Le alleanze contrapposte (come ci si arrivò)
La Triplice Alleanza:
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tra Germania (impero), Austria (impero), Italia (regno)
firmato il 20 maggio 1882 a Vienna
patto di carattere puramente difensivo, prevedeva il reciproco aiuto in
caso di invasione esterna di uno qualsiasi dei tre firmatari
fu minata alle basi specialmente dai frequenti contrasti tra l’Austria e
l’Italia, legati a Trentino ed alla Venezia Giulia (le cosiddette terre
irredente) ed, inoltre, all’espansionismo asburgico nei Balcani.
La Triplice Intesa
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Tra Inghilterra (impero), Francia (repubblica), Russia (impero)
Tappe:
 1894: Francia e Russia, da poco uscita dal sistema bismarckiano,
stipularono un accordo militare ed economico.
 1904: dopo avere superato i contrasti coloniali in Africa, Francia e
Inghilterra siglano l’Intesa Cordiale
 1907: dopo avere superato i contrasti coloniali in Asia (Afghanistan)
con l’Inghilterra, anche la Russia si unisce all’intesa
I conflitti irrisolti
Francia – Germania
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La posta in gioco: l’egemonia nel continente europeo
Guerra franco-prussiana (giugno 1870 – maggio 1871): sconfitta
francese; determina la nascita dell’impero tedesco e l’egemonia tedesca
sul continente europeo
Revanscismo francese (revanscismo = atteggiamento collettivo
caratterizzato dalla voglia di rivincita, spec. da parte di un paese sconfitto
in guerra, improntato a uno spirito di rivalsa o di vendetta)
Germania – Inghilterra
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La posta in gioco: la difesa dell’egemonia mondiale dell’Inghilterra sui
mari
La politica di riarmo avviata dall’imperatore Guglielmo II
L’ingresso della Germania nella corsa mondiale alle colonie
Austria – Russia
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La posta in gioco: l’egemonia sui Balcani
Concausa: grave crisi dell’impero ottomano
Nascono nuovi stati nazionali slavi (Bulgaria, Serbia, Romania,
Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Albania)
Il nuovo protagonismo della Serbia
Gli interessi dell’Italia sulla sponda adriatica dei Balcani
Il contrasto tra l’elemento germanico e l’elemento slavo (il nazionalismo
aggressivo)
Il pangermanesimo è una ideologia risalente agli inizi del XIX secolo,
che auspicava la nascita di uno Stato che avrebbe riunito in sé tutti i
popoli di lingua e origine tedesca presenti in Europa. Si lega all’ideologia
dello spazio vitale (mirava alla conquista di nuovi territori dell'Europa
Orientale al fine di impadronirsi delle risorse necessarie allo sviluppo del
popolo tedesco)
Il panslavismo è un movimento culturale nato nel XIX secolo con l'arrivo
di ideali liberali e nazionali diffusi negli ambienti colti slavi in seguito al
romanticismo e alle guerre napoleoniche. Mirava alla presa di coscienza
dei popoli slavi di radici comuni, e si poneva come obiettivo quello di
creare un unico stato nazionale slavo.
Italia - Austria
La posta in gioco: le terre irredente (Trentino, Alto Adige, Friuli-VeneziaGiulia); le coste adriatiche dei Balcani
Come l’Italia entrò in guerra
Interventisti:
 gli interventisti democratici: i primi erano sostenitori di una immediata
cessione all’Italia delle terre irredente da parte dell’Austria
 i socialisti riformisti: ritenevano che solo sconfiggendo gli imperi centrali
si potevano sostenere le aspirazioni di indipendenza nazionale e di
democrazia dell'Europa intera.
 il sindacalismo rivoluzionario: guidato da Mussolini, criticava la
posizione dei socialisti italiani e credeva nella prospettiva rivoluzionaria
generata dalla sconfitta degli imperi centrali;
 i nazionalisti che vedevano nella guerra la possibilità di sostenere le
ambizioni espansionistiche dell’Italia;
 i liberali conservatori: vedevano nella guerra la possibilità di dare al
parlamento poteri straordinari tali da far finire per sempre le riforme
giolittiane. Inoltre e puntavano a riottenere i territori del Trentino e Trieste
e di far acquistare all'Italia lo status di grande potenza.
