Milena Milone Donne spezzate. La violenza tra le mura domestiche Roma, Curcio, 2009 Il corpo della donna è un ricettacolo: di passione, consolazione e nuove vite, ma anche di soprusi, offese e violenze. La violenza sulle donne è un vizio comune a molti popoli, coltivato, spesso, proprio tra quelle mura domestiche dove la sicurezza dovrebbe essere garanzia. Portato periodicamente alla ribalta della cronaca con sensazionalismo, il tema della violenza viene invece presentato in questo libro come amara consuetudine da smascherare e affrontare a viso aperto. L’autrice, partendo dalla propria esperienza di consulente matrimoniale, spiega con chiarezza le cause degli atti di violenza, le motivazioni culturali, le conseguenze che infligge sulle donne e il modo in cui spesso diventano complici dei loro carnefici, coinvolgendo in questa danza degli orrori i soggetti più deboli della vita domestica: bambini, malati, anziani. Un tema complicato, affrontato con grande delicatezza e lucidità, e soprattutto senza perdere la fiducia nella possibilità che gli uomini e le donne possano migliorare. Eleonora Guzzetta, Samanta Zaghini, Sara Zanatta Le donne del fumetto. L’altra metà dei comics italiani. Temi, autrici, eroine al femminile Napoli, Tunué, 2009 ”Le donne del fumetto” si presenta come un ricco catalogo di personaggi in carne, carta e ossa, che le tre studiose autrici prendono come spunto per dimostrare, con una delicatezza tutta femminile, come il fumetto possa rivelare la complessità della donna nel corso della storia. Dalle madri dei tempi del fascismo alle donne sensuali degli anni Sessanta; dalle eroine di mirabolanti avventure alle professioniste degli anni Settanta. L’opera analizza dal punto di vista storico e sociologico temi, autrici e personaggi dei comics, mettendo soprattutto in rilievo il rapporto tra le donne che i fumetti li scrivono e li disegnano, e le donne che ne sono protagoniste. Come afferma Silvia Gherardi nella prefazione, è questo rapporto intimo e “carnale” a determinare le esclusive peculiarità del genere, il suo immediato confronto con l’immaginario quotidiano e il suo profondo legame con il contesto culturale in cui si inserisce. Maria Cristina Bombelli Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne Milano, Guerini e Associati, 2009 La presenza del femminile nel mondo del lavoro è ormai una costante dell’economia mondiale. Questo non può però prescindere dalle evidenti difficoltà che le donne affrontano per mantenere salde le posizioni acquisite. Difficoltà che spesso costringono a rinunciare alle loro “genetiche” caratteristiche di femminilità. Delicatezza e sensibilità lasciano il posto alle proverbiali qualità dei leader coi pantaloni (cinismo, durezza, inflessibilità), abbattendo il loro potenziale contributo al mondo del lavoro, e causando innegabili disagi. Il saggio si presenta come una raccolta di confessioni, chiacchiere di corridoio, sfoghi e aperte denunce, con l’obiettivo di offrire alle lettrici spunti di confronto con la propria personale esperienza; di travalicare il singolare per creare una casistica comune; di fornire alle donne indicazioni concrete sul modo di affrontare le specificità femminili che hanno il potere di cambiare le regole nel mondo del lavoro. Susan Pinker Il paradosso dei sessi. Uomini, donne e il vero scarto fra i generi Torino, Einaudi, 2009 Accolto da molte polemiche, il saggio dimostra scientificamente la differenza tra i due sessi, facendo leva sulla genetica femminile. Secondo l’autrice, la diversità tra uomini e donne, soprattutto in ambito professionale, non risiede tanto nell’intelligenza ma nella presenza, nella donna, di un ormone, l’ossitocitina che, agendo sulla sfera sessuale, affettiva e materna, stimola il lato umano e impedisce l’imporsi del cinismo tipico delle carriere maschili. Ad una prima lettura, la tesi esposta emerge per il suo paradossale conservatorismo; in realtà, l’autrice non fa altro che riconoscere quelle naturali capacità femminili che possono essere considerate, se non superiori, almeno più variegate di quelle maschili. Il risultato è quello di un profilo “neuroscientifico” che rappresenta degnamente la complessità dell’universo femminile, composto da una schiera di angeli androgini, concreti come i più duri tra i lavoratori e sublimi come le più delicate delle creature ultraterrene. Allan e Barbara Pease Perché gli uomini lasciano sempre alzata l’asse del water e le donne occupano il bagno per ore? Milano, BUR, 2009 Scritto da una coppia di psicoterapeuti di fama mondiale, il libro promette, già dal titolo, una significativa carrellata di casistiche comuni sulle innegabili differenze tra i due sessi. Partendo dalle ultime ricerche nel campo della genetica e della biologia, sostenuti dall’analisi degli esempi reali offerti dai loro pazienti, i coniugi Allan e Barbara Pease forniscono ai lettori una divertente guida per scovare i punti di incontro che facilitano il dialogo tra i sessi. Il risultato non è solo uno dei tanti prodotti editoriali di auto-aiuto, ma un vero e proprio manuale di istruzioni, ricco di humour e serietà scientifica, con lo scopo di garantire la serenità affettiva e sentimentale e un importante insegnamento di fondo: forse un giorno gli uomini e le donne saranno uguali… aspettando che ciò accada, non ci resta altro da fare che sforzarci di capire, affrontare e imparare ad apprezzare le nostre differenze. Louann