Definizione di Personalità - Facoltà di Medicina e Psicologia

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PERSONALITA’, TEMPERAMENTO E
DIFFERENZE INDIVIDUALI
Vilfredo De Pascalis
Testi :
- Marvin Zuckerman, Psychobiology of Personality, Cambridge,
2005
- Thomas Chamorro-Premuzic, Personality and Individual
Differences, Blackwell, 2008
-Gerald Matthews, Ian J. Deary, Martha C. Whiteman,
Personality traits, Cambridge Univ. Press, 2009
Prof. Vilfredo De Pascalis –Dip. Psicologia
Stanza 7, secondo Piano, Via dei Marsi, 7
Ricevimento studenti: Ogni mercoledì ore 15:00- 16:00 (e oltre se necessario)
Argomenti di tesi:
-Tratti di Personalità e vulnerabilità individuale alla psicopatologia
-Stress, Emozioni e Personalità: Differenze Individuali nella
reattività fisiologica
-Modulazione del dolore in ipnosi: correlati elettrocorticali
-Tratti di Personalità e salute – comportamenti a rischio
Ipnotizzabilità e suggestionabilità: correlati fisiologici
Suggestione, instabilità percettiva
L’ipnosi e sue applicazioni cliniche
Diatesi
Definizione di ‘Diatesi’: disposizione costituzionale o predisposizione a
una condizione anomala o morbida ‘che non si colloca più entro i confini
della normale variabilità, ma comincia già a rappresentare una condizione
di malattia’ (Campbell, 1989, p.202).
Questa parola è derivata dall’idea che nell’antica Grecia si aveva del
termine ‘disposizione’, legata alla teoria dei fluidi umorali. Ad es., un
eccesso di bile nera era considerato come diatesi per la depressione o
melancolia. Oggi, il senso moderno di diatesi si riferisce ai tratti biologici
prodotti dalla disposizione genetica. Nel senso più ampio, per diatesi si
intende la condizione antecedente necessaria per lo sviluppo di un
disturbo, sia esso biologico o psicologico. In molti modelli la diatesi da
sola non è sufficiente a produrre il disordine, ma richiede altri fattori di
potenziamento per diventare patogenetica. La diatesi, in questo caso,
include la vulnerabilità allo stress.
Zubin & Spring (1977) hanno descritto il costrutto di vulnerabilità come il
risultato di fattori che legano la genetica, le funzioni del cervello,
l’ambiente, l’apprendimento e le interazioni sociali.
Questo ritiene che ogni persona ha il suo livello di vulnerabilità, o soglia, per lo
sviluppo della schizophrenia. Ma il modello di vulnerabilità è applicabile a tutti i
tipi di psicopatologia. La ‘vulnerabilità’ è un tratto, mentre l’episodio
psicopatologico è uno stato, a meno che non duri per mesi o anni. Nella persona
vulnerabile un episodio psicopatologico può essere provocato da stressori
relativamente di piccola intensità (anche di breve durata), mentre nelle persone non
vulnerabili una simile reazione è indotta soltanto da eventi catastrofici di lunga
durata.
Ovviamente, vi sono dei casi come la corea di Huntington dove la diatesi
genetica da sola produrrà la condizione patologica del cervello e il
conseguente disturbo comportamentale senza alcune influenza di stressori
ambientali. Nei disturbi da eventi stressanti la diatesi è multifattoriale.
Gli studi sui gemelli monozigoti e sui figli adottivi vengono utilizzati dalla
genetica del comportamento come tentativo di determinare l’influenza dei
geni e delle condizioni biosociali e ambientali dopo la nascita, sulle
variazioni nel comportamento.
Un altro aspetto della diatesi riguarda il problema di che cosa è ereditato che
produce la predisposizione a un dato disturbo. Sebbene si possa parlare di
ereditarietà di un tratto o di disposizione comportamentale, noi non
ereditiamo i tratti o disposizioni come tali. Le strutture neurologiche e alcuni
aspetti della loro fisiologia sono più direttamente relate alle proteine che sono
prodotte dai geni. La psicofarmacologia è una scienza che intende ricercare i
tratti biologici che causano i disturbi e come trattarli. Credere che qualcosa
che è fortemente determinata geneticamente sia irrimediabile è un errore che
produce comportamenti negativi verso la genetica tra le persone malate mal
informate e non solo. L’ansia, la depressione, e anche il comportamento
psicotico sono tutti geneticamente influenzati, ma sono spesso modificabili
sia dalle psicoterapie sia dagli psicofarmaci.
Un marker di vulnerabilità è una caratteristica comportamentale o biologica che
non cambia nello stato clinico e risulta ‘anormale’ sia quando il paziente è in
remissione dei sintomi, sia quando è in una fase acuta del disturbo. Poiché questi
marker sono presenti anche nei parenti che godono ottima salute, si deve
concludere che essi non sono sufficienti a produrre il disturbo. Un marker
episodico, invece, cambia in funzione dello stato patologico del paziente, è
anormale quando il disturbo è in fase è acuta, ritorna alla normalità quando il
disturbo è scomparso. Per es. un affidabile marker di vulnerabilità per la
schizofrenia è un deficit di ‘eye-tracking’, vale a dire, l’incapacità dello
schizofrenico di seguire con lo sguardo un oggetto in movimento (sebbene questa
incapacità vari dal 20% al 80% degli schizofrenici). Questo marker, però, non ci
spiega i deficit cognitivi, emozionali, e comportamentali nella schizofrenia, ma la
comprensione della neurologia e farmacologia alla base dell’inseguimento oculare
potrebbe indicarci il nucleo funzionale del deficit cerebrale nella diatesi
schizofrenica.
Se si assume che gli schemi cognitivi o le attitudini, come ad es. la tendenza a
sentirsi colpevoli di eventi negativi, siano una diatesi, allora bisogna anche
chiedersi quale sia l’origine di tale tratto. Potrebbe esservi alla base una
disposizione biologica per la depressione, o una tendenza appresa all’interno della
famiglia. Se l’unica spiegazione fosse quella dell’apprendimento sociale, allora
sia i gemelli identici che quelli fraterni dovrebbero avere una simile e alta
concordanza statistica (un alto concordance ratio, misura della percentuale di casi
in cui se un gemello presenta il disturbo, lo ha anche l’altro) per questa attitudine.
