I farmaci biologici nel trattamento della patologie

ABSTRACT n°58
I farmaci biologici nel trattamento della patologie infiammatorie autoimmuni:
quale è lo spazio terapeutico occupato dai nuovi farmaci?
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Autori: F.Simiele , M.Spinosi , A.Logreco
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, R.Lasala , P.Evangelista , C.Di Fabio , S.Melena , M.Romero .
1.Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche Università “G.d’Annunzio” Chieti
2. Farmacia Ospedaliera Pescara ASL Pescara
3. Farmacia Ospedaliera Teramo ASL Teramo
4. Farmacia Ospedaliera ASL Lanciano-Vasto-Chieti
5. Assistenza Farmaceutica e Trasfusionale. Regione Abruzzo – Pescara
Introduzione. Le malattie reumatiche infiammatorie croniche ad eziopatogenesi autoimmuni, come l'artrite reumatoide, l'artrite psoriasica, la spondiloartrite anchilosante, rappresentano patologie di grande impatto sociale ed economico per il SSN;
queste determinano perdita delle capacità lavorative, peggioramento della qualità
della vita e la riduzione dell’aspettativa di vita, in media dai 5 ai 10 anni (1). Si ritiene che esista una predisposizione genetica allo sviluppo della malattia. Citochine
quali il Tumor Necrosis Factor alfa (TNF alfa), Interleuchina-1 e 6 giocano un ruolo
determinante nell'automantenimento dell'infiammazione (2-3). Una nuova categoria costituita dai farmaci biologici, rappresentati da anticorpi monoclonali umani o
murini contro recettori e interleuchine, che per l`elevate specificità e affinità e
l`omologia con molecole naturali hanno massima rapidità di azione, notevole efficacia e ridotta tossicità (4). Tali farmaci hanno rivoluzionato il trattamento delle patologie autoimmuni e il loro decorso clinico. Il loro impiego, soprattutto a lungo termine, spesso però è associato al verificarsi di effetti collaterali e/o fenomeni di resistenza che ne limitano l’efficacia come dimostrato anche da studi sperimentali (5-6).
Pertanto la ricerca farmacologica è continuata con la scoperta di nuove molecole,
che si pongono come alternativa/seconda linea di trattamento. Obiettivo del lavoro
è esaminare lo “spazio terapeutico” occupato dai nuovi farmaci commercializzati
negli ultimi 15 anni, rispetto ai primi disponibili negli anni 2000-2004.
Figura 1. Distribuzione percentuale dei pazienti trattati coi farmaci biologici “vecchi” e
“nuovi”.
Figura 2. Distribuzione percentuale dei pazienti divisi per tipo di
farmaco biologico “vecchio” e
“nuovo”.
Materiali e metodi: dai database amministrativi (File F), di tre ASL abruzzesi (ChietiPescara-Teramo) relativi al periodo gennaio–luglio 2016, sono stati identificati: i pazienti trattati con farmaci biologici ed i farmaci utilizzati. Tali farmaci sono stati classificati come “vecchi” (Adalimumab, Etanercept, Infliximab, Anakinra) e
“nuovi” (Golimumab, Certolizumab, Abatacept, Ustekinumab e Tocilizumab). E’ stata effettuata un’analisi descrittiva.
Risultati: Sono stati identificati 805 pazienti trattati con biologici nella regione
Abruzzo. Di questi, 589 (73%) è trattato con i “vecchi” farmaci e 216 (27%) con i
“nuovi” (Fig.1). La distribuzione degli 805 pazienti per tipo di farmaco è: Adalimumab (n.298; 37%), Etanercept (n.218; 27%), Infliximab (n.65; 8%), Anakinra (n.8;
1%), dei vecchi; Golimumab (n.78; 10%), Certolizumab (n.39; 5%), Abatacept (n.34;
4%), Ustekinumab (n.38; 5%) e Tocilizumab (n.27; 3%), dei nuovi (Fig.2). Tale frequenza di uso si è confermata, con minime differenze, nelle 3 ASL. L’uso dei nuovi
biologici nelle 3 discipline è risultato: in dermatologia solo Ustekinumab (16% dei
pazienti trattati) a fronte dei “vecchi” Adalimumab (41% dei pazienti ), Etanercept
(40% dei pazienti ) e Infliximab (3% dei pazienti ) (Fig 3). In reumatologia tra i nuovi
Golimumab (14 % dei pazienti), Certolizumab ( 25% dei pazienti) Abatacept (7% dei
pazienti) e Tocilizumab (10% dei pazienti), il resto è stato trattato coi “vecchi farmaci” (Fig.4) e infine in gastroenterologia fra i nuovi solo il Golimumab (8% dei pazienti
trattati) contro Adalimumab (66% dei pazienti) e Infliximab (26% dei pazienti.)