Brizendine Il cervello delle donne Milano, BUR, 2009 La differenza tra uomini e donne non è solo questione di peli. Nonostante l’appartenenza delle due specie al medesimo pianeta, l’origine dei loro esemplari è dominata da differenze basilari, capaci di spiegare misteri quali la disuguale capacità linguistica (le donne usano in media 20.000 vocaboli contro i 7.000 dei maschi), la difforme ossessione sessuale (le donne pensano al sesso ogni due giorni, gli uomini ogni 58 secondi), gli squilibri nella capacità di ricordare quei dettagli che infiammano per settimane spiacevoli discussioni. Il motivo di tali divergenze starebbe, secondo l’autrice, nelle peculiarità biologiche dei due sessi, nella presenza nell’organismo femminile di alcuni ormoni dell’ ”umanità” che si definiscono già dall’ottava settimana di sviluppo fetale. Un libro “utile per le donne”, che dalle sue tesi possono trarre conforto per le loro molte misteriose complessità, e “indispensabile per gli uomini”, che leggendolo possono smettere di credere di aver sposato un’aliena. Paola Leonardi, Ferdinanda Vigliani Perché non abbiamo avuto figli. Donne «speciali» si raccontano Milano, Franco Angeli, 2009 E’ opinione comune che l’essere madre sia requisito indispensabile dell’essere donna. L’emancipazione femminile, tuttavia, ha prodotto dei cambiamenti concettuali che aggiungono alla maternità accezioni quali creatività e fecondità intellettuale. Nasce così il concetto di maternità simbolica, sul quale le autrici di questo saggio riflettono, con l’aiuto di tredici interviste ad altrettanti importanti personaggi “in gonnella” della nostra società. Donne “speciali” perché interpreti di una scelta controcorrente: quella di cercare la propria realizzazione al di fuori della famiglia. Emergono, dalle interviste, situazioni esistenziali complesse e coraggiose: le autrici indagano le motivazioni profonde di una condizione considerata, dall’opinione comune, un’eccezione, e insistono sull’idea che l’essere donne senza figli può rappresentare un nuovo, e neanche troppo raro, modello di femminilità alternativa per tutte le altre donne alla ricerca di una propria dimensione. Le scarpe della principessa. Donne e l’arte di diventare se stesse Milano, Franco Angeli, 2009 C’era una volta una principessa, il cui padre, per non costringerla ad inutili sofferenze, fece spianare tutte le strade del regno, finché un giorno arrivò per lei il momento di camminare su terreni sconnessi, con i piedi protetti da un paio di scomode scarpe. Questa è la favola a cui si ispirano le riflessioni delle autrici, psicoterapeute di varie nazionalità. L’intento è quello di offrire a ogni donna un aiuto per affrontare i molti dubbi e timori causa di fragilità, ingenuità e impotenza. Suddiviso in nove capitoli, il libro affronta temi come il ruolo dei vizi e delle virtù tipicamente femminili nell’origine delle manie del quotidiano (come, per esempio, la cura eccessiva del proprio corpo); le sfide e le opportunità offerte dalle diverse stagioni della vita; le relazioni con gli altri; la necessità di fare ordine nella propria psiche per poter affrontare difficoltà concrete. Perché non è mai troppo tardi per imparare a camminare da sole come la principessa del titolo. Alessandro Meluzzi Uomini e donne. Naufraghi del millennio Reggio Emilia, Aliberti, 2009 A naufragare nel Terzo millennio, secondo Alessandro Meluzzi, è la società intera degli uomini e delle donne, sospinti su incerte imbarcazioni nel mare delle contraddizioni della vita, molte delle quali generate dalla impenetrabile differenza che caratterizza i due sessi. Confusi ulteriormente dalla progressiva scomparsa dell’istituzione del matrimonio, e minacciati dall’indeterminatezza della più moderna convivenza, uomini e donne si trovano costretti a inventare libertà espressive, codici linguistici e nuove consuetudini che decretano la crisi del rapporto. A partire dallo studio di alcuni single case e delle testimonianze di pazienti che si rivolgono a Meluzzi per districarsi nei meccanismi della vita in comune, l’autore offre ai naufraghi una bussola: l’analisi delle dinamiche che scandiscono il rapporto tra i sessi, lo studio e la comprensione degli aspetti caratteristici di questi universi paralleli, tesi comunque “alla ricerca della Speranza sul sentiero dell’eterno mistero dell’Amore”. Marija Gimbutas Il linguaggio della Dea Roma, Venexia, 2008 Pietra miliare dell’archeomitologia, pubblicato per la prima volta nel 1989, “Il linguaggio della Dea” dell’archeologa Marija Gimbutas ha letteralmente rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. Basandosi su approfonditi studi storici della civiltà arcaica dell’Europa Antica, analizzando più di 2000 reperti (in parte già noti, in parte recuperati dalla stessa archeologa durante gli scavi nel bacino del Danubio e a nord della Grecia, tutti riprodotti nel libro), l’autrice ha ascoltato e diffuso “il linguaggio della Dea”, ha dimostrato, cioè, la centralità della figura femminile nella storia del mondo. Dalla trattazione dell’autrice emerge l’esistenza di una raffinata cultura matrifocale, basata non sul potere assoluto della donna, ma su una società gilandrica, dove uomini e donne vivevano un rapporto di parità. Un culto che, secondo l’autrice, ha influenzato le epoche successive fino a radicarsi nel folclore popolare e nel mistero della spiritualità delle nostre origini. Abitare