Neutralisti:
 i socialisti: ritenevano che la guerra fosse voluta dalle grandi potenze
europee imperialiste e capitaliste, avrebbe significato per le classi
lavoratrici solo sofferenze e un peggioramento della loro condizione di
sfruttati. In Europa, la loro posizione era isolata e indebolita dalle posizioni
interventiste della maggioranza dei partiti socialisti europei;
 i cattolici: seguivano l'orientamento dato dal pontefice che si schierò
contro la guerra, anche se rimaneva ancora il contrasto tra l'obbligato
neutralismo dettato Chiesa e la lealtà allo Stato di cui facevano parte;
 i giolittiani: sostenevano che l'Italia non era preparata a sostenere una
guerra che sarebbe durata molto tempo e richiesto numerose risorse
economiche e militari. Giolitti non si limitò solamente a manifestare la sua
posizione sulla impreparazione italiana, ma formulò un'analisi sulla
situazione internazionale. Egli riteneva che l'Italia avrebbe potuto ottenere
numerosi vantaggi senza la guerra, indicando l'opportunità di contrattare
la neutralità come se fosse una vittoria.
Il “colpo di stato” della corona
«Cittadini e soldati, siate un esercito solo!
Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento.»
(Vittorio Emanuele III)
 Gli interessi della Corona all’entrata in guerra
 Il Patto di Londra
 Le “finte” dimissioni di Salandra, la rinuncia di Giolitti, l’entrata in guerra
Le tappe fondamentali
1914
28 luglio – 23 agosto: a catena tutti i maggiori protagonisti del conflitto
entrano in guerra. L’Italia dichiara la sua neutralità
29 ottobre: entrata in guerra dell’impero turco a fianco di Germania e AustriaUngheria
1915
26 aprile: firma del patto (segreto) di Londra tra l’Italia e le potenze
dell’Intesa
23 maggio: entrata in guerra dell’Italia a fianco dei paesi dell’Intesa
1917
8 marzo: prima rivoluzione russa ( abdicazione dello zar)
2 aprile: entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco delle potenze dell’Intesa
6 novembre: Rivoluzione bolscevica (comunista) in Russia
1918
3 marzo: trattato di pace di Brest-Litvosk tra Russia e Germania (la Russia
comunista si ritira dal conflitto)
30-31 ottobre: la Turchia sconfitta firma l’armistizio
4 novembre: Italia e Austria firmano l’armistizio a Villa Giusti
11 novembre: la Germania firma l’armistizio con la Francia a Sedan. La Prima
Guerra Mondiale è finita.
La guerra “mondiale”
I tre fronti (più uno)
Il fronte italo-austriaco
La guerra “totale”…
… perché tutte le risorse della nazione sono finalizzate al conflitto;
… perché tutta la popolazione è coinvolta o direttamente o indirettamente nel
conflitto;
… perché la guerra si può concludere solamente con l’annientamento
dell’avversario.
La guerra di posizione (la trincea)
La nuova Europa
Le due filosofie nei confronti della pace
I Quattordici punti di Wilson
Un nuovo ordine mondiale basato su nuovi principi: eguaglianza delle nazioni,
autogoverno dei popoli, libertà dei mari, riduzione degli armamenti, abbandono
della diplomazia segreta, risoluzione pacifica dei conflitti (Società delle Nazioni)
La pace punitiva
I trattati di pace
La conferenza di pace di Parigi (gennaio 1919)
Il 28 aprile del 1919 venne formata la Società delle Nazioni, fondata da
Wilson. Il suo scopo primario era garantire il disarmo e la pace nel mondo.
Un consiglio di 9 membri, dei quali 4 di nomina elettiva ed altri membri di
diritto e permanenti. Le decisioni erano prese all’unanimità.
Il trattato di Versailles…
 concedeva alla Francia il bacino della Saar per quindici anni;
 restituiva alla Francia l’Alsazia e la Lorena;
 riduceva l’esercito tedesco e creava una fascia smilitarizzata sul confine
sud-occidentale tra Francia e Germania;
 cedeva lo Schleswig del nord alla Danimarca;
 la Germania era tenuta a pagare ingenti danni di guerra.
Il trattato di di Sèvres del 1920 (che riprese quello segreto di Sykes-Picot
del 1916) tolse alla Turchia la Siria e il Libano, che passarono alla Francia,
mentre Palestina e Iraq passarono agli inglesi. La Turchia perse molti altri
territori a favore della Grecia (già controllata dagli inglesi), dell'Armenia e del
Kurdistan, ma poi in parte se li riprese opponendosi decisamente al trattato di
Sèvres.
