Sistema neurologico coinvolto a livello centrale nella regolazione del comportamento istintivo di attaccamento è collocato nell’ area orbito frontale destra ed è formato da connessioni corticali e sottocorticali questo sistema è imp. nel controllo del comportamento legato alle emozioni (infatti viene chiamato la parte pensante del cervello e otivo ) È situato al vertice del sistema limbico rostrale • Corteccia ventromediale • Sistema frontolinbico Include: -Corteccia mediale frontale (giro cingolato anteriore) - Amigdala GOVERNO CENTRALE DEL CERVELLO EMOTIVO Ese ita u o t ollo sull’e isfe o dest o → he vie e defi ito “é e otivo La corteccia orbito frontale è implicata anche nelle funzioni autonomiche del SNA perché ha connessioni dirette con l’ipotalamo • • Agisce come centro corticale per il controllo delle funzioni corporee involontarie Controlla le risposte autonomiche associate alle emozioni È regolato da 2 circuiti distinti he o t olla o l’esp essio e dell’attivazio e •ramo simpatico del SNA •ramo parasimpatico del SNA Ramo simpatico: Catabolico Respo sa ile dell’attività e itato ia, o ilita le e e gie Corrisponde alla stimolazione catecolaminergica della glicogonolisi Mobilita le risposte che possono servire a fronteggiare lo stress Ramo parasimpatico: Anabolico Coi volto ell’attività i i ito ia, o se va e e gie Corrisponde alla stimolazione vagale e cortisolica della glicogenesi Dive ta operativo dopo l’attivazio e del ra o si patico Ripristi a l’o eostasi L’attività simpatica e parasimpatica è controllata dall’emisfero destro Anche il SNA è sensibile alle richieste provenienti dall’ambiente, agli stress e alle minacce percepite È in grado di riorganizzarsi, in maniera prevedibile, nel caso vi sia una modificazione neuronale Si modifica al modificarsi del SNC e nel modificarsi, esso stesso, influisce anche sul funzionamento del SNC L’emisfero destro, maturando precocemente, immagazzina un modello operativo interno della relazione di attaccamento che determina strategie individuali specifiche di regolazione degli affetti per la gestione dello stress e della sopravvivenza L’emozione è dunque inizialmente regolata dall’esterno (dalla figura di accudimento) ma, con il passare del tempo, diviene sempre più autoregolata per effetto dello sviluppo neurofisiologico Relazio e di atta a e to tipo isposta e otiva tipo va iazio e eu ofisiologi a tipo predisposizione per una risposta psicologica adattiva o disadattava a stimoli stressanti NEUROBIOLOGIA DEL TRAUMA INFANTILE L’assenza di funzioni riparatrici, da parte del genitore, combinate ad una immaturità delle strategie di coping del bambino, determina vissuti ripetuti di forte stress con effetti devastanti sul processo di formazione dell’individuo in via di sviluppo I traumi relazionali comportano alterazioni biochimiche del cervello La risposta psicobiologica del bambino al trauma si compone di due schemi di risposta distinti •Iperarousal •Dissociazione IPERAROUSAL Si attiva la componente simpatica del SNA L’ormone dello stress determinato da una relazione traumatica modifica il processo di regolazione delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina, dopamina) che aumentano in maniera significativa Questo accelera il metabolismo nel cervello in via di sviluppo DISSOCIAZIONE Si attiva laa componente parasimpatica SNA si Sottoposto traumi relazionali continui il del bambino distacca dagli stimoli esterni giungendo ad un ottundimento, evitamento, restringimento degli affetti L’i dividuo di fronte alla condizione di impotenza nel gestire la fonte di stress e i vissuti che ne conseguono entra in uno stato di conservazione e ritiro (questo determina il p ofo do dista o che si osserva nella dissociazione) Si conservano le energie per aumentare le possibilità di sopravvivenza simulando la morte; si recuperano le energie restando immobili (attivazione del nucleo motorio dorsale del vago) Il sistema vagale del ramo parasimpatico attivo da subito, detto anche vegetativo - l’altro sistema vagale del parasimpatico matura più tardivamente ed è coinvolto nella comunicazione facciale, vocale , gestuale nelle relazioni interpersonali contingenti; è detti i tellige te e si trova nel nucleo