L`agricoltura biologica: sostenibilità, biodiversità, dieta

CONVEGNO “CAMBIAMENTI CLIMATICI, AGRICOLTURA E CATENA ALIMENTARE”
Roma - Sala Protomoteca – Campidoglio - Lunedì 28 novembre 2011
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Agricoltura biologica: sostenibilità, biodiversità, dieta
Flavio Paoletti
Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Via Ardeatina, 546 – 00178 Rome (Italy)
([email protected])
INTRODUZIONE
L’attuale sistema alimentare globalizzato è considerato uno dei principali responsabili del
degrado dell’ecosistema. L’agricoltura da sola contribuisce per circa il 13% delle emissioni di gas ad
effetto serra prodotte dalle attività dell’uomo, ma questa quota oscilla tra il 17% e il 32% se si
considerano le emissioni indirette, come quelle legate, ad esempio, alla produzione e distribuzione dei
fertilizzanti.
La cosiddetta “agricoltura industriale” basata su sistemi agricoli su larga scala, sull’uso massiccio di
fertilizzanti, che richiede grandi input di energia per ottenere alte rese e mantenere costante il livello di
produzione è considerata oggi come non più sostenibile.
Infatti, è largamente condivisa l’idea che, per affrontare la duplice sfida del raggiungimento della
sicurezza alimentare e della riduzione dell’impatto ambientale della produzione alimentare nel mondo,
sia necessario indirizzarsi verso forme di agricoltura sostenibili.
1. Agricoltura biologica e sostenibilità
L’attenzione nei riguardi dell’agricoltura biologica è andata sensibilmente crescendo negli
ultimi venti anni in tutto il mondo. Secondo il Regolamento CE No. 834/2007, la produzione biologica
è definita come: “……un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione
agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di
biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di
benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per
prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.”
Le pratiche di gestione biologica escludono l’impiego di input convenzionali, come i pesticidi ed i
fertilizzanti di sintesi, rivolgendo invece l’attenzione al miglioramento della fertilità e della struttura
del suolo con l’impiego di compost e concime organico, al controllo delle infestanti con sistemi
naturali, alla rotazione colturale e diversificazione delle colture e degli allevamenti.
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Generalmente si ritiene che l’agricoltura biologica abbia un impatto ambientale inferiore rispetto a
quello della convenzionale. Tuttavia, dall’esame della letteratura scientifica questo sembra essere vero
per alcune produzioni alimentari ma non per tutte, e non per tutte le classi di impatto ambientale (input
di energia, superficie agricola, sequestro di carbonio, lisciviazione di nutrienti come l’azoto).
2. Agricoltura biologica e biodiversità
La biodiversità agraria è fondamentale per la produzione agricola, la sicurezza alimentare e la
conservazione dell’ambiente. La biodiversità agraria comprende le molteplici varietà di specie e
risorse genetiche, ma anche la maniera in cui gli agricoltori possono sfruttarle per la produzione, la
gestione delle colture, della terra, dell’acqua, degli insetti, ecc..
Negli ultimi quarant’anni il modello dell’agricoltura industriale ha causato seri danni alle risorse
naturali e, in particolare, alla biodiversità: perdita di risorse genetiche vegetali, animali, insetti e
organismi del suolo. L’erosione della biodiversità si è manifestata sia all’interno del sistema agricolo
che al di fuori, negli habitat naturali.
