8 Martedì 7 Aprile 2015 PRIMO PIANO L’anomalia del Pd, durata sinora, sono le due èlites politiche su una stessa base elettorale Renzi è padrone del marchio Pd E alle prossime elezioni spazzerà via la minoranza interna DI STELIO MANGIAMELI S ulla legge elettorale si sta giocando una partita che riguarda l’essenza stessa del Partito democratico. La questione nasce dall’ascesa di Renzi alla segreteria, dicembre 2013, anche se il passo di non ritorno è arrivato la settimana scorsa, quando la «minoranza interna» ha abbandonato la direzione in cui si è deciso che il testo dell’Italicum è immodificabile. Il fenomeno costituzionale che si era creato, durato sinora, è quello inedito di due élites politiche sulla medesima base elettorale: il primo formato dagli ex Pci e da una parte di ex Dc che insieme hanno condotto negli anni la battaglia contro Berlusconi; il secondo gruppo presentatosi come una frattura generazionale e senza un retroterra politico preciso, non erede della tradizione comunista né di quella della sinistra Dc. Da un lato, abbiamo una certa filosofia riformista e un’esperienza di partito risalente agli anni 70; dall’altro, invece, c’è una filosofia più rivoluzionaria: cambiare tutto, per fare ripartire l’Italia, e un’immagine politica nuova. Ora, il vecchio grup- Matteo Renzi po resiste con Bersani sino alle elezioni del febbraio del 2013, ma i risultati sono deludenti: alle elezioni del 2013 il primo partito è il M5S di Grillo e il vantaggio sulla coalizione del Cavaliere è di meno di 125mila voti. L’impasse nelle elezioni del presidente della Repubblica e la formazione di un governo (Letta) con larghe intese che include Forza Italia sono un disastro per l’immagine del gruppo dirigente del Pd: disorientato, senza idee e oltremodo lento. I passaggi successivi sono noti: Renzi vince le primarie, dicembre 2013, e in meno di tre mesi è a Palazzo Chigi. Parole d’ordine: rottamazione e riduzione della classe politica e delle relative sedi di rappresentanza, legge elettorale fortemente maggioritaria e personalizzata. E il Partito democratico? Inizialmente, nel partito e nei gruppi parlamentari, Renzi è palesemente ancora minoranza, ma - secondo la nota regola del salto sul carro dei vincitori - la maggioranza diventa «minoranza interna». A un gruppo dirigente se ne sostituisce così un altro, completamente diverso; entrambi hanno come riferimento la medesima base, che resta ferma, perché attratta dal giovane dinamico e loquace leader e, soprattutto, perché la «minoranza interna», di fatto, legittima tutte le operazioni che Renzi mette in campo, anche quando non è affatto d’accordo e lo sostiene «per disciplina di partito». Almeno così è stato sino all’altro giorno, quando si è alzata dalla direzione e ha abbandonato la riunione. La vicenda del Pd si basa sulla condivisione di entrambi i gruppi dirigenti di un’idea di partito che non è quella del vecchio Pci o della Dc, ma di un gruppo oligarchico e autoreferenziale. Un’idea di partito senza territorio e senza più militanti, come ha mostrato anche il risultato delle elezioni in Emilia-Romagna, regione «rossa» per antonomasia. Peraltro, Renzi ha progressivamente compiuto una conversione sull’elettorato di centrodestra, complice anche il «patto del Nazareno». Sicché la distanza con la tradizione dell’Ulivo e del Pd è cresciuta e il successo delle Europee non giustifica la perdita d’identità da parte dell’elettorato di riferimento, che progressivamente si sente sempre più distante dal corso renziano. Di fronte a questa situazione, ci si chiede come si possano evolvere, allora, i rapporti interni al Pd. Renzi è ormai il padrone del marchio e alle prossime elezioni spazzerà via la minoranza interna; ma il problema è cosa farà l’elettorato del Pd, oggi quotato al 36 per cento. Se la minoranza interna accetterà di scomparire silenziosamente, «per disciplina di partito», quasi certamente la maggioranza degli elettori voteranno in modo tradizionale, a meno che non nascano delle valide alternative. Se invece la minoranza interna consumerà la rottura, dotandosi di un’immagine seria, ad esempio, a difesa della democrazia, facendo saltare l’approvazione dell’Italicum, allora potrebbe sperare che una buona parte dell’elettorato Pd possa seguirla. Si dirà che così si accentua la frammentazione politica, e questo è vero; ma