UNIONE COLLINARE: ALTO ASTIGIANO Comune di ALBUGNANO Da alcuni reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Albugnano, risulta che questi luoghi fossero già abitati in epoca romana. In seguito il territorio fu feudo dei Canonici di Vezzolano, la cui signoria durò a lungo nei secoli. Il Castello, che sorgeva in cima alla rocca intorno alla quale si sviluppò il paese, fu distrutto nel XV secolo. E’ probabile che Albugnano, in latino Albunianum, abbia preso il nome dal prediale romano Albonius. Altre etimologie, più controverse, attribuiscono l’origine del nome al latino albus, per la bianchezza delle terre, o al celtico alp, che significa altura. Il borgo castellano sorge infatti sulla sommità di un’alta collina dalla quale si domina il territorio circostante con la valle del rio Nevissano ad ovest e del rio Freddo ad est. Per la sua privilegiata posizione sulle Colline del Po, Albugnano è stato definito il balcone del Monferrato Astigiano; da qui lo sguardo si perde tra i boschi e i vigneti che producono vino di eccellente qualità, sullo sfondo dei quali si erge la catena delle Alpi. Elementi urbani Strade di accesso al nucleo originario Piazza Serra Via dei Fossali e via alla Torre, le strade che circondano la sommità della collina su cui sorgeva il Castello oggi scomparso, seguono il perimetro inferiore delle fortificazioni del nucleo originario. Le antiche porte di accesso al borgo corrispondono ai punti di incrocio tra questo percorso perimetrale e le vie che conducono al punto più alto. In via Regina Margherita, ad est, sorgeva la Porta Nuova, l’ingresso principale, dotata di torre e ponte levatoio. Altre vie ricordano ancora nel loro nome la presenza delle fortificazioni, come via dei Barbacani e via dei Forti. Piazza Serra già piazza del Gelsomino, ai piedi della rocca, è la piazza principale del paese su cui si affaccia il Municipio. Oltre a svolgere funzioni civiche, essa rappresenta il tradizionale luogo d’incontro, affacciato sulle colline sottostanti. Dalla piazza due percorsi conducono al Belvedere Motta: la strada che costeggia la Chiesa Parrocchiale e il sentiero pedonale che si inerpica direttamente verso il giardino. Dalla piazza, percorrendo via Serra lungo il fianco meridionale della collina, si raggiunge la parte più suggestiva dell’antico centro abitato. Frazioni Sant’Emiliano Santo Stefano Albugnano può essere considerato un insediamento diffuso, composto, oltre che dal concentrico, da numerose borgate e case sparse. Le località che inglobano le piccole frazioni del Comune sono Sant’Emiliano, Santo Stefano e Vezzolano. La Chiesa campestre di Sant'Emiliano Vescovo, sita nella località omonima, fu edificata originariamente entro il XV secolo, dato che difficilmente sarebbe stata dedicata a un santo non vercellese dopo che la diocesi di Vercelli perse i territori di Albugnano, nel 1474. L'edificio attuale, tuttavia, risale al 1740 e si presenta con una semplice facciata a tempio. Il coro, quadrato secondo il primo progetto, fu realizzato nelle forme attuali nel 1840. Il campanile terminava in origine con una elegante cupoletta, che però rovinò nel XIX secolo. Nei primi anni del Novecento fu sostituita con 1 Vezzolano con l’Abbazia una semplice terminazione piramidale. Fruibilità: durante la festa patronale L’area di Vezzolano, dove sorge il celebre complesso medioevale, era già abitata in epoca romana. Il toponimo, infatti, deriva dal nome gentilizio Vettiolus. La Chiesa è attestata nei documenti a partire dagli ultimi anni dell’XI secolo. I periodi di maggior splendore della canonica sono testimoniati dallo stile architettonico dell’edificio, a cavallo tra il romanico e il gotico, e dalle numerose opere d’arte che lo adornano. Nella Chiesa è conservato un raro esempio di pontile, il tramezzo che separa il presbiterio dallo spazio riservato ai laici. Esso è retto da colonnine e archi a sesto acuto, risale al XIII secolo e risulta decorato in pietra scolpita e dipinta, con figure degli antenati di Maria ed episodi della sua morte e Assunzione. I capitelli figurati delle navate risalgono all’XI e al XII secolo. Al XV secolo risale invece il trittico in terracotta dipinta posto sull’altare. I vivaci affreschi del chiostro, realizzati nel corso di diverse campagne decorative, sono di oltre un secolo posteriori, essendo databili tra il XIII e il XIV secolo. L’insieme architettonico dell’Abbazia di Vezzolano, che comprende la Chiesa, il Chiostro, la Sala Capitolare, l’antica Sacrestia e gli adiacenti locali ad uso dei Canonici, sono stati oggetto di diverse campagne di restauro promosse dalle Soprintendenze. Fruibilità: aperto dal martedì alla domenica. Orario estivo: dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.30. Orario