La Rivoluzione russa (sintesi) - La Russia ai primi del Novecento era un paese povero e arretrato: l'agricoltura si praticava con tecniche rudimentali, l'industria muoveva i primi passi, la maggioranza della popolazione viveva nella miseria, il governo era nelle mani dello zar, sovrano con poteri assoluti. Nel 1914 la Russia intervenne nella I guerra mondiale e ciò aggravò le condizioni di vita della popolazione che pativa la fame, mentre i soldati, mal guidati e male equipaggiati, subirono grosse perdite (quattro milioni di caduti nel primo anno di guerra). La situazione dei paese precipitò nel marzo 1917 a Pietrogrado, dove la popolazione insorse ottenendo anche l'appoggio dei soldati che fecero causa comune con i dimostranti. La rivolta si estese in tutto il paese e costrinse lo zar ad abdicare. Si costituì un governo repubblicano, diretto da Kerenskij, un socialista menscevico (moderato). In breve tempo, sotto la guida dei capi rivoluzionari bolscevichi, tra i quali emerse Lenin, presero sviluppo i "soviet" (comitati dei delegati degli operai, dei soldati e dei contadini), che organizzarono un nuovo movimento rivoluzionario. La rivoluzione bolscevica venne compiuta il 24-25 ottobre 1917, diretta da Lenin, Trotzkij e Stalin, con l'appoggio di 30.000 soldati e 12.000 guardie rosse; essi presero possesso di Pietrogrado e dei centri di governo. Da quel momento ebbe inizio la storia della Russia comunista e sovietica La terra fu espropriata e assegnata ai contadini, le fabbriche e le banche furono nazionalizzate. Si mise fine alla guerra, firmando la pace con la Germania e rinunciando a molti territori (Finlandia, Ucraina, terre balcaniche). I ceti sociali maggiormente danneggiati dal governo rivoluzionario (proprietari a cui erano stati tolti i terreni, nobili, ricchi ... ) organizzarono una violenta reazione armata che portò alla guerra civile combattuta tra "armate bianche" (contrarie ai bolscevichi) e "armate rosse" (favorevoli ai bolscevichi). La guerra finì nel 1921 con la vittoria dell’ “armata rossa". Nel 1922 venne riorganizzato lo Stato che da unitario fu trasformato in una federazione di repubbliche con il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Alla morte di Lenin, nel 1924, il potere passò a Stalin, il quale instaurò una dura dittatura allo scopo di trasformare in tempi brevi l'URSS in paese industriale. Ridotto e adattato da: Montanari. Storia e civiltà dell'uomo. Calderini. vol. 3 La Rivoluzione russa (sintesi) - La Russia ai primi del Novecento era un paese povero e arretrato: l'agricoltura si praticava con tecniche rudimentali, l'industria muoveva i primi passi, la maggioranza della popolazione viveva nella miseria, il governo era nelle mani dello zar, sovrano con poteri assoluti. Nel 1914 la Russia intervenne nella I guerra mondiale e ciò aggravò le condizioni di vita della popolazione che pativa la fame, mentre i soldati, mal guidati e male equipaggiati, subirono grosse perdite (quattro milioni di caduti nel primo anno di guerra). La situazione dei paese precipitò nel marzo 1917 a Pietrogrado, dove la popolazione insorse ottenendo anche l'appoggio dei soldati che fecero causa comune con i dimostranti. La rivolta si estese in tutto il paese e costrinse lo zar ad abdicare. Si costituì un governo repubblicano, diretto da Kerenskij, un socialista menscevico (moderato). In breve tempo, sotto la guida dei capi rivoluzionari bolscevichi, tra i quali emerse Lenin, presero sviluppo i "soviet" (comitati dei delegati degli operai, dei soldati e dei contadini), che organizzarono un nuovo movimento rivoluzionario. La rivoluzione bolscevica venne compiuta il 24-25 ottobre 1917, diretta da Lenin, Trotzkij e Stalin, con l'appoggio di 30.000 soldati e 12.000 guardie rosse; essi presero possesso di Pietrogrado e dei centri di governo. Da quel momento ebbe inizio la storia della Russia comunista e sovietica La terra fu espropriata e assegnata ai contadini, le fabbriche e le banche furono nazionalizzate. Si mise fine alla guerra, firmando la pace con la Germania e rinunciando a molti territori (Finlandia, Ucraina, terre balcaniche). I ceti sociali maggiormente danneggiati dal governo rivoluzionario (proprietari a cui erano stati tolti i terreni, nobili, ricchi ... ) organizzarono una violenta reazione armata che portò alla guerra civile combattuta tra "armate bianche" (contrarie ai bolscevichi) e "armate rosse" (favorevoli ai bolscevichi). La guerra finì nel 1921 con la vittoria dell’ “armata rossa". Nel 1922 venne riorganizzato lo Stato che da unitario fu trasformato in una federazione di repubbliche con il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Alla morte di Lenin, nel 1924, il potere passò a Stalin, il quale instaurò una dura dittatura allo scopo di trasformare in tempi brevi l'URSS in paese industriale. Ridotto e adattato da: Montanari. Storia e civiltà dell'uomo. Calderini. vol. 3