GABBIANO REALE - Uccelli da proteggere

Specie protette dalla Direttiva Uccelli
GABBIANO REALE
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Larus michahellis
Gabbiano reale, di M. Mendi
Ordine: Charadriiformes Famiglia: Laridae
Il Gabbiano reale è un uccello di dimensioni medio-grandi: raggiunge infatti una lunghezza di 55-65 centimetri, con
un’apertura alare che può raggiungere i 150 centimetri, per 1,25 kg di peso. Maschio e femmina adulti presentano una
livrea praticamente identica, con corpo e testa bianchi, dorso e ali grigio chiaro ed estremità delle ali nere con alcune
macchie bianche. Attorno all’occhio è presente un sottile anello rosso, mentre il becco e le zampe sono gialle. I giovani
mostrano una colorazione di base bianca, ma fittamente punteggiata di marrone. Solo dal quarto inverno la livrea va ad
assumere l’aspetto definitivo dell’adulto.
Da qualche tempo considerato specie a sé stante – in precedenza lo si riteneva conspecifico del L. argentatus e del L.
cachinnans – il Gabbiano reale è presente con la sottospecie nominale L. m. michahellis in Italia, Portogallo, Francia
atlantica, Mediterraneo e Mar Nero. La sottospecie L. m. atlantis frequenta le Azzorre, l’isola di Madeira e le Canarie,
spingendosi probabilmente fino alle coste del Marocco e della Penisola Iberica.
In Italia sedentaria e nidificante, le sue popolazioni più importanti abitano Sardegna, Sicilia, isole minori e coste dell’Alto
Adriatico. Meno abbondante nel resto della Penisola, anche se dagli anni ’70 del secolo scorso ha iniziato a colonizzare i
grandi laghi interni (Lago Maggiore, Lago di Como, Lago d’Iseo, fino ai laghi di Bolsena, Alviano, Nazzano, ecc). Da
qualche tempo lo si avvista con regolarità anche in grossi centri urbani quali Roma, Trieste, Genova e Livorno.
Si nutre prevalentemente di pesce, ratti, animali morti e scarti dell’alimentazione umana. Da alcuni decenni i gabbiani
reali hanno imparato a trovare cibo nelle discariche urbane, ma prelevano i rifiuti anche direttamente dai cassonetti
dell’immondizia. Tra le sue prede vi sono anche altri uccelli, che catturano in volo – come storni e rondoni comuni – o
prelevano dai nidi. Nidifica a terra su barene, isolotti e anche su manufatti, in particolare sui tetti in città, dove trova
grandi quantità di cibo e assenza di predatori. Depone una o due uova, covate per 25-27 giorni, mentre i pulcini lasciano il
nido dopo circa 40 giorni dalla schiusa: peculiare della specie è la macchia rossa presente nella parte bassa del becco, in
prossimità della punta, che serve da riferimento ai pulcini per chiedere il cibo agli adulti durante lo svezzamento.
Prospettive
La specie è sufficientemente studiata e buone sono le conoscenze su trend delle popolazioni, ecologia e biologia
riproduttiva. Il forte interesse sviluppatosi attorno al Gabbiano reale è ben riflesso, peraltro, dal netto aumento nel numero
di soggetti inanellati in Italia dagli inizi degli anni ’80 ai primi anni ’90.
Allo stesso tempo, la maggioranza degli studi recenti su vari aspetti della biologia della specie è concentrata in ambito
urbano. Ciò a seguito della sensibile espansione della specie in aree urbane e ai paralleli problemi connessi alla sua
eccessiva concentrazione in città. Pur essendo ben conosciuta e relativamente abbondante, trattandosi di specie coloniale
non è possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV).
La specie mostra attualmente un buono stato di salute, tale da non richiedere particolari misure di conservazione. In ogni
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caso, poiché il territorio nazionale ospita circa un quinto della popolazione mondiale di Gabbiano reale, è opportuno
vigilare attentamente sulle minacce che potrebbero influenzare negativamente l’andamento demografico delle principali
colonie costiere, con particolare riferimento alle trasformazioni dell’habitat riproduttivo e agli effetti del disturbo arrecato
alle colonie stesse da parte delle attività umane.
Minacce
Il disturbo arrecato da parte dei turisti che frequentano le principali aree di presenza della specie, nonché la predazione ai
nidi da parte di mammiferi come cani randagi, volpi e ratti rappresentano le principali minacce per il Gabbiano reale. La
specie è inoltre esposta alla contaminazione da metalli pesanti e idrocarburi clorurati, e si registra un’elevata mortalità
degli individui dovuta a ingestione di sostanze tossiche.
Potenzialmente impattante è anche la distruzione e la trasformazione degli habitat riproduttivi a causa dell’urbanizzazione
delle coste. Ciononostante, negli ultimi anni, le popolazioni principali sono state interessate da una crescita demografica
notevole e la specie non pare, ad oggi, essere esposta a particolari fattori di rischio. Da sottolineare peraltro come tale
incremento sia ampiamente spiegabile con la maggiore disponibilità di risorse alimentari di origine antropica, senza
contare che la colonizzazione di nuovi ambienti – in particolare quello urbano – ha permesso alla specie di riprodursi in
condizioni con ridotta pressione predatoria, favorendone l’ulteriore espansione.
