Sistema neurologico coinvolto a livello centrale nella
regolazione del comportamento istintivo di attaccamento
è collocato nell’ area orbito frontale destra
ed è formato da connessioni corticali e sottocorticali
questo sistema è imp. nel controllo del
comportamento legato alle emozioni
(infatti viene chiamato la parte pensante
del cervello e otivo )
È situato al vertice del sistema limbico rostrale
•
Corteccia ventromediale
•
Sistema frontolinbico
Include:
-Corteccia mediale frontale (giro
cingolato anteriore)
- Amigdala
GOVERNO CENTRALE DEL CERVELLO EMOTIVO
Ese ita u
o t ollo sull’e isfe o dest o → he vie e defi ito “é e otivo
La corteccia orbito frontale è implicata anche nelle
funzioni autonomiche del SNA perché ha
connessioni dirette con l’ipotalamo
•
•
Agisce come centro corticale per il controllo
delle funzioni corporee involontarie
Controlla le risposte autonomiche associate
alle emozioni
È regolato da 2 circuiti distinti he o t olla o l’esp essio e dell’attivazio e
•ramo simpatico del SNA
•ramo parasimpatico del SNA
Ramo simpatico:
Catabolico
Respo sa ile dell’attività e itato ia, o ilita le e e gie
Corrisponde alla stimolazione catecolaminergica della
glicogonolisi
Mobilita le risposte che possono servire a fronteggiare lo stress
Ramo parasimpatico:
Anabolico
Coi volto ell’attività i i ito ia, o se va e e gie
Corrisponde alla stimolazione vagale e cortisolica della
glicogenesi
Dive ta operativo dopo l’attivazio e del ra o si patico
Ripristi a l’o eostasi
L’attività simpatica e parasimpatica è controllata dall’emisfero destro
Anche il SNA è sensibile alle richieste provenienti dall’ambiente, agli
stress e alle minacce percepite
È in grado di riorganizzarsi, in maniera prevedibile, nel caso
vi sia una modificazione neuronale
Si modifica al modificarsi del SNC e nel modificarsi, esso stesso,
influisce anche sul funzionamento del SNC
L’emisfero destro, maturando precocemente, immagazzina un modello
operativo interno della relazione di attaccamento che determina strategie
individuali specifiche di regolazione degli affetti per la gestione dello stress e
della sopravvivenza
L’emozione è dunque inizialmente regolata dall’esterno (dalla figura di
accudimento) ma, con il passare del tempo, diviene sempre più
autoregolata per effetto dello sviluppo neurofisiologico
Relazio e di atta a e to tipo
isposta e otiva tipo
va iazio e eu ofisiologi a tipo
predisposizione per una risposta psicologica adattiva o disadattava a stimoli
stressanti
NEUROBIOLOGIA DEL TRAUMA INFANTILE
L’assenza di funzioni riparatrici, da parte del genitore, combinate
ad una immaturità delle strategie di coping del bambino,
determina vissuti ripetuti di forte stress con effetti devastanti sul
processo di formazione dell’individuo in via di sviluppo
I traumi relazionali comportano alterazioni biochimiche del cervello
La risposta psicobiologica del bambino al trauma si compone di
due schemi di risposta distinti
•Iperarousal
•Dissociazione
IPERAROUSAL
Si attiva la componente simpatica del SNA
L’ormone dello stress determinato da una relazione traumatica modifica
il processo di regolazione delle catecolamine (adrenalina,
noradrenalina, dopamina) che aumentano in maniera significativa
Questo accelera il metabolismo nel cervello in via di sviluppo
DISSOCIAZIONE
Si attiva laa componente
parasimpatica
SNA si
Sottoposto
traumi relazionali
continui il del
bambino
distacca dagli stimoli esterni giungendo ad un
ottundimento, evitamento, restringimento degli affetti
L’i dividuo di fronte alla condizione di impotenza nel gestire la fonte di stress
e i vissuti che ne conseguono entra in uno stato di conservazione e ritiro
(questo determina il p ofo do dista o che si osserva nella dissociazione)
Si conservano le energie per aumentare le possibilità di sopravvivenza
simulando la morte;
si recuperano le energie restando immobili (attivazione del nucleo motorio
dorsale del vago)
Il sistema vagale del ramo parasimpatico attivo da subito, detto anche
vegetativo - l’altro sistema vagale del parasimpatico matura più
tardivamente ed è coinvolto nella comunicazione facciale, vocale , gestuale
nelle relazioni interpersonali contingenti; è detti i tellige te e si trova nel
nucleo ambiguo.
