Farmaci in gruppi di pazienti particolari. Gravidanza, allattamento, neonati e bambini. 146 Le più frequenti complicazioni in gravidanza che richiedono l’uso di farmaci sono: • • • • Ipertensione Epilessia Asma Infezioni batteriche Nel considerare il rischio dei trattamenti farmacologici durante la gravidanza, bisogna prendere in considerazione il periodo in cui avviene il trattamento: • primo trimestre è il periodo dell’organogenesi in cui le malformazioni del feto sono al culmine • verso il termine della gravidanza bisogna considerare gli effetti del farmaco sulla funzione respiratoria del bambino 147 Farmaci nel primo trimestre di gravidanza Teratogenicità: malformazione anatomica indotta sul feto da una sostanza estranea all’organismo durante il periodo di organogenesi durante il quale si formano le strutture anatomiche principali. In particolare, i danni si hanno nelle prime 8 settimane quando il tubo neurale, futuro SNC, non si è ancora chiuso. Dall’ottava settimana in poi inizia il periodo fetale in cui si verifica lo sviluppo delle principali strutture del corpo che si sono già formate. *tubo neurale=una struttura di forma cilindrica e munita di cavità centrale che deriva da una regione ispessita dell‘ectoderma. 148 149 Trasporto placentare del farmaco Per provocare un danno il farmaco deve attraversare la placenta e raggiungere il tessuto fetale. Tuttavia la capacità del farmaco di attraversare la placenta (profilo farmacocinetico) non è di primaria importanza per indurre un danno ma bensì la durata di esposizione al farmaco. Anche i farmaci che attraversano difficilmente la placenta (es. atenololo, antipertensivo idrofilo), ad esclusione dell’eparina che non l’attraversa affatto, riescono a raggiungere concentrazioni misurabili nella circolazione fetale dopo somministrazioni multiple. 150 Identificazione dei farmaci teratogeni Gli studi sugli animali da laboratorio condotti per studiare gli effetti dei farmaci durante la gravidanza non sono sufficienti poiché spesso sono state osservate notevoli differenze tra i roditori e la specie umana. Es. il Li a dosi di 200 mg/kg non è nocivo del ratto mentre nell’uomo causa anomalie cardiache. Quindi ci si avvale di studi epidemiologici che raccolgono le segnalazioni di casi di malformazioni associate all’assunzione di farmaci nel 1° trimestre di gravidanza. Qui riporteremo una rassegna dei farmaci di comune uso clinico per i quali è stato dimostrato un effetto teratogeno. 151 Anticonvulsivanti in gravidanza (1° trimestre) • Farmaci come la fenitoina inducono nel feto la comparsa di sindrome da ‘’idantoina’’ costituita da compromissione della crescita e dello sviluppo con comparsa di microcefalia, labio-palatoschisi e altre malformazioni meno frequenti. • Altri antiepilettici come la carbamazepina, l’acido valproico sono risultati altrettanto teratogeni. Es. l’acido valproico induce spina bifida. • Non trattare l’epilessia in gravidanza è altrettanto pericoloso poiché durante un’attacco convulsivo si osserva anormalità del ritmo cardiaco del feto ed ipossia cerebrale fetale. Inoltre si verificano traumi addominali provocati dalle cadute e il distacco della placenta provocato dalle cadute o dalla stessa convulsione. 152 Anticonvulsivanti in gravidanza (1° trimestre) Raccomandazione: • utilizzare il farmaco più efficace e più accettabile per quella donna • non usare dosaggi troppo alti • evitare le politerapie: hanno un maggior rischio malformativo • il valproato sembra il farmaco più frequentemente associato a spina bifida e il suo uso in gravidanza è sconsigliato 153 Meccanismi implicati nell’azione tossica degli antiepilettici sul feto: • l’assunzione di antiepilettici può portare a carenza di folati che a sua volta può predisporre a difetti del tubo neurale. • l'aumento dello stress ossidativo legato al metabolismo dei farmaci antiepilettici metabolizzati dal citocromo P450 con aumento dei livelli di ossidi arenici (potenti teratogeni) come sottoprodotto del suo metabolismo. Gli ossidi arenici sono metabolizzati dall’epossido idrolasi. 154 Conseguenze dell’uso di antiepilettici alla nascita • Gli antiepilettici possono aumentare nel feto il consumo di vitamina K e ridurre la produzione di fattori della coagulazione. Alla nascita si può manifestare un difetto di coagulazione con comparsa di emorragie (simile alla carenza di vit. K). Il sanguinamento compare entro 24 ore dalla nascita a livello polmonare o addominale. Prevenzione: somministrazione di 20 mg di vit. K al giorno alla madre 2 settimane prima del parto. • I barbiturici assunti dalla madre inducono sintomi di astinenza e sedazione alla nascita. 155 Uso di antiepilettici durante l’allattamento • L’allattamento al seno è sicuro con i 3 anticonvulsivanti: fenitoina, sodio valproato e carbamazepina mentre dev’essere evitato nelle donne che fanno uso di fenobarbital. Quest’ultimo è un acido debole con pKa=7.4 (quasi basico) per cui si distribuisce bene nel latte che è più acido del plasma. • I dosaggi devono essere aggiustati considerando i livelli plasmatici del farmaco poiché dopo la gravidanza la farmacocinetica del farmaco ritorna piano piano ai valori precedenti la gravidanza. 156 Litio in gravidanza (1° trimestre) Il litio è il farmaco di elezione nella malattia depressiva bipolare ma è teratogeno nel primo trimestre di gravidanza in particolare per il sistema cardiovascolare. Provoca malformazioni cardiache (anomalia di ‘’Ebstein” ovvero dislocazione in basso della valvola tricuspide con anomala attaccatura alla parete del ventricolo destro). La decisione di continuare a utilizzare il farmaco nel primo trimestre deve essere presa caso per caso dopo aver determinato i rischi e i benefici per il paziente. Si può sospendere il trattamento con litio il primo trimestre e poi si reinserisce a partire dal secondo trimestre di gravidanza, dato che il rischio teratogenico è importante soprattutto quando il feto è ancora in formazione. 157 Litio in gravidanza (1° trimestre) Allattamento: Il Litio passa nel latte materno. L'allattamento al seno è in genere sconsigliato in corso di terapia con tale farmaco. In caso sia indispensabile la terapia va monitorato il lattante ed eventualmente dosato il litio plasmatico. 158 Warfarin in gravidanza E’ un derivato cumarinico, appartenente alla classe degli anticoagulanti orali. Inibisce la sintesi dei fattori della coagulazione Vitamina K-dipendenti. Passa la barriera placentare; ha un’emivita di eliminazione di circa 6-7 giorni. Di norma controindicato in gravidanza, ad eccezione di casi selezionati in cui si usano le dosi minori possibili. L’anticoagulante di scelta in gravidanza è l’Eparina. 1° Trimestre di gravidanza In generale gli studi presenti in letteratura sugli effetti dell’uso della Warfarin ed in generale dei cumarinici durante il primo trimestre di gravidanza segnalano un aumento del rischio di anomalie congenite. Il periodo di maggiore sensibilità del feto è tra la 6ª e la 12ª settimana dal concepimento. È segnalato inoltre un aumento del rischio di aborto spontaneo. 