Matematica Discreta I Lezione del giorno 15 dicembre 2008 Proprietà del coefficiente binomiale n Abbiamo visto che, fissati i numeri naturali n,m, (con mn) il coefficiente binomiale conta il m numero delle combinazioni semplici di n elementi presi ad m ad m, o equivalentemente il numero dei sottoinsiemi di cardinalità m contenuti in un insieme di cardinalità n. Fissato il numero n, i valori possibili di m sono m=1,2….,n. Ma tenendo conto del significato insiemistico, possiamo estendere per convenzione il valore del n coefficiente binomiale anche al caso m=0, definendo =1, coerentemente con l’osservazione che 0 esiste 1 solo sottoinsieme di cardinalità 0 (quello vuoto) contenuto in un insieme di cardinalità n. Dunque i possibili coefficienti binomiali con n fissato sono i seguenti: n n n n =1, , ……., , . 0 1 n - 1 n n n(n 1)(n 2)....(n n 1) n! Notare che si ha = = =1 , quindi i 2 valori “estremi” (il primo e m! n! n l’ultimo) sono ambedue uguali a 1. n Costruiamo ora una formula alternativa per il calcolo di (ma all’inizio valida solo nel caso m m≠0, m≠n). Nella formula originale: n n(n 1)(n 2)....(n m 1) = m! m supponendo che sia m≠0, m≠n, moltiplichiamo numeratore e denominatore per (n-m)!, ottenendo la nuova formula: n n(n 1)...(n m 1)[(n - m)! ] n(n 1)...(n m 1)(n - m)(n - m - 1).....1 n! = = = m! (n - m)! m! (n - m)! m! (n - m)! m Otteniamo dunque la formula alternativa: n n! = (se m≠0, m≠n) . m! (n - m)! m Tale formula non ha senso nei casi m=0, m=n, perché contiene un termine 0! al quale non abbiamo attribuito significato. Ma possiamo dare significato alla formula anche nei casi m=0, m=n, definendo convenzionalmente 0!=1, per ritrovare i valori già noti: n n n! n! = = =1 =1 0 0!(n - 0)! n n! (n - n)! Utilizzando questa formula alternativa per il coefficiente binomiale, si ottiene il: Teorema: Se n è un numero naturale, comunque preso un intero m con 0≤m≤n si ha: n n = m n - m Dimostrazione. Usiamo la formula alternativa per sviluppare il secondo membro ed arrivare al primo: n n n! n! n! = = = = n - m (n - m)! [n - (n - m)]! (n - m)! m! m! (n - m)! m Dal Teorema precedente si ha che, fissato il numero naturale n e facendo variare m=0,1,…,n, i coefficienti binomiali: n n n n n n , , , …… , , , 0 1 2 n 2 n 1 n sono uguali a coppie simmetriche (equidistanti rispetto al “centro” della successione): n n n n = , = , etc…. 0 0 1 n - 1 n Esempio: se n=5 i coefficienti binomiali con m=0,1,2,3,4,5,sono uguali a coppie: m 5 5 5 5 5 5 =1 , =5 , =10 , =10 , =5 , =1 0 1 2 3 4 5 Possiamo disporre i coefficienti binomiali in una struttura triangolare (detta triangolo di Tartaglia-Pascal) in cui in ogni riga si sistemano i coefficienti che hanno n fissato ed m variabile da 0 ad n. Per esempio le prime 4 righe del triangolo sono: Riga 1 Riga 2 Riga 3 Riga 4 1 =1 0 1 =1 1 2 2 2 =1 =2 =1 0 1 2 3 3 3 3 =1 =3 =3 0 1 2 3 4 4 4 4 =1 =4 =6 =4 0 1 2 3 =1 4 =1 4 Notiamo che in ogni riga ogni termine (tranne quelli estremi) si ottiene come somma dei 2 termini 3 2 2 4 3 3 che lo sovrastano nella riga superiore: per esempio = + , = + 2 1 2 2 1 2 Ciò dipende dalla seguente formula: n n - 1 n - 1 + = m m - 1 m Dimostrazione della formula: Sviluppiamo il secondo membro, usando la formula alternativa per il calcolo del coefficiente binomiale: n - 1 n - 1 (n - 1)! (n - 1)! (n - 1)! (n - 1)! + = + = + m - 1 m (m - 1)![(n - 1) - (m - 1)]! m! (n - m - 1)! (m - 1)!(n - m)! m! (n - m - 1)! Per calcolare il comune denominatore delle 2 frazioni, è utile osservare che: (m-1)!m=m!, (n-m-1)!(n-m)=(n-m)! dunque il comune denominatore è m!(n-m)! e sviluppando i calcoli si ottiene: n - 1 n - 1 (n - 1)! m (n - 1)!(n - m) (n - 1)!(m n - m) + = = = m 1 m m! (n - m)! m! (n - m)! n (n - 1)! n n! = = = . m! (n - m)! m! (n - m)! m La formula precedente permette di ricavare i termini di un riga del triangolo di Tartaglia-Pascal (tranne i 2 estremi che sono sempre uguali ad 1) conoscendo quelli della riga superiore e sommandoli a 2 a 2. Per esempio dalla conoscenza della riga numero 4: 4 =1 0 4 =4 1 4 =6 2 4 =4 3 si possono ricavare subito i termini della riga numero 5: 5 5 5 5 =1 =1+4=5 =4+6=10 =6+4=10 0 1 2 3 4 =1 4 5 =4+1=5 4 5 =1 5 e poi quella della riga 6 e così via. Sviluppo della potenza di un binomio secondo Newton Se a,b sono numeri reali >0, sono ben note le formule per calcolare il quadrato e il cubo del binomio (a+b): (a+b)2 = a2+2ab+b2 (a+b)3 = a3+3a2b+3ab2+b3 