il mondo al femminile Azzano San Paolo, Junior, 2009 Quando il pensiero è quello di una donna, esso porta con sé il legame con il corpo e con la vita emotiva. In questo saggio, i contributi raccolti invitano ad “abitare il mondo al femminile”, imparando a pensare come risorse tutte quelle differenze tra i sessi che l’opinione comune considera come complicazioni. Le riflessioni proposte cercano, invece, di dimostrare la necessità di ristrutturare il pensiero partendo, innanzitutto, dall’educazione. Cosa cambia se a condurre l’aula c’è una donna? Com’è possibile, dal momento che anche la scienza lo dimostra, che le caratteristiche dell’osservatore non condizionino quanto viene osservato? Molte donne, oggi, si stanno facendo carico di un lavoro di ridefinizione del pensiero, che ha come obiettivo la riabilitazione dell’importanza della declinazione di genere. L’abbattimento delle differenze in nome di una neutralità del linguaggio porta alla negazione della presenza femminile, che invece, attraverso il sentire soggettivo, può dare nuovo senso al pensiero dominante. Sagarpriya DeLong Le due sponde dell’amore. Maschile e femminile interiori Milano, Apogeo, 2009 Il mercato editoriale offre una grande quantità di mezzi per “conoscere se stessi”. Si tratta per lo più di metodi pratici, che insegnano a pensare e agire per raggiungere determinati obiettivi. Sagarpriya DeLong, seguace di Osho, ha intuito invece, grazie agli insegnamenti del noto filosofo indiano, che la via giusta per raggiungere la conoscenza interiore consiste piuttosto nel “riposare nella verità”. Mettendo in pratica per prima gli insegnamenti di Osho, l’autrice ha scoperto che il proprio sé è innanzitutto multi-dimensionale: dentro di noi convivono due polarità energetiche opposte, il maschile e il femminile, che danzano l’una con l’altra, godono della reciproca compagnia, ma possono anche combattersi e ostacolarsi. L’individuazione e la definizione di queste due metà e la capacità di riportarle in equilibrio, rende possibile la realizzazione di una affascinante armonia, che parte dall’appagamento della propria identità per giungere alla soddisfazione dei rapporti con il mondo. Alessandro Calligaro Femmine folli. Il lato oscuro del femminile dalla Bibbia a Kill Bill Roma, Castelvecchi, 2009 Dedicato a tutti coloro che sono stufi dell’archetipo della donna “angelo del focolare”, e preferiscono l’immagine di una femminilità aggressiva, implacabile e violenta, questo saggio di Alessandro Calligaro offre un “catalogo” di donne toste, estranee al luogo comune che le inchioda nel ruolo di madri, mogli e figlie. Sono “femmine folli”, pericolose criminali, artefici di delitti efferati; sono simboli di un Eros decadente, come la spietata Salomè, o implacabili assassine, come la terrificante “Saponificatrice di Correggio”. Sono amanti accecate dalla passione, accostate in un mosaico di ritratti a tinte forti, passionali e indimenticabili; donne impetuose e atroci intrecciate, con parole e immagini, in un arazzo di storia del genere femminile che si impone come alternativa ai canoni classici di dolcezza e docilità. Sono icone della diversità, del disagio e della follia che incarnano, nei modi più violenti, i lati più oscuri dell’animo umano. Stephen Gundle Figure del desiderio. Storia della bellezza femminile italiana Roma-Bari, Laterza, 2009 Belle, formose e passionali, le donne italiane rappresentano un ideale di femminilità in contrasto con le bionde, esili bellezze occidentali. Stephen Gundle riassume in queste pagine i tratti salienti della storia della bellezza femminile italiana: dalle avvenenti contadine dell’Ottocento alle primedonne del teatro e alle stelle del cinema, come Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Maria Grazia Cucinotta e Monica Bellucci, rappresentanti di un modello di fascino capace di risvegliare il desiderio di “dolce vita”. La bellezza femminile, considerata dalla cultura patriarcale alla stregua di un “accessorio”, viene riabilitata da questo saggio che ne mette in evidenza i caratteri sociali, politici, culturali: essa diventa quindi, nella storia italiana dal Risorgimento ai giorni nostri, una bandiera di identità, uno strumento di propaganda e di richiamo, un criterio di selezione, palcoscenico e fonte di lucro, in grado di svelare aspetti importanti della nostra cultura. Sandra Puccini Nude e crudi. Femminile e maschile nell’Italia di oggi Roma, Donzelli, 2009 La storia del nostro Paese è disseminata di cambiamenti sociali, avvicendatisi in modo rapido, disordinato e sconcertante. Prendiamo, per esempio, la figura della donna: in principio ci furono la contestazione, il femminismo e la liberazione sessuale; poi venne la donna-oggetto, esposta in tv come nella vetrina di un macellaio. Qual è il nesso che tiene insieme tutti questi mutamenti? Quali ripercussioni ha tutto questo sui ruoli e le identità sessuali, sugli uomini e sulle donne? Sandra Puccini esamina in questo saggio le rappresentazioni sociali e mediatiche della figura femminile, dalla carta stampata ai programmi televisivi, dalla letteratura alle telecomunicazioni, mettendo in evidenza, con meticolosità e sistematicità, i ribaltamenti culturali che esse sottintendono: l’ambiguità e la finzione dell’identità sessuale, la oggettualizzazione della donna, la rovina dell’uniformità femminile. Immagini e parole per raccontarci la trasformazione della cultura italiana