Cambiamenti Climatici

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16 Febbraio: anniversario dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto
della Convenzione sui Cambiamenti Climatici
Cambiamenti Climatici
Secondo gli ultimi rapporti ufficiali, la temperatura media della superficie terreste potrebbe aumentare nell’arco di
un secolo da 1,4 a 5,8°C. A causa di questo riscaldamento globale l’atmosfera dovrebbe divenire energeticamente
più attiva ed in generale i valori climatici più estremi; potremmo così assistere:
 ad alluvioni, a desertificazione delle aree più aride, a cambiamenti importanti nel ciclo idrico, con pesanti
ripercussioni in tutti i campi dell’attività umana e degli ecosistemi attuali;
 all’innalzamento dei livelli dei mari, con molte zone costiere condannate ad essere sommerse;
 all’arresto della corrente oceanica che garantisce oggi all’Europa la consueta temperatura invernale, con
conseguente calo siberiano della stessa;
 al manifestarsi di molte malattie, come la malaria e la febbre dengue, che potrebbero diffondersi a causa del
riscaldamento globale anche in aree dove oggi non sono presenti.
Il rischio ormai concreto di una sorta di salto improvviso del sistema climatico è riconducibile all’aumento
dell’effetto serra terreste prodotto dall’esponenziale crescita delle emissioni dei cosiddetti gas serra (soprattutto
anidride carbonica) prodotti in massima parte dalla società umana, in particolare dalla rivoluzione industriale ad
oggi.
Principale imputato dell’aumento dei gas serra è l’utilizzo dei combustibili di natura fossile, insieme alla massiccia
ed incontrollata deforestazione.
Cosa possiamo fare?
Occorre fermare e cercare di invertire la tendenziale crescita di emissione di gas serra di origine antropica
Come?
 Investire sulle Energie rinnovabili, l’ecoefficienza nel settore edilizio, industriale e dei trasporti;
 puntare su nuovi stili di vita e valori alternativi, in una parola tendere verso la Decrescita, il che significa:
 eliminare l’illusione della inesauribilità della natura e la presunzione del diritto umano al suo illimitato
sfruttamento.
 rifiutare la quantità come misura di tutto il “positivo”, su cui fonda la propria certezza la crescita produttiva
illimitata che oggi viene assunta come prioritario obiettivo economico;
 divulgare e promuovere nuovi modelli di ricchezza quale la prosperità in termini di tempo e non di prodotti.
 decentrare la produzione energetica (microgenerazione distribuita);
 promuovere la mobilità sostenibile attraverso la riduzione dell’uso dei mezzi di trasporto motorizzati
privati;
 autoprodurre i beni per la promozione della più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte
industrialmente;
 spostare l’attenzione verso il punto di ingresso delle risorse nei processi produttivi e non tanto sul “mettere
le pezze” al punto di uscita; un esempio su tutti: ridurre i rifiuti a monte, non producendoli, (eliminando
imballi inutili, progettando gli oggetti per il riuso delle loro parti a fine vita, ecc.), invece di cercare di farli
“sparire” in discariche o molto peggio negli inceneritori;
 riciclare, riutilizzare e riparare; differenziare porta a porta il resto dei rifiuti risultanti;
 da subito e sempre adottare il risparmio ed evitare lo spreco energetico, il che non significa in alcun modo
sacrificio energetico, bensì un suo diverso uso quotidiano, più efficiente e razionale; anche il nostro
portafoglio ne gioverebbe immediatamente….e tuo figlio, domani, ti ringrazierà!
“La maggior parte della gente morirebbe piuttosto che pensare e molti fanno proprio così”
(Bertrand Russell).
Tu, che ne pensi?
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