Dissidenti, ex 5 Stelle, forzisti Il sudoku delle maggioranze

Dissidenti, ex 5 Stelle, forzisti
Il sudoku delle maggioranze
I possibili incroci intorno ai fedelissimi di Re r ° per avere il quorunì
di Monica Guerzoni
ROMA Con il predestinato al
Quirinale ancora avvolto nel
mistero, ragionar di numeri è
impresa a dir poco ardua. Eppure tra Palazzo Chigi e Parlamento il pallottoliere ruota vorticosamente e misura la fedeltà
(presunta) dei grandi elettori.
Il problema, per Renzi, è che in
politica la matematica è un'opinione, quando il voto è segreto.
Ecco perché alla vigilia del primo test gli addetti ai conteggi
hanno riposto i file e preso in
mano i sottofile: i primi servono a catalogare la forza di partiti e correnti, i secondi a registrare gli umori dentro le singole aree e persino il grado di
simpatia o antipatia che un
candidato può catalizzare.
Un deputato del Pd, sotto
anonimato, la spiega con un
esempio un po' tranchant: «Se
chiedete a un mio collega renziano, che era stato veltroniano, di votare per Walter, lui lo
farà con piacere. Se invece gli
domandate di scrivere sulla
scheda Fassino, lui se ne guarderà bene». Sulla carta il leader
del Pd ha in tasca 445 voti, ma
dei 25 delegati regionali dem
una decina rispondo alla minoranza. Il primo enigma è dunque dentro il Pd: quanto è mobile la trincea dei potenziali
franchi tiratori? Premesso che
tutto dipende dal nome, la forbice oscilla paurosamente tra
quota 4o e quota 130.
Il teorema più ottimista dice
che «un nome proposto da
Renzi e votabile da Forza Italia,
che non sia ostile alla minoranza dem, al quarto scrutinio può
raccogliere tra i 390 e i 400 voti». Un potenziale che, sommato ai 142 di Forza Italia e ai 78 di
Per l'Italia (Ncd più Udc), metterebbe nelle mani di Renzi 620
voti. Togliendo tutti i 35 dissidenti di Fitto si scenderebbe a
585: sempre più dei 505 che occorrono per eleggere a maggioranza semplice un presidente
del calibro di Amato, ritenuto
«potabile» dalla parte più dialogante della minoranza dem.
Anche qui, però, gli ostacoli
non mancano. Gaetano Quagliariello sostiene che i voti di
Alfano e Casini «non arrivano a
scatola chiusa» e che «tutto
può succedere». Una formula
per dire a Renzi e Berlusconi
che, se pensano di farcela da
soli, rischiano grosso: «Il premier deve avere oltre al Pd renziano almeno due componenti
della maggioranza che vota le
riforme» tra minoranza dem,
Forza Italia e Area popolare. Se
invece il nome proposto da
Renzi fosse espressione del
Patto del Nazareno e venisse ritenuto da Bersani, Cuperlo e
compagni al di sotto dell'asticella di «autorevolezza, indipendenza e autonomia dal governo», le cose si complicherebbero assai. Nell'Area riformista che fa capo a Speranza
stimano infatti una possibile
fronda di 120/130 grandi elettori il cui voto è ritenuto a rischio e uno zoccolo duro di circa 4o irriducibili. «Un candidato di Palazzo Chigi, ad esempio
Delrio, farebbe saltare tutti i voti della minoranza», spiega un
senatore dissidente. Fassino?
«Ne farebbe saltare un bel po'».
La Finocchiaro? «Ne terrebbe
buona parte».
Qualora dal menù del Nazareno spuntasse un nome ritenuto da Bersani «una minestra
non commestibile», dall'insalatiera di vimini verrebbero via
parecchi voti, che Renzi potrebbe sostituire pescando
qualcosa tra i 33 fuoriusciti
grillini. Mala compagine non è
omogenea e il senatore Francesco Campanella si mostra incerto: «Se voteremo il candidato di Renzi? La tendenza è no, a
meno che non sia autorevole e
La fronda
Quanto è mobile la
trincea dei franchi
tiratori pd? II numero
oscilla tra 40 e 130
autonomo». Restano da conquistare i grandi elettori della
terra di mezzo, anche se la galassia centrista che non si riconosce nel tandem Alfano-Casini procede in ordine sparso.
