CONVEGNO “DISFAGIA E DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE” 4 aprile – 7 aprile 2014 Azienda di Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio - Milano ASPETTI NUTRIZIONALI NEL PAZIENTE DISFAGICO ADULTO E STRATEGIE ALIMENTARI Dr.ssa Giuliana Mura SERVIZIO DI DIETOLOGIA E NUTRIZIONE CLINICA ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio, Milano DISFAGIA alterata efficienza della deglutizione alterata sicurezza della deglutizione Aspetti nutrizionali Riduzione dell’introito alimentare Aspetti pneumologici Aumento del rischio di malnutrizione Disidratazione Aumento degli episodi infettivi broncopolmonari Stati carenziali e Polmonite ab ingestis Malnutrizione clinicamente evidente Qualità della vita Peggioramento della QL Involuzione psico-fisica globale DISFAGIA – ASPETTI UTRIZIONALI MALNUTRIZIONE La “malnutrizione” può essere La malnutrizione è una condizione di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo considerata una grave conseguente allo squilibrio tra fabbisogni, introiti ed complicanza, prevenibile, della utilizzazione dei nutrienti disfagia tale da comportare un eccesso di morbilità e mortalità o un’alterazione della qualità della vita. Council on Food and Nutrition, AMA ridotto apporto di nutrienti a carico sia dei macronutrienti che di vitamine e sali minerali Viene ridotto o eliminato il consumo di alcuni alimenti (carne, verdura, frutta) il cui transito orofaringeo per la loro struttura, consistenza e volume, risulta particolarmente difficoltoso DISIDRATAZIONE scarsa capacità dei disfagici alla deglutizione di liquidi e/o alimenti ad elevato contenuto in acqua restrizioni al loro utilizzo compromissione nell'anziano della regolazione della sete Ney D et al. Senescent Swallowing: Impact, Strategies, and Interventions. Nutr Clin Pract. 2009 ; 24(3): 395–413 Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari – Regione Piemonte - Percorso diagnostico terapeutico assistenziale della disfagia 2013 N= 213 PZ/OSPITI IN CARICO AL SDNC IN UN ANNO C/O RSA N = 60 (28%) DISFAGICI 23% Età 77% 81 ± 13 range 34-97 mediana 83.4 ANDID 2010, Milano 20-22 maggio - DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE E DIETOTERAPIA IN ANZIANI ISTITUZIONALIZZATI - Miranda VALTORTA COMORBILITÀ ANDID 2010, Milano 20-22 maggio - DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE E DIETOTERAPIA IN ANZIANI ISTITUZIONALIZZATI - Miranda VALTORTA MALNUTRIZIONE Guarigione ferite Morbilità Funzionalità intestinale Durata della degenza Funzionalità muscolare Impiego di farmaci Funzionalità ventilatoria Durata della riabilitazione Risposta immunitaria Qualità di vita Rischio di infezioni Mortalità Rischio lesioni da pressione Costi di gestione sanitaria Malnutrition Universal Screening Tool (MUST) for adults Malnutrition Advisory Group, MAG BAPEN, British Association Parenteral & Enteral Nutrition 2000 ESPEN Guidelines for Nutrition Screening 2002 J Kondrup et al. Clinical Nutrition 2003; 22:415-21 Il paziente disfagico deve essere inserito in un percorso diagnostico-terapeutico nutrizionale finalizzato sia a prevenire l'insorgenza della malnutrizione, che a correggere la malnutrizione quando già presente. Il percorso prevede la stretta correlazione dei nutrizionisti con i foniatri/logopedisti sia per l'inquadramento iniziale del paziente che durante la fase di monitorizzazione, per le possibili variazioni deglutitorie indotte sia dalla terapia riabilitativa che dall'evoluzione della patologia primaria. Appropriatezza e linee guida in logopedia. Linee guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in foniatria e logopedia. Consensus conference Torino, 29 gennaio 2007 Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari – Regione Piemonte - Percorso diagnostico terapeutico assistenziale della disfagia 2013 Obbiettivi 1. Identificare precocemente i soggetti con disturbi della deglutizione; 2. Prevenire le complicanze (polmoniti ab ingestis, malnutrizione e disidratazione); 3. Aiutare il paziente a raggiungere la maggior sicurezza, adeguatezza, e indipendenza possibile nell'alimentazione per os; 4. Educare il personale sanitario, la famiglia e il paziente alla gestione dei disturbi della deglutizione DISFAGIA: INTERVENTO NUTRIZIONALE Strategie di intervento 1. Valutazione dello stato nutrizionale 2. Definizione dei fabbisogni nutrizionali: energia azoto fluidi micronutrienti 3. Scelta della via di somministrazione: orale enterale parenterale tenendo conto di: Funzione deglutitoria residua Rischi di aspirazione Possibilità di coprire i fabbisogni nutrizionali per os 4. Monitoraggio VALUTAZIONE DELLO STATO NUTRIZIONALE L’accurata valutazione dello stato nutrizionale richiede l’utilizzo di metodologie e indicatori diagnostici molteplici: DATI ANAMNESTICI anamnesi ponderale; anamnesi alimentare; sintomatologia G.I. masticazione - autonomia all’alimentazione OBIETTIVITÀ CLINICA pannicolo adiposo; masse muscolari; edema/ascite quadricipite - deltoide - temporale - mm. interossei DATI ANTROPOMETRICI peso (e variazioni ponderali) - statura - PT - CMB EMATOCHIMICI E IMMUNOLOGICI proteine tot; alb; transf; prealbumina/RBP - conta dei linfociti (TLC) creatinina - colesterolo totale - K, Mg, fosfatemia STRUMENTALI DI VALUTAZIONE GLOBALE Bissoli L, Zamboni M, Sergi E, Ferrari E, Bosello O. Linee Guida per la valutazione della malnutrizione nell’anziano. G Geron t 2001;49:4-12 con le sue variazioni principale parametro utilizzato per valutare IL PESO CORPOREO èloilstato nutrizionale • Rischio di iponutrizione • Appetito: ridotto, inappetenza • Intake orale: ridotto, iporessia • Stress: fisico e/o psichico è indispensabile per la valutazione del rischio nutrizionale per la diagnosi di malnutrizione per il trattamento per il follow-up • Segni di malnutrizione • Intake di nutrienti: insufficiente • Calo ponderale: involontaria perdita di peso >5% in 3 mesi o >10% in 6 mesi • BMI: <20 kg/m2 Volkert T et al. ESPEN Guidelines on Enteral Nutrition: Geriatrics. Clin Nutr 2006;25:330-360 IL BMI • Rischio di iponutrizione • Appetito: ridotto, inappetenza • Intake orale: ridotto, iporessia • Stress: fisico e/o psichico • Segni di malnutrizione • Intake di nutrienti: insufficiente • Calo ponderale: involontaria perdita di peso >5% in 3 mesi o >10% in 6 mesi • BMI: <20 kg/m2 Volkert T et al. ESPEN Guidelines on Enteral Nutrition: Geriatrics. Clin Nutr 2006;25:330-360 PARAMETRI BIOUMORALI Nessuno dei marker bioumorali di malnutrizione, identificati negli anni, possiede i requisiti di elevata sensibilità e specificità; essi sono usualmente influenzabili da fattori non nutrizionali, sono scarsamente riproducibili, poco sensibili alla terapia nutrizionale – in particolare nell'anziano non risultano dotati di buon valore predittivo relativamente ai rischi presenti o futuri di complicanze attribuibili alla malnutrizione. Sono influenzati dalla malattia di base; è particolarmente difficile separare gli effetti della malnutrizione dall’influenza della malattia di base nel determinare la prognosi clinica. Per tale motivo, la valutazione dello stato nutrizionale deve avvalersi di un insieme di indicatori. PARAMETRI BIOUMORALI Linee guida SINPE per la nutrizione artificiale ospedaliera 2002.Rivista italiana di nutrizione parenterale ed enterale.2002; 20(S5) Subjective Global Assessment - 1 STEP 1 VALUTARE: 1. Perdita di peso nei 6 mesi precedenti: - severa : >10% - moderata: 5 –10 % - lieve: <5% 2. Apporto dietetico classificato come normale o anomalo con riferimento a calorie e nutrienti 3. Sintomi gastrointestinali che compromettono la deglutizione o l’assunzione di cibo (anoressia, nausea, vomito, diarrea) quotidianamente per almeno le due settimane precedenti 4. Capacità funzionale classificata come: obbligato al letto, moderatamente inattivo, totalmente attivo 5. Segni