Lavorare in Brasile. Reazioni alla crisi di Solange de Cássia Inforzato de Souza e Alvaro Manoel Professore associato, Universidade Estadual de Londrina, Paraná, Brasile Senior Economist, Department of Economic Policy and Debt, World Bank, Washington, DC Crescita economica nel primo decennio del 2000 Le trasformazioni dell’economia brasiliana nell’ultimo decennio, in particolare nella seconda metà, hanno avuto ripercussioni sulle condizioni di vita e di lavoro della popolazione del Paese, quali la riduzione della diseguaglianza nel reddito pro capite, l’aumento del reddito dei ceti meno abbienti, la crescita della classe media e la ripresa del mercato del lavoro. Questo rivela come essa sia stata solo parzialmente interessata dalla grave crisi internazionale che ha colpito le economie del mondo intero nell’ultimo triennio. L’attuazione, nel Paese, di una politica macroeconomica interna incentrata su un obiettivo programmato di inflazione, sulla lotta all’evasione fiscale e sul cambio variabile dal 1999, sul trasferimento condizionato di risorse a partire dal 2003 (“Programma Borsa Famiglia”; Programa Bolsa Família), sulla politica del salario minimo garantito1 e sulla regolarizzazione del lavoro, potenziata da un interscambio con l’estero reso favorevole dall’aumento delle esportazioni e dal miglioramento della bilancia commerciale fino al 2008, ha messo ampiamente in luce l’importanza del primo decennio del 2000 per la società brasiliana. Prima del 2000 la crescita è avvenuta in maniera discontinua, per poi registrare un’accelerazione dopo il 2006. I principali aspetti sociali indicati dagli analisti possono essere così riassunti: maggior accesso ai beni durevoli da parte di famiglie dotate di scarso potere d’acquisto, con trend positivo fino al 2008, aumento del salario minimo e della capacità di credito, agevolazione nell’accesso al credito a consumo da parte delle famiglie meno abbienti. La congiuntura internazionale favorevole ha reso possibile la crescita delle esportazioni, con consistenti avanzi della bilancia commerciale e afflusso di capitali dall’estero, il che ha permesso l’aumento del consumo interno senza un’importante riduzione dei tassi di risparmio interno. La crescita delle esportazioni ha riguardato sia le tradizionali commodities (beni primari), sia i prodotti manifatturieri, come mostra la tabella 1. I nuovi segmenti di mercato resi disponibili dall’ascesa della classe C2, o classe media brasiliana, hanno favorito lo sviluppo di quei settori, in particolare industriali, che si erano sempre mostrati in difficoltà di fronte alla concorrenza estera e alla necessità di ristrutturarsi al fine di migliorare la propria competitività. Tuttavia, mentre l’economia riprendeva il proprio ciclo di crescita, le difficoltà create dalla 109 Lavorare in Brasile. Reazioni alla crisi Tabella 1 - Esportazioni brasiliane in dati aggregati: 2006-2010 110 Anni Materie prime Prodotti manifatturieri Esportazioni totali % Totale % Partecipa- Valore % Partecipa- Valore Valore (US$ annuale % (US$ annuale zione (US$ annuale zione % in totale milioni) % in totale milioni) milioni) 2006 2007 2008 2009 2010* 40.272 51.596 73.028 61.957 64.729 16,9 28,1 41,5 -15,2 36,6 29,2 32,1 36,9 40,5 44,7 74.699 83.943 92.683 67.349 57.260 15,6 11,9 10,4 -27,3 19,8 54,4 52,3 46,8 44 39,5 137.471 160.649 197.942 152.995 144.929 17,1 19,6 23,1 -22,7 29,6 100 100 100 100 100 *riferito a gennaio-settembre 2010 Fonte: Ministero dello Sviluppo, dell’Industria e del Commercio Estero-MDIC-SECEX. Brasile (2010) crisi finanziaria internazionale della metà del 2008 hanno fatto vacillare i risultati economici e del mercato del lavoro nel 2009, sebbene in misura minore rispetto a quanto si temeva all’inizio della crisi stessa. Impatti