Scrivi una relazione sull’egemonia e isonomia nella Atene di Pericle Isonomia (dal greco ίσος, stesso e νόμος, legge) è l’uguaglianza di fronte alla legge. Si tratta di un principio democratico introdotto dal politico ateniese Clistene nella sua riforma istituzionale, che ruotava intorno alla βουλή, l’assemblea (costituita da “500 membri, 50 per ciascuna delle 10 tribù territoriali istituite da Clistene la cui funzione era di proporre all’Εκκλησία i provvedimenti da approvare o respingere”) Nella forma di governo voluta da Clistene, magistrati e buleti venivano designati tramite sorteggio, sistema in grado di garantire l’imparzialità dell’organismo. Per contrastare l’eventuale designazione di persone incompetenti, gli strateghi erano eletti dall’assemblea popolare, nella quale erano rappresentate tutte le tribù. Nella prima forma di democrazia ateniese, “tutti i cittadini avevano l’uguale diritto di votare, di parlare in assemblea, di sedere nei tribunali e nel consiglio (e vengono praticati) principi, quali: la sovranità appartiene a tutti i cittadini, che godono di libertà individuale, uguaglianza e dell’uguale diritto di parola in assemblea al di là delle differenziazioni di nascita e ricchezza.” Pericle, al potere dal 460 a.C. al 429 a.C., lo esercitò conservando per tredici anni la carica di stratega. In quel periodo, la “democrazia” divenne sostanziale e realmente praticabile, grazie alla istituzione della Mιστοφορία, l’indennità giornaliera, progressivamente estesa ai membri dell’assemblea popolare, che consentiva la concreta partecipazione dei cittadini più poveri alla vita pubblica (l’indennità diaria era pari a una giornata lavorativa). Ognuno poteva, dunque, partecipare a costruire il bene pubblico: l’uguaglianza (l’isonomia) dei cittadini introdotta da Clistene diventava così egemonia del popolo (democrazia), ma è il concetto di popolo che viene a modificarsi: popolo è l’insieme di tutti i cittadini, senza distinzione di classe e censo (vengono, cioè, a cadere le contrapposizioni), dove governa “chiunque sappia esserne degno, in quella misura per cui egli sia capace di contribuire per sua parte alla comune intelligenza dei problemi politici. La libertà diventa essa stessa condizione di quella sapienza che sorge solo dalla comune discussione”. Ed è nelle “comuni discussioni” che Pericle emergeva; è Plutarco a ricordare come “Pericle governando si dedicò al popolo, preferendo le cose dei molti e poveri a quelle dei ricchi e pochi, contro la sua natura che non era affatto democratica” e avesse “non solo una mente grave e un linguaggio elevato immune da volgare e comune loquacità, ma anche l'espressione del volto inflessibile al riso, la mitezza dell' andatura e la decenza della veste che non si agitava per alcun trasporto nel parlare, la modulazione quieta della voce”. Plutarco sembra rappresentare le qualità fondamentali per la pratica democratica (ragionamento, eloquio, ascolto, mitezza), ma è Pericle medesimo ad illustrare, nell’orazione funebre (Ἐπιτάφιος) annuale per i caduti in guerra nel primo anno del conflitto del Peloponneso, la propria concezione di governo: “Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nome, per il fatto che non si governa nell' interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione". È anche per questo famoso discorso di Pericle che si può affermare che “gli Ateniesi hanno inventato la democrazia; per quasi un secolo e mezzo (dalle riforme di Clistene nel 508 a.C. alla conquista di Atene da parte dei Macedoni nel 322 a.C.) gli Ateniesi si autogovernarono”. FONTI: “Appunti di filosofia del diritto”, in www.docsity.com Poma Gabriella: Le istituzioni politiche della Grecia in età classica, Il Mulino, 2003 Tucidide: La guerra del Peloponneso, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1985 Plutarco: Vite parallele, Fabio Massimo e Pericle, Newton Compton, 2007 Roma, 21/11/2019 Isabella Tokos, 3A