BATTAGLIE PERDUTE – GLI ERRORI MILITARI Introduzione In questo trattato vengono esaminati più che i puri eventi bellici, il cui dettaglio potrebbe divenire tedioso per il lettore, bensì i grossolani errori commessi dai sistemi di controllo e di comando e le decisioni sbagliate influenzate da dottrine mal formulate. Sugli errori militari hanno un notevole peso le incapacità politiche e militari di prevedere le innovazioni, la carenza di Ricerca e Sviluppo, la commistione spesso devastante tra politica e industria e infine le peculiari circostanze che comportano l'acquisto di equipaggiamenti inadeguati con la reiterata produzione degli stessi nonostante le prove negative verificate in campo. Resta comunque il fatto che nell'ultimo secolo a pagare gli errori dei militari sono stati sempre di più i civili, non bisogna mai dimenticare che nella 2 a Guerra Mondiale solo in Europa vi sono stati più di 50 milioni di morti, nella stragrande maggioranza civili, e 20 milioni di profughi che hanno vagato nel Vecchio Continente senza una casa. Un'altra variabile importantissima sul successo o insuccesso delle battaglie è il numero dei contendenti in campo, dopo l'aumento improvviso della popolazione mondiale verificatosi nel corso del 1800, infatti non ci sono più poche migliaia di soldati che si scontrano bensì centinaia di migliaia che vanno reclutati, addestrati, armati e comandati in modo uniforme. Altri fattori che pesano sulle sconfitte o sulle vittorie sono l'imprevedibilità degli eventi dovuta alle troppe variabili indipendenti, la competenza o meno dei comandanti, l'addestramento,la motivazione degli uomini, le capacità produttive delle Nazioni e le risorse messe a loro disposizione dai pianificatori. In tutti i secoli gli armamenti hanno fatto la differenza ma mai come nell'ultimo secolo, in cui i soldati sono dotati di armi automatiche (dopo il successo del signor Maxim..) o semiautomatiche ad alta cadenza di fuoco e elevato consumo di munizioni; nel secondo conflitto mondiale, ad esempio, la mitragliatrice raffreddata ad aria mod. MG 34 tedesca con bipiede, pesante solo 12 kg. in dotazione a livello di pattuglia, fa la vera differenza nel volume di fuoco della fanteria. Prima che nel 1940 gli eventi bellici cominciassero a esercitare la loro vera influenza in campo sulle strategie e sulle tattiche i comandanti erano costretti – con le eccezioni che vedremo – a basare i loro giudizi e decisioni sulla Storia, sulle ipotesi e sulla propria esperienza. Per molto tempo i comandanti militari e la classe politica decisionale - che muove le scelte economiche concepirono le guerre con le medesime strategie di quelle precedenti, poi il Secondo Conflitto Mondiale smentì clamorosamente questo errore di valutazione che fu pagato molto caro da chi non si era adeguato per tempo. Per quanto attiene le campagne di terra, la conferma è che nonostante i Manuali sulla “guerra di movimento” scritti da analisti militari come Sir Basil Liddell Hart (il capitano che insegnava ai generali) Charles de Gaulle con il suo “Verso un esercito di mestiere”, Erwin Rommel con “Fanteria all'attacco”, John Fuller e sopratutto Heinz Guderian (“Achtung Panzer!”che sarà decisivo nella Storia), i Francesi e gli Inglesi combatterono inizialmente con la mentalità della guerra di posizione tipica del conflitto precedente. Questo atteggiamento incapace di prevedere il prossimo futuro ha influenzato negativamente le decisioni dei Governi sulle scelte produttive e pertanto sulla organizzazione dell'Aviazione, dell'Esercito e della Marina; la stessa mancanza di visione lungimirante fece rinunciare la Germania nazista e l'Italia fascista alla costruzione delle portaerei e dei bombardieri a lungo raggio, errori fatali che daranno la svolta al conflitto. Come vedremo qui di seguito nel primo scritto, giusto per fornire un esempio esplicito, la dottrina francese di utilizzare i carri armati (che erano di buon livello e in numero consistente) solo come mezzo di appoggio alla fanteria si rivelerà devastante e comporterà la “ débacle” completa del grande esercito francese e del BEF (British Expeditionary Force) in sole quattro settimane. La stessa imperizia di percepire il cambiamento costerà milioni di vite all'enorme esercito sovietico durante l'invasione tedesca del 1941. 1 1°EPISODIO Battaglia di Francia - dalle Ardenne a Dunkerque Premessa Ho ritenuto necessario precisare che questo breve trattato non descrive tutti gli eventi nella loro stretta successione cronologica ma che si focalizza su alcuni singoli momenti interessanti e significativi per comprendere la propensione tedesca per la novità e per l'azzardo, che si è rivelata un trionfo, in contrapposizione alla mentalità da guerra di trincea dei Comandi avversari. La campagna di Francia si sviluppa in tempi molto stretti in maniera quasi mai vista nella Storia e pertanto ho pensato fosse interessante aggiungere le date degli eventi principali proprio per enfatizzare l'accelerazione dell'invasione di Polonia, Paesi Bassi e Francia. La dottrina della guerra di trincea La misura in cui le dottrine militari dopo le esperienze della 1a Guerra Mondiale condizionano i piani militari si rivela nell'assetto delle tre armi durante la fase di riarmo degli anni '30 e all'inizio del Secondo Conflitto Mondiale. Le Marine continuano a costruire corazzate, incrociatori e pochi sommergibili, le Aviazioni si dotano di caccia monoplano e di bombardieri che vengono privilegiati presagendone gli effetti devastanti sul morale della popolazione del nemico e la fanteria con l'artiglieria rimangono i supremi attori dei campi di battaglia, spesso protetti in posizioni fortificate. I tanks sono ritenuti ancora inaffidabili e relegati, vengono dotati di pesanti corazze che ne penalizzano la velocità come solo appoggio della fanteria. Negli anni '30 la Francia costruisce la più enorme e costosa rete di fortificazioni in cemento armato di tutta la Storia lungo il confine con la Germania, la “Linea Maginot”, trascurando altri investimenti per pagare questo colosso costruito, appunto, in coerenza con la dottrina della guerra di posizione. Presto vedremo come l'inventiva dei generali tedeschi renderà mortificante e inutile questo gigantesco investimento. La linea di fortificazioni non copre il confine con il Belgio perché il governo belga si è rifiutato di partecipare a questo enorme costo. Paradossalmente molte compagnie di costruzione tedesche partecipano agli appalti, per cui queste costruzioni perdono i loro segreti; le loro numerose guarnigioni non vivono in questi sotterranei, troppo umidi e poco areati, e sono composte da truppe da fortezza poco idonee al combattimento. Origini della dottrina del carro d'assalto per fanteria L'idea di costruire i carri d'assalto cingolati trasformando dei trattori viene dalla impossibilità di distruggere i reticolati e le trincee che è il problema principale della 1 a Guerra Mondiale. La preparazione dell'artiglieria, che può durare anche giorni, preavvisa il nemico sul successivo assalto della fanteria, assalto che presto perde lo slancio provocando gravissime perdite; ciò provoca l'immobilizzazione del fronte e la lentezza di ogni avanzata. Il rischio di prolungare in maniera indefinita la guerra porta a una nuova tecnica che permetta un'offensiva vigorosa in grado di sorprendere l'avversario, lo sfondamento delle linee e il ripiegamento del nemico. Questa nuova arma offensiva è il carro d'assalto, cui i francesi attribuiscono l'invenzione al loro compatriota J. L. Breton, sottosegretario di Stato delle invenzioni (nella foto uno dei prototipi). I carri vengono impiegati in massa nel 1918 a Villers-Cotterets (230) e tra l'Aisne e l'Ourcq (520) ottenendo la sorpresa tattica operando in appoggio reciproco con la fanteria. Il giorno 8 agosto “la giornata nera” 600 carri d'assalto con la fanteria attaccano ad Amiens devastando in profondità le linee tedesche, preoccupato per la situazione disastrosa della popolazione l' 11 agosto il Kaiser Guglielmo II decide di aprire le trattative di pace. Al costo enorme della sconfitta della Germania si aggiungono circa 760.000 tedeschi deceduti per fame causa il blocco navale inglese e l'epidemia di “spagnola” che uccide in Europa più gente che la guerra stessa sopratutto a causa della denutrizione. 2 E' doveroso aggiungere che molti storici affermano che la decisione finale della resa tedesca sia appunto da attribuire alla comparsa dei 600 carri armati ad Amiens ma J. F. Fuller – pioniere e teorico delle formazioni corazzate – afferma invece successivamente negli anni '20 che l'importanza del carro d'assalto deriva dai suoi effetti morali: “per i fanti tedeschi l'avvicinamento dei carri armati è stata una giustificazione per non combattere, per loro aveva senso combattere contro altri fanti ma non contro i carri”. Per ironia degli eventi nel Secondo Conflitto Mondiale questo accadrà proprio alla fanteria francese. Questa strategia carro d'assalto-fanteria si trascinerà per i 22 anni successivi e sarà il più grave errore di dottrina militare anglo-francese causando nella primavera del 1940 la sconfitta del grande esercito francese e del British Expeditionary Force (BEF) inglese, che viene costretto a reimbarcarsi frettolosamente praticamente in mutande a Dunkerque. La sconfitta della Polonia – un monito inascoltato Il 29 settembre 1938 Germania, Italia, Gran Bretagna e Francia firmano il “Trattato di Monaco” che obbliga la Cecoslovacchia a rendere alla Germania i territori dei Sudeti e le principali posizioni militari difensive. Il 15 marzo 1939 la Slovacchia dichiara la propria indipendenza e la Germania occupa le regioni di confine Boemia e Moravia. Sono dei notevoli successi diplomatici ma la Germania nazista non si ferma nelle proprie mire espansionistiche e nel 1939 rischia tutto, prima si rivolge a est e poi ad ovest. Nel 1939 Hitler rivendica le sue pretese sulla Polonia per la restituzione di Danzica onde avere sia lo sbocco commerciale sul Baltico che il corridoio che separa la Germania dalla Prussia Orientale abitata da cittadinanza di lingua tedesca. Francia e Gran Bretagna non possono fare altro che rinnovare i loro impegni di protezione e difesa della Polonia, confine tra l'Impero Sovietico e l'Europa occidentale con gli altri Stati creati durante gli anni '20, ma ancora una volta le Diplomazie francesi e inglesi rivelano la loro debolezza di fronte alle intimidazioni del Governo nazista. Hitler coglie il suo trionfo a Monaco quando Chamberlain persuade la Francia ad abbandonare la Cecoslovacchia. Dopo l'invasione della Cecoslovacchia, praticamente indolore e che permette l'occupazione dei territori di etnia tedesca ricchi di rame, zinco, carbone, grafite e di molte industrie chimiche, Hitler è convinto che Francia e Gran Bretagna siano condotte da Governi pavidi e raggirabili, di fatto tutte le esibizioni di forza militare e industriale e la coesione della popolazione al nazismo intimidisce inglesi e francesi convincendoli che è meglio scendere a patti con lui prima che la Germania possa diventare troppo forte. . Il Governo nazista ancora esita sulla guerra e fa dei tentativi diplomatici per screditare il Governo Polacco, ma ormai lo stato di allerta è insostenibile e si avvicina la stagione delle piogge. La mobilitazione e lo schieramento delle truppe è occultata dal “Welle Plan” dunque l'attacco è una completa sorpresa. Viene “costruito” uno sconfinamento: nella notte del 30 agosto 1939 viene provocato un incidente di frontiera che offre un “motivo legittimo” all'invasione della Polonia: freddamente Himmler fa uccidere le persone di una stazione radio tedesca sulla frontiera mentre la stazione stessa trasmette un falso drammatico messaggio sullo scontro a fuoco e sull'aggressione da parte di truppe polacche. La propaganda del Ministro Goebbels fa il resto. Il 31 agosto comincia l'attacco alla Polonia, è la prova della potenza delle Forze Armate tedesche. Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania. L'esercito tedesco invade la Polonia e l'VIII Armata – l'unica composta da forze corazzate e motorizzate – penetra velocemente nelle linee nemiche seguita dalle truppe appiedate e dai rifornimenti ippotrainati. La Luftwaffe in appoggio coordinato con l'esercito distrugge i capisaldi e l'aviazione polacca a terra, nel breve giro di 8 giorni le forze polacche sono accerchiate e impossibilitate a manovrare con i pochi mezzi motorizzati, l'8 settembre i tedeschi sono vicino a Varsavia. Grazie al terreno pianeggiante e a favorevoli condizioni meteo, in otto giorni il grosso dell'esercito polacco è racchiuso in sacche tagliando ogni ritirata verso la Romania, quindi viene sconfitto a occidente della Vistola. I gravi errori dei polacchi sono di avere disperso le forze a cordone lungo i ben 1.200 km. di 3 frontiera senza riserve a disposizione, la scarsezza dei collegamenti e dei mezzi di trasporto, un sistema di controllo e comunicazione fragile e la politicizzazione dell'esercito. Molti piloti polacchi esperti, circa 90 inizialmente, fuggono in Gran Bretagna e si arruolano nella Royal Air Force, che ha un gran bisogno di piloti veterani più che di aerei: formeranno delle squadriglie da caccia che combatteranno con determinazione la Luftwaffe. Tornati in Patria nel dopoguerra in una Polonia stretta sotto il regime sovietico, portatori di esperienza di democrazia, saranno emarginati o trattati ancora peggio, ancora un'altra ironia degli eventi. In questo campagna solo il 10% delle forze tedesche è composto da divisioni corazzate e motorizzate eppure questo clamoroso successo rivela al mondo il nuovo volto del conflitto, la guerra di posizione è diventata completamente obsoleta ma gli Stati Maggiori europei si rifiutano di capire la lezione e addebitano il crollo del consistente esercito polacco alla sua scarsa preparazione e alla tardiva mobilitazione. Ancora una volta gli osservatori militari e i reporter di guerra (tra i quali Indro Montanelli) che commentano queste innovazioni vengono ignorati, come già successo durante la guerra civile spagnola che è stata il banco di prova di molte armi e tattiche innovative. L'esercito polacco viene annientato: circa 200.000 feriti, 66.000 morti e 700.000 prigionieri, la bella e orgogliosa gioventù polacca è spazzata via in pochi giorni. Le cariche della gloriosa cavalleria si rivelano un vero suicidio di massa. Il 17 settembre avviene l'invasione sovietica da est che spartisce la Polonia nelle due zone di occupazione in coerenza con il Patto RibbentropMolotov. Il 25 settembre “il lunedì nero” Varsavia subisce un massiccio bombardamento aereo, un'altra prova di forza della Luftwaffe che sperimenta il bombardamento a tappeto sopra una città. Il 6 ottobre la Polonia si arrende. Si dice che un giornalista inglese presente alle battaglie abbia intitolato “Blitzkrieg” - “guerra lampo” le nuove tattiche tedesche o forse è un termine coniato dagli stessi tedeschi, comunque rimane un appellativo che rimarrà fissato nella Storia per sempre. Tenendo parzialmente fede alle promesse come garanti dell'integrità territoriale polacca, Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. Hitler si è illuso di aver dissuaso e diviso gli alleati e che l'attacco alla Polonia rimanesse senza l'intervento degli alleati ma ora la Germania è veramente in guerra contro le due maggiori potenze europee vincitrici della guerra precedente; il bluff del Fuhrer è stato visto, “ e adesso ?” domanda inviperito ai suoi consiglieri. Gli esperti militari della Germania sono convinti dell'impreparazione tedesca alla guerra che sarebbe invece prevista con l'inizio del 1942/43, ma ormai sono senza ritorno, si può soltanto rimandare dopo l'inverno in quella strana pausa che viene definita “drole de guerre”.Ciò non toglie che alcuni importanti generali prussiani, memori dei macelli nelle trincee di pochi anni prima, pensino che tutto questo sia una follia e che Hitler vada esautorato – evento che invece non succederà per tutti i cinque drammatici anni successivi - il dittatore è purtroppo molto fortunato e tutti i numerosi tentativi di toglierlo di mezzo andranno falliti con l'unico risultato delle feroci ritorsioni attuate dalle fedelissime e fanatiche SS. L'invasione del Belgio – la presa del forte di Eben Emael L' operazione più stupefacente e innovativa della 2a Guerra Mondiale è la presa del forte belga di Eben Emael: costruito intorno al 1935 è una gigantesca torta in acciaio e calcestruzzo di 700 metri per 900 metri che domina il Canale Alberto e l'accesso all'Olanda, munito di fossati invalicabili, torri a scomparsa con mitragliatrici, cannoni a lunga gittata in casematte. I belgi non hanno partecipato alla costruzione della Linea Maginot ma si sentono protetti da questa invalicabile e formidabile fortificazione con la sua guarnigione di circa 1000 soldati, i ponti, i fiumi e il canale sono la via obbligatoria di comunicazione verso la Francia. Di sorpresa la mattina del 10 maggio molto presto, nel silenzio più assoluto, 80 fallschirm-pioniere tedeschi atterrano con grande abilità e coraggio con 11 alianti DFS230 sul tetto del forte, è un'azione preparata in massima segretezza in Cecoslovacchia, i pioniere sono un Corpo di altissima professionalità e capacità agli ordini del gen. Kurt Student comandante del Corpo Paracadutisti e sono addestrati all'uso di lanciafiamme, esplosivi, cariche cave, 4 paracadute, canotti d'assalto, aviotrasporto. Sono un Corpo unico al mondo da non confondere con i guastatori o i genieri. Gli alianti DFS230 non sono certo comodi per i lunghi percorsi, sono stretti e gli otto soldati sono accovacciati su una asse, curvi, addossati l'uno dopo l'altro, contrariamente agli alianti Horsa che poi costruiranno inglesi e americani, ben più ampi e con più soldati a bordo. Un'altra innovazione di questa guerra, usata inizialmente solo dai Tedeschi, è la carica cava che permette di penetrare, grazie all'altissima temperatura del getto incandescente, acciaio e calcestruzzo molto spessi. In un giorno di lotta accesa i pioniere mettono fuori uso le torri corazzate, i cannoni, le porte blindate, lanciano esplosivi nei corridoi e nelle prese d'aria, usano i lanciafiamme per snidare la guarnigione di 1000 soldati che si arrende verso sera senza essere uscita dal forte per combattere. Il loro comandante ten. Witzig fa un atterraggio di fortuna a causa dello sgancio del cavo di traino e il suo posto viene preso dal sergente Wenzel che comanda l'attacco: un'ulteriore dimostrazione del livello di addestramento e di iniziativa delle truppe. Poi il ten. Witzig chiama per radio un aereo Ju 52 trimotore da rimorchio, fa riagganciare l'aliante e raggiunge i suoi uomini nella mischia. In questa azione muoiono 6 pioniere e 20 rimangono feriti. Nel frattempo altri pioniere sono atterrati vicino ai ponti sul Canale Alberto che vengono occupati. E' la prima volta che vengono usati gli alianti da assalto in un contesto così particolare e molto rischioso, li rivedremo poi anche in Italia il 12 settembre 1943 in una azione simile, ardita e (purtroppo..) con successo in Italia sul cortissimo altipiano del Gran Sasso con la liberazione di Mussolini (foto). Rotterdam assalita dalle truppe aviotrasportate Il 10 maggio nel cuore di Rotterdam alle 5 del mattino 12 idrovolanti Heinkel ammarano sul fiume, ne sbarcano 150 pioniere che occupano le estremità del più importante ponte ferrostradale. Nel frattempo i paracadutisti si lanciano sullo stadio sportivo di Rotterdam, salgono sui tramvai e scampanellando raggiungono i pioniere che tengono il ponte. E' una missione molto azzardata e semisuicida che si rivela invece vincente per il fattore sorpresa e per il fatto che contemporaneamente altre truppe aviotrasportate atterrano sull'aeroporto di Waalhaven affluendo poi sui ponti importantissimi per l'invasione. Il Corpo paracadutisti tedesco comprende 4.000 uomini accuratamente selezionati cui si aggiungono 12.000 fanti delle truppe aviotrasportate che sono addestrati a caricare se stessi e l'equipaggiamento sugli aerei da trasporto Junkers 52 e uscirne velocemente. Contrariamente ai paracadutisti queste truppe possono portare equipaggiamenti e armi più pesanti.(foto). E' l'ennesima dimostrazione della propensione per le novità, per gli azzardi e per gli stratagemmi che permettono alle Forze Armate tedesche di ottenere fulminei successi con il minor dispendio di energie. La resistenza olandese si inasprisce quando supera il fattore sorpresa e viene deciso il bombardamento della città per piegare il Governo: 50 bombardieri Heinkel sganciano le bombe che provocano un gigantesco incendio peggiorato da uno stabilimento di margarina in fiamme, che distrugge 3 km. quadrati della città e uccide 980 persone. La campagna inconcepibile – l'invasione della Francia Dal settembre 1939 sconfitta, la Polonia gli eserciti tedeschi hanno vinto dappertutto: la Danimarca è stata travolta, poi è stata occupata la Norvegia e i suoi porti, fondamentali per il rifornimento di ferro svedese e per le basi della Marina. La campagna di Norvegia costa molte vite e navi ai tedeschi, ai francesi,agli inglesi e ai norvegesi. Il Paese viene invaso anche dall'aria dai paracadutisti di Student con gravi perdite, anche le forze corazzate partecipano con un gruppo sbarcato nei dintorni di Oslo che in 5 giorni si spinge per oltre 200 km. congiungendosi alle altre forze d'invasione. Il 10 maggio 1940 inizia l'invasione dell'Olanda e del Belgio. 