PIAGET
LA TEORIA DI PIAGET: Secondo lo studioso, l’intelligenza si evolve da forme semplici, di natura
concreta, a forme astratte (come la capacità di formulare ipotesi e
compiere ragionamenti deduttivi).
L’INTELLIGENZA COME ADATTAMENTO ALL’AMBIETE: Per conoscere la
natura dell’intelligenza, è fondamentale individuare la sua origine e la sua
evoluzione. L’intelligenza, per Piaget, è una caratteristica dell’organismo
nel suo insieme, una forma evoluta e complessa di adattamento
all’ambiente, attraverso cui l’uomo conosce l’ambiente e interviene
attivamente su di esso per modificarlo. I processi nell’adattamento
avvengono attraverso un continuo ribaltarsi dell’equilibrio dei processi di assimilazione e di
accomodamento. Al progressivo adattamento alla realtà corrisponde l’organizzazione di strategie
sempre più complesse. Secondo Piaget, i due processi che caratterizzano l'adattamento sono
l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'intero sviluppo. L'assimilazione e
l'accomodamento accompagnano tutto il percorso cognitivo della persona, flessibile e plastico in
gioventù, più rigido con l'avanzare dell'età
LO SCHEMA: gli schemi sono strategie messe in atto dal soggetto per conoscere il mondo e agire
su di esso. Possono essere azioni semplici od operazioni complesse. Il concetto di schema ha un
ruolo fondamentale nella teoria di J. Piaget, per il quale esso è una totalità organizzata che si
costruisce attraverso tentativi e l'assimilazione di elementi nuovi a uno schema precedente. Lo
schema non è solo una rappresentazione mentale, ma allo stesso tempo un modello di azione:
esso guida il comportamento dell'individuo nel proprio ambiente fin dai primi giorni di vita
L’ASSIMILAZIONE E L’ACCOMODAMENTO: L’assimilazione è il processo attraverso il quale si ha
esperienza del mondo esterno per mezzo di schemi o concetti già in nostro possesso (es. il
neonato con il riflesso della suzione mediante il quale esplora la realtà esterna). L’accomodamento è la
modificazione degli schemi, dei concetti posseduti, in base a nuove esperienze che forniscono
nuove informazioni, per cui lo schema o concetto sono modificati. I due processi si alternano alla
costante ricerca di un equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del
mondo esterno. Quando una nuova informazione non risulta immediatamente interpretabile in
base agli schemi esistenti il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo
equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi le nuove conoscenze acquisite. La
forma più evoluta di equilibrio cognitivo è quella che usa i sistemi logico-matematici.
L’ADATTAMENTO COME EQUILIBRIO: Un altro concetto fondamentale di Piaget è l'adattamento
inteso come equilibrio fra assimilazione e accomodamento. L'intelligenza costituisce una forma di
adattamento dell'organismo all'ambiente, la più elevata e la più plastica, ma tale adattamento si
presenta, come un equilibrio mobile fra i due fondamentali processi dell' assimilazione e
dell'accomodamento.
L’ADATTAMENTO E L’ORGANIZZAZIONE: L’organizzazione è una struttura assunta dalle strategie
mentali nel progressivo adattamento alla realtà. Lo sviluppo mentale consiste in una progressiva
organizzazione di strategie sempre più complesse che consentono di adattarsi in modo più preciso
alla realtà. Le strategie cambiano nel corso dell'evoluzione dell'uomo.
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GLI STATI DELLO SVILUPPO SECONDO PIAGET:
Stadio sensomotorio 0/2 anni. Come
suggerisce il nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi con
ciò che lo circonda, evolvendo gradualmente dallo stadio dei riflessi e dell’intenzionalità che si
ha quando il lattante comincia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti e agisce sulla realtà
esterna in vista di uno scopo. Verso i 4/5
mesi i movimenti volontari sostituiscono i
riflessi e rimangono ad es. lo starnuto, lo
sbadiglio...