ambiguo. Vari autori sottolineano il verificarsi di un rapido passaggio dall’iperarousal alla dissociazione Comunque, nello stato traumatico entrambe le componenti del SNA (simpatico, parasimpatico) del bambino mostrano una iperattivazione Brucia energie Conserva energie NEUROPSICOLOGIA DELL’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO/DISORIENTATO Main e Solomon individuano lo stile di Attaccamento D Caratterizzato da: •Bassa tolleranza allo stress •Comportamento disorganizzato disorientato •Conseguente ad una relazione con un genitore che funge sia da fonte di minaccia che di protezione I comportamenti dei bambini con Attaccamento D sono molto contradditori e lasciano intendere una attivazione simultanea del sistema simpatico e parasimpatico del SNA Alternanza di reazioni motorie (lanciarsi in avanti di scatto, incurvarsi, gridare) e reazioni di immobilità con stordimento e ottundimento affettivo ( freezing, assumere posizione depressa) Il sistema di regolazione è dunque difettoso e si disorganizza velocemente in condizioni i stress I comportamenti manifesti dell’Attaccamento D sono già osservabili a 12-18 mesi di età, per cui, coincidendo con il periodo critico per la maturazione corticolimbica, potrebbero riflettere una grave compromissione del sistema di controllo orbito frontale Coinvolto: nell’attaccamento, nella regolazione degli stati, nella codifica delle informazioni emotive contenute nelle espressioni facciali e nel tono della voce. INFLUENZE DEL TRAUMA RELAZIONALE SULL’EMISFERO DESTRO L’attaccamento traumatico→gravi alterazioni biochimiche nell’emisfero destro in via di sviluppo -Inibizione della crescita del Sistema Nervoso -I flue ze egative sull’o ga izzazio e delle o essio i li i he o ti ali e sotto o ti ali i pli ate ella gestio e dell’auto egolazio e e dell’atta a e to -Alterazioni nella produzione di sostanze neurochimiche coinvolte nella regolazione dello stress (catecolamine nel sistema simpatico, cortisolo nel sistema parasimpatico) che risultano avere potenzialità tossiche a livello cerebrale, in particolare delle aree limbiche. Ad es. la dissociazione a lungo termine può avere effetti citotossici e determinare una neurodegenarazione da apoptosi successiva al trauma che determina una alterazione delle strutture li i he→il basso rifornimento energetico determinato dall’ipe attivazio e del sistema parasimpatico, nella fase postnatale, non consente una adeguata crescita e proliferazione delle connessioni sinaptiche. Le manifestazioni sintomatiche infantili dello stress traumatico, nella loro forma di iperattivazione o dissociazione, costituiscono le basi su cui si strutturano le reazioni post-traumatiche in fasi successive della vita Infatti sembra che siano proprio l’iperattivazione simpatica e parasimpaticha a determinare la peculiare sintomatologia del PTSD in cui si presentano flashback terrorizzanti e intrusivi alternati a dissociazione, evitamento e ottundimento. • Lo stress relazionale dei primi anni di vita fa si che fonti di stress interpersonale successive, anche minime, riattivino degli stati di terrore Appartengono alla memoria corporea della storia relazionale precoce impressa nei circuiti amigdalo-ipotalamici del sistema limbico autonomo •L’a igdala destra si attiva in maniera preferenziale quando è coinvolta nel ricordo di esperienze avverse. Questa viene attivata anche da stimoli la cui natura avversiva, può non essere percepita a livello cosciente, ma che tuttavia, sembra evocare una rappresentazione negativa Corteccia prefrontale Una volta che nel PTSD sono andate perdute le influenze di tipo top-down, si verifica una risposta esagerata da parte dell’a igdala in reazione alla presentazione di stimoli facciali che rievocano gli aspetti spaventosi degli eventi traumatici originali • La ricerca più recente ha dimostrato che lo stress cronico conduce a schemi contrastanti di modellamento dendritico dei neuroni . dell’amigdala e dell’ippocampo Acquisizione del controllo eccitatorio Perdita del controllo inbitorio Dise uili io della fu zio e dell’asse ipotala o-ipofisi-corticosurrene • L’a igdala svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento dell’espe ie za traumatica e ell’i agazzi i e