5 Il Lussemburgo viene occupato il 10 maggio, l'Olanda si arrende il 14 maggio e il Belgio il 28 maggio. Velocemente come non mai visto nella Storia queste Nazioni vengono invase, sconfitte e costrette alla resa. Adolf Hitler, che è il Capo dello Stato, diventa Comandante Comando Supremo delle Forze Armate, impone i propri piani confusi e contraddittori che progressivamente porteranno al sacrificio dei militari di tutte le Armi e alla rovina del popolo tedesco plagiato dalla propaganda. Hitler è un arrampicatore sociale, dotato di intenzioni battagliere piuttosto che di reali capacità militari, premuto dal tempo, costretto ad essere impaziente per ragioni economiche e sociali, giocatore d'azzardo, non capisce i principi fondamentali della grande strategia. Purtroppo è dotato di un potere ipnotizzante che lo mette in grado di plagiare e raggirare anche i generali più scettici, un potere che intimidisce ponendo i Comandanti militari in condizioni di svantaggio costringendoli a esercitare comunque le loro notevoli e eccezionali capacità professionali. Sono piani poco lungimiranti e opportunisti secondo le crisi internazionali, ma nonostante questi continui ripensamenti le Forze Armate tedesche riescono a destreggiarsi con un Comandante Supremo che è sorretto da una fede mistica, ad organizzare e attuare velocemente e con successo le direttive. Molti soldati hanno il vantaggio di avere già combattuto in Spagna e in Polonia, un'esperienza che diventa preziosa adesso nello scenario vitale dell'Europa, sono dei veterani esperti comandati da generali con idee nuove in confronto agli Alleati che non hanno esperienza di combattimento né ufficiali superiori dotati di creatività. Molto presto infatti la Francia e la Gran Bretagna dovranno riconoscere con costernazione che la superiorità dell'Esercito tedesco è dovuta anche al sistema di formazione e addestramento militari. Fortuna imperatrix mundi – il “colpo di falce” sugli Alleati Il 10 gennaio 1940 è un giorno fortunato per i tedeschi, vicino a Vucht in Belgio due ufficiali tedeschi che hanno a bordo dell'aereo il piano di invasione dei Paesi vicini fanno un atterraggio di fortuna, e non riuscendo a bruciare completamente tutte le carte – non sono fumatori – il piano viene svelato. Il Comando supremo e Hitler sono costretti a sospendere l'attacco e le truppe rientrano nelle caserme. Tutta la pianificazione strategica viene completamente riveduta cancellando il progetto iniziale che era simile al “Piano Schlieffen” di venticinque anni prima, che prevedeva di impattare direttamente sui concentramenti trincerati inglesi e francesi (probabilmente con poche speranze di successo). Il nuovo piano tedesco di invasione riveduto profondamente, o meglio, ideato da Heinz Guderian e da Erich von Manstein e approvato da Hitler che ama gli azzardi, prevede l'attraversamento delle Ardenne, impensabile fino ad allora per i mezzi motorizzati, verso Dinant e Sedan da parte di tre Divisioni di mezzi corazzati al fine di isolare e accerchiare le forze francesi e il BEF schierate in forze lungo il confine belga, in concomitanza con le manovre a tenaglia al centro e al sud delle altre divisioni corazzate. Probabilmente questo piano, il piano “sichelschitt” “colpo di falce” non sarebbe stato approvato dagli anziani generali del Comando Supremo se von Manstein non lo avesse esposto direttamente a Hitler a colazione il 17 febbraio 1940, presente anche Erwin Rommel: esso prevede di colpire sempre il punto debole degli schieramenti alleati per poi dilagare velocemente accerchiando il nemico. Hitler si compiace per il piano temerario e ”miracoloso” e lo approva. La nuova strategia prevede che lo “schwerpunkt” “il punto di massimo sforzo” non sia più quello in cui si incontra la massima resistenza bensì il punto debole dell'avversario. A conforto di tale decisione c'è la convinzione degli analisti militari che la mentalità del nemico sia ancora ben ancorata alla guerra di posizione di soli vent'anni prima, dalla quale la Francia è uscita vittoriosa, e che i generali francesi siano soggetti al “peccato di autocompiacenza”; gli eventi daranno loro ragione in maniera assolutamente insperata. Invero i generali francesi sognano ancora che i lenti e protetti carri armati servano solo da scudo alla fanteria che attacca le trincee nemiche come successo vent'anni prima, ma questa volta i trinceramenti non ci sono e quelli della Linea Maginot saranno parzialmente aggirati e ignorati. 6 Con l'esperienza della trionfante campagna in Polonia gli organici dei Gruppi corazzati vengono completati con l'aggiunta di raggruppamenti motorizzati al seguito delle divisioni corazzate; poi le Divisioni vengono riunite in Corpi d'Armata (Panzerkorps) che diviene il fattore decisivo nella campagna sul fronte occidentale contro un avversario superiore per numero e mezzi. La campagna di Polonia ha eroso le riserve di mezzi motorizzati e in parziale sostituzione vengono requisiti 16.000 automezzi civili sia polacchi che cecoslovacchi. Il più grande ingorgo stradale della Storia – il difetto francese nelle comunicazioni La ricognizione alleata non si accorge delle migliaia di mezzi in movimento nelle Ardenne dirette verso Sedan, nonostante che un pilota francese abbia riferito della lunghissima colonna con le luci accese in marcia verso le Ardenne. Il pilota non viene creduto perché per i generali francesi il passaggio in mezzo alla foresta nelle strette stradine è inconcepibile. L' iniziale gigantesco ingorgo nelle foreste (il più grande ingorgo stradale della Storia lungo 160 km.) viene risolto dalla polizia militare e i reparti corazzati, con la sinistra coperta dalla fanteria, dilagano oltre i ponti sul Reno travolgendo inglesi e francesi che si ritirano ordinatamente nonostante la grave mancanza di coordinamento tra i Comandi. Come previsto le truppe corazzate stanno tagliando tra l'Olanda e il Belgio. La confusione aumenta per i continui cambiamenti nella intera struttura di Comando francese, l'anziano gen. Maurice Gamelin, focalizzato ancora sulla guerra di posizione, viene sostituito dal non meno anziano gen. Maxime Weygand di 73 anni che non percepisce la situazione che è in continua evoluzione, si sposta continuamente e con calma sul fronte perdendo tempo per condurre riunioni al fine di preparare dei piani che sono già superati dalla realtà o comunque assurdi. A peggiorare gli eventi c'è l'abitudine dei comandanti francesi di comunicare ancora tramite staffette in motocicletta o di perdere tempo prezioso per incontrarsi di persona, ignorando sia il telefono che la radio: il Quartier Generale di Gamelin non ha nemmeno una radio ! La guerra lampo – le forze in campo L'ordine di battaglia delle truppe motorizzate all'inizio del 1940 esprime chiaramente il divario tra forze anglo-francesi e tedesche: I francesi schierano 3.000 carri armati (tra cui 800 carri B1 e Somua S35 superiori ai mezzi tedeschi) e 800 autoblinde, 2.300 carri però sono dispersi nelle divisioni di fanteria e cavalleria, i restanti carri formano 3 divisioni corazzate che contano metà organico di quelle tedesche. Il BEF britannico schiera 289 carri armati mod. Matilda, A10 e Cruiser ben protetti con un cannone da 40/50. Lo svantaggio è che sono presenti troppi modelli di mezzi corazzati che diventano un incubo per la manutenzione e la logistica. La Wehrmacht schiera 2.580 carri armati dei quali solo il modello Panzer IV – 268 in organico - è comparabile con i carri pesanti alleati con il suo cannone da 75mm. a bassa velocità. I francesi hanno un numero doppio di cannoni dei quali però pochi hanno un traino fuoristrada. L'aviazione francese schiera oltre 3.200 aerei (pochi dotati di radio) ma sono un incubo di modelli anche stranieri, e gli inglesi 600 aerei contro i 3.500 tedeschi (dei quali 400 sono Stuka). La Luftwaffe ha in dotazione circa 500 trasporti trimotore Junkers 52 che vengono utilizzati per il rifornimento aereo delle forze in movimento e per il trasporto delle truppe aviotrasportate, altro fattore innovativo. Nonostante questa differenza nelle forze in campo sono la creatività e l'addestramento a rendere i tedeschi vincenti. La velocità di spostamento dei corazzati sconcerta gli Alleati, molto spesso le notizie degli avvistamenti arrivano ai comandi quando le postazioni sono già state travolte e la posizione del nemico è sconosciuta: “dov'è il nemico ?” si domandano tutti troppo spesso. I fanti francesi, chiamati scherzosamente “poilu” ora soffrono il terrore dei tanks allo stesso modo come vent'anni prima ne soffriva la fanteria tedesca, una delle tante ironie della Storia che spesso si ripete. 7 Agli Alleati sembra che i gruppi avanzati siano come dei fantasmi che scompaiono dopo l'attacco e ricompaiono all'improvviso da altre parti, francesi e inglesi – sopratutto i francesi -non si capacitano della velocità di spostamento dei tedeschi, mai vista prima di allora nella Storia, capaci di manovrare velocemente i gruppi meccanizzati e di avanzare per decine di chilometri al giorno. L'aviazione francese subisce fortissime perdite quando viene bombardata all'improvviso ferma sugli aeroporti, del resto né i bombardieri né i caccia sono competitivi, solo il caccia Dewoitine 520 può competere con il Me 109 tedesco, ma questo non basta e gli aerei francesi sottopotenziati e goffi praticamente escono di scena lasciando i cieli liberi alla Luftwaffe. I fanti e gli artiglieri vengono assaliti dal panico quando i bombardieri in picchiata Junker 87 Stuka li bombardano continuamente nel frastuono della battaglia; per spaventare il nemico fin dalla guerra di Spagna sotto un carrello degli aerei è stata applicata una sirena chiamata “le trombe di Gerico”che ulula tetramente quando si buttano in picchiata, i piloti vanno in tuffo anche quando rimangono senza bombe, con il risultato che i soldati si rannicchiano continuamente nelle buche perdendo ogni velleità di combattere. I bombardieri vengono mandati a turni e non in massa per cui la fanteria francese e inglese si mette continuamente al riparo fino all'arrivo del seguente turno di bombardieri. Non è tanto la potenza distruttiva del bombardiere in picchiata a farne un'arma decisiva ma bensì le conseguenze dovute ai veicoli e alle vie di comunicazione distrutte, al flusso di profughi e di soldati in fuga che penalizzano la catena di comando francese che ha in antipatia la radio e si basa sui telefoni e sulle staffette, seguendo ancora le vecchie procedure della guerra di trincea. Anche quando non sono a vista, basta il rumore dei cingoli e il rombo dei motori a far cedere i soldati, moltissimi si arrendono, altri gridano “tradimento!” e fuggono indietro spargendo il panico nelle retrovie raccontando storie incredibili di migliaia di carri armati tedeschi. Spesso sono gli stessi carri francesi o inglesi ad assere scambiati per nemici, ecco che la mancanza di addestramento della fanteria nella guerra moderna incide definitivamente sul morale. L'esercito francese ha ricevuto i cannoni anticarro da fanteria, ma troppi esemplari sono rimasti chiusi negli arsenali, mentre la numerosa artiglieria campale vera e propria, che è stata l'orgoglio della guerra di trincea, in questa situazione è praticamente inutile contro la mobilità delle divisioni motorizzate, i francesi non riescono a posizionarla non conoscendo la posizione del nemico, i mezzi di traino sono troppo lenti e non sono fuoristrada mentre i bombardieri distruggono le batterie. I Comandi francesi e inglesi non si rendono conto che non è più l'artiglieria ad appoggiare gli invasori ma sono i bombardieri in picchiata utilizzati a turni obiettivo per obiettivo. I carri armati francesi Somua S35 e Char B sono lenti e ben protetti ma troppo alti con la sagoma troppo evidente sul campo di battaglia, pochi hanno la radio essendo concepiti per l'appoggio alla fanteria, e non sono addestrati a manovrare di concerto. Sopratutto lamentano un errore fondamentale di progettazione: la torretta è monoposto per cui il capocarro fa da osservatore, puntatore e cannoniere, un compito impossibile e stressante in un conflitto a fuoco concitato. Inoltre vi sono troppi modelli di carri che rendono la logistica e la manutenzione un vero incubo. Nei carri tedeschi invece l'ampia e comoda torretta ospita il capocarro, il cannoniere e il puntatore che sono seduti su sedili sospesi nel cesto dell'anello di torretta e girano con essa, tutti i mezzi sono dotati di radio di buona qualità. Anche se i cannoni dei carri tedeschi spesso non riescono a penetrare le pesanti corazze dei carri francesi e inglesi, l'esperienza della guerra di Spagna ha insegnato che il lungo cannone Flak da '88mm. antiaereo può essere anche utilizzato in campagna con munizione sia a granata normale che con granata perforante, il cannone distrugge qualsiasi carro armato alla distanza di ben oltre 1000 m., più della distanza media di ingaggio di 300/350 m. 8 dei cannoni dei carri, per cui la veloce messa in batteria dei pezzi da '88 in mano a artiglieri esperti con ottiche sofisticate consente di neutralizzare a lunga distanza i carri di testa e i carri comando, dissuadendo gli altri mezzi ad attaccare. Molto probabilmente il Flack '88 rimane il miglior cannone di tutto il conflitto anche per questa sua flessibilità di utilizzo. Le perdite alleate aumentano continuamente per via dei bombardamenti di precisione degli Stuka in coordinamento con i Gruppi di terra – secondo il progetto del generale Guderian ogni Gruppo ha i propri ufficiali di collegamento della Luftwaffe - mentre l'Aviazione francese e quella inglese hanno niente di simile a livello tattico. Il 14 maggio vi è il primo scontro tra carri armati vicino ad Hannut, due divisioni corazzate leggere francesi si scontrano con i tedeschi, i francesi non concentrano l'artiglieria e la fanteria meccanizzata mentre le due divisioni corazzate tedesche manovrano in gruppi concentrandosi sui nodi di resistenza per poi dilagare sulle retroguardie; il comandante di campo francese insiste testardamente per dividere i tanks in appoggio alla fanteria e in pratica le forze francesi sono spazzate via. Il 15 maggio la Divisione Corazzata di Riserva francese con i carri pesanti viene distrutta dalla 5a e 7a Divisione Panzer anche per mancanza di benzina, rimangono 50 carri su 150 iniziali. Praticamente le forze corazzate francesi su questo fronte sono state quasi cancellate in 48 ore e ormai la campagna a nord si avvia verso una sconfitta. Il generale Georges Comandante del fronte nord ovest mortalmente pallido esclama “il nostro fronte è stato sfondato a Sedan, c'è stato il crollo....” poi si butta su una sedia e scoppia in lacrime. I mezzi francesi e inglesi danneggiati vengono abbandonati (foto carro Cruiser inglese), spesso anche per mancanza di benzina, mentre i raggruppamenti corazzati tedeschi hanno al seguito le proprie officine da campo, i rifornimenti di carburante, i viveri e i complementi di riserva di carri ed equipaggi freschi. In barba alle procedure della burocrazia militare, i carristi tedeschi scardinano le serrature delle stazioni di servizio e fanno sfacciatamente rifornimento di benzina, un'altra ironia di questo inizio di guerra. Un'altra beffa di questa campagna è che i Comandanti tedeschi comprano le Guide Michelin presso i benzinai francesi per orientarsi durante l' avanzata! Con vero stupore e rammarico gli ufficiali alleati prendono atto che i blindati tedeschi ritornano in battaglia riparati velocemente senza tornare nelle retrovie: la logistica delle officine e dei rifornimenti di carburante al seguito dei corazzati è stata progettata e corretta durante l' “Anschluss” l'annessione pacifica dell'Austria che è servita da banco di prova per le colonne corazzate. In questa progettazione c'è l'impronta fondamentale del generale Heinz Guderian, l'unico generale nella Storia che abbia progettato una strategia completa e che l'abbia condotta in azione con successo, la strategia della Guerra Lampo – Blitzkrieg. A questo punto occorre una precisazione sulle forze corazzate tedesche: i carri armati, che d'ora in poi finalmente chiameremo Panzer, non sono superiori né come armamento né come numero a quelli alleati, anzi, quasi tutti i modelli in campo montano un cannone da 37 ad alta velocità iniziale in torretta, il Panzer mod.II è un carro da esplorazione poco potente, il Panzer mod.III è un modello affidabile ma di appoggio alla fanteria (foto sin.) l'unico veramente competitivo è il Panzer mod.IV (foto dx) che con le opportune varianti sarà prodotto durante tutta la guerra – 9.000 esemplari - sempre più potente e anche nella versione semovente e cacciacarri senza la torretta con il cannone nello scafo. A questi carri va aggiunto il carro cecoslovacco Skoda mod. 38 prodotto per tutta la guerra nella grande industria metallurgica ceca, in tutte le varianti cacciacarri, semovente, antiaereo; un buon mezzo affidabile, veloce e semplice con le sospensioni tipo Christie che permettono una ottima mobilità su tutti i terreni. 9 Con l'annessione senza danni della Cecoslovacchia la Wehrmacht acquisisce subito una regalia di 250 carri Skoda-Panzer 38 senza i quali il successo in Francia non sarebbe possibile. Guderian fa aggiungere subito una tonnellata aggiuntiva di corazzatura, nonostante ciò è il carro più veloce del momento. La vera differenza tra i carristi contendenti è nell'addestramento acquisito durante le grandi manovre, nell'affidabilità reciproca degli equipaggi che vivono insieme affiatati nel carro come se fosse una seconda casa, di cui conoscono bene la manutenzione, i pregi e i difetti, contrariamente ai carristi alleati i cui ranghi spesso vengono riorganizzati, perdendo così l'affiatamento nel gruppo e la conoscenza del mezzo. Anche i semicingolati tedeschi fanno la differenza, sono potenti mezzi blindati che trasportano i granatieri al seguito dei carri di punta, con le stesse caratteristiche di fuoristrada e di velocità, saranno sempre più richiesti sia dai granatieri che dall'artiglieria per il traino dei cannoni.(foto). Nella guerra di movimento la velocità è ormai il fattore vincente, le truppe appiedate o trasportate dai camion seguono le punte di diamante corazzate che hanno il compito di sfondare le linee nei punti deboli, gettare lo scompiglio e lasciare le sacche di resistenza alla fanteria che segue. Ogni Panzerdivision ha in organico tre gruppi di artiglieria con obici da 152 mm. e da 105 mm., gli obici sono più leggere ed economici dei cannoni ad alta velocità e sono trainati dai semicingolati con la stessa velocità dei carri su ogni terreno. I semicingolati in questo inizio della 2a Guerra Mondiale sono mezzi semisconosciuti a francesi e inglesi, appariranno in battaglia solo molto più tardi gli halftracks americani che, prodotti in grande serie - vantaggio della superproduzione statunitense - saranno dati in dotazione anche agli Alleati. I reparti esploranti della Wehrmacht – soprattutto le Divisioni Panzer – hanno in dotazione le motocarrozzette BMW con due ruote motrici capaci di affrontare qualsiasi terreno, armate con una mitragliatrice MG34 sul sidecar, con tre uomini a bordo, vanno all'attacco in pattuglie sbucando dal nulla con la loro notevole potenza di fuoco e gettano confusione nella fanteria alleata. Un'altra innovazione di quel momento è la standardizzazione dei mezzi da campagna, per esempio in tutta la guerra e su ogni fronte sarà protagonista la “kubelwagen” umoristicamente chiamata “il secchio”, il mezzo leggero derivato dalla Volkswagen frutto dell'ingegno dell'ing. Ferdinand Porsche. Impossibile non ricordare la beffa subita dal popolo tedesco che ha versato le sottoscrizioni per l'acquisto della “macchina del popolo” tanto reclamizzata dalla propaganda nazista, che viene invece militarizzata e....il sogno della classe media di avere un'auto si volatilizza a causa delle esigenze di guerra. Il Maggiolino, questa è proprio l'auto tanto agognata, ricompare nel dopoguerra con il successo enorme che sappiamo. La configurazione tipica di una divisione corazzata tedesca nel 1940 Guderian progetta e fa approvare la composizione delle Panzerdivision, sono Divisioni ben più complicate delle Divisioni tradizionali e sono più versatili, le loro componenti sono autosufficienti e possono essere ricostituite e adattate in Formazioni e in Gruppi di Combattimento su misura delle esigenze del momento. Una tipica Panzerdivision comprende 3.000 mezzi e 14.000 soldati, consuma ben 2.500 litri di carburante per ogni chilometro su terreno pianeggiante. La Divisione Panzer di Guderian nel 1940 è così composta : 244 carri armati di soli 4 modelli su due Reggimenti, 133 obici di artiglieria, 58 autoblinde, 295 semicingolati blindati, 24 rimorchi, 60 mortai, un battaglione contraereo, un battaglione motociclisti, un battaglione controcarro, un reparto del genio, il reggimento di fanteria montata sui camion Opel, intendenza e officine da campo motorizzate, trasmissioni, autocarri speciali, aerei da osservazione Henschel HS 126, mezzi per il rifornimento di carburante, sezione cartografica e meteo. Dopo la campagna di Polonia vengono organizzate dieci Panzerdivision, le divisioni di cavalleria si sono dimostrate inadatte in Polonia e sono state convertire con un notevole sforzo in Divisioni corazzate. 