Vari autori sottolineano il verificarsi di un rapido passaggio
dall’iperarousal alla dissociazione
Comunque, nello stato traumatico entrambe le componenti
del SNA (simpatico, parasimpatico) del bambino
mostrano una iperattivazione
Brucia energie
Conserva energie
NEUROPSICOLOGIA DELL’ATTACCAMENTO
DISORGANIZZATO/DISORIENTATO
Main e Solomon individuano lo stile di Attaccamento D
Caratterizzato da:
•Bassa tolleranza allo stress
•Comportamento disorganizzato disorientato
•Conseguente ad una relazione con un
genitore che funge sia da fonte di minaccia
che di protezione
I comportamenti dei bambini con Attaccamento D sono molto
contradditori
e lasciano intendere una attivazione simultanea del sistema simpatico
e parasimpatico del SNA
Alternanza di reazioni motorie (lanciarsi in avanti di scatto,
incurvarsi, gridare) e reazioni di immobilità con stordimento e
ottundimento affettivo ( freezing, assumere posizione depressa)
Il sistema di regolazione è dunque difettoso e si disorganizza
velocemente in condizioni i stress
I comportamenti manifesti dell’Attaccamento D sono già osservabili a
12-18 mesi di età, per cui, coincidendo con il periodo critico per la
maturazione corticolimbica,
potrebbero riflettere una grave compromissione
del sistema di controllo orbito frontale
Coinvolto: nell’attaccamento, nella regolazione degli stati, nella
codifica delle informazioni emotive contenute nelle espressioni
facciali e nel tono della voce.
INFLUENZE DEL TRAUMA RELAZIONALE
SULL’EMISFERO DESTRO
L’attaccamento traumatico→gravi alterazioni biochimiche nell’emisfero
destro in via di sviluppo
-Inibizione della crescita del Sistema Nervoso
-I flue ze egative sull’o ga izzazio e delle o essio i li i he o ti ali e
sotto o ti ali i pli ate ella gestio e dell’auto egolazio e e
dell’atta a e to
-Alterazioni nella produzione di sostanze neurochimiche coinvolte nella
regolazione dello stress (catecolamine nel sistema simpatico, cortisolo nel
sistema parasimpatico) che risultano avere potenzialità tossiche a livello
cerebrale, in particolare delle aree limbiche.
Ad es. la dissociazione a lungo termine può avere effetti citotossici e determinare una
neurodegenarazione da apoptosi successiva al trauma che determina una alterazione delle
strutture li i he→il basso rifornimento energetico determinato dall’ipe attivazio e del
sistema parasimpatico, nella fase postnatale, non consente una adeguata crescita e
proliferazione delle connessioni sinaptiche.
Le manifestazioni sintomatiche infantili dello stress
traumatico, nella loro forma di iperattivazione o
dissociazione, costituiscono le basi su cui si strutturano le
reazioni post-traumatiche in fasi successive della vita
Infatti sembra che siano proprio l’iperattivazione
simpatica e parasimpaticha a determinare la peculiare
sintomatologia del PTSD in cui si presentano flashback
terrorizzanti e intrusivi alternati a dissociazione,
evitamento e ottundimento.
