“L’AUTOSTIMA
DEI
NOSTRI FIGLI”
Il ruolo della famiglia e
della scuola nello sviluppo
della sicurezza dei ragazzi.
Che cos’è l’Autostima?
CONCETTO DI SE’
E’ la costellazione di
elementi a cui una persona
fa
riferimento
per
descrivere se stessa. Es:
un bambino può vedersi
come un calciatore, come
l’amico di…, come uno
studente, etc.
=
AUTOSTIMA
E’ una valutazione circa le
informazioni contenute nel
concetto di Sé, e deriva dai
sentimenti del bambino nei
confronti di se stesso in
senso globale
Quindi…
L’autostima di un individuo è basata sulla combinazione di:
a) Informazioni oggettive riguardanti se stesso
b) Valutazione soggettiva di quelle informazioni
Sé Percepito
AUTOSTIMA
Sé Ideale
= Concetto di Sé: Una
visione oggettiva di quelle
abilità,
caratteristiche
e
qualità che sono presenti o
assenti.
E’ l’immagine della persona
che ci piacerebbe essere, il
desiderio
convinto
di
possedere
determinate
qualità.
La discrepanza tra Sé
Percepito e Sé Ideale
Un bambino che dà valore al successo scolastico ed è un
bravo studente sarà soddisfatto di sé; per contro, un
bambino il cui Sé Ideale consiste in una grande popolarità
tra i compagni ma che nella realtà ha pochissimi amici,
soffrirà di bassa autostima
E’ LA DISCREPANZA TRA
SE’ PERCEPITO E SE’ IDEALE CHE
CREA PROBLEMI DI AUTIOSTIMA
Cosa significa alta
autostima?
Un’alta Autostima viene considerata una “sana”
visone di sé: avere realisticamente carenze e
difetti ma non essere ipercritici nel considerarli.
N.B questo non implica che chi ha un’autostima
alta non voglia migliorare, al contrario una
persona che ha fiducia in sé spesso lavora sodo
per migliorare le sue aree di debolezza, e tuttavia
si “perdona” se talvolta non riesce.
Cosa significa bassa
autostima?
Una persona con bassa autostima è essenzialmente una
persona convinta che ci sia poco in lei di cui andare fieri.
DUE POSSIBILI REAZIONI
Esibire un atteggiamento
artificioso di fiducia in sé
agli occhi del mondo, nel
disperato tentativo di
dimostrare agli altri, e a
se stessi, che si è
“all’altezza”.
Ritiro in se stessi, timore
del contatto con gli altri
poiché si è convinti che
primo o poi si verrà
rifiutati.
SCOLASTICA
INTERPERSONALE
AUTOSTIMA
FAMILIARE
CORPOREA
I 4 principali ambiti
dell’autostima dei ragazzi.
1. AMBITO SOCIALE (INTERPERSONALE): include i sentimenti del bambino
riguardo a se stesso come amico di altri.
2. AMBITO SCOLASTICO: riguarda il valore che il bambino attribuisce a se stesso
come studente. Non è semplicemente la valutazione delle capacità e dei successi
scolastici, è invece la misura in cui il bambino percepisce che è “bravo quanto
basta”. Se riesce a raggiungere i suoi standard di successo scolastico (e
naturalmente questi standard sono modellati dalla famiglia, dai compagni e dagli
insegnanti), allora la sua autostima scolastica sarà positiva.
3.
AUTOSTIMA FAMILIARE: riflette i vissuti che il bambino prova come
membro della famiglia. Se il ragazzo sente di essere apprezzato della sua
famiglia, che da il suo contributo e che si sente certo dell’amore e del
rispetto dei genitori e dei fratelli, avrà un’autostima altamente positiva in
questo ambito.
4.
AUTOSTIMA CORPOREA: è una combinazione dell’aspetto fisico e di
capacità. Essa consiste nella soddisfazione che il bambino prova rispetto al
modo in cui il suo corpo appare e alle prestazioni che riesce ad eseguire
LE INFLUENZE DELLA
FAMIGLIA
L’AUTOSTIMA SCOLASTICA
L’effetto dell’interesse dei genitori e le loro aspettative sul
rendimento del figlio sono documentate da numerose
ricerche.
L’interesse e le aspettative dei genitori fondano la convinzione dei
figli di possedere competenze necessarie per lo svolgimento delle
attività scolastiche
Il coinvolgimento dei genitori nell’apprendimento dei figli
contribuisce anche all’attribuzione causale del successo e
dell’insuccesso dei figli stessi
Maggiori le
aspettative dei
genitori sulle
capacità del figlio
Il bambino attribuisce il
successo/insuccesso a cause
interne (quindi le può gestire)
L’attribuzione di causalità e la conseguente stima di sé
contribuiscono alla formazione di una motivazione intrinseca
all’apprendimento e ridurranno la motivazione del soggetto ad un
apprendimento superficiale
Le posizioni dei genitori verso
l’apprendimento dei figli
Benché lo studente sia responsabile in prima istanza del proprio
apprendimento, anche la famiglia ha un ruolo importante da svolgere.