Se l’origine di tale tratto cognitivo fosse la diatesi biologica, i gemelli identici
dovrebbero avere una concordanza più alta dei gemelli fraterni.
E’ il tratto che precede la depressione o esso stesso aumenta all’aumentare della
depressione o diminuisce quando la depressione diminuisce? La depressione clinica
si verifica quando è pre-esistente una personalità depressiva? Queste sono le
domande alle quali bisogna dare una risposta se gli schemi cognitivi sono
considerati come diatesi per il disturbo, piuttosto che come sintomi di quel
disturbo. Gli studiosi delle basi biologiche della personalità restringono il termine
diatesi ai fattori genetici e biologici nel sistema nervoso che influenzano la
suscettibilità a sviluppare un disturbo o direttamente o tramite la mediazione dei
fattori di personalità e dei fattori cognitivi.
La definizione di alcuni disturbi implica una reazione anomala rispetto alla
situazione stressante. Un disturbo distimico è definito come “un malumore
depressivo cronico che si verifica per quasi tutto il giorno e per più giorni
consecutivi per almeno 2 anni” (DSM-IV). Un disturbo d’ansia generalizzata
(GAD) è descritto come “ansia eccessiva e preoccupazione (aspettativa apprensiva)
per molti eventi o attività, che si verifica per molti giorni e per un periodo di almeno
sei mesi” (DSM-IV). Sebbene per la diagnosi di questo disturbo occorrano almeno
sei mesi, i pazienti con GAD, di solito, riportano ansia generalizzata per più della
metà della loro vita. Al contrario, un attacco di panico può essere diagnosticato
anche subito dopo due attacchi di panico, sebbene questo disturbo possa persistere
per diversi anni. Mentre l’ansia generalizzata si evidenzia in una varietà di situazioni,
le reazioni fobiche solo in presenza dell’oggetto fobico, o in una situazione che
anticipa l’oggetto fobico. Nonostante che in alcuni disturbi sia mostrato un
consistente comportamento anomalo, non sempre le persone con neurosi e psicosi
manifestano comportamenti alla maniera neurotica, o psicotica, tutte le volte e in
tutte le situazioni.
Personalità
La personalità può essere definita come l’organizzazione di tratti che caratterizzano
gli individui. Il tratto è un ipotetico costrutto basato sull’osservazione di consistenti e
durature caratteristiche nel comportamento per una limitata gamma di situazioni.
Non tutte le teorie sullo stress-diatesi incorporano i tratti di personalità per
distinguere un disturbo da un altro. Nelle teorie che vedono il disturbo clinico come
una estensione quantitativa di tratti di personalità relativamente stabili, i disturbi
della personalità sono rappresentati da una gamma intermedia di sindromi dei tratti.
Se un disturbo della personalità è comorbido con un disturbo clinico, esso precede il
più grave disturbo clinico, e persiste anche quando il disturbo clinico è scomparso. A
differenza del disturbo clinico che viene definito in termini di specifici sintomi di
varia durata, i disturbi della personalità sono definiti da cluster di tratti di personalità
di lunga durata. In nessun modo risulta chiaro che tutti i disturbi clinici emergono da
pre-esistenti disturbi della personalità. Se un disturbo clinico emerge o meno da una
disposizione di personalità, è un problema che deve essere affrontato singolarmente
per ogni disturbo .
Stress
Il termine stress è stato derivato dalla fisica dove questo termine si riferisce a alla
deformazione provocata da una forza applicata su un corpo. Una definizione
psichiatrica di stress è “l’imposizione di pressione su una persona o gli effetti dello
sforzo su di essa”, entrambi i fattori psicologici e fisici possono essere stressanti.
(Selye, 1956: general adaptation syndrome; Spielberger, 1966 stress-anxiety;
Waltson, 1985 – ‘prolonged adverse affect producing anxiety’). Lo stress prolungato
può danneggiare il funzionamento normale o innescare la malattia mentale? E’
importante non confondere lo stress, definito come reazione normativa a una data
situazione, con la reazione individuale a tale situazione. L’impatto dello stress a
produrre depressione è più grande per gli individui con rischio genetico elevato e più
piccolo per quelli con rischio genetico più basso (Kendler et al., 1995).
Vi sono alcuni casi, descritti dal DMS-IV, in cui lo stress è assunto essere la causa
principale se non la sola causa, ad es. dei disturbi “disturbo depressivo reattivo”,
“psicosi reattiva breve”, “disturbo da stress acuto”. Nel caso in cui vi sia una
reazione persistente a uno stress dovuto a eventi di vita o la riattivazione della
reazione dopo mesi o anni dall’evento, tale reazione è denominata disturbo posttraumatico da stress (PTSD). Può lo stress da solo produrre un disturbo senza diatesi
per quel disturbo? Sebbene molti tipi di stress estremo come la guerra, la violenza
sessuale, e le esperienze catastrofiche producano molti disturbi persistenti, solo una
piccola parte di persone esposte a tali esperienze sviluppano un PTSD o altri
disturbi gravi.
Il fatto che lo stress da solo non sia sufficiente a spiegare la psicopatologia fa
discutere sull’introdurre, o meno, i tratti di personalità nelle equazioni di regressione
multipla. Una struttura di personalità si sviluppa dalle interazioni tra genetica ed
esperienza durante gli anni della formazione, probabilmente fino alla fase di
giovane adulto, periodo in cui la personalità si stabilizza e diventa affidabile
(Zuckerman, 1991). Il costrutto di personalità che comprende sia i tratti generali che
gli specifici tratti cognitivi, probabilmente funziona come moderatore della risposta
allo stress e può spiegare perché due persone esposte allo stesso stress possono
manifestare differenti reazioni. E’ un errore, comunque, descrivere la personalità
come diatesi, poiché la stessa personalità è una funzione dei suoi genotipi ed
esperienze di vita.