contemporanea. Lori Lansens Il mio corpo elettrico Milano, Mondadori, 2010 Un corpo obeso può essere una prigione. Mary Gooch, per esempio, lo sa bene. Benché ancora giovane e non molto lontana da un passato diverso, Mary ha perso tutte le speranze, tutti i desideri, tutte le ambizioni. Il suo corpo ha preso il sopravvento, l’ha trasformata in qualcosa di estraneo, le ha sottratto autonomia, l’ha resa dipendente da un marito protettivo e premuroso, che il giorno del loro venticinquesimo anniversario di matrimonio scompare nel niente. Sarà proprio questo evento a segnare una svolta nella vita di Mary: incapace di accettare la scomparsa del marito, la donna decide di reagire all’apatia in cui è precipitata e di affrontare un viaggio on the road, oltre i confini canadesi dai quali non è mai uscita, attraverso un’America inedita e avventurosa, alla ricerca dell’amore perduto, ma soprattutto di una nuova consapevolezza di se stessa. Un romanzo appassionante e avvincente, una storia triste ma ricca di humour e intuizioni, sul mondo delle emozioni umane e sul rapporto di una donna con il proprio corpo. Nicola Lecca Il corpo odiato Milano, Mondadori, 2009 Gabriele ha diciannove anni e un profondo senso di noia, dovuto alla mediocre vita borghese che conduce in un paese di provincia dell’Appennino Marchigiano, o forse all’assenza di un lavoro appagante, o di un amore vero. È per questo che Gabriele decide di partire. Destinazione Parigi, dove trova lavoro presso una prestigiosa gioielleria del centro, e dove comincia la sua personalissima guerra contro l’imperfezione. L’obiettivo è quello di realizzare su se stesso il corpo ideale, adatto ad essere amato da un altro uomo. Pagina dopo pagina, con rabbia, scoraggiamento e perfino disgusto, il corpo di Gabriele si consuma, si affama, si plasma in un’attività fisica portata all’estremo nel tentativo di accettarsi e di assomigliare sempre più ad un’irraggiungibile immagine interiore. Con onestà e semplicità, Nicola Lecca ci racconta l’inferno di un ragazzo esigente e feroce come il più accanito dei giudici, che attraverso la lotta contro il suo corpo combatte contro se stesso alla ricerca di una necessaria auto-affermazione. Pietrangelo Buttafuoco Fimmini. Ammirarle, decifrarle, sedurle Milano, Mondadori, 2009 Fondoschiena “ammiccanti” in copertina, caviglie risaltate da tacchi vertiginosi, abiti fascianti: questa è la confezione di un irriverente catalogo di “femmine” fatali, che Pietrangelo Buttafuoco offre come omaggio impudico alla donna, celebrata in tutto il suo potere di seduzione. Si parla di Brigitte Bardot, la belva di Saint Tropez; di Carla Bruni; dei modelli di femminilità incarnati dalle donne del passato e del presente, da Edda Ciano, a Ava Gardner; da Leni Riefenstahl, che trionfò sui palcoscenici con bellezza ambigua, a Nicole Kidman, che ammalia il mondo con la sua candida schiena. Un prontuario di seduzione, quello di Buttafuoco, in cui accanto alla narrazione di intoccabili bellezze si dispensano utili insegnamenti su come conquistare una “fimmina”, con divertita leggerezza, savoir-faire e la giusta dose di galanteria. L’esempio è quello illustre di abili seduttori, come l’“Amateur” Porfirio Rubirosa, il bel Walter Chiari e il “terrore dei mariti” Tommaso Staiti. Alessandra Pierelli E ora viene il bello. Il bisturi è l’inferno della bellezza Roma, Aliberti, 2009 Conosciamo Alessandra Pierelli dai tempi di “Uomini e Donne”, nota trasmissione televisiva che fa dell’amore e del corteggiamento un fenomeno mediatico. Abbiamo ammirato la sua bellezza, seguito la sua storia d’amore, fatto il tifo per lei. Poi è scomparsa, all’improvviso, come all’improvviso era apparsa. Ora esce la sua biografia, che ci racconta una storia shockante, fatta di ambizione, incertezze e dolore. L’insicurezza e la giovane età la spingono a ricorrere al bisturi, ma quello che si prospettava come un banale intervento di routine diventa un vero e proprio calvario, fatto di complicazioni di ogni genere, esami invasivi e una lunghissima convalescenza, dalla quale Alessandra esce provata, ma con una nuova consapevolezza e con la certezza di aver finalmente trovato la propria strada. Oggi, trentenne e con una stima rinnovata, racconta il suo nuovo percorso di vita, l’amore per il teatro, il desiderio di avere una famiglia unita e la rassicurante accettazione di sé. Carole Martinez Il cuore cucito Milano, Mondadori, 2009 Mani di donna, mani di fata, e quelle della giovane Frasquita e di tutte le donne della sua famiglia non fanno eccezione. Eredi di un dono potente e terribile, destinato ad assumere forme diverse di generazione in generazione, madri e figlie sono coinvolte in un unico disegno. Il dono è conservato in una vecchia scatola di legno, custode di ciò che ognuno spera di trovarci. Frasquita ne ha tratto aghi e fili di tutti i colori esistenti in natura, con i quali ha dato vita a magnifici ricami, è sbocciata ed appassita come un fiore, ha cucito a sé i destini di molte vite. Un potere smisurato, quello che la donna ha esercitato sul suo mondo, guadagnandosi però il sospetto e la diffidenza di un intero villaggio. Questo, sorto e cresciuto all’ombra della superstizione e del malanimo, una volta comprese le vere potenzialità di un talento tanto spiccato, non ha esitato a rinnegare la sua sarta, costringendola ad allontanarsi e dando così il via ad una splendida epopea, sulla scia dei più