Repubblica Democratica del Congo AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010 REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: PIL REALE (variazioni percentuali) 10.0 5.8 6.6 7.9 3.5 5.0 5.6 6.3 6.1 5.4 7.0 2.8 0.0 -5.0 -10.0 -2.1 -4.3 -6.9 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 (*) (**) (*) stime (**) previsioni Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010 La Repubblica Democratica del Congo e’ il terzo Paese africano per popolazione (dopo Nigeria ed Etiopia) e per dimensione (dopo Sudan e Algeria), ricchissimo di risorse naturali, forestali e minerarie. E’ il terzo produttore mondiale di diamanti in volume, ma non in valore, dato che la maggior parte della produzione e’ destinata ad utilizzi industriali invece che al settore della gioielleria. Possiede la seconda foresta pluviale al mondo, dotato di ampi terreni fertili e di vaste risorse idriche. Storicamente, il settore minerario, ampiamente diversificato, e quello dell’estrazione petrolifera rivestono un’importanza fondamentale per le entrate da esportazione e per contributo al PIL. Nonostante l’abbondanza di risorse naturali, l’economia formale del Paese e’ quasi letteralmente crollata negli ultimi decenni, quale risultato di cattiva gestione e di perenni conflitti militari. L’impatto della lunga guerra e’ stato disastroso, ed ha comportato la distruzione di gran parte delle infrastrutture e l’indebolimento delle istituzioni di mercato, con perdite totali dei beni posseduti da persone ed imprese. L’economia congolese, la seconda piu’ industrializzata del continente dopo il Sud Africa, al raggiungimento dell’indipendenza, nel 1960, ha subito, dopo la lunga dittatura predatoria di Mobutu ed il successivo periodo bellico degli anni novanta, un processo di profonda trasformazione, che l’ha portata a basarsi, ora, sull’agricoltura di sostentamento e sulle attivita’ informali, con conseguente crollo delle esportazioni e delle attivita’ a valore aggiunto.Gli anni novanta hanno sancito il collasso economico del Paese, quale risultato di politiche macroeconomiche errate ed erratiche, dell’instabilita’ politica e della guerra, insieme alla successione di una serie di shocks dal lato dell’offerta: rivolte e saccheggi, assenza di investimenti pubblici infrastrutturali, emigrazione di Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 risorse umane qualificate, diffusa corruzione. A causa di questi fattori, molti settori dell’economia, in particolare la produzione mineraria e quella agricola, hanno subito pesanti contrazioni. Il potere d’acquisto ed il reddito disponibile delle famiglie sono stati considerevolmente erosi a causa dell’iperinflazione, mentre si e’ assistito ad un forte sviluppo dell’economia informale. Il PIL pro-capite e’ inferiore oggi a quello del 1960, quando era di 380 dollari annui rispetto ai 171 dollari del 2009, molto inferiore rispetto al livello medio per i paesi dell’Africa sub-sahariana, pari a 750 dollari. Soltanto a partire dal 2002, l’economia congolese ha mostrato una dinamica positiva, dopo molti anni di sistematica cospicua contrazione, da ascrivere allo sforzo di ricostruzione intrapreso dal Paese, anche grazie ai benefici effetti prodotti dai primi tentativi di adottare politiche macroeconomiche piu’ prudenti, e dal maggiore impegno dispiegato per sviluppare le infrastrutture, le istituzioni e le capacita’ di gestione amministrativa. Tuttavia, il Paese deve ancora affrontare numerose sfide sia sul piano economico sia nel contesto del tessuto sociale, superando le notevoli carenze che attualmente lo pongono agli ultimi posti della graduatoria mondiale basata sugli indicatori di sviluppo. L’agricoltura, compresa la silvicoltura, l’allevamento del bestiame e la pesca, rappresenta il principale settore dell’economia della RDC. Essa contribuisce per il 40% al PIL ed impiega circa il 75% della forza lavoro, che conduce prevalentemente attivita’ di sussistenza. Possiede un notevole potenziale di sviluppo, ma e’ stata caratterizzata da politiche inappropriate, paralizzata dalla guerra e dai disordini civili, limitata dallo stato delle infrastrutture (strade, strutture di immagazzinaggio e di distribuzione), unitamente alla scarsita’ di credito e di valuta estera per poter acquisire i necessari fattori produttivi. Il peso dei prodotti agricoli sulle esportazioni di merci e’ passato dal 40% del 1960 a poco piu’ del 10% attuale e, nello stesso periodo, il Paese si e’ trasformato da esportatore ad importatore netto di prodotti alimentari. Principali colture commerciali sono il cacao, il caffe’, il cotone, l’olio di palma, il te’, la gomma, lo zucchero e la corteccia di china, mentre le principali produzioni alimentari consistono in mais, riso, manioca, patate e anacardi. Dopo l’acuta crisi sofferta durante gli anni di guerra civile, stanno emergendo segnali di una ripresa produttiva nell’ambito del settore agricolo, sebbene siano necessari massicci investimenti in infrastrutture, soprattutto in quelle viarie, al fine di poter favorire un sistematico incremento dell’esistente potenziale. Il settore minerario viene considerato il principale motore economico del Paese, costituendo il 15% del PIL, ma finora, per una serie di problemi strutturali, il suo andamento si e’ rivelato inferiore alle possibilita’. La RDC possiede una vasta dotazione di risorse minerarie: rame, cobalto, coltano, diamanti, oro, zinco, uranio, stagno, argento, carbone, manganese, tungsteno, cadmio e petrolio greggio. Politiche di nazionalizzazione, associate ad una scarsita’ di investimenti pubblici e privati, hanno determinato ampie flessioni produttive negli ultimi venti anni. Il settore minerario e’ dominato da due imprese statali, la Genérale des Carrières et des Mines (Gecamine), che opera nel settore del rame, del cobalto e dello zinco e la Société Minière deBakwange (MIBA), joint venture tra il governo e la societa’ belga Sibeka, nel settore dei diamanti. Negli ultimi anni, il settore e’ stato tributario di un crescente flusso di investimenti esteri, nell’ambito dell’esplorazione e della produzione di metalli di base (principalmente rame, cobalto e zinco) e di diamanti industriali, elemento che ha favorito l’accelerazione della produzione insieme all’emanazione del nuovo codice minerario, promulgato nel 2002, che garantisce i diritti degli investitori e si propone di rafforzare il ruolo di supervisione dello Stato, introducendo un registro delle licenze minerarie ed un’agenzia per la certificazione dei diamanti. I progressi nel settore sono stati, tuttavia, negativamente influenzati dalla decisione del Governo di rinegoziare accordi minerari con investitori stranieri, considerati a carattere Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 “leonino”. Mentre la maggior parte degli investitori hanno accettato i nuovi termini imposti dal Governo, altri si sono rifiutati. Ne e’ sorto un contenzioso, famoso quello con la FQM canadese, che e’ stata praticamente espropriata, con conseguente grande