159 Warfarin in gravidanza 1° Trimestre di gravidanza: controindicato Le anomalie congenite segnalate (embriopatia da Warfarin) sono: - dismorfismo facciale (sella nasale schiacciata, naso infossato che può determinare difficoltà respiratorie alla nascita); - anomalie scheletriche (tra cui condrodisplasia punctata specie a carico della porzione lombo-sacrale dello scheletro assiale, del femore e del calcagno, ipoplasia degli arti, lieve ipoplasia delle unghie); - anomalie morfologiche e funzionali del SNC (tra cui anomalie della struttura mediana e difetti del tubo neurale). Più raramente anomalie oculari, dell’orecchio, renali, gastroenteriche, labio-palatoschisi, ernia diaframmatica e anomalie cardiache. 160 Warfarin in gravidanza 2°-3° Trimestre: si può somministrare Anomalie del SNC e dell’occhio sono state riportate in caso di assunzione di Warfarin nel 2°-3° trimestre di gravidanza. L’uso di Warfarin nell’ultimo periodo di gravidanza può indurre rallentata crescita fetale, emorragia materna e placentare, microemorraggie cerebrali fetali e neonatali per cui si può sostituire con eparina nell’ultimo periodo di gravidanza. Allattamento: Non vi sono specifiche controindicazioni all’allattamento al seno durante la terapia materna con Warfarin; è indicato un controllo dei parametri coagulativi del neonato e va valutato con il pediatra curante l’indicazione alla somministrazione di vitamina K. 161 Eparina in gravidanza Le eparine a basso peso molecolare sono utilizzate nella prevenzione e terapia dei disordini trombo embolici. Periodi di lunga somministrazione possono determinare allergia, osteoporosi ed emorragia materna. In gravidanza l’eparina minaccia più la madre che il feto. L’osteoporosi è una complicazione accertata della somministrazione a lungo termine. Si osserva una demineralizzazione ossea con assottigliamento del tessuto osseo e aumentato rischio di fratture. 162 Eparina in gravidanza 1° Trimestre I dati disponibili in letteratura sull’uso in gravidanza di eparine a basso peso molecolare in campo umano, non segnalano un significativo aumento, rispetto all’atteso, di anomalie congenite nei nati esposti. 2°- 3° Trimestre Vi sono segnalazioni di rallentata crescita fetale, perdita fetale, prematurità ed emorragia intra-ventricolare nei nati esposti; tali dati potrebbero anche essere correlati alla patologia materna per cui è stata intrapresa la terapia. Allattamento: Passa in quantità trascurabili nel latte materno; non vi sono controindicazioni all’allattamento al seno; è comunque consigliata una valutazione pediatrica in caso di allattamento. 163 Anticoagulanti in gravidanza In donne con una valvola cardiaca artificiale, il rischio di trombosi valvolare, quando non viene usato un anticoagulante, mette la vita della madre a repentaglio. D’altra parte l’uso del warfarin può portare a un grave danno fetale e l’uso di eparina in dosi adeguate a inibire la coagulazione può portare a fratture vertebrali da compressione. Per cui sulla base dei dati si usa la dose più bassa possibile di eparina durante il primo trimestre per poi passare alle minori dosi possibili di warfarin nella gravidanza avanzata. 164 Acidi retinoici in gravidanza Gli acidi retinoici come l’isotretinoina, la tretinoina e l’etretinato, sono degli analoghi della vitamina A utilizzati per trattare l’acne grave, la psiorasis e le dermatiti croniche. Essi si legano a specifici recettori citoplasmatici RXR (Retinoid X Receptor) che migrano nel nucleo dove controllano la trascrizione di geni specifici che regolano l’embriogenesi, la crescita e la differenziazione cellulare. Per cui una bassa concentrazione di vitamina A causa malformazioni, mentre se la concentrazione è elevata si hanno effetti teratogeni come spina bifida e malformazioni cranio-facciali. 165 Acidi retinoici in gravidanza • La tretinoina o acido retinoico è usato come preparazione topica contro l’acne per cui i bassi livelli plasmatici che ne conseguono non sono stati associati con aumento di malformazioni fetali. • Mentre l’etretinato viene somministrato per os e a causa della sua elevata liposolubilità si accumula nel tessuto adiposo per 2-3 anni. Per cui quest’ultimo è teratogeno quindi deve essere associato ad uno stretto controllo anticoncezionale sia durante il trattamento che nei 2 anni successivi. • L’isotretinoina può avere effetti teratogeni ma ha un’emivita più breve dell’etretinato (t1/2=30 giorni) per cui è da evitare nei 2-3 mesi antecedenti la gravidanza). 166 Farmaci antipertensivi in gravidanza Ipertensione cronica Con il termine di “ipertensione cronica” si intende la persistente elevazione dei valori pressori al di sopra di 140/90 mmHg prima della 20ª settimana di gestazione o la presenza di ipertensione presente prima dell’inizio della gravidanza. L’ipertensione essenziale è responsabile del 90% dei casi di ipertensione cronica associata alla gravidanza, ma vi sono cause secondarie di ipertensione cronica quali nefropatie, diabete con danno vascolare, lupus eritematoso sistemico, ecc. Andamento in gravidanza: Durante la gravidanza si assiste ad una riduzione della pressione arteriosa dovuta alla diminuzione delle resistenze periferiche. In alcuni casi, la pressione arteriosa si riduce fisiologicamente rendendo possibile ridurre o addirittura sospendere il trattamento farmacologico. 167 Farmaci antipertensivi in gravidanza Gestione in gravidanza: Le donne con ipertensione cronica dovrebbero essere valutate prima della gravidanza per definire la severità della loro patologia e programmare la terapia farmacologia ed eventuali cambiamenti dello stile di vita. È indicato informare le pazienti che stanno assumendo farmaci (ACE-inibitori, bloccanti dei recettori dell’angiotensina II come i sartani o diuretici) circa l’aumentato rischio di anomalie congenite fetali associate al loro utilizzo nel corso di gravidanza. Va incoraggiata una dieta con limitato introito di sodio, analogamente a quanto suggerito per l’ipertensione essenziale, l’astensione dall’uso di alcool e tabacco. 168 Farmaci antipertensivi in gravidanza Gestione in gravidanza: Le pazienti con ipertensione cronica lieve (<160/110 mmHg) non richiedono alcun trattamento medico in gravidanza; in questi casi è controversa l’effettiva utilità del trattamento anti-ipertensivo nel miglioramento dell’outcome materno-fetale, poiché non sembra ridurre in modo significativo il rischio di complicanze. Appare pertanto ragionevole: • non instaurare un trattamento medico in gravidanza in pazienti con ipertensione cronica lieve-moderata (< 160/110 mmHg), ad eccezione delle pazienti che presentano altre complicanze (renali e cardiache) • iniziare la terapia farmacologica in tutti i casi di ipertensione cronica severa; • dopo il parto, riprendere la terapia medica utilizzata nella fase antecedente la gravidanza ed offrire una rivalutazione multidisciplinare clinica cardiologica a distanza di 6-8 settimane dal parto. 