invernale: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30 (informazioni: tel. +390114361577 o +390114361512) Elementi particolari Belvedere Motta con il sito del Castello fantasma Parrocchiale di San Giacomo Il Belvedere Motta, che si trova nel punto più alto del paese, è conosciuto anche con il nome di piazzale della Torre a ricordo dei resti dell’antico Castello espugnato nel 1401. Le fortificazioni furono smantellate per la maggior parte nel XVI secolo, ma fino al 1861 rimase in piedi una torre in quell’anno demolita. Nel giardino del Belvedere si trova ancora il tronco del celebre olmo del ciabattino, caro a Don Bosco. Si narra che il Santo tenesse lezione ai suoi ragazzi in questo luogo, intorno al grande albero nella cui cavità un ciabattino teneva la sua attività. Dalla sommità del promontorio si può cogliere l'estensione delle colline del Monferrato Astigiano e scorgere in lontananza la Basilica di Superga e gran parte dell’arco alpino occidentale. Edificata a partire dal 1450 in prossimità dell’antico Castello, la Chiesa parrocchiale di San Giacomo fu più volte rimaneggiata tra il XVII e il XX secolo. L’attuale facciata, a ordine unico con un piccolo timpano triangolare, è il risultato di un intervento del 1890. Nei primi anni del XX secolo fu allargato il coro e fu costruita la Cappella del Rosario. In questa occasione la tela seicentesca raffigurante la Sacra Famiglia, ora 2 Chiesa di San Pietro Chiesa di Sant’Antonio da Padova Chiesa di San Rocco Cappelle e piloni votivi nel presbiterio, fu trasportata nella Parrocchiale dalla Chiesa di San Pietro, per la quale era stata commissionata. La decorazione interna venne ultimata nel 1961 dai pittori Federico Panizza e Dante Freddi. Sugli altari di San Grato e del Rosario si conservano due paliotti in scagliola settecenteschi di Giacomo Solari. Fruibilità: durante le funzioni religiose La Chiesa di San Pietro, oggi cappella cimiteriale, fu parrocchiale del paese fino al XV secolo, quando la funzione passò alla nuova Chiesa di San Giacomo. Del primitivo edificio romanico sono ancora visibili, esternamente, l’abside e la parte inferiore dei muri laterali. La parte superiore delle pareti è il risultato di diversi interventi successivi, mentre la facciata, rispettosa dei materiali antichi, fu innalzata intorno al 1870, anno in cui fu accorciata della prima campata per la lunghezza di 5 metri. Essa fu costruita con la consueta forma a capanna e dotata di un portale sormontato da un arco a tutto sesto in pietra liscia e mattoni posti a denti di sega. Sulla facciata è stato anche ripreso il motivo ad archetti pensili che corre lungo tutto il perimetro dell’edificio sotto la linea di gronda. L’abside è tripartito, esternamente, da due pilastrini addossati alla parete. Sul muro convesso si aprono tre finestrelle strombate. La fascia in pietra posta tra gli archetti e i coppi del tetto è decorata con motivi scolpiti ad intreccio, mentre sulle mensole degli archetti compaiono alcune figure zoomorfe. Fruibilità: negli orari di apertura del cimitero Nella parte orientale del paese, in una piccola radura tra gli alberi, sorge la Chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova, patrono di Albugnano. L’edificio attuale, a pianta centrale, fu costruito nel 1859. Esso ha forma ottagonale con un piccolo pronao e una lanterna centrale prominente. Gli ultimi rimaneggiamenti dell’edificio risalgono al 1927. All’interno si conserva un paliotto policromo in stucco del 1739, opera di Giacomo Solari. Dal 1673, anno in cui fu espresso un voto contro la peste bovina, la festa patronale è caratterizzata dalla processione con un carro trainato dai buoi. Il percorso, dalla Parrocchiale alla Chiesa di Sant’Antonio, è scandito da tappe che vengono messe all’asta al miglior offerente. Costui acquisisce il diritto di essere trasportato sul carro per il tratto seguente. Nella stessa festa si benedicono gli avuiet, i bastoni usati dai bovari. Fruibilità: durante la festa patronale La Chiesa di San Rocco, sita nel concentrico, fu costruita nel 1634 per un voto espresso durante la peste. L’edificio, dal tipico sagrato su strada, si presenta con una facciata a ordine unico caratterizzata da lesene laterali e da un timpano mistilineo. Al portale d’ingresso si accede tramite una breve scalinata a doppia rampa. Fruibilità: durante la festa patronale Nel territorio di Albugnano sorgono alcune cappelle e numerosi piloni votivi a testimonianza dell’antica e radicata religiosità degli abitanti di queste colline. La Cappella campestre di San Gottardo Vescovo è 3 Palazzi di pregio situata sulla strada per Castelnuovo don Bosco. Essa risale probabilmente al XVII secolo. La Cappella dedicata a San Martino Vescovo fu costruita a fine Ottocento