Scultura greca
Scultura dedalica e arcaica
Scultura geometrica (VIII secolo a.C.)
Piccole statuette in
bronzo e avoriofigure umane, divine e
cavalli
Scultura dedalica (VII secolo
a.C.)
• La grande statuaria nasce nel corso del
periodo orientalizzante
• La destinazione prima è cultuale e votiva,
poi anche funeraria
• Dedalica perché attribuita dalla tradizione
a Dedalo (colui che modella), cretese o
ateniese, che si ispira alle statue egiziane,
ma infondendo nelle sue creazioni la vita
(nello sguardo, nel passo, nella posizione
delle gambe)
Scultura dedalica (VII secolo
a.C.)
• Prima statue in legno (xòana) o in lamina
di metallo, poi in pietra (figli e allievi)
• Diffusione nel continente e nelle isole
• Verso la fine del secolo statue colossali
che riflettono la potenza delle famiglie
nobili, proprietarie delle terre, tutrici del
culto e del diritto religioso, in un’epoca in
cui la loro dominazione cominciava ad
essere contestata
“Dama di Auxerre”
Probabile provenienza cretese
Oggi a Parigi, Museo del Louvre
Attica, oggi al Metropolitan di New
York
Kouros
600 a.C circa
Marmo, h m 1,84
La semplificazione geometrica
delle linee che disegnano lo
scheletro e i fasci muscolari lascia
percepire la struttura del corpo.
Segna il passaggio alla scultura
arcaica
Scultura arcaica (VI secolo a. C.)
• Ricerca sulla figura umana, maschile e
femminile
• Kouroi e Korai, statue di giovani e
fanciulle, ritenute inizialmente immagini
divine, oggi figure di dedicanti o di mortali
eroizzati
• Collocazione: nei santuari o nelle tombe
(al posto dei grandi vasi del periodo
geometrico)
Scultura arcaica (VI secolo a. C.)
• Nelle isole più morbidezza, nel continente
figure più massicce, in Asia minore maggior
ricchezza di dettagli
• La scelta di esaltare il corpo virile nudo è
un’invenzione greca che differenzia dall’Oriente
e dall’Egitto. In Asia minore i kouroi sono vestiti,
secondo la tradizione orientale
• Le donne sono sempre vestite, solo le dee
sono nude
• Rimangono i nomi di maestri, orgogliosamente
incisi sulle basi delle statue: grandi scuole di
scultura
Museo di Atene
Testa colossale del
kouros del Dìpylon
610 a. C. ca
Marmo, h. cm 44 (altezza
complessiva della statua m 2,50)
Negli anni a cavallo del 600
comincia a fissarsi l’immagine del
kouros, nello schema che rimase
immutato per tutto il periodo
arcaico.
La testa, trovata nella necropoli
ateniese del Dìpylon apparteneva
certamente a una statua usata
come segnacolo funerario.
Museo di Atene
Kouros di Capo
Sounion
600 a. C. ca
Marmo di Nasso, h. m 3,40
Fu trovato assieme a molte altre
statue votive in una fossa scavata
nei pressi del tempio di Poseidone
a Capo Sounion.
Illustra la passione per la
monumentalità che si rivela in tutta
la plastica greca alla fine del VII
sec. a. C.
Delfi, Santuario di
Apollo (oggi al Museo
di Delfi)
Cleobi e Bitone
590-580 a.C.
Marmo di Paro, h. m.
2,16.
Scultore POLIMEDE
Tipici esempi dell’arte
peloponnesiaca, con
corpi tozzi e massicci
Acropoli di Atene, oggi al Museo
dell’Acropoli
Moscoforo
570-560 a. C.
Marmo, h. m 0,96; originariamente
dipinto e con inserti di pasta vitrea o
avorio per gli occhi.
Un’iscrizione alla base ricorda
l’offerente, Rhombos. Si tratta
probabilmente della dedica di un atleta
vincitore in una gara il cui premio era un
vitello.
Questa e la seguente sono le due più
antiche statue attiche e testimoniano
l’umanizzazione dell’arte.
Ancora presentazione frontale, ma con
leggere asimmetrie
Acropoli di Atene, oggi al Museo
dell’Acropoli (corpo) e al Louvre
di Parigi (testa, acquistata dal
dplomatico Rampin)
“Cavaliere Rampin”
560 - 540 a.C.