169 Farmaci antipertensivi in gravidanza Terapia farmacologica Allo stato attuale non esistono evidenze su quale debba essere il farmaco di prima scelta da utilizzare per il trattamento dell’ipertensione cronica in gravidanza. Le Linee Guida nazionali ed internazionali suggeriscono una serie di farmaci. Metildopa: è considerato un farmaco anti-ipertensivo di prima scelta in gravidanza Calcio-antagonisti: la Nifedipina a lunga durata d’azione è il calcio antagonista ad oggi più studiato e di scelta in gravidanza Beta-bloccanti: Propanololo, Labetololo, Metoprololo, Atenololo sono tra i più utilizzati in gravidanza. Attenzione: Se assunti nel terzo trimestre di gravidanza, i betabloccanti possono determinare bradicardia, ipotensione e ipoglicemia fetale/neonatale. 170 Uso dell’aspirina in gravidanza BASSE DOSI (75-100 mg/die) 1° Trimestre I dati disponibili su ampi campioni di donne trattate con aspirina in gravidanza, a basse dosi, non hanno ad oggi evidenziato un aumento di anomalie congenite nei nati esposti. Le sporadiche segnalazioni di malformazioni in case report sono da considerare aneddotiche in quanto non sono state confermate dagli studi epidemiologici successivi. 2°-3° Trimestre Numerosi studi non hanno evidenziato, per esposizione materna a basse dosi, effetti avversi feto-neonatali. In particolare non è stato osservato un aumentato rischio di emorragie (intracraniche, gastrointestinali, ecc.) e di alterazioni nella circolazione (chiusura del dotto di Botallo) nel feto/neonato. Alcuni autori suggeriscono tuttavia di sospendere la terapia almeno 5 giorni prima del parto. 171 Uso dell’aspirina in gravidanza ALTE DOSI (>300 mg/die) 1° Trimestre I dati disponibili in campo umano, su ampi campioni di donne trattate con tale sostanza in gravidanza non hanno ad oggi evidenziato un aumento di anomalie congenite nei nati esposti rispetto all’atteso. Alcuni studi segnalano un aumentato rischio per gastroschisi, atresia intestinale e criptorchidismo in feti/neonati esposti a sostanze analgesiche in combinazione (tra cui Paracetamolo ed altri FANS) durante il primo e secondo trimestre. 172 Uso dell’aspirina in gravidanza ALTE DOSI (>300 mg/die) 2°-3° Trimestre E’ sconsigliata l’assunzione dopo la 28ª-30ª settimana di gravidanza, in quanto l’acido acetilsalicilico può determinare il restringimento o la chiusura prematura del dotto arterioso fetale (con conseguente ipertensione polmonare) e riduzione della funzionalità renale. L’assunzione in prossimità del parto aumenta il rischio di emorragie nel feto/neonato, soprattutto se prematuro. A causa dell’effetto di riduzione della contrattilità uterina, l’acido acetilsalicilico può ritardare il parto. ALLATTAMENTO: L’assunzione è sconsigliata in corso di allattamento al seno. Passa nel latte materno. In caso di ripetute assunzioni materne, anche a basse dosi, può accumularsi e determinare effetti tossici nel neonato a causa della ridotta clearance. 173 Antibiotici in gravidanza Antibiotici considerati sicuri in gravidanza perché gli studi su animali non hanno dimostrato tossicità: • Le penicilline (es. Augmentin, Unasyn) attraversano la placenta ma in basse concentrazioni. L'assenza di effetti teratogeni (che possono determinare anomalie e malformazioni nel corso dello sviluppo embrionale) è stata dimostrata in diversi studi. • Anche le cefalosporine (es. Rocefin, Glazidim) e l'aztreonam non sono associate ad un aumentato rischio di malformazioni o di aborto. • L'eritromicina (es. Eritrocina), nonostante riesca a raggiungere il circolo fetale in discreta concentrazione, non provoca danni fetali . • La fosfomicina (es. Monuril) non è risultata possedere effetti teratogeni o embriofetotossici e viene comunemente utilizzata nelle infezioni delle vie urinarie. 174 Antibiotici in gravidanza Antibiotici sconsigliati in gravidanza poiché inducono effetti avversi nell'animale ma gli studi sull'uomo ancora non sono adeguati: • Gli aminoglicosidi (es. Gentalyn) sono sconsigliati per la loro ototossicità. • I fluorochinoloni (es. Ciproxin, Levoxacin) potrebbero aumentare il rischio di danno alle cartilagini e alle ossa anche se per entrambe le classi di farmaci non esistono studi sull'uomo che accertino realmente questi rischi. • La claritromicina (es. Klacid, Macladin) si è dimostrata teratogena negli animali ma nell'uomo questo effetto non è stato dimostrato; si è rilevato un lieve aumento di aborti spontanei. • La vancomicina (es. Vancocina) provoca nell'animale nefrotossicità e ototossicità e, per quanto non si siano dimostrati effetti teratogeni nell'uomo, è da utilizzare 175 solo in caso di assoluta necessità. Antibiotici in gravidanza Antibiotici con dimostrato rischio per il feto: • Le tetracicline sono potenzialmente tossiche per la gestante (tossicità epatica, pancreatica e renale) e per il feto su cui hanno gravi effetti teratogeni che possono coinvolgere il tessuto osseo e nervoso. • Anche il Bactrim può essere dannoso sia per la donna che per il feto con un aumento del rischio di malformazioni congenite a carico dei sistemi cardiocircolatorio e urinario. 176 Influenza della gravidanza sulla determinazione della dose dei farmaci La gravidanza è accompagnata da diversi cambiamenti fisiologici che possono influenzare sia la farmacocinetica che la farmacodinamica dei farmaci: • Prolungamento del tempo di transito intestinale • Diminuzione della concentrazione plasmatica di albumina mentre aumenta la glicoproteina acida • Aumento del tessuto adiposo e del contenuto idrico corporeo • Al 3° trimestre, il flusso ematico renale è raddoppiato • Aumento della gettata cardiaca ma non si osserva aumento del flusso ematico epatico (aumenta vasodilatazione) 177 Influenza della gravidanza sulla determinazione della dose dei farmaci L’eliminazione degli anticonvulsivanti (fenitoina, carbamazepina, fenobarbital e sodio valproato) risulta notevolmente aumentata (2-3 volte) rispetto a pazienti non gravide mentre l’eliminazione del propanololo e labetololo non subisce modifiche in gravidanza. Questa differenza si spiega considerando che: • gli anticonvulsivanti sono eliminati per via renale (in gravidanza il flusso ematico renale raddoppia) • mentre i B-bloccanti vengono eliminati con una velocità che approssima il flusso ematico epatico che non subisce modificazioni in gravidanza. Quindi in gravidanza bisogna aggiustare il dosaggi degli anticonvulsivanti monitorando i livelli plasmatici. 178 Implicazioni dovute al trasferimento di farmaci durante il parto • Al momento del parto, il feto presenta maggiore albumina plasmatica rispetto alla madre mentre è minore la concentrazione di glicoproteina acida. Per cui farmaci come i salicilati che si legano molto all’albumina si distribuiscono di più nel feto che nella madre. Invece il propanololo e la lidocaina che si legano maggiormente alle glicoproteine si distribuiscono poco nel feto. • Gli anestetici somministrati per via inalatoria, essendo liposolubili, attraversano rapidamente la placenta e si distribuiscono nel feto • Il tiopentale, un’anestetico non volatile, essendo poco ionizzato al pH del sangue passa molto bene la placenta. 