GONIOMETRIA NOZIONI DI BASE: A qualcuno sembrò una magia quando Guglielmo Marconi effettuò la prima radiotrasmissione di un segnale, ma non era magia: alla base di quell’invenzione, e non solo di quella, c’è la goniometria. Sempre in fisica, quando si è trattato il moto circolare uniforme, subito si è arrivati a parlare di frequenze, periodi, velocità angolari, ed è uscito subito fuori il grafico della curva seno per definire il comportamento del moto armonico. Ogni applicazione della fisica che parla di Hertz (computer, forni a micro onde, impianti stereo, telecomunicazioni, e persino chimica, astronomia, sismologia..) si avvale dei semplici assunti di cui stiamo per avere completa esposizione. La misura degli angoli Dal greco, γονον μετρεω = misuro gli angoli, e τριγονον μετρεω = misuro i triangoli. Per cominciare, è necessario chiarirsi quindi sulla misura di un angolo: il coefficiente angolare “m” finora sembrava raccontare solo un rapporto ordinate/ascisse. Sarà essenziale, ma non misura ancora l’angolo. Esistono due modi per raccontare un angolo: la più comune è dividere un cerchio in 360 gradi col sistema sessagesimale, ma altrettanto è possibile esprimerlo come “arco sotteso dall’angolo”. In tal caso la misura è in radianti (qualcosa che ricorda bene la pulsazione o velocità angolare in meccanica: rad/sec). - sistema sessagesimale Siamo comunemente abituati a definire il tempo con le parole: sono le 12:30 e 20 secondi del giorno, mese.. E siamo abituati che 60 secondi fanno 1 minuto, che 60 minuti fanno un’ora, da cui, a seconda del fenomeno, si determina un range (giorno terrestre: 24 ore) oltre le quali scatta un giorno (un giro completo). Forse alle medie qualcuno ha studiato il sistema decimale (ogni 10) ed il sessagesimale (ogni 60). In tal senso, mezzogiorno e mezza e 20 secondi si scrive: 12° 30’ 20“. In goniometria raramente capiterà di usare primi e secondi, concentrandoci per lo più sui gradi. Ora, mentre il fenomeno periodico del giorno viene diviso in 24° (ore), la circonferenza in generale si divide in 360°. Da un punto di vista grafico, tale convenzione riporta almeno tre nomenclature fondamentali: 1) 90° angolo retto 2) 180° angolo piatto 3) 360° angolo giro ma è inoltre importante visualizzare la divisione in 2 a 45° (in blu), e le divisioni in 3, quindi 30° - 60° (in verde) dell’angolo 90°. Ad esse corrispondono negli altri quadranti gli stessi valori opposti per simmetria. Ad esempio 120° = 90° + 30° e risponde in maniera opposta ai 60°. - utilizzare i radianti meno intuitivo, ma semplice: il radiante non misura l’apertura dell’angolo, bensì la porzione di circonferenza sottesa a tale angolo. In particolare, si cerca un arco l che abbia la stessa lunghezza del raggio R: la misura della circonferenza è 2πR, vista da un angolo sessagesimale di 360°. In radianti, basta dividere la circonferenza per il raggio: 2πR = 360 ° → 2π = 360° ; l (=R) Trasformazioni: π = 180° ; da gradi a radianti: 270° . π = 3π 180° 2 π = 90° ; π = 45° … 2 4 da radianti a gradi: 3 π . 180 = 135° 4 π La circonferenza goniometrica Nel piano cartesiano è possibile individuare il luogo geometrico dei punti P equidistanti da un unico punto detto centro O della circonferenza, che, in maniera analitica per il riferimento cartesiano x;y, si traduce in: X2 + Y2 = R2 Questa sarebbe l’equazione di una circonferenza con centro all’origine. Se noi considerassimo una simile circonferenza con raggio unitario, avremmo subito degli enormi vantaggi: X2 + Y2 = 1 Essa costituisce l’equazione della circonferenza goniometrica. Osservate la figura al lato: alla misura dell’angolo α corrisponde lungo la circonferenza un punto P, traguardato dall’origine O. Questo punto ha un valore in ascisse (OH) e in ordinate (PH). Ebbene, chiamando: seno di α = PH (=Yp) coseno di α = OH (=Xp) la nostra equazione della circonferenza goniometrica diventa: sen2α + cos2α = 1 Questa è la relazione base fondamentale della trigonometria. Ora possiamo trattare gli angoli come misure riportate