pregiudizio per l’immagine del Paese negli ambienti economici e finanziari internazionali. Il settore manifatturiero, che contribuisce per il 5% al PIL, e’ stato eroso da anni di politiche inappropriate e dalle distruzioni provocate dai vari conflitti militari, ma anche dalle preoccupazioni degli investitori circa la stabilita’ politico-sociale di Kinshasa, dove il settore e’ prevalentemente concentrato. Il segmento principale e’ quello della trasformazione alimentare, mentre esiste una limitata produzione di prodotti industriali, principalmente acciaio, prodotti chimici, materiali da costruzione, prodotti tessili e manifattura leggera. Il settore delle costruzioni e dei lavori pubblici, che rappresenta il 6% del PIL, e che sta registrando tassi di crescita medi del 5% all’anno, sta beneficiando dello sforzo di sviluppo infrastrutturale intrapreso dalla RDC, soprattutto attraverso le risorse dei Paesi donatori e dei prestiti concessi dalla Cina. Tuttavia, esistono ancora importanti ostacoli allo sviluppo del settore, indotti dall’esistenza di scarsita’ dei fattori di produzione, in particolare cemento, materiali ed attrezzature. Il settore dei trasporti e delle telecomunicazioni, che costituisce una quota del PIL pari a circa il 5%, ha costituito un recente importante fattore di crescita dell’economia della RDC, grazie in particolare alla forte crescita sperimentata negli ultimi anni dalla forte crescita della domanda di servizi di telefonia cellulare. Non esistono dati affidabili sull’occupazione. Tuttavia, la maggior parte della popolazione e’ impiegata in attivita’ informali o di agricoltura di sussistenza. La manodopera e’ fortemente sindacalizzata e le relazioni industriali comportano frequenti azioni da parte dei lavoratori, in particolare nell’ambito dell’amministrazione pubblica. Dal 2003 al 2008, il ritmo di crescita reale dell’economia congolese si e’ mantenuto intorno al 6% all’anno, sospinto principalmente dalla ripresa post-bellica delle attivita’ di base, segnatamente nell’ambito del commercio, dei trasporti, delle costruzioni, dell’agricoltura ed in selezionati segmenti manifatturieri e dei servizi. Tuttavia, la netta contrazione registrata nei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, nella seconda meta’ del 2008, ha determinato un sensibile rallentamento del ritmo di espansione economica della RDC che e’ passato dal 6,1% del 2008 al 2,8% del 2009. Secondo la Banca Centrale del Congo, l’attivita’ economica ha cominciato a mostrare un declino a partire dal terzo trimestre 2008, principalmente indotto dalla recessione dei settori manifatturiero e delle costruzioni, cui si e’ aggiunto successivamente il settore estrattivo, con la fase peggiore palesatasi nel primo semestre 2009. Solo a partire dal secondo semestre 2009, l’economia ha mostrato segnali di ripresa, grazie al settore delle costruzioni, stimolato dal programma di investimenti pubblici, tra cui alcuni progetti infrastrutturali previsti dall’accordo di cooperazione con la Cina ed alla erogazione di fondi da parte dei donatori. Nel terzo trimestre 2009, l’attivita’ economica ha ricominciato a crescere, grazie alla ripresa dell’industria estrattiva, favorita dal rafforzamento della domanda e delle quotazioni internazionali delle materie prime e grazie al miglioramento del settore manifatturiero. Il settore agricolo, al contrario, ha mostrato un andamento stagnante per tutto il 2009, con declini particolarmente sensibili produttivi per il caffe’, il cacao e l’olio di palma. Nei primi mesi del 2010, si e’ verificata una accelerazione della crescita, con un generale miglioramento del quadro macroeconomico e dell’andamento dei settori agricolo e minerario, insieme ai settori delle costruzioni, dei trasporti e della distribuzione commerciale. Dal lato della domanda interna, nel 2009, la depressione dell’attivita’ economica, che ha determinato la perdita di posti di lavoro, e l’accelerazione dell’inflazione hanno causato un’erosione dei redditi reali influenzando negativamente la spesa per consumi. A cio’ si e’ aggiunto un andamento moderato degli investimenti fissi, a causa delle restrizioni al credito e Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 della riduzione dei prezzi delle materie prime che hanno calmierato i rendimenti dell’attivita’ mineraria e dei progetti di investimento pubblico. Al contrario, la spesa per consumi da parte del Governo e’ aumentata per l’incremento dei costi operativi, fornendo sollievo alla domanda interna. Tuttavia, la riduzione delle entrate da esportazioni ha sortito l’effetto opposto. Nel 2009, l’inflazione ha fatto registrare un consistente incremento, pari al 46,2%, a causa soprattutto dell’incremento dei prezzi dei prodotti alimentari, dell’espansione dell’offerta di moneta, indotta dall’incremento delle riserve valutarie associato alle forti iniezioni di aiuti internazionali, e del netto deprezzamento del franco congolese, associato al deterioramento della posizione esterna. Nei primi mesi del 2010, la riduzione dei prezzi petroliferi e alimentari e’ stata piu’ che compensata dal deprezzamento del franco congolese ed il tasso di incremento dei prezzi si e’mantenuto ancora relativamente elevato, ancorche’ contenuto dalla maggiore produzione agricola e dal miglioramento della distribuzione all’interno del Paese. L’inflazione viene quindi stimata in media pari al 25% nel 2010. Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, la liquidita’ ha fatto registrare una forte espansione, a causa dell’intensificazione del conflitto nelle regioni orientali, che ha indotto il Governo ad aumentare significativamente le spese di sicurezza, con il risultato di un sostenuto incremento dei prestiti erogati dalla Banca Centrale. Quale risposta al forte aumento della liquidita’, la Banca Centrale e’ stata costretta ad adottare misure restrittive nei primi mesi del 2009, procedendo ad un progressivo innalzamento del tasso di sconto (noto come “tasso di interesse indicativo”) per un totale di 40 punti percentuali per fissarlo al 70%, mentre il prime rate e’ stato fissato all’80%. Nel gennaio 2010, sono state innalzate le riserve di tesoreria delle banche di due punti percentuali al 7%. A causa del forte deprezzamento del franco congolese, il grado di dollarizzazione dell’economia e’ aumentato, alla fine di dicembre 2009, al 64,6%, rispetto al 58% del 2008 ed al 51% del 2007. Repubblica Democratica del Congo: saldo del bilancio pubblico (compresi i doni) (in percentuale del PIL) Fonte: Standard Bank Scarsi controlli hanno, da sempre, caratterizzato la politica fiscale della RDC, anche a causa delle spese eccezionali per la sicurezza, ma soprattutto pe cattiva gestione. Tali fattori spiegano la subordinazione della politica monetaria alla politica fiscale. A causa del declino del commercio mondiale e dell’attivita’ economica interna, principalmente nell’ambito del settore minerario, nel 2009, le entrate governative hanno subito una netta flessione, costringendo le autorita’ fiscali a