Modelli di stress-diatesi
I modelli di stress-diatesi possono avere differenti forme. Queste dipendono dalle
assunzioni fatte relativamente al ruolo dato a diatesi e stress, vale a dire, se essi sono
necessari, sufficienti, o contribuiscono, ma non sono necessarie cause del disturbo
esaminato. Ad es. il modello di Meehl (1962) è un modello interattivo con una
diatesi dicotomica (v., Fig.). La diatesi è costituita da un singolo gene dominante, lo
“schizogene” che produce il difetto neurale schizotassico. La condizione
schizotassica produce una personalità schizotipica su “tutti gli apprendimenti sociali
esistenti. Solo alcuni schizotipi sviluppano un pieno disturbo schizofrenico. Molti
restano schizotipi compensati. Lo stress prodotto da una cosiddetta madre
schizofrenogenica, la quale è ambivalente e punisce il suo bambino schizotipico in
modo inconsistente, è il tipo di stress che spinge lo schizotipo in schizofrenia. Il
singolo gene e la condizione schizotassica conseguente costituiscono, quindi,
secondo questo modello, la diatesi che è una necessaria causa della schizofrenia,
vale a dire che se lo schizogene è assente un individuo non può diventare
schizofrenico solo per essere cresciuto in un ambiente stressante. La condizione
schizotassica è una causa sufficiente per lo sviluppo di una personalità schizotipica.
Introduzione allo studio delle Differenze Individuali
Lo studio delle differenze individuali è parte di una consolidata
tradizione in psicologia che risale a più di un secolo fa.
Esso comprende un notevole numero di costrutti “latenti” come
l’intelligenza, la personalità e il temperamento che rappresentano
le maggiori sorgenti di variabilità nel comportamento. Lo studio
delle differenze individuali rappresenta, quindi, una peculiare area
della psicologia. Al contrario, molte teorie psicologiche facilmente
assumono che ogni individuo è uguale all’altro e tentano, quindi,
di individuare gli aspetti universali del comportamento umano. Le
teorie delle differenze individuali, invece, si interessano delle
differenze tra gli individui, o degli aspetti che li rendono unici.
Esse intendono spiegare le differenze osservabili tra gli individui
in termini delle sottostanti determinanti psicologiche, vale a dire le
differenze nel modo in cui gli individui sentono o pensano
determinano le differenze nel modo in cui essi agiscono.
I tratti come disposizione ad agire secondo interessi, valori, e preferenze
Descrizione degli individui
Le teorie della personalità concettualizzano le differenze comportamentali in
termini di caratteristiche psicologiche o tratti i quali sono in parte ereditati e,
specialmente negli adulti, rimangono relativamente stabili.
Scopo principale è di identificare i
principali pattern del
comportamento per i quali gli
individui possono essere confrontati.
Non importa quanto le teorie delle
differenze individuali siano astratte,
l’obiettivo è di fornire sia una
descrizione teorica che applicativa. Il
trattamento psicopatologico non
sarebbe stato virtualmente sviluppato
senza l’uso delle teorie della
personalità e dei metodi di
valutazione, poichè questi giocano un
ruolo vitale nella diagnosi e nelle
strategie terapeutiche.
Anormalità
Molti costrutti sulle differenze individuali sono stati sviluppati sulla
base di osservazioni del comportamento abituale e si riferiscono al
comportamento normale. Nei contesti clinici (ad es. ospedali e
istituzioni psichiatriche), gli psicologi hanno elaborato teorie sui
disturbi del comportamento e hanno stabilito i criteri per giudicare la
“salute psicologica” la quale rappresenta il termine politicamente
corretto di “normalità”.
Le differenze individuali sono
espresse entrambe in termini di
comportamenti normali e
anormali, la psicopatologia e la
personalità sono così strettamente
relate che la prima può essere
vista come una sottoclasse
dell’altra (v. Fig.)
Intelligenza, competizione e adattamento
Essere nella normalità non sempre è desiderato. Vi sono numerose
situazioni in cui noi desideriamo differenziarci dalla norma. Per
esempio, lo studente medio universitario ha molti debiti di studio
e preferirebbe appartenere alla minoranza degli “anormali” senza
debito. Le differenze individuali nell’intelligenza si riferiscono
all’abilità individuale a risolvere problemi che contribuiscono
all’adattamento positivo del mondo reale. I problemi variano da
prove comuni alla vita di ogni giorno, a prove di matematica
complessa. Questa abilità viene valutata mediante una serie di
prove standardizzate nelle quali gli individui competono per
ottenere i punteggi più alti possibili, allo stesso modo di come
accade nella vita reale. A differenza della personalità, che viene
misurata mediante misure di self-report, l’intelligenza viene
misurata mediante test che valutano la prestazione individuale.
Ciò ha reso i test IQ un valido e affidabile strumento per
classificare e selezionare gli individui nel contesto educativo e
lavorativo.
La soluzione di problemi (v. schema sottoindicato) che richiedono (1)
operazioni mentali e (2) sono relati a indicatori di competenza nella vita
reale possono essere considerati una misura dell’intelligenza.
Intelligenza: differenze individuali nella competizione e adattamento
• Intelligenza, anche conosciuta come abilità intellettiva, IQ, abilità cognitiva, o
“g” (per intelligenza generale).
• Misura un’abilità individuale ad adattarsi e a risolvere problemi.
• I problemi possono estendersi dai test di matematica complessa al semplice
tempo di reazione (RT) e anche da prove pratiche.
• L’intelligenza può essere ridotta in capacità elementari o abilità.
• Viene misurata mediante test standardizzati a scelta-multipla.
• La performance individuale è confrontata con la norma (distr. normale).
• L’IQ è uno strumento potente e ampiamente utilizzato per classificare e
selezionare gli individui.
• Nei settori educativi e occupazionali, la misura dell’IQ è stata trovata essere
veramente efficace.
Predire il successo
Da quanto riportato precedentemente si può dedurre che l’obiettivo
principale della ricerca sull’intelligenza è altamente pragmatico, cioè, di
predire il successo e l’insuccesso futuro. Naturalmente vi sono state molte
critiche alla psicologia differenziale e specificamente è stato evidenziato
che classificare gli individui in termini delle loro capacità o abilità in
specifici compiti può essere usato per discriminare socialmente ed
economicamente gli individui. Deve essere chiaro che tale
“discriminazione” è basata su una empirica e razionale valutazione degli
attributi individuali, che di per sé è opposta alla discriminazione sociale.
