1 guerra mondiale

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1 GUERRA MONDIALE
Motivazione occasionale  pretesto secondo Erodoto: l’eccidio di Sarajevo, in cui morì
l’arciduca ereditario d’Austria Francesco Ferdinando e la moglie, per mano di un irredentista
serbo Gavrilo Princip. Egli aveva voluto servirsi dell’attentato come mezzo per richiamare
l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sull’oppressione della sua nazionalità. Del resto fu
anche il CASO ad aiutare il nazionalista nella sua azione: egli era stato infatti vicino alla
rinuncia viste le continue variazioni di programma imposte dalla polizia austriaca alla breve
visita dell’erede imperiale .
Motivazioni remote, vera causa, aitia
- conflitto Austria-Russia
La Russia, uscita sconfitta dal Congresso di Berlino, continuò la sua politica di penetrazione nei
Balcani per allontanare da essi l’influenza dell’Austria.
Nel 1893 stipulò un Trattato di Alleanza con la Francia, diretto contro l’Austria e la Germania;
nel 1912 intensificò la sua azione nei Balcani, e riuscì a promuovere sotto il proprio protettorato
una lega balcanica tra la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la Grecia.
Questa lega, approfittando della guerra italo-turca, dichiarò infatti guerra alla Turchia (1912),
dando luogo a due guerre balcaniche:
a. 1 guerra balcanica (1912-1913), che si concluse con la totale sconfitta della Turchia
b. 2 guerra balcanica (1913), provocata da una controversia sorta tra gli alleati circa la
spartizione dei territori conquistati, in particolare la contesa sorse tra Serbia, Montenegro e
Grecia da un lato e Bulgaria dall’altro. La guerra si concluse con la Pace di Bucarest e la
disfatta della Bulgaria.
I contrasti balcanici avevano radici remote, dato che risalivano alla partizione dell’Impero
romano iniziata da Costantino e divenuta definitiva nel 395 d.C., poiché la linea divisoria tra le
due parti dell’impero correva proprio attraverso quella che oggi è la ex Jugoslavia. I serbi, dopo
500 anni di dominio ottomano, segnato da persecuzioni, schiavitù e rivolte, avevano acquistato
un carattere assai duro e mal convivevano, anche per differenze religiose, con i Croati.
- conflitto franco-tedesco, vittorio prussiana a Sedan nel 1870 e nascita in Francia del
Revanchismo
- contrasto anglo-tedesco, crescente potenza politica ed economica della Germania nel
mondo;
- Germania da tempo soffriva di un complesso di accerchiamento, e si riteneva ingiustamente
soffocata dalle ambizioni internazionali.
- irredentismi, nel caso dell’Italia che aspirava a Trento e Trieste; della Serbia che aspirava
alla Bosnia e all’Erzegovina.
Irredentismo = Vasto movimento d'opinione sorto in Italia dopo la terza guerra
d'indipendenza (1866), che aveva lasciato sotto il controllo dell'Austria il Trentino, il Friuli e
la Venezia Giulia, favorevole a creare le condizioni politiche e militari per il definitivo
compimento dell'unità nazionale. Il termine "irredentismo" proveniva da "terre irredente",
definizione coniata da Matteo Renato Imbriani nel 1877 per indicare i territori d'Italia
soggetti alla dominazione imperiale. Nacque in quell'anno un'associazione (Italia irredenta),
d'intonazione repubblicana, radicale e garibaldina, a favore dell'Italia irredenta, che contribuì
a radicare nella coscienza nazionale l'idea di un'unità mutilata e di una divaricazione
profonda fra un governo filoaustriaco, che nel 1882 aveva stipulato la Triplice alleanza, e un
senso comune popolare decisamente ostile agli imperi centrali. L'esecuzione di Guglielmo
Oberdan (1882), amplificata dai giornali di estrema sinistra, fece radicalizzare questa
situazione, mentre società segrete e tentativi d'azione si moltiplicarono, creando tensioni
diplomatiche. Nel 1889 sorse la società Dante Alighieri, che raccolse l'eredità spirituale
dell'Italia irredenta, e nel corso dell'età giolittiana via via crescente fu il peso
dell'irredentismo sulle vicende politiche nazionali, in particolare con la massiccia campagna
del 1914-1915 a favore dell'intervento a fianco dell'Intesa.