tagliare significativamente la spesa, con il risultato di una spesa pubblica totale pari al solo 55% rispetto a quella pianificata, con forti riduzioni in particolare della spesa in conto capitale, risultando in una sensibile regressione dell’ambizioso ancorche’ necessario piano di sviluppo infrastrutturale. Il bilancio per il 2010 conteneva diverse stime relativamente Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 improbabili, con un aumento della spesa del 53,6% rispetto al 2009, per un totale di circa 5,3 miliardi di dollari, che avrebbero dovuto trovare il finanziamento in un incremento del 24,2% delle tasse ed un particolarmente improbabile aumento del 116,6% dei finanziamenti da parte dei donatori. L’8 ottobre 2009, il Governo cinese ha annunciato il raggiungimento di un accordo di cooperazione sino-congolese che prevede un finanziamento del valore di 6 miliardi di dollari tra la banca statale Export-Import (Exim) Bank, la China Railway Construction Company e l’impresa di costruzioni Sinohydro per progetti in campo minerario ed infrastrutturale, accordo che, ancorche’ emendato su richiesta delle organizzazioni multilaterali per evitare che incidesse sul gia’ elevato indebitamento del Paese (era, originariamente di 9 miliardi di dollari), ha spianato la strada a nuovi finanziamenti da parte del Fondo Monetario e a provvedimenti di alleviazione del debito da parte dei creditori del Club di Parigi. L’11 dicembre 2009, il Fondo Monetario ha approvato un finanziamento di oltre 550 milioni di dollari per un programma economico triennale sotto l’egida di una Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF) ed un ulteriore pacchetto di assistenza di circa 73 milioni di dollari per consentire al Paese il raggiungimento del completion point dell’iniziativa multilaterale HIPC di riduzione del debito estero. Il nuovo accordo triennale dovra’ sostenere l’attuazione il programma governativo di riduzione strategica della poverta’ e di crescita ed i processi di riforma economica, generando crescita, riducendo l’inflazione ad una cifra, rafforzando la gestione finanziaria pubblica, per ottenere sostenibilita’ debitoria ed accelerare le riforme economiche, attraverso il miglioramento della gestione pubblica e delle regolamentazioni per la condotta degli affari. Nel 2009, il tasso di cambio del franco congolese si e’ fortemente deprezzato in seguito al crollo delle quotazioni internazionali delle materie prime e alla depressione dell’attivita’ economica interna, perdendo oltre il 45% nei confronti del dollaro e oltre il 40% nei confronti dell’euro. Nella prima meta’ del 2010, la crescita della disponibilita’ di valuta estera, associata alla ripresa delle entrate da esportazioni, ed un piu’ elevato flusso di investimenti diretti esteri hanno contribuito a sostenere il cambio. Dopo le difficili condizioni sperimentate nel corso del 2009, l’economia della Repubblica Democratica del Congo sta facendo registrare un netto miglioramento nel 2010, grazie all’attesa robusta ripresa del settore minerario, sospinta dall’incremento delle quotazioni internazionali, ma anche del settore agricolo. A sua volta, la crescita dovrebbe positivamente riverberarsi sul settore dei trasporti e delle telecomunicazioni e sul comparto della distribuzione commerciale. Anche il settore delle costruzioni dovrebbe mostrarsi in continua robusta espansione, grazie soprattutto ai grandi progetti infrastrutturali pubblici finanziati dalla Exim Bank cinese. I flussi di aiuti multilaterali e dei Paesi donatori dovrebbero favorire una ripresa delle riserve estere, ma la RDC continuera’ ad essere sottoposta al rischio di conflitti militari nella regione orientale dei Kivu, la cui recente recrudescenza ha fortemente ridotto l’interesse degli investitori privati. Per il medio-lungo periodo, le sfide per assicurare una rapida crescita economica ed il miglioramento degli indicatori di sviluppo restano quelle di sempre, segnatamente il progresso nel raggiungimento di condizioni di stabilita’ macroeconomica e nella realizzazione delle necessarie riforme strutturali, la lotta contro la corruzione, il continuo miglioramento della trasparenza e dell’ambiente per gli affari e, non ultimo, il conseguimento della pace e della sicurezza per l’intera popolazione. Il Fondo Monetario prevede un’accelerazione al 7% del tasso di crescita reale del PIL nel 2011. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri REP. DEM. CONGO: SALDO PARTITE CORRENTI IN % DEL PIL 5.0 0.0 -5.0 -10.0 -15.0 -20.0 -25.0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 (*) 2011 (**) (*) stime (**) previsioni Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010 Tradizionalmente, la Repubblica Democratica del Congo registra permanenti disavanzi nella bilancia delle partite correnti, soprattutto a causa del deficit della bilancia commerciale, derivante dal rapido incremento delle importazioni di merci, associato al disavanzo nella bilancia dei servizi, conseguente agli elevati esborsi per costi di trasporto e di assicurazione, indotti dalla penuria di operatori locali, del rimpatrio dei profitti da parte delle imprese minerarie e dei pagamenti a servizio del debito estero. Nel 2009, il deficit delle partite correnti in percentuale del PIL e’ stimato essere stato pari al 14,6%, essenzialmente per l’impatto negativo provocato dalla recessione internazionale sulla riduzione delle entrate da esportazioni, associata alla riduzione dei prezzi delle materie prime e alla correlata contrazione della produzione mineraria e metallifera. Tuttavia, anche le importazioni hanno risentito della riduzione delle quotazioni, in particolare quelle petrolifere. Anche il deficit della bilancia dei servizi ha fatto registrare un ridimensionamento, a causa soprattutto della flessione della domanda di servizi di trasporto, dovuta alla chiusura di diverse miniere. Inoltre, il rallentamento dell’attivita’ economica, in particolare di quella mineraria, ha indotto una riduzione del rimpatrio dei profitti da parte delle imprese straniere, cosi’ come dei dividendi e degli interessi da pagare agli investitori non residenti. Il surplus della bilancia dei trasferimenti correnti costituisce la principale fonte di flussi in entrata nella bilancia delle partite correnti della Repubblica, di cui circa il 95% e’ rappresentato da aiuti allo sviluppo. L’impatto della crisi internazionale e la repentina riduzione degli aiuti hanno determinato una situazione finanziaria precaria per il Paese. Tuttavia, l’appello del Governo congolese per aiuti di emergenza ha favorito la risposta dei donatori per poter far fronte al pagamento dei salari e delle utenze pubbliche nel corso del 2009. Inoltre, nell’ambito del conto finanziario della bilancia dei pagamenti, l’esborso di fondi da parte della Banca Mondiale, del Fondo Monetario, della Banca Africana di Sviluppo e la firma dell’accordo sino-congolese hanno consentito di bilanciare la sensibile riduzione dei flussi di investimenti diretti esteri, rispetto alla forte crescita da essi sperimentata nel 2008. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 Lo stock di debito estero totale accumulato dal paese era pari a 12,8 miliardi di dollari alla fine del 2009 pari ad oltre il 90% del PIL ed a circa il 300% delle esportazioni, mentre i pagamenti a servizio del debito rappresentavano circa un quarto della spesa pubblica complessiva. E’, comunque da rilevare che, nel luglio del 2010, tale debito e’ stato cancellato per il 90%, a seguito del raggiungimento del punto di completamento dell’IHIPC, riconoscito dalla Banca Mondiale e dal FMI. Le riserve internazionali erano diminuite ad un livello equivalente ad una settimana di importazioni nel mese di febbraio 2009; tuttavia, l’esborso dei fondi di emergenza da parte del Fondo Monetario e degli altri partner di sviluppo, insieme all’arrivo dei primi finanziamenti dell’accordo sino-congolese, hanno consentito alla Repubblica Democratica del Congo di ricostituire livelli equivalenti a 9,9 settimane di copertura delle importazioni alla fine dell’anno. Repubblica Democratica del Congo: esportazioni ed importazioni in percentuale del PIL 68.9 44.9 33.4 76.4 63.9 42.6 37.8 65.5 72.1 61.3 45.4 55.9 2005 2006 2007 2008 2009 2010 stime (*) Esportazioni di merci e servizi 140 120 100 80 60 40 20 0 Importazioni di merci e servizi Fonte: FMI – Regional Economic Outlook – Aprile 2010 La Repubblica Democratica del Congo e’ tradizionalmente un’economia orientata alle esportazioni, fortemente dipendente dai prodotti di base. Occorre peraltro sottolineare come, dall’inizio della recrudescenza della guerra, nell’agosto del 1998, una larga parte della produzione mineraria ed agricola sia stata sottratta al controllo governativo e, da allora, sfugga alle statistiche ufficiali. Un’ampia quota delle esportazioni, soprattutto di caffe’, legno, oro, diamanti, coltano, tantalite e niobato di ferro ha origine nell’ambito del territorio controllato dai ribelli e viene dirottata in Rwanda, Burundi e Uganda. I diamanti hanno sostituito rame e cobalto come principale voce delle esportazioni, soprattutto a seguito dell’inclusione del Paese nel processo di Kimberly che ha diretto sempre di piu’ la distribuzione commerciale nell’ambito dei canali formali di mercato. Oltre a diamanti, rame e colbalto, altre voci di esportazione sono costituite da oro, petrolio, legname, caffe’ e gomma. Dal punto di vista della bilancia commerciale, secondo la banca dati FMI-DOTS, dopo aver fatto registrare un disavanzo di circa 1,5 miliardi di dollari nel 2009, nei primi quattro mesi del 2010, esso si e’ fortemente ridotto, per effetto di un aumento di circa il 90% delle esportazioni, a fronte di un limitato aumento delle importazioni, pari al 6,2%. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 Repubblica Democratica del Congo: Bilancia commerciale (valori in migliaia di dollari, variazioni e saldi normalizzati in percentuale) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 gen-apr 2010 gen-apr 988.828 1.124.078 1.441.361 1.595.108 1.850.816 3.037.097 2.089.105 520.128 980.749 3.098.659 4.406.136 3.560.008 1.067.041 1.133.562 Valori Esportazioni 1.135.677 1.337.204 Importazioni 687.863 924.067 1.049.255 1.394.863 1.684.604 2.283.824 Saldo Saldo normalizzato (%) 447.814 24,6 413.137 18,3 -60.427 -270.784 -243.243 -688.716 -1.247.843 -1.369.039 -1.470.903 -546.914 -152.813 -3,0 -10,7 -7,8 -17,8 -25,2 -18,4 -26,0 -34,5 -7,2 Variazioni sull'anno precedente Esportazioni 0,2 17,7 -26,1 13,7 28,2 10,7 16,0 64,1 -31,2 -46,3 88,6 Importazioni 2,8 34,3 13,5 32,9 20,8 35,6 35,7 42,2 -19,2 -10,7 6,2 27.541 -445.473 -559.127 -121.196 -101.864 -320.582 394.101 Saldi (variazioni assolute) -16.574 -34.677 -473.564 -210.357 Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS La Cina, nel 2008, si e’ imposta come primo partner commerciale per le esportazioni congolesi, sostituendo ampiamente il Belgio, ex potenza coloniale che, fino al 2007, aveva rappresentato il principale mercato di sbocco della RDC. Dopo aver fatto registrare una frenata nel 2009, nei primi quattro mesi del 2010, le vendite verso la Cina sono circa triplicate rispetto ai primi quattro mesi del 2009. Notevole incremento (+75%) e’ stato registrato anche dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, in seconda posizione nella graduatoria, seguiti da Belgio, Zambia e Italia. Verso il nostro Paese, nei primi quattro mesi del 2010, le vendite estere della RDC sono aumentate di circa otto volte rispetto al valore del primo quadrimestre 2009, raggiungendo il valore di circa 36,4 milioni di dollari. Repubblica Democratica del Congo: principali paesi clienti (valori in migliaia di dollari) Cina Stati Uniti Belgio Zambia Italia Finlandia India 2005 2006 2007 2008 2009 2009 gen-apr 2010 Var. % gen-apr 2010/2009 159.731 244.545 522.894 21.208 17.851 106.206 10.264 334.963 78.182 466.473 27.732 23.209 114.050 14.846 418.406 189.545 455.941 116.263 28.429 176.454 13.267 1.435.076 246.000 468.412 132.734 17.860 291.317 73.342 1.017.451 308.273 214.516 116.125 12.166 89.711 64.165 188.597 78.727 50.045 53.543 4.662 40.023 19.090 549.827 137.404 60.258 55.019 36.379 35.742 19.616 Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 191.5 74.5 20.4 2.8 680.3 -10.7 2.8 1^ sem. 2010 Zimbabwe Grecia Francia 70.624 84 109.528 29.665 111 30.275 36.815 193 46.038 42.030 633 47.387 36.771 1.202 23.419 12.257 635 8.773 12.595 9.982 8.570 2.8 -98.4 -2.3 Altri paesi n.d. Regno Unito 3.972 3.640 7.602 9.674 12.372 913 7.895 -99.1 10.123 1.312 1.575 4.697 26.851 2.212 5.784 161.5 Polonia Brasile Portogallo Ruanda Paesi Bassi 624 222 23.793 12.897 7.686 19.695 195.345 25.246 15.940 23.317 35.177 175.289 23.734 19.781 29.492 70.860 4.453 37.087 10.255 40.022 17.818 4.783 23.144 8.972 13.392 12.829 3 10.740 3.850 5.773 5.700 4.986 4.503 3.956 3.862 -55.6 66.2 -58.1 2.8 -33.1 Germania Kenia Centrafricana, Repubblica 17.710 5.434 3.215 15.430 6.716 3.973 13.785 8.334 4.930 11.388 9.515 5.629 19.229 8.324 4.925 7.558 2.618 1.642 3.660 2.690 1.687 -51.6 2.8 2.7 1.441.361 1.595.108 1.850.816 3.037.097 2.089.105 520.128 980.749 88.6 MONDO Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS Nel periodo gennaio-aprile 2010, la Cina ha rappresentato il 56,1% del totale delle esportazioni della RDC, seguita dagli Stati Uniti, con il 14%, dal Belgio, con il 6,1% e dallo Zambia con il 5,6%. Le esportazioni verso l’Italia hanno rappresentato il 3,7% del totale., Repubblica Democratica del Congo: principali paesi clienti (percentuale sulle esportazioni totali) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Cina Stati Uniti Belgio Zambia Italia Finlandia India Zimbabwe Grecia Francia Regno Unito Polonia Brasile Portogallo Ruanda Paesi Bassi Germania Kenia Centrafricana, Repubblica Congo Mondo 0,6 0,8 2,5 7,4 11,1 21,0 22,6 47,3 48,7 13,4 14,2 16,8 10,7 17,0 4,9 10,2 8,1 14,8 62,2 68,1 60,2 46,7 36,3 29,2 24,6 15,4 10,3 0,1 0,1 1,1 1,1 1,5 1,7 6,3 4,4 5,6 1,8 0,8 1,1 1,2 1,2 1,5 1,5 0,6 0,6 7,2 5,1 5,3 20,5 7,4 7,2 9,5 9,6 4,3 .. .. .. 