sul mercato del lavoro e sulle condizioni di vita Quali sono stati i principali impatti della crisi finanziaria in Brasile? Gli indici di occupazione e disoccupazione, nonché la produzione e l’impiego nel settore dell’industria, hanno registrato una flessione, mentre sono andati configurandosi altri elementi positivi quali il trend di crescita della produttività media del lavoro e il tasso di impiego regolare, oltre alla continua diminuzione della diseguaglianza nel reddito e della povertà nel Paese. La letteratura specialistica sottolinea il ruolo dei mutamenti nel mercato del lavoro e dello sviluppo di reti di protezione sociale nel miglioramento dei principali indicatori di vita in Brasile, nonché nella diminuzione della disparità di reddito e della povertà, dovuta in particolare al significativo aumento del reddito pro capite dei ceti meno abbienti registrato nel primo decennio del 20003. Il comportamento delle variabili demografiche evidenzia la diminuzione della fecondità e l’aumento della speranza di vita della popolazione e della longevità, la cui interazione ha portato a un aumento della popolazione anziana rispetto agli altri gruppi. Un risultato cui hanno contribuito le politiche sociali attuate nell’ambito dell’assistenza sociale, tra cui: l il Beneficio di Prestazione Continuativa (Benefício de Prestação Continuada; BPC), istituito nel 1993 dalla Legge Organica dell’Assistenza Sociale (Lei Orgânica da Assistência Social; LOAS), destinato agli over 65 e ai portatori di handicap inabili al lavoro con reddito familiare pro capite inferiore a ¼ del salario minimo (tra il 1997 e il 2003 il numero di Benefici di Prestazione Continuativa è aumentato del 648%.); l la Politica Nazionale dell’Anziano (Política Nacional do Idoso; PNI) approvata nel 1994 con l’intento di garantire all’anziano i diritti sociali; l la Politica Nazionale di Salute dell’Anziano (Política Nacional de Saúde do Idoso), messa a punto dal Ministero della Salute nel 1999, che nel 2003 ha determinato una serie di misure preventive nonché ampliato l’assistenza medica e lo Statuto dell’Anziano. Parallelamente, nella seconda metà degli anni Novanta nel Paese sono state applicate altre politiche di trasferimento di risorse, e più recentemente, nel primo decennio del 2000, si sono intensificate le politiche di trasferimento condizionato di risorse4, tra cui si distingue il “Programma Borsa Familia”. Quest’ultimo è rivolto alle persone che vivono con un reddito pro capite inferiore alla soglia di povertà (metà del salario minimo) e nel 2008 ne hanno beneficiato 10,5 milioni di famiglie, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Sociale. Mercato del lavoro e mutamenti strutturali: terziarizzazione ed esternalizzazione Da un altro punto vista, si sono evidenziati mutamenti positivi nel mercato del lavoro, in particolare la forte crescita del tasso di partecipazione sia dell’occupazione totale sia del lavoro salariato regolare, che ha contribuito a mantenere il tasso di disoccupazione nel decennio in questione al di sotto del 10% annuo. Si è manifestata la tendenza alla terziarizzazione (crescita del settore dei servizi in misura superiore rispetto agli altri settori dell’economia) e all’esternalizzazione (outsourcing) del lavoro, riscontrabile nell’aumento della manodopera femminile sul mercato del lavoro, nella migrazione di lavoratori dall’industria al terziario (commercio e servizi) e nei recenti mutamenti del mondo del lavoro, derivanti dai processi globali di riorganizzazione della produzione e ristrutturazione dell’organizzazione aziendale. Accanto alla terziarizzazione e all’esternalizzazione, si è registrata una crescita dell’occupazione nell’industria fino al 2008, a fronte della diminuzione registrata nel