intensi capolavori della letteratura spagnola. Paola Musa Il terzo corpo dell’amore Roma, Salerno, 2009 Rosy non lo sa come si fa a diventare donna. Nessuno si è mai preso la briga di spiegarglielo, di raccontarle i cambiamenti del corpo, di seguirla nella trasformazione. I cambiamenti però accadono, che se ne sia consapevoli o meno, e quando il proprio mondo è fatto di pensieri semplici e piccoli rituali che preservano dal caos dell’adolescenza, possono provocare effetti disarmanti. Rosy è incapace di governare la propria maturità fisica, lo scorrere feroce del sangue, i rossori, i desideri e quell’improvviso calore nel petto. Rosy trova una strada per gestire il cambiamento e la segue con istinto e inconscia determinazione. Forse il modo migliore per affrontare tutto questo è buttarsi a capo fitto nel cambiamento. Trascinata dall’irruenza delle sue amiche, incalzata da una madre nervosa e insoddisfatta, sostenuta da un fratello adorato, Rosy varcherà drammaticamente la soglia del mondo adulto, affrontando suo malgrado tutte le tappe necessarie per giungere ad un’elaborazione raffinata di sé, del suo corpo e dell’amore. Emiliano Reali Se Bambi fosse trans? Roma, Azimut, 2009 Il romanzo di Emiliano Reali, giovane autore impegnato con la sua terza fatica letteraria, si inserisce in un contesto di estrema attualità. Protagonista della storia è un giovane transessuale, alle prese con l’amara realtà di una società metropolitana sempre più attratta dalla trasgressione, ma ugualmente pronta a nascondersi rapidamente nell’ipocrisia dei benpensanti. Di giorno Giacomo, omosessuale alle prese con la vita quotidiana, i rapporti personali, le difficoltà professionali; di notte Bambi, l’altra faccia della medaglia, che soffre di più per emergere, che, vestita di abiti diversi, deve fare i conti con il giudizio degli altri, con le convenzioni e con la falsità. Ed è proprio questa necessità di affermazione che rende Bambi uguale a molti. La sua storia, in fondo, è quella di tante persone, che amano, soffrono, cercano comprensione. Storie apparentemente diverse, che un filo impercettibile e sottile tiene insieme, nelle quali si è portati ad immedesimarsi per l’universalità dei sentimenti che raccontano. Corpi. Ventuno racconti e una ballata fra terra e cielo Milano, Mondadori, 2009 Il corpo della donna ha ispirato i racconti di questa antologia. Tutti scritti da donne, tutti immersi nella materialità delle forme, degli odori, delle luci e delle ombre dell’oggetto del desiderio per eccellenza. Diverse per genere e per stile, amare o lievi, ironiche o drammatiche, realiste o surreali, le storie raccontano di corpi finti, modelli di ipocrita bellezza scolpiti nella plastica con il bisturi; ma narrano anche di carne reale, che porta come medaglie i segni del tempo. Corpi da amare e venerare; ma anche corpi da odiare, mortificare, cancellare. Corpi che si lasciano condizionare dai moti dell’anima e corpi che non si allontanano dalla ragione; corpi illogici ed emozionali, sensibili e passionali, che nascono, muoiono, cambiano, mirano alla perfezione o all’annullamento. Corpi che soffrono la fame, il freddo e la solitudine, oppure sono scaldati dal calore di un affetto. Corpi che tradiscono e si vendicano, si incontrano, si desiderano, si intrecciano e poi si dimenticano. Elisabetta Ruspini Le identità di genere Roma, Carocci, 2009 Il concetto di “genere” è stato coniato dal cosiddetto “femminismo di seconda ondata” come reazione al determinismo biologico che riconosce esclusivamente nel sesso la differenza tra uomini e donne. Secondo il pensiero femminista, raccolto ed esposto da Elisabetta Ruspini, la differenza tra uomini e donne non è solo una questione biologica. Il genere implica una reciprocità di rapporto tra i due sessi, da definirsi come dialettico e in continua evoluzione, durante il quale si creano la condizione femminile e quella maschile. C’è quindi una sostanziale differenza fra il termine “sesso” e il termine “genere”. Il primo indica le differenze fisiche tra femmine e maschi; il genere, invece, si riferisce alle “differenze socialmente costruite fra i due sessi e ai rapporti che si instaurano tra essi in termini di comportamenti distintivi e appropriati”. Il genere è dunque un’istanza culturale, in quanto è definibile come il prodotto di un processo di codificazione storico e socio-culturale delle differenze tra uomini e donne. Alex Kuczynski La bella & la bestia Roma, Elliot, 2009 Vittime dell’inganno di questo secolo, le donne si affidano sempre più spesso al detto che “per essere belli bisogna soffrire”. La lotta contro l’invecchiamento visibile, l’incapacità di accettare il proprio corpo che cambia sono diventate il combustibile per l’industria della bellezza artificiale. La bellezza è diventata il nuovo femminismo, e decidere lucidamente di modificare il proprio corpo rappresenta per le donne un modo per dimostrare libertà e autonomia, anche a costo della propria vita. L’autrice, giornalista del New York Times, parla in questo saggio della follia dilagante per la conquista di un corpo perfetto. Protagonista lei stessa di numerosi interventi di chirurgia estetica, enumera in queste pagine i rischi di un comportamento che ha tutte le caratteristiche di un’epidemia sociale: rinoplastiche, liposuzioni, iniezioni di gore-tex per non parlare degli interventi più assurdi, motivati nel migliore dei casi dal desiderio di una