Uno dei principali obiettivi dell’agricoltura biologica è di mantenere, migliorare la fertilità naturale del
suolo. Si ritiene che l’uso delle rotazioni colturali, del riciclo dei residui delle colture, dei fertilizzanti
organici sia in grado di migliorare i livelli di sostanza organica e di attività biologica (numero e varietà
dei microrganismi) del suolo. Ci sono studi, tuttavia, che indicano che la biodiversità non è influenzata
solo dal sistema di gestione all’interno dell’azienda, ma anche da quello delle aziende circostanti,
mettendo così in luce il ruolo cruciale del paesaggio. Inoltre, anche la dimensione delle aziende
agricole sembra essere importante ai fini della conservazione e/o dell’aumento della biodiversità. In
tutto il mondo sono i piccoli agricoltori quelli che praticano in genere un’alta diversità in agricoltura,
sia in termini di colture, che di varietà all’interno di una singola coltura. Questo può avere ricadute
importanti su a) la sicurezza alimentare, in quanto spesso le varietà coltivate sono ben adattate alle
condizioni locali e capaci di resistere o tollerare le malattie tipiche di una coltura; b) sulla promozione
della salute umana, in quanto sono molti i fattori che possono influenzare il contenuto in nutrienti e
composti antiossidanti di frutta e ortaggi, ma spesso le differenze tra le varietà sono di gran lunga le
più rilevanti e non è raro scoprire, inoltre, come queste varietà locali, meno note, possano essere più
ricche da un punto di vista nutrizionale di quelle comunemente presenti in commercio.
E’ interessante considerare, infine, che il mercato a cui possono avere accesso i piccoli agricoltori è
diverso da quello delle grandi aziende agricole. Le varietà locali spesso non soddisfano gli standard di
qualità merceologica fissati dalla distribuzione organizzata e, quindi, possono trovare il loro sbocco
commerciale tra le varie opportunità rappresentate dalla cosiddetta “filiera corta”.
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3. Agricoltura biologica e dieta
Frutta e ortaggi contengono composti come vitamine, fibra alimentare, antiossidanti (acido
ascorbico, composti fenolici, carotenoidi) il cui consumo può contribuire positivamente alla salute
dell’uomo, attraverso la riduzione del rischio di incidenza di malattie cardiovascolari e degenerative.
Per queste ragioni, i regimi alimentari fondati su base scientifica incoraggiano il consumo di frutta e
ortaggi e suggeriscono di ridurre la frequenza del consumo di carne.
E’ stato dimostrato che consumare meno carne e più alimenti di origine vegetale può rappresentare
anche una misura per aumentare la sostenibilità e ridurre i costi ambientali del sistema agroalimentare.
L’attenzione del consumatore verso le problematiche ambientali è notevolmente cresciuta nell’ultimo
decennio ed ha in qualche modo favorito anche lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Ci sono studi
che dimostrano come il consumatore di prodotti biologici sia particolarmente attento al legame tra
alimentazione e salute, qualità dell’ambiente, sicurezza d’uso degli alimenti e valori etici. E’ stata
anche suggerita l’esistenza di una relazione tra alimenti biologici e dieta vegetariana, in
considerazione del fatto che le motivazioni ecologiche alla base della scelta di alimenti biologici e di
una dieta vegetariana sono abbastanza simili.
Tra le varie ragioni per le quali i consumatori di prodotti biologici scelgono questi prodotti,
una delle più importanti è la convinzioni che siano di qualità superiore rispetto ai convenzionali. In
questi ultimi venti anni sono stati condotti molti studi di confronto di caratteristiche di qualità di
prodotti biologici e convenzionali proprio con lo scopo di dare un fondamento scientifico a queste
convinzioni. Si tratta di studi complessi da eseguire, perché se è vero che le pratiche colturali o di
allevamento possono influenzare la composizione chimica e nutrizionale dei prodotti di origine
vegetale o animale, è altrettanto vero che sono molte le variabili che possono determinare degli effetti
su queste caratteristiche e che è assai difficile tenerle tutte sotto controllo in uno studio sperimentale.
Nel tempo sono state pubblicate anche diverse rassegne che, prendendo in esame i risultati dei lavori
presenti nella letteratura scientifica, tentano di tirare delle conclusioni riguardo le differenze di qualità
tra i prodotti biologici e i convenzionali. Alcune tendenze sembrano emergere, ma c’è ancora molto da
studiare e da approfondire.
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