intende la Chiesa, sia
anatema." [D.S. 3043]
Padre Paul Kramer, B.Ph., S.T.B., M. Div., S.T.L. (Cand.) Fonte > Fatima
2. Comunicato Stampa del Vaticano alla UPI nel febbraio 1960.
3. Joseph Henry Thayer; Greek-English Lexicon of the New Testament; Grand Rapids, 1982, p. 88.
4. John Vennari, "The Attack on the Oberammergau Passion Play", Parte III, Catholic Family News, July 2003.
Pio XII, tramite la Sacra Congregazione del Sant'Uffizio, emanò tre documenti sulla natura del
comunismo e la sua inconciliabilità col cristianesimo.
1°) Un ‘Decreto generale’ (1° luglio del 1949), dichiara:
a) non essere mai lecito iscriversi ai partiti comunisti o dar loro appoggio, poiché il comunismo
è materialista e quindi anticristiano;
b) che è vietato diffondere libri o giornali, i quali sostengono la dottrina e prassi del comunismo
materialista ed ateo;
c) che i fedeli, i quali compiono con piena consapevolezza gli atti su proibiti, non possono
ricevere i Sacramenti;
d) inoltre che i battezzati, i quali professano, difendono o propagandano consapevolmente la
dottrina o prassi comunista, incorrono ipso facto nella scomunica riservata in modo speciale
alla S. Sede, in quanto apostati dalla Fede cattolica (l'apostasia è il passaggio dalla religione
cristiana ad un'altra totalmente diversa - nel caso il materialismo ateo - e perciò più grave
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dell'eresia e scisma, quale sarebbe il passare dal cattolicesimo al protestantesimo o
'ortodossismo')
"Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia sarà convertita, e vi sarà la pace. Altrimenti, la
Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa."
W CRISTO RE DELL'UNIVERSO
O Signore, Dio nostro, Tu solo sei il Santissimo Re e Governatore di tutte le Nazioni.
Ti preghiamo Signore, con la grande speranza di ricevere da Te, o Divino Re, misericordia, pace,
giustizia ed ogni bontà. Proteggi, o Signore nostro Re, le nostre famiglie e la terra in cui siamo nati.
Difendici, ti preghiamo, Tu che sei il Fedelissimo! Proteggici dai nostri nemici e dal Tuo giusto
Giudizio. Perdona, o Re Sovrano, i nostri peccati contro di Te. Gesù, Tu sei un Re di Misericordia.
Abbiamo meritato il Tuo Giusto Giudizio. Abbi misericordia di noi, Signore, e perdonaci. Confidiamo
nella Tua Grande Misericordia. O Re, che più di tutti ci ispiri profondo timore, ci inchiniamo davanti
a Te e preghiamo: Che il Tuo Regno sia riconosciuto sulla terra! Amen.
NOVENA IN ONORE DI GESÙ VERO RE
La Novena consiste nel pregare per 9 giorni consecutivi UN PADRE NOSTRO, UN’AVE
MARIA, ED UN GLORIA con la suddetta invocazione.
Dice Gesù: “Prometto che ogni qualvolta reciterete le preghiere di questa Novena convertirò 10
peccatori, porterò 10 anime sull'Unica vera Fede, libererò 10 anime dal Purgatorio, molte delle
quali sono anime sacerdotali, e sarò meno severo nel Mio Giudizio sulla vostra Nazione.
Non abbiamo altro Re che Cristo
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