sugli assi. Si deve considerare che lo studio di queste funzioni, seno e coseno, sono antichissime. Ogni calcolatrice scientifica ha un pulsante apposta per le funzioni trigonometriche e persino sul proprio computer, anche senza dover accedere ad excel (eccezionale programma), la calcolatrice di serie ha l’opzione per visualizzare i tasti scientifici. In simili strumenti, è richiesto specificamente di stabilire se si utilizzano i gradi o i radianti. Dall’assunto precedente, escono subito fuori due importanti relazioni tra seno e coseno: cos2α = 1 – sen2α sen2α = 1 – cos2α Analizziamo il comportamento delle due curve: 1) quando α = 0° → cos α = 1 ; sen α = 0 2) quando α = 90° → cos α = 0 ; sen α = 1 La stessa cosa si verifica negli altri quadranti. In pratica le due funzioni hanno ciò che si chiama uno sfasamento, in tal caso esattamente di 90°. Da questa considerazione emergono nuovi assunti: cos α = sen ( 90° – α ) sen α = cos ( 90° – α ) Se infatti proviamo a graficizzare le due curve, appare chiaro l’effetto dello sfasamento di π/2 : Valori notevoli di seno e coseno Al valore preciso, decimale, di seno e coseno, si preferisce un risultato numerico notevole per tali angoli: il procedimento di base è sempre il teorema di Pitagora, pertanto alcuni valori resteranno sotto radice. Angolo a 45° ( π/4 ) Stiamo ragionando sulla circonferenza goniometrica, pertanto il raggio, ovvero l’ipotenusa del triangolo in esame, è unitario, il valore in ordinata e ascissa è rispettivamente riportato con seno e coseno di 45°. In geometria, la diagonale d (ipotenusa = raggio) di un quadrato di lato ℓ, rispetto ad esso: d = ℓ√2 . Ovviamente, il lato, rispetto la diagonale unitaria del cerchio: ℓ = 1 / √2 . Per noi, ℓ = sen 45 = cos 45. Per il teorema di Pitagora: → I2 = C2 + c2 1 = sen2 45 + cos2 45 Sappiamo che in tale configurazione seno e coseno sono uguali, quindi potremmo scrivere: 1 = 2 sen2 45 da cui sen2 45 = 1 → 2 sen 45 = 1 . √2 = √2 √2 √2 2 Nell’ultimo passaggio si è semplicemente razionalizzato il denominatore. Ovviamente, cos(45°) = √2/2 Angolo a 30° ( π/6 ) e 60° ( π/3 ) Si parte dalle considerazioni sul triangolo equilatero, avente tre angoli di 60° e tre lati uguali di misura ℓ . La bisettrice è anche mediana, dunque il triangolo (ruotato) che contiene le informazioni che cerchiamo ha un’altezza h = ℓ / 2 ed una base b = ( √3 / 2 ) ℓ. Nel nostro caso, ℓ=1, h = sen 30 ; b = cos 30. Si intuisce subito: sen 30 = ½ Per il coseno, basta applicare Pitagora: I2 = C2 + c2 → 1 = sen2 30 + cos2 30 → cos2 30 = 1 – ½ 2 = ¾ → cos 30 = √3 / 2 Nel caso dei 60°, la situazione si ribalta: cos 60 = ½ ; sen 60 = √3/2 Nei vari quadranti ritroveremo per simmetria gli stessi valori, alternati di segno a seconda del quadrante. gradi – rad 0/360 – 0/2 π 30 - π/6 45 - π/4 60 - π/3 90 - π/2 120 - π 2/3 135 - π 3/4 150 - π 5/6 180 - π 210 - π 7/6 225 - π 5/4 240 - π 4/3 270 - π 3/2 300 - π 5/3 315 - π 7/4 330 - π 11/6 Seno 0 ½ √2/2 √3/2 1 √3/2 √2/2 ½ 0 –½ – √2/2 – √3/2 –1 – √3/2 – √2/2 –½ Coseno 1 √3/2 √2/2 ½ 0 – ½ – √2/2 – √3/2 –1 – √3/2 – √3/2 –½ 0 ½ √2/2 √3/2 TANGENTE, COTANGENTE, COSECANTE, SECANTE NOZIONI DI BASE: Seguono quattro funzioni, tutte derivanti da rapporti tra seno e coseno, fondamentali per la goniometria: tangente: cotangente: cosecante: secante: è un valore preso esternamente al cerchio, esprime il vecchio coefficiente angolare m è l’inverso della tangente è l’inverso del seno è l’inverso del coseno diversamente da seno e coseno, i cui valori oscillano tra + 1 e – 1 queste funzioni presentano valori infiniti, pur restando periodiche. Molte In fisica si ricorre spesso a tali funzioni, e saranno determinanti per la trigonometria. Tangente Disponiamo una retta di equazione X=1 in modo tangente alla circonferenza goniometrica come indicato in figura. Notiamo che su tale riferimento, l’angolo α stacca un segmento relativamente allo zero, indicato in figura con il tratto rosso. Tale valore è detto essere la tangente dell’angolo α , indicata indistintamente con