10 Questa gran massa di mezzi e di uomini è difficile da schierare, se ad esempio tutti i mezzi viaggiassero in colonna essa si allungherebbe per quasi 120 chilometri, e ciò non è successo, ma questa forza imponente ha il vantaggio di gettare timore e scoramento nelle città e nei villaggi attraversati. La Mosa – Erwin Rommel La Mosa fornisce la barriera naturale con i suoi meandri e ostacoli fortificati ma i pianificatori tedeschi sanno che solo un colpo di genio potrebbe salvare ormai le armate anglo-francesi a nord, ma del colpo di genio non vi sono tracce nelle decisioni alleate. Il grande fiume viene superato di slancio nonostante le difficoltà derivanti dai ponti distrutti e dai guadi molto larghi. La prima delle divisioni corazzate a raggiungere la Mosa è la 7 a Pz.Div. comandata da Rommel che ha avuto solo tre mesi per imparare la complessità di questo comando. E' un uomo ambizioso che si compiace di farsi fotografare sul campo, si è adeguato molto velocemente alle complesse manovre di una Divisione corazzata che è confacente al suo tratto caratteriale ed è sempre all'avanguardia dei mezzi con accanto due autoblindo dotate di radio a lunga portata per i collegamenti sia con la Divisione che con l'Aeronautica di appoggio. I francesi non hanno l'idea di quello che accade sul campo, i telefoni subiscono ritardi, la fanteria francese ha marciato per 120 km. per arrivare in azione, le sette Divisioni di fanteria hanno sparpagliato l'artiglieria e i carri in piccole unità, considerando questo il contrattacco previsto contro l'invasione viene rimandato facendo il gioco dei pianificatori germanici. Il 10 maggio viene occupato il Lussemburgo. Il 12 maggio, domenica di Pentecoste, i motociclisti della 7 a Pz.Div. passano di notte la Mosa sfruttando una chiusa scovata in avanscoperta dallo stesso Rommel perché i ponti sono stati fatti saltare. All'alba molto presto la fanteria a bordo di battelli pneumatici e Rommel in avanguardia passano il fiume sotto un fuoco intenso francese, poi Rommel torna indietro per organizzare la testa di ponte. A mezzogiorno la testa di ponte tedesca si è allargata e arrivano alcuni Panzer IV che dalla riva coprono con i loro cannoni i pontieri che costruiscono velocemente un ponte, prima leggero poi pesante su ordine di Rommel, poi il mattino successivo sul nuovo ponte cominciano a passare i mezzi in un flusso inarrestabile. Vengono avvistati alcuni carri francesi e Rommel – in quel momento senza artiglieria controcarro – fa sparare contro i carri con le pistole lanciarazzi: pensando si tratti dei tiri di aggiustamento dell'artiglieria i carristi francesi si ritirano. Il 15 maggio a Sedan la 1 a Divisione corazzata francese tra Flavion e Ermeton sta facendo il pieno di carburante; costruiti per avanzare con la fanteria i carri francesi hanno poca autonomia e devono spesso rifornirsi da apposite autocisterne, contrariamente ai tedeschi che invece usano le “taniche” facilmente trasportabili ovunque (queste robuste “taniche” saranno la preda più contesa durante la campagna d'Africa). Mentre è in corso il rifornimento la 7 a Pz.Div. di Rommel e la 5a Pz.Div. piombano loro addosso con la classica manovra a tenaglia: rimangono solo 3 carri su 36, quelli con i serbatoi a secco vengono distrutti dai loro stessi equipaggi. La sera quello che rimane della grande 1 a Div. corazzata francese comincia a ritirarsi, inizialmente contava 175 carri pesanti e ora ne rimangono solo 17. Il 14 maggio l'Olanda si arrende. Battaglie nei cieli In questa fase della guerra la Luftwaffe protegge le sue forze di invasione quando sono bloccate e vulnerabili, gli aerei da osservazione Hs 126 forniscono continue immagini delle forze nemiche ma il fattore decisivo molto più importante rimane che i bombardieri in picchiata sostituiscono l'artiglieria tradizionale di appoggio, come è stato ideato dai teorici della guerra di movimento. L'Armée de l'Air ha una consistenza di modelli da vero incubo per la logistica, mentre la Luftwaffe conta su pochi modelli di caccia e di bombardieri già ampiamente collaudati operativamente in Spagna e in Polonia. Piloti, armieri, meccanici tedeschi hanno una vita più semplice per gestire i 1100 bombardieri, i 400 Stuka e i 1200 caccia Messerschmitt Bf 109 e Bf 110. Tra il settembre 1939 e il maggio 1940 la Luftwaffe perde 937 aerei da guerra, stranamente l'Armée de l' Air in due mesi di guerra perde 914 aerei di cui solo 63 in 11 combattimento su una dotazione iniziale superiore a quella tedesca. Ma dove sono gli aerei francesi ? Mentre le colonne corazzate tedesche marciano in avanti solo la R.A.F. spende veramente i propri aerei da caccia e da bombardamento subendo pesanti perdite, gli aerei francesi vengono colpiti sugli aeroporti allineati come per un'ispezione oppure vengono abbattuti dalla contraerea tedesca fornita abbondantemente di cannoni Flak da '88mm. e di pezzi automatici da 20mm. e 40 mm Bofors. Sono gli stessi cannoni contraerei di costruzione svedese che posseggono anche i francesi e che però sono chiusi negli arsenali come i cannoni anticarro da fanteria. Per precauzione l'Aviazione francese trasferisce le squadriglie sui campi di addestramento o sugli aeroporti civili lontano dalle zone pericolose, inspiegabilmente i numerosi aerei appena usciti dalle fabbriche vengono dirottati al sicuro invece che buttati direttamente nella mischia. La mancanza di collegamenti provoca situazioni paradossali e tragiche in cui i bombardieri francesi senza scorta trovano il cielo pieno di caccia nemici mentre i caccia francesi tornano alle basi senza aver trovato il nemico! Dopo l'Armistizio la commissione italiana di controllo troverà in Nord Africa centinaia di aerei francesi, altre centinaia verranno trovati nella zona non occupata della Francia. Un' altro bel bottino di guerra. Oltre Sedan Il 15 maggio Winston Churchill viene svegliato dalla telefonata disperata del Primo Ministro francese Paul Reynaud “siamo battuti, abbiamo perso la battaglia!” poi Churchill si reca in Francia per consultazioni e domanda a Gamelin “dov'è la riserva strategica?” la risposta è “non esiste”. Il Primo Ministro britannico ne rimane così profondamente sconvolto che non dimenticherà questa risposta per tutta la vita. Un varco è stato praticato nella linea francese e i tedeschi vi stanno sciamando, la Mosa viene superata, l'azione tedesca sta accelerando i tempi e i francesi proprio non se ne rendono conto; la 6a Pz.Div. passa attraverso i fortilizi delle difese francesi, sul ponte di Moutherné viene liberato un gigantesco ingorgo tedesco di carri armati e camion mentre la fanteria filtra comunque attraverso i mezzi, altre truppe passano sul ponte pesante costruito velocemente dal genio pontieri a Nouzouville, è diventata un'ondata veloce che sta travolgendo tutti. 16 maggio: la 6a Pz.Div. di Reinhardt ha coperto combattendo ben 65 km in un giorno – per la Storia è un tragitto a tempo di record – e incontra la formidabile 2 a Divisione corazzata francese a Signy-l'Abbaye che sta sbarcando dai treni, piomba in mezzo ai carri francesi colti di sorpresa mentre stanno uscendo dalla stazione ferroviaria e distrugge l'artiglieria e i carri privi di rifornimenti e di collegamenti. E' stato il Fato o la totale mancanza di osservazione e percezione francese del fronte ? Il 19 maggio tre battaglioni corazzati comandati dal generale Charles De Gaulle tentano un contrattacco ma le incursioni aeree disperdono i loro numerosi tentativi di entrare in contatto con il nemico. Battaglia di Arras Il 21 maggio Lord Gort Comandante del BEF riunisce ad Arras tutte le forze disponibili per un contrattacco, ha capito che l'avanzata nemica verso il mare sta tagliando via le forze armate alleate dai rifornimenti e dai collegamenti. Raduna una miscellanea di circa 100 carri, di cui 70 nuovi inglesi appena sbarcati, truppe di guarnigione e fanteria senza appoggio aereo né ricognizione e artiglieria. Di fronte c'è la 7 a Pz.D iv. di Rommel e la divisione motorizzata delle SS. Inizialmente alcuni carri tedeschi vengono incendiati o distrutti, la fanteria e le SS vedendo i propri corazzati incendiati vengono prese dal panico mentre l'artiglieria non riesce a perforare le spesse corazze dei Matilda inglesi; Rommel allora prende personalmente il comando delle batterie dei cannoni da '88 e spostandosi continuamente da batteria a batteria dirige il fuoco controcarro e finalmente i carri inglesi e francesi vengono neutralizzati. Gli alleati si ritirano. Il contrattacco alleato viene respinto dalla versatilità delle armi tedesche e dal loro coordinamento effettuato da un Comandante energico che rischia personalmente sul campo. La battaglia di Arras rimane il più significativo contrattacco contro l'invasione tedesca il cui 12 unico risultato è impensierire il Comando tedesco. A fine maggio il 41° e 19°Corpo sono sulle coste della Manica; intorno c'è un nemico confuso che non capisce se le Pz.Div. sono dirette a sud verso Parigi oppure a nord per accerchiare le truppe inglesi, francesi e belghe che ormai hanno il mare alle spalle. Il piano von Manstein è riuscito in pieno, attaccando anche le retrovie con le manovre a tenaglia le forze britanniche e francesi sono tagliate fuori dai rifornimenti, dalle comunicazioni e dai rinforzi. Per comprendere questa vittoria devastante è importante sottolineare che la penetrazione tedesca del fronte è ottenuta con una offensiva ad alta velocità che infrange le armate francesi invece di spingerle indietro, contrariamente agli scontri della 1 a Guerra Mondiale. Il 21 maggio è una delle date fatidiche di tutta la guerra: dopo lo scontro del 21 maggio ad Arras con i carri inglesi il Comando Supremo tedesco si ferma per riflettere se continuare lo slancio finora molto fortunato ma con poca copertura e con poche riserve a disposizione. Von Rundstedt per primo decide di fermare temporaneamente i Panzer, forse la verità è che l'anziano generale non ha compreso che la velocità dell'avanzata ha paralizzato le difese nemiche ed è impensierito dai successi troppo immediati. Hitler visita il Quartier Generale di von Rundstedt e conferma l'ordine di fermare i carri. La salvezza del BEF Questo evento regala del tempo agli alleati per riempire il vuoto nelle difese e cercare di salvare il BEF britannico e le truppe francesi a nord. Boulogne e Calais sono occupate e tre divisioni Panzer e due divisioni meccanizzate di fanteria sono a 17 km. da Dunkerque e qui si rivela il clamoroso errore strategico di Hitler e di von Rundstedt: le divisioni Panzer vengono fermate! Von Rundstedt è preoccupato che le divisioni meccanizzate siano con il fiato corto ( non è