179 Implicazioni dovute al trasferimento di farmaci durante il parto • La bupivacaina (anestetico locale usato nell’epidurale durante il parto) nella madre è legata alle proteine plasmatiche per il 90%. Nel feto, si lega meno alle proteine plasmatiche (solo il 24% del farmaco legato alle proteine della madre). Tuttavia in condizioni particolari, come nella pre-clampsia, in cui si ha ipoproteinemia nella madre, la quantità di bupivacaina libera aumenta per cui si distribuisce maggiormente nel feto dove induce bradicardia e depressione respiratoria. • L’assunzione di narcotici durante il parto (fentanil, morfina, meperidina) può indurre depressione respiratoria nel nascituro. Per cui si interviene con il naloxone per riportare alla norma la respirazione del neonato. 180 Neonatologia 1.Teofillina nel trattamento dell’apnea nei bambini prematuri: I neonati prematuri presentano apnea (pause respiratorie che durano più di 20s) che spesso inizia 2-3 giorni dopo la nascita causata dall'immaturità dei centri di controllo del respiro a livello del tronco encefalico. Si somministra teofillina o caffeina per bocca o con sondino gastrico (5-10 mg/kg). La caffeina, essendo un metabolita della teofillina, ha un più alto indice terapeutico e meno effetti collaterali (=tachicardia e iponatriemia). Meccanismo: antagonisti dei recettori adenosinici sul centro respiratorio aumento della sensibilità alla CO2 aumento del volume respiratorio 181 Neonatologia 2. Indometacina nella terapia della chiusura del dotto arterioso nei bambini prematuri: ll dotto arterioso di Botallo è un vaso sanguigno presente prima della nascita, che devia il sangue dai polmoni e lo trasporta nell’aorta per essere distribuito a tutto il corpo. Alla nascita, il dotto arterioso si chiude perché i polmoni si espandono e il sangue pompato dal ventricolo destro può andare interamente nella circolazione polmonare. In alcuni casi esso può rimanere aperto e ciò causa un passaggio di sangue dall’aorta (dove la pressione del sangue dopo la nascita è più alta) all’arteria polmonare. La mancata chiusura del dotto arterioso è una condizione molto frequente nei neonati prematuri e dipende da un più alto livello di prostaglandine circolanti dovuto all’immaturità del polmone. 182 Neonatologia 2. Indometacina nella terapia della chiusura del dotto arterioso nei bambini prematuri: Se nei prematuri non avviene la chiusura del dotto arterioso si ha emoraggie intraventricolari. Terapia: somministrazione, entro le prime 6h dalla nascita, di indometacina che inibisce la produzione di prostaglandine responsabili di tenere aperto il dotto. Avvertenze: non somministrare prima della nascita sia indometacina che salicilati poiché chiudono il dotto e si ha ipertensione fetale. 3. Glucocorticoidi nell’insufficienza respiratoria nei bambini prematuri: Si somministra betametasone alla madre 24h prima del parto. Esso aumenta la produzione di surfactante polmonare così gli alveoli sono più elastici e migliora la capacità respiratoria del neonato prematuro alla nascita. 183 Dosaggi nei bambini Il bambino è caratterizzato da condizioni farmacocinetiche notevolmente instabili poiché durante la crescita si verificano rapidi cambiamenti per cui si ha cambiamenti: - metabolismo del farmaco - eliminazione I meccanismi coinvolti in questo fenomeno riguardano sia la maturazione dell’escrezione renale che l’aumento dell’attività epatica. 184 Dosaggi in bambini La terapia farmacologica dei bambini comprende una grande varietà di farmaci. I farmaci maggiormente utilizzati sono: • le preparazioni per la tosse e il raffreddore • i decongestionanti nasali • gli antibiotici per l’infezione delle vie respiratorie 185 Dosaggi in bambini Vi sono varie metodiche che possono essere utilizzate per stabilire il dosaggio dei farmaci da banco nei bambini: 1. Relazione tra dosaggio, fascia di età e peso del bambino. Si è stabilito un’unità di dosaggio pediatrico standard che permette di ottimizzare la dose nelle diverse età pediatriche fino a 12 anni tenendo conto del peso medio dei bambini alle diverse fasce di età. Questa metodica sembra più appropriata per i farmaci da banco comunque non tiene conto delle differenze farmacocinetiche tra i bambini della stessa età. Sarebbe meglio conoscere i dati farmacocinetici del singolo bambino. 186 Tabella. Unità standard di dosaggio pediatrico (SPDU) Es. dose del farmaco nell’adulto = 100 mg Unità di dosaggio pediatrico = 100 mg/8 (SPDU) = 12,5 mg Dosaggio bambino di 12 mesi= 12,5 x 1,5 (valore in tabella) = 18,7 mg 187 Dosaggi in bambini 2. Relazione tra dosaggio, peso del bambino e altezza Le unità di dosaggio sono 5 e per ognuna si è messo in relazione il peso con l’altezza rappresentata da un colore diverso. Dose adulto = 100 mg Bambino di altezza di 80 cm (colore giallo) Unità di dosaggio pediatrico = 100 mg/5 = 20 mg Dose nel bambino di 12 mesi = 20 x 1,5 = 30 mg Questo tipo di dosaggio basato sull’altezza e sul peso permette di evitare i sovradosaggi nei bambini obesi. 188 Dosaggi in bambini 3. Relazione tra dosaggio e superficie corporea del bambino Questo metodo sembra essere il più appropriato per i farmaci che si distribuiscono bene nei liquidi extracellulari (Vd intermedio) poiché il volume totale dei liquidi corporei è meglio correlato con la superficie corporea. Questo metodo non va per bambini sottopeso, obesi e per quelli con metabolismo diverso (polimorfismi) così come per farmaci che non si distribuiscono nei liquidi extracellulari (Vd basso). I bambini hanno più liquidi corporei degli adulti per cui si deve somministrare dosaggi maggiori che negli adulti per questi farmaci con Vd intermedio. 189 Vie di somministrazione nei bambini • Nel trattamento di emergenza (shock anafilattico, arresto cardiaco o respiratoria) si preferisce la via intraossea e intratracheale poiché le vene sono piccole e collassate. Via intraossea = ago inserito nel midollo osseo della tibia. Via endotracheale = via respiratoria mediante tubo endotracheale + ventilazione meccanica usando dosaggio 10 volte superiore di adrenalina alla via e.v. (anche per lidocaina, atropina, naloxone, adrenalina). • Via rettale: è affidabile per paracetamolo con tempi più lunghi di assorbimento • Via i.m.: si ha assorbimento irregolare per cui non va per antibiotici, diazepam, digossina, fenitoina. Effetti collaterali nel sito di iniezione per cui non rappresenta una via d’elezione 190 Vie di somministrazione nei bambini • Via inalatoria: farmaci antiasma come salbutamolo (β2agonista), beclometasone (glucocorticoide) e ipratropio (anticolinergico) somministrati usando nebulizzatori a dose controllata sono molto efficaci. • Via orale: i tempo di transito gastroenterico sono estremamente brevi in alcuni bambini per cui sono inefficaci le preparazioni a rilascio lento (con resine). Es. teofillina con resina: mancato assorbimento e escrezione rettale. Effettuare controlli delle concentrazioni plasmatiche. 191 Distribuzione, metabolismo ed eliminazione Una terapia farmacologica efficace e non dannosa nel neonato, nel lattante e nel bambino richiede che si conoscano le variazioni che intervengono con l'età nel meccanismo d'azione, nel metabolismo e nella disponibilità dei farmaci. Praticamente quasi tutti i parametri farmacocinetici si modificano con l'età. Il dosaggio dei farmaci in pediatria (in mg/kg) deve essere dunque variato a seconda delle caratteristiche: - cinetiche dei singoli farmaci, - dell'età (la variabile maggiore), - della condizione patologica, - del sesso - del fabbisogno individuale. Altrimenti, il trattamento può risultare inefficace o tossico. 