periodo 1992-1999. A metà del 2008, tuttavia, mentre l’economia brasiliana era in piena espansione e il mercato del lavoro si trovava in una fase di reazione alla propria disorganizzazione iniziata già negli anni Novanta, si è manifestata la crisi economico-finanziaria internazionale. Gli effetti più pesanti si sono concentrati nell’industria manifatturiera; quindi, di fronte al generalizzato calo di fiducia e alla crisi internazionale, il settore industriale ha ridotto i livelli di produzione e di impiego. Accanto ai fattori interni determinati dal venir meno delle aspettative e dalle restrizioni al credito privato, nonché dal calo del commercio mondiale, si sono formati i canali di trasmissione della crisi che, secondo l’analisi pubblicata nel febbraio 2009 dall’IPEA, l’Istituto di Ricerche Economiche (Insituto de Pesquisa Econômicas) collegato al Ministero della Pianificazione, hanno provocato il suddetto calo di produttività del settore industriale. Come risultato di tali tendenze, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 sono aumentati i tassi di disoccupazione ed è diminuito il tasso di utilizzo della capacità produttiva. Il Rapporto Mensile sull’Industria (Pesquisa Industrial Mensal)-IBGE-FIESP-CNI5 ha reso noto il calo del PIL industriale (-4,5% nel 2009) e del tasso di utilizzo della capacità produttiva (che nell’agosto 2008 era del 84,6%, mentre nel dicembre 2008 e 2009 è stato rispettivamente del 77,7% e del 79,6%). Sulla scorta di altri Paesi, a partire dal dicembre 2008, il Governo brasiliano ha quindi adottato alcune misure a carattere anticiclico volte principalmente a contrastare il calo nella domanda aggregata determinata dal settore privato. Tra queste si distinguono in particolare le seguenti: 111 Lavorare in Brasile. Reazioni alla crisi 112 l riduzione dell’IPI (Imposta sui Prodotti Industrializzati) per prodotti come le automobili e gli elettrodomestici; l ampliamento delle linee di credito per il mercato dell’auto usata; l mantenimento degli investimenti, principalmente nelle infrastrutture, previsti nell’ambito del Programma di Accelerazione della Crescita (Programa de Aceleração do Crescimento, PAC) del governo federale. Inoltre il governo ha introdotto o potenziato misure di carattere sociale che hanno contribuito a sostenere la domanda e gli investimenti nazionali, soprattutto nel settore edile, nonostante la crisi internazionale. Tra le principali si distinguono: l l’adeguamento del salario minimo e del “Programma Borsa Familia” (PBF) l l’ampliamento del Programma assicurazione-disoccupazione (Programa seguro-desemprego) [Si tratta di una somma corrisposta mensilmente dallo Stato ai disoccupati, ndt] l il pacchetto immobiliare. Il pacchetto immobiliare ha portato al miglioramento delle condizioni di credito (crescita in termini di volume e di tassi di finanziamento immobiliare per persone fisiche e persone giuridiche), all’esenzione dall’IPI per i materiali edili e i programmi abitativi, sia per il sistema di mercato sia per quelli di interesse sociale, come risulta evidente dal Programma Abitativo Popolare – Casa Mia Vita Mia (Programa Habitacional Popular – Minha Casa Minha Vida), il cui obiettivo è di rispondere alle necessità abitative della popolazione a basso reddito nelle aree urbane6. La maggiore ripercussione che la crisi internazionale ha avuto sul Brasile è stata l’interruzione della crescita economica e l’arresto dello sviluppo della situazione sociale e del mercato del lavoro nel primo trimestre del 2009. Dopo di che si è lentamente ritornati alla normalità, dimostrando così che la crisi è stata meno forte e meno lunga di quanto non si prevedesse. Come è accaduto in altri Paesi emergenti, quali la Cina e l’India, l’economia brasiliana si è