Come è noto, la discriminazione sociale è basata su credenze, pregiudizi e
attitudini negative verso un individuo sulla sua appartenenza a un gruppo e
non considera sia le sue qualità individuali che le sue capacità.
Oggi, quando si deve selezionare nuovo personale, o studenti dei corsi
universitari, si valuta cosa la persona può fare, quello che conosce e che
potenzialmente può conoscere, quello che ha fatto in passato (CV), a quale
cultura appartiene. I critici del test IQ, comunque accettano che la sola
intervista (specialmente se non strutturata) è in nessun modo una valutazione
migliore di quella fornita dall’IQ.
Differenti predittori del successo futuro
Qual’è il migliore tra questi predittori?
Nati Diversi?
Mentre è generalmente accettato che i tratti fisici come il colore dei capelli o gli
zigomi, sono ereditati geneticamente, le similarità psicologiche possono anche
dipendere dalle influenze ambientali, come l’educazione ricevuta, l’ambiente
familiare e le relazioni con gli amici.
Abbiamo di fronte due problemi:
(1) Identificare le similarità
psicologiche tra membri della
stessa famiglia (ad es. personalità
e intelligenza) e (2) valutare se
tali similarità siano il risultato dei
geni o della mera esposizione allo
stesso ambiente.
Negli ultimi 20 anni gli psicologi (v. ad es. Gardner, 1983; Goleman, 1995;
Sternberg, 1997) hanno focalizzato l’attenzione non tanto alle capacità di
risolvere i problemi, ma soprattutto alle abilità pratiche. Se queste ultime
(che si riferiscono al modo in cui le persone gestiscono le emozioni,
controllano gli impulsi, e fanno decisioni pratiche) siano più importanti è una
questione non ancora risolta e sarà data una risposta in futuro.
Stati emozionali e motivazionali
Sebbene la psicologia differenziale sia basata sullo studio dei
pattern comportamentali ripetuti, vale a dire, il modo in cui
l’individuo si comporta di solito e lo rende differente dagli altri, è
pazzesco credere che le persone si comportino sempre allo stesso
modo. Noi non siamo robot o computer programmati che si
comportano secondo schemi rigidi e tendenze predeterminate, e le
nostre risposte a determinate situazioni possono variare nel corso del
tempo. Inoltre, anche in assenza di eventi salienti, il nostro umore e
la nostra motivazione possono fluttuare e ci possono portare a reagire
in modo differente. I tratti, quali ad es. la gradevolezza e lo
psicoticismo, ci possono dare informazioni circa il livello di
aggressività della persona, ma ci possono dire poco riguardo il livello
di reattività aggressiva di quella persona in una specifica situazione.
Allo stesso modo il livello di intelligenza di una persona è un povero
predittore della performance, in una data prova, se il livello
motivazionale o il livello di sforzo è basso.
La figura mostra la relazione tra i tratti stabili e gli stati motivazionali ed
emozionali come predittori del comportamento.
La motivazione e l’umore sono non solo influenzati dalle variabili di
tratto, ma dipendono anche da fattori situazionali. Il comportamento
è, quindi, una conseguenza, non solo della disposizione interna, come
le caratteristiche di personalità, ma anche di fattori situazionali. In
breve, i tratti di personalità sono misure che rappresentano le
tendenze comportamentali e si riferiscono ad una “tipica”
performance, mentre le misure di abilità mentale si riferiscono alla
“massima” performance e indicano, quindi, il massimo che un
individuo può fare (Cronbach, 1949). Le teorie motivazionali, del
drive, e dell’affetto, sottolineano che, sebbene la personalità e
l’intelligenza siano utili nel predire le differenze comportamentali e
prestazionali tra gli individui, è spesso necessario interpretare il
comportamento al livello di stato (situazione) piuttosto che a quello
di tratto. Per concludere, non tutte le espressioni del comportamento
possono essere interpretate come manifestazione di un tratto. Alcuni
comportamenti sono rappresentativi di tratti, mentre altri non lo sono.
La personalità, in generale, non è una assoluta disposizione ad agire
in uno specifico modo.
Definizione di Personalità
Watson (1930): “La somma delle attività rilevabili con una
osservazione sul campo condotta per un periodo di tempo
sufficientemente lungo”
Wundt trasforma il sistema categoriale di Galeno (Melanconico,
Flemmatico, Collerico, Sanguigno) in un sistema dimensionale.
Definisce sui 2 assi cartesiani la ‘reattività affettiva’ degli
individui:
INTENSITA’ (debole, forte); VELOCITA’ di CAMBIAMENTO
(lento, rapido)
Eysenck: (Stabile, Instabile) e (Estroverso, Introverso)
Debole
Eysenck Personality
Inventory (EPI)
Lento
Fig.1
Rapido
Forte
Scale utilizzate da Eysenck (1964): Maudsley Personality
Inventory
Cattell Personality Inventory
Eysenck Personality Inventory
Gli isterici presentano livelli di E simili ai normali, sebbene
raggiungano alti livelli N.
situazioni
tratti
Stati
cognitivi
Stati
fisiologici
Comportamento
Melanconico
Collerico
(Eysenck & Eysenck, 1963)
Flemmatico
Sanguigno
I pazienti affetti da stati
ansiosi, fobie, disordini
compulsivo-ossessivi (distimici)
cadono nel quadrante
melanconico e sono fortemente
introversi. Gli psicopatici e i
criminali in genere cadono nel
quadrante collerico e risultano
fortemente estroversi. Gli
isterici appartengono ad
entrambi i gruppi e, per quanto
riguarda l’estroversione, non si
differenziano in modo
significativo dai normali,
sebbene raggiungano alti
punteggi nella variabile
nevroticismo.
Risultati dell’analisi fattoriale su
schemi di comportamento
osservati in numerosi gruppi di
bambini affidati ad un centro di
orientamento (Eysenck, 1960).
Si osserva che tutte le notazioni si
correlano nel definire un fattore di
Nevroticismo. Esiste anche un
altro fattore, l’Estroversione, che
discrimina il comportamento dei
bambini. I bambini estroversiinstabili bestemmiano, si
azzuffano, disubbidiscono,
distruggono, marinano la scuola,
rubano, sono bugiardi e violenti,
villani ed egocentrici. I bambini
introversi risultano sensibili,
distratti, depressi, tendono ad
isolarsi, sono inefficienti,
coltivano sentimenti di inferiorità,
sognano ad occhi aperti e sono
apprensivi.