Mentre
la
permanenza
dell’oggetto consiste nel comprendere che
gli oggetti continuano ad esistere anche
quando non si vedono. Nel pensiero
rappresentativo (18/24mesi) il bambino
riesce a immaginare le azioni, per cui prima
di agire immagina l’azione da compiere e
rende possibile anche l’imitazione differita
e il comportamento intenzionale
Stadio preoperatorio 2/6 anni. Il pensiero rappresentativo compie notevoli progressi, il
bambino sa immaginare diverse sequenze di azioni in vista di uno scopo e risolve problemi
sempre più complessi. Il progresso più straordinario è dato dal fatto che la rappresentazione
mentale rende possibile azioni simboliche (es. un pezzo di legno finge che sia un cavallo - gioco
simbolico). Mediante il linguaggio, a poco a poco, il bambino impara a comunicare il proprio
mondo interiore (sentimenti ed emozioni), impara le prime regole sociali, apprende nuovi concetti.
Una caratteristica tipica di questo stadio è l’egocentrismo, cioè la difficoltà di valutare oggetti e
situazioni dal punto di vista altrui.
Stadio operazioni concrete 6/12 anni. Il questo stadio il bambino sa compiere operazioni
mentali reversibili. La reversibilità consiste nel mettere in relazione col pensiero più azioni e
ricostruire al contrario i processi mentali messi in atto. Le nuove capacità operative permettono al
bambino di compiere più “classificazioni” contemporaneamente e di variare intenzionalmente il
modo di classificare gli oggetti. Inoltre permette di comprendere “l’idea di serie”. Queste nuove
capacità (classificazione e seriazione) sono essenziali per capire il concetto di numero, imparare
realmente a contare e compiere le operazioni aritmetiche. Il bambino in questo stadio è in grado
di superare l’egocentrismo della fase precedente. La morale che prima era eteronoma (dipendeva
cioè dall’autorità dell’adulto) comincia a divenire autonoma (frutto di una regola scelta e
condivisa).
Stadio operazioni formali da 12 anni in poi. Nello stadio delle operazioni formali il
pensiero diviene astratto, il ragionamento si basa su ipotesi, cioè sull’enunciazione puramente
verbale dei problemi. I progressi realizzati nel pensiero comportano trasformazioni della
personalità dell’adolescente che comincia a riflettere sul proprio futuro, sui valori e le tradizioni
della propria cultura.
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CRITICHE ALLA TEORIA DI PIAGET: Non è chiaro perché a volte nel medesimo stadio, il bambino, a
volte comprende a volte no, problemi simili. Piaget ritiene che non sia possibile anticipare gli
apprendimenti tipici dei vari stadi mentre alcuni ricercatori hanno dimostrato che con
opportune strategie, l’anticipazione è possibile. Piaget trascura il ruolo del linguaggio e della
cultura. Secondo i cognitivisti lo sviluppo mentale avviene con la progressiva acquisizione di nuove
conoscenze procedurali (simili ai programmi contenuti nei pc) che vengono immagazzinate nella
memoria a lungo termine.
PIAGET CRITICATO DA VYGOTSKY E BRUNER: Vygotskij considera la conoscenza come storica e
situata, la direzione dello sviluppo come di un passaggio dall’esterno all’interno, cioè da una
dimensione sociale ad una dimensione interiore, mentre Piaget al contrario sostiene che la
conoscenza, derivando da costruzioni successive ed elaborazioni di nuove strutture, è universale
logico - formale, e che il pensiero passa dall’autismo alla logica diventando in tal modo, sociale.
Vygotskij ritiene necessarie la collaborazione e l’interazione tra il bambino e l’adulto competente,
al fine di far emergere quelle capacità che da solo il discente non dimostra, Piaget sottolineando
il carattere individuale dell’apprendimento, ritiene necessario fornire all’individuo in crescita, un
contesto ricco di stimoli dove poter esercitare i suoi schemi. (ha riconosciuto la presenza di tale
fenomeno chiamandolo decalage – cioè sfasamento, spostamento – orizzontale, ma per molti
studiosi non ha fornito una spiegazione convincente). Bruner ritiene che lo sviluppo dei processi
mentali consista in cambiamenti nel modo di rappresentare ed interpretare il mondo e che esista
un rapporto circolare tra mente e cultura in quanto la prima crea la seconda e nello stesso tempo
è modellata da essa.
