All.5) CENTRO DI TERAPIA INTENSIVA PER IL TRATTAMENTO DELLE SITUAZIONI DI CRISI IN PSICHIATRIA. Contesto attuale e sviluppo del progetto Il Centro di Terapia Intensiva (CTI) è un servizio trasversale a cui afferiscono pazienti da tutti i M.O.M. di Salute Mentale Adulti e, in casi selezionati, anche dal Servizio di Salute Mentale Infanzia e Adolescenza dell'area fiorentina. E’ una struttura residenziale destinata ad accogliere (per 4-12 settimane), un gruppo di pazienti (max 6), che attraversano un periodo di crisi legato sia alla riacutizzazione della sintomatologia sia a difficoltà relazionali con i sistemi di sostegno familiare e/o (in certi casi) del servizio territoriale competente. Lo staff terapeutico è formato da psichiatri, infermieri ed educatori. Gli interventi declinati dagli operatori hanno alla base una concezione multifattoriale della malattia mentale che tiene conto della complessità bio-psico-sociale di tali disturbi e consistono in: accoglienza e supporto, osservazione e ascolto partecipe, riconoscimento ed esplicitazione del significato del sintomo e degli agiti, farmacoterapia con valutazione della compliance. I pazienti sono immersi in una realtà quotidiana in cui vengono condivise attività domestiche all’interno di un clima orientato alla riflessività. L’ingresso al Centro Crisi prevede la stipula di un contratto formale con il paziente e con lo psichiatra inviante con la definizione degli obiettivi terapeutici e degli obblighi reciproci Il progetto Centro di Terapia Intensiva di cui si chiede lo sviluppo è pienamente attivo dal luglio 2004. L’esperienza in corso mostra che di fatto l’intervento del CTI si qualifica come lavoro su crisi complesse dove i due aspetti, crisi relazionale e acuzie psicopatologica, sono compresenti ed entrambe rilevanti. Inoltre, quasi sempre, emerge la necessità di affrontare la situazione critica della relazione terapeutica (cioè il rapporto paziente-psichiatra curante) che, in prospettiva, tenendo conto dei tempi lungi della malattia psichiatrica, finisce per diventare il fulcro del lavoro. Di seguito vengono descritte le caratteristiche principali dei pazienti ricoverati in 24 mesi al CTI (dall’apertura al 31-07.2006). PAZIENTI RICOVERATI AL CENTRO DI TERAPIA INTENSIVA IN 24 MESI Numero Percentuale % Sesso Maschi Femmine Età 17-30 31-45 46-60 Provenienza Ospedale (SPDC) Day-hospital Abitazione Residenza psichiatrica Diagnosi Disturbo schizofrenico Disturbo bipolare Disturbo di personalità Disturbo ossessivo-compulsivo 22 14 61 39 11 18 7 31 50 19 15 4 15 2 42 11 42 5 14 13 6 3 39 36 17 8 TOTALE PAZIENTI 36 100% Come si può vedere : Ø oltre il 40% dei pazienti proviene al CTI direttamente dal ricovero ospedaliero; Ø tutti i pazienti che sono stati al CTI hanno alle spalle una storia di ricovero in psichiatria; Ø un terzo dei pazienti ha una storia di ricoveri prolungati e/o ripetuti; Ø il 50% dei pazienti ha avuto almeno un ricovero in Trattamento Sanitario Obbligatorio; Ø l’80% dei pazienti ha un’età inferiore ai 40 anni. Dal follow up con verifica a luglio 2006 dei pazienti ricoverati al CTI risulta che: Ø 4 pazienti sono attualmente ricoverati in strutture residenziali psichiatriche (due di essi provenivano da strutture psichiatriche prima dell’ingresso al CTI: un paziente è tornato nella struttura di provenienza ed uno è passato ad un struttura a minor livello di protezione); Ø un paziente a distanza di un anno dal ricovero al CTI si è suicidato (la famiglia nei mesi precedenti aveva chiesto la possibilità di un’ulteriore ricovero al CTI che non è stato purtroppo possibile effettuare per il trasferimento del paziente a Prato, attualmente non è ancora possibile ricoverare pazienti al di fuori della ASL 10); Ø Gli altri 31 pazienti sono attualmente a casa propria, di questi; dopo l’esperienza al CTI, 5 hanno avuto un ricovero nel periodo di follow up, una paziente ha avuto ricoveri plurimi. Come tipologia dei pazienti ci troviamo di fronte: 1. 2. 3. giovani adulti con patologia psicotica acuta (sia di area schizofrenica che affettiva) con gravi difficoltà di compliance in certi casi pazienti dalla “porta girevole” (cioè pazienti che effettuano ricoveri ripetuti in SPDC) per i quali l’ambiente relazionale del CTI con un tempo di permanenza adeguato è un’alternativa significativa al ricovero in vista del riavvio di una relazione con il terapeuta. In questo caso il CTI assume una funzione adeguata di alternativa al ricovero ospedaliero giovani adulti cosiddetti cronici/acuti, cioè pazienti che mostrano un mondo interno e un vissuto ricchi sia nelle episodiche esplosioni della sintomatologia sia negli aspetti sani che traspaiono, ma che contemporaneamente sono disperanti per il senso di impotenza che inducono anche nei curanti; sono pazienti sempre in pregiudicato per un appiattimento verso una cronicità in residenze psichiatriche a tempo indefinito; giovani adolescenti o post-adolescenti complessi per patologia (psicotica e disturbo grave di personalità) e per comportamento che mettono in scacco, in una situazione relazionale patologica, familiari ma anche