0,1 0,7 0,9 0,7 2,4 3,1 7,7 0,3 0,3 0,6 4,9 1,9 2,0 1,4 1,8 .. .. .. .. .. .. .. .. 0,1 0,5 2,5 2,7 1,2 7,6 1,9 2,5 1,6 1,1 0,1 0,1 0,2 0,7 0,7 0,1 0,1 0,2 1,3 .. .. .. 0,1 .. 1,2 1,9 2,3 0,9 .. .. .. 0,1 .. 12,2 9,5 0,1 0,2 1,3 0,7 1,1 1,8 1,7 1,6 1,3 1,2 1,1 0,6 0,5 0,9 1,0 0,9 1,0 1,1 0,3 0,4 0,6 0,2 0,4 0,2 0,5 1,5 1,6 1,3 0,6 0,9 0,6 1,1 0,7 1,2 1,0 0,7 0,4 0,9 0,8 0,4 0,1 0,4 0,4 0,4 0,5 0,3 0,4 0,1 0,1 0,2 0,3 0,2 0,2 0,3 0,2 0,2 0,2 0,4 0,5 0,2 0,2 0,2 0,2 0,1 0,2 100 100 100 100 100 100 100 100 100 2009 2010 gen-apr gen-apr 36,3 15,1 9,6 10,3 0,9 7,7 3,7 2,4 0,1 1,7 0,4 2,5 .. 2,1 0,7 1,1 1,5 0,5 0,3 0,2 100 56,1 14,0 6,1 5,6 3,7 3,6 2,0 1,3 1,0 0,9 0,6 0,6 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,3 0,2 0,1 100 Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 Il Sud Africa si pone tradizionalmente quale primo Paese fornitore della RDC. Nei primi quattro mesi del 2010, l’ammontare delle sue vendite e’ stato pari a circa 200 milioni di dollari, in aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2009, seguito dal Belgio e dalla Cina. Le importazioni della RDC dall’Italia, scivolata al quattordicesimo posto nella graduatoria dei paesi importatori, sono diminuite del 23% rispetto allo stesso periodo del 2009. Repubblica Democratica del Congo: principali paesi fornitori (valori in migliaia di dollari) 2005 Sudafrica Belgio Cina Zambia Francia Zimbabwe Paesi Bassi Kenia Germania Uganda Stati Uniti Costa d'Avorio Brasile Italia Tanzania, Repubblica unita di Argentina Spagna Gabon Giappone Ruanda MONDO 2006 2007 2008 2009 2009 gen-apr 2010 gen-apr Var % 10/09 292.228 252.650 54.694 112.177 142.520 7.849 64.992 124.320 72.637 66.445 70.840 67.394 400.927 254.307 75.642 141.356 192.365 182.605 75.305 153.651 69.727 49.302 77.770 99.553 684.723 314.129 102.255 270.197 207.008 226.612 92.877 190.680 102.175 110.051 124.190 104.745 1.233.727 430.598 254.938 308.475 199.832 258.714 148.321 217.692 135.355 137.489 143.440 136.513 633.230 354.100 353.544 269.874 252.823 226.340 143.545 190.452 119.348 120.284 87.890 73.193 193.011 104.113 102.231 91.934 79.101 75.447 39.842 61.525 43.850 38.056 24.970 19.712 198.334 114.602 110.196 94.469 84.653 77.527 70.321 63.222 42.713 39.106 29.730 20.256 2.8 10.1 7.8 2.8 7.0 2.8 76.5 2.8 -2.6 2.8 19.1 2.8 18.559 36.089 33.085 22.221 54.183 40.890 . 80.668 50.745 58.782 98.413 57.933 61.401 135.969 50.684 19.108 21.382 14.879 18.328 16.457 15.289 -4.1 -23.0 2.8 14.016 11.217 22.180 18.394 2.562 1.684.604 38.845 21.159 27.413 25.919 3.166 2.283.824 30.021 22.444 34.020 22.264 3.929 3.098.659 50.036 29.771 38.839 43.224 55.825 4.406.136 43.775 26.427 33.979 32.569 48.839 3.560.008 13.544 8.291 11.326 7.417 9.908 1067.041 13.917 13.839 11.639 10.978 10.181 1133.562 2.8 66.9 2.8 48.0 2.8 6.2 Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS Nei primi quattro mesi del 2010, il Sud Africa ha registrato una quota di mercato sulle importazioni totali della RDC pari al 17,5%, seguito dal Belgio, con una quota del 10,1% e dalla Cina, con una quota del 9,7%. L’Italia e’ passata da una quota di mercato del 3,8% della fine del 2009 all’1,5% dei primi quattro mesi del 2010. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 Repubblica Democratica del Congo: quote di mercato principali paesi fornitori (percentuale) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Sudafrica Belgio Cina Zambia Francia Zimbabwe Paesi Bassi Kenia Germania Uganda Stati Uniti Costa d'Avorio Brasile Italia Tanzania, Repubblica unita di Argentina Spagna Gabon Giappone Ruanda Mondo 17,9 18,5 17,1 16,3 17,3 17,6 22,1 28,0 17,8 17,7 14,3 14,9 13,7 15,0 11,1 10,1 9,8 9,9 2,1 2,3 2,7 2,6 3,2 3,3 3,3 5,8 9,9 5,2 3,6 3,9 8,3 6,7 6,2 8,7 7,0 7,6 6,4 9,3 12,7 9,5 8,5 8,4 6,7 4,5 7,1 0,4 1,9 0,8 1,0 0,5 8,0 7,3 5,9 6,4 4,8 5,2 4,0 2,8 3,9 3,3 3,0 3,4 4,0 8,7 7,5 7,4 7,8 7,4 6,7 6,2 4,9 5,3 4,8 7,4 6,8 5,2 4,3 3,1 3,3 3,1 3,4 1,4 0,9 1,4 2,3 3,9 2,2 3,6 3,1 3,4 3,0 3,4 3,2 5,3 4,2 3,4 4,0 3,3 2,5 2,5 3,4 3,1 3,7 4,0 4,4 3,4 3,1 2,1 0,6 0,3 1,0 1,0 1,1 1,0 .. 1,3 1,7 1,8 2,3 2,7 1,9 2,1 2,4 2,6 2,2 3,8 1,4 1,9 2,1 2,1 2,0 1,8 1,6 1,3 1,4 0,3 0,2 .. 1,3 0,8 1,7 1,0 1,1 1,2 0,5 0,6 0,8 0,8 0,7 0,9 0,7 0,7 0,7 1,6 1,3 1,4 1,4 1,3 1,2 1,1 0,9 1,0 0,8 1,5 0,7 0,8 1,1 1,1 0,7 1,0 0,9 0,2 0,1 0,2 0,2 0,2 0,1 0,1 1,3 1,4 100 100 100 100 100 100 100 100 100 2009 2010 gen-apr gen-apr 18,1 9,8 9,6 8,6 7,4 7,1 3,7 5,8 4,1 3,6 2,3 1,8 1,8 2,0 1,4 1,3 0,8 1,1 0,7 0,9 100 17,5 10,1 9,7 8,3 7,5 6,8 6,2 5,6 3,8 3,4 2,6 1,8 1,6 1,5 1,3 1,2 1,2 1,0 1,0 0,9 100 Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS A causa dei lunghi anni di guerra, dell’instabilita’ politica e della pessima gestione delle politiche macroeconomiche, gli investimenti diretti esteri in entrata nella RDC si sono progressivamente assottigliati. Solo a partire dal 2001, essi hanno sperimentato un graduale incremento, grazie all’inizio del processo di attuazione delle riforme strutturali ed una piu’ positiva valutazione delle prospettive di sviluppo del Paese da parte della comunita’ finanziaria internazionale. Secondo il World Investment Report 2010 dell’UNCTAD, nel 2007 e nel 2008 si e’ registrato un notevole incremento dei flussi di investimenti diretti in entrata in RDC, cui ha fatto seguito, nel 2009, una forte flessione che li ha visti praticamente dimezzare rispetto al valore del 2008. Repubblica Democratica del Congo: flussi di investimenti diretti esteri netti in entrata (milioni di dollari) 2000 2001 2002 2003 72 80 141 391 2004 2005 409 2006 2007 2008 2009 256 1 808 1 727 951 - Fonte: UNCTAD – World Investment Report 2010 Esistono, inoltre, due fonti congolesi di dati sugli investimenti diretti nella RDC, quelli pubblicati dalla Banca Centrale e quelli riportati dall’agenzia di sviluppo pubblica ANAPI, probabilmente i primi piu’ accurati dei secondi. Secondo le statistiche della Banca Centrale, gli investimenti diretti esteri nella RDC sono stati pari a 1,6 miliardi di dollari nel 2009, praticamente equiparando l’elevato livello raggiunto nel 2008. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 IDE (milioni di dollari) 2006 2007 2008 2009 Total 304 720 1,672.8 1,604.8 (stime fine novembre 2009) Fonte: Banque Centrale du Congo Secondo l’ANAPI, invece, che registra l’ammontare dei progetti approvati, articolati per settore di riferimento, l’ammontare degli investimenti e’ stato pari a circa 1,9 miliardi di dollari, per iniziative prevalentemente concentrate nel settore dei servizi IDE (milioni di dollari) 2006 2007 2008 2009 Services 1,246 812.46 192.78 1,495.95 Infrastructure 35 67.15 209.96 Food 10 34.78 50.75 Pharmaceuticals 4 0.00 3.00 Beverages/Brewery 0 0 0.00 0.00 Agriculture/Forestry 29 141.69 33.36 Manufacturing 131 54.20 Total 1,455 866.66 559.69 1,880.15 123.29 87.13 Fonte:ANAPI Nel 2009, il Governo della DRC ha concluso un accordo con la Cina che prevede investimenti, finanziati dalla Exim Bank cinese, per 6 miliardi di dollari in infrastrutture ed ulteriori 3 miliardi di dollari in una joint venture mineraria, Sicomines, per lo sfruttamento degli immensi giacimenti di rame e di cobalto nella provincia del Katanga. L’accordo e’ stato oggetto di controversie sia interne che internazionali. In particolare, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale hanno imposto variazioni alle condizioni dell’accordo (per un totale da 9 a 6 miliardi di dollari), per evitare che esso potesse incidere sulla gia’ precaria situazione debitoria del Paese. c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali A partire dal 2002, l’Italia ha registrato saldi positivi nelle transazioni mercantili con la Repubblica Democratica del Congo. Nel 2009, l’avanzo commerciale e’ aumentato a circa 80 milioni di euro, il piu’ elevato mai registrato nei rapporti commerciali bilaterali sia in valore assoluto, in aumento di oltre 30 milioni di euro rispetto al massimo storico del 2008, sia in rapporto all’interscambio totale (saldo normalizzato), avendo superato l’80% del valore dell’interscambio. Tale espansione si e’ verificata per effetto di un incremento del 43% del Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 valore in euro delle esportazioni italiane verso la RDC, a fronte della flessione del 28% delle importazioni dell’Italia. Nei primi sei mesi del 2010, la tendenza si e’ invertita, e l’Italia ha registrato, per la prima volta da molti anni, un disavanzo nell’interscambio bilaterale, a causa di una flessione del 16,6% del valore delle proprie vendite sul mercato, cui ha fatto riscontro un aumento esponenziale delle importazioni che si sono quintuplicate. Italia: bilancia commerciale con la Repubblica Democratica del Congo (milioni di euro) 100.0 80.0 60.0 40.0 20.0 0.0 -20.0 -40.0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 GenGiu 2009 GenGiu 2010 Esportazioni 9.6 16.7 20.4 23.3 19.6 26.8 39.2 53.0 62.3 87.7 25.0 20.9 Importazioni 30.6 25.5 13.3 10.5 12.3 15.8 20.3 22.7 13.3 9.7 5.9 29.3 Saldo -20.9 -8.7 7.1 12.8 7.4 11.0 18.8 30.3 49.0 78.0 19.2 -8.4 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT Bilancia commerciale dell'Italia con la RDC (valori in migliaia di Euro e variazioni in percentuale) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 gen-giu 2010 gen-giu 16.741 25.473 -8.732 -20,7 20.368 13.259 7.109 21,1 23.284 10.502 12.781 37,8 19.620 12.266 7.354 23,1 26.754 15.793 10.961 25,8 39.163 20.339 18.825 31,6 53.041 22.744 30.297 40,0 62.315 13.347 48.968 64,7 87.708 9.671 78.037 80,1 25.011 5.851 19.160 62,1 20.860 29.256 -8.397 -16,8 Valori Esportazioni Importazioni Saldo Saldo normalizzato (%) Variazioni sull'anno precedente Esportazioni Importazioni Saldi (variazioni assolute) 73,8 -16,6 21,7 -48,0 14,3 -20,8 -15,7 16,8 36,4 28,8 46,4 28,8 35,4 11,8 17,5 -41,3 40,7 -27,5 17,6 -23,3 -16,6 400,0 12.192 15.841 5.672 -5.427 3.607 7.864 11.473 18.671 29.069 5.517 -27.556 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 Le apparecchiature per telecomunicazioni hanno rappresentato la principale voce delle esportazioni italiane verso la RDC, nei primi sei mesi del 2010, per un valore di circa 2,1 milioni di euro, seguite dalle macchine di impiego generale e da quelle per impieghi speciali. In quarta posizione si sono collocate le vendite di prodotti dell’industria conserviera, seguite da quelle di articoli di abbigliamento, di autoveicoli e di prodotti in metallo. RDC: principali prodotti esportati dall'Italia (valori in migliaia di Euro) Esportazioni 263 - Apparecchiature per le telecomunicazioni 282 - Altre macchine di impiego generale 289 - Altre macchine per impieghi speciali 103 - Frutta e ortaggi lavorati e conservati 141 - Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 291 - Autoveicoli 259 - Altri prodotti in metallo 251 - Elementi da costruzione in metallo 281 - Macchine di impiego generale 152 - Calzature 283 - Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 106 - Granaglie, amidi e di prodotti amidacei 264 - Prodotti di elettronica di consumo audio e video 271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 222 - Articoli in materie plastiche 275 - Apparecchi per uso domestico 325 - Strumenti e forniture mediche e dentistiche 273 - Apparecchiature di cablaggio 257 - Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta 101 - Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne 2009 gen-giu 2010 gen-giu Var % 2.012 5.055 880 2.356 1.181 729 1.584 3.869 576 457 . 782 95 521 2.097 1.966 1.894 1.780 1.646 1.340 1.275 1.087 697 693 654 603 426 410 4,2 -61,1 115,2 -24,4 39,4 83,9 -19,5 -71,9 21,0 51,6 . -23,0 348,4 -21,3 79 110 172 332 80 242 340 307 266 234 227 221 332,2 179,2 54,9 -29,7 182,7 -8,6 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT Dal lato delle importazioni, il petrolio greggio ha costituito la principale voce di importazione dell’Italia dalla RDC nei primi sei mesi del 2010, con un valore di circa 27 milioni di euro, seguita dai prodotti di colture permanenti (caffe’) che, rispetto ai primi sei mesi del 2009, hanno fatto registrare una flessione di oltre il 41%. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 RDC: principali prodotti importati dall'Italia (valori in migliaia di Euro) Importazioni 061 - Petrolio greggio 012 - Prodotti di colture permanenti 022 - Legno grezzo 161 - Legno tagliato e piallato 2009 gen-giu 2010 gen-giu Var % . 2.940 881 1.885 26.847 1.731 460 212 . -41,1 -47,9 -88,8 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT Sino al primo semestre del 2010, non esitevano nella Repubblica Democratica del Congo investimenti di grandi e medie imprese italiane, mentre, prima della drammatica esperienza dei saccheggi dei primi anni novanta, esisteva una nutrita presenza di imprese italiane che, successivamente, hanno deciso di smobilitare all’aggravarsi della crisi politica. Tuttavia, esiste ancora una piccola comunita’ di imprenditori italiani residenti, attiva nel settore del legname, delle costruzioni, del commercio e dei servizi. Nell’agosto del 2010, e’ intervenuto un evento importante, con l’ingresso nel Paese dell’ENI, per prospezioni petrolifere. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale L’offerta italiana, sia nel comparto dei beni di consumo che dei beni di investimento, gode di ottima immagine di qualita’ presso i consumatori e gli imprenditori della DRC. Parallelamente al miglioramento della situazione economica ed al continuo afflusso di investimenti e di risorse finanziarie dall’estero, la domanda congolese per merci italiane potrebbe aumentare in misura considerevole nei prossimi anni. In particolare, si segnalano i seguenti settori produttivi che appaiono offrire le migliori opportunita’ di penetrazione commerciale: attrezzature per l’industria mineraria, attrezzature e materiali da costruzione, macchinari agricoli e forestali, macchine per il confezionamento e l’imballaggio, macchine lavorazione legno, conserve alimentari, mezzi di trasporto e veicoli commerciali, prodotti chimici e farmaceutici, impianti di telecomunicazione e apparecchiature informatiche con associate parti di ricambio, attrezzature per la refrigerazione, condizionatori d’aria, attrezzature per la generazione e la distribuzione di energia elettrica, attrezzature medico-ospedaliere. b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia Le grandi compagnie europee sono praticamente assenti in RDC. Dei problemi incorsi dalla canadese FQM si e’ gia’ accennato a pagina 3, mentre anche la francese Lafarge, la piu’ grande ditta nel campo cementifero del mondo, lamenta che il Governo congolese abbia modificato, unilateralmente, i termini di un accordo gia’ concluso, relativo all’acquisto di un cementificio. L’ENI, che ha concluso un accordo di prospezione petrolifera nella regione occidentale, e’ praticamente la prima di un certo rilievo. Per quanto riguarda gli altri investimenti esistenti, essi sono effettuati, prevalentemente, ad opera di imprenditori italiani residenti nel Paese, costretti a convivere con condizioni operative estremamente difficoltose. Tuttavia, qualora la normalizzazione politica e la stabilizzazione economica ne dovessero creare le condizioni, il Paese, data la propria rilevanza strategica geo-socio-economica nell’ambito continente africano, potrebbe divenire una potenziale destinazione di investimenti diretti di imprese italiane con proiezione in Africa. Nell’attuale fase di necessaria progressiva dotazione infrastrutturale e manifatturiera, le grandi imprese del nostro Paese potrebbero, assieme all’ENI, fungere da Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 traino per aprire il campo ad una auspicabile maggiore internazionalizzazione delle imprese italiane in grado di captare le opportunita’ di affari offerte dall’ampio spettro di opzioni di investimento che la RDC. c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Oltre all’interesse costantemente manifestato dall’Italia a verificare opportunita’ di cooperazione tecnologica per il progetto della grande diga Inga sul fiume Congo, potrebbero essere esplorate opportunita’ di collaborazione nel campo della difesa e del monitoraggio del territorio, della difesa ambientale e della ricerca farmacologica e cosmetica, ma anche nel fervido campo dell’esplorazione, dell’estrazione e della lavorazione dei minerali. d) Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La DRC e’ classificata nella settima categoria di rischio OCSE (massimo livello) con relativo atteggiamento di chiusura alla considerazione di eventuali operazioni di assicurazione di esportazioni o di investimenti, a causa della persistente insicurezza che caratterizza la situazione politico-economica del Paese. E’ da ricordare, comunque, che la SACE e’, da quest’anno, partner dell’”African Trade Insurance Agency”, istituto di assicurazioni rischi specializzato nella valutazione delle problematicita’ dei mercati africani. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie I dazi ad valorem, calcolati sul valore cif della merce, sono fissati per decreto e sono cosi’ articolati: 5% per attrezzature pesanti, materie prime industriali ed agricole; 15% sulle attrezzature leggere, sulle parti di ricambio e sulle merci per utilizzi sociali; 20% sui prodotti in concorrenza con la produzione locale, ma ad offerta limitata; 30% sui prodotti in concorrenza con la produzione locale, ma ad offerta adeguata, e sui prodotti di lusso. La RDC nel 1988 ha adottato il sistema armonizzato di classificazione delle merci. b) Barriere non tariffarie La maggior parte delle barriere commerciali nella RDC risulta da normative complesse, spesso non codificate, dalla proliferazione di agenzie amministrative con autorita’ legale in materia commerciale e dalla loro frequente mancanza di professionalita’ e di controllo. L’applicazione delle norme varia all’interno del Paese e subisce modifiche discrezionali a livello locale. La corruzione e’ un fenomeno endemico ed e’ prassi comune intrattenere protratte negoziazioni con funzionari pubblici che si occupano di materie commerciali. Al fine di facilitare l’ingresso delle merci nel Paese, molti importatori locali si affidano ad un broker doganale (cd “transitaire”) che, oltre a mantenere i rapporti con le autorita’ presso i porti di entrata, si adopera per evitare furti delle merci. Tutte le transazioni in valuta estera prevedono l’emissione obbligatoria di una licenza di importazione (déclaration préalable à l’importation) da parte di una banca commerciale, secondo le direttive impartite dall’ufficio congolese di controllo. L’Ufficio Congolese di Controllo (OCC), responsabile per l’amministrazione dei controlli doganali e degli standard, ha ingaggiato la societa’ svizzera Societé Génerale de Surveillance (SGS) per procedere ad ispezioni, precedenti alla spedizione, di tutti i prodotti destinati alla DRC di valore unitario superiore a 1.000 SDR (diritti speciali di prelievo). L’esportatore deve consegnare una fattura con una dettagliata descrizione della merce, insieme ad una Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 dichiarazione di disponibilita’ all’ispezione. SGS verifica la merce ed emette un attestato di verificazione. Le merci in entrata prive del certificato di pre-ispezione vengono ispezionate direttamente dall’OCC, con automatica applicazione di un dazio del 40% sul loro valore fob. L’OCC richiede che tutti i documenti di importazione siano redatti in francese. Non esistono regole specifiche per l’imballaggio e l’etichettatura, ma lo spedizioniere deve attenersi alle norme internazionali. Tutti i prodotti alimentari che entrano nel Paese vengono assoggettati ad ispezione da parte dell’OCC. c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale Teoricamente la proprieta’ intellettuale gode di protezione piena, ma la tutela effettiva e’ praticamente inesistente. La DRC e’ membro della WIPO, firmataria della Convenzione di Parigi per la protezione della proprieta’ industriale e della convenzione di Berna per la proprieta’ letteraria ed artistica. Se l’attuale limitata base industriale e le difficolta’ economiche offrono poco spazio alla violazione della proprieta’ intellettuale, in prospettiva esistono concrete potenzialita’ di sviluppo per le attivita’ di pirateria. Il sistema legale e la pubblica amministrazione non possiedono gli strumenti adeguati per far rispettare le norme di proprieta’ intellettuale e lo stesso Governo non e’ in grado di impedire le importazioni di prodotti contraffatti ne’ la loro distribuzione. d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese La RDC, negli ultimi anni, ha varato una serie di iniziative per creare un clima favorevole agli investimenti, finalizzate sia alla creazione dello schema normativo per la regolamentazione degli investimenti, attuato con l’emanazione, della legge sugli investimenti “Code des Investissement” (L. N. 004/2002 del 21 febbraio 2002), del codice minerario (L. N. 007/2002 dell’11 luglio 2002), del codice forestale (L. N. 011/2002 del 29 agosto 2002) e del codice sul lavoro (L. N. 015/2002 del 16 