I MISTERI DELLA CREAZIONE, DELLA TRINITA’ E DEL MALE Introduzione a S. Tommaso 1 Siamo al grande S. Tommaso, il pensatore la cui filosofia è stata la filosofia ufficiale della Chiesa cattolica per secoli. Egli è convinto che la ragione possa in qualche misura spianare la strada alla fede. E’ lui l’autore delle celeberrime cinque "vie”, tutte a posteriori (che partono cioè dall'esperienza, non dall'idea di Dio). Quod movetur (ciò che muta) ab alio movetur (è mosso da altro). Se ciò che muove a sua volta muta, è mosso da altro. Ora, siccome non è possibile procedere all'infinito, si deve sostenere l'esistenza di un Motore Immobile. Ciò che è causato, è causato da altro, e in definitiva (se vogliamo evitare il processo all'infinito) da una Causa Prima. Ciò che nasce e muore può essere spiegato in ultima analisi con un Essere Necessario, un Essere cioè la cui essenza coincide con l'esistenza: ciò che nasce e muore è un essere “contingente”, un essere cioè che non ha l'esistenza per natura in quanto riceve l'esistenza da altri; ciò che invece ha l'esistenza per natura è l'Essere Necessario. L'essere contingente implica quindi l'esistenza di un Essere Necessario. Le perfezioni presentano delle gradualità (+, -), gradualità che si possono spiegare solo ammettendo l'esistenza di una Perfezione assoluta, cioè Dio. Per S. Tommaso una perfezione (bello, buono, vero... ) che si presenta con gradi diversi implica l'esistenza di Perfezioni assolute (Bellezza, Bene, Verità...), cioè di un Essere che è la somma di tutte le perfezioni assolute (Dio è Verità assoluta, Bene assoluto...). Le cose naturali, pur prive di un'intelligenza, appaiono dirette verso un fine. Ora questo sarebbe inspiegabile se non ci fosse un'Intelligenza ordinatrice. S. Tommaso ritiene che l’“essere” di Dio e l’“essere” delle creature non siano né del tutto uguali né del tutto differenti: utilizza il concetto aristotelico di "analogia” dell'essere e parla di "partecipazione”. Proseguiamo: come fa S. Tommaso a conciliare la "prescienza” di Dio (Dio sa da sempre tutto) con la libertà umana? Ci provo. Il fatto che Dio sa che un uomo andrà all'inferno non significa per nulla che tale uomo non avrebbe potuto scegliere di andare in Paradiso. E' quanto pensa S. Tommaso. Si tratta di una tesi che ha una sua coerenza: Dio sa da sempre che l'uomo deciderà liberamente di andare in Paradiso o all'Inferno. Abbiamo visto le cinque "vie”. Vie che portano a concludere che Dio ha delle caratteristiche ben specifiche: Motore immobile, Causa prima, Essere necessario, Perfezione somma, Intelligenza ordinatrice. Si possono scoprire altre caratteristiche? S. Tommaso suggerisce un metodo per scoprire altri attributi di Dio: la via che lui chiama "negativa" che è quella di negare che Dio abbia le imperfezioni delle creature (dovrà, quindi, non essere materiale, non essere composto, non essere molteplice...) ed una via che chiama "positiva" che consiste nell'attribuire a Dio - in modo superlativo, però - le perfezioni delle creature (dato che l'uomo è intelligente, anche Dio lo è e lo è in modo sommo). Cerchiamo di chiarire quest'ultimo punto: Dio è somma intelligenza. Sei in grado di intuire la diversità tra l'intelligenza di Dio e quella umana? Tieni presente che S. Tommaso sceglie una terza via (l'analogia) tra l'univocità e l'equivocità (l'univocità non tiene conto della distanza che vi è tra il Creatore e le creature e l'equivocità non tiene conto delle affinità che pure esistono). Immagino che l'intelligenza di Dio, rispetto a quella umana, non abbia bisogno di dedurre, dimostrare perché Dio sa tutto e, quindi, non può scoprire nulla. E' quanto pensa S. Tommaso: Dio conosce tutto e simultaneamente (non ha bisogno, quindi, di dimostrare). Approfondiamo questo concetto: perché Dio non può avere un’intelligenza che scopre progressivamente qualcosa di nuovo? Ricava la risposta da quanto è emerso dalle cinque vie. 1 Nasce a Roccasecca (presso Cassino) nel 1225 o 1226. Nel 1243, a Napoli, entra nell'ordine domenicano. Insegna a lungo nell'università di Parigi, a Roma ed infine a Napoli. Di carattere chiuso (a Parigi lo chiamano il "bue muto"). Tra le sue numerosissime opere (36 e 25 opuscoli): la "Somma contro i Gentili" e la "Somma teologica". Perché