192 Assorbimento dei farmaci L'assorbimento GI dei farmaci può risultare più lento rispetto all'adulto, soprattutto nel neonato che presenta un ritardo di svuotamento gastrico e nel bambino affetto da malattia celiaca. Nel neonato l'assorbimento di alcuni farmaci somministrati per via intramuscolare (es. digossina, fenitoina) può essere incostante. L'assorbimento per via dermica e sottocutanea è marcatamente aumentata nel neonato e nel lattante. Es. l'adrenalina somministrata per via topica può causare ipertensione arteriosa. La teofillina somministrata per via sottocutanea al neonato prematuro con crisi di apnea è assorbita bene e vengono mantenuti nel plasma livelli terapeutici. 193 Distribuzione del farmaco Le modificazioni nella distribuzione del farmaco durante la crescita variano parallelamente alla variazione della composizione corporea. La quantità di acqua è maggiore nel neonato (rappresenta almeno il 70% nel neonato) rispetto all'adulto (55-60%). Quindi, per mantenere un'uguale concentrazione plasmatica, i farmaci idrosolubili devono essere somministrati a dosi minori (per chilogrammo di peso corporeo) con l'avanzare dell'età. È interessante notare che questa diminuzione della quantità globale di acqua nell'organismo prosegue in età adulta. 194 Legame alle proteine plasmatiche Il legame dei farmaci alle proteine plasmatiche è minore nel neonato rispetto all'adulto, ma diventa simile all'adulto dopo pochi mesi dalla nascita. Questo ridotto legame alle proteine può dipendere da una differenza qualitativa e quantitativa nelle proteine plasmatiche neonatali (ridurre i dosaggi di farmaci molto legati alle proteine plasmatiche). Una riduzione del legame alle proteine può alterare la risposta farmacologica e la clearance del farmaco, ma ciò raramente viene preso in considerazione nei bambini più grandi. 195 Legame alle proteine plasmatiche Es. teofillina nel neonato è legata a meno proteine plasmatiche per cui la conc. libera è più elevata un maggior effetto farmacologico. Per questo motivo si possono avere effetti collaterali con concentrazioni plasmatiche molto più basse di quelle considerate sicure nell'adulto. 196 Metabolismo ed escrezione dei farmaci La dose di mantenimento di un farmaco dipende molto dalla CL che, a sua volta, è funzione del metabolismo ed escrezione del farmaco. Questi processi tendono a essere molto lenti nel neonato, la loro velocità aumenta progressivamente durante i primi mesi di vita e supera quella degli adulti entro i primi anni di vita. Il processo di eliminazione dei farmaci rallenta durante l'adolescenza e probabilmente raggiunge i livelli adulti nella pubertà avanzata. I cambiamenti nel metabolismo e nelle caratteristiche del farmaco a seconda dell'età sono molto variabili e dipendono anche dal substrato e di tipo di farmaco. La maggior parte dei farmaci, inclusi fenitoina, barbiturici, analgesici, glicosidi cardioattivi, presenta nel neonato, un'emivita 2-3 volte > all'adulto. 197 Metabolismo ed escrezione dei farmaci Per alcuni farmaci (es. barbiturici, fenitoina) si può ottenere la stessa velocità di eliminazione dell'adulto in 2-4 settimane dopo la nascita, per altri (es. teofillina) sono richiesti mesi. Il metabolismo e l'eliminazione dei farmaci mostrano ampie variazioni tra paziente e paziente e sono condizionati da situazioni fisiopatologiche. Inoltre, nel neonato si può avere l'attivazione di vie alternative di biotrasformazione (es. la conversione della teofillina in caffeina). 198 Metabolismo ed escrezione dei farmaci Queste osservazioni hanno indotto a modificare i dosaggi nei lattanti e nei bambini. Es. La teofillina viene eliminata molto lentamente nel neonato, raggiunge la velocità di eliminazione dell'adulto in alcuni mesi e la supera all'età di 1-2 anni. Così, per mantenere la concentrazione nel plasma entro i livelli terapeutici, la dose per kg di peso corporeo è bassa nel periodo neonatale ma aumenta e supera i dosaggi degli adulti nel periodo di età compreso fra 6 mesi e 4 anni. 199 Metabolismo ed escrezione dei farmaci Antibiotici: la via di eliminazione più importante è quella renale. Essa è condizionata dalla velocità di filtrazione glomerulare (VFG) e dalla secrezione tubulare. Il flusso ematico renale (FER) effettivo è responsabile della quota di farmaco che viene eliminata dal rene. • Nel neonato: entrambe le funzioni di filtrazione e secrezione tubulare sono ridotte e maturano durante i primi 2 anni di vita. La VFG nel neonato è circa il 30% di quella dell'adulto ed è molto influenzata dall'età gestazionale alla nascita. Il FER effettivo è basso durante i primi 2 giorni di vita (34-99 ml/min/1,73 m2), aumenta fino a 54-166 ml/min/1,73 m2 fra 14 e 21 giorni • All’età di 1-2 anni: il FER aumenta ancora di più fino a raggiungere i livelli adulti pari a circa 600 ml/min/1,73 m2 200 Metabolismo ed escrezione dei farmaci • Il metabolismo della maggior parte dei farmaci avviene nel fegato. • Le attività del CYP e degli enzimi coniuganti sono ridotte nei primi anni di vita. • La formazione di glucuronidi raggiunge i livelli dell’adulto all’età di 3-4 anni. • Bisogna ridurre i dosaggi in neonati e bambini piccoli poiché la CL è bassa e quindi c’è elevato rischio di effetti tossici. • Quindi tenere in considerazione il processo di maturazione nella scelta del dosaggio. • Nei neonati la cui madre in gravidanza prendeva anticonvulsivanti come il fenobarbital: considerare l’effetto induttivo del farmaco sul feto per cui aumentare le dosi di farmaci in questi neonati poiché hanno un’attività enzimatica maggiore del previsto. 201 Farmaci in gruppi di pazienti particolari. Anziani. 202 Prevalenza percentuale delle patologie internistiche indagate nell’anziano in Italia, per classe d'età (Studio ILSA) 65-69 70-74 75-79 80-84 Totale Angina Pectoris 6,1 8,3 8,0 7,6 7,3 Infarto del Miocardio 5,9 8,7 8,2 7,4 7,3 Aritmia 18,4 22,1 26,5 26,7 22,4 Ipertensione Arteriosa 60,0 67,4 66,6 64,7 64,0 Scompenso Cardiaco 3,7 6,5 7,7 11,8 6,5 Diabete 11,7 15,5 14,1 11,9 13,2 - Tipo I 0,3 0,3 0,2 0,3 0,3 - Tipo II 10,9 15,1 13,4 11,4 12,6 Ridotta Tolleranza ai Carboidrati 5,9 6,9 4,1 5,1 5,6 Osteoartrosi 61,7 59,8 61,1 60,2 60,9 Broncopneumopatia Cronica 19,1 19,9 24,0 22,5 20,9 Arteriopatia Periferica 4,8 7,0 7,9 8,7 6,5 203 L’uso dei farmaci in Italia – Rapporto nazionale 2004 204 205 Rapporti elaborati da un sistema di vigilanza epidemiologica sistemica per monitorare l’uso e la tossicità dei farmaci dimostrano che esiste un aumento della frequenza di reazioni avverse ai farmaci associate con l’aumentare dell’età. 206 Età e reazioni avverse Aumentata incidenza di effetti collaterali da farmaci con l’aumentare dell’età dei pazienti 207 Il 17% dei ricoveri ospedalieri negli anziani è causato da ADEs 208 Si può spiegare questo aumento di effetti collaterali nell’anziano considerando che nell’anziano si hanno: - modifiche della farmacocinetica dei farmaci - modifiche della farmacodinamica - maggiore fragilità Per cui avremo concentrazioni di farmaco maggiori ai siti di azione con conseguente risposta farmacologica esagerata. 