terapeuti, in bilico fra essere risucchiati all’interno di una famiglia simbiotica senza speranza di evoluzione l’assetto adulto, in un clima folle e distruttivo, o viceversa intraprendere una carriera di marginalità e/o di abbandono e/o di nuovi cronici più o meno istituzionalizzati. Per tutti questi pazienti e in particolare per quelli individuati nel 2° e nel 3° gruppo il CTI costituisce uno snodo terapeutico di assoluto rilievo perché apre delle prospettive costruttive, modificando in maniera significativa le aspettative (negative) di familiari e terapeuti. La permanenza al CTI per periodi di tempo che mediamente si attestano sui 2-3 mesi (con variazioni da 15 giorni a 5 mesi) garantisce nella maggior parte dei casi una riattivazione delle aspettative di miglioramento dei pazienti, che rendono nuovamente pensabili a familiari e a curanti ipotesi di crescita, e soprattutto di autonomia e di adeguata qualità di vita . Criticità che rende necessario lo sviluppo del progetto Sia l’autonomia che lo svincolo di cui si parla richiedono una verifica che consiste in una esperienza concreta di autonomia abitativa variamente supportata dall’esterno. Il problema che l’intervento terapeutico al CTI lascia comunque insoluto e che costituisce il fuoco della presente richiesta di proseguimento riguarda · la verifica concreta delle prospettive di autonomia (gruppo 2) · lo svincolo dalla simbiosi familiare (gruppo 3) che richiede non solo un lavoro sul paziente ma anche un supporto attivo a forte valenza psicoterapica del nucleo familiare con funzione riparativa in vista della restaurazione delle risorse genitoriali · la costituzione del CTI come funzione di “relais” fra salute mentale infanzia e adolescenza e salute mentale adulti in relazione anche alla richiesta in progressivo aumento di utilizzo della struttura per situazioni di crisi di giovani in fascia di età 17- 20 anni Obbiettivi del progetto di sviluppo Lo sviluppo del progetto CTI ha come obbiettivi terapeutici: a) la prevenzione dell’uscita dal circuito curante “attivo” dei pazienti sopra definiti come cronici/acuti b) l’attivazione di un percorso di “svincolo” di giovani post-adolescenti da legami familiari simbiotici c) una risposta all’esordio psicotico alternativa al percorso che passa attraverso l’ospedalizzazione Per questo occorre: · · · · garantire, oltre al mantenimento dell’attuale assetto strutturale del CTI, anche condizioni strutturali (residenziali) e condizioni di supporto relazionale esterno per un tempo adeguato al consolidamento dell’esperienza (da 12 a 24 mesi) garantire le funzioni di raccordo terapeutico con il gruppo curante garantire un supporto terapeutico alla famiglia, quando necessario, come risorsa aggiuntiva a quelle del gruppo curante garantire un’esperienza strutturata di collaborazione Salute Mentale Adulti Salute Mentale Infanzia e Adolescenza – Medico di base. Risultati attesi dallo sviluppo del progetto sul versante specificamente terapeutico · · · · un miglioramento dell’accessibilità per l’esordio psicotico il ripristino o l’attivazione della compliance il ripristino di relazioni terapeutiche contrattuali riduzione del fenomeno del drop out sul versante dell’esito psicosociale · · recupero della soggettività sociale dei pazienti e delle competenze sociali relazionali e strumentali riduzione drastica della dipendenza dal servizio della salute mentale (in particolare dagli aspetti assistenziali) Articolazione del progetto La verifica degli obbiettivi esposti implicano un programma che si articoli in un arco temporale di 24 mesi L’assetto organizzativo necessario per lo sviluppo del progetto prevede l’affidamento di un servizio di housing assistito (gruppo/i appartamento) post inserimento al CTI attraverso: · convenzione con una cooperativa fra quelle che già operano con l’Azienda Sanitaria Firenze o per individuazione e affitto di un appartamento di piccole dimensioni (3-4 stanze) e/o di una o più stanze con uso cucina possibilmente in zona prossima al CTI; o affidamento di un servizio di monitoraggio dei pazienti che verranno inseriti nella esperienza di autonomia abitativa temporanea (post dimissione dal Centro di Terapia Intensiva), con attivazione di: o interventi educativi (supporto per le funzioni di housing), psicosociali (funzione intermediaria paziente-contesto sociale, sviluppo di un gruppo di auto-aiuto) o psicoterapeutiche (supporto e trattamento terapeutico per le famiglie nel periodo dello svincolo, attraverso interventi singolari e/o di gruppo) Piano Finanziario* Costo complessivo € 600.250 del progetto Risorse soggetto € 511. 000 proponente** (autofinanziamento ) Quota partecipazione regionale di € Totale quota € partecipazione regionale 89.250 Spese € 4.250 aziendali Prestazio € 85.000 ni cooperati va Spese di affitto locali e € 18.000 utenze Prestazioni educatore € 27000 professionale Prestazioni psichiatriche € 40.000 psicoterapeutiche 89.250 *Il progetto ha durata prevista di 24 mesi; la richiesta presentata è relativa ai primi 12 mesi di attività ** risorse di personale del MOM SMA FI/3 già presenti in via ordinaria