Strategie adattative ai cambiamenti climatici da parte degli operatori agropastorali in Valle d’Aosta Origine del progetto Il cambiamento climatico sta già avendo un forte impatto sugli ecosistemi di montagna in tutto il mondo, con il ritiro dei ghiacciai e gli spostamenti altitudinali verso l’alto nella diversità floristica fra le conseguenze più ovvie già documentate. Studi sui cambiamenti climatici in Europa hanno già stabilito che la stagione primaverile-estiva si è allungata oltre ad essersi anticipata di 2,5 giorni rispetto al passato. In conseguenza di ciò, anche le attività agropastorali in montagna saranno influenzate, ma le ricerche su questi sistemi socio-ecologici e sulle loro risposte attuali ai cambiamenti climatici sono ancora preliminari, così come sono scarse le conoscenze sulle variazioni locali nelle strategie adattative. Con l’obiettivo di arricchire il campo delle conoscenze, quindi, l’Institut Agricole Régional ha accettato di patrocinare un dottorato di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Antropologia dell’Università del Kent. Il progetto di ricerca sarà incentrato sulle strategie adattative ai cambiamenti climatici, da parte degli operatori agropastorali in Valle d’Aosta, e in particolare su come i cambiamenti climatici possano influenzare la produzione di un prodotto locale di eccellenza quale la Fontina. Obiettivi Analizzare le conoscenze ecologiche degli operatori agropastorali sugli effetti dei cambiamenti climatici sui pascoli alpini, la pastorizia, la gestione idrica e il sistema produttivo della Fontina. Analizzare la percezione del rischio e le risposte adattative degli operatori agropastorali ai cambiamenti climatici e l’impatto che questi potrebbero avere sul futuro della Fontina e dell’agropastoralismo in Valle d’Aosta. Fornire alle amministrazioni locali nuove conoscenze per migliorare la futura gestione dei cambiamenti climatici e del loro impatto sull’attività agropastorale in Valle d’Aosta, con il fine di mantenere le attività agropastorali tradizionali in generale e la produzione di Fontina in particolare. Attività previste Sotto la supervisione di M. Bassignana, correlatore della tesi, il progetto è stato condotto dalla dottoressa M. Olmedo secondo la seguente articolazione: Settembre 2009 - aprile 2010. Stage a Canterbury presso il Dipartimento di Antropologia dell’University of Kent. Aprile 2010 - giugno 2010. Preparazione della stagione di lavoro sul campo con la raccolta di dati dagli allevatori, completamento della raccolta bibliografica tematica. Giugno 2010 - settembre 2010. Ricerca sul campo: prima stagione estiva. Raccolta dati negli alpeggi. Settembre 2010 - giugno 2011. Ricerca sul campo: prima stagione autunnale-invernaleprimaverile. Raccolta dati nelle aziende di fondovalle. Analisi dei dati raccolti e stesura articoli scientifici. Giugno 2011 - settembre 2011. Ricerca sul campo: seconda stagione estiva. Raccolta dati negli alpeggi. Settembre 2011 - dicembre 2011 Ricerca sul campo: seconda stagione autunnale. Raccolta dati nelle aziende di fondovalle. Analisi dei dati raccolti e stesura articoli scientifici. Gennaio 2012 - ottobre 2012. Analisi dei dati raccolti e avvio della redazione della tesi. Attività svolta e risultati Dopo aver ridefinito le opzioni disponibili agli allevatori valdostani, di fronte a crisi climatiche quali ondate di caldo, piogge prolungate, eventi anticipati o posticipati del semestre successivo, la borsista ha dedicato tempo ad analizzare le critiche al concetto di “strategia famigliare”, sostenute dal prof. Viazzo (Università degli Studi di Torino). Ha poi dedicato tempo al concetto di “life-course approach” vs “cross-section approach” per poter gestire un disegno di ricerca con tante variabili. Per quanto riguarda la metodologia, la dott.ssa Olmedo ha combinato il lavoro su “livelihoods” con metodi di valutazione della vulnerabilità e ha creato una metodologia che analizza il contesto familiare prendendo in considerazione elementi antropologici che lo rendano più idoneo ad analizzare il contesto valdostano. È continuata la raccolta dati sulle 23 famiglie analizzate inizialmente, con lunghe osservazioni partecipative così come con metodi di antropologia ambientale quali freelisting, photo eliciting, participatory mapping of land use, transects e life histories. Altre 20 famiglie sono state inserite nel campione nei mesi autunnali. È iniziata un’analisi preliminare dei primi dati raccolti, concordando con il Prof. Fischer dell’Università del Kent il metodo di analisi più adeguato al disegno di ricerca proposto. Dopo varie prove di analisi con vari metodi statistici, la regressione logistica si è rivelata la più adatta. Valorizzazione dei risultati Nel marzo 2012 la dott.ssa Olmedo ha condotto un seminario presso l’Università della Valle d’Aosta sulla metodologia per lo studio dello sfruttamento delle risorse naturali, all’interno del corso della prof.ssa Anna Maria Pioletti, docente di Geografia umana della Facoltà di Scienze della Formazione. Ha realizzato, inoltre, una presentazione all’Institut Agricole Régional sul tema “Cultura materiale e immateriale nella vita rurale valdostana” per gli studenti di IV e V. I riassunti dei lavori realizzati sono stati inseriti sulla pagina dell’Interdisciplinary Centre for Research and Education on Environment and Society (www.icrees.org), gruppo di ricerca cui la Dottoressa collabora. La dott.ssa Olmedo sta procedendo alla stesura della tesi di dottorato.