lungo la strada per Berzano di San Pietro. Il piccolo edificio si presenta con una facciata insolita, in laterizio, con coppie di colonne doriche a sostegno di una balaustra e di un timpano triangolare. Un piccolo campanile a vela è posto sul fianco dell'edificio. Secondo la tradizione, la Cappella fu progettata e realizzata da Enrico Trivero, agricoltore di Albugnano, che modellò da sé persino i mattoni. Lo stesso Trivero ricostruì anche il pilone di San Marco, posto sulla stessa strada. Il pilone di San Secondo, sulla strada per Schierano, è notevole per le sue forme classicheggianti, con capitelli compositi e frontone decorato. Di stile eclettico, il pilone di Pianfiorito, presso l’omonima cascina lungo la strada per Schierano, spicca per gli archi trilobati del suo piccolo pronao e per il campanile a vela. Nel concentrico spiccano le dimore di alcune famiglie di maggiorenti, costruite in età barocca e dotate di ampi loggiati. Il palazzo dei Conti Serra, signori di Albugnano in qualità di feudatari dei Savoia a partire dalla prima metà del Settecento, fu costruito nel XVIII secolo nella parte occidentale del paese, poco al di sotto della rocca. Esso è dotato di un ampio loggiato e di una torre quadrata che funge da belvedere. Il busto dell'ultimo conte di Albugnano, Luigi Vincenzo Serra, morto nel 1824, era stato collocato nella Cappella di San Sebastiano, demolita negli anni Cinquanta del Novecento. Il palazzo della famiglia Novarese è caratterizzato da un doppio ordine di loggiati verso la valle e dalle due torrette angolari ai lati dell'edificio. I palazzi dei Serra e dei Novarese, imparentati sin dal XVIII secolo, sono posti uno accanto all’altro, costituendo un insieme architettonico di notevoli dimensioni. Poco al di sotto della Parrocchiale si erge una notevole palazzina neogotica che spicca per le merlature e le finestre a sesto acuto. Nella parte orientale del paese, in posizione simmetrica rispetto agli edifici precedenti, è situato il palazzo della famiglia Serafino. Costruito probabilmente nel Settecento, è dotato anch'esso di un doppio loggiato aperto verso la valle. Fruibilità: tutti di proprietà privata Elementi particolari Strade panoramiche Albugnano fa parte della corona di paesi che popolano le Colline del Po e della Val Cerrina, area omogenea che da Moncucco prosegue sulla dorsale di Villadeati. L’Abbazia di Vezzolano costituisce la tappa obbligata negli itinerari tematici legati al Romanico. Inoltre, il territorio di Albugnano rappresenta una delle aree viticole più significative del Monferrato Astigiano grazie alla pregiata produzione di Freisa, Malvasia e l’Albugnano doc, vinificato dal vitigno Nebbiolo punta di diamante della viticoltura albugnanese. 4 Mulino e Fonte solforosa della Ficca Valle del Rio Muscandia Le strade che si dipartono da Albugnano verso Berzano di San Pietro, Aramengo, Schierano, Castelnuovo Don Bosco e Moncucco costituiscono una fitta rete di attraversamenti di notevole valore paesaggistico e panoramico. Lungo il torrente Riofreddo vi era un mulino, demolito nel 1981, detto del Maltempo o della Ficca. La ficca è il nome locale usato per indicare le dighe in legno con le quali si canalizzava l'acqua verso la ruota di un mulino. Poco distante si trova una fonte solforosa detta anch’essa della Ficca. La stretta valle attraversata dal Rio Muscandia si snoda in direzione nord-sud da Albugnano alla valle di Passerano Marmorito. Immersa nel silenzio della natura, essa è coperta di boschi lussureggianti che intervallano campi coltivati e pregiati vigneti, oltre a custodire importanti resti fossili. Avvenimenti Mangialonga,passeggiata enogastronomica, maggio a Festa di Sant'Antonio, 1 domenica di giugno a Festa del paese, 2 domenica di luglio a (fino agli anni Novanta veniva festeggiata la 2 domenica di settembre con la ricorrenza della Natività della Beata Vergine Maria) Calici di stelle, 10 agosto Mangiacurta, passeggiata enogastronomica, settembre Mercatino dell'antiquariato, novembre Festa della Comunità Collinare Alto Astigiano, itinerante nei comuni dell’Unità Collinare Siti internet http://www.lacabalesta.it/testi/comuni/albugnano.html http://www.lacabalesta.it/testi/arte/vezzolano.html http://www.ilmonferrato.info/bs/albugn/albugn1.htm http://www.piemondo.it/monferrato/paesi/albugnano.htm http://www.altoastigiano.it/comunitacollin/ZZ%20COMUNI%20DEFINITIVA%20LAYER/ALBUGNANO%20FR AMESET.htm http://www.comune.asti.it/turismo/itinerari-turistici/abazzia-vezzolano.shtml http://www.ambienteto.arti.beniculturali.it/800x600_ita/vezzolano.htm http://www.muscandia.it Bibliografia Albugnano in Castelli e ville forti nella Provincia di Asti a nord della valle del Tanaro, vol. 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