L’analisi fattoriale
(Eysenck, 1960) conferma
i risultati ottenuti con
l’analisi discriminante a
favore dell’ipotesi
bidimensionale.
Lacey (1952): “Specificità della risposta”: Ogni soggetto ha un
suo schema di risposta autonomica per un dato stressore.
Arousal: sostituisce il termine “eccitazione”
Inibizione temporale → abituazione (inibizione interna o recettiva
secondo Hull)
Il calo della vigilanza in compiti attentivi ripetitivi è spiegabile
in termini di Inibizione temporale.
Inibizione spaziale → scontro tra due eccitazioni
Estroversi → forti processi inibitori, deboli processi eccitatori
Introversi → forti processi eccitatori, deboli processi inibitori
PB= PC * E
dove:
PC ≡ Aspetti costituzionali della
Personalità
PB ≡ Aspetti comportamentali
della Personalità
E ≡ Influenza ambientale
SYSTEMS OF TEMPERAMENT
Thomas and Chess
The first longitudinal study of temperament in infancy was conducted by Thomas
and Chess (1977; Chess & Thomas, 1984). Like Strelau, Thomas and Chess
distinguished temperament from personality, abilities, and motivation in terms of
style or expression of response ("how") as opposed to its content ("what") or goals
("why"). The study, which was initiated in 1956, began with infants between 2 and
3 months of age who were reassessed at various intervals into adulthood. Parental
ratings were used at the earlier stages and other methods were used at later ages.
Nine categories of behavior initially were established from parental interview:
1 . Approach-Withdrawal: Reactions to novel stimuli such as new foods,
toys, and strangers (.84).
2. ActivityLevel: Activity in various situations, such as bathing, eating,play
ing, crawling, and walking (.71).
3. Rhythmicity (regularity): Regularity in functions such as feeding, elimi
nation, and sleep (.62).
4. Distractibility: The ease of changing the direction of attention from one
activity to another (. 6 1).
5. Adaptability: Long-term responses to new or altered situations; modifi
ability of behavior (.58).
6. Attention Span and Persistence: The length of time a particular activity is
pursued and the continuation in an activity in spite of attempts at interference (.43).
7. Quality of Mood: The amount of pleasant, joyful, and friendly behavior
contrasted with the amount of unpleasant, crying, and unfriendly behavior 07).
8. Threshold of Responsiveness: The intensity of stimulation in any sensory
modality that is necessary to evoke a response (. 15).
9. Intensity of Reaction: The energy level of responses regardless of their quality or
direction (.00).
Rational and factor analyses led Thomas, Chess, and Birch (1968) to
define three types:
1."Easy Temperament" is defined by high scores on regularity, approach, adaptability,
mild or moderate intensity of reaction, and predominance of positive mood.
2."Difficult Temperament" is the polar opposite of "Easy Temperament," with
irregularity, withdrawal, nonadaptability, intense reactions, and negative mood. This
type is on the opposite end of a continuum with "easy temperament."
3."Slow-to-Warm-Up Temperament" consists of mild negative reactions and slow
adaptation to new stimuli or persons but only mild intensity of emotional reactions and
no irregularity.
Rothbart and Derryberry
Thomas and Chess did not speculate on the biological or genetic origins of their
basic traits of temperament. Rothbart and Derryberry constructed a developmental
theory of temperament using more sophisticated statistical, observational, and
laboratory methods and current psychobiological models. They defined
temperament as constitutional differences in reactivity and self-regulation,
influenced over time byheredity, maturation, and experience (Rothbart &
Derryberry, 198 1). Reactivity, which refers to arousability of physiological and
behavioral systems by stimulus intensity, novelty, and other signal qualities, may
be positive or negative in terms of affective response. Self-regulation refers to the
processes that modulate reactivitysuch as approach- avoidance/withdrawal, attack,
inhibition, orienting toward or away, self-soothing versus self- stimulation, and
seeking excitement versus seeking comfort from others.
Buss and Plornin
Buss and Plomin (1975, 1984) define temperament as earlier occuring traits
(observable by 2 years of age) that are strongly genetic in origin. Certainly,
temperament traits should show some degree of heritability, but how much?
Heritabilities can vary with age. A trait that appears to be highly heritable during
infancy may have attenuated heritability with age, or vice versa.
Parent Rating Scales
1. Emotionality; 2. Activity; 3. Sociability; 4. Impulsivity
Factor analyses of items showed good factorial validity; most of the items loaded on the
scales to which they had been rationally assigned.
Self-Report Questionnaire (for older children and adults) yielded the same factors of
1. Emotionality: general, fear, anger
2. Activity: tempo (fast), vigor (energy, forcefulness)
3. Sociability. makes friends easily vs. shy, likes to play with others vs. alone
4. Impulsivity: inhibitory control (lack of), decision time (quick), sensation
seeking, persistence (lack of)
Strelau
Strelau was the most powerful influence in reviving the interest in temperament in the
West. The conferences he organized in Poland beginning in the 1970s brought together
temperament researchers from the United States and Western and Eastern European
countries. Strelau was influenced by Neo-Pavlovian theorists such as Teplov and
Nebylitsyn. Before Strelau's approach, the concepts of nervous system traits such as
excitation, inhibition, and mobility of nervous processes had been operationally defined by
laboratory methods such as conditioning, psychophysical, and psychophysiological
methods. Dogs and humans were diagnosed into personality types based on these methods.
Strelau was the first to try to translate these into behavioral terms using ratings and
questionnaires.
The Strelau Temperament Inventory (STI, Strelau, 1983)
1. Strength of excitation, or the ability to work under intense, distracting, or
disturbing conditions. This also was called "strength of the nervous system" and
persons with such strongnervous systernwere called "low reactives."
2. Strength of inhibition, or the ability to exercise behavioral restraint and to
remain calm under provocation. In Western slang, such persons might be called
"cool."
3. Mobility of nervous processes, or the ability to shift from states of excitation to
inhibition or back to excitation. It could be expressed in quickness of starting work
and ease of relaxing and falling asleep.
An additional variable, Activity, was added to the theoretical structure.