•
Lo stress relazionale dei primi anni di vita fa si che fonti di stress
interpersonale successive, anche minime, riattivino degli stati di
terrore
Appartengono alla memoria corporea della storia relazionale precoce impressa
nei circuiti amigdalo-ipotalamici del sistema limbico autonomo
•L’a igdala destra si attiva in maniera preferenziale quando è coinvolta nel
ricordo di esperienze avverse. Questa viene attivata anche da stimoli la cui
natura avversiva, può non essere percepita a livello cosciente, ma che tuttavia,
sembra evocare una rappresentazione negativa
Corteccia prefrontale
Una volta che nel PTSD sono andate perdute le influenze di tipo top-down, si
verifica una risposta esagerata da parte dell’a igdala in reazione alla
presentazione di stimoli facciali che rievocano gli aspetti spaventosi degli
eventi traumatici originali
•
La ricerca più recente ha dimostrato che lo stress cronico conduce a
schemi contrastanti di modellamento dendritico dei neuroni
.
dell’amigdala
e
dell’ippocampo
Acquisizione del controllo eccitatorio
Perdita del controllo inbitorio
Dise uili io della fu zio e dell’asse ipotala o-ipofisi-corticosurrene
• L’a igdala svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento
dell’espe ie za traumatica e ell’i
agazzi i e to della memoria
percettiva implicita dell’i fo azio e relativa al trauma
• Per cui anche in seguito, determinati imput possono riattivare le
strutture di memoria traumatiche, legate a stati affettivi intensi,
determinando risposte comportamentali disadattive in circostanze del
presente non riconosciute come realmente minacciose
CORTECCIA PREFRONTALE MEDIALE
•
•
•
•
Ha un ruolo decisivo nella rievocazione dei ricordi contenuti nella
memoria episodica e potrebbe essere coinvolta nella
discriminazione temporale, ciò ha chiare implicazioni nell’alterazione
osservate nei pazienti con PTSD durante i ricordi traumatici.
La corteccia prefrontale mediale si attiva durante l’elaborazione
esplicitamente autoreferenziale degli stimoli, per questo la
maggiore attivazione in soggetti PTSD potrebbe riflettere la
particolare rilevanza per il soggetto di stimoli traumatici, soprattutto
negli esperimenti su immagini mentali evocate da un copione.
La disfunzione in tale area è stata ricondotta ai deficit
dell’attenzione e frontali talvolta associati alla sindrome da
pseudodemenza osservata nel PTSD.
Inoltre, la corteccia prefrontale mediale ha mostrato di poter inibire
l’asse ipotalamico-pituitario-surrenale in condizioni di stress e il
sistema libico implicato nelle emozioni, permettendo così anche
l’estinzione della risposta mediata di paura.
AMIGDALA
Ha un ruolo fondamentale nel condizionamento alla paura e
nell’apprendimento contestuale. La parte basolaterale ha
dimostrato di contribuire alle alterazioni della memoria legate allo
stress, incluso il consolidamento del ricordo dopo l’evento.
Non tutti gli studi comunque dimostrano l’attivazione di
quest’area, ma differenze di risposta sono presenti normalmente
anche in campioni non affetti da PTSD e dipendono dai livelli di
attivazione, misurati dalla variazione della conduttanza cutanea.
Le alterazioni nell’attivazione della corteccia prefrontale mediale
e dell’amigdala osservate nel PTSD potrebbero riflettere una
relazione funzionale tra le due strutture, in cui la prima
eserciterebbe un’attività modulatoria o inibitoria sulla seconda.
TALAMO
•
E’ il collegamento essenziale tra tutte le informazioni sensoriali,
eccetto quelle olfattive, e la corteccia cerebrale.
•
Il talamo ha un ruolo importante nel mediare l’interazione tra attenzione e
stato di attivazione, entrambi rilevanti nella fenomenologia delle sindromi
post-traumatiche da stress.
•
È stato ipotizzato che alti livelli di attivazione durante l’evento traumatico
possano condurre a un’alterazione dell’elaborazione sensoriale talamica
che provocherebbe un’errata trasmissione delle informazioni sensoriali alla
corteccia frontale, al giro del cigolo, all’amigdala e all’ippocampo, ciò
potrebbe essere alla base dei sintomi dissociativi e dei flashback nei
soggetti con PTSD.
PTSD dissociativo vs PTSD con iperattivazione.