to della memoria percettiva implicita dell’i fo azio e relativa al trauma • Per cui anche in seguito, determinati imput possono riattivare le strutture di memoria traumatiche, legate a stati affettivi intensi, determinando risposte comportamentali disadattive in circostanze del presente non riconosciute come realmente minacciose CORTECCIA PREFRONTALE MEDIALE • • • • Ha un ruolo decisivo nella rievocazione dei ricordi contenuti nella memoria episodica e potrebbe essere coinvolta nella discriminazione temporale, ciò ha chiare implicazioni nell’alterazione osservate nei pazienti con PTSD durante i ricordi traumatici. La corteccia prefrontale mediale si attiva durante l’elaborazione esplicitamente autoreferenziale degli stimoli, per questo la maggiore attivazione in soggetti PTSD potrebbe riflettere la particolare rilevanza per il soggetto di stimoli traumatici, soprattutto negli esperimenti su immagini mentali evocate da un copione. La disfunzione in tale area è stata ricondotta ai deficit dell’attenzione e frontali talvolta associati alla sindrome da pseudodemenza osservata nel PTSD. Inoltre, la corteccia prefrontale mediale ha mostrato di poter inibire l’asse ipotalamico-pituitario-surrenale in condizioni di stress e il sistema libico implicato nelle emozioni, permettendo così anche l’estinzione della risposta mediata di paura. AMIGDALA Ha un ruolo fondamentale nel condizionamento alla paura e nell’apprendimento contestuale. La parte basolaterale ha dimostrato di contribuire alle alterazioni della memoria legate allo stress, incluso il consolidamento del ricordo dopo l’evento. Non tutti gli studi comunque dimostrano l’attivazione di quest’area, ma differenze di risposta sono presenti normalmente anche in campioni non affetti da PTSD e dipendono dai livelli di attivazione, misurati dalla variazione della conduttanza cutanea. Le alterazioni nell’attivazione della corteccia prefrontale mediale e dell’amigdala osservate nel PTSD potrebbero riflettere una relazione funzionale tra le due strutture, in cui la prima eserciterebbe un’attività modulatoria o inibitoria sulla seconda. TALAMO • E’ il collegamento essenziale tra tutte le informazioni sensoriali, eccetto quelle olfattive, e la corteccia cerebrale. • Il talamo ha un ruolo importante nel mediare l’interazione tra attenzione e stato di attivazione, entrambi rilevanti nella fenomenologia delle sindromi post-traumatiche da stress. • È stato ipotizzato che alti livelli di attivazione durante l’evento traumatico possano condurre a un’alterazione dell’elaborazione sensoriale talamica che provocherebbe un’errata trasmissione delle informazioni sensoriali alla corteccia frontale, al giro del cigolo, all’amigdala e all’ippocampo, ciò potrebbe essere alla base dei sintomi dissociativi e dei flashback nei soggetti con PTSD. PTSD dissociativo vs PTSD con iperattivazione. • I soggetti con PTSD dissociati mostrano una maggiore attivazione del talamo, del lobulo parietale superiore destro, del giro del cingolo, del giro angolare sinistro, della corteccia prefrontale mediale bilaterale. Aree cerebrali principalmente coinvolte nei processi dissociativi del PTSD. CORTECCIA PARIETALE E OCCIPITALE Alterazioni in queste aree possono influenzare il processo di integrazione delle informazioni sensoriali nelle cortecce di ordine superiore e ciò potrebbe essere la causa dei disturbi visivi e somatosensoriali descritti dai pazienti con PTSD con risposta dissociativa. Tuttavia, allo stato degli studi, non si può sapere con precisione se questa alterazione cerebrale sia alla base della dissociazione o se entrambe dipendano da una causa comune. CORTECCIA TEMPORALE Molti studi sulla dissociazione hanno esaminato i fenomeni dissociativi in pazienti con epilessia del lobo temporale e una ricerca di Penfield e Rasmussen (1957) ha descritto sintomi simili alla depersonalizzazione in risposta alla stimolazione del giro temporale medio e superiore. Si è ipotizzato un legame tra strutture libiche e temporali alle base delle risposte dissociative dell’epilessia, del disturbo di depersonalizzazione e del PTSD, come osservato anche nelle analisi della connettività funzionale condotte la Lanius e collaboratori (2005). MODELLO