rinnovata giovinezza, o semplicemente dall’acquisto di un paio di scarpe all’ultima moda. Gabriella Romano Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale Roma, Donzelli, 2009 Quella di Luciano è una storia eccezionale: quella di un bambino inquieto, cresciuto in una famiglia borghese nella provincia degli anni ‘20; quella del giovane disertore, prima dall’esercito italiano e poi da quello tedesco; quella del deportato che cerca di fuggire dal campo di concentramento; quella dell’omosessuale che trova la sua vera strada nei panni di Lucy, e che non smette di scappare, da Bologna a Torino, da Torino a Parigi, per vedere un mondo che in Italia ancora non esisteva. È il percorso di chi ha vissuto la sofferenza, la solitudine e l’abbandono, ma ha sempre trovato il modo di andare avanti. È la voce di chi ha sempre scelto coraggiosamente la strada più difficile, pagandone spesso le conseguenze. È il viaggio di un valoroso attraverso i momenti più significativi del Novecento; una storia lacunosa, perché i ricordi sono sempre selettivi, e la memoria fallisce se non viene esercitata, ma ricca di onestà e incline, nonostante tutto, al perdono. Graziella Morselli Nel corpo è l’origine. Studio sui vissuti femminili della procreazione Roma, Armando Editore, 2009 Il saggio di Graziella Morselli sulla procreazione affronta in maniera originale l’aspetto filosofico della maternità, ovvero il processo della coscienza femminile nel momento del concepimento. Argomento spesso trascurato dalla cultura patriarcale, considerato secondario anche dalla riflessione bioetica, viene qui esaminato con l’idea di individuare le tendenze psico-corporee che lo svolgersi della gravidanza attiva nelle donne. Il percorso di gravidanza viene caratterizzato in una serie di momenti che segnano lo sviluppo della coscienza femminile: dall’accettazione del feto come parte di sé, alla progressiva consapevolezza del proprio ruolo di nido, con la conseguente maggiore attenzione nei confronti del proprio corpo e di quello che lo alberga. Nasce così quella intenzionalità materna che non solo caratterizza l’unione del corpo e della psiche della donna che affronta la maternità, ma è anche da intendersi come ciò che qualifica la nascita umana, e quindi l’umanità. Elisabetta Moro L’enigma delle sirene. Due corpi, un nome Napoli-Roma, L’Ancora, 2009 Incantatrici e maliarde, esseri fatati al confine del mondo dei mostri marini, le sirene appartengono alla tradizione mitologica fin dall’antichità greca e continuano tutt’oggi ad abitare il nostro immaginario assumendo sempre nuove sembianze. Metà donne e metà animali, talvolta pesci, talvolta uccelli, la loro figura rappresenta culturalmente l’emblema della metamorfosi e della trasformazione, nonché quello della capacità femminile di trarre a proprio vantaggio la ingenuità maschile. Essere affascinante e infido, dal nome unico e dal duplice corpo, la sirena è l’oggetto di studio di questo saggio, con il quale Elisabetta Moro continua il lavoro iniziato nella sua prima pubblicazione, “La santa e la sirena”; un affascinante itinerario documentario e iconografico che, percorrendo le coste del Mediterraneo da Napoli alla Palestina e ritorno, esamina fonti d’archivio, opere d’arte, illustrazioni e opere letterarie sulle tracce di questa misteriosa creatura e dei segreti che incarna. Adonis Storia lacerata nel corpo di una donna Parma, Guanda, 2009 Questa nuova raccolta di liriche del poeta siriano Adonis è allo stesso tempo epica e drammatica. È la voce del corpo della donna, che parla alla luna, alle stelle, al deserto, e parla di sé, della propria forza carnale ed emozionale, con la quale cerca di conquistare nel mondo un ruolo diverso e decisivo. La storia è quella di una schiava e di suo figlio profeta. Il poeta si cala nella voce e nel corpo di Hagar, partecipa con lei e attraverso di lei al segreto dell’amore, della creazione, della vita. Scrive versi al femminile, ricchi di sensualità e misteri, che glorificano l’amore come potenza rivoluzionaria, come dogma che domina l’universo, contro ogni costrizione naturale. A quelli che disprezzano lei e l’amore chiede: “Perché allora l’universo scrive i suoi segreti / con mano di innamorato?”. Il corpo della donna è inizio e fine dell’universo, è la mano che scioglie ogni nodo, il vero protagonista di questo libro ricco di riferimenti alla cultura e alla poetica occidentale più amata dall’autore. Michela Murgia Accabadora Torino, Einaudi, 2009 «Acabar», in spagnolo, significa finire. E in sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un’assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l’ultima madre. Per la piccola Maria, l’Accabadora di Soreni rappresenta l’unica madre degna di chiamarsi tale. Ultima figlia di una madre vedova, con tre femmine da campare, Maria è più un peso che una gioia. Tzia Bonaria invece è sterile e, secondo l’usanza del tempo, pronta a farsi carico dei fardelli altrui, prendendosi in casa Maria come “fill’e anima” e provvedendo alla sua crescita e alla sua educazione. Gli anni dell’infanzia scorrono felici, tra le pieghe della stoffa che Bonaria cuce e quelle della vita che il paese conduce, ma con l’adolescenza arriva anche la consapevolezza, e il vero nome delle cose affiora in superficie: quindi, l’amicizia diventa ammirazione, il corpo riparo, il lutto diventa festa e il delitto la compassione di un essere umano tanto pietoso e