209 Perchè gli anziani sono a maggior rischio nell’uso dei farmaci? • Fattori legati al paziente – – – – – – Modificazione farmacocinetiche Modificazioni farmacodinamiche Presenza più patologie Polifarmacia: interazioni tra farmaci Minori riserve fisiologiche Fragilità • Fattori legati al sistema sanitario – Frammentazione delle cure (più medici prescrittori) – Inadeguato traning nel trattare l’anziano 210 Modificazioni farmacocinetiche nell’anziano Assorbimento Gastrointestinale Distribuzione Plasma Farmaco Escrezione Metabolismo Eliminazione Azione Accumulo nel corpo 211 Flusso e massa epatica 212 paracetamolo, Li 213 214 215 216 Modificazioni nell’eliminazione Nelle persone anziane la capacità renale di eliminare i farmaci è circa la metà che negli adulti. La filtrazione glomerulare diminuisce di circa 1% per anno dopo i 30 anni di età. Farmaci liposolubili nell’anziano permangono per un tempo maggiore. Ad esempio, l’emivita del diazepam può modificarsi da 1 giorno (adulto) a parecchi giorni, anche fino ad una settimana, nell’anziano Anche il flusso ematico renale diminuisce nell’anziano 217 Relazione tra età e glomerulosclerosi nell’uomo (Neugarten et al. Am. J. Kidney Dis. 1999) % Glomeruli sclerotici maschi femmine Età (anni) 218 Eliminazione renale negli anziani Il T1/2 è prolungato e la CL renale diminuisce per farmaci come il Li, la digossina, la penicillina G e la gentamicina. Per evitare un’ eccessivo accumulo di tali farmaci negli individui anziani bisogna diminuire il dosaggio. Per fare ciò bisogna conoscere la funzionalità renale per ciascun individuo. Si calcola la CL della creatinina basata sull’escrezione urinaria nelle 24h mentre calcolare solo la conc. sierica di creatinina non è attendibile poiché si ha informazioni solo sul turnover senza considerare la sua escrezione renale. CL creatinina = [creat. urine] x [V urina in 1 min]/[creat. plasma] 219 Processo Assorbimento Cambiamenti con l’età pH gastrico t svuotamento gastrico Effetto leggermente diminuito flusso ematico gastrointest. superficie assorbimento motilità gastrointest. Distribuzione massa grassa Vd e T1/2 per farmaci lipofili massa magra acqua corporea conc. plasmatiche per farmaci idrofili albumina plasmatica frazione libera di farmaci acidi glicoproteina acida frazione libera di farmaci basici Metabolismo flusso e massa epatica effetto 1° passaggio metabolismo fase I Escrezione flusso renale filtrazione glomerulare escrezione renale di farmaci idrosolubili 220 Alterazione risposte farmacodinamiche nell’anziano Recettore Tessuto Densità e/o sensibilità Recettoriale Muscarinico Cervello Diminuita Ormone Paratiroideo Rene Diminuita Beta adrenergico Cuore Alfa1 adrenergico Fegato Diminuita Dopamina D1 Cervello Diminuita Dopamina D2 Cervello Aumentata Serotonina 5HT1D e 5HT2 Cervello Diminuita Cervello Diminuita Cervello Diminuita Opioidi Lieve riduzione molto Diminuita 221 222 223 Prevalenza differenziale in adulti ed anziani di vari fattori che influenzano la farmacocinetica Fattori Giovani Adulti + Anziani Genetica/CYP2D6 + + Genetica/CYP2C9/19 + + Nefropatia + +++ Cardiopatia - ++ Politerapia + ++++ Epatopatia/CYP3A4 ++ 224 Risposta a particolari classi di farmaci negli anziani 225 Farmaci con IT possono dar luogo ad effetti tossici nell’anziano che presenta una CL ridurre il dosaggio Es. digossina, la teofillina e la chinidina con IT basso che si accumulano maggiormente. Inoltre nell’anziano si osserva una omeostatici dei meccanismi effetti collaterali più marcati Es. diazepam può dar luogo ad effetti collaterali marcati dovuti ad una maggiore sensibilità della risposta al farmaco. 226 Glicosidi cardiaci e tossicità Gli anziani sono più sensibili agli effetti della digossina: 1. filtrazione renale CL della digossina 2. massa corporea magra Vd [digossina libera] 3. Associazione con diuretici tiazidici perdita di K per cui aumenta l’effetto della digossina sulla pompa Na+/K+ 4. Il miocardio nell’anziano è più sensibile all’azione della digossina 5. La presenza di malattie coronariche può incrementare l’incidenza di effetti collaterali da digossina 227 Altri farmaci cardiovascolari e tossicità • I diuretici sono utilizzati per trattare ipertensione e insufficienza cardiaca congestizia. Gli anziani sono molto suscettibili agli squilibri idro-elettrolitici causati da questa classe. • Gli antiaritmici hanno basso IT e inoltre la CL nell’anziano rischio di eventi tossici (confusione, parestesie, ipotensione, depressione respiratoria) • I Ca+2-antagonisti (verapamil, nifedipina) effetti collaterali come ipotensione e frequenza cardiaca poiché nell’anziano meccanismi di omeostasi con perdita sensibilità dei barocettori ai cambiamenti di P • Ι β-bloccanti: gli anziani sono meno sensibili agli effetti cronotropi negativi dell’isoprotenerolo e degli altri βbloccanti. Sembra che è dovuto a diminuita attività dell’adenilato ciclasi dopo stimolazione dei recettori β. 228 Analgesici e tossicità • Il fenilbutazone nell’anziano ha un T1/2 = 110h contro le 87h nell’adulto poiché c’è ridotto metabolismo epatico e diminuita CL. Per cui i FANS in generale sono da usare con cautela nell’anziano: minor dosaggio e il più breve tempo possibile e associare ad un’inibitore di pompa protonica in modo da evitare lesioni gastriche. Inoltre un’aumento della frazione libera nell’anziano è stato documentato per i FANS. 229 Farmaci psicotropi e tossicità Gli anziani sono particolarmente sensibili ai farmaci psicotropi e sono più inclini ad effetti collaterali per cui bisogna cercare di ridurre il dosaggio. Tra le complicanze maggiore vi sono le cadute che portano a frattura del femore. Inoltre la maggior parte dei farmaci psicotropi possono determinare deficit cognitivi nei pazienti anziani. Particolare attenzione va rivolta all’uso di: • Benzodiazepine: l’effetto sedativo è indotto a dosi molto più basse nei pazienti anziani nonostante la farmacocinetica non risulta modificata. Ciò è dovuto ad una maggiore sensibilità del SNC dovuta al fatto che le normali risposte omeostatiche alle modificazioni farmacoindotte sono alterate con l’invecchiamento. Preferibile usare benzodiazepine con breve emivita. 230 Anticoagulanti e tossicità Warfarin: nell’anziano bisogna ridurre il dosaggio poiché c’è una minore sintesi di fattori di coagulazione vitaminaK-dipendenti. Per cui bisogna prestare molta attenzione nel calibrare il dosaggio con il tempo di protrombina (PTT). Attenzione all’associazione del warfarin con altri farmaci che ne modificano il metabolismo: - cimetidina inibisce il metabolismo del warfarin: comparsa di emorragie. - clorpropamide (sulfanilurea ipoglicemizzante), fenilbutazone, diuretici dell’ansa, sulfamidici, valproato spiazzano il warfarin dalle proteine plasmatiche: comparsa di emorragie. 