I genitori possono assumere due posizioni estreme riguardo
l’apprendimento del figlio e nello svolgimento dei compiti o dei
lavori richiesti dagli insegnanti:
A. CONTROLLO COSTANTE
B. COMPLETO DISIMPEGNO
Tra questi due estremi si situa l’apprendimento autoregolato
GLI EFFETTI DEI DUE
ATTEGIAMENTI
Dati di ricerca (Flouris, Spiridakis, Campbell 1994)
i genitori che
esercitavano una minore pressione sui figli perché studiassero, che
offrivano meno aiuto diretto sia nello studio sia nel fare i compiti e che
lasciavano loro la facoltà di disporre del tempo di studio hanno
ottenuto migliori risultati scolastici dei genitori che controllavano e
sorvegliavano eccessivamente i figli nello studio, come pure di quelli
che li lasciavano a se stessi
scolastici.
nello svolgimento dei loro doveri
Cosa fare per la loro
autostima?
1. FOCALIZZARSI SU UN PARTICOLARE AMBITO PROBLEMATICO
( Esempio:scolastico o familiare)
2. ANALIZZARE IL DIVARIO TRA SE’ PERCEPITO E SE’ IDEALE. Per
modificare questo divario si può agire in due modi:
CAMBIARE IL SE’
IDEALE
Rendendo i suoi obiettivi più
ragionevoli e quindi più
facilmente raggiungibili.
CAMBIARE IL SE’ PERCEPITO
Affinché si veda sotto una luce più
positiva (pure essendo oggettivo, il sé
percepito è soggetto a distorsioni e a
preconcetti.
Il problem - solving
interpersonale
Nel Problem - solving sono coinvolte componenti Emotive, cognitive e
comportamentali
I passi del Problem-solving:
1.
Rendersi conto che c’è un problema, individuando gli stati emotivi correlati;
2.
Fermarsi a pensare. Stabilire qual è il problema;
3.
Decidere un obiettivo (quel che si desidera avvenga)
4.
Pensare a molte soluzioni possibili;
5.
Pensare alle conseguenze di ciascuna soluzione;
6.
Scegliere la soluzione migliore;
7.
Fare un piano graduale per attuare la soluzione
Inizialmente l’adulto accompagnerà il bambino nelle 7 tappe del
problem - solving, aiutandolo a comprendere ogni singola fase,
stimolandolo con domande aperte, nell’identificazione del problema,
nella presa di coscienza dell’emozioni in gioco, individuare le possibili
alternative valutandone poi l’attuabilità.
Questo tipo di strategia potrà poi essere utilizzata, in modo autonomo
dal bambino, in ogni situazione critica relazionale, scolastica etc.
Lo Stile di attribuzione
Un’attribuzione è un processo cognitivo mediante il quale si cerca di
spiegare un evento collegandolo ad una causa. Questa influisce molto sul
modo in cui ci sentiamo e, conseguentemente, sul nostro agire.
DIMENSIONI:
“SITUAZIONALE”
Globale: “Ho sbagliato la prova perché alle prove vado sempre male”
Specifica: “Ho avuto un cattivo risultato perché in matematica vado
sempre male”
“TEMPO”
Stabile: “ Nella mia vita non sono mai riuscito in una prova di matematica”
Instabile: “Ho sbagliato la prova perché oggi non mi sentivo molto bene”
“LOCUS OF CONTROL”
Interno: “ Ho sbagliato la prova di matematica, perché la
matematica non riesco proprio a capirla”
Esterno: “ Ho sbagliato la prova di matematica perché il
compito era troppo difficile”
Per far si che un bambino modifichi le sue attribuzioni, è importante che
egli
capisca
che
cosa
sono
le
attribuzioni
e
come
queste
autoaffermazioni influenzino il dialoghi interno e molti altri ambiti del
funzionamento psicologico
Quindi dopo aver spiegato, compito del genitore è far prendere
coscienza al bambino delle sue modalità attributive, e come queste
influenzano il suo modo di sentirsi, pensare e comportarsi. Tutto ciò
sempre grazie a domande aperte che stimolino la riflessione
Perché è importante
l’autostima?
L’autostima è un aspetto importante del funzionamento
generale dell’individuo, in qualunque fase evolutiva.
Essa è probabilmente collegata ad altri ambiti, tra i
quali la salute psicologica e la performance scolastica,
essa può essere sia causa sia effetto di un buono o
cattivo funzionamento in aree specifiche della
personalità.