464 a.C.
Gli iloti approfittano di un gravissimo terremoto e danno inizio a una rivolta che dura
circa 10 anni. Per questo Sparta evitò di estendere la sua influenza fuori dalla Lega
del Peloponneso.
477 a.C.
Per proseguire la guerra viene costituita la Lega di Delo.
Direzione affidata
ad Atene, le altre
poleis contribuivano
fornendo navi e
denaro.
Atene e tutte le poleis greche
TEMISTOCLE: sostenitore di una politica estera antispartana e favorevole a
stabilire rapporti con l’impero persiano.
472 a.C.  linea politica rovesciata perché colpito da ostracismo e costretto all’esilio.
CIMONE: grande condottiero militare e abile politico.
465 a.C.  sconfigge nuovamente i Persiani, ma sbaglia portando un aiuto non
richiesto agli spartiati in guerra contro gli iloti. Gli avversari approfittano perché
contrari alla sua politica filospartana.
461 a.C.  eliminato con l’ostracismo. Il suo esilio segnò una svolta importante nelle
vicende politiche di Atene.
PERICLE: si schiera dalla parte dei democratici. Eletto stratega, sviluppa il programma
di riforme del predecessore, Efialte, e rafforza la democrazia.
Età DI PERICLE (461-429 a.C.) : eccezionale influenza sulla vita politica
cittadina.
460-450 a.C.  politica espansionistica a largo raggio da parte dei democratici;
456 a.C.  Atene invia una flotta e un esercito in Egitto a sostegno di una rivolta
antipersiana.
454 a.C.  Atene deve rinunciare alla sottrazione dell’ Egitto, perché sconfitta dai
Persiani. Sposta il tesoro di Delo presso di sé.
449 a.C.  PACE DI CALLIA (Atene e Persia): i Persiani riconoscevano l’indipendenza
delle poleis greche in Anatolia. Atene rinunciava a ogni ingerenza in Oriente.
446 a.C.  tregua trentennale che chiuse anche i conflitti con sparta e le sue città
alleate.
Atene rinuncia all’espansionismo antipersiano, ma, punta a rafforzare la sua
egemonia, trasformando la Lega Delio-Attica in un impero ateniese.
Atene inizia a usare il tesoro di Delo per le proprie spese interne.
Voleva imporre governi di orientamento democratico alle poleis alleate.
Se una di queste tentava di uscire dalla lega
veniva considerato atto di ribellione.
Le terre delle città ribelli venivano sequestrate e assegnate ai cittadini poveri di Atene,
inviati a fondare colonie, le clerurchìe.
L’ imperialismo ateniese suscitò profondi rancori nel mondo delle poleis ,
attaccatissime alla propria indipendenza.
Le riforme di Pericle:
1- indebolimento dell’aeropago;
2- indennità giornaliera in denaro per chi veniva sorteggiato.
Il principio fondamentale della democrazia ateniese era la piena partecipazione di
tutti i cittadini all’amministrazione della polis. Tutti i cittadini erano membri
dell’assemblea popolare (ecclesìa), che discuteva e approvava leggi. Tutti
potevano candidarsi al sorteggio per le cariche amministrative e per la bulè e
l’elièa.
Il consiglio dei cinquecento preparava il lavoro dell’assemblea popolare,
elaborando le proposte di legge da sottoporle.
L’elièa ad Atene era il tribunale popolare che affrontava tutte le cause giudiziarie,
tranne i delitti di sangue, di questi si occupava l’aeropago.
Non vi era in alcun modo l’idea della divisione dei poteri dello stato, come accade
oggi.
Pericle riuscì a fare approvare all’assemblea grandi progetti di edilizia pubblica.
Furono completate le “lunghe mura” e furono ristrutturate la zona attorno all’agorà
e l’acropoli. Quindi le spese della polis nell’età di Pericle servirono ad abbellire la
città, a rafforzarla militarmente e dare lavoro ai cittadini più poveri.
Atene non si limitava a sfruttare il suo impero marittimo, ma aveva anche una
notevole attività produttiva.
Alle spese sostenute dalla polis si aggiungevano quelle a carico dei cittadini più
facoltosi che avevano l’obbligo delle liturgie, una specie di “tassa sui ricchi”.
LIMITI DELLA DEMOCRAZIA
ATENIESE
Nell’età di Pericle la parola democrazia sostituì il termine isonomia. Pericle cercò di
conciliare gli interessi delle classi ricche e degli strati popolari del demos.
La democrazia ateniese non era aperta a tutti. Nel pieno sviluppo della città fu
attuata una drastica riduzione del numero dei cittadini. Avvenne in base a un
criterio di appartenenza civica, basato sulla nascita. Con una legge del 451 a.C fu
riconosciuto il diritto alla cittadinanza solo a chi aveva entrambi i genitori ateniesi.
Erano escluse dal diritto di cittadinanza tutte le donne, perché considerate prive di
autonomia giuridica. Non potevano partecipare gli stranieri o figli di stranieri e gli
schiavi.
I costi della democrazia ateniese e i privilegi dei cittadini erano pagati soprattutto
dagli alleati-sudditi. L’imperialismo era un elemento indispensabile per il
funzionamento della democrazia ateniese.