vero), vuole conservare le forze per la conquista del sud della Francia e teme, sbagliando, altri attacchi dei corazzati nemici che invece sono ormai impossibilitati ad riorganizzarsi. Heinz Guderian protesta veementemente e minaccia le dimissioni, poi queste vengono ritirate con la clausola “ricognizione in forze”. Il Feldmaresciallo Hermann Goring approfitta subito delle esitazioni dell'Esercito per vantarsi della Luftwaffe – in quel momento invece provata dai combattimenti – in grado secondo lui di neutralizzare le forze inglesi e francesi attestate intorno a Dunkerque. E' la vanagloria di un incompetente – come si dimostrerà il fedelissimo Goring durante tutto il conflitto – i bombardamenti sul porto e sulle spiagge non hanno l'effetto sperato causa l'intervento della Royal Air Force e anche a causa della distanza dagli aeroporti che penalizza l'autonomia degli aerei di tutti i contendenti, specialmente per i caccia britannici che possono operare solo pochi minuti. Ormai il perimetro difensivo inglese e francese è composto da forti contingenti che si difendono accanitamente, sono accerchiati con il mare alle spalle e non hanno altre speranze che l'evacuazione via mare oppure la resa. Sono circa 400.000 soldati, per la maggior parte inglesi appartenenti al BEF. Dunkerque - Operazione Dynamo Il Governo inglese fin dal 19 maggio sta preparando l'evacuazione da Dunkerque, il Comandante del BEF Lord Gort convince Churchill ad organizzare l' Operazione Dynamo, l'evacuazione è affidata all'ammiraglio Sir Bertram Ramsay che facendo un disperato appello alla Nazione tramite la BBC raccoglie più di 800 imbarcazioni civili lunghe tra i 9 e i 30 metri. L'Operazione prende questo nome da una delle stanze dell'Ammiragliato che ospitava una volta un generatore elettrico. Dal momento in cui il porto di Dunkerque non è più operativo le truppe sostano in attesa sulle spiagge dimostrando una straordinaria disciplina (foto degli uomini in coda sulla spiaggia) per venire imbarcate sulle imbarcazioni più piccole per raggiungere le navi più grandi in acque profonde. 13 Le imbarcazioni civili spesso sono condotte dagli stessi proprietari o da marinai della marina mercantile in una encomiabile coesione nazionale. La Luftwaffe bombarda le spiagge contrastata in quota dalla Royal Air Force, la fortuna degli uomini sulle spiagge è che la sabbia attutisce l'effetto delle bombe. I soldati credono di essere stati abbandonati dai propri piloti perché non si accorgono degli accaniti combattimenti tra le nuvole e nella nebbia ben sopra le loro teste. La difesa del perimetro spetta ai francesi, gli inglesi sfilano attraverso esso per imbarcarsi. All'inizio le imbarcazioni hanno l'ordine di portare via solo i soldati inglesi poi i francesi protestano per essere evacuati e il 30 maggio Churchill ordina di imbarcare tutte le nazionalità. L' ammiraglio Ramsay si prepara all'ultimo rischioso tentativo di imbarcare la retroguardia francese stimata in 30.000 uomini ma all'improvviso circa 40.000 soldati francesi saltano fuori dalle cantine e dalle rovine di Dunkerque dove si erano nascosti per evitare i combattimenti. Nella notte tra il 2 e il 3 giugno l'intera “Operazione Dynamo” si conclude con l'imbarco di 26.000 soldati francesi dei quali ben pochi appartengono alla retroguardia che ha tenuto il perimetro. Sono stati evacuati 338.226 uomini compresi 123.000 francesi, tutti gli armamenti sono rimasti sul suolo francese, un gigantesco bottino di guerra per i tedeschi. L'enorme bottino e il conto provvisorio delle perdite La Gran Bretagna lascia sul continente 1.200 cannoni, 1.250 cannoni antiaerei e controcarro, 11.000 mitragliatrici e 7.500 veicoli. La Germania subisce 27.000 morti e 111.000 feriti, circa 900 aerei sono perduti e 800 carri distrutti. La Francia conta 90.000 morti, 200.000 feriti e 1.900.000 prigionieri, il grande esercito francese è praticamente annientato. Le Nazioni che hanno combattuto tra il 1939 e metà del 1940 contro la Germania perdono 2.233 aerei e un totale di circa 2.698.000 uomini tra morti, dispersi, feriti, prigionieri. Il bottino bellico comprende anche 800 carri armati in ottime condizioni che verranno trasformati e usati su tutti i fronti (anche dall'Italia). Da non dimenticare il fattore strategico molto più importante: l'utilizzo delle industrie francese, belga e olandese per lo sforzo bellico tedesco. Le riserve di carburante tedesche fortemente diminuite nei mesi di combattimenti vengono aumentate tanto da permettere un'autonomia per i seguenti due anni. Ogni Nazione sconfitta deve pagare il mantenimento delle forze di occupazione, per esempio dall'estate del 1940 la Francia inizia a pagare 400 milioni di franchi al giorno come “contributo alla difesa contro la Gran Bretagna”. Altra conseguenza per tutta l'Europa occupata è il drenaggio di ogni bene – dalle proprietà terriere ai beni di lusso – a prezzi di saldo cui invece corrisponde il rincaro dei beni tedeschi di esportazione, uno squilibrio che diventa una percepibile forma di saccheggio. Per due settimane ancora i francesi combattono accanitamente, le rimanenti 30 divisioni francesi resistono sulla linea Weygand sui “tre fiumi”, poi la linea viene travolta dalle Pz.Div. e Parigi cade. L' 11 giugno i francesi abbandonano la Maginot e ripiegano sulla Loira ma ormai tutto è perduto. Il 17 giugno entra in vigore il cessate il fuoco. Il mondo è attonito. La firma della resa – il secondo armistizio di Compiègne - avviene il 25 giugno a Rethondes nello stesso vagone dove nel 1918 la Germania si è arresa, infatti Hitler fa trasferire apposta il vagone dal museo ove era tenuto. Nei filmati i visi dei generali francesi sono tetri e stanchi, i tedeschi sono severi e impassibili, Hitler firma ed esce subito sorridente e gongolante dal famoso vagone : ormai è il padrone del continente. E' così completata l'umiliazione della Francia operata dalla Germania che era stata sconfitta e impoverita ai tempi dei Trattati di Versailles, con un atto pieno di significati che la propaganda del Ministro Goebbels manda fino alle stelle. La Francia viene divisa in due zone, la zona libera e quella occupata (piantina) 14 I piani opportunisti del dittatore Dunkerque ha permesso il salvataggio di un esercito ormai composto da veterani con i quali potrà essere formato un esercito molto più grande, senza questi uomini la Gran Bretagna dispone solo della Guardia Nazionale – composta anche da anziani riservisti – a protezione delle spiagge. La Royal Air Force ha dimostrato che i suoi caccia Hurricane e Spitfire non sono secondi ai Messerschmitt, provocando perdite severe nella Luftwaffe di cui 240 aerei sono stati perduti e molti altri danneggiati. Winston Churchill e di Sir Hugh Dowding, Comandante del Comando Caccia, ignorano la disperata richiesta francese di inviare sul suolo di Francia tutti i loro restanti Gruppi di caccia quando ormai è evidente la sconfitta, questa decisione sofferta garantisce però alla Royal Air Force una solida riserva di aerei e di piloti indispensabile per frustrare i tentativi tedeschi di conquistare la superiorità aerea nei cieli inglesi, premessa necessaria per invadere l'isola britannica che è ormai isolata a tutti gli effetti. Forzare la Manica e invadere l'Inghilterra sembra l'intenzione iniziale di un dittatore che non spicca per continuità e lungimiranza, comunque questa minaccia viene resa più evidente dalla raccolta di chiatte e pontoni di ogni tipo in tutta l'Europa per l'Operazione “Leone Marino”, ma questi natanti non sono in quantità sufficiente né tanto meno sono dei mezzi specializzati per l'assalto anfibio. Del resto la Germania nazista non ha il numero di navi da guerra sufficienti per organizzare e proteggere uno sbarco ed è più che certo che la Royal Navy – molto più consistente – richiamerebbe da tutti gli Oceani le proprie navi per contrastare l'invasione. Soltanto il 6 giugno 1944 durante il D-Day il mondo vedrà la enorme massa di mezzi navali indispensabile per sbarcare le ondate di truppe Alleate sulle spiagge della Normandia e il numero fino ad allora impensabile di aerei e di alianti necessari per gli aviosbarchi dietro le linee nemiche. I grandi innovatori e le nuove strategie Dopo i Trattati di Versailles che concludono la 1 a Guerra Mondiale, la Germania sconfitta su cui pesano sanzioni, debiti di guerra e perdite di territori ha avuto anche delle pesantissime restrizioni sulla consistenza delle proprie Forze Armate. Il riarmo comincia lentamente sotto la direzione del Comandante in Capo della Reichswehr gen. Hans von Seeckt: con la rinuncia forzata di poter disporre di grandi masse di soldati, sulla traccia e sulla esperienza dei battaglioni di assalto della prima Guerra Mondiale von Seeckt concepisce la strategia della colonna portante che si muove in velocità come reazione all'attrito statico della guerra di posizione. Già nella 1a Guerra Mondiale la dottrina della guerra di movimento è stata applicata dalle Divisioni d'Assalto di fanteria tedesche (Stoss) che munite di lanciafiamme, armi automatiche, mortai si è infiltrata nei punti deboli con l'appoggio degli aerei aggirando i capisaldi che venivano lasciati alla fanteria tradizionale che seguiva. I motori a scoppio sempre più potenti consentono la costruzione di carri armati e blindati con migliori capacità fuoristrada, più veloci e più protetti, in comunicazione in tempo reale tra di loro con le radio; un'altra importante innovazione nell'addestramento dei soldati tedeschi è l'autonomia delegata ai comandanti in campo, autonomia decisionale e iniziativa che coinvolge tutta la catena di comando: se l'ufficiale è ferito al comando subentra il sottufficiale e poi infine il semplice graduato. L'esperienza spagnola affina i concetti della Guerra Lampo - Blitzkrieg che si esprimono in queste fasi: esplorazione profonda, movimento a contatto con il nemico, concentrazione sul punto di gravità con il supporto dell'aviazione, penetrazione nel punto debole, sfondamento con i mezzi corazzati che dilagano nei vuoti con la fanteria che consolida la breccia e che spinge lateralmente, chiusura in sacche del nemico, eliminazione finale delle sue capacità e delle sue velleità di combattimento. Per i due anni successivi nelle campagne contro l' Unione Sovietica e in Africa del nord questa strategia risulterà decisamente vincente. Basil Liddle Hart, che è stato il teorico della guerra di movimento e che ha passato tutta la sua vita a pensarci, prende un fiasco quando afferma alla fine degli anni '30 di non vedere la 15 possibilità di uno sfondamento delle insuperabili fortezze sulle frontiere, egli scrive invece che l'arma migliore siano le pressioni economiche e il