231 Interazioni farmaco-malattia Alcune malattie possono alterare l’eliminazione o l’effetto di un farmaco soprattutto negli anziani che presentano spesso più di 1 patologia. Scompenso cardiaco, epatopatia ridotta perfusione epatica aumento di Cp (farmaci con elevato effetto di 1° passaggio: lidocaina, imipramina, digossina, propranololo) Ipertiroidismo effetto induttivo sul metabolismo del propranololo 232 Interazioni tra farmaci 233 INCIDENZA DI ADR IN RELAZIONE AL NUMERO DI FARMACI PRESCRITTI May FE et al. Clin Pharmacol Ther 1977; 22: 322 60 50 40 30 20 10 0 0-5 6-10 11-15 16-20 Numero di farmaci prescritti 234 percent of patients with ADR 100 10 1 0 2 4 6 8 10 12 14 number of drugs taken 16 18 20 235 Un anziano, che assume 5 o più farmaci, ha un 35% di probabilità di sperimentare una ADR (=adverse drug reaction). Warfarin, insulina e digossina, con basso IT ed alto rischio di tossicità sono causa di circa 1/3 delle ADR nei pazienti >65 anni: dato importante per la prevenzione. 236 Farmaci implicati nella comparsa di ADR – stime annuali Su un totale di 18 farmaci, solo 5 non appartengono ai FANS e agli antibiotici. Sono tutti farmaci in commercio da più di 20 anni 237 Per il trattamento farmacologico del paziente anziano vi sono delle raccomandazioni che vanno prese in considerazione e sono state estratte dai criteri di Beers formulati dalla Società Americana di Geriatria e riadattate. Consistono in un elenco di farmaci di uso potenzialmente inappropriato nell’anziano indipendentemente dalla diagnosi, redatto sulla base dei criteri di Beers ed utilizzate per la sorveglianza della prescrizione farmaceutica nell’anziano. Queste raccomandazioni devono essere intese come un promemoria ed un aiuto per il medico per la scelta appropriata della terapia nel paziente anziano, ma non come un limite alla libertà prescrittiva del singolo professionista. Elenco dei farmaci di uso potenzialmente inappropriato nell’anziano indipendentemente dalla diagnosi (redatto sulla base dei criteri di Beers). MECCANISMI D’INTERAZIONE TRA FARMACI I meccanismi d’interazione tra farmaci si suddividono in: • Interazioni farmacocinetiche • Interazioni farmacodinamiche Il risultato finale è l’aumento o la diminuzione della durata di uno o più degli effetti del farmaco. 238 Interazioni farmacocinetiche • Interazioni chimico-fisiche • Interazioni che influiscono sulla biodisponibilità 1. variazioni della velocità di svuotamento gastrico 2. variazioni dell’assorbimento a livello intestinale 3. variazioni dell’eliminazione pre-sistemica o effetto di 1° passaggio 4. farmaci che si legano alle stesse proteine plasmatiche 5. farmaci induttori o inibitori del metabolismo • Interazioni tra farmaci dell’escrezione renale dovute all’alterazione 239 240 Interazioni chimico-fisiche Come regola generale i farmaci non devono essere mescolati prima dell’iniezione parenterale, a meno che non sia stato provato che sono chimicamente compatibili per evitare eventuali fenomeni di interazione chimica. Una volta che i farmaci entrano in circolo le interazioni chimiche si verificano più difficilmente poiché la loro concentrazione è molto bassa in circolo. Es. interazione chimica delle tetracicline con Ca+2, Mg+2, Fe+2 e Al+2 nel tratto gastrointestinale con conseguente inibizione dell’assorbimento dell’antibiotico per formazione di complessi eliminati attraverso le feci. Es. La colestiramina lega farmaci anionici riducendone l’assorbimento. Quindi si può somministrare entrambi i farmaci a distanza di qualche ora uno dall’altro. 241 Interazioni chimico-fisiche Es. Gli antiacidi riducono notevolmente l’assorbimento dei composti fluorochinolonici per esempio la ciprofloxacina perché l’inalzamento del pH gastrico ne modifica il grado di ionizzazione. L’intervallo di tempo tra l’assunzione di un antiacido e quella di un fluorochinolone deve essere il più lungo possibile: almeno 2 h, ma preferibilmente superiore. Es. Il carbone vegetale adsorbe i farmaci sulla sua superficie riducendone l’assorbimento. Infatti viene utilizzato nelle pratiche di detossificazione. 242 Inibitori della secrezione gastrica Rischio di interazioni OCH3 CH3 H3 C N S N O NH • Antiacidi • Inibitori della secrezione gastrica (Anti-H2, inibitori della pompa protonica) CH3 O Aumento del pH gastrico con variazione del grado di ionizzazione di antibiotici e/o antimicotici + Antibiotici e/o Antimicotici con pKa acido •Tetraciclina •Fluorochinolonici •Lincomicina •Ketoconazolo •Itraconazolo Ridotto Assorbimento di antibiotici e/o antimicotici H N H3 C H N S HN N CH 3 N C N 243 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Svuotamento gastrico: i disturbi della velocità di svuotamento gastrico non influiscono sul grado di assorbimento di un farmaco ma sulla sua velocità di assorbimento e quindi sulla comparsa dell’effetto. Se si vuole un effetto rapido (analgesici, sedativi), si può aumentare la velocità di svuotamento somministrando il farmaco a stomaco vuoto con adeguato volume di acqua (200 ml) e restare in posizione eretta. 244 Interazioni che influiscono su biodisponibilità I fattori che rallentano la velocità di svuotamento gastrico sono: - il cibo - la posizione supina - l’esercizio fisico - le neuropatie del SNP - i farmaci: antiacidi, anticolinergici e i narcotici I farmaci che accelerano la velocità di svuotamento gastrico sono: Antagonisti dopaminergici che - la metoclopramide agisco a livello gastro-intestinale - il domperidone 245 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Per alcuni farmaci gli effetti dello svuotamento gastrico hanno rilevanza clinica importante: • Le penicilline e la L-Dopa vengono inattivati nello stomaco a causa dell’ambiente acido per cui un rallentamento dello svuotamento gastrico ne riduce la biodisponibilità • Al contrario un transito gastrointestinale troppo rapido diminuisce l’assorbimento della griseofulvina che è poco solubile e assorbibile. Per cui la griseofulvina viene eliminata attraverso le feci. • I lassativi possono ridurre il tempo di permanenza nell’intestino di farmaci assunti contemporaneamente, riducendone l’assorbimento. È bene quindi far passare almeno 2/3 ore tra l’assunzione del farmaco e il lassativo. 246 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Assorbimento: La maggior parte dei farmaci viene assorbita per diffusione passiva a livello intestinale per cui il danneggiamento della superficie dell’intestino può diminuire o aumentare l’assorbimento. • La neomicina orale e i farmaci antineoplastici danneggiano la superficie intestinale facendo diminuire l’assorbimento di composti assorbiti già con maggiore difficoltà oppure possono danneggiare i meccanismi di trasporto attivo. 