quindi dimostrata più resistente del previsto all’impatto della crisi internazionale, registrando una diminuzione del prodotto nazionale lordo e un aumento della disoccupazione sensibilmente minore che in altri Paesi. L’impiego regolare come obiettivo cui tende il mercato del lavoro ha seguito il trend di crescita del decennio. I dati forniti dal PME (Pesquisa Mensal do EmpregoIBGE; Rapporto Mensile sul Lavoro-IBGE) rivelano che tra gennaio e settembre 2010 quasi il 50% della popolazione occupata nelle regioni metropolitane del Paese aveva un impiego regolare, contro il 47% del 2007. Una realtà confermata dai microdati forniti dalla PNAD (Pesquisa Nacional por Amostra de Domicílios-IBGE, Indagine Nazionale per Campione di Domicili-IBGE). Nel 2009 i lavoratori con “carteira de trabalho” (“portafoglio di lavoro”, un indice di regolarizzazione dei rapporti di lavoro) [Documento obbligatorio per chiunque presti un servizio professionale in Brasile. Istituito nel 1932 e reso obbligatorio da Vargas nel 1934, garantisce alcuni diritti fondamentali al lavoratore, quali il seguro-desemprego, la previdenza sociale, etc., ndt] rappresentavano il 39% della totalità degli occupati nel Paese, contro il 38% nel 2007. La richiesta di manodopera è rimasta concentrata nelle fasce di età più avanzate (oltre i 40 anni) e maggiormente scolarizzate (più di 8 anni di studio). In particolare, si è assistito al calo del tasso di crescita dell’occupazione nel periodo 2008-2009, a fronte della sua crescita media del decennio considerato nella sua totalità, stando ai dati forniti dal Rapporto Mensile sul Lavoro. I settori più colpiti in termini di riduzione dei posti di lavoro sono stati l’industria, i trasporti e i servizi collettivi. Quelli che ne hanno risentito meno sono stati i servizi per il mercato interno e la pubblica amministrazione. Nel 2009 è aumentato anche un altro indicatore sintetico del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione, sebbene nel 2010 si sia registrata una ripresa. L’economia brasiliana si è quindi dimostrata più resistente del previsto all’impatto della crisi internazionale, registrando una diminuzione del prodotto nazionale lordo e un aumento della disoccupazione sensibilmente minore che in altri Paesi. 113 Di particolare rilevanza sono gli indicatori che, secondo il Rapporto Mensile sul Lavoro, hanno continuato a registrare un andamento favorevole negli anni 20082010, dai quali si nota la ripresa del mercato del lavoro e della situazione sociale del Paese: nel 2009 la produttività media reale dei lavoratori ha mantenuto il trend di crescita iniziato nel 2004. Dopo il calo della produttività media reale del lavoro fino al 2004, è infatti iniziato un periodo di ripresa che ha portato a una crescita del 12,2% nel primo decennio del 2000 considerato nel suo insieme (2001-2009) e a un incremento del 2,5% tra il 2008 e il 2009. Secondo il DIEESE, il Dipartimento Intersindacale di Statistica e Studi Socio-Economici (Departamento Intersindical de Estatística e Estudos Sócio-Econômicos), il salario minimo si è apprezzato fino al 2010 e dal luglio 1994 al dicembre 2008 ha conseguito un aumento reale di valore del 99%. Dal 2003 al 2009 il salario minimo ha conseguito un aumento reale di valore del 54%; in particolare, nel 2008, 2009 e 2010 ha avuto un valore nominale di R$415,00, R$465,00 e R$510,00, con un incremento reale rispettivamente del 4%, 5,8% e 6%. Infine si è tornati a registrare un calo della povertà e della diseguaglianza nel reddito, con un miglioramento nel posizionamento nel ranking dell’Indice di Sviluppo Umano pubblicato dall’UNDP [United nations Development Programme]. La tabella 2 riassume tutte queste informazioni. Si nota, tuttavia, che il Brasile è oggi una nazione