•
I soggetti con PTSD dissociati mostrano una maggiore attivazione
del talamo, del lobulo parietale superiore destro, del giro del
cingolo, del giro angolare sinistro, della corteccia prefrontale
mediale bilaterale.
Aree cerebrali principalmente
coinvolte nei processi dissociativi
del PTSD.
CORTECCIA PARIETALE E OCCIPITALE
Alterazioni in queste aree possono influenzare il processo di
integrazione delle informazioni sensoriali nelle cortecce di ordine
superiore e ciò potrebbe essere la causa dei disturbi visivi e
somatosensoriali descritti dai pazienti con PTSD con risposta
dissociativa. Tuttavia, allo stato degli studi, non si può sapere con
precisione se questa alterazione cerebrale sia alla base della
dissociazione o se entrambe dipendano da una causa comune.
CORTECCIA TEMPORALE
Molti studi sulla dissociazione hanno esaminato i fenomeni
dissociativi in pazienti con epilessia del lobo temporale e una ricerca
di Penfield e Rasmussen (1957) ha descritto sintomi simili alla
depersonalizzazione in risposta alla stimolazione del giro temporale
medio e superiore.
Si è ipotizzato un legame tra strutture libiche e temporali alle base
delle risposte dissociative dell’epilessia, del disturbo di
depersonalizzazione e del PTSD, come osservato anche nelle
analisi della connettività funzionale condotte la Lanius e
collaboratori (2005).
MODELLO CORTICOLIMBICO DELLA DISSOCIAZIONE
Sierra e Berrios (1998) hanno ipotizzato che la depersonalizzazione
comporti una disconnessione corticolimbica. In questo modello la
corteccia prefrontale mediale inibisce l’elaborazione delle risposte
emotive nelle strutture libiche, tra cui l’amigdala, provocando una
diminuzione della attività simpatica e dell’esperienza emotiva.
Questa ipotesi è stata anche confermata dagli studi PET che hanno
riscontrato una correlazione negativa tra il flusso sanguigno nella
corteccia prefrontale sinistra e quello dell’amigdala.
Anche i pazienti con PTSD dissociativo mostrano una maggiore
attivazione della corteccia prefrontale dorsale e della corteccia
frontale mediale e non riportano un aumento nell’attivazione
dell’amigdala. Gli studi di connettività funzionale confermano in
parte il modello corticolimbico e l’ipotesi di un contributo dei lobi
temporali alla dissociazione.
Conclusioni
Questi studi dimostrano quanto i soggetti con PTSD
possano differire molto nella risposta alla rievocazione di
eventi traumatici.
Come suggerisce Foa e collaboratori (1995) ciò potrebbe
riflettere processi patologici distinti.
Risulta quindi necessario non raggruppare sotto un'unica
categoria soggetti con PTSD che presentano diversi
quadri sintomatici, poiché ciò potrebbe ostacolare la
giusta comprensione della psicopatologia post-traumatica
da stress.
6.
Una spiegazione delle
neuroscienze cognitive del
PTSD e del suo trattamento
Chris R. Brewin
PTSD
• Disorganizzazione e mancanza di
completezza del ricordo del trauma;
• Rivivere l’evento traumatico sotto forma
di flashback involontari;
• Distorsione temporale tipica dei
flashback;
• Impossibilità di predire la durata dei
ricordi intrusivi legati al trauma;
• Senso di irrealtà che accompagna il
ricordo.
Racconti delle persone con PTSD
• Rievocazione volontaria;
• Hot spots
Torpore emotivo,
depersonalizzazione, derealizzazione, passaggio
involontario dall’uso del tempo passato a quello
presente.
Flashback
• Compaiono involontariamente;
• Automatici, scatenati da stimoli interni o esterni;
• Solo in parte oggetto di controllo volontario
(Brewin, 1996);
• Caratteristiche percettive più pronunciate dei
ricordi normali;
• Chiari e vividi (Van der Kolk,Fisler, 1995).
• Gli eventi sono vissuti come se stessero riaccadendo
nel presente (distorsione del tempo soggettivo).