CORTICOLIMBICO DELLA DISSOCIAZIONE Sierra e Berrios (1998) hanno ipotizzato che la depersonalizzazione comporti una disconnessione corticolimbica. In questo modello la corteccia prefrontale mediale inibisce l’elaborazione delle risposte emotive nelle strutture libiche, tra cui l’amigdala, provocando una diminuzione della attività simpatica e dell’esperienza emotiva. Questa ipotesi è stata anche confermata dagli studi PET che hanno riscontrato una correlazione negativa tra il flusso sanguigno nella corteccia prefrontale sinistra e quello dell’amigdala. Anche i pazienti con PTSD dissociativo mostrano una maggiore attivazione della corteccia prefrontale dorsale e della corteccia frontale mediale e non riportano un aumento nell’attivazione dell’amigdala. Gli studi di connettività funzionale confermano in parte il modello corticolimbico e l’ipotesi di un contributo dei lobi temporali alla dissociazione. Conclusioni Questi studi dimostrano quanto i soggetti con PTSD possano differire molto nella risposta alla rievocazione di eventi traumatici. Come suggerisce Foa e collaboratori (1995) ciò potrebbe riflettere processi patologici distinti. Risulta quindi necessario non raggruppare sotto un'unica categoria soggetti con PTSD che presentano diversi quadri sintomatici, poiché ciò potrebbe ostacolare la giusta comprensione della psicopatologia post-traumatica da stress. 6. Una spiegazione delle neuroscienze cognitive del PTSD e del suo trattamento Chris R. Brewin PTSD • Disorganizzazione e mancanza di completezza del ricordo del trauma; • Rivivere l’evento traumatico sotto forma di flashback involontari; • Distorsione temporale tipica dei flashback; • Impossibilità di predire la durata dei ricordi intrusivi legati al trauma; • Senso di irrealtà che accompagna il ricordo. Racconti delle persone con PTSD • Rievocazione volontaria; • Hot spots Torpore emotivo, depersonalizzazione, derealizzazione, passaggio involontario dall’uso del tempo passato a quello presente. Flashback • Compaiono involontariamente; • Automatici, scatenati da stimoli interni o esterni; • Solo in parte oggetto di controllo volontario (Brewin, 1996); • Caratteristiche percettive più pronunciate dei ricordi normali; • Chiari e vividi (Van der Kolk,Fisler, 1995). • Gli eventi sono vissuti come se stessero riaccadendo nel presente (distorsione del tempo soggettivo). • Sembrano essere prodotti da una forma separata di memoria che non interagisce con la conoscenza autobiografica generale. Memoria dichiarativa - Fatti ed eventi rievocati consapevolmente ed espressi esplicitamente, sui quali si può riflettere in modo verbale. - Es. memoria autobiografica Memoria non dichiarativa - Attività di acquisizione di abilità motorie e cognitive, il priming e il condizionamento. - Impossibilità di rievocare volontariamente le info, poiché viene attivata automaticamente in condizioni che assomigliano molto a quelle originarie di apprendimento (“iperspecificità dell’accesso”). - “sistema di rappresentazione percettiva” separato (Tulving e Schacter, 1990). La paura Foa e Kozak (1986) avevano suggerito in Superare la paura richiede invece un loro importante articolo, che durante i l’acquisizione di rappresentazioni processi di estinzione o di abituazione, i totalmente nuove che possono inibire ricordi originari dell’esperienza di paura l’attivazione dei ricordi originari intatti. venivano modificati dall’aggiunta di informazioni incompatibili. Amigdala Info pericolo Corteccia sensoriale unimodale; Corteccia associativa; Ippocampo amigdala Rapide risposte difensive -Coinvolto nell’apprendimento di info relative al contesto nel quale è avvenuto il condizionamento della paura. -Lesioni ad esso distruggono l’info appresa circa il contesto, ma non influiscono sulla risposta condizionata. -Ruolo centrale, insieme alla corteccia prefrontale, nell’estinzione della risposta alla paura (effetto inibitorio sull’amigdala). Brewin e collaboratori (1996): Mancato adattamento al trauma può portare a un duplice esito: Elaborazione cronica dei ricordi del trauma Elaborazione inibita troppo prematuramente Rappresentazioni in memoria portate a livello conscio Iperassimilazione Iperaccomodamento -Permanere di un senso di pericolo