Tan α o Tg α . Come si può osservare, per valori di α pari a 90° e 270° la tangente perde di definizione, procedendo in parallelo con l’asse delle ordinate. A differenza di seno e coseno, la tangente, e la cotangente, non sono costrette nella circonferenza, pertanto possono assumere valori infinitamente grandi. Non essendoci due tangenti, qualora l’angolo α eccedesse i 90° si ricerca il valore associato nel tratto inferiore, negativo. La tangente è un rapporto tra seno e coseno: Tg α = Sen α Cos α similmente m=Y X Difatti, la tangente rappresenta perfettamente il coefficiente angolare delle rette. Per ottenere i valori basta procedere come segue: Tg 0° = 0 / 1 = 0 Tg 30° = Sen 30° = 1/2 = 1 . √3 = √3 Cos 30° √3/2 √3 √3 3 Tg 45° = Sen 45° = √2/2 = 1 Cos 45° √2/2 Tg 60° = Sen 60° = √3/2 = √3 Cos 60° 1/2 Tg 90° = 1 / 0 = ∞ Cotangente Il costrutto geometrico è davvero simile a quanto visto per la tangente, con la sola differenza che stavolta si usa una retta di equazione Y=1 , parallela quindi all’asse delle ascisse e perpendicolare alla tangente, per questo ne è l’inverso. I valori notevoli sono gli stessi, ma la formula della cotangente è l’inverso di quella della tangente: Cotg α = 1 = Tg α Cos α Sen α Nella tabella qui a fianco sono riportati i valori di entrambe le funzioni, sottolineando in rosso i valori negativi. Per la resa grafica si deve tener conto del comportamento asintotico(1) delle curve: ad esempio a 90° il seno ha il valore massimo, positivo, ma il coseno è nullo, pertanto il rapporto che da luogo alla tangente di 90° ha la forma 1/ 0 , quindi infinito. Riparte da meno infinito, ha un flesso a 180°, dove il seno è nullo, per poi risalire verso valori infiniti e positivi. Sia la tangente che la cotangente hanno un periodo di 180°: TANGENTE COTANGENTE gradi – rad 0 - 0π 30 - π/6 45 - π/4 60 - π/3 90 - π/2 120 - π 2/3 135 - π ¾ 150 - π 5/6 180 - π 210 - π 7/6 225 - π 5/4 240 - π 4/3 270 - π 3/2 300 - π 5/3 315 - π 7/4 330 - π 11/6 360 - 2π Tangente Cotangente 0 ∞ √3/3 √3 1 1 √3 √3/3 ∞ 0 – √3 – √3/3 –1 –1 – √3/3 – √3 0 ∞ √3/3 √3 1 1 √3 √3/3 ∞ 0 – √3 – √3/3 –1 –1 – √3/3 – √3 0 ∞ NOTA: rispetto al valore 3,14 (π) entrambe le curve ripropongono il medesimo comportamento; inoltre sono positive o negative assieme. La tangente è sempre crescente, mentre la cotangente è decrescente. Gli asintoti sono sfalsati di 90° (1) Un asintoto è una retta cui una curva tenderà ad avvicinarsi senza mai raggiungere una vera intersezione se non all’infinito. Dal greco: α = privativo: senza , συμ = insieme τιθημι = pongo, = senza che mai si incontrino. Secante e cosecante Rappresentano l’inverso algebrico delle funzioni coseno e seno: Sec α = 1 Cos α Cosec α = 1 _ Sen α La dimostrazione geometrica considera una retta tangente alla circonferenza goniometrica nel punto P, il quale è ovviamente traguardato rispetto all’origine O da un angolo α. Tale retta interseca gli assi in due punti, in figura indicati con S ed S’ . La secante dell’angolo è il segmento staccato dalla retta tangente in P sull’asse delle ascisse x rispetto l’origine; La cosecante è l’altro segmento, staccato sulle ordinate y. Il segmento OP ha il valore del raggio, pari ad uno, è perpendicolare al segmento SS’, diviso in due porzioni PS – PS’. Il primo dei due tratti è pari alla tangente dell’angolo, l’altro, alla cotangente. Se applicassimo Pitagora, ad esempio per trovare la secante: Sec α = √ 12 + Tg2 α = √ Cos2 α + Sen2 α = √1 = √ Cos2 α √Cos2 α 1 _ Cos α Appare chiaro come, al variare dell’angolo, la secante può arrivare a valori infinitamente grandi o infinitamente piccoli, negativi. Per ricercare i valori basta invertire quelli di seno e coseno: gradi – rad 0 - 0π 30 - π/6 45 - π/4 60 - π/3 90 - π/2 120 - π 2/3 135 - π ¾ 150 - π 5/6 180 - π 210 - π 7/6 225 - π 5/4 240 - π 4/3 270 - π 3/2 300 - π 5/3 315 - π 7/4 330 - π 11/6 360 - 2π SECANTE Secante 1 2/√3 √2 2 ∞ –2 – √2 – 2/√3 –1 – 2/√3 – √2 –2 ∞ 2 √2 2/√3 1 Cosecante ∞ 2 √2 2/√3 1 2/√3 √2 2 ∞ –2 – √2 – 2/√3 –1 – 2/√3 – √2 –2 ∞ COSECANTE