blocco navale come accaduto vent'anni prima, ignorando che intanto la Germania allarga i suoi territori e stipula giganteschi contratti di forniture di materie prime con l'Est sovietico. L'influenza del famoso teorico ha come risultato scelte errate nei programmi di armamento inglesi e francesi. In Germania invece i principali artefici della guerra lampo sono dei giovani generali dotati di inventiva e di fantasia che ottengono il completo appoggio di Hitler che condivide le loro idee su una veloce vittoria giocando il tutto per tutto. Il dittatore sa bene che la Germania non ha le risorse per un lungo conflitto a meno di estendere la zona d'influenza della Germania su altri territori ricchi di materie prime, nodi di comunicazione, industrie e prodotti agricoli. Per il momento con il Patto Ribbentrop-Molotov di non aggressione reciproca del 23 agosto 1939 la Germania si è assicurata giganteschi rifornimenti dall'Unione Sovietica in cambio di tecnologia. Sono milioni di tonnellate di petrolio, grano, minerale di ferro, cromo e ben altro che fluiranno fino al giorno prima del proditorio attacco del 22 giugno 1941 che coglierà l'altro dittatore Joseph Stalin completamente sconcertato e impreparato. Tornando agli ufficiali superiori, ecco i brevi profili di alcuni di questi generali, quasi tutti sono di estrazione dell'aristocrazia prussiana, apolitici, sono persone rispettabili di fede e di cultura, che amano la Nazione di cui sono fedeli servitori per tradizione di famiglia e che guardano con freddezza e sufficienza i piccoli borghesi carrieristi e opportunisti del partito nazista, ma che sono grati a Hitler che ha ridato loro visibilità e opportunità durante il riarmo e che non lesinerà gratificazioni e prebende per i loro successi...ma non per molto tempo come vedremo. Sedotti dal falso patriottismo di Hitler sono comunque legati in modo indissolubile al giuramento di fedeltà alla persona del Fuhrer (omissis.....fino al sacrificio supremo..). Negli anni successivi non pochi di essi riusciranno ad affrancarsi da questo impegno complottando per destabilizzare il potere nazista e pagheranno con le loro vite. Colonnello Generale Heinz Guderian Nato nel 1888 a Kulm in Prussia – poi divenuta Polonia – frequenta le scuole militari come da tradizione di famiglia, poi come ufficiale serve nei battaglioni radiotelegrafisti dove acquisisce una profonda esperienza sulle radio e sulle comunicazioni. Entra nello Stato Maggiore come ufficiale tecnico addetto alla logistica, si interessa dei mezzi corazzati leggendo attentamente gli scritti di Liddle Hart. Diventa Capo di Stato Maggiore nell'Ispettorato delle truppe motorizzate occupandosi anche di logistica. Lo aiuta nella sua carriera la capacità di esporre brillantemente le teorie sulle formazioni corazzate diventando sempre più convincente ed accreditato; nel 1938 viene nominato tenente generale da Hitler e si vede affidare il comando del 1° corpo corazzato esistente al mondo. Impaziente, temerario, legato al rigido codice di onore, più prussiano dei prussiani, apolitico, non ha particolari simpatie per il nazismo, invidiato e ostacolato dagli altri ufficiali, si scontra spesso con i colleghi e i superiori che ritiene inerti e legati a dottrine superate. Uno dei primi scontri con il suo Comando avviene quando a bordo del suo semicingolato (non in taxi..) in testa alla Divisione Panzer (foto) riprende finalmente possesso della casa di famiglia in Prussia. Contrariamente a francesi e inglesi che si troveranno in guerra con una dotazione da incubo, Guderian convince l'industria pesante a produrre soli tre modelli di carri armati pensati già in previsione delle esigenze future, infatti sono veicoli modulari costruiti in tre sezioni che possono essere modificati sia come armamento che come motorizzazione. Insiste affinché gli equipaggi siano di quattro/cinque uomini accuratamente selezionati tanto quanto i piloti della Luftwaffe. Ferdinand Porsche partecipa con la sua esperienza applicando sui carri le sospensioni a barre di torsione che permettono miglior comfort e una ottimale distribuzione del peso su terreno rotto. Guderian (foto) scrive nel suo famoso trattato “Achtung, Panzer !”: “..noi poniamo come principio la volontà di un successo folgorante, una rottura del fronte seguita dall'avvolgimento delle ali applicando la cooperazione con le altre Armi (l'aviazione). L'attacco corazzato deve continuare nella “Tiefenzone” “zona 17 profonda” senza arresti, con la fanteria che segue quando può. L'attacco corazzato conta sulla volontà, sulla sorpresa e sulla autonomia logistica.” Questo è il coronamento della dottrina tedesca che enfatizza l'azzardo, il dinamismo e la sorpresa, tanto gradita e applicata da un astuto Hitler sia in campo militare che sopratutto in quello politico. Guderian gioca un ruolo decisivo nella clamorosa vittoria del 1940: conquista le Ardenne e la Mosa in un sola puntata, poi viene fermato il 15 maggio a Sedan, poi il 17 a Oise e ancora il 24 davanti a Dunkerque. Guderian chiamato “il testa calda” protesta veemente e presenta le dimissioni immediate. Von Rundstead trova una mediazione con il Comando Supremo, cioè “una ricognizione in forze” per avanzare. Nonostante questi ritardi Guderian corre verso ovest tagliando le comunicazioni degli alleati e terrorizzando la popolazione che si riversa nelle strade in una gigantesca marea di profughi (foto) che ostacola il flusso delle riserve francesi. Per fortuna sua e delle sue truppe i nemici cedono spesso senza grandi resistenze e non viene messa a prova la fragilità delle sue forze troppo allungate. Guderian raggiunge la Manica il 20 maggio, Boulogne e Calais sono rese inservibili dalla Luftwaffe e quindi Dunkerque diviene il porto decisivo per gli alleati. Ottenuta una testa di ponte sul canale Aa il 24 maggio sarebbe chiaramente possibile tagliare fuori l'ultima uscita per gli alleati bloccando lo sgombero via mare, ma Hitler si intromette di nuovo avventatamente e blocca l'avanzata “nessuna unità mobile deve procedere oltre la linea tra Lens e Gravelines”. L' Hitler dilettante, che forse per opportunismo politico non intende infliggere una sconfitta ancora più disastrosa alla Francia e alla Gran Bretagna, cancella così tutti i piani elaborati e applicati con cura dal Comando tedesco, da von Manstein e dallo stesso Guderian. Ottiene una esaltante vittoria temporanea ma permette all'esercito inglese di riorganizzarsi in Patria contando sui 300.000 veterani. Come già detto, questo è il primo vero, fondamentale errore strategico del dittatore che non spicca affatto in lungimiranza, è una decisione che concorrerà a dare la svolta futura al conflitto in Europa. Guderian è un uomo coraggioso, uno dei pochi o forse l'unico che riesce a tenere testa a Hitler durante le conferenze come nessun altro. Il 28 marzo 1945 affronta Hitler nell'ultimo di una lunga serie di contrasti burrascosi, è l'ultimo Capo di Stato Maggiore fiero e solitario in mezzo ai lacchè terrorizzati per la vicina sconfitta, e.... viene congedato “ ..per recuperare la sua salute...”. E' la degna conclusione di una carriera turbolenta in cui Guderian è comunque riuscito a raggiungere il massimo grado militare nonostante i reiterati alterchi con ufficiali superiori che mettono a dura prova la sua pazienza per la loro invidia, incapacità e contrasto. Dopo sei settimane Hitler si toglie la vita tra le rovine di Berlino, Guderian viene fatto prigioniero dai soldati americani che lo rispettano e lo proteggono. Più tardi scriverà la sua autobiografia, muore il 14 maggio 1954. Feldmaresciallo Erich von Manstein Nato nel 1887 a Berlino, aristocratico prussiano, diventa generale di brigata nel 1936, poi vice capo di stato maggiore dell'Esercito (OKH) poi comandante del Gruppo A in Polonia, in seguito al comando sul Fronte Occidentale. E' dovuta a lui la stesura, con l'importante contributo di Guderian, del piano di invasione “colpo di falce” della Francia. Ritenuto il principale astro nascente degli ufficiali di Stato Maggiore con la reputazione della sua enciclopedica preparazione militare e di grande esperto di guerra corazzata, sarà sul fronte russo conquistando la Crimea e Sebastopoli e poi a Stalingrado e a Kursk. Brilla non soltanto nella guerra lampo, ma anche nella guerra di assedio (Sebastopoli) e in quella difensiva sul fronte orientale cedendo terreno dopo aver inflitto numerosi scacchi ai sovietici tenendo sempre aperta una via di ritirata. Cadrà in disgrazia quando proporrà al Fuhrer una ritirata fluida dal fronte russo nel tentativo di salvare centinaia di migliaia di soldati. Dal 1944 verrà emarginato nella riserva ufficiali. E' ritenuto il più brillante stratega della Seconda Guerra Mondiale e forse di tutto il secolo. 17 Feldmaresciallo Erwin Rommel Dopo tanti anni dalla fine della guerra la reputazione di Erwin Rommel è cresciuta invece che annebbiarsi, ammirato da tutti per le sue abilità, il senso dell'onore, il carisma, la visione chiara della strategia e della logistica, l'intuito per le operazioni su vasta scala. Ebbe il coraggio di protestare e discutere molte volte con il dittatore che lo ascoltava interessato oppure si infuriava con lui. Nato nel 1891 in una famiglia di insegnanti non appartiene alla classe degli aristocratici Junker prussiani, Rommel è il tipico svevo industrioso, leale, sobrio in tutto e puntuale. Nel primo conflitto mondiale merita la Croce “Pour le Mérite” distinguendosi per iniziativa, determinazione e attitudine al comando, concorre in maniera determinante al disastro italiano di Caporetto conquistando il Monte Matajur e facendo 9.000 prigionieri. Nel dopoguerra insegna presso l'Accademia militare, pubblica il bestseller “Fanteria all'attacco” che gli procura fama, soldi e l'attenzione di Hitler, che lo nomina maggior-generale al comando del battaglione di sicurezza che la Wehrmacht fornisce al dittatore come guardia personale. Nel 1940 chiede ed ottiene il comando della 7a divisione corazzata, un Comando molto ambito nelle truppe corazzate che si rivela ideale per un uomo ambizioso come lui e che gli richiede ben poca fatica per adattarsi essendo assolutamente confacente al suo carattere. Il suo mito e le sue prodezze getteranno lo sconforto per anni negli Eserciti nemici. Hitler stima Rommel non solo per la sua efficienza ma anche perché è di estrazione borghese e non è uno Junker, gli ufficiali aristocratici mettono sempre a disagio il dittatore..ma gli servono. Rommel si fa presto rispettare e amare dai suoi soldati, non gode i privilegi del grado, dorme pochissimo, si nutre dello stesso vitto dei soldati, si muove sempre sul fronte fin troppo indifferente ai rischi personali, è attento alla vita dei suoi uomini, rispetta i nemici e sopratutto ha i rarissimi doni del “fronterfuhrung” - cioè la “percezione immediata del fronte”- e del “sesto senso tattico”che gli consentono di decidere velocemente azioni vincenti. Spesso afferma : “...ci sono momenti in cui il posto del Comandante non è indietro con lo Stato Maggiore ma avanti con i soldati....”E' l'unico condottiero in tutta la Storia il cui ritratto viene appeso nei Comandi del nemico, in seguito durante la campagna d' Africa il suo mito diventerà l'assillo di Winston Churchill che si vedrà forzato a costruire e a contrapporgli un mito britannico, Sir Bertrand Montgomery. Durante la campagna di Francia la sua 7 a Pz.Div. spesso si materializza inaspettatamente in mezzo alle linee nemiche gettando lo scompiglio, viene battezzata “la Divisione fantasma” e Rommel “il Cavaliere dell'Apocalisse”. Dopo la battaglia di Arras ottiene un riconoscimento immediato: viene decorato con la Croce di Cavaliere per ordine del Fuhrer. Il 12 giugno raggiunge la costa a S.Valery-en-Caux intrappolando francesi e inglesi, 20.000 uomini si arrendono. Alla consegna delle armi un generale francese gli dice: “Siete troppo veloci per noi!”