imminente. -Ruminazioni. -Senso di minaccia costante legata ad una possibile riproposizione dell’evento. Ricordo parziale del trauma che contiene un numero limitato di caratteristiche selezionate “Teoria della rappresentazione duale” (Brewin et al, 1996) Due tipi di ricordi di un evento traumatico di cui si è fatta esperienza in prima persona VAM Verbally accessible memory SAM Situationally accessible memory Risposta al trauma Componente chiave: reciprocità del funzionamento tra amigdala e ippocampo. SAM VAM Flashback All’aumentare del numero di caratteristiche nella rappresentazione VAM, diminuisce il numero degli elementi che rievocano il trauma in grado di attivare le reazioni corporee difensive. In seguito al consolidamento del ricordo del trauma da parte dell’ippocampo, si formerà una corrispondente rappresentazione corticale stabile. Ciò significa che la persona non dovrà ricostruire il ricordo VAM ogniqualvolta incontri uno stimolo che evoca il trauma, piuttosto ci sarà una rappresentazione stabile che può esercitare un’adeguata influenza inibitoria sull’amigdala in modo rapido ed efficace. Il trattamento psicologico del PTSD Esposizione ripetuta e particolareggiata all’i fo elativa al t au a Modificazione delle credenze non adattive relative a eventi, comportamenti o sintomi Gli eventi devono essere rappresentati in una forma che permetta il loro recupero volontario e devono essere identificati come appartenenti a uno specifico evento del passato che non rappresenta pericolo per il presente I terapeuti possono aiutare i pazienti a concentrarsi e a mantenere concentrate le loro risorse attentive su questi momenti specifici, e a ricodificare gli eventi e le immagini nella memoria ad accesso verbale così da poterli poi rievocare intenzionalmente. L’attenzione dovrebbe focalizzarsi sia sugli eventi esterni rappresentati nelle immagini legate al trauma, sia su elementi interni come pensieri evanescenti e cambiamenti corporei. Conclusioni • Uno degli aspetti più affascinanti riguarda la natura paradossale dei ricordi del trauma, che possono essere vaghi o vividi, intrusivi o inerti, sotto controllo o fuori controllo ed esperiti nel presente o nel passato; • Per il trattamento del PTSD è importante una ricostruzione dettagliata del trauma in terapia con l’obbiettivo di consolidare una rappresentazione del trauma esplicitabile verbalmente nella memoria a lungo termine, che possa avere un’influenza inibitoria immediata ed efficace sull’amigdala. E’ fondamentale che contenga i principali indizi utili alla rievocazione come i colori, le forme o il tipo di movimento associati a un forte incremento del livello di pericolo. Identificazioni traumatiche FERENCZI, 1926-1932 Introietto traumatico: scenario relazionale in cui viene meno la distinzione tra vittima e perpetratore • Il “poppante saggio” e il “bambino psichiatra” • Dissociazione dell’identità: annichilimento del sé e identificazione con l’aggressore RUSSEL MEARES: Intimità e alienazione • Da James (1890): distinzione tra Self e Me • Da Tulving (1993): memorie noetiche≠autonoetiche • MEMORIE TRAUMATICHE E NARRAZIONI DEL SÉ: decoupling tra ricordo percettivo-affettivo dell’esperienza traumatica e rappresentazione semantica • COPIONE TRAUMATICO: sentimenti di mostruosità e alienazione del sé; identità “negativa” • INTERIORIZZAZIONE MALIGNA: collasso del Me e permanenza dell’oggetto traumatico - identificazione adualistica - Identificazione proiettiva: priming relazionale SATELLITI DEL TRAUMA: EVITAMENTO ACCOMODAMENTO SISTEMI AUTOGENI DEL SE’: Autoarchia Grandiosità RIPRISTINO PETER FONAGY Dal rispecchiamento genitoriale al Sé alieno L’identità si fonda sulla possibilità di strutturare una rappresentazione secondaria degli stati interni del sé genitoriale Nell’infanzia questo dipende dal meccanismo di “massimizzazione della contingenza” che porta il bambino a strutturare rappresentazioni secondarie del sè sulla base del livello di concordanza tra rispecchiamenti genitoriali e i propri stati interni Verranno “interiorizzati” preferenzialmente quei rispecchiamenti che aumentano il senso di padronanza della propria esperienza attraverso la riduzione dell’attivazione emotiva negativa I