• Sembrano essere prodotti da una forma separata di
memoria che non interagisce con la conoscenza
autobiografica generale.
Memoria dichiarativa
- Fatti
ed
eventi
rievocati
consapevolmente ed espressi
esplicitamente, sui quali si può
riflettere in modo verbale.
- Es. memoria autobiografica
Memoria non dichiarativa
- Attività di acquisizione di abilità
motorie e cognitive, il priming e il
condizionamento.
- Impossibilità
di
rievocare
volontariamente le info, poiché
viene attivata automaticamente in
condizioni
che
assomigliano
molto a quelle originarie di
apprendimento
(“iperspecificità
dell’accesso”).
- “sistema di rappresentazione
percettiva” separato (Tulving e
Schacter, 1990).
La paura
Foa e Kozak (1986) avevano suggerito in
Superare la paura richiede invece
un loro importante articolo, che durante i
l’acquisizione
di
rappresentazioni
processi di estinzione o di abituazione, i
totalmente nuove che possono inibire
ricordi originari dell’esperienza di paura
l’attivazione dei ricordi originari intatti.
venivano modificati dall’aggiunta di
informazioni incompatibili.
Amigdala
Info pericolo
Corteccia sensoriale
unimodale;
Corteccia associativa;
Ippocampo
amigdala
Rapide
risposte
difensive
-Coinvolto nell’apprendimento di info
relative al contesto nel quale è
avvenuto il condizionamento della
paura.
-Lesioni ad esso distruggono l’info
appresa circa il contesto, ma non
influiscono sulla risposta condizionata.
-Ruolo centrale, insieme alla corteccia
prefrontale,
nell’estinzione
della
risposta alla paura (effetto inibitorio
sull’amigdala).
Brewin e collaboratori (1996):
Mancato adattamento al trauma può portare a un duplice
esito:
Elaborazione cronica
dei ricordi del trauma
Elaborazione inibita
troppo prematuramente
Rappresentazioni in
memoria portate a
livello conscio
Iperassimilazione
Iperaccomodamento
-Permanere di un senso di pericolo
imminente.
-Ruminazioni.
-Senso di minaccia costante legata ad una
possibile riproposizione dell’evento.
Ricordo parziale del trauma che
contiene un numero limitato di
caratteristiche selezionate
“Teoria
della rappresentazione
duale”
(Brewin et al, 1996)
Due tipi di ricordi di un evento traumatico di cui si è fatta
esperienza in prima persona
VAM
Verbally accessible memory
SAM
Situationally accessible memory
Risposta al trauma
Componente chiave: reciprocità del
funzionamento tra amigdala e ippocampo.
SAM
VAM
Flashback
All’aumentare del numero di caratteristiche nella
rappresentazione VAM, diminuisce il numero degli elementi
che rievocano il trauma in grado di attivare le reazioni
corporee difensive.
In seguito al consolidamento del ricordo del trauma da
parte dell’ippocampo, si formerà una corrispondente
rappresentazione corticale stabile. Ciò significa che la
persona non dovrà ricostruire il ricordo VAM ogniqualvolta
incontri uno stimolo che evoca il trauma, piuttosto ci sarà
una rappresentazione stabile che può esercitare
un’adeguata influenza inibitoria sull’amigdala in modo
rapido ed efficace.
Il trattamento psicologico del
PTSD
Esposizione ripetuta e particolareggiata
all’i fo elativa al t au a
Modificazione delle credenze non adattive
relative a eventi, comportamenti o sintomi
Gli eventi devono essere rappresentati in una forma che permetta il loro
recupero volontario e devono essere identificati come appartenenti a uno
specifico evento del passato che non rappresenta pericolo per il presente
I terapeuti possono aiutare i pazienti a concentrarsi e a mantenere
concentrate le loro risorse attentive su questi momenti specifici, e a
ricodificare gli eventi e le immagini nella memoria ad accesso verbale così
da poterli poi rievocare intenzionalmente. L’attenzione dovrebbe focalizzarsi
sia sugli eventi esterni rappresentati nelle immagini legate al trauma, sia su
elementi interni come pensieri evanescenti e cambiamenti corporei.
