508 Riforme democratiche di Clistenei 494 478 Distruzione di Mileto Fine II° guerra persiana: inizia l'egemonia imperiale di Atene 470 462 Persiani di Eschilo Riforma di Efialte ii Socrate Orestea di Eschilo Anassagora ad Atene 454 Parmenide e Zenone ad Atene iii 450 Legge periclea sulla cittadinanza . 447 Iniziano i lavori per la costruzione del Partenoneiv. 443 Inizia l'età di Pericle (443-430)v Protagora ad Atene 442 Antigone di Sofocle 438 Alcesti di Euripide 432 Medea di Euripide È a Potidea come oplita Anassagora è accusato di empietà 431 Inizia la guerra del Peloponneso Protagora ad Atene 430 Peste ad Atene; muore Pericle Prima volta di Gorgia ad Atene 427 nasce Platone 424 415 Durissima repressione contro Melo 411 Combatte a Delo con l'esercito ateniese Troiane di Euripide Sposa Santippe, dalla quale ha due figli Ifigenia di Euripide Lisistrata di Aristofane 406 Vittoria della Arginuse. 404 Atene capitola: governo dei Trenta Tiranni con a capo Crizia 403 Ripristino della democrazia 399 Nuvole di Aristofane flotta ateniese alle Filottete di Sofocle; Oreste di Euripide; Rane di Aristofane Protagora è cacciato da Atene con l'accusa di empietà Rischia la vita opponendosi al processo contro i generali delle Arginuse A rischio della vita, si oppone a Crizia. Edipo di Sofocle Processo a Socrate i La popolazione viene divisa in 10 tribù, ciascuna delle quali comprende diversi demoi (villaggi di campagna o quartieri urbani): la residenza in un determinato demo, insieme alla paternità, definisce il cittadino ateniese, attribuendogli diritti civili e politici; ogni tribù fornisce un esercito, uno stratego (comandante), 50 buleti sorteggiati per la boulè (consiglio) dei Cinquecento, il cui compito consisteva nel preparare i lavori per l'assemblea (ekklesìa), con poteri deliberativi, aperta a tutti i cittadini di età superiore a 20 anni. Rimangono in vita le istitutzioni precedenti: la magistratura degli arconti (governanti), con competenze relative soprattutto all'amministrazione della giustizia; il Consiglio dell'Areopago (che si riuniva sul colle di Ares nei pressi dell'Acropoli) con competenze sui delitti di sangue, in materia religiosa e con un ampio quanto imprecisato ruolo di "custodia delle leggi" che si traduceva in un controllo politico a tutto campo; il tribunale popolare dell'Eliea con la possibilità di qualunque cittadino, e non solo della parte lesa, di intentare causa; la divisione della cittadinanza in 4 classi di censo: alle magistrature più alte (arconti e membri dell'Areopago) spettavano alle prime due classi, le magistrature minori e il servizio nella fanteria oplitica alla terza (zeugiti), alla quarta classe, la classe dei nullatenenti (teti) era concesso il didritto di voto (non ancora quello di discussione) nell'Assemblea e l'accesso al tribunale per appellarsi contro le decisioni dei magistrati. ii La riforma pone fine all'egemonia dell'areopago a favore degli organismi democratici, in particolare ne uscì rafforzato il tribunale popolare: esso era costituito da 6000 giudici, sorteggiati annualmente fra tutti i cittadini, che operavano in corti distinte presiedute agli arconti; all'esercizio dell'attività giurisdizionale gli Ateniesi tenevano in modo particolare, come emerge dalle commedie di Aristofane, che non perde occasione di deridere la passione dei cittadini per i processi. iii Pericle fece votare una legge che limitava l'accesso alla cittadinanza di pieno diritto ai figli di padre e di amdre ateniesi, escludendone i nati da matrimoni con stranieri. La polis, nel suo carattere di comunità fondata sul riconoscimento di culti e di leggi comuni e sulla partecipazione dei cittadini alla gestione degli affari comuni, in linea di principio esclude lo straniero; ma ne può apprezzare l'attività in campo economico, fiscale, intellettuale e militare. Nella democrazia greca, alla radicalizzazione dell'esperienza democratica all'interno della comunità della polis corrispondono non l'apertura, la tolleranza e la disponibilità all'integrazione, ma la valorizzazione dell'identità e la chiusura verso l'esterno. Dal godimento dei pieni diritti, appannaggio dei liberi maschi adulti, erano esclusi, oltre gli stranieri, le donne e gli schiavi. iv Fidia fu autore della decorazione, tra cui il fregio interno rappresentante la processione panatenaica, e la statua criselefantina (fatta d'oro e d'avorio) della dea. Agli anni 437-432 risalgono invece i Propilei, l'accesso monumentale sul lato ovest dell'Acropoli. Una grande fioritura artistica cui corrispose l'affluenza di grandi personalità intellettuali, filosofi (Anassagora, Democrito, Parmenide, Zenone) e sofisti (Protagora, Gorgia, Prodico, Ippia) che resero davvero Atene, per usare le parole di Pericle, la "scuola dell'Elalde": l'autorevolezza culturale che la città attica assunse in età periclea fu un dato acquisito nella storia successiva della Grecia. v Viene introdotto il misthos, la retribuzione delle cariche; l'accesso all'arcontato viene esteso ai membri della terza classe (zeugiti) e in seguito anche a quelli della quarta classe (i teti); dubbia l'attribuzione a Pericle del theorikon, il fondo che consentiva agli Ateniesi di accedere gratuitamente agli spettacoli teatrali e che mostrava l'interesse pubblico alla formazione culturale di quel demos di cui si favoriva la partecipazione politica. Affermerà Pericle: "Abbiamo una costituzione che non imita le leggi dei vicini, perchè siamo più d'esempio agli altri che imitatori. E poichè essa è retta in modo che i diritti civili spettino non a pochi, ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia". Tutti i cittadini erano chiamati, nella democrazia ateniese, all'assunzione delle responsabilità di governo: sempre Pericle afferma che gli Ateniesi sono i soli a considerare "non tranquillo, ma inutile" chi non si interessa degli affari pubblici. Tali responsabilità comportano il rivestimento delle magistrature (archein), la partecipazione al processo decisionale in assemblea (ekklesiazein) e l'esercizio del potere giudiziario nei tribunali (dikazein). L'organo principale della democrazia ateniese era l'assemblea popolare (ekklesìa) che costituiva lo sviluppo dell'originaria assemblea del popolo in armi: solo dopo aver svolto il servizio militare, i giovani ateniesi potevano esercitare il diritto di ekklesiazein e gli altri diritti politici. A caratterizzare della democrazia ateniese è, più ancora del diritto di esprimere un voto, il diritto di discutere le proposte che venivano portate davanti dall'assemblea dalla boulè o anche da singoli cittadini che intendessero avanzarne per autonoma iniziativa. Ogni cittadino ateniese godeva così non solo del diritto di voto, ma anche e soprattutto del diritto di parola.