ALLEANZE
- Entente cordiale, 1904, tra Francia e Inghilterra cui nel 1907 aderì la Russia costituendo
- Triplice Intesa - 1907, tra Francia, Inghilterra e Russia
VS
- Triplice Alleanza
NEUTRALISMO E INTERVENTISMO ITALIANO
L’Italia dagli accordi presi non era tenuta ad intervenire nel conflitto, in quanto la Triplice era
un’alleanza difensiva. Così nel momento in cui era stato inviato l’ultimatum, Salandra aveva
dichiarato la neutralità.
Neutralisti
- Socialisti: il partito socialista italiano considerava la guerra un affare “capitalistico
borghese”, in cui le masse proletarie erano destinate solo a servire da carne di cannone;
- Cattolici;
- Giolitti era neutrale per due motivi: uno di carattere militare, in quanto non considerava il
nostro paese, privo di materie prime e di un adeguato apparato industriale, preparato
all’impresa; l’altro di natura pratica: pensava che si sarebbero potute ottenere dall’Austria
molte concessioni senza bisogno di spargere sangue.
Interventisti:
- correnti futuriste, la guerra rappresentava “l’igiene del mondo”;
- irredentisti, che volevano completare l’unità territoriale del paese e l’opera risorgimentale;
- le stesse posizioni appartenevano ai repubblicani mazziniani e ai progressisti come Gaetano
Salvemini
- Mussolini, direttore dell’Avanti e inizialmente sostenitore della neutralità. Nell’autunno del
1914, essendosi staccato da tali posizioni fu espulso dal PSI, e divenne accesamente
interventista. Aveva dato vita ad un suo giornale, Il popolo d’Italia, sostenuto da
sovvenzioni francesi.
Tecnologia militare
Il primo conflitto mondiale si caratterizzò per l’applicazione intensiva dei nuovi ritrovati della
tecnologia alle esigenze della guerra. Artiglierie pesanti, fucili, mitragliatrici giocarono un ruolo
decisivo nei combattimenti, ma non rappresentavano una novità. Del tutto nuova fu l’introduzione
di nuovi mezzi come le armi chimiche, ossia i gas che venivano indirizzati verso le trincee nemiche
provocando la morte per soffocamento di chi li respirava.
Nel corso della guerra poi la produzione di aerei ottenne un grande incremento (ne furono costruiti
circa 200000). Si realizzarono mezzi sempre più veloci ma non affidabili per le battaglie.
Stentati furono poi gli esordi del carro armato. I primi mezzi corazzati erano limitati nel loro
impiego dal fatto di potersi muovere solo su strada. Il passo successivo sarà quello di poter
sostituire le ruote con i cingoli. Sperimentati per la prima volta nel 1916 dagli Inglesi, saranno
utilizzati sempre dagli Inglesi ma solo nel 1917.
Fra le macchine utilizzate in questi anni una sola risulterà decisiva: il sottomarino e furono i
tedeschi a capire le potenzialità di questo mezzo (quando nel 1915 i tedeschi affonderanno il
transatlantico inglese Lusitania – con 140 americani – le proteste degli Stati Uniti saranno così
energiche da convincere i tedeschi a rinunciare a questo tipo di guerra).
1914 –1° ANNO DI GUERRA, di esito incerto per entrambi gli schieramenti.
Fronte occidentale: la guerra comincia con successi notevoli della Germania, che sperava di poter
sconfiggere in pochi giorni (con una guerra lampo; la strategia dei tedeschi si basava sulla sorpresa
e rapidità di azione) la Francia, prima che entrasse in campo l’Inghilterra; piegata la Francia
pensava poi di dirigersi verso al Russia, che non sarebbe riuscita a mobilitare le sue truppe in fretta.
Era stato previsto che le truppe passassero attraverso il Belgio, nonostante la sua neutralità fosse
garantita da un trattato internazionale firmato anche dalla Germania (fu in quella occasione che il
cancelliere tedesco Hollweg disse che i trattati sono dei pezzi di carta). Il 4 agosto i primi
contingenti tedeschi invasero così il Belgio per attaccare la Francia da Nord-est: la violazione della
neutralità ebbe un peso decisivo nel determinare l’intervento inglese nel conflitto.