Conclusioni
• Uno degli aspetti più affascinanti riguarda la natura
paradossale dei ricordi del trauma, che possono
essere vaghi o vividi, intrusivi o inerti, sotto controllo
o fuori controllo ed esperiti nel presente o nel
passato;
• Per il trattamento del PTSD è importante una
ricostruzione dettagliata del trauma in terapia con
l’obbiettivo di consolidare una rappresentazione del
trauma esplicitabile verbalmente nella memoria a
lungo termine, che possa avere un’influenza inibitoria
immediata ed efficace sull’amigdala. E’ fondamentale
che contenga i principali indizi utili alla rievocazione
come i colori, le forme o il tipo di movimento associati
a un forte incremento del livello di pericolo.
Identificazioni traumatiche
FERENCZI, 1926-1932
Introietto traumatico: scenario relazionale in
cui viene meno la distinzione tra vittima e
perpetratore
• Il “poppante saggio” e il “bambino
psichiatra”
• Dissociazione dell’identità: annichilimento
del sé e identificazione con l’aggressore
RUSSEL MEARES:
Intimità e alienazione
• Da James (1890): distinzione tra Self e Me
• Da Tulving (1993): memorie noetiche≠autonoetiche
• MEMORIE TRAUMATICHE E NARRAZIONI DEL SÉ:
decoupling tra ricordo percettivo-affettivo dell’esperienza
traumatica e rappresentazione semantica
• COPIONE TRAUMATICO: sentimenti di mostruosità e
alienazione del sé; identità “negativa”
• INTERIORIZZAZIONE MALIGNA: collasso del Me e
permanenza dell’oggetto traumatico
- identificazione adualistica
- Identificazione proiettiva: priming relazionale
SATELLITI DEL TRAUMA:
EVITAMENTO
ACCOMODAMENTO
SISTEMI AUTOGENI DEL SE’:
Autoarchia
Grandiosità
RIPRISTINO
PETER FONAGY
Dal rispecchiamento
genitoriale al Sé alieno
L’identità si fonda sulla possibilità di strutturare una
rappresentazione secondaria degli stati interni del
sé genitoriale
Nell’infanzia questo dipende dal meccanismo
di “massimizzazione della contingenza” che porta il
bambino a strutturare rappresentazioni secondarie
del sè sulla base del livello di concordanza tra
rispecchiamenti genitoriali e i propri stati interni
Verranno “interiorizzati” preferenzialmente quei
rispecchiamenti che aumentano il senso di padronanza
della propria esperienza attraverso la riduzione
dell’attivazione emotiva negativa
I rispecchiamenti più efficaci sono quelli che:
- non essendo perfettamente contingenti (“quasi come me”)
impongono
- Permettono al bambino di differenziare tra sé e altro
- La struttura secondaria di rappresentazione è creata solo
se esiste una non contingenza tra stati interni e
rispecchiamento
RISPECCHIAMENTI PATOGENI
RISPECCHIAMENTO NON MARCATO: il bambino
“trova” nell’altro le proprie emozioni negative e non
crea una struttura secondaria di rappresentazione
regolativa
- confusione tra propri stati interni e realtà esterna: il
Sé alieno e stati borderline
RISPECCHIAMENTO INCONGRUENTE: il bambino
interiorizza una rappresentazione secondaria che
non corrisponde ai propri stati interni
- scissione tra stati interni (Me) e rappresentazione
fornita dall’oggetto (Sé): Falso Sé e patologia
narcisistica
KARLEN LYONS-RUTH
Gli stati della mente HostileHelpless
Prototipo HOSTILE
I.
SVALUTAZIONE GLOBALE DEL CAREGIVER
II. IDENTIFICAZIONE CON LA FIGURA
SVALUTATA
III. DINIEGO DELL’ABUSO
IV. COMPORTAMENTI CONTROLLANTI-PUNITIVI
NELL’INFANZIA
V. INVULNERABILITA’
Prototipo HELPLESS
I.