Similmente a quanto accade per gli storni, questa progressiva colonizzazione delle città mette in campo notevoli problemi
di “convivenza” con l’uomo, specialmente quando la specie è presente nelle aree urbane con concentrazioni tali da
arrecare disturbo in termini di rumore, sporcizia, aggressività verso altre specie. Da quest’ultimo punto di vista,
un’eccessiva presenza del Gabbiano reale può avere un forte impatto sugli ecosistemi e sulla biodiversità, a causa del
disturbo e della predazione che esercita su altre specie ornitiche e sui loro nidi. Potenziali conflitti si registrano anche con
le attività di pesca, a causa dell’abitudine di questa specie di frequentare, con una certa continuità, le aree d’acquacoltura
disseminate nelle lagune e lungo le coste, prelevando pesci d’interesse commerciale.
Il Gabbiano reale si riproduce in colonie monospecifiche o miste; meno comuni sono le coppie isolate. Il successo
riproduttivo può essere minacciato dal disturbo antropico. Nell’isola di Capraia, soggetta a elevato impatto turistico, si
registra un successo di schiusa di appena il 16,2%. La predazione da cani randagi è un’altra possibile causa di fallimento
della riproduzione. Nelle Valli di Comacchio si è registrato un successo d’involo variabile tra 50-75%; nel resto d’Italia, i
tassi d’involo variano tra gli 1,4 giovani per coppia della Campania (con punte di 1,9 a Salerno) agli 1,9 di Roma, dove il
successo riproduttivo supera il 74%.
Stato di salute
Nel rapporto di BirdLife International del 2004 – ove viene assimilato al L. cachinnans – il Gabbiano reale risulta in
incremento e viene quindi considerato specie sicura in tutta Europa. La popolazione nidificante nell’Unione europea è
attualmente stimata in 310.000-580.000 coppie, pari a una frazione compresa tra il 50% e il 74% della popolazione
globale della specie.
La popolazione italiana è stimata in 40.000-50.000 coppie, in incremento nel periodo 1990-2000, pari al 9-13% della
popolazione continentale complessiva secondo il citato rapporto BirdLife: se si considera tuttavia il Gabbiano reale come
specie a sé stante, tale percentuale salirebbe al 18-23%, conferendo al nostro Paese un ruolo relativamente importante per
la sua conservazione.
Come nidificante, la specie in Italia mostra un trend particolarmente favorevole: la popolazione attuale, che secondo i dati
più recenti potrebbe raggiungere anche le 60.000 coppie, è praticamente raddoppiata rispetto a 30 anni fa. In particolare,
incrementi rilevanti sono stati registrati in Friuli-Venezia Giulia (dalle circa 1.000 coppie del 1984 alle 4.750 del 1999), e
anche nella Laguna di Venezia si è assistito a un moderato incremento (3.000-4.000 coppie a inizio anni ’90, 4.500-5.000
nel 1998). Particolarmente rilevante infine l’incremento registrato nelle Valli di Comacchio, dalle 150 coppie del 1977
alle 1.850 del 2001.
Abbondante e diffuso anche come svernante, il Gabbiano reale durante la stagione fredda si riunisce, già da gennaio, in
colonie riproduttive che non di rado sfuggono ai censimenti in quanto interessano anche discariche e coltivi distanti dalle
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zone umide. I dati raccolti evidenziano un forte incremento della popolazione svernante, con valori raddoppiati nel
quinquennio 1996-2000 (quasi 100.000 individui il massimo censito) rispetto agli anni 1991-1995 (45.965 individui).
Il Gabbiano reale è incluso nell’Allegato II/2 della Direttiva Uccelli, cioè tra le specie che possono essere cacciate
soltanto negli Stati membri per i quali esse sono menzionate: l’Italia non rientra tra questi Stati. La specie non è inserita
nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Semaforo
L’areale della specie si mostra in espansione, anche a seguito dell’occupazione di nuovi siti nell’entroterra e, soprattutto,
in aree urbane. La consistenza della popolazione nazionale è in aumento e, complessivamente, è praticamente
raddoppiata rispetto a 30 anni fa. Nelle aree costiere l’habitat di nidificazione è in parziale decremento, a causa
dell’urbanizzazione, il che però fino ad oggi ha finito per favorirla ulteriormente in ragione dell’aumentata disponibilità
di risorse alimentari.
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
In espansione
Favorevole
Popolazione
In aumento
Favorevole
Habitat della specie
In aumento per urbanizzazione
costiera
Favorevole
Complessivo
Favorevole
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Il Gabbiano reale può emettere una grande varietà di schiamazzi e stridii, ognuno dei quali trasmette agli altri gabbiani
un messaggio diverso. I pulcini emettono invece un pigolio molto acuto e facilmente riconoscibile.
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