Strelau's theory is one of stimulus regulation by behavior. Activity was defined as
driven by the need for stimulation and the regulation of arousal level. It sounds
very much like Zuckerman's (1979, 1994) construct of sensation seeking and the
earlier model of an "optimal level of arousal."
Formal Characteristics ofBehavior Temperament Inventory (FCB-TI)
Strelau & Zawadzki (1993)
1 .Briskness, or the tendency to react quickly, to keep a high tempo in activities, and to shift easily in behavior according to situational demands.
2.Perseveration, or the tendency to continue behavior when the situations
eliciting the behavior are no longer present.
3. Sensory Sensitivity, or the ability to sense or react to low-intensity sensory
stimulation.
4. Emotional Reactivity, or intense emotional reactivity to provocative
stimuli; emotional sensitivity and low emotional endurance.
5.Endurance, or the capacity to react adequately in situations of intense
and long-lasting stimulation.
Goldsmith and Campos (1986)
The theory suggests that temperaments are initially related to emotional
responses and represent emotional or affective traits. Their Toddler Behavior
Assessment Questionnaire includes five scales, all of which include an emotional
dimension. (Activity is regarded as always related to emotional arousal, a dubious
assumption): 1. Activity Level; 2. Pleasure; 3. Social Fearfulness; 4. Anger
Proneness; 5. Interest Persistence (Interest is regarded as an emotion in Izard's (1993)
system of classification of emotions.)
Kagan
Kagan's earlier work involved a long-term longitudinal study of 44 boys
and 45 girls from "birth to maturity" (Kagan & Moss, 1962). The cohort was
studied at ages 0-3, 3-6, 6-10, 10-14, and as adults, 19-29 years of age. The
variables were dynamic interpersonal ones reflecting the psychoanalytic
zeitgeist during the 1950s, that is, aggression, dependency, sexuality, anxiety, and repression. One notable result was that practically no child variables from birth to age 3, and few from ages 3 to 6, were predictive of the
adult ratings. Whether this was because of the inappropriateness of some
of the variables used for children or to a real lack of connection between
temperament at early ages and adult personality is hard to say. At the time,
Kagan regarded these traits as an outcome of parent-child environment, but
later, like others of us from that generation of personality psychologists, he
became convinced that temperament had primarily biological roots.
Legge di Yerkes-Dodson
Berlyne (1960, 1971) ha esteso l’idea delle proprietà motivanti degli
stimoli al di là della semplice dimensione dell’intensità di stimolazione.
Temperamento: Tratti di personalità relativamente stabili, presenti in
altre specie animali e principalmente determinati sin dalla nascita da
meccanismi biologico-genetici, ma soggetti a cambiamento a causa della
maturazione e della interazione tra genotipo ed esperienze di vita.
Le caratteristiche principali del temperamento, secondo Pavlov, sono:
Forza dell’eccitazione, definita come la capacità dei neuroni cerebrali di
continuare a funzionare anche in condizioni di prolungata o ricorrente
stimolazione senza scatenare meccanismi di inibizione protettiva.
Forza dell’inibizione: capacità dei neuroni di inibire una risposta in corso
di emissione.
Bilanciamento: equilibrio tra i processi di eccitazione e inibizione
Mobilità: velocità di spostamento dai processi di eccitazione e di
inibizione
Tipo sanguigno stabile-estroverso (Eysenck)
alto “sensation seeker” (Zuckerman)
alti livelli di Bilanciamento e alta Mobilità
Melanconico ansioso – introverso
E/I = FD/FS
E → Estroverso
I → Introverso
FD → Farmaco Depressivo FS → Farmaco Stimolante
La prima teoria di Eysenck era basata sulle proprietà eccitatorie e
inibitorie del sistema nervoso e il loro equilibrio (Hull e Pavlov).
Estroversi: più grande forza di inibizione in reazione a stimolazioni
ripetute
Introversi: eccesso di eccitazione
La teoria è stata poi riformulata alla luce della teoria dell’optimal
level of stimulation (OLS). Eysenck ha utilizzato la curva ad U
invertita di Wundt e Hull e ha diviso gli introversi dagli estroversi
rispetto a queste curve (v. Fig. ).
Successivamente Eysenck (1976) aggiunse un’altra dimensione al
suo modello: lo psicoticismo (P). Prima E era composta dalla
impulsività e socievolezza (sociability).
Dopo la formulazione di P, l’impulsività apparteneva al fattore P
piuttosto che E.
Il concetto di cervello trino (MacLean, 1970, 1976, 1982) : (1) cervello del rettile,
(2) cervello del paleomammifero; (3) cervello del neomammifero
Cervello del Rettile
Cervello del
Paleomammifero
Cervello del
Neomammifero
Teoria di Eysenck (1967)
Questi autori hanno
dimostrato che (1)
all’aumentare della
intensità luminosa le
soglie uditive si
abbassano a causa
dell’aumento
dell’arousal; (2)
l’effetto di inibizione
transmarginale può
invertire questo
andamento a un
qualche livello di
intesità; (3) l’innesco
dell’inibizione
transmarginale si
verifica a più bassi
livelli di intensità negli
introversi
Shigehisha & Symons (1973):
Effect of Transmarginal Inhibition
Alcuni risultati ottenuti a sostegno della teoria di Eysenck:
In condizioni di riposo:
Attivazione EEG: Introversi > Estroversi
Ampiezza alpha: AAR (Alpha Attenuation Response)
Ampiezza beta: maggiore abituazione agli stimoli degli E rispetto
agli I.
Gli estroversi sono più rapidi a rispondere a stimoli semplici.
J. Brebner: gli estroversi sono facilitati all’output
gli introversi sono facilitati all’input
Negli esperimenti che utilizzano molti trial (N>100):
ERP: più ampia P2 negli introversi rispetto agli estroversi
più ampia P3 negli introversi rispetto agli estroversi
E’ stato interpretato da Di Traglia & Polich (1991) sulla
considerazione che gli introversi si abituano meno degli estroversi
G. Stenberg (1994): P300 maggiore negli E quando la prova è
complessa e richiede molta capacità di processamento.