rispecchiamenti più efficaci sono quelli che: - non essendo perfettamente contingenti (“quasi come me”) impongono - Permettono al bambino di differenziare tra sé e altro - La struttura secondaria di rappresentazione è creata solo se esiste una non contingenza tra stati interni e rispecchiamento RISPECCHIAMENTI PATOGENI RISPECCHIAMENTO NON MARCATO: il bambino “trova” nell’altro le proprie emozioni negative e non crea una struttura secondaria di rappresentazione regolativa - confusione tra propri stati interni e realtà esterna: il Sé alieno e stati borderline RISPECCHIAMENTO INCONGRUENTE: il bambino interiorizza una rappresentazione secondaria che non corrisponde ai propri stati interni - scissione tra stati interni (Me) e rappresentazione fornita dall’oggetto (Sé): Falso Sé e patologia narcisistica KARLEN LYONS-RUTH Gli stati della mente HostileHelpless Prototipo HOSTILE I. SVALUTAZIONE GLOBALE DEL CAREGIVER II. IDENTIFICAZIONE CON LA FIGURA SVALUTATA III. DINIEGO DELL’ABUSO IV. COMPORTAMENTI CONTROLLANTI-PUNITIVI NELL’INFANZIA V. INVULNERABILITA’ Prototipo HELPLESS I. SVALUTAZIONE DEL CAREGIVER COME HELPLESS/ABDICANTE II. IDENTIFICAZIONE CON IL CAREGIVER HELPLESS/ABDICANTE III. ATTEGGIAMENTI DI ACCUDIMENTO DEL CAREGIVER HELPLESS IN INFANZIA IV. ATTEGGIAMENTI DI ACCUDIMENTO IN ETA’ ADULTA Altre caratteristiche delle identificazioni H-H I. SENSO DI CATTIVERIA SPECIALE E DI INDEGNITA’ PERSONALE II. RISO DAVANTI AL DOLORE III. RIFERIMENTI RIPETUTI A STATI DI PAURA IN INFANZIA IV. COMPIACENZA DETTATA DALLA PAURA IN INFANZIA Altri indicatori comportamentali e narrativi H-H BLOCCO TRAUMATICO DELLA NARRAZIONE IMMAGINI E SENSAZIONI VIVIDE IN ASSENZA DI CONTESTUALIZZAZIONE RIFLESSIVA RIFERIMENTI RIPETUTI A CONDOTTE AUTO-DISTRUTTIVE DERAGLIAMENTO EMOTIVO DEL DISCORSO ROTTURE DEI LEGAMI D’ATTACCAMENTO CONFUSIONE NEI LEGAMI DI ATTACCAMENTO Arnold Modell Sul diritto a una vita Colpa da separazione: “Dove esiste una carente differenziazione Sé/oggetto, esiste una confusione tra Sé e oggetto; nella mente infantile la paura di morire a causa della separazione dalla madre può essere confusa con la paura di distruggere la madre” (1965, p. 53) “Il diritto a una vita separata è forse invaiabilmente accompagnato da una fantasia inconscia secondo ci la separazione condurrà alla morte o a un danno per l’altro” (p. 46) “… la loro refrattarietà all’analisi non era dovuta soltanto all’indebolita capacità di formare relazioni oggettuali, ma anche a qualcosa che, benchè collegato a questo indebolimento, era più fondamentale: esisteva una loro convinzione di non avere diritto a una vita migliore” Megan Frawley e Jodie Davies Sé adulto e bambino nelle pazienti vittime di abuso infantile: integrare la dissociazione? “Al riguardo, compare quella che può essere considerata una fantasia diffusa nell’adulto che ha subito abusi in passato, secondo cui, quando conoscerà l’orribile verità dell’abuso, il mondo intero si mobiliterà per dargli una nuova infanzia idealizzata e compensatoria. Questa fantasia ha sempre costituito l’antidoto, la droga quotidiana, l’antidolorifico cui si è assuefatto il bambino abusato. Egli si è nutrito, per usare le parole di un paziente, di “dosi quotidiane, secondo il bisogno”, pur di andare avanti. Spesso il dover rinunciare a questo desiderio si rivela ancora più inimmaginabile per il bambino che accettare la realtà dell’abuso. Riconoscere l’impossibilità di rendere realizzabile questa fantasia rappresenta un tradimento del suo sé interiore più sacro (2000, p. 460) ESISTE UNA CURA DEL TRAUMA? • Integrare la dissociazione/disorganizzazione? • Riparare le condotte traumatiche dei genitori? • Modificare il passato? • Terapia come riparazione etica? PAUL RICOEUR La memoria e l’oblio PASSATO: fattualità PASSEITA’: senso del’esistere sullo sfondo della continuità temporale degli eventi Permette la rievocazione dell’oggetto perduto IMMOBILIZZAZIONE DEL RICORDO IN IMMAGINI: nel trauma le tracce colonizzano la memoria del passato rendendo impossibile la passeità e il senso di continuità dell’esistenza SI DETERMINA “frammentazione e causalità dei ricordi che si distribuiscono e si organizzano in livelli di senso, in arcipelaghi, eventualmente separati da abissi”