Esaminando la riga numero 2 e la riga numero 3 del triangolo di Tartaglia-Pascal, possiamo scrivere le precedenti formule anche nel modo seguente: 2 2 2 (a+b)2 = a2+ ab+ b2 0 1 2 3 3 3 3 (a+b)3 = a3+ a2b+ ab2+ b3 0 1 2 3 Queste formule sono un caso particolare di una formula generale (dovuta a Newton) che permette di calcolare (per ogni numero naturale n) la potenza (a+b)n, considerando tutti i prodotti delle potenze di base a per le potenze di base b (in cui gli esponenti di a decrescono da n a 0 e quelli di base b crescono da 0 a n), moltiplicando tali prodotti ordinatamente per gli elementi della riga numero n del triangolo di Tartaglia-Pascal e sommando i risultati: n n n n 2 n-2 n n-1 n n a b + ab + b (a+b)n = an+ an-1b+ an-2b2+……+ 0 1 2 n - 2 n - 1 n Dimostrazione della formula di Newton: Si usa il principio di induzione. Per n=1 la formula dà l’eguaglianza: 1 1 (a+b)1= a1+ b1 1 0 1 1 che é banalmente vera in quanto = =1 . 0 1 Supponiamo vera la formula per n, e dimostriamola vera per n+1: la tesi è dunque la seguente n 1 n+1 n 1 n n 1 n-1 2 n 1 2 n-1 n 1 n n 1 n+1 a + a b+ a b +……+ a b + ab + b (a+b)n+1 = (*) 0 1 2 n -1 n n 1 Sfruttiamo l’identità (a+b)n+1=(a+b)(a+b)n e l’ipotesi che la formula è vera per n, ottenendo, per la proprietà distributiva: (a+b)n+1=(a+b)n(a+b)= n n n n 2 n-2 n n-1 n n a b + ab + b ]= =(a+b)[ an+ an-1b+ an-2b2+……+ 0 1 2 n - 2 n - 1 n n n n n 3 n-2 n 2 n-1 n n a b + a b + ab + = an+1+ anb+ an-1b2+……..…+ 0 1 2 n - 2 n - 1 n n n n n 2 n-1 n n n n+1 a b + ab + b = + anb+ an-1b2+ an-2b3+…………+ 0 1 2 n - 2 n - 1 n n n n n n n n n ] abn+ bn+1 = an+1+[ + ] anb+[ + ] an-1b2+.......+[ + 0 1 0 2 1 n n - 1 n n n 1 , e si ottiene, come si voleva, il secondo membro della (*), tenendo conto che =1= 0 0 n n 1 n n - 1 n - 1 =1= , ed applicando la formula (già dimostrata) = + (da cui si ottiene n n 1 m m - 1 m n 1 n n = + ; poi sostituendo n con n+1 ed con 2: sostituendo n con n+1 ed m con 1: 1 0 1 n 1 n n = + etc…). 2 1 2 Principio dei cassetti. Si basa sul seguente risultato di insiemistica: se A,B sono insiemi finiti, con A=n, B=m, e se n>m , comunque data una funzione f: A → B, esistono sempre almeno 2 elementi diversi in A che hanno in B lo stesso corrispondente mediante f (tale risultato è ovvio perché sappiamo che, se n>m, la funzione f certamente non è iniettiva). Se pensiamo ad A come un insieme di n “oggetti”, a B come un insieme di m “cassetti”, e alla funzione f come un modo di inserire ogni oggetto in un cassetto, il principio afferma semplicemente che se il numero di oggetti è maggiore di quello dei cassetti, certamente esistono almeno 2 oggetti diversi che saranno inseriti nello stesso cassetto. Applicazioni del principio dei cassetti: 1) Il paradosso delle “strette di mano”. Supponiamo che A sia un insieme di n persone che si riuniscono, e che ognuna stringa la mano ad alcune altre (al limite anche a nessuna o a tutte le altre). Si può allora concludere con certezza che esistono almeno 2 persone diverse che hanno stretto la mano allo stesso numero di persone. Infatti se B è l’insieme dei numeri interi da 0 ad (n.-1), possiamo definire una funzione f: A → B, associando ad ogni persona il numero di strette di mano. Ovviamente però non può avvenire contemporaneamente che i valori 0 e (n-1) siano corrispondenti di elementi di A (se esiste una persona che ha stretto le mani a tutte le altre, non ne esiste una che non ha stretto le mani a nessuno). Quindi possiamo restringere il codominio B, sostituendolo con un insieme C ottenuto togliendo da B quel numero (0 oppure (n-1)) che non è corrispondente di nessun elemento di A. Otteniamo così una funzione f: A → C, dove A=n, C=n-1<n: applicando il principio dei cassetti si ha la tesi. 2) Il problema del “bersaglio”. Si supponga di colpire con 101 colpi (tutti a segno) un bersaglio quadrato con il lato di lunghezza 70 cm. Allora certamente esistono almeno 2 colpi sul bersaglio che distano meno di 10 cm. Infatti basta suddividere il bersaglio in 100 quadrati, ognuno con il lato di lunghezza 7 cm., considerare l’insieme A dei 101 colpi e l’insieme B dei 100 quadrati, e definire poi la funzione f: A→ B che associa ad ogni colpo di A il quadrato in cui esso cade. Per il principio dei cassetti esistono almeno 2 colpi che cadono nello stesso quadrato, e geometricamente la loro distanza non è superiore alla lunghezza della diagonale che è uguale a 7 2 cioè circa 9,9 cm.