Brocke, Tasche & Beauducel (1997) confermano che la relazione
negativa tra E e ampiezza P300 si inverte, cioè diventa positiva, se
si rende la prova più difficile o se si aumenta la capacità di
processamento come accade quando si aggiunge del rumore
bianco in una prova di riconoscimento di stimoli acustici.
La variabile Neuroticismo è legata all’ansia. Le principali variabili
fisiologiche legate a questa dimensione sono:
SCL, SCR, EMG a riposo, HR.
Stahl & Rammsayer (2004). Brain and Cognition 56 (2004) 293–303
The participants were instructed to respond with one hand to the letter v
and with the other hand to the letter w. Introverts showed a reliably shorter
latency in stimulus-locked LRP than extraverts. This latter finding supports
the notion of faster stimulus analysis in introverts compared to extraverts.
Furthermore, there was no indication of extraversion-related individual
differences in speed of response organization and response execution as
indicated by response-locked LRP and EMG latencies, respectively.
Stimulus locked ERP
No signif. differences
Stahl & Rammsayer (2004). Brain and Cognition 56 (2004) 293–303
Latenza LRT-S
Introversi < Estroversi
Questi risultati non
confermano l’ipotesi
di Brebner (1983,
1985)
Latenza LRT-R
Estroversi = Introversi
Eysenck (1963)
stimulant
depressant
Claridge & Harrington (1963) sono stati i primi a provare, con un esperimento,
che gli Estroversi richiedono una minore quantità di sodium amytal (depressivo)
per raggiungere la soglia di sedazione rispetto agli Introversi e Ambiversi
Eysenck EN
Gray Anx, Imp
Costa & Mc Crae (1992) NEO PI-R (Extrav., Neurot,
Agreeableness, Conscentiousness, Openness)
I tratti emozionali hanno
mostrato differenze
individuali ereditabili
negli uomini, cani, nei ratti
e in altri mammiferi.
I tratti:
E Arousal Positiva
N Arousal Negativa
Sfortunatamente da Pavlov
a oggi le basi neurali delle
emozioni non sono ancora
del tutto chiare, ma oggi
esistono nuovi metodi che
potenzialmente ci
potrebbero permettere di
sapere dove e quando tali
processi avvengono
ACC=Accumbens
Sebbene lo sviluppo delle tecniche di neuroimaging e in particolare nuove varianti
della positron emisson tomography (PET) possano fornire informazioni sul livello
di rilascio della dopamina nel cervello, la risoluzione di questi metodi sono limitati
a 2-3 minuti. Comunque la PET ha evidenziato il rilascio di dopamina nel
processamento dell’incentivo nel nucleo accumbens (NA) e la corteccia prefrontale
mesiale (MPFC), ma non ha permesso di conoscere le fasi temporali di questo
rilascio. Tuttavia il recente sviluppo della event-related fMRI ha consentito di avere
una risoluzione temporale dell’ordine di 1-2 secondi. Alcuni studi recenti hanno
provato ad evidenziare il corso temporale dell’attività mesolimbica durante tutte le
fasi e per tutti i tipi di processamento dell’incentivo.
Knutson et al (2001, 2003) utilizzando la prova “monetary incentive delay” (MID)
durante scanning evento-correlato con fMRI hanno evidenziato che l’attivazione del
NA era fortemente associata all’anticipazione di vincita di denaro. Quando le
persone anticipavano la vincita di grandi somme di danaro (+5$) e vi riuscivano,
aumentava l’attivazione nella MPFC, ma quando sbagliavano l’attivazione si
riduceva. Questi risultati indicano che che il NA è responsabile del processamento
dell’anticipazione del premio, mentre la MPFC del processamento del denaro
guadagnato.
Attività del Cervello ed arousal positiva
Estroversione e attività cerebrale
Nello studio di Knutson et al. (2000), utilizzando la fMRI hanno trovato che
l’estroversione era correlata positivamente con l’attivazione dei nuclei caudato
dorsale e talamico dorsale (r=.50, p<.05) per i trial con incentivo versus il nonincentivo, mentre il tratto nevroticismo era correlato con l’attivazione talamica
(r=-.43, p<.05) per i trial con incentivo versus non-incentivo.
(NA=Nucleo Accumbens, VOI=Volume di interesse)
TEORIA DI GRAY
Questa teoria è basata sulla teoria dell’apprendimento.
Rappresenta una valida applicazione dei risultati ottenuti in
animali (ratti) da esperimento, verso la descrizione del
comportamento umano.
Gray ha distinto 3 sistemi comportamentali che determinano la
personalità dell’individuo:
1) The Behavioural-Activation System (Approach System:
BAS)
2) The Behavioural-Inhibition System (BIS)
3) The Fight-Flight Freezing System
I 3 sistemi possono essere considerati come parte sub-ordinata delle
tre dimensioni di Eysenck N, E, P.
BAS (Approach): comportamento di approach basato sulla
sensibilità a segnali di ricompensa o cessazione della punizione
(sollievo). Questo tratto è legato alla Impulsività, alti livelli di N, E
e P. Le basi biologiche di tale disposizione sono il sistema
dopaminergico che media l’autostimolazione del cervello nel ratto
e, quindi, ritenuto mediare il rinforzo di ricompense naturali e
apprese. Questo sistema è la via necessaria per evocare gli effetti di
euforia degli oppioidi, delle anfetamine e della cocaina.
BIS: definito come inibizione dei programmi di comportamento in
corso in risposta a segnali associati con una punizione o non
rinforzo. Secondo Gray, il mecanismo di operazione del BIS è di
scandire (scan) l’ambiente (checking mode) per rilevare stimoli
minacciosi o nuovi. Se tali stimoli sono presenti, il BIS blocca
l’attività in corso che è governata da altri sistemi (control mode),
sposta l’attenzione verso gli stimoli minacciosi e aumenta l’arousal
generale del sistema nervoso autonomo.
[vie noradrenergica e serotoninergica ascendenti che innervano il sistema settoippocampale, il circuito di Papez e la corteccia orbito-frontale].
Vi sono discordanze nel definire se stimoli nuovi interessino il BIS o il BAS.