Il 5 agosto l’Inghilterra dichiarava così guerra alla Germania.
21-23 agostoL’ex tedesco si scontrò con quello franco-belga-inglese nella grande battaglia di
Charleroi, che si concluse con la disfatta degli alleati, mentre i tedeschi giunsero a 70Km da Parigi.
A questo punto il generale francese Joffre non esitò ad attaccare e combattè il nemico nella battaglia
sulla Marna (settembre 1914). Dopo una settimana di combattimenti gli invasori furono costretti a
ripiegare su una linea più arretrata in corrispondenza dei fiumi Aisne e Somme.
In 4 mesi di guerra sul fronte occidentale si ebbero 400000 morti e quasi 1 milione di feriti.
Da Guerra Lampo a Guerra di Trincea (dal novembre ’15 al marzo del 1918 le linee di
combattimento sul fronte francese non subirono spostamenti superiori ai 15 Km)
Dal punto di vista tecnico la vera protagonista della guerra fu la trincea, che è la più semplice e
primitiva organizzazione difensiva: si tratta infatti di un fossato scavato nel terreno per mettere i
soldati al riparo dal fuoco nemico. Inizialmente esse erano state pensate come rifugi provvisori per i
soldati; poi divennero la sede permanente dei reparti di prima linea. In breve tempo tutta la zona del
fronte fu ricoperta da una fitta rete di fossati disposti su due o più linee, collegati fra loro grazie a
camminamenti. La vita nelle trincee sotto il profilo morale logorava gli animi e gettava i soldati in
uno stato di apatia.
Pochi mesi di guerra nelle trincee furono sufficienti a far svanire l’entusiasmo patriottico con cui i
combattenti avevano affrontato il conflitto: gran parte dei soldati semplici non aveva inoltre
neppure idee precise sui motivi per cui combatteva e considerava la guerra un flagello da accettare
in modo fatalistico.
Fronte orientale: il generale tedesco Hindenburg riportò schiaccianti vittorie di Tannenberg e
lungo i laghi Masuri, che costrinsero i Russi a liberare una parte della Prussia Orientale. Non riuscì
invece il tentativo tedesco in Galizia, dove i tedeschi furono sconfitti dai Russi a Leopoli.
Nel frattempo entravano in guerra la Turchia con gli Imperi centrali e il Giappone a fianco
dell’Inghilterra.
1915 – 2° anno di guerra, favorevole agli Imperi Centrali
Fronte occidentale: la situazione rimane statica, ferma, x’ i tedeschi, impegnati nella guerra
orientale, preferiscono mantenersi sulla difensiva e x’ i francesi e gli inglesi dovevano continuare la
loro preparazione.
Fronte orientale: tre gravi sconfitte dell’Intesa:
- la disfatta della Russia, che era simbolo della piena crisi dell’Impero Zarista.
- La disfatta della Serbia
- La disfatta dei Dardanelli, dove l’Inghilterra e la Francia avevano occupato la penisola di
Gallipoli, con lo scopo di giungere a Costantinopoli e stabilire delle comunicazioni dirette
con la Russia. L’impresa fallì.
24 maggio 1915, intervento dell’Italia a fianco dell’Intesa, data in cui fu dichiarata guerra
all’Austria. L’ex italiano fu affidato al generale Cadorna occupò il Trentino Meridionale, e la riva
destra dell’Isonzo; ma la natura difficile del nostro territorio e le fortificazioni erette dagli Austriaci
trasformarono la guerra di movimento in una guerra di trincea.
1916 – 3° anno di guerra, favorevole all’Intesa
Fronte Occidentale: il fatto + importante fu la battaglia di Verdun, uno dei più grandi massacri cui
la storia abbia assistito. La Germania aveva ripreso il suo disegno di invadere la Francia e scelse
come punto di attacco la fortezza di Verdun. Caddero nella battaglia circa mezzo milione di
tedeschi e di francesi, ma la resistenza dei francesi fu eroica e i piani tedeschi fallirono. Nel
frattempo gli anglo-francesi iniziarono la battaglia della Somme, che continuò fino al 1916.
Fronte italiano: la guerra fu favorevole al nostro esercito. Nel Trentino, fra l’Adige e il Brenta, si
ebbe la spedizione punitiva (Strafe Expedition), organizzata dall’Austria per punire il tradimento
italiano. Sull’Isonzo fu però sferrata una grossa offensiva che provocò la conquista di importanti
posizioni e si concluse con la presa di Gorizia.