generoso come solo una donna può essere. Andrea Camilleri Il tailleur grigio Milano, Mondadori, 2009 Autore fertile di romanzi ricchi di personaggi femminili dai caratteri forti e dalle bellezze conturbanti, Andrea Camilleri dà alla luce, con la protagonista del “Tailleur grigio”, una figura di grande complessità e forza evocativa. Moglie di un direttore di banca al primo giorno di pensione, Adele è una donna giovane, bellissima e ambigua, affascinante frutto di un passato nebuloso, che emerge a tratti dall’intreccio del romanzo. Dei suoi trascorsi, il lettore può avere solo pochi sospetti, che ruotano intorno ad un abito, il tailleur grigio del titolo, che la donna indossa soltanto in determinate occasioni. Passionale e intrigante, dolcissima e crudele, la figura di Adele è quella di una “femme fatale” che domina sui personaggi del romanzo e colma gli eventi della sua inquietante presenza. Una donna-ragno, che tesse una tela fatta di seduzione e malizia, di egoismo e piccole concessioni, nella quale imprigiona vittime sprovvedute, che non manca di celebrare con rituale trasporto. Danièle Flaumenbaum Donna desiderata, donna desiderante Roma, Borla, 2009 Spesso le donne soffrono del peso inibitore della sessualità di cui i nostri avi sono stati prigionieri. Nella società attuale, dove non esistono più divieti morali e la pornografia invade i media, bambine, adolescenti e adulte non possono vivere ed esprimere liberamente il proprio desiderio sessuale, poiché esso continua ad essere disapprovato e colpevolizzato dalla società dei benpensanti. Accettata e riconosciuta come oggetto del desiderio, la donna non può esserne apertamente soggetto, e questo, secondo l’autrice Danièle Flaumenbaum, ginecologa ed esperta agopuntrice, determina una repressione della femminilità che produce conseguenze dannose per la salute psicofisica della donna. È indubbio che la sessualità è una delle attività umane più difficili da vivere, in quanto induce la parte più intima di noi stessi ad entrare in comunicazione con l’intimità dell’altro. Attuare questo tipo di comunicazione non richiede capacità prodigiose, ma nasce innanzitutto dalla ristrutturazione del sé. Giuseppina Torregrossa Il conto delle minne Milano, Mondadori, 2009 Questo è il “conto” di una poderosa devozione, quella delle donne nei confronti del loro corpo e dell’amore che esso suscita. Agata ne è la protagonista: unica femmina di una famiglia impostata al maschilismo, rifiutata dai genitori a vantaggio dei fratelli maschi, la piccola trascorre l’infanzia nella casa dei nonni, che sono per lei educazione, crescita e maturazione, e insieme riparo di antiche superstizioni, fatte di dolci impasti e preghiere. Il culto di Sant’Agata scandisce gli anni dell’infanzia della protagonista, che ogni 5 febbraio viene accolta nella cucina profumata della nonna per la preparazione delle deliziose “minne”, dolcetti di ricotta e glassa, propiziatori della benevolenza della santa. Quando, con la maturità, le priorità cambiano, Agata distratta dall’amore, dal desiderio e dalla sottomissione dimentica gli insegnamenti e abbandona le antiche abitudini, trovandosi in un turbine di dolore dal quale solo la forza della sopravvivenza e la delicatezza di una nuova amicizia riusciranno a salvarla. Andrea Camilleri Il sonaglio Palermo, Sellerio, 2009 Ultimo della Trilogia della metamorfosi, “Il sonaglio” chiude, con una storia d’amore struggente, il ciclo virtuoso della trasformazione del corpo che asseconda i sentimenti. Protagonista è Giurlà, giovane mandriano di capre che nell’isolamento conosce l’ardore della passione, la seduzione dei fluidi, la vibrazione dei corpi attraverso il calore, il profumo e la morbidezza di una capra. Beba è ferina e misteriosamente umana: consola, desidera, attende e pretende. Ostinata e fedele, sa amare e farsi amare. Giurlà, invece, non sopporta né distanza né attesa, e da Beba non si separa mai, nemmeno quando il capo mandriano gli assegna una casa vera, o quando, adulto, il ritegno che sente di aver perduto gli impone la scelta tra il mondo degli uomini e quello degli animali. Proprio come succedeva nell’antichità, quando gli dei e le ninfe scambiavano la loro natura con gli altri esseri del creato, o come raccontavano i pastori e i pescatori, narrando dei tempi in cui gli animali parlavano e le donne diventavano alberi o sirene. Sara In un corpo senza carne Milano, Tea, 2010 La storia è quella del dramma dell’anoressia. Sara è stata violentata a diciannove anni dal suo datore di lavoro. Il suo calvario ha inizio allorché alla ricerca di un impiego per pagarsi gli studi universitari ha un colloquio con il responsabile di una ditta di giocattoli e poi un breve contratto di lavoro che si rivelerà un inferno. Per timore di non essere creduta non parlerà mai della violenza sessuale subita, ma in lei si farà strada una terribile idea che metterà in pratica con lucida determinazione: il suo corpo dovrà perdere le forme tanto desiderate dal suo violentatore. Sara pianifica la distruzione di sé. Arriva a pesare trentasette chili. Scopre in rete il mondo Pro-Ana, a favore dell’anoressia e ne segue i precetti: diminuire l’apporto calorico, vomitare in caso di lauti pasti e perseguire la magrezza ad ogni costo. Subisce due ricoveri per collasso, fino a quando la scintilla della vita nasce di nuovo in lei, lentamente e soprattutto grazie alla sua passione per la danza e all’intervento