247 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Assorbimento: I batteri intestinali giocano un ruolo importante: - nella sintesi della vit. K essenziale per l’attivazione dei fattori della coagulazione - nella riattivazione di metaboliti inattivi (glicosidi) escreti con la bile mediante deconiugazione (βglucosidasi). • Per cui gli antibiotici ad ampio spettro possono alterare la flora batterica e quindi si avrà diminuita produzione di vit. K e diminuito riassorbimento di metaboliti attivi. Es. La digossina somministrata insieme agli antibiotici subisce una minore metabolizzazione a livello intestinale per cui aumenta la sua biodisponibilità con comparsa di effetti collaterali tossici. Es. idem per L-Dopa 248 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Eliminazione presistemica: molti farmaci vengono metabolizzati a livello del fegato per effetto di 1° passaggio (propanololo, metoprololo, verapamil, clorpromazina, digossina, idralazina, imipramina, morfina) per cui hanno un’elevata CL epatica e la loro biodisponibilità è bassa. Per cui sono farmaci la cui biodisponibilità dipende molto dal flusso sanguigno epatico. Per cui farmaci che diminuiscono la perfusione epatica ne riducono il metabolismo aumentandone la biodisponibilità: • il propanololo riduce il flusso sanguigno epatico. • la cimetidina inibisce il loro metabolismo enzimatico • Il cibo aumenta la biodisponibilità di questi farmaci poiché il cibo compete con questi farmaci per gli enzimi metabolizzanti. 249 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Eliminazione presistemica: Gli anti-MAO inibiscono le MAO a livello intestinale per cui la contemporanea assunzione di decongestionanti da banco contenente simpaticomimetici (fenilefrina, pseudoefedrina, ecc) può inibirne la loro metabolizzazione e avremo un’aumentata biodisponibilità di simpaticomimetici in circolo con conseguenti effetti ipertensivi (iperattività simpatica). 250 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Interazioni a livello delle proteine plasmatiche: I farmaci che si legano fortemente alle proteine plasmatiche sono potenzialmente soggetti ad essere spiazzati dal loro legame ad opera di altri composti che presentano elevata affinità per le stesse proteine plasmatiche. Questo effetto produce un’aumento della biodisponibilità del farmaco spiazzato e comparsa di effetti collaterali gravi nei casi in cui il farmaco ha: - Basso Vd - Basso IT Es. warfarin + fenilbutazone ‘’ + sulfamidici comparsa di emorragie ‘’ + diuretici dell’ansa 251 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Interazioni tra farmaci dovute ad alterato metabolismo: Farmaci che vengono ampiamente metabolizzati sono suscettibili a interazioni che ne modificano il metabolismo. • Induttori enzimatici come fenobarbital, carbamazepina, fenitoina, fumo di sigarette, etanolo cronico, IPA, rifampicina + farmaco metabolismo del farmaco biodisponibilità bisogna dose Es. warfarin+fenobarbital (rifampicina) dose warfarin attenzione alla sospensione del fenobarbital bisogna diminuire la dose di warfarin • Inibitori enzimatici come cimetidina, ketoconazolo, etanolo acuto, ecc. effetto più marcato su farmaci con elevato metabolismo di 1° passaggio Es. isoniazide + paracetamolo Isoniazide è un inibitore di + carbamazepina ossidazione mediata da CYP 252 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Interazioni tra farmaci dovute ad alterato metabolismo: Es. isoniazide + paracetamolo isoniazide + carbamazepina nessuna variazione della biodisponibilità del paracetamolo effetti tossici da carbamazepina Paracetamolo è metabolizzato anche per altre vie (glucuronidazione e solfatazione) a differenza della carbamazepina 253 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Clopidogrel e Inibitori della pompa protonica (IPP) Recenti segnalazioni hanno evidenziato come la somministrazione contemporanea di clopidogrel con IPP sia stata associata ad un aumento significativo di reinfarti. Questo sarebbe legato al fatto che il clopidogrel è trasformato in forma attiva dal CYP2C19, enzima inibito da alcuni IPP, e quindi avremo mancata attivazione con ridotto effetto antiaggregante. Una recente metanalisi avrebbe individuato un rischio significativo di interazione tra omeprazolo oppure esomeprazolo + clopidogrel. 254 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Interazioni tra farmaci dovute ad alterata escrezione renale: La CL di farmaci poco solubili in H2O ed eliminati per secrezione attiva nel lume tubulare può essere inibita da altri farmaci. Es. penicillina + probenecid prevale escrezione di cv probenecid Vantaggio: si usa basse dosi di penicillina Es. metotrexato + salicilato prevale escrezione di cv salicilato effetto tossico del metotrexato Es. chinidina + digossina prevale secrezione di chinidina effetti tossicicv da digossina abbassare la dose di digossina 255 Interazioni che influiscono su biodisponibilità Interazioni tra farmaci dovute ad alterata escrezione renale: Es. Farmaci che cambiano il pH urinario possono cambiare il riassorbimento di un 2° farmaco: • Barbiturico o salicilati (acidi deboli) + NaHCO3 eliminazione renale • Amfetamina, metadone, chinidina (basi deboli) + NH4Cl/Vit. C eliminazione renale Es. Farmaci che cambiano il riassorbimento tubulare del Na+ come diuretici tiazidici/diuretici dell’ansa possono alterare l’escrezione a livello tubulare del Li (utilizzato nei disturbi bipolari). Diuretici + Li perdita di Na+ riassorbimento di Li comparsa di effetti tossici da sovradosaggio 256 Interazioni farmacodinamiche Interazioni recettoriali: interazioni tra farmaci che agiscono in maniera opposta sugli stessi recettori. Es. β-bloccanti (propanololo, antipertensivo) + β-agonisti (salbutamolo, antiasma) interferenza con l’azione antiasmatica del salbutamolo Es. L-Dopa + aloperidolo (antipsicotico che antagonista i recettori dopaminergici) interferenza con l’azione anti-parkinson della L-Dopa Es. Atropina + antistaminici, antinausea, fenotiazine Potenziamento degli effetti dell’atropina con comparsa di sindrome anticolinergica (perdita di memoria e confusione soprattutto negli anziani) 257 Interazioni farmacodinamiche Interazioni additive e antagonistiche: interazioni tra farmaci che non agendo su stessi recettori tuttavia hanno effetto farmacologico uguale o contrario Es. Benzodiazepine + alcol/sedativi/narcotici/antistaminico effetto additivo sulla sedazione Es. Warfarin + salicilati/clopidogrel effetto additivo anticoagulante Es. FANS + farmaci per ipertensione o insuff. cardiaca Provocano insufficienza renale reversibile che può alterare l’azione degli altri farmaci 258 Interazioni farmacocinetiche che coinvolgono meccanismi multipli: Chinidina + digossina [digossina] plasmatica Vi sono almeno 3 diversi effetti farmacocinetici provocati dalla chinidina: - riduce la CL renale della digossina (chinidina inibisce secrezione tubulare della digossina) - riduce la CL epatica della digossina - diminuisce il Vd della digossina (chinidina spiazza la digossina dai suoi siti di legame nei tessuti) Dimezzare la dose di digossina per evitare gli effetti cardiotossici 259 260 * elevato metabolismo presistemico, il cibo compete per cui aumenta biodisponibilità ** *Farmaco poco lipofilo per cui ha già scarso assorbimento orale che risulta peggiorato dalla presenza di cibo **L-Dopa assorbita a livello intestinale da carrier per gli amminoacidi aromatici, per cui presenza di amminoacidi con il cibo ne riduce l’assorbimento 261 aumentano l’espressione della GST 262 • Antiacidi contenenti alluminio (Maalox) più bevande acide (succo d’arancia) possono determinare eccessivo assorbimento di alluminio il succo di pompelmo inibisce il CYP 3A4 intestinale aumentando la biodisponibilità di numerosi farmaci come digossina, statine, Ca+2 antagonisti (evitare assunzione)263 264