Marmo, h. m 1,13
Prima statua equestre nota
I cavalieri erano due: i figli di
Pisistrato (Ippia e Ipparco),
ritratti quali vincitori di giochi
oppure i Dioscuri
Minuzia decorativa nel
trattamento di barba e capelli e
plasticità nella struttura del capo
e del torso
Isola di Samo, oggi a Parigi, Museo
del Louvre
Era dedicata da
Cheramyes
560 a.C. circa
Marmo, h. m 1,95
La figura, con la veste a sottili
incisioni verticali (caratteristiche
dell’arte di Samo), ricorda la struttura
di una colonna, concepita entro
un’unica superficie continua e
circolare
Isola di Samo, oggi al Museo di Berlino
Statua femminile opera di
Geneleo
555-550 a.C.
Marmo, h. m 1,68
Faceva parte di un gruppo di sei statue,
dedicate a Era da una sacerdotessa:
sono pervenute solo tre statue senza
testa
Anche qui unità tra struttura del corpo e
senso del panneggio
Isola di Milo, oggi al
Museo di Atene
Kouros
550-540 a. C.
Marmo, h. m 2, 14
Capolavoro della
scultura insulare
(isola di Nasso)
Volomandra, oggi al Museo
Nazionale di Atene
Kouros
550-540 a.C.
Marmo, h. m 1,79
Da notare il sorriso, che
caratterizza l’arte arcaica,
elemento della costruzione per
vedute parallele, prima della
conquista della
tridimensionalità
Acropoli di Atene, oggi al Museo
dell’Acropoli
Kore 679 o Kore col
peplo
540 a. C. circa
Marmo, h. cm 120
Forse attribuibile allo stesso autore
del Cavaliere Rampin. Conserva
tracce di policromia in nero, verde,
rosso; doveva portare gioielli in
metalli preziosi.
Sulla veste sottile indossa un peplo
di lana che cade dritto e privo di
pieghe: sobrietà attica in contrasto
con il decorativismo ionico
La colmata persiana
• 480 e 479: distruzione di Atene da parte dei
Persiani
• Ricostruzione delle mura e, dopo il 468,
dell’Acropoli
• Seppellimento dei materiali provenienti dalla
distruzione dei templi per motivi religiosi e per
colmare i dislivelli della roccia
• 1886: scavi dell’archeologo greco Kavvadias in
quella che venne chiamata la colmata persiana:
tutti i materiali contenuti si datano con certezza
prima del 479
La colmata persiana
Acropoli di Atene, oggi al
Museo dell’Acropoli
Kore 675
520-510 a. C.
Marmo di Chio, h. m 0,55
E’ conservata la decorazione
a colori
Acropoli di Atene, oggi al
Museo dell’Acropoli
Kore 671
Intorno al 520 a. C.
Marmo, h. m 1,67
Acropoli di Atene, oggi al Museo
dell’Acropoli
Kore di Antenore
Intorno al 520 a.C.
Marmo, h. m 2,55
Antenore era insieme scultore in
bronzo e in marmo (come forse prova
il fatto che i globi degli occhi erano
incastrati)
Maestosità; sopra il chitone ionico,
sollevato con la mano sinistra,
indossa un pesante mantello, che
avvolge il busto con profonde pieghe
verticali
Il volto venne mutilato dopo la morte
di Ipparco
Acropoli di Atene, oggi al
Museo dell’Acropoli
Kore 674
Intorno al 500 a. C.
Marmo, h. m 0,92
Da notare la scomparsa
del sorriso, che segna il
passaggio all’arte dello
stile severo
Acropoli di Atene, oggi al
Museo dell’Acropoli
Kore di Euthydikos
490-480 a. C.
Marmo, h. cm 58
La piccola kore fu dedicata da
un certo Euthydikos negli anni
immediatamente precedenti il
saccheggio persiano: la
sobrietà dei lineamenti
prelude la fase severa
dell’arte classica.
Attica, oggi al Museo Nazionale di
Atene
Statua di Aristodico
Intorno al 500 a.C.
Marmo pario, h. m 1,95
Ancora frontalità, ma molto maggior
realismo nella resa del corpo. La
statua è soggetta alla legge dei
numeri (unità la lunghezza del
piede)
E’ stato detto che questa statua apre
una nuova era, quella della tragedia
(Eschilo)
Acropoli di Atene, oggi al Museo
dell’Acropoli
“Efebo biondo”
Intorno al 480 a.C.
Marmo, h. m 0,245
Forse opera dello stesso
scultore della kore di
Euthydikos, anche se siamo
ormai nello stile severo
Nei capelli tracce di doratura.