ottobre 2002). Vi e’, poi, da segnalare il recente ingresso della RDC nell’OHADA (Organisation pour l'Harmonisation en Afrique du Droit des Affaires), che sara’ effettivo solo dal gennaio 2011. Si tratta, questo, di un indubbio progresso, anche se non sembra in grado di apportare grandi benefici, a meno che la questione della gestione pubblica non venga affrontata alla radice; in molti settori di interesse per gli investitori esteri, non e’ la legislazione che manca, ma il problema sorge dal fatto che spesso non e’ applicata. Istituita con la legge n.4/2002 del 21/02/02, che ha introdotto il codice per gli investimenti, l’ANAPI e’ l’agenzia pubblica incaricata di promuovere gli investimenti nella RDC, approvare nuovi progetti di investimento, amministrare le agevolazioni previste, fornire una serie di servizi di supporto per gli investitori e rimuovere le barriere amministrativo-burocratiche che ostacolano gli investimenti. Per poter ottenere l’approvazione dell’ANAPI, nell’ambito di un termine massimo fissato in trenta giorni, occorre che venga creata un’impresa di diritto congolese che preveda un investimento minimo di 200.000 dollari USA (10.000 dollari se si tratta di PMI), che garantisca un valore aggiunto di almeno il 35% e che si impegni a rispettare le norme di tutela ambientale e a formare il personale locale alle funzioni tecniche associate all’iniziativa e alle relative responsabilità. L’approvazione dell’iniziativa consente di ottenere i seguenti incentivi di carattere doganale e fiscale: • Esonero dai dazi di importazione sui macchinari, le attrezzature, i materiali e le parti di ricambio fino ad un massimo del 10% del loro valore cif; • Esonero fiscale sulle esportazioni di prodotti finiti o loro parti; Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 • Esonero da imposte sui redditi professionali associati ai nuovi investimenti; • Esonero dalle tasse fisse di registrazione per la costituzione di nuove societa’ e dalle tasse ad valorem sulle societa’ a responsabilita’ limitata; • Esonero dalle tasse fondiarie e catastali relative al progetto; • Esonero dalle tasse sul valore aggiunto applicate ad acquisti locali di beni o servizi. Per le piccole e medie imprese sono previste ulteriori agevolazioni: • Esonero totale dai dazi di importazione per materiali ed attrezzature, anche di seconda mano, ad eccezione delle tasse amministrative; • Deduzione fiscale per i costi sostenuti per la formazione e il perfezionamento per il responsabile dell’impresa e del suo personale, e per le somme impiegate per la protezione ambientale; • Possibilita’ di effettuare ammortamenti anticipati; • Esonero dalle tasse sugli atti costitutivi di societa’ e cooperative e sulle imposte di registro. Queste agevolazioni prevedono una scadenza temporale diversa a seconda della regione di localizzazione dell’investimento, nell’ambito di tre ripartizioni economico-territoriali predefinite: • Tre anni per la regione A (Kinshasa) • Quattro anni per la regione B (province del Bas-congo, di Lubumbashi, di Likasi e di Kolwezi) • Cinque anni per la regione economica C (Bandundu, Equateur, Western Kasaï, Eastern Kasaï, Maniema, Northern Kivu, Southern Kivu, Eastern Province e Katanga). L’ANAPI ha individuato i seguenti settori nell’ambito dei quali il governo congolese sta cercando di attrarre possibili investitori: • Settore minerario: diamanti, oro, rame, stagno, colombo-tantalite (coltan), bauxite, ferro, manganese, carbone, petrolio, metano, cobalto. • Settore agricolo-forestale: coltivazioni agricole e di frutta tropicale, agricoltura biologica, produzione e trasporto di legname e sua lavorazione industriale, produzione di carta, produzione di medicinali ed essenze; • Allevamento: bovini, suini e ovi-caprini, produzione lattiero-casearia; • Pesca: fluviale e marittima; • Industria: produzione alimentare, tessile, conciaria, chimica, gomma e plastica, cemento, industrie metallurgiche • Servizi finanziari: banche e assicurazioni; • Turismo: hotel, gestione di siti turistici e creazione di nuovi; • Trasporti: riabilitazione dei principali aeroporti (Ndjili, Lubumbashi e Kinsangani), creazione di aziende di trasporto, modernizzazione porti (Matadi, Ilebo, Mbandaka e Kisangani), costruzione porto marino di Banana, costruzione linea ferroviaria Matadi-Banana; • Elettricita’: riabilitazione della centrale idroelettrica di Inga sul fiume Congo, riabilitazione della linea del sistema di distribuzioone elettrica; Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010 • Infrastrutture: costruzione e riabilitazione delle principali strade nazionali, riabilitazione delle reti ferroviarie, dragaggio del fiume Congo; • Telecomunicazioni: creazione di rete di cablaggio a fibra ottica, riabilitazione linea di telefonia fissa ; • Edilizia: costruzione e riabilitazione di scuole, ospedali, edifici. Le principali problematiche associate agli investimenti diretti esteri nel Paese derivano dalla mancanza di certezza nel sistema normativo e fiscale, dalla complessita’ della prassi legale e amministrativa, spesso applicata in modo non uniforme e discrezionale. Esiste un ampio settore informale dell’economia, caratterizzato da transazioni occulte, da collusioni con funzionari corrotti e diffusi fenomeni di evasione e frode fiscale ed elusione normativa. Qualsiasi imprenditore che si avvicini alla realtà della DRC deve affrontare il netto contrasto tra le enormi potenzialità del Paese ed il pesante fallimento nella costruzione di solide istituzioni di governo dell’economia e di virtuose pratiche di affari, necessarie per poter trasformare queste potenzialità in opportunità concrete. 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare nel corso del secondo semestre del 2010 L’Ambasciata d’Italia a Kinshasa e l’ufficio ICE di Johannesburg, competente territorialmente per la RDC, continueranno a monitorare l’evoluzione politico-economica del Paese ed a captare eventuali opportunita’ di collaborazione economica, allo scopo di sostenere opportunamente le azioni di penetrazione delle imprese italiane sul mercato. b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle Camere di Commercio Italiane all’estero Attualmente non sono previste iniziative congiunte a carattere interistituzionale che abbiano ad oggetto il mercato della RDC. c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali nel corso del 2011 Per il 2011, si auspica la possibilita’ di organizzare un’iniziativa di Presentazione Paese in Italia, allo scopo di favorire una maggiore conoscenza delle opportunita’ commerciali e di investimento nel Paese alla comunita’ imprenditoriale italiana ed attivare le necessarie interazioni tra i due sistemi economici che possano condurre all’organizzazione di successive missioni settoriali di imprese italiane nella RDC nell’ambito delle infrastrutture, delle costruzioni e dell’impiantistica, nel settore del legno e del mobile e nel settore dei prodotti agroalimentari. Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero 1^ sem. 2010