Nel frattempo il ministero Salandra fu sostituito da un ministero di unione nazionale (ossia in cui
rientravano tutti i partiti favorevoli alla guerra), con a capo Boselli.
1917 – 4° anno di guerra, favorevole agli Imperi Centrali
Fronte occidentale: continuò la battaglia della Somme ma senza alcun risultato decisivo. Un
successo per l’Intesa fu l’intervento degli USA, che per ragioni politiche (attacchi dei sottomarini
tedeschi) ed economiche (timore di perdere i forti prestiti fatti ai paesi dell’Intesa nel caso di una
vittoria tedesca), dichiararono nell’aprile guerra agli Imperi Centrali.
Fronte italiano: assistiamo alla disfatta di Caporetto, il 24 ottobre
La difesa del Piave e del Monte Grappa costituì una mirabile prova di forza e i tedeschi non
riuscirono a varcare il fiume. Nel frattempo il ministero Boselli fu sostituito da quello Orlando che
si appellò all’”unione sacra” di tutti i partiti; Cadorna fu sostituito con il maresciallo Diaz.
Fronte orientale: uscita della Russia dal conflitto, Rivoluzione Russa, e chiusura del fronte
orientale.
1918 – 5° anno di guerra, favorevole all’Intesa
Quest’anno di apre con il messaggio di Wilson (8 gennaio) in cui erano fissati 14 punti che
avrebbero dovuto servire per le trattative di pace
Fronte occidentale: la Germania, prima che arrivassero le truppe americane, tentò l’offensiva
decisiva, in una battaglia cui prese parte anche l’imperatore. I Tedeschi riuscirono a sfondare il
fronte inglese della Somme e il fronte francese dello Chemin des Dames, facendo retrocedere gli
Alleati fino alla Marna, vicino alle posizioni del 1914. ma i francesi riuscirono a resistere e diedero
battaglia ai tedeschi alla Marna che si risolse per i tedeschi in una continua ritirata fino alla fine
della guerra.
Fronte italiano: in giugno l’Austria volle sferrare la Battaglia del Piave, ma senza riuscirvi. Il 24
ottobre il generale Diaz iniziò la grande battaglia di Vittorio Veneto (fino al 3 novembre), x
separare l’esercito austriaco del Trentino da quello del Piave, e tagliare a quello del Trentino l’unica
via di rifornimento, che passava da Vittorio Veneto. Le nostre truppe passato il Piave, risalirono il
fiume e presero alle spalle gli austriaci e li costrinsero a cedere.
Richiami interdisciplinari letteratura:
Carlo Emilio Gadda, Diario di guerra e di prigionia, pubblicato postumo;
Lussu, Un anno sull’altipiano
Slataper, Il mio Carso
Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale
Heminguay, Addio alle armi
D’Annunzio
Ungaretti
RIFLESSIONI SUL ‘900
È importante distinguere in primo luogo tra tempo cronologico e tempo storico: mentre il primo è la
pura e semplice successione dei fatti, il secondo è il tempo unificato da una problematica comune,
dal tentativo di realizzare un certo ideale di vita.
Hobsbawn ne Il secolo breve propone ad esempio di considerare come tempo storico del Novecento
il periodo che va dal 1917 al 1989; un altro storico del calibro di Furet ne Il passato di una illusione
propone invece una scansione che va da l789 fino ai giorni nostri.
La dimensione salvifica della politica ha fatto lievitare tutta la storia dell’800. Pensiamo a quanto
accade nel 1870-71. in queste date accadono infatti due eventi importanti, il cui significato è quello
di mostrare la forza del progetto politico “vincente secondo la Storia”: il liberalismo, definito da
Croce l’affermazione della libertà.
Nel 1870 viene poi abbattuto lo Stato della Chiesa e nessuno si presta a difendere la Chiesa
dall’attacco dei bersaglieri italiani. I liberali leggono in questa indifferenza internazionale alla
caduta dello Stato della Chiesa, inteso come il simbolo dell’Ancien Régime, il crollo definitivo
della mentalità religiosa, intesa come mentalità reazionaria che si oppone al movimento liberale.