(Fig .5).
Conclusioni: I dati evidenziano che i vecchi farmaci Adalimumab ed Etanercept continuano ad essere i più utilizzati. Tra i nuovi, il Golimumab (terzo posto in assoluto)
è quello con maggiori consensi. L’uso dei nuovi biologici nelle diverse discipline presenta delle peculiarità riferibili probabilmente alle specifiche indicazioni approvate.
In reumatologia, l’uso dei nuovi farmaci benché più esteso è limitato ad un terzo dei
pazienti. In conclusione, i vecchi biologici rappresentano ancora il trattamento di
scelta per le patologie infiammatorie autoimmuni, probabilmente sia per la maggiore conoscenza sia per la maggiore disponibilità di evidenze affidabili sul loro profilo
di beneficio/rischio/costo.
Bibliografia.
1. Barret EM, Scott DG, Wiles NJ et al. The impact of rheumatoid arthritis on employment status in the early years of desease: a
UK community-based study. Rheumatology (Oxford). 39:1403-9 (2000).
2. S.Todesco, F.Gambari: Malattie reumatiche, McGraw Hill Ed 2003.
3. G.S. Firestein, G.S. Panayi, F.A. Wollheim: Artrite reumatoide. Nuove frontiere nella patogenesi e nella terapia, edizione italiana a cura di A.Doria e P.A. Ostuni, Masson Editore Milano, 2002
4. Nishimoto N. Interleukin-6 in rheumatoid arthritis, Curr Opin Rheumatol 2006; 18: 277-281
Figura 3. Distribuzione dei pazienti
trattati in Dermatologia divisi per
tipo di farmaco biologico “vecchio”
e “nuovo” (quest’ultimo rappresentato separato dal resto dell’aerogramma).
Figura 4. Distribuzione dei pazienti
trattati in Reumatologia divisi per
tipo di farmaco biologico “vecchio”
e “nuovo” (quest’ultimo rappresentato separato dal resto dell’aerogramma).
Figura 5. Distribuzione dei pazienti
trattati in Gastroenterologia divisi
per tipo di farmaco biologico
“vecchio” e “nuovo” (quest’ultimo
rappresentato separato dal resto
dell’aerogramma).
5. Finckh A, Simard JF, Gabay C, et al. Evidence for differential acquired drug resistance to anti-tumour necrosis factor agents in
rheumatoid arthritis. Ann Rheum Dis. 65(6):746-52 (2006).
6. Mancarella L, Bobbio-Pallavicini F, Ceccarelli F, et al. Good clinical response, remission, and predictors of remission in rheumatoid arthritis patients treated with tumor necrosis factor-alpha blockers: the GISEA study. J Rheumatol. 34(8):1670-3 (2007).
Ringraziamenti: Il progetto è supportato e finanziato dal Dipartimento di Scienze Mediche,Orali e Biotecnologichedell’Università degli Studi G.d’Annunzio, nell’ambito della ricerca “Programma di sorveglianza sulla sicurezza di farmaci biologici nella pratica clinica quotidiana”
- Convenzione di Ricerca in materia di farmacovigilanza tra Regione Abruzzo e Università degli Studi G.d’Annunzio di Chieti - Fondi AIFA per la farmacovigilanza attiva 2010-2011 progetti multiregionali -
4° CONGRESSO SIFACT “GLI ATTUALI PARADIGMI VALUTATIVI E DECISIONALI NELLA SANITA’ PUBBLICA .– ROMA 17-19 NOVEMBRE 2016