SVALUTAZIONE DEL CAREGIVER COME
HELPLESS/ABDICANTE
II.
IDENTIFICAZIONE CON IL CAREGIVER
HELPLESS/ABDICANTE
III.
ATTEGGIAMENTI DI ACCUDIMENTO DEL
CAREGIVER HELPLESS IN INFANZIA
IV.
ATTEGGIAMENTI DI ACCUDIMENTO IN
ETA’ ADULTA
Altre caratteristiche delle
identificazioni H-H
I.
SENSO DI CATTIVERIA SPECIALE E DI
INDEGNITA’ PERSONALE
II.
RISO DAVANTI AL DOLORE
III.
RIFERIMENTI RIPETUTI A STATI DI PAURA
IN INFANZIA
IV.
COMPIACENZA DETTATA DALLA PAURA
IN INFANZIA
Altri indicatori comportamentali e
narrativi H-H
BLOCCO TRAUMATICO DELLA NARRAZIONE
IMMAGINI E SENSAZIONI VIVIDE IN ASSENZA DI
CONTESTUALIZZAZIONE RIFLESSIVA
RIFERIMENTI RIPETUTI A CONDOTTE AUTO-DISTRUTTIVE
DERAGLIAMENTO EMOTIVO DEL DISCORSO
ROTTURE DEI LEGAMI D’ATTACCAMENTO
CONFUSIONE NEI LEGAMI DI ATTACCAMENTO
Arnold Modell
Sul diritto a una vita
Colpa da separazione: “Dove esiste una carente
differenziazione Sé/oggetto, esiste una confusione tra Sé e
oggetto; nella mente infantile la paura di morire a causa
della separazione dalla madre può essere confusa con la
paura di distruggere la madre” (1965, p. 53)
“Il diritto a una vita separata è forse invaiabilmente
accompagnato da una fantasia inconscia secondo ci la
separazione condurrà alla morte o a un danno per l’altro”
(p. 46)
“… la loro refrattarietà all’analisi non era dovuta soltanto
all’indebolita capacità di formare relazioni oggettuali, ma
anche a qualcosa che, benchè collegato a questo
indebolimento, era più fondamentale: esisteva una loro
convinzione di non avere diritto a una vita migliore”
Megan Frawley e Jodie Davies
Sé adulto e bambino nelle pazienti
vittime di abuso infantile: integrare
la dissociazione?
“Al riguardo, compare quella che può essere considerata una
fantasia diffusa nell’adulto che ha subito abusi in passato,
secondo cui, quando conoscerà l’orribile verità dell’abuso,
il mondo intero si mobiliterà per dargli una nuova infanzia
idealizzata e compensatoria. Questa fantasia ha sempre
costituito l’antidoto, la droga quotidiana, l’antidolorifico cui
si è assuefatto il bambino abusato. Egli si è nutrito, per
usare le parole di un paziente, di “dosi quotidiane, secondo
il bisogno”, pur di andare avanti. Spesso il dover rinunciare
a questo desiderio si rivela ancora più inimmaginabile per il
bambino che accettare la realtà dell’abuso. Riconoscere
l’impossibilità di rendere realizzabile questa fantasia
rappresenta un tradimento del suo sé interiore più sacro
(2000, p. 460)
ESISTE UNA CURA DEL
TRAUMA?
• Integrare la dissociazione/disorganizzazione?
• Riparare le condotte traumatiche dei genitori?
• Modificare il passato?
• Terapia come riparazione etica?
PAUL RICOEUR
La memoria e l’oblio
PASSATO: fattualità
PASSEITA’: senso del’esistere sullo
sfondo della continuità temporale degli
eventi
Permette la rievocazione dell’oggetto
perduto
IMMOBILIZZAZIONE DEL RICORDO IN IMMAGINI:
nel trauma le tracce colonizzano la memoria del
passato rendendo impossibile la passeità e il
senso di continuità dell’esistenza
SI DETERMINA
“frammentazione e causalità dei ricordi che si
distribuiscono e si organizzano in livelli di senso, in
arcipelaghi, eventualmente separati da abissi”