«Siamo 13 fra deputati e senatori e ciascuno vota per sé conferma Bruno Tabacci, Per
l'Italia -. Non c'è un pacchetto
di voti, tutto dipende dal nome». Per Pino Pisicchio (Centro democratico), Renzi non
corre rischi: «Non mi pare che
si vada verso il conflitto a fuoco, a meno che non si intorbidiscano le acque all'interno del
Pd». E se le acque dovessero intorbidirsi al di fuori? Renzi si
troverebbe davanti un sentiero
stretto, tracciato da un candidato ritenuto inaccettabile da
Berlusconi e votabile da tutto il
Pd, più Sel, fuoriusciti del M5S
e parlamentari sparsi. Con numeri a dir poco risicati.
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L'elezione
Per l'elezione
del capo dello
Stato, siedono
al banco della
presidenza
dell'aula di
Montecitorio
Laura Boldrini,
presidente
della Camera, e
Valeria Fedeli,
che sostituisce
alla guida dei
Senato Pietro
Grasso
Sono due le
chiame per
ogni scrutinio,
in quest'ordine:
321 senatori,
630 deputati e
58 delegati
regionali
• La scheda,
consegnata da
un commesso,
è timbrata e
firmata dal
segretario
generale della
Camera
I grandi
elettori entrano
nel catafalco,
votano e
infilano la
scheda
nell'urna
esterna
Finite le
votazioni, la
presidente
della Camera
legge all'Aula i
nomi. Se si
raggiunge il
quorum lo
scrutinio
termina con la
proclamazione
numeri
LE FORZE
L'assemblea che voterà per il Quirinale
Per l'Italia~ Cd
Area popolare (Ncd+Udc)
75
Scelta civica
32
Autonomie- Estero- Psi- Pli
32
Pd*
446
32
Altri
1
*incluso il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha assunto le `unzioni di presic>nte
della Repubblica dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano. Per prassi il capo dello Stato
supplente non partecipa alla votazione, così come si astengono i presidenti di Camera
e Senato (Laura Boldrini, nel gruppo di Sei, e Valeria Fedeli, Pd, che sostituisce Grasso)
LE SIMULAZIONI* *
i Simulazione che tiene conto
dei grandi elettori riferibili
alla maggioranza di governo,
inclusi i parlamentari
della minoranza dem e inclusa
Forza Italia (senza la componente
dei 35 5ttiani)
2 Simulazione che tiene conto
dei grandi elettori riferibili alla
maggioranza di governo e dei
grandi elettori di Forza Italia, esclus
la fronda dei 35 5ttiani e esclusi
i 40-130 parlamentari della
minoranza dem nel caso decidano
di seguire tutti una indicazione
diversa da quella del partito
3 Simulazione che tiene conto
dei grandi elettori riferibili
alla maggioranza di governo
e ai fuoriusciti dal MSS
non appartenenti ad altre
componenti politiche
Pd 445 (escluso Grasso dal conteggio), Autonomie 32, Scelta civica 32, Area popolare 75, Per
l'Italia 13, Forza Italia 142 meno 35 (107)
664
Pd 445 (escluso Grasso), Autonomie 32, Scelta
civica 32, Area popolare 75, Per l'Italia 13, Forza
Italia 142 meno 35, a questi vanno sottratti
40-130 esponenti dem della minoranza
629
J/0/M`,
Pd 445 (escluso Grasso dal conteggio),
Autonomie 32, Scelta civica 32, Area popolare
75, Per l'Italia 13, Ex M5S 32
* * Quorum cl', 2/3 primi tre scrutini e maggioranza assoluta dal quarto
Corriere della Sera