Ecosistema: l'insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l'ambiente che li circonda. Mettendo a coltura un ambiente, si opera un’alterazione dell’ecosistema naturale preesistente, creando un nuovo ecosistema con caratteristiche dipendenti dalle pratiche colturali attuate dagli agricoltori: l’agroecosistema. L’agroecosistema si sovrappone all’ecosistema originario naturale, conservandone parte delle caratteristiche e delle risorse. Biodiversità: l'insieme di tutte le forme viventi presenti in un ecosistema L'agricoltura biologica è un sistema produttivo applicato al rispetto e alla conservazione degli ecosistemi, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, preserva la biodiversità dell'ambiente in cui opera ed esclude l'utilizzo di prodotti chimici, e degli organismi geneticamente modificati (OGM). Prevede il solo uso di: L’agrobiodiversità è l’insieme di tutte le componenti della diversità biologica rilevanti per l’agricoltura e l’agroecosistema, tra le quali le varietà delle specie vegetali coltivate, le razze delle specie animali di interesse zootecnico, le specie di insetti e microrganismi Compost: formato dai residui vegetali e letame. I principi e gli obiettivi dell’agricoltura biologica sono i seguenti: Produzione di alimenti genuini e di alta qualità nutrizionale; Evitare il grande impatto ecologico dei sistemi agricoli convenzionali; Mantenere e migliorare la fertilità del terreno nel tempo; Usare quanto più possibile risorse rinnovabili in sistemi agricoli organizzati a livello locale; Cercare di lavorare in un “sistema chiuso”, puntando l’attenzione sul riciclo della sostanza organica e degli elementi nutritivi; Garantire agli agricoltori un reddito soddisfacente e un ambiente di lavoro sano; Allevamenti organizzati in modo tale da offrire agli animali la possibilità di esprimere tutti gli aspetti del loro innato comportamento; Evitare ogni possibilità di inquinamento che possa derivare dalla produzione agricola; Protezione delle piante e dell’habitat naturale, difendendo la biodiversità; Divieto assoluto dell’uso di OGM Applicare l’agricoltura biologica per il recupero di antiche colture, razze e varietà vegetali locali. Letame: formato in stalla da una mescolanza si escrementi animali e paglia, messo in cumuli, matura dopo circa sei mesi, diventando il migliore fertilizzante per il terreno. Trappole: utilizzate per catturare gli insetti dannosi, grazie alle sostanze attrattive( feromoni, ormoni degli insetti) o elementi attrattivi ( colori particolari). Rotazioni: pratiche agronomiche molto antiche che consistono nell’alternare le varie colture. Sovescio: pratica agronomica che consiste nel coltivare una coltura erbacea e interrarla quando ha raggiunto un certo sviluppo, apportando al terreno sostanza organica. Consociazioni: due colture diverse in uno stesso campo coltivato, portano ad effetti benefici per entrambi. Lotta biologica: si serve della competizione naturale esistente in natura tra predatori e parassiti delle piante. Pacciamatura: consiste nel coprire il terreno con residui vegetali, paglia, plastica biodegradabile, in modo da impedire la crescita delle erbe infestanti e l’instaurarsi di malattie, nonché limitare la perdita di acqua dal suolo. La qualità dei prodotti agroalimentari è assoggettata ad un gran numero di leggi, nate soprattutto per tutelare la salubrità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole non solo da parte di chi produce questi prodotti, ma di tutta la catena–filiera, dal produttore al consumatore finale. Spesso sentiamo parlare di prodotti tipici. Essi sono legati ad un determinato territorio e da esso ne sono fortemente influenzati. L’Unione Europea, per tutelare i consumatori ed i produttori ha elaborato un sistema per riconoscere questi prodotti e tutelarli rispetto ad imitazioni e contraffazioni attraverso l’utilizzo di marchi particolari che possiamo trovare sulle confezioni di questi prodotti di qualità. Quali sono le differenze fra i vari simboli che troviamo sui prodotti tipici? Per i vini esiste una classificazione apposita. D.O.C. Denominazione d’Origine Controllata: è un marchio che certifica la zona di origine e raccolta delle uve utilizzate per la produzione del vino su cui viene apposto il marchio. D.O.C.G. Denominazione di Origine Controllata e Garantita: è un marchio di origine che indica al consumatore l’origine geografica di un vino. I.G.T. Indicazione Geografica Tipica: questa categoria comprende i vini da tavola prodotti in determinate regioni o aree geografiche, talvolta secondo un generico disciplinare di produzione.