Il trattato di Saint Germaine sanciva la scomparsa dell’impero asburgico ed
il suo smembramento, dal quale nacquero molti nuovi Stati.
L’Italia ottenne il Trentino e l’Alto Adige, Trieste e l’Istria, ma fu costretta a
rinunciare alla Dalmazia.
Le conseguenze della pace
«Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni»
(Ferdinand Foch, ufficiale francese al comando degli Alleati nella Prima guerra mondiale;
1920.)
Gli osservatori più acuti, come l'economista britannico John Maynard Keynes,
criticarono duramente il trattato: non prevedeva alcun piano di ripresa
economica e l'atteggiamento punitivo e le sanzioni contro la Germania
avrebbero provocato nuovi conflitti e instabilità, invece di garantire una pace
duratura. Keynes espresse questa visione nel suo saggio The Economic
Consequences of the Peace (Le conseguenze economiche della pace).
Secondo il grande storico britannico Eric Hobsbawm, facendo propri i
Quattordici punti di Woodrow Wilson, i Trattati di Versailles aprirono la
strada - con la riorganizzazione, su base etnica, della carta dell'Europa - alle
successive pulizie etniche e all'Olocausto.
Keynes ha avuto pressoché subito la reputazione di essere uno degli uomini più
capaci e abili del ministero del tesoro inglese e perciò fu mandato alla
conferenza di Versailles come consigliere del Governo inglese. Sosteneva che
fossero ingiustificate le questioni della riparazione dei danni di guerra da parte
della Germania e che, volendo accettare quest'idea, le riparazioni non
avrebbero dovuto superare la cifra di 2.000.000 di sterline, Riteneva che
doveva esserci un annullamento dei debiti di guerra, cosa che avrebbe
agevolato in primis la stessa Gran Bretagna. Infine, Keynes voleva che gli Stati
Uniti lanciassero un programma di credito per aiutare l'economia dell'Europa,
affinché si riprendesse al più presto possibile.
La sua idea della conferenza di pace era che questa avrebbe dovuto porre le
basi per un rilancio dell'economia; la conferenza invece si occupò di confini e di
sicurezza nazionale. Le riparazioni dei danni costituirono il nodo centrale della
conferenza. Woodrow Wilson rifiutò l'idea di annullamento dei debiti di guerra e
di un programma di credito per l'Europa. Solo pochi partecipanti alla
conferenza di pace sostennero le idee di Keynes.
L’Europa prima della guerra
L’Europa dopo la guerra
I 14 punti di Wilson:
1. Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano
più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una
democrazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.
2. Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così
in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in
tutto o in parte da un'azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto
delle convenzioni internazionali.
3. Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed
eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni
che consentano alla pace, e si associno per mantenerla.
4. Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno
ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.
5. Regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente
imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta
osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli
interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle
ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
6. Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che
riguardano la Russia... Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni
sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della
buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazion
fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e
generosa.
7. Il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto –
dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne
l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere.
8. Il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti
invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a
proposito dell'Alsazia–Lorena, torto che ha compromesso la pace del
mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace possa
essere assicurata di nuovo nell'interesse di tutti.
9. Una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di
demarcazione chiaramente riconoscibili tra le due nazionalità.
10. Ai popoli dell'Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare
un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per
il loro sviluppo autonomo.
11. La Romania, la Serbia ed il Montenegro dovranno essere evacuati, i
territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato
un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati
balcanici dovranno essere stabilite da un'amichevole scambio di vedute,
tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la
storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali
dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrità territoriale di
alcuni stati balcanici.
12. Alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovrà essere assicurata
una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto
il giogo turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d'esistenza e la
piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli
dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte
le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali.
13. Dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà sui
territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà essere
assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua
indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere
garantite da convenzioni internazionali.
14. Dovrà essere creata un'associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni
formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli
indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza e di integrità territoriale.
I costi umani della guerra
I morti furono 8.450.000
di cui
680.000 italiani
2.000.000 russi
350.000 serbi
750.000 inglesi
1.350.000 extra-europei
1.400.000 francesi
1.800.000 tedeschi
I feriti furono 21.188.000
I dispersi furono 7.751.000