LO SVILUPPO COGNITIVO ATIPICO: Lo sviluppo di un bambino è definito “atipico” o “anormale” se
il bambino presente ritardi nello sviluppo fisico e sensoriale, nello sviluppo cognitivo, nella vita
sociale e di relazione. Tra i problemi relativi allo sviluppo atipico si segnala il ritardo mentale.
IL RITARDO MENTALE: detto DSM IV è un funzionamento intellettivo generale significativamente
al di sotto della media con limitazioni della capacità di adattarsi all’ambiente. Può derivare da
numerosi fattori, come malattie genetiche, alterazioni cromosomiche, malattie trasmesse dalla
madre al feto, trami subiti dal bambino durante la nascita, malattie contratte dopo la nascita,
malnutrizione. Altre possibili cause sono le sostanze inquinanti ambientali. Anche le situazioni di
grave carenza affettiva e culturale dell’ambiente di vita del bambino possono essere la causa di un
ritardo mentale. Il ritardo mentale (=mancato adattamento alla realtà) può essere: lieve,
moderato, grave e gravissimo. Il ritardo lieve non presenta patologie celebrali e appartiene a ceti
socioeconomici modesti. Il ritardo mentale moderato necessita di una figura di riferimento per
renderlo autonomo. Il ritardo mentale grave comporta generalmente anomali fisiche congenite e
un controllo senso-motorio difettoso. Il ritardo mentale gravissimo ha bisogno di un controllo
assiduo e assistenza totale.
DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO: Molti bambini, pur manifestando un’intelligenza
normale, presentano a scuola difficoltà notevoli in materie specifiche. In tali casi il DSM IV
individua i seguenti disturbi specifici di apprendimento: disturbo della lettura, disturbo del calcolo,
disturbo dell’espressione scritta e disturbo dell’apprendimento non altrimenti specificato. Un’altra
patologia che interferisce notevolmente con il rendimento scolastico del bambino è il disturbo da
deficit di attenzione/iperattività. Per curare tali bambini si utilizzano varie tecniche di rieducazione.
Con l’iperattività risulta efficace il condizionamento operante di Skinner che utilizza la tecnica del
rinforzo premiando con un gettone.
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INDUTTIVO: si intende quel procedimento logico che consiste nel ricavare da osservazioni ed
esperienze singole i principi generali in esse implicite. È empirico toccare e osservare. È un
ragionamento tipico della scienza. Si procede all'osservazione di fatti, di informazioni, di eventi e
casi particolari, ed attraverso di essi si arriva a formulare un'ipotesi che spieghi, che dia un senso
logico di carattere generale ai fenomeni osservati. Si ricercano insomma i principi generali impliciti
nell'osservazione del particolare.
dal singolo caso -> alla conclusione generale
DEDUTTIVO: si intende quel procedimento logico consistente nel derivare, da una o più premesse
date, una conclusione che ne rappresenta la conseguenza logicamente necessaria. Si parte da una
o più premesse teoriche di carattere generale, ed attraverso l'osservazione dei fenomeni si arriva
a dedurre delle condizioni particolari. È il ragionamento tipico della filosofia. Tutto a livello
mentale è un ragionamento astratto.
dalla premessa generale -> alla conclusione particolare
Il bambino non riesce a fare un ragionamento astratto in uno sviluppo normale.
EPISTEMOLOGIA GENETICA: scienza sperimentale che si interessata allo studio delle origini (la
genesi) della conoscenza. L'epistemologia genetica spiega anche il processo tramite il quale un
essere umano sviluppa le sue abilità cognitive nel corso della sua vita, a partire dalla nascita ed
attraversando stadi sequenziali di sviluppo, con particolare attenzione ai primi anni dello sviluppo
cognitivo. (teoria evoluzionistica -> Darwin)
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N.B. Lo studio di Piaget sul bambino è sempre attuale.
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