fisici, comprendenti perdita di grasso sottocutaneo ai tricipiti, sulla ascellare media alla 11° - 12° costa, riduzione della massa muscolare ai temporali, deltoidi, quadricipiti; ascite o edemi Subjective Global Assessment - 2 STEP 2 INSERIRE SOGGETTIVAMENTE IL PAZIENTE NELLE SEGUENTI CATEGORIE: A Ben nutrito Perdita di peso <5% o maggiore ma con evidenza di recente recupero di peso, e miglioramento dell’appetito B Malnutrizione lieve Perdita di peso tra il 5-10% senza recente recupero, scarso apporto alimentare, lieve perdita del grasso sottocutaneo C Malnutrizione grave Perdita di peso superiore al 10% con perdita rilevante del grasso sottocutaneo e depauperamento muscolare, spesso con edema DEFINIZIONE DEI FABBISOGNI NUTRIZIONALI energia azoto micronutrienti fluidi PROGRAMMA NUTRIZIONALE INDIVIDUALIZZATO Stato nutrizionale → mantenere lo stato nutrizionale se paziente normonutrito → migliorare lo stato nutrizionale se paziente malnutrito Patologie di base/concomitanti DISFAGIA: INTERVENTO NUTRIZIONALE Strategie di intervento 1. Valutazione dello stato nutrizionale 2. Definizione dei fabbisogni nutrizionali: energia azoto fluidi micronutrienti 3. Scelta della via di somministrazione: orale enterale parenterale tenendo conto di: Funzione deglutitoria residua Rischi di aspirazione Possibilità di coprire i fabbisogni nutrizionali per os 4. Monitoraggio VIA DI SOMMINISTRAZIONE VISITA FONIATRICA VALUTAZIONE LOGOPEDICA VISITA DIETOLOGICA VALUTAZIONE DIETISTICA Modulazione degli interventi in base allo stato di nutrizione e alla gravità della disfagia 1) Dieta per os modificata in consistenza 2) Dieta per os modificata in consistenza con supplementi modulari e/o completi 3) Nutrizione mista 4) Nutrizione artificiale/enterale La dieta per disfagia è uno strumento indispensabile per la terapia nutrizionale e deve raggiungere 3 obiettivi -garantire la sicurezza -fornire un apporto adeguato e bilanciato in nutrienti -proporre cibi invitanti e adeguati ai gusti del paziente MONITORAGGIO I pazienti con disfagia dovrebbero essere rivalutati regolarmente e con una frequenza relativa alle caratteristiche cliniche della disfagia e allo stato nutrizionale, da un professionista competente nella gestione della disfagia. Il paziente disfagico dovrebbe essere monitorato nel tempo, con attenzione particolare a: - misurazione del peso e stato nutrizionale - caratteristiche della disfagia ed eventuale evoluzione della funzione deglutitoria - eventuale rivalutazione delle consistenze alimentari e delle limitazioni dietetiche - eventuali difficoltà di gestione della nutrizione enterale Appropriatezza e linee guida in logopedia. Linee guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in foniatria e logopedia. Consensus conference Torino, 29 gennaio 2007 CONCLUSIONI La disfagia è un problema emergente, soprattutto negli anziani ospedalizzati o istituzionalizzati. La disfagia porta a malnutrizione, anche grave, ad aumento delle infezioni delle vie aeree, a involuzione psicofisica. La disfagia condiziona quindi prognosi e qualità della vita del malato. Diagnosi e trattamento non sono sempre facili, sia per le anormalità della deglutizione, sia per la tipologia stessa dei pazienti. È necessario aumentare il livello di attenzione, riconoscere anche le forme sfumate e a lenta evoluzione, intervenire precocemente con approccio multidisciplinare. Il trattamento nutrizionale deve essere individulizzato, è imperativo e deve garantire i fabbisogni proteici, energetici, idrici e di micronutrienti. La nutrizione per via naturale – anche parziale – se possibile deve essere sempre conservata, utilizzando tutti gli artifizi che permettano di facilitare l’atto deglutitorio e nel contempo di mantenere la componente edonistica dell’alimentazione. Il monitoraggio deve essere costante, volto a garantire l'adeguatezza del programma nutrizionale individualizzato alle variate necessità del paziente