I liberali si sentono i portatori della prospettiva politica più adeguata al disegno della Storia anche
perché si verifica proprio nel 1870-71 la caduta della Comune di Parigi. In questo evento la
mentalità liberale vede la conferma che, per costruire un uomo nuovo, non si possono fare sconti
alla storia, non si possono costruire utopie astratte sull’uomo: l’uomo infatti si trasforma solo
lentamente, progressivamente ed occorre guardarlo con realismo, lasciando spazio alla sua libertà,
senza sognare un uomo astrattamente comunitario.
I liberali notano poi che un utopismo come quello socialista non è capace di ottenere ampio
consenso neanche tra le masse popolari della Nazione.
Il liberalismo celebra quindi da questo biennio il suo trionfo, realizzando attraverso gli Stati liberali
una progressiva umanizzazione degli uomini, fatto che implicò sicuramente la crescita delle libertà
civili e dell’uguaglianza giuridica tra le persone e diventò addirittura modello di civiltà per le altre
parti del mondo. Lo stato liberale dell’800 non è uno stato minimo, ma uno stato “piovra” (Carocci)
che pervade tutte le realtà sociali.
La prima guerra mondiale, molto più della seconda, rappresenta “l’elemento invalidante il
progetto ideologico del liberalismo”. Questo accade per lo stesso scoppio della guerra.
- diverse situazioni che avrebbero potuto portare allo scoppio della guerra
- si parte da una sorta di guerra garibaldina che poi diventa una guerra di trincea, una guerra
di massa in cui non contano più i valori del liberalismo come l’individualismo e la
creatività
- la guerra di trincea indica che la tecnologia può poi essere portatrice di nefandezza e
non solo di benessere
- prima guerra totale della storia proprio perché coinvolge grandi masse in una tragedia di
immani proporzioni
- per mantenere alta la tensione entrambi gli schieramenti ideologizzano la guerra: l’Intesa si
fa portatrice dei valori dell’autodeterminazione dei popoli, della libertà, mentre gli Imperi
centrali sono i custodi della cultura mitteleuropea, contro l’economia di potenza delle
lobbies capitalistiche anglofrancesi in entrambi i casi si assiste ad un uso strumentale dei
valori, che però ha creato consenso. Dalle trincee sono così tornate a casa masse deluse degli
ideali liberali, ma che pensano di aver acquisito il diritto di veder realizzate, per il sangue
versato, le nuove promesse di felicità.
Le masse europee sono quindi disponibili a seguire un mito ideologico più convincente, e nel primo
dopoguerra si assiste ad un aumento fortissimo della domanda di partecipazione politica primaria da
parte dell’intera popolazione (pensiamo alle elezioni del 1919 dove vincono i socialisti e i cattolici).
Il modello Wilsoniano non riscuote successo perché smentito dalla pace di Versailles, una pace
così ingiusta da non avere precedenti. Per la prima volta dopo secoli di storia europea si
giunge ad una pace non contrattata ed in cui viene affermato il principio del riconoscimento
giuridico della propria colpa (i negoziatori tedeschi sono costretti a riconoscere di essere
moralmente colpevoli della guerra sottoscrivendo l’art 231). Quella di Versailles può essere
considerata una pace cartaginese.
Il progetto ideologico vincente negli anni ’20 in Europa è quello di Mussolini, che ha al centro
l’idea che il vero soggetto della politica non è la classe, ma la nazione. Non scordiamo che il
fascismo non ha avuto successo solo in Italia e che il progetto maturò in Mussolini alla luce della
sua esperienza della 1G.M. Mussolini da socialista maturò poi l’idea che il collante per tenere unito
un popolo è l’unità nazionale. Si tratta di un nazionalismo rivoluzionario, non di vecchio stampo, x’
l’unità della nazione è vista come un ideale da raggiungere, non da conservare. Furet sostiene infatti
“che l’avversione nei confronti dei principi del 1789 non impedisce al fascismo di essere
rivoluzionario, se l’aggettivo implica la volontà di rovesciare il governo, la società e il mondo
borghese in nome dell’avvenire). Ma è in effetti in tutta la società europea che il riferimento al
passato in tutte le sue forme sembra definitivamente passato, in quanto incapace di ricomprendere i
fenomeni manifestatisi sul piano culturale.
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