Per Gray interessano l’attività del BIS che passa dal ‘checking mode’ al
‘control mode’; per altri ricercatori, invece, gli stimoli nuovi, essendo
incondizionati, possono interessare sia il BIS che il BAS. Negli stimoli nuovi
non vi è nulla di intrinsecamente ansiogeno fino a che la loro intensità non sia
così alta e siano diretti verso la persona che li osserva piuttosto che si
allontanino da essa. L’ansia e la dimensione N sono associate al BIS. Recenti
ricerche hanno associato al BIS la funzione di “conflict monitoring” (v. ad es.
Amodio, 2008)
FIGHT-FLIGHT FREEZING (FFFS): Effetti comportamentali di eventi
avversivi: aggressione per difesa (fight) e rapido evitamento dalla fontedi punizione
(flight). L’attività di questo sistema è mediato dall’amigdala e strutture ipotalamiche.
E’ una dimensione associata a una dimensione di Anger-hostility. Non
ha avuto molti riscontri correlazionali con altre variabili quali E, N, P,
SSS.
Gray-Wilson Personality
Questionnaire:
Dimensioni
BAS Approccio–Evitamento
attivo
BIS Evitamento passivo
(blocco) – Estinsione
FFFFS Fight-Flight Freezing
Gray ha formulato un modello che suggerisce come i meccanismi
centrali del cervello relati alle “aspettative” di ricompensa e punizione
sono modificati dal risultato del comportamento stesso. Per
“aspettative” egli intende un meccanismo neurofisiologico e non una
costruzione mentalistica. Il sistema di ‘arousal’ in questo modello
potenzia il comportamento, ma non è un costrutto centrale così come lo
è nelle teorie di Pavlov, Hull e Eysenck. Questo modello suggerisce che
le dimensioni di personalità di base dipendono dalla capacità degli
stimoli a provocare emozioni positive e negative associate alla storia del
condizionamento di quell’organismo. I meccanismi di rinforzo positivo
e punizione vengono cambiati sulla base dell’esperienza con l’ambiente
circostante. Nella figura sottostante è rappresentata la relazione tra le
dimensioni di Eysenck (E, N) e la suscettibilità alla ricompensa (I) e
alla punizione (Anx) (Impulsività e Ansietà) proposte da Gray.
Ansia: Riflette l’aumento della sensibilità alla punizione o ai segnali di non ricompensa
e novità
Impulsività: riflette aumentata sensibilità ai segnali di ricompensa o non-punizione.
Le dimensioni di personalità di Eysenck E ed N sono viste come variabili di
primario significato biologico.
Le dimensioni di personalità di Eysenck E ed N sono viste come variabili
secondarie derivate da variabili di primario significato biologico.
Predizioni della teoria di Gray:
1) Superiorità di soggetti introversi nel
condizionamento avversivo (punizione);
2) Superiorità degli estroversi nel
condizionamento appetitivo (ricompensa);
3) Ansia un aumento nei livelli di ansia
porta ad un aumento della sensibilità ai
segnali di punizione;
4) Soggetti introversi con alti livelli di
Nevroticismo: alta suscettibilità alla
punizione
“Reinforcement Sensitivity Theory” (RST):
E ∝ (BAS – BIS); N ∝ (BAS + BIS);
BAS ∝ (E + N); BIS ∝ (N – E)
BAS ∝ (K*E+N); BIS ∝ (K*N-E)
per α=30° k=2
BAS ∝ (K*E+N);
BIS ∝ (K*N-E)
per α=30° k=2
In termini di emozioni positive (PA) o negative (NA) l’equazione
soprariportata diventa:
Eysenck: PA = E; NA = N
Gray-Newman: PA = E + N + (E*N); NA = N – E + (E*N)
Gray (RST): PA = 2E + N; NA = 2N – E
S O R
Secondo Gray le differenze individuali dipendono dal legame S →
O. Tuttavia, noi possiamo misurare solo la risposta R. Un obiettivo
da raggiungere nella ricerca futura è quello di riuscire a separare la
sensibilità individuale allo stimolo dalla grandezza della risposta.
I più suscettibili
alla ricompensa
Alta Impulsività:
alto N, alta E,
alta P
Fuga (Flight)
Attacco (flight)
Attacco/fuga (fight/flight) a stimolazioni
dolorifiche o minacciose
I meno
suscettibili alla
ricompensa
(stabile)
Fight + N comportamento aggressivo
Secondo la teoria di Gray, poichè il BIS e BAS sono ortogonali dovrebbe
accadere che:
1) Responses to reward should be the same at all levels of BIS/Anx.
2) Responses to punishment should be the same at all levels of BAS/Imp.
This is what Corr calls the “separable sub-system” hypothesis
(Corr,2001). Recently Corr (2001) proposed a revision of the
relationship between the BIS and the BAS sub-systems.
Corr puts forward a new “joint subsystem” hypothesis, in which the BIS and
the BAS are not independent, but influence each other in an interdependant fashion.
In uno studio recente abbiamo cercato di verificare queste ipotesi:
Participants were assigned to either a “low” or “high” group in Sensitivity to
Punishment (SP- or SP+) and in Sensitivity to Reward (SR- or SR+), according to
their scores on the SPSRQ (Torrubia et al,2001).
4
Negative
Positive
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
SP-,SR-
SP-,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
MMN peak amplitudes Cz
SP-SR+ Neutral
SP-SR- Neutral
SP+SR- Neutral
SP+SR+ Neutral
SP- SR+Positive
SP- SR-Positive
SP+ SR-Positive
SP+ SR+Positive
-4
-4
Cz
Cz
-2
-2
0
0
2
-1
5
0
4
0
1
5
0
3
1
-
0 0
5
0
2
0
1
5
SP-SR+ Negative
SP-SR- Negative
SP+SR- Negative
SP+SR+ Negative
-4
-150
0 0
-4
Cz
-2
-2
0
0
2
2
4
4
150
3
SP- SR+Reading
SP- SR-Reading-Cz
SP+ SR-Reading
SP+ SR+Reading
Cz
0
0
300
ms
-150
0
150
300
ms
MMN during negative, positive,
neutral and reading conditions
4
Negative
Positive
4
Neutral
3,5
3,5
3
3
2,5
2,5
2
2
1,5
1,5
1
1
0,5
0,5
0
0
Reading
SP-,SR-
SP-,SR+
SP-,SR-
SP-,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
SP= Sensitivity to Punishment / SR= Sensitivity to Reward
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