di alcuni specialisti. Nancy Amanda Redd Il mio corpo. Body drama Firenze, Giunti, 2010 Per un’adolescente, le trasformazioni del corpo possono davvero rappresentare un dramma. Questo coloratissimo manuale può essere per molte un’ancora di salvezza. I temi trattati sono quelli più comuni della pubertà: dalle mestruazioni alla depilazione, dalla scelta della biancheria intima ai disagi delle piccole o grandi infiammazioni vaginali; dai problemi di evacuazione alle questioni igieniche; dal controllo del peso alla contraccezione, senza trascurare gli aspetti più “frivoli” come la cura di tatuaggi, piercing e altre questioni estetiche. Per quanto, a prima vista, i contenuti possano risultare espliciti e lasciare interdetti, il libro riflette preoccupazioni e tormenti con cui le ragazze si confrontano ogni giorno, trattati dalla giovane autrice (e dalla consulenza di un’esperta) con chiarezza e una buona dose di auto-ironia, insieme al supporto di un abbondante corredo foto-didascalico che mostra “senza peli sulla lingua” l’aspetto che le donne hanno veramente, e ciò che succede ai loro corpi in natura. James A. Levine Il quaderno azzurro Milano, Piemme, 2009 Talvolta la bellezza, tanto desiderata e ricercata, può essere il peggiore dei doni della natura, soprattutto quando abita nel corpo di una bambina, figlia d’avanzo di una famiglia indigente, che non esita a disfarsene come un ferro vecchio, vendendola ad un bordello. Batuk, però, possiede un altro dono, che sembra quasi esserle stato concesso a compensazione del primo, fonte di tanto dolore. Batuk sa scrivere, e nella gabbia nella quale è imprigionata, la matita di cui è proprietaria e il quaderno azzurro che riesce a procurarsi diventano per lei l’unica consolazione. Dando forma alla propria voce interiore, la piccola scrive delle sue esperienze, dei clienti che frequentano il bordello e delle persone che incontra sulla sua strada, con l’innocenza incorrotta di un’anima ancora bambina, nonostante il destino sia quello di un’adulta consumata. Scrive di vita vera, senza rassegnazione, ma con la speranza di un futuro migliore, e trova, nella fantasia, l’alternativa alla bruttura del quotidiano. Anna Capelli, Riccarda Serri Tutte ragazze. Come affrontare con eleganza il tempo che passa Milano, Piemme, 2009 Il mercato editoriale ha finalmente scoperto la donna matura, e questo libro si inserisce a pieno titolo nella nuova corrente, offrendo una serie di consigli su come affrontare con serenità gli anni che passano. Diversamente da quanto accadeva in passato, oggi le cinquantenni non si rassegnano più al ruolo di madri e nonne: si sentono spesso più giovani delle loro figlie, e vogliono, di conseguenza, assomigliarle. Le autrici di questo saggio offrono a tutte le signore di mezza età una serie di rassicuranti consigli su come “coltivare” la giovinezza senza necessariamente ricorrere al chirurgo estetico. Partendo dal concetto che il tempo non si può fermare, ma solo rallentarne gli effetti, propongono soluzioni, strategie globali, nuovi stili di vita dai quali tutte le donne, giovani e meno giovani, possono trarre spunto per trovare un nuovo equilibrio. D’altronde, ricevere dallo specchio un’immagine gradevole è una piacevole esperienza, a tutte le età! Alessandro D’Avenia Bianca come il latte rossa come il sangue Milano, Mondadori, 2010 Leo è un sedicenne come tanti: ama la musica, la libertà, gli amici e i colori. Il rosso della passione e dei capelli di Beatrice, soprattutto. Il bianco no, invece, perché è il colore del vuoto e del silenzio, e fa paura. Quest’anno, la scuola sembra più interessante del solito: il torneo di calcetto, e un supplente di filosofia che ispira un po’ più di coraggio. Questo sembra l’anno in cui i sogni si realizzano, e Leo decide di tingersi la vita di rosso, di conquistare Beatrice. Beatrice, però, è malata di leucemia, e quella che avrebbe dovuto essere la scoperta dell’amore diventa per Leo un incontro con il dolore, il confronto con le grandi domande della vita. Ispirato ad una storia vera, scritto da chi gli adolescenti li frequenta in classe ogni giorno, il romanzo di Alessandro D’Avenia ha la forza di una ventata di aria fresca. Sotto un tono scanzonato e irriverente, si cela una profonda riflessione: il dolore è la pietra di paragone della vita; per darle un senso bisogna imparare ad accettarlo. Francesca Petrizzo Memorie di una cagna Milano, Frassinelli, 2010 Scritto da un’esordiente empolese di soli diciannove anni, “Memorie di una cagna” è la storia struggente, poetica e travagliata di Elena di Troia. La protagonista racconta la sua storia, narrata, dipinta e cantata in tutte le epoche dai più grandi artisti del mondo: la bellezza contesa dai dignitari dell’epoca, l’infanzia viziata dall’invidia della sorella, la scelta di concedersi sposa al più vecchio dei suoi pretendenti, e poi l’amore vero, l’ardore di Paride, la fuga e la guerra. “La cagna”, così la chiamano gli uomini dell’equipaggio, perché il pregiudizio rende ottusi, e incapaci di riconoscere il cammino di una donna verso la crescita e la consapevolezza, la sua capacità di trasformare ogni amore in un passo verso il compimento del proprio destino. Emozionante e ispirato, un romanzo che incatena alla pagina e sorprende per la modernità della protagonista, archetipo di tutte le donne che nel corso dei millenni hanno opposto le ragioni del cuore a quelle del potere.