. In sei settimane Rommel cattura 100.000 prigionieri e 450 carri armati. Nessuno al momento ha condotto il Blitzkrieg con questa disinvoltura, rapidità e equilibrio. Le sue parole sono significative e coerenti con le sue azioni: “...rischiai contro tutti gli ordini e le istruzioni perché l'occasione sembrava favorevole..” Dopo le vicissitudini della Campagna d'Africa che minano la sua salute, assunto il Comando del Vallo Atlantico il 17 luglio 1944 viene mitragliato da due caccia sulla sua auto che viaggia senza scorta, riporta gravi ferite al cranio che sarebbero fatali per un uomo meno robusto. Mancano solo tre giorni all'attentato contro Hitler. Non corrotto dal nazismo, ripresosi dalle ferite deve scegliere tra il giuramento di obbedienza e i suoi principi etici e morali, pur non partecipando direttamente al complotto Rommel con grande coraggio non nasconde più da tempo la sua sfiducia sulla vittoria tedesca e la necessità di un armistizio con gli Alleati per salvare la Germania dal disastro esautorando il vertice del Regime nazista. E' convinto di essere l'interlocutore ideale per una pace con gli Alleati di Occidente per poi rivolgersi contro i bolscevichi. Dopo il fallito attentato del 20 luglio, von Stulpnagel in delirio per le torture fa anche il suo nome: il 14 ottobre 1944 Rommel è costretto al suicidio con il veleno per salvare il suo onore e la sua famiglia, muore con un'espressione di disprezzo sul viso. Dopo il grandioso funerale di Stato, il corpo viene cremato per occultare le tracce del veleno. 19 Colonnello Generale Kurt Student E' il principale artefice di una innovazione che più di ogni altra differenzia la 2 a Guerra Mondiale dalle altre guerre, la creazione e l'impiego delle truppe aviotrasportate. Originario di una famiglia di piccoli proprietari prussiani, nato nel 1890 frequenta la scuola reale prussiana militare di Potsdam. Si arruola giovanissimo in aviazione e nella 1a Guerra Mondiale diventa comandante di caccia. Negli anni '30 diventa Ispettore della rinata forza aerea tedesca e della Scuola di volo a vela, assiste a alcune esercitazioni russe con l'impiego massiccio di paracadutisti e ne rimane profondamente impressionato traendo importanti insegnamenti. E' necessario aggiungere che le numerose scuole di volo a vela nate negli anni '30 incentivate dal Regime nazista forniranno alla Luftwaffe un enorme numero di piloti che poi andranno in guerra già addestrati. Nel 1935 Student comanda il Centro Sperimentale di volo dal quale usciranno tutti i modelli di aerei usati nel conflitto mondiale. Memore dei lanci di battaglioni di paracadutisti osservati in Russia elabora i concetti di operazioni di aviosbarco sia di paracadutisti che di truppe aviotrasportate. Nel settembre 1940 viene nominato Tenente Generale. Student organizza gli aviosbarchi in Danimarca, Norvegia,Belgio, l'assalto dell' imprendibile forte belga di Eben Emael, l'invasione di Creta e la liberazione di Mussolini sul Gran Sasso nel 1943. Il successo dei paracadutisti non passa inosservato, Winston Churchill ordina subito il reclutamento di 5.000 volontari paracadutisti, viene aperta la scuola di Ringway e vengono prodotti gli alianti da assalto Horsa (foto) e Hamilcar, molto più comodi di quelli tedeschi. Student progetta l'aviosbarco su Creta del 20 maggio 1941 dove le pesanti perdite dissuadono da altri importanti iniziative dell'utilizzo di questo Corpo. Le truppe paracadutiste da lui comandate, un Corpo di élite fortemente motivato e ben addestrato, combatteranno ovunque distinguendosi per tenacia, coesione e preparazione. In Italia si opporranno con determinazione all'avanzata alleata combattendo dalle rovine dell'Abbazia a Cassino dopo l'inspiegabile e terribile bombardamento alleato: infatti testimonianze certe rivelano che prima del bombardamento non vi erano paracadutisti dentro il Monastero ma davanti all'ingresso a guardia dell'Abbazia, anzi, lo stesso Student aveva ordinato ai suoi uomini di aiutare i monaci a trasferire altrove le preziose reliquie. I paracadutisti di Student parteciperanno alla difesa della Normandia e allo scacco alleato di Arnhem durante la fallita Operazione “Market Garden”. Catturato nell'aprile 1945 sconta 3 anni di prigione, la sua morte avviene nel luglio 1978. Le Waffen SS entrano nella mischia Heinrich Himmler vuole diventare l'eroe guerriero che non è mai stato, nella sua brama di potere recluta 15.000 uomini accuratamente selezionati anche tra i tedeschi che vivono in Polonia e Cecoslovacchia, dota le sue SS con le stesse divise dell'Esercito e riesce sfacciatamente a procurare artiglieria meccanizzata e mezzi motorizzati in dotazione doppia rispetto all'Esercito divenendo una formidabile forza combattente cui non si può rinunciare durante la campagna di Francia. Le SS vengono viste con sfiducia e disprezzo dagli ufficiali di carriera prussiani che ormai sanno delle atrocità compiute dalle SS-Einsatzgruppen (unità operative) nella Polonia occupata mirate alla depoliticizzazione e alla eliminazione dei gruppi che difendono l'unità nazionale. L' anonimo, freddo, ambizioso Ragioniere della Morte avrà sempre maggior potere e l'appoggio di Hitler mano a mano che le SS diventeranno sempre più potenti e si distingueranno per disciplina, fanatismo e crudeltà. Le illusioni del nuovo padrone del continente europeo La Campagna di Francia e di Europa rimane un capolavoro di arte militare il cui successo strepitoso è assolutamente inaspettato sia per i Comandi militari tedeschi che per il Governo nazista. Bisogna però anche aggiungere che dopo la umiliante sconfitta francese Hitler è senza un piano preciso. 20 Le decisioni del dittatore tedesco ora gongolante per la vittoria (qui a Parigi il 23 giugno) lasciano ancora molti interrogativi: fermare le Divisioni Panzer molto vicine a Dunkerque permettendo a centinaia di migliaia di soldati nemici di fuggire è l'intenzione di una possibile tregua con l'Inghilterra ? Militarmente la risposta potrebbe essere dovuta alle piogge insistenti di fine maggio che rendono le paludi di Fiandra difficoltose per i mezzi e la necessità di rimettere in sesto le Divisioni Panzer per le campagne al sud. Poi ci sono altre risposte che coinvolgono aspetti e conseguenze di ordine politico forse meno concrete ma tipiche di un megalomane sorretto da una fede mistica, che non è nemmeno tedesco ma austriaco e che ha una percezione del mondo esclusivamente continentale. Forse Hitler pensa di appoggiarsi al movimento filofascista British Union of Fascists (BUF) fondato dal barone di Staffordshire Oswald Mosley, estremista antisemita e anticomunista, contemporaneamente immagina di avvalersi della simpatia filonazista dell'exre Edoardo VIII e di Wallis Simpson, infatti la contestata moglie dell'ex re non nasconde certo il suo desiderio di diventare Regina detronizzando Giorgio VI e lo stesso Primo Ministro Winston Churchill. Comunque Mosley e Edoardo VIII non sono certamente degli interlocutori vincenti cui appoggiarsi, Mosley viene arrestato e l'ex coppia reale viene confinata alle Bahamas per cinque anni. Ancora, aggregando assieme tutte le iniziative di cui sopra e servendosi della persuasiva propaganda del suo abile e fedele Ministro Goebbels, Hitler spera di costruire una coesione assieme ai Conservatori, alla nobiltà e all'imprenditoria inglesi contro i bolscevichi, i nemici ideologici di sempre, che in Russia hanno cancellato tutta la oligarchia zarista e il cui avvento è temuto da tutti quelli che hanno il Potere e la Finanza ? Lo stesso Ministro degli Esteri inglese Lord Halifax e una parte dell'opinione pubblica sono favorevoli a un negoziato, ma il Governo e il Primo Ministro Winston Churchill sono irremovibili. Hitler afferma pubblicamente: “...il mio obiettivo è di fare pace con l'Inghilterra su una base compatibile con l'onore nazionale..” ma sono parole al vuoto. La risposta di Winston Churchill è un capolavoro di retorica nazionale : “ ..combatteremo nei cieli e sugli Oceani con crescente fiducia e potenza, difenderemo la nostra isola a qualsiasi costo, noi non ci arrenderemo mai”. Comincia ora la “Battaglia nei cieli d'Inghilterra” tra il Comando Caccia della Royal Air Force e la Luftwaffe. ERRORI CRITICI DEI FRANCESI 1) inadeguato addestramento delle truppe che contribuisce a un morale troppo vulnerabile e alla scarsa efficacia operativa nel contrasto ai tanks e agli aerei 2) caparbia fiducia nelle costosissime difese statiche della Linea Maginot la cui spesa ha penalizzato altre Armi 3) uso dispersivo delle forze corazzate 4) modelli di carri armati dotati di scarsa autonomia con sagoma alta e con la torretta a postazione singola non adatti al combattimento nella guerra di movimento 5) mancati investimenti in una moderna Aviazione Militare e nella meccanizzazione della fanteria, costretta praticamente a spostarsi a piedi o in treno 6) comandanti anziani legati alla mentalità della guerra di trincea E' una disfatta che peserà per anni sull'orgoglio della Francia. Valter Barretta luglio 2014 (per approfondimenti segue a pagina 21) (continua con il secondo episodio di Battaglie Perdute – gli errori militari) 21 per approfondimenti: Kenneth Macksey Erwin Rommel Paul Davis Basil Liddle Hart Len Deighton Henri Michel Correlli Barnett “Gli errori militari della 2a Guerra Mondiale” “Fanteria all'attacco” “Le 100 battaglie che hanno cambiato il mondo” “La Seconda Guerra Mondiale” “La guerra lampo” “I successi dell'Asse” “I generali di Hitler” 22