se Dio scoprisse qualcosa di nuovo, non sarebbe Atto Puro. E' vero. Dio è Atto Puro (Motore immobile) e, quindi, è immutabile e, dunque, non può scoprire nulla: non vi può essere in Dio alcuna potenza, alcuna possibilità di cambiamento. S. Tommaso ha una soluzione razionale per il cosiddetto mistero della Trinità (mistero che Abelardo - un brillante pensatore francese vissuto a cavallo tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo - aveva risolto affermando che le persone divine non sono altro che attributi di Dio: il padre=la potenza, il figlio=la sapienza, lo Spirito Santo=l'amore di Dio; una soluzione che è stata condannata dalla Chiesa in quanto non in grado di salvare la Trinità) . Puoi intuire quale potrebbe essere tale soluzione? Non vedo proprio come si possa spiegare razionalmente che 1=3. S. Tommaso si sforza di chiarire che non si tratta di una contraddizione in quanto una è la “natura divina” e tre sono le “persone”. Ma come è possibile affermare l'esistenza di tre persone divine e nello stesso tempo sostenere il monoteismo? Credo proprio non sia possibile. Si è di fronte, mi pare, ad un politeismo analogo a quello dei Greci: non erano gli dei greci nello stesso tempo persone diverse e tutti con la stessa natura divina? S. Tommaso, per spiegare la Trinità, introduce il concetto di relazione: il Padre è caratterizzato dalla relazione col Figlio (dalla sua paternità), il Figlio dalla sua relazione col Padre, lo Spirito Santo dalla relazione reciproca di amore tra Padre e Figlio. Cosa sono queste relazioni, per S. Tommaso? Non possono essere considerate "accidenti” in quanto in Dio non esiste nulla di accidentale. Siamo di fronte, quindi, a qualcosa di reale: cioè a delle "Persone”. S. Tommaso non intende dire che, con questo, il mistero sia spiegato. Vuole solo sostenere che il mistero non ha nulla di contraddittorio e quindi è razionalmente accettabile. E il problema della creazione? S. Tommaso ritiene che non sia possibile dimostrare in modo necessario né l’inizio nel tempo del mondo né la sua eternità (eternità sostenuta dal filosofo arabo Averroè che considera la creazione non come una libera scelta di Dio, ma come una sua necessaria manifestazione). S. Tommaso non esclude che il mondo sia creato da Dio e, nello stesso tempo, sia eterno. Cosa ne dici? Mi sembra letteralmente folle: o il mondo è eterno e non è creato, o è creato dal nulla e allora ha avuto inizio nel tempo. Di primo acchito l'affermazione in questione appare sicuramente contraddittoria. Forse, se ci pensi, non lo è. Prova a pensare, infatti, alla difficoltà di concepire un inizio dell'atto creativo: è possibile? Se Dio fosse immutabile, come si spiegherebbe l’atto creativo in un determinato tempo? Se Dio ad un certo momento crea, non vuol dire che muta, che cioè non è immutabile? Una nota. In un contesto diverso il fisico teorico Stephen Hawking esclude un "prima” del big bang: "... non avrebbe senso chiedersi chi, o che cosa, abbia causato o creato il big bang. Parlare di causa e di creazione presuppone implicitamente l'esistenza di un tempo prima della singolarità del big bang. (Buchi neri e universi neonati - Rizzoli - pag.72). Procediamo. E il problema del male? S. Tommaso segue sostanzialmente l'impostazione di S. Agostino, cioè... l'impossibilità che il male derivi da Dio che è il Sommo Bene. S. Tommaso accetta la tesi agostiniana secondo cui il male è deficienza di bene, cioè, in altre parole, “non essere” (dato che ogni essere è bene). S. Tommaso ritiene che il male - inteso come deficienza di bene e quindi deficienza di essere rientri nell'ordine del mondo (e quindi nel piano provvidenziale di Dio): questo perché la gradualità dei beni insita nel concetto di ordine implica il concetto di male. Male, per S. Tommaso, è anche mancanza di un'azione: si è di fronte al male, cioè, quando un'azione non è stata effettuata come avrebbe dovuto. Si tratta di un male che è chiamato "colpa”: è un male che la provvidenza cerca di eliminare. S. Tommaso effettua - come abbiamo visto - un grande sforzo per conciliare razionalità e fede. Non è un caso che la dottrina di S. Tommaso sia stata per lungo tempo la filosofia cristiana per eccellenza, la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica.