DALLA PEDAGOGIA ALLA SCIENZA DELL'EDUCAZIONE
Vi è stata un evoluzione storica, quindi non vi è coesistenza e neanche identificazione tra pedagogia e
scienze dell'educazione. La pedagogia ha semplicemente lasciato il posto alla scienza dell'educazione.
Possiamo individuare 3 fasi:
1. EDUCAZIONE COME ETHOS: in cui si dà più attenzione all'ETHOS più che al LOGOS. Viene data più
importanza al sapersi comportare con virtù più che all'istruzione.
2. PEDAGOGIA COME INSTRUMENTI REGNI: ovvero l'educazione serve alla politica per preservare se
stessa. Infatti, la politica, non può permettersi di stimolare al dubbio e al cambiamento. Per questo
motivo, la PEDAGOGIA viene considerata una PRATICA e non una SCIENZA, la quale adegua
l'individuo a ciò che esiste. Quindi possiamo dire che vengono sviluppate delle tecniche che
trasmettono in modo efficace l'ideologia dominante.
3. EDUCAZIONE COME VITA: La Pedagogia non può permettersi di trascurare la dimensione corporea.
Infatti educare è prendersi cura del corpo proprio e altrui. L'educazione, è tale, quando si pone
come obiettivo il miglioramento della vita.
CON IL CORPO OLTRE IL CORPO
Nel momento in cui la Pedagogia è divenuta Scienze dell'Educazione non si deve più basare sugli aspetti
della fisicità ma deve andare oltre, in una dimensione metafisica. Se così non facesse non potrà definirsi
Scienza. Il concetto di EDUCAZIONE darà un oggetto di scienza, solo quando diventerà un ideale
perseguibile e non più un concetto legato alla sua realizzabilità. La Scienze dell'Educazione ha il compito di
migliorare la qualità della vita di ogni essere vivente (così come le altre scienze)
VERSO LA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE
nel momento in cui la pedagogia è divenuta scienze dell'educazione non dovrà più studiare il modo per
rendere digeribile ed accettabile una determinata entità. L'oggetto è l'educazione, fondata sulla vita.
Questo ideale da perseguire non sarà più influenzato dalle ideologie correnti o dai momenti sociali.
SCIENZA E CENTRALITA’ DELLA PAROLA
nell'ambito delle scienze ha un ruolo rilevante l'ermeneutica, della quale l'individuo si serve per costruire
sapere scientifico e in modo che venga data un'interpretazione consapevole e logicamente difensibile.
Il linguaggio viene usato è in continuo divenire, in quanto va di pari passo a ogni ragionamento e
interpretazione che si svolge nel tempo.
È importante che il lettore e il ricercatore vadano oltre l'aspetto superficiale di ogni parola. Questo perché
spesso vengono usate parole vecchie per esprimere contenuti nuovi. Anche perché nel caso in cui si
riuscisse, a trovare queste parole nuove, queste essendo sconosciute non spiegherebbero al meglio ciò che
si vuole dire.
Nel momento in cui si educa bisogna andare oltre alla trasmissione di quanto già c'è, in modo da dare agli
allievi quell’impulso e quel desiderio di andare oltre, di creare delle idee future.
3 sono i momenti della pedagogia:
1. Fare azione
2. organizzare gli eventi formativi
3. creare l'oggetto educativo come un ideale da approfondire
RIGORE E COERENZA DEL LINGUAGGIO
La scientificità di un'argomentazione è data dal rigore del linguaggio ovvero dalla coerenza dei vari
enunciati che compongono l'argomentazione. Il linguaggio è necessario ad una scienza per astrarre,
formalizzare, creare un sapere razionale, comunicabile e quindi intersoggettivo (deve essere chiaro,
univoco, distinto). Ogni scienza deve usare linguaggio con delle regole di trasformazione e formazione.
La scienza dell'educazione per essere tale deve porre il suo oggetto, costruirlo teoricamente e analizzarlo
teoricamente nei suoi aspetti formali (teoria formale dell'educazione). Dopo di che bisogna analizzare e
sperimentare quei meccanismi sviluppati nella teoria formale.
La scienza dell'educazione deve avere un linguaggio particolarmente attento su 3 livelli principali:
1. rigore semantico
2. arricchire e completare la struttura narrativa ad esempio introducendo dei termini che evitano
sinonimie
3. sistematicità dell'argomentazione si va costruendo ovvero che ogni settore del discorso deve essere
adeguato
RAPPORTO TRA SCIENZA E SOCIETA’
La società permette e richiede l’esistenza della scienza, in quanto ultima migliora la società stessa. È
errata l'affermazione che dice il tipo di scienza dipende dal tipo di società (democratica/autoritaria).
Ma la scienza o è scienza pure non lo è (non esistono vie di mezzo). È lo scienziato che cambia non la
scienza. Ogni scienza mira bene della comunità quindi ad esempio se essa è povera tende a
trasformarla in meno povera; se è ricca tende comunque a trasformarla in meglio per tutti.
La scienza ha una dimensione filozoistica che non agisce per finalità a lei esterne. È indipendente da
qualsiasi ideologia.
La stessa scienze dell'educazione lavora secondo una progettualità che tende a migliorare le condizioni
di vita di tutti i membri della società.
LA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE, UNA RETE COMPLESSA
La scienze dell'educazione si articola in una serie di settori che sono in interazione tra di loro. Questa
interazione può essere descritta metaforicamente con una rete, come un espandersi di radici, come un
intersificarsi di fili. Bisogna fare 3 considerazioni:
1. La teoria implica saper analizzare criticamente i prodotti (problemi) astratti che via via si creano
in modo da controllarne le finalità
2. La precisione e la correttezza logica nel costruire una griglia teorica che deve mirare a spiegare e
interpretare ogni porzione di realtà
3. La visione del tutto deve essere sempre presente in modo da organizzare la funzionalità e la
logicità delle parti. Queste parti devono essere collegate in modo da evitare che il discorso si
aggomitoli e che invece si espanda e si articola.
Quindi la rete non è il punto iniziale di un discorso, ma lo diventa man mano che discorso avanza.
LA RETE DELLA SCIENZE DELL’EDUCAZIONE: CRITERI DI FONDO
questa rete è caratterizzata da alcuni criteri di fondo:
a) mettere a punto meccanismi astratti puramente formali
b) individuare qual è il proprio fine unitario che la rende autonoma e anche interdipendente con le
altre reti che la compongono
c) organizzare razionalmente e funzionalmente tutte le sue parti
d) operare metodicamente in modo da garantire funzione e la continuità delle varie azioni
e) essere aperte: interagire con tutte le altre reti possibili
f) deve essere capace di mantenere la propria identità
i snodi centrali della rete-scienze dell'educazione sono la didattica e la storia della pedagogia. Ad esse si
aggiungono pedagogia, psicologia, antropologia.
La pedagogia non esiste più. Oggi, essa, è solo lo sfondo storico della scienze dell'educazione, e quindi è
testimonianza ciò che è stato cumulato e che man mano è stato riciclato dal nuovo punto di vista della
nuova scienza dell'educazione.
LE “PEDAGOGIE” NELLA RETE DELLA SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
convenzionalmente la pedagogia è reputata sinonimo di scienza dell'educazione. La scienze
dell'educazione essendo una rete racchiude le diverse pedagogie tra cui quella sperimentale e sociale.
Pedagogia sperimentale: indica la ricerca scientifica e sperimentale nel campo dei fenomeni educativi.
Corre il rischio di essere riduttiva, perché sembrerebbe di indicare solo la sua applicazione al settore della
pedagogia.
Una disciplina è considerata scienza quando ha:
 oggetto di studio (in questo caso educazione),
 consapevolezza del suo linguaggio e delle sue regole d’uso (ovvero delle potenzialità ermeneutiche,
euristiche, narrative e divulgative del linguaggio stesso per mettere a punto una griglia teoretica
per sapere come ricercare ed impostare in una ricerca)
 metodo rigoroso per lo studio del soggetto
DIDATTICA E STORIA: GLI SNODI PORTANTI DELLA RETE
Gli snodi principali della scienze dell'educazione sono la didattica e la storia della pedagogia. Esse sono
ritenute attività scientifiche in seguito alla presenza della scienze dell'educazione.
La didattica senza scienze dell'educazione sarebbe solo una tecnica, strumento interessante ma privo di
ogni caratteristica scientifica.
La storia della pedagogia per essere una disciplina di ricerca è necessario che la parte storica e quella
pedagogica siano caratterizzate da rigore scientifico.
LINGUAGGIO, SCINZE DELL’EDUCAZIONE, DIDATTICA
La scienze dell’educazione per essere tale deve utilizzare in modo corretto il linguaggio, il quale deve
essere preciso e il meno ambiguo possibile. Il linguaggio struttura il pensiero, di conseguenza, si fanno
ipotesi per risolvere problemi e lo si fa assemblando la realtà in modo diverso da come si presenta.
L’individuo può conoscere, anche immaginando ciò che non c’è, ma che sarebbe auspicabile che ci fosse. E
quando si ascolta tale racconto, il quale può risultare emotivamente coinvolgente, bisogna andare oltre,
stimolando nuove idee.
Scienza ed educazione sono intrecciate. La stessa educazione è oggetto della scienza. Ogni attività
scientifica ha una dimensione educativa, anche quando coloro che lo professano non ne sono affatto
consapevoli.
Se non si crea un linguaggio corretto, si crea confusione ed ignoranza, che a loro volta creano effetti
deleteri su 2 livelli fondamentali d’impostazione e d’impianto di una scienza:
LIVELLO INTERNO: è mirato alla costruzione corretta degli apparati costitutivi di una scienza: griglia
teoretica e la sua articolazione; l’oggetto d’indagine; il metodo di ricerca; le modalità narrativo-divulgative
LIVELLO ESTERNO: riguarda il chiarimento, il rapporto che come scienza instaura con tutte le altre scienze
possibili.
La scienza è tale se assolvendo a questi 2 compiti (livelli) ottiene la consapevolezza della propria
autonomia e allo stesso tempo della sua costante interdipendenza delle altre scienze.
I RITARDI DELLA PEDAGOGIA COME SCIENZA PRATICA
Il ritardo della pedagogia a divenire scienza è stato dovuto al fatto di non porre un'attenta analisi del
linguaggio da utilizzare.
SCIENZE NOMOTETICHE: in cui è possibile formulare leggi generalizzabili (come nelle scienze naturali).
Traggono dall'esperienza una serie di dati verificabili e confrontabili quantitativamente per elaborare leggi
certe.
SCIENZE IDEOFRAFICHE: in cui l’ oggetto di studio è unico, irripetibile (come nelle scienze umane). Sono
discipline interpretativa, narrative, che ridefiniscono caratteri o peculiarità dei fenomeni studiati o delle
realtà rappresentate
UN LINGUAGGIO CHIARO PER FORMARE LA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE
La pedagogia, Se vuole essere tale, deve essere in grado di creare il suo oggetto, il quale non deve essere
condiviso da altre scienze. se non fosse così la pedagogia non avrebbe delle proprie finalità, una ricerca
propria e di conseguenza sarebbe una disciplina ausiliare e applicativa di altre scienze.
SCIENZA DELL’EDUCAZIONE E DIDATTICA
pedagogia didattica sono indissolubili, la mancanza di una implica l'assenza dell'altra. Questo perché:
pedagogia crea l'educazione; didattica impianta la ricerca fatta, in quanto è l'azione che permette di
perseguire l'ideale educativo.
La scienze dell'educazione per fondarsi ha bisogno:
a) della didattica per far circolare le conoscenze attraverso l'insegnamento-apprendimento
b) della storiografia del suo impegno lungo le varie epoche. Essa chiarisce i problemi della disciplina
indagandone le radici e ricostruendone l’ evoluzione
c) della filosofia cioè della consapevolezza che è necessario avere un oggetto di ricerca, un metodo di
indagine
i contenuti della didattica sono sempre marginali ai fini della formazione generale dell'individuo
La didattica si occupa del rapporto che c'è tra insegnamento e apprendimento avvalendosi di una serie di
tecniche come: docimologia, varie tecnologie dell’istruzione ed educazione
La didattica è una dimensione costitutiva della scienza dell'educazione. È una modalità di affrontare la
ricerca educativa istituzione scolastica
SCIENZA DELL’EDUCAZIONE E STORIOGROFIA. PRECISAZIONI LOGICHE
E TERMINOLOGICHE
Storiografia: letteralmente significa pittura di storia, ovvero di ciò che è stato osservato e ricercato secondo
metodo.
Comunemente il termine storiografia viene usato per indicare la ricostruzione degli eventi storici, la quale
viene fatta attraverso un'interpretazione logica (operazione ermeneutica). Essendo l'interpretazione logica
la storiografia non ha molto a che fare con la memoria.
EDUCAZIONE E RICERCA STORICO-EDUCATIVA
il termine educazione ha 3 livelli di significato:
1. educare inteso come cura fisica. Quando un individuo fa in modo che un altro individuo attua dei
comportamenti che sono considerati desiderabili
2. edocere dare e raccogliere istruzioni. Insegnare e dare dei modelli cui attenersi per poter imparare
3. educere cancellare difetti e potenziare le potenzialità positive dell'individuo.
Ricerca storico-educativa: tale espressione indica un orientamento grazie al quale possono essere letti i
contenuti. Non indica i contenuti. Indica un campo di ricerca in cui si può operare con tutte le possibili
discipline storiografiche
storiografia dell'educazione: tale espressione indica tutte le possibili discipline storiche con cui saranno
affrontati i problemi dell'educazione.
STORIA DELL’EDUCAZIONE, STORIA DELLA PEDAGOGIA E ALTRI FILONI DELLA RICERCA STORICOEDUCATIVA
STORIA DELL’EDUCAZIONE: ricerca condotta sull’oggetto di una scienza
STORIA DELLA PEDAGOGIA: ricerca condotta sulla scienza di quell’oggetto.
QUANDO IL TROPPO STORPIA: NECESSITà DI CHIARIMENTI
La scienza dell’educazione è il punto d’inizio da cui su ramifica una serie di attività e disciplina come la
didattica. Da queste attività si dipartono la sub-rete di attività come: scuola, insegnamento, apprendimento
LA STORIA DELL’EDUCAZIONE è STORIA DELLA PEDAGOGIA
Per esserci una ricerca sull’educazione è importante essere consapevoli di una teoria dell’educazione e di
una riflessione su di essa. Se così non fosse anziché una ricerca ci sarebbe un racconto descrittivo di dati.
Sicuramente la disciplina aggregante del settore della ricerca storico-educativa è la storia della pedagogia.
CONCLUDENDO
La storiografia dell’educazione è l’insieme delle posibili discipline storiche che criticamente affrontano il
problema dell’educazione. La funzione positiva nell’ambito della ricerca e della pratica educativa: la
storiografia dipende da alcuni fattori:
 la ricerca storica della SDE deve essere condotta con scientificità, la quale è garantita dalla
metodologia della storiografia
 chi effettua la ricerca deve essere consapevole del ruolo della SDE (scienza). Quindi il ricercatore
deve essere un pedagogista
 il ricercatore deve essere sia un esperto nel settore storico dell’educazione sia un ricercatore della
pedagogia
 la storia insegna pur non avendo un valore pratico nell’immediato
 la storiografia dell’educazione aumenta le conoscenze sia sulle pratiche educative, sia sui
procedimenti e strategie da adottare
 la storiografia dell’educazione non deve basarsi su una descrizione descrittiva.
 La polemicità educativa della storia e della storiografia aumenta quando vi è operatività scientifica,
ovvero quando vi sono: correttezza linguistica, metodologia, e quando è presente la
consapevolezza dei suoi mezzi e fini.
SDE E PEDAGOGIA SOCIALE
Spesso si usa in modo scorretto il termine pedagogia, indicando delle pseudoscienze (come
pedagogia della salute, del turismo, del gioco…) che non hanno un loro specifico oggetto e
producono solo confusione.
PERCHé TANTE PEDAGOGIE? 2 SPIEGAZIONI POSSIBILI
1. LA SPECIFICAZIONE: ovvero quando dopo il termine pedagogia troviamo un aggettivo
oppure un genitivo. Ciò significa che questi ultimi rappresentano l’oggetto dello studio.
Quindi psicologia del gioco: l’oggetto è il gioco, lasciando però supporre che resta fissa la
finalità educativa della pedagogia la quale deve essere sempre perseguita a prescindere
dall’oggetto.
2. La pedagogia che ha come oggetto solo l’educazione, di essa se ne occupa in particolari
situazioni come quella ludica, familiare, sportiva, scolastica..
L’educazione è sia un entità reattiva (la quale si può vedere, toccare) sia un concetto.
LA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE E LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Innanzitutto bisogna ricordare che:
- Una scienza non può avere molteplici oggetti
- Tante scienze non possono avere lo stesso oggetto
È necessario dividere i SAPERI (ambiti disciplinari) in 3 categorie:
1. Categoria dei saperi che si possono classificare come scienze perché sono state in grado di creare
un oggetto, un metodo, una teoria e un discorso
2. Categoria dei saperi che non sono stati in grado di porsi come scienza, però esse sono utili per la
scienza
3. Categoria dei saperi che si occupano di un oggetto con il punto di vista di una scinza particolare: la
psicologia, la sociologia, l’antropologia
PEDAGOGIA DEGLI ADULTI E PEDAGOGIA SOCIALE
PEDAGOGIA DEGLI ADULTI oppure androgogia o geragogia
PEDAGOGIA SOCIALE: padre tedesco Paul Natorp, il quale ritiene che l’oggetto di studio è quello delle
condizioni educative della vita sociale (stassa cosa pensa Viccaro).
Da ciò deriva che pedagogia socia sociale è un settore di una scienza ovvero della pedagogia generale. La
pedagogia sociale si limita a studiare le situazioni di cambiamento nei vari ambiti sociali in cui può
impiantarsi il rapporto educativo. In poche parole è una sorta di servizio che fornisce dati della situazione
in cui l’educazione deve essere perseguita. E importante ricordare che ogni discorso scientifico è sociale
per i seguenti motivi:
- Perché viene ad essere impiantato in quella società in cui è formato
- Ciò che è stato formulato poi verrà aggiustato e cambiato nelle società successive.
Mentre la SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE ha tutte le potenzialità per essere una scienza, invece la
PEDAGOGIA SOCIALE è solo un servizio per le scienze dell’educazione. Il problema della pedagogia sociale
non è quello di non avere una teoricità e un metodo (perché ce li ha) ma manca di un oggetto proprio.
SOCIOLOGIA DELLE’DUCAZIONE: nasce dall’incontro di una scienza SOCIOLOGIA e di un oggetto di un’altra
scienza PEDAGOGIA.
PEDAGOGIA SOCIALE: il sociale non indica un oggetto specifico ma una categoria. Inoltre la pedagogia
sociale varia i suoi metodi in base alle scienze con cui entra in contatto e agli oggetti di queste scienze.
secondo Frabboni la Pedagogia sociale rientra nella pedagoai generale. Sempre secondo Frabboni
l’educazione deve essere vista , dal punto di vista: della pedagogia; biologico (corporeità dell’educazione);
psicologico (affettività ed emotività); socioantropologico (educazione alla cittadinanza). Secondo Frabboni
compito della pedagogia sociale (ramo della pedagogia generale) ha il compito di creare l’elaborazione
teoretica e la progettazione architettonica della scuola.
Secondo Bertolini la Pedagogia sociale ha una sua specifica identità grazie ai contenuti di cui si occupa,
ovvero: setting (famiglia, scuola, associazioni, tempo libero); le dimensioni del disagio; la politica scolastica.
Però rimane il problema che non ha un oggetto proprio.
IL CONCETTO DI EDUCAZIONE
La rete della SDE è messa in moto da nodi portanti: educazione e scuola
L’EDUCAZIONE COME ENTITà ASTRATTA
l’educazione essendo un ideale, non sarà mai raggiunto, e per questo potrà sempre essere perseguito. Il
luogo dove ciò può accadere è la scuola. A livello generale, l’educazione la si può indicare come quel
processo di formazione verso la massima attuazione delle possibili potenzialità dell’uomo. Solitamente
l’educazione è vista come buon allevamento (a non essere maleducato) così facendo si pone più attenzione
alle procedure e non ai risultati. Invece con i termini EDUCATO o BENEDUCATO si pone più attenzione ai
risultati.
PER UNA DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI EDUCAZIONE
Il concetto di educazione comporta il rapporto tra 2 o più esseri viventi. Questo rapporto è caratterizzato
dalla volontà del cambiamento in meglio di tutti i soggetti che ne fanno parte (tensione utopica del
rapporto educativo). L’educazione è un processo razionale, intenzionale che si attua attraverso interventi
comunicativo-espressivi tesi alla trasformazione migliorative dei soggetti. Gli interventi effettuati nel
rapporto hanno una duplice finalità:
1. TRASMISSIVA: trasmettere il patrimonio culturale di una società. Trasmette i mezzi tecnici e
strategie mentali per cercare di trasformare il patrimonio culturale di una società attraverso una
rielaborazione propria
2. TRASFORMATIVA: mettere i membri del rapporto in condizione di ricercare razionalmente ciò che
vale la pena che sia vissuto sia a livello individuale che comunicativo.
L’azione educativa punta alla costruzione di una società, infatti non riguarda solo l’individuo ma tutta la
comunità, la società civile e politica, le istituzioni, le componenti culturali
L’UNITà DELL’EDUCAZIONE E RIFLESSI SULLA SCUOLA
L’educazione è: ideale , una e indivisibile. Metodologicamente però può essere raggiunta attraverso tutti i
mezzi, le discipline e tutti gli stimoli possibili. Scuola ed extrascuola sono 2 cose separate, le quali non sono
intercambiabili e l’una non deve sostituire l’altra. La scuola si può rinnovare solo quando sia ha la
consapevolezza di cosa essa sia, che funzione abbia, qual è il suo ruolo sociale e qual è la sua potenzialità
educativa. Di conseguenza bisogna chiarire che cosa sia l’educazione, qual è la sua importanza per
migliorare la qualità della vira, quali sono i meccanismi cha la caratterizzano e la rendono operante.
LE CARATTERISTICHE PECULIARI DELL’EDICAZIONE sono:
AFFETTIVITà: capacità dei soggetti di avvertire emotivamente la realtà, di entrare con essa in un rapporto
pratico
ARMONICITà: il processo educativo tende a sviluppare l’individuo nella sua totalità, portandolo ad usare al
meglio e in equilibrio le sue risorse fisiche, intellettuali e morali.
DINAMICITà: in educazione è impensabile una rigida programmazione, essa deve essere flessibile perché il
processo educativo è in continuo divenire.
RAZIONALITà e GERARCHITà: l’individuo è portato a fare scelte di priorità in base ad un approccio razionale.
L’educazione punta quindi a una formazione metacognitiva e metalinguistica, e ha valenz etica (scelte
consapevoli)
INTEGRALITà: ogni intervento educativo agisce su tutto il modo di essere dell’individuo perché rex extensa
e res cogitans.
INTEGRAZIONE: l’educazione è attenta a qualsiasi aspetto formativo che si manifesta nella comunità.
L’educazione interagisce con tutti gli aspetti della cultura che li utilizza come strumenti per la crescita
umana.
PROSPETTICITà e UTOPIA: il ritenere che l’educazione è tesa al miglioramento, porta ad una visione
ottimistica e allo stesso tempo positivistica. L’educazione si attua oggi per il domani.
SIMULTANEITà: ogni azione educativa influenza i risultati di un’altra, nessuna abilità è fine a se stessa
TOTALITà: l’educazione riguarda tutti gli individui. Esiste un solo processo educativo per tutti. Per questo
motivo è necessaria una UNITARIETà DELL’ISTRUZIONE in modo che non si differenzia nei fini.
UNITARIETà e PERMENENZA: l’educazione è un processo unico che si svolge lungo l’arco di tutta l’esistenza
dell’individuo. L’educazione dovrà essere permanente nel futuro.
IL CONCETTO DI SCUOLA
Il concetto ideale di educazione ci è utile per capire e definire quale sia il ruolo e la funzione della scuola.
IL SORGERE DELLA SCUOLA E PRECISAZIONI TERMINOLOGICHE
Come già detto tutte le scienze, e soprattutto la SDE, nascono ed operano all’interno di un gruppo sociale,
affinchè venga migliorata sia la loro qualità di vita sia quella di tutti i gruppi umani che ci sono e ci saranno.
La cultura di un gruppo è data da:
- Manifestazioni (artistica, economica, giuridica, religiosa..)
- Modi e capacità di evolvere queste manifestazioni
Affinchè l’educazione non si disperda nelle varie manifestazioni, che sono all’interno di una società,
quest’ultima ha creato il concetto di SCUOLA. Quindi la scuola è un istituzione sociale a cui viene affidata
l’educazione ei giovani attraverso il sistematico insegnamento/apprendimento dei precisi contenuti
disciplinari. Ai membri della scuola si fanno acquisire quegli apprendimenti utili per la continuazione del
gruppo. Ed è necessario che ci sia tale istituzione, perché senza di essa i neofiti non avrebbero potuto
apprendere ciò. Una comunità che decide di istituire una scuola vuol dire che ha deciso di compiere un
salto di qualità culturale. Ciò è più tangibile e inciso laddove le regole che definiscono le funzioni della
scuola sono stabilite, condivise e rispettare dal maggior numero dei membri della comunità. Quindi il
sistema scuola deve essere pensato per la formazione di tutti i membri della comunità in modo da essere
più elevata la cultura della collettività. Tutto il patrimonio di conoscenza della comunità deve essere
analizzato, riequilibrato e simbolizzato per poi essere trasmesso.
PROGETTO EDUCATIVO: futuro migliore rispetto al presente
I CARATTERI PECULIARI DELLA SCUOLA
AUTONOMIA e LAICITà: la scuola deve essere autonoma. Lo stato non deve impostare la scuola per i suoi
fini, al contrario deve essere garante del fatto che ci deve essere autonomia nella scuola
DISTACCO DEL CONTIGENTE: discontinuità della scuola nei confronti delle altre agenzie formative. Compito
della scuola è di ripensare, oggettivare e formalizzare tutti i dati della cultura in cui opera per trasmetterli
ai giovani
SEGREGATIVITà: la scuola cerca di sperimentare nuove cose
INTENZIONALITà: garante di tale intenzionalità è l’insegnante. Nella scuola vi è intenzionalità perché essa
organizza le opportunità per apprendimenti specifici e analizza e riflette su ciò che accade e su ciò che
potrebbe accadere
FORMALIZZAZIONE e ARTIFICIALITà: formalizzare il reale per ciò che potrebbe essere e per ciò che è.
DECANTAZIONE DELLA CONOSCENZA SPONTANEA
PRIMARIETà DEL CODICE ALFABETICO: per educare a dare significato al reale e a interpretarlo, serve un
codice alfabetico che consenta l’estrazione simbolica
OPIFICIO DI CULTURA CON FUNZIONE UNIVERSALISTICA: la scuola trasmette cultura e ne produce di nuova.
Le manifestazioni di una cultura qualificata sono: le varie strategie adottate per organizzare i contenuti in
curricula e le conseguenti situazioni per facilitarne e verificarne l’apprendimento
TENSIONE COGNITIVA: la scuola privilegia la razionalità e lo sviluppo cognitivo nell’individuo. La scuola fa
un lavoro di rielaborazione sistematica della cultura presente per migliorare la qualità della vita.
VERIFICABILITà: la scuola è soggetta a verifica sulle strategie di formalizzazione e di trasmissione dei saperi.
Laddove è necessario saranno fatti degli interventi razionali e programmabili
SPERIMENTABILITà: la scuola si fonda su una progettazione sperimentale guidata e controllata dal gruppo
insegnante
FONDAMENTALITà DEL DOCENTE: solo il docente può guidare gli allievi verso apprendimenti che da soli
non saprebbero raggiungere e di cui non sospetterebbero neanche l’esistenza. Inoltre l’insegante deve fare
in modo che l’allievo provi piacere nell’apprendere nuove conoscenza (non solo scolastiche)
SISTEMATICITà: il funzionamento educativo della scuola dipende dall’incontro tra quest’ultima e le altre
agenzie formative presenti nel territorio
CAPILLARITà: la scuola deve essere presente in ogni luogo. Essa è per tutti
PUBBLICITà e PLURALISMO: lo Stato deve coordinare e controllare e di conseguenza tutelare che nella
scuola vi sia pluralismo.
Pedagogia, educazione e scuola rappresentano una triade indissolubile
PEDAGOGIA: crea l’oggetto dell’educazione. Mette a punto il costrutto teorico dell’educazione. Studia e
verifica l’impatto dei vari meccanismo del modello con il contesto storico
SCUOLA: laboratorio sperimentale della pedagogia. Quindi è una parte indispensabile per il perseguimento
e la verifica dell’oggetto-educazione.
SDE E INSEGNAMENTO. L’INSEGANANTE RICERCATORE
L’educazione trova nell’ambiente scolastico la maggior possibilità di esplicitazione. La DIDATTICA, intesa
come attività scientifica che si occupa della ricerca in sede scolastica sulle modalità del rapporto
inseganmento-apprendimento, è uno dei nodi fondamentali della rete della SDE. Uno protagonisti di
questo nodo è l’INSEGNANTE, il quale è anche ricercatore
L’ISEGNANTE RICERCATORE
L’insegannte è necessario per stimolare desiderio e mostrare la realtà, di cui l’allievo neppure
sospetterebbe l’esistenza e di conseguenza non potrebbe trovarne interesse da solo. È importante che
l’insegnante sia in grado di saper codificare e inviare dei messaggi alfabetici. La ricerca che l’insegnante
compie si ariticola su 2 livelli:
1. CONTENUTISCO: collabora alla ricerca della identità di una disciplina, suggerisce delle delle
strategie concettuali in modo che l’allievo possa continuare nella ricerca di quella identità
disciplinare
2. DIDATTICO: ricerca quelle modalità con cui gli allievi possono far propri i contenuti di cui egli è stato
portavoce
Senza SDE non c’è educazione, scuola e insegnante. L’insegante è soprattutto un comunicatore di idee e
quindi non solo di nozioni. L’insegnante deve ricercare le modalità per insegnare a fare ricerca. Tale ricerca
si articola in 3 livelli:
1. Capacità di indagare ed esaminare gli argomenti
2. Ricercare quelle modalità per far capire agli allievi che comprendere e interpretare sono inscindibili.
L’insegnante è ricercatore quando: ricerca e quando trasmette il messaggio che è necessario SAPER
FARE RICERCA per dare un significato alla realtà che ci circonda
3. Nella sua ricerca è guidato dalla rete della SDE (ricerca del rapporto di ciò che intende insegnare e
delle finalità dell’educazione)
Ruolo importante ha anche la didattica perché lo guida a ricercare le modalità migliori per poter far
comprendere ai suoi allievi le interpretazioni sugli argomenti che intendono insegnare.
Da questi 3 livelli possiamo dedurre che l’insegante-ricercatore deve avere sia una competenza pedagogica
che una competenza didattica. Di conseguenze deve avere chiare le idee su che cosa siano la pedagogia e
la didattica e deve essere in grado di argomentarle/difenderle logicamente e renderle operative
IL LINGUAGGIO E L’INSEGNANTE CHE RICERCA
L’insegnante, essendo colui che mostra e spiega ciò che deve essere appreso, è importante che abbia piena
padronanza del linguaggio. Quindi deve essere consapevole di tutte le dimensioni del linguaggio e le deve
saper utilizzare.
DIMENSIONE ERMENEUTICA: arte dell’interpretazione, chiarimento e spiegazione
DIMENSIONE EURISTICA: favorire l’accesso a nuovi sviluppo teorici, ricerca dei fatti e del metodo di ricerca
DIMENSIONE NARRATIVA e DIVULGATIVA.
Il linguaggio che deve adottare deve essere la risultante di logos e pathos. Infatti se vi è una carenza nella
padronanza linguistica, questo decreterebbe il fallimento della sua azione insegnante, in quanto non
riuscirebbe a coinvolgere gli allievi a livello emotivo. E in questo l’insegnante-ricercatore si differenzia tra
gli altri ricercatori, in quanto il pubblico a cui devono parlare è diverso. I ricercatori quando si rivolgono ai
membri di una comunità scientifica, hanno un uguale padronanza di linguaggio e sono tutti già motivati e
interessati ai risultati delle ricerche nel loro settore. Invece l’insegnante deve ricercare e provare quale sia
la forma più adatta per comunicare.
FORMA E CONTENUTO: L’OSSIMORO DELL’ASSOLUTO RELATIVO
Ciascun ricercatore anche se sa che in quel momento ha raggiunto la forma migliore per esprimere quel
contenuto, allo stesso tempo sa che ne potrebbe esistere un’altra ancora meglio.
SCE E INSEGNAMENTO L’INSEGNANTE RETORE
Proprio perché il linguaggio ha un ruolo importantissimo nella professione dell’insegnante, possiamo
definire quest’ultimo come un RETORE. Il termine “retorica” deve essere inteso come: arte e tecnica del
comunicare come metodo argomentativo, ovvero spiegare razionalmente ciò che si vuole dire. La retorica
non deve essere intesa come persuasione ma piuttosto come convincimento. Bisogna spiegare il perché di
una determinata argomentazione. Le giustificazioni sono oggettive perché spiegano le ragioni della sua
scelta, comunicando con gli altri. Infatti la comunicazione e il dialogo possono sussistere, in quanto
entrambi argomentano le ragioni della loro scelta. Ogni ricercatore, e soprattutto l’insegnante, deve avere
un bagaglio in cui sia inclusa sia la retorica che la logica. Ed è grazie a questo bagaglio che l’insegnante
affronta la lezione in quanto ha questa capacità retorico-argomentativa. La lezione viene svolta in varie
forme:
FRONTALE: esposizione di determinati argomenti
SPIEGAZIONE: semplificazione dell’argomento
INTERPRETAZIONE: spiegare gli eventi in maniera argomentata e logica
COMMENTO: illustrazione, interpretazione e spiegazione a fini didattici di un documento, di un testo, di un
avvenimento mostrando capacità critica.
La lezione è il mezzo principale attraverso cui l’insegnante esercita una mediazione culturale. È importante
che l’insegnante abbia una precisione linguistica: a livello di pronuncia/dizione e che stia molto attento alla
scelta delle parole in modo da non creare fraintendimenti. Il docente inoltre deve compiere un azione di
ITERAZIONE o REITERAZIONE cioè devo riproporre più volte all’allievo lo stesso concetto in modo da
facilitare a quest’ultimo il processo di comprensione. È anche importante che l’insegnante riesca a
sintetizzare un discorso sia in forma orale che scritta. In questo modo vengono sottolineati i punti più
significativi. Ed è anche un opportunità per gli studenti per chiedere eventuali spiegazioni. L’insegnante
deve dimostrare ciò che sta presentando attraverso un ragionamento argomentato, e per fare ciò è
importante possedere una chiarezza espositiva e una padronanza dell’eloquio. Per avvalorare la parte
discorsiva-narrativa, l’insegnante può utilizzare anche delle prove o dei documenti. L’insegnante deve
avere la caratteristica della teatralità in modo da attirare l’interesse degli allievi e ciò lo può fare sia
attraverso parole e gesti sia attraverso lezioni e interventi. Vi deve essere sia logos che pathos. La
dimostrazione fa in modo che non ci siano eventuali dubbi nell’allievo.
MASS MEDIA E GLOBALIZZAZIONE TRA EDUCAZIONE E SCUOLA
è importante sapere il rapporto che c’è tra SDE e società. Bisogna ribadire che senza società non vi può
essere nessuna scienza, soprattutto quella dell’educazione. I mass media apportano delle grandi aperture
culturali ad ogni settore della società e soprattutto al settore formativo e della scuola. Questi mass media
hanno una gran capacità di coinvolgimento affettivo ed emotivo sia a livello narrativo che informativo.
MASS MEDIA: DEFINIZIONE E RAPPORTO CON L’EDUCAZIONE
I mass media sono canali tecnologici, sofisticati e complessi che propongono messaggi basati
sull’interazione ionico-verbale, proponendosi dunque come linguaggi nuovi. È importante sottolineare che
il linguaggio dei mass media non potrà mai sostituire il linguaggio alfabetico, perché l’uno è
complementare dell’atro. Il linguaggio dei mass media si basa sulle dimensioni della spettacolarità, della
simultaneità e della supremazia del momento analogico. Per questo motivo il linguaggio dei mass media
non è adatto al curricolo scolastico, per lo più da esso viene analizzato ma no fruito. Gli individui, in
particolare, i b/i e i ragazzi (3-14anni) sono spesso esposti, ampliamente, ad un’esposizione televisiva.
Soprattutto sui ragazzi, tale esposizione può avere influenza sul modi di pensare e di comportarsi. È
importante conoscere le risultanze e le modalità di questa interazione, in modo da adottare delle strategie
di intervento che tenderanno a “eliminare” gli aspetti negativi e sfruttare gli effetti positivi. Se i mass media
vengono utilizzati indiscriminatamente e unilateralmente ci saranno delle ripercussioni nocive sulla salute
mentale e di conseguenza sulla formazione della personalità di qualsiasi individuo.
GLOBALIZZAZIONE: DEFINIZIONE E RAPPORTO CON L’EDUCAZIONE
Questo termine è complesso e vi sono aspetti positivi e negativi
ASPETTI NEGATIVI: come qualcosa affidato alle leggi dell’economia e governata dal mercato dei potenti che
vogliono solo soldi e che non prestano importanza alla cultura
ASPETTI POSITIVI: indica un nuovo modo di essere dell’uomo nel mondo, in cui l’uomo non ha più sotto
controllo tutte le cose.
Tutte le iniziative, gli interventi e le intraprese umane non saranno più determinanti nel dare una
sistemazione definitiva alla realtà.
Così come l’educazione anche la globalizzazione, deve essere considerata come una realtà astratta, come
un ideale che sarà sempre perseguito e mai raggiunto. La globalizzazione tende a dare a tutti gli uomini ciò
che gli serve per potenziare e migliorare se stessi. La globalizzazione non è data dal progresso tecnologico
ed economico, ma da quello scientifico, in quanto quest’ultimo permette di interpretare e dare un
significato alla realtà.
CONCLUDENDO
mass media e globalizzazione non contribuiscono a distruggere la scuola, in quanto questa non cambia le
sue finalità di fronte alle trasformazioni sociali in cui si trova ad operare.
SDE, educazione e scuola mantengono sempre e comunque gli stessi fondamenti e gli stessi fini.
È importante il linguaggio alfabetico perché ci permette di decodificare qualsiasi altro messaggio, di
qualsiasi altro canale mediatico. È grazie al linguaggio alfabetico che si struttura il pensiero per interpretare
e modificare la realtà.
SENZA SCUOLA NIENTE LINGUAGGIO
SENZA LINGUAGGIO NIENTE CONOSCENZA, NIENTE SCIENZE E NIENTE EDUCAZIONE
SDE: significa scienze dell’educazione
b/o: significa bambino