Alessio Zambon
Allegre incompletezze
Antigone Edizioni s.a.s. di Maria Antonietta Schepisi e C.
Via Osasco, 87/B - 10141 Torino
cell. 339/7107005
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Romanzo
Collana
“TRANSIZIONI”
Formato
140 x 190 in brossura cucita, 247 pp.
ISBN
978-88-95283-81-4
Prezzo
euro 15,00
Uscita novembre 2011
Sonia lavora con i matti. “Se noi fossimo Sonia in questo momento, ci sentiremmo appena un po’
rilassate da un bagno caldo, dopo una giornata particolarmente stressante, cominceremmo ad avere
un po’ di freddo perché fuori ottobre tende un po’ troppo verso novembre e il riscaldamento è autonomo, e quindi si può risparmiare un po’… Sentiremmo la pelle che tira piacevolmente mentre si
asciuga, una pelle naturalmente molto chiara e vellutata, che sappiamo essere una delle cose che ci
rendono più belle, sotto quei capelli neri neri, lisci e lunghi fino alle scapole, e nonostante il naso leggermente aquilino. Anche i capezzoli sentiremmo molto bene, stuzzicati dall’asciugamano umido, in
cima a queste tettine che stentano a tenere su l’asciugamano. Nel complesso, quel metro e sessantasei di fisico che ci ritroveremmo, quasi immutato da vent’anni, non sfigura di certo.”
Marco è un educatore dall’etica rigorosa (un’etica di estrema sinistra, a volte irriverente) alle prese
con un inasprimento dell’aridità sentimentale che lo ha sempre un po’ caratterizzato. È accogliente,
affettuoso ma anche duro verso i ragazzi problematici con cui lavora. Sente il vuoto di essere cresciuto senza un padre, e forse colmare questo vuoto non significa trovare un padre, ma diventarlo.
Omosessuale, prenderà in affido un adolescente anche lui gay. Ma se accettare un altro significa
accettarlo nelle sue differenze da noi, come la metterà Marco con un figlio che assumerà un’etica
totalmente diversa, e deciderà di diventare fascista?
Tommaso, assistente sociale, lavora con gli anziani. È mulatto, figlio di un militare americano nero
(lui pacifista e antiamericano). Sposato infelicemente, ha un figlio a cui non sa dare l’amore che vorrebbe. È vissuto nella fuga da tutto ciò che è duraturo, e dovrà fuggire ancora una volta per poter
ritrovare una vita e un figlio.
Il comportamento di Tommaso è all’origine di una rottura degli equilibri all’interno di una relazione
a tre apparentemente spensierata ma in realtà molto chiusa e fusionale. Il romanzo segue Sonia,
Marco e Tommaso su un periodo di due anni, tra il 2006 e il 2008. Altre storie e altre persone appaiono e scompaiono lungo la narrazione, e ci mostrano il mondo degli operatori del sociale, in cui gli
attuali trenta-quarantenni (i “figli dei figli dei fiori”) devono fare i conti con l’eredità della generazione precedente, quella dei sessantottini e, a partire da lì, accettare la sfida di trovare un senso nuovo
alla propria esistenza, pur nella percezione del restringersi degli ideali e dell’ampliamento dei compromessi nello spazio di pochi decenni. A meno che non ci si accontenti di “lasciarsi vivere” e basta.
Alessio Zambon, nato a Torino, ha studiato filosofia e scienze dell’educazione, ed è dottore di ricerca in sociologia. Tra il 1996 e il 2000 ha lavorato come educatore in diversi ambiti del privato sociale, per poi dedicarsi alla ricerca, in particolare sui sistemi di welfare e prevenzione sociale in adolescenza, pubblicando numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali.
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