disomogenea: nonostante l’indice di Gini mostri la riduzione della disegua- Tabella 2 - Indicatori di povertà, diseguaglianza di reddito e sviluppo umano. Brasile 2001-2009 Estrema Povertà (% pop)* Povertà (% pop)** Indice di Gini IDH Pos. nel Ranking del IDH 2001 15,28 35,17 0,596 nd 2002 13,99 34,40 0,589 0,788 63º 2003 15,20 35,79 0,583 0,792 68º 2004 13,20 33,70 0,572 0,800 69° 2005 11,49 30,82 0,569 0,808 70º 2006 9,44 26,75 0,563 0,813 75º 2007 8,65 24,24 0,556 75º 2008 7,57 22,59 0,548 - 2009 7,28 21,42 0,543 73º Fonte: IPEA-DATA e UNDP Note: *Percentuale di persone nella popolazione complessiva con reddito familare complessivo pro capite inferiore alla soglia di estrema povertà (o indigenza, o miseria). La soglia di estrema povertà è una stima del valore di un paniere di alimenti che forniscano il minimo di calorie necessarie per sopperire al fabbisogno alimentare di una persona, sulla base delle raccomandazioni della FAO e della OMS. **Percentuale di persone nella popolazione complessiva con reddito familiare pro capite inferiore alla soglia di povertà. La soglia di povertà è il doppio della soglia di estrema povertà. Lavorare in Brasile. Reazioni alla crisi glianza di reddito dopo il 2001, si trova in una situazione peggiore degli altri Paesi latino-americani come il Messico, l’Uruguay o il Venezuela, e molto distante dai Paesi dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. 114 Permanere di criticità nella crescita economica sostenuta Di fronte a tutto ciò, bisogna considerare che le trasformazioni economiche, sociali e lavorative sono state molto significative e che il Paese ha dato risposte positive nel fronteggiare la crisi internazionale; per contro, permangono notevoli criticità nell’economia brasiliana. In primo luogo, la politica economica brasiliana si è sostenuta con alti tassi di interesse interni (tasso Banca Centrale del Brasile SELIC) per far fronte all’urgenza di finanziamento del settore pubblico. Dati forniti dalla Banca Centrale del Brasile rivelano che lo stock del debito del settore pubblico (DLSP, Dívida Líquida do Sector Público) ha raggiunto R$ 1,41 trilioni nell’agosto del 2010, pari al 41,4% del PIL, contro il 36% del 2008. Il principale risultato del governo, dal punto di vista del NFSP (Necessidade de Financiamento do Sector Público, fabbisogno di finanziamento del settore pubblico), è stato la riduzione del surplus al 2,1% del PIL contro il 5,2% – valori conseguiti nel periodo gennaio-agosto 2008 e gennaio-agosto 2010. Nello stesso periodo, il deficit, che rappresentava lo 0,9% del PIL, è passato al 3,3% del PIL. La spesa pubblica dell’Unione nel periodo gennaio-luglio 2010 ha costituito il 30,4% del PIL, di cui il 24,1% rappresentato dalle spese correnti, il che dimostra una scarsa capacità di investimento del settore pubblico brasiliano. Questa situazione fiscale coesiste con un carico tributario tra i più alti di quelli dei Paesi in via di sviluppo: 35% del prodotto nazionale lordo nel 2009. È molto probabile che il Brasile stia raggiungendo un limite massimo in termini di carico fiscale oltre al quale il peso delle tasse potrà avere impatti negativi in termini di crescita economica (una variante della curva di Laffer). In secondo luogo, l’utilizzo del risparmio estero, in particolare attraverso un afflusso di investimenti esteri di portafoglio, viene incentivato dagli alti tassi di interessi interni, con conseguente rivalutazione della moneta locale, il real. Tale rivalutazione ha come effetto una contrazione degli investimenti produttivi e generatori di impiego, in particolare di quelli destinati alle esportazioni di prodotti a maggior valore aggiunto. D’altro canto, bisogna tenere presente la scoperta e lo sfruttamento delle riserve petrolifere e di gas naturale nei bacini del pré-sal brasiliano [Zona al largo del litorale atlantico brasiliano, lunga circa 800 km e larga 200, situata a 7.000 m sotto il livello del mare, di fronte alle coste di S. Paolo e Rio de Janeiro, ndt], in un contesto geoeconomico in cui la dinamica dell’economia cinese provoca un aumento dei prezzi e delle esportazioni di commodities (beni primari), favorendo le aspettative di una futura crescita dell’economia brasiliana. Nonostante i meccanismi utilizzati dal Brasile per cercare di fronteggiare la recente crisi internazionale e arginarne gli effetti sul mercato del lavoro e sulle condizioni di vita della sua popolazione, è necessario riflettere sui problemi che persistono nell’economia brasiliana, che sembra si possano individuare nella lotta all’evasione fiscale, negli elevati tassi di interesse interni e nelle politiche che favoriscono la rivalutazione della moneta. 1 Il salario minimo in Brasile, al gennaio 2011, è di RS 510,00, pari a US$305,39. 2 Il criterio della Fondazione Getúlio Vargas definisce classe C la fascia di popolazione il cui reddito familiare globale era compreso tra R$1.126 e R$ 4.854 mensili nel 2009 e tra US$674 e US$2.906 attualmente. 3 Si veda: R. Hoffmann-M.G.A. Ney, A recente queda da desigualdade de renda no Brasil: análise de dados da PNAD, do Censo Demográfico e das Contas Nacionais. Econômica (Niterói),, v. 10, pp. 7-39, 2008. R. Hoffmann, Desigualdade da distribuição da renda no Brasil: a contribuição de aposentadorias e pensões e de outras parcelas do rendimento domiciliar per capita. Economia e Sociedade (UNICAMP), v. 18, pp. 213-231, 2009. M.C. Neri-M.C. Melo, Miséria e a nova classe média na década da igualdade, Rio de Janeiro 2008. Disponibile su: http://www3.fgv.br/ibrecps. C.R. Ferreira; S.C.I. Souza, As aposentadorias e pensões e a concentração dos rendimentos domiciliares per capita no Brasil e na sua área rural: 1981 a 2003, Revista de Economia e Sociologia Rural, Rio de Janeiro, ottobre/dicembre 2007, v. 45, pp. 985-1011; L. Gasto social no Brasil: programas de transferência de renda versus investimento social. Ciência e Saúde Coletiva, Rio de Janeiro, v. 12, p. 1463-1476, nov./dez. 2007. 4 Per legge, i trasferimenti di risorse sono condizionati alla frequenza scolastica di bambini e adolescenti, al rispetto del ca- lendario delle vaccinazioni e del monitoraggio della crescita e dello sviluppo dei bambini al di sotto dei 7 anni, alla partecipazione al corso di preparazione al parto da parte delle gestanti e al monitoraggio delle donne in allattamento. Oltre a ciò, l’assistenza sociale richiede una partecipazione alle azioni educative organizzate per bambini e adolescenti fino ai 15 anni a rischio o con esperienze pregresse di lavoro minorile, in accordo con il Ministero dello Sviluppo Sociale. 5 L’IBGE, Istituto di Geografia e Statistica (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatísticas), è un organismo governativo, la FIESP è la Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (Federação das Indústrias do Estado de São Paulo) e la CNI è la Confederazione Nazionale delle Industrie (Confederação Nacional das Indústrias). Le ultime due istituzioni rappresentano gli interessi dell’industria brasiliana e forniscono informazioni sulla produzione industriale. 6 In accordo con il Ministero delle Città, il Programma funziona attraverso concessioni di finanziamenti a beneficiari organiz- zati in ente (associazione, cooperativa, sindacato ecc.), grazie a fondi provenienti dal Bilancio Generale dell’Unione (Orçamento General da União – OGU) e destinati al Fondo di Sviluppo Sociale (Fundo de desenvolvimento Social – FDS), che possono avvalersi del partnerariato degli Stati, del Distretto Federale e dei Municipi. 115