non si potrà di certo dire che così s’interrompe la fattività di un buon governo. In fondo Renzi ha fatto poco e con scarsi risultati; tant’è che nonostante il basso costo del barile, la svalutazione dell’euro e il Quantitative easing della Bce, l’Italia non riparte e la volta buona ancora non arriva. Non è solo colpa dei «gufi». IlSussidiario.net IN CONTROLUCE Lo sketch di successo non si improvvisa. È un marchingegno esilarante che va costruito come un orologio di marca: ruote dentate, alette, tamburi rete a far ridere, come dopo aver letto una storia della filosofia non vi ono i comici, quando ne metto- ritroverete a discutere con Immano a nudo le irragionevolezze, nuel Kant da pari a pari, ma saprete a dare un senso al mondo. Far con quali mattoncini Lego è fatta la ridere è un mestiere analogo comicità, in particolare la comicità da al filosofare. Non basta aver talento: palcoscenico. Perret è uno che conoè necessario anche conoscere la ma- sce la materia a perfezione. È stato a scuola di comiteria, studiare i cità, frizzi, lazzi classici, superare Gene Perret, comico che e amenità come qualche esame. lavora dietro le quinte, ha Harry Potter è Gene Perret, che scritto un libro singolare: andato a scuola non è un comico di magia. Ha coda palcoscenico «Manuale di scrittura step minciato a scrima un comico by step». Leggendolo savere battute per che lavora dietro prete come è fatta la comii comici alla fine le quinte, dove cità da placoscenico. Per degli anni cinscrive le battute scrivere copioni comici non quanta, quando i e gli sketch per c’è che la perseveranza, ne varieté televisivi, il comico in cardei quali sarebtellone, ha lavodevi appallottolare be diventato col rato a una sorta di fogli di carta tempo e l’espedi libro di testo rienza un autore che insegna l’arte apparentemente incomunicabile e un ideatore, erano una novità e lui di scrivere buffonate e calembour, non era ancora un professionista ma tragedie in due battute, barzellette, giusto un tale che vendeva, ogni tansatira politica e di costume. È un libro to, una delle sue battute per posta. Per scrivere copioni comici singolare (e comico). Titolo: Manuale di scrittura comica step by step (Sago- (come per scrivere qualsiasi cosa, come anzi per fare qualunque cosa) ma 2015, pp. 284, 18,00 euro). Leggendolo, forse non impa- non c’è che la perseveranza. Devi scriDI S DIEGO GABUTTI vere e appallottolare fogli di carta, tute divertenti, aneddoti, citazioni dai fare e disfare, prendere esempio dai classici della comicità. È giusto un po’ così, diciamo decolleghi, chiedere consigli, rubar segreti, impadronirti delle battute altrui boluccio, anche leggermente frivolo, e trasformarle in battute che sembra- l’aspetto «non scoraggiatevi, sbagliano tue. Bisogna capire come funziona te e ritentate, mai lasciarsi prendere dallo sconforto». Ma purtroppo è così, la meccanica della comicità. Una battuta, quando se ne ha il da quel poco che ne so, che si scrivono i manuali in talento, è facile America, in stile da scrivere (soAlcolisti anoprattutto tenendo Più interessanti sono invenimi: sostegno conto che tutti, chi ce le parti in cui si ragiona morale, alzatevi più chi meno, fandella comicità italiana, dei e cantate gl’inni, no battute e che nostri comici e battutisti. chi non salta una l’umorismo è un Fa piacere, in particolasfigato è. Basta organo di senso re, che si parli di Romano saltare le parti di cui, sempre chi noiose, come si più chi meno, diBertola, carosellista storifa in questi casi. sponiamo tutti). co, l’uomo del Merendero Più interessanti Già più difficile e di Joe Condor, il nemico sono invece le è costruire una del Gigante Buono parti, introdotte situazione comidai traduttori e ca complessa, che dall’editore, in regga per qualche minuto: il tempo d’uno sketch. Costru- cui si ragiona della comicità italiana, ire un copione completo è compito da dei nostri comici e battutisti (mi fa orologiai: ruote dentate, alette, tambu- piacere, in particolare, che si parli del ri, meccanismi che ronzano, ticchetta- mio amico Romano Bertola, caroselno e segnano il tempo con precisione lista storico, l’uomo del Merendero e assoluta spaccando il minuto secondo. di Joe Condor, il nemico del Gigante Perret spiega tutto per benino, ma è Buono). un comico e dunque lo spiega con bat© Riproduzione riservata