Gabbiano Roseo Gabbiano Roseo – Frequenta l’area soltanto occasionalmente, probabilmente attratto dalle capacità trofiche del mare antistante la spiaggia di Cala del Cefalo e, soprattutto in inverno quando il carico antropico è praticamente nullo. Ha dimensioni medio grandi e struttura simile al Gabbiano comune, ma con becco più sottile. I sessi sono simili con dimorfismo stagionale. In inverno testa e collo sono bianchi striati lateralmente di grigio scuro con aree grigiastre attorno agli occhi e sulle auricolari, mantello, dorso, copritrici superiori delle ali cenerine chiare, sopraccoda, coda e parti inferiori bianche. In estate la testa e il collo sono bianchi candidi e le parti inferiori sono bianche lavate di rosa. Il becco è rosso scuro, i tarsi e i piedi sono giallastri in inverno e rossi in estate. Lunghezza cm 42-44, apertura alare cm 100-110, peso gr 230-350. Durante la stagione riproduttiva frequenta zone umide d’acqua salmastra (lagune, saline, estuari) e coste; sverna in acque marine. Ha abitudini gregarie in ogni periodo dell’anno. Come gli altri gabbiani raccoglie il cibo soprattutto sulla superficie dell’acqua. Ha un volo simile a quello del Gabbiano comune. Gabbiano Corso Gabbiano Corso – Larus Audounii – La specie è migratrice regolare, svernante e nidificante nella ZPS, che ospita una delle colonie nidificanti più importanti della Campania. La IUCN classifica il gabbiano corso come specie “In pericolo” Specie endemica del Mediterraneo, caratterizzata da abitudini riproduttive strettamente coloniali e da comportamento di migratore parziale. E’ inserito nell’Allegati 1 della Direttiva 79/409/CEE. Nel “Piano d’azione Nazionale per il Gabbiano corso” nel censimento effettuato nel 2000 risultano presenti anche 8 coppie nidificanti nella zona di Capo Palinuro (Centola) poco distante dalla ZPS.. Il disturbo antropico cui sono soggetti questi animali e la maggior parte degli uccelli marini, trae origine dalla coincidenza temporale tra l’attività riproduttiva dei gabbiani e la stagione del turismo balneare e diportistico. L’ormeggio d’imbarcazioni nelle acque prospicienti la colonia o lo sbarco di persone e cani all’interno o in prossimità della colonia può determinarne l’abbandono da parte degli adulti durante le prime fasi della nidificazione. A tale proposito va quindi ribadita la necessità di garantire protezione e tranquillità alla specie nel periodo riproduttivo riducendo, o eliminando del tutto, il disturbo da terra e da mare nei pressi delle colonie. Ghiandaia Marina Nome comune: GHIANDAIA MARINA Specie: Coracias garrulus (Linnaeus, 1758) La specie frequenta il SIC durante i periodi di migrazione (autunno e primavera) ed è ritenuta rara; data l’ubicazione del SIC all’interno dell’areale riproduttivo della specie e la presenza di habitat adatti, non si escludono sporadici episodi riproduttivi. Si tratta di una specie xerica, che frequenta zone aperte piane o collinari (100‐300 metri s.l.m.) caratterizzate da praterie steppose, colture cerealicole, macchie e boschetti con presenza di corsi d’acqua. Sverna nell’Africa centrale e meridionale e nidifica nei mesi di maggio‐giugno nei buchi degli alberi, in cavità che scava nelle scarpate terrose o sabbiose, oppure in nicchie di rocce o edifici. Si ciba per lo più di grossi insetti, occasionalmente cattura anche piccoli rettili, rane e topi. La popolazione Italiana appare in decremento. Nella Lista Rossa Nazionale (Calvario et al., 1999) è inserita tra le specie in pericolo. Meschini e Frugis (1993) stimano in 300‐500 coppie la popolazione nazionale. Balia dal Collare Nome comune: BALIA DAL COLLARE Specie: Ficedula albicollis (Temminck, 1815) Si ritiene che in Italia possano nidificare 1 2.000 – 4.000 coppie in. E’ considerata “A più basso rischio” nella Lista Rossa italiana. Il SIC è situato fuori areale riproduttivo, e del resto non ospita quelle formazioni boschive mesofile che ne rappresentano l’habitat ideale per la nidificazione nel nostro paese. E’ interessata, però, dal transito migratorio, soprattutto primaverile, come tale riveste un ruolo importante per la salvaguardia della specie ospitando importanti habitat per la sosta e il recupero delle risorse nel viaggio migratorio. Cerambyx Cerdo Famiglia: Cerambycidae Specie: Cerambyx Cerdo Linné, 1758 La specie è ovunque in lenta regressione per la progressiva scomparsa del suo habitat naturale primario, costituito dai boschi maturi e ben conservati. Per la Campania esistono pochissime segnalazioni (Sama 1988; Biscaccianti 2007) quasi tutte di vecchia data e nessuna delle quali relativa al Cilento, sebbene la specie sia in realtà presente e più diffusa di quanto non sembri, sia nei settori interni che negli ambiti costieri e subcostieri (Biscaccianti, dati inediti). La presenza della specie è stata accertata in anni recenti in località Camerota, tra Punta del Cavaliere e Vallone SantʹIconio (IX.2004, m 150 slm ca., Biscaccianti dati inediti). Le indagini svolte per la redazione del Piano di Gestione del SIC non hanno permesso di confermare tale presenza; occorre osservare però che C. cerdo è presente nel limitrofo SIC ʺFiume Mingardoʺ, in località site a poca distanza dalla Pineta di SantʹIconio. Probabilmente la presenza della specie nel SIC è marginale e/o accidentale: questo coleottero saproxilico è infatti strettamente legato alle formazioni di Quercus ilex, non presenti nel SIC ma nei siti ad esso limitrofi.