Il Positivismo: il ruolo sociale della scienza Il Corso di Filosofia positiva di Auguste Comte Questioni: 1) L’industrialismo di Saint-Simon 2) Comte: nascita della sociologia (= fisica sociale) Patrizia Manganaro Storia della Filosofia Contemporanea - PUL Positivismo: orientamento filosofico di matrice francese, con larga diffusione nell’Europa dell’Ottocento. Ha influenzato il pensiero e il procedimento scientifico, la giurisprudenza, la storiografia e la letteratura, con la fiducia nel progresso economico, industriale e tecnologico, e con ricadute significative sul concetto di “storia” e di “sviluppo storico”. Il termine positivo deriva dal latino positivus, che significa “convenzionale”, “accidentale” e indica “ciò che è stato posto e istituito”, in contrapposizione a ciò che è “per natura”. In questo senso si intende il diritto positivo (l’insieme delle leggi date in un determinato contesto storico-sociale), in contrapposizione al diritto naturale. In filosofia i termini “positivo”, “positivismo”, “positivistico” fanno riferimento al concreto, reale, empirico-fattuale: l’enfasi è posta sul metodo osservativo-sperimentale. Filosofia “positiva” e scienza “empirica” ■ ■ In Francia, nella prima metà del secolo XIX, il termine positivismo fu coniato da H. Saint-Simon (1760-1825), il teorico del socialismo utopistico, e venne poi adottato da A. Comte (1798-1857), inizialmente suo discepolo, per designare lo stadio scientifico del sapere umano, in contrapposizione ai due stadi precedenti (teologico e metafisico). Non ricercare le essenze o i primi principi, ma scoprire le leggi di natura: questo è il compito che Comte assegna alla sua filosofia positiva, promuovendo l’ulteriore estensione del metodo scientifico-sperimentale ai campi da esso non ancora toccati, come ad es. lo studio “scientifico” della società (sociologia = scienza empirica dei fenomeni sociali e/o fisica sociale). Questione - La società nuova tra scienza e utopia: Saint-Simon Figura di rilievo del pensiero sociale francese durante l’età napoleonica e la Restaurazione, Saint-Simon pensa che la rivoluzione francese abbia rappresentato un momento negativo, che va superato proponendo il tema centrale della felicità sociale, all’interno di una prospettiva scientifica. Un’idea, questa, di matrice illuminista: la nuova società deve essere costruita attraverso l’educazione e la formazione. Ciò che lo allontana dall’Illuminismo è invece la diffidenza nei confronti delle istituzioni politiche, chiara traccia della valutazione critica dell’esperienza rivoluzionaria francese; egli privilegia, piuttosto, l’azione concretamente rivolta a trasformare le condizioni economiche e sociali. Saint-Simon, un imprenditore filantropo ■ ■ ■ ■ Il tema della società industriale è al centro della riflessione teorica e dell’azione politica di Saint-Simon. “Industria” e “industriale” sono i termini che egli utilizza per designare non un particolare settore della produzione (ad es. quello manifatturiero), ma l’intero complesso delle attività produttive. Scrive nell’opera Catechismo degli industriali (1823-24): «Un industriale è un uomo che lavora per produrre e mettere a disposizione dei diversi membri della società uno o più mezzi materiali per soddisfare i loro bisogni fisici». Sono dunque industriali l’imprenditore come l’operaio, il banchiere come il commerciante, il contadino come il marinaio: la società industriale è la società dei produttori, in contrapposizione a quella degli oziosi (nobili, cortigiani, ecc.). Il progresso tra scienza e storia ■ ■ ■ Si tratta di una polemica antifeudale, che in Saint-Simon è fondata su una concezione della scienza e della storia che troverà nel positivismo di Auguste Comte la sua più articolata formulazione. Saint-Simon vuole mostrare come l’avvento della società industriale rientri in una dinamica dello sviluppo storico che risponde a leggi oggettive. Secondo lui, la storia dell’uomo è progresso, evoluzione verso forme sempre più alte di sapere e di organizzazione della vita materiale. Tale evoluzione conosce però un’alternanza tra epoche organiche ed epoche critiche, le prime caratterizzate da un elevato grado di unità culturale, politica e sociale; le seconde invece frammentarie e disgreganti. Industrialismo, non liberalismo: il Catechismo degli industriali di Saint-Simon (1823-24) ■ ■ ■ ■ La politica è scienza della produzione: essa mira a istituire l’ordine di cose più favorevole al progresso, nelle sue varie branche. Non la politica, ma la produzione; non lo stato, ma la società sono per Saint-Simon i veri pilastri, sui quali imperniare l’edificazione di un nuovo sistema. Egli pensa di poter chiamare i capitani d’industria e i finanzieri ad allearsi con gli intellettuali “positivi”, per prendere in mano la guida della nazione. Il suo Catechismo degli industriali spiega il “credo” per il quale impegnarsi: non liberalismo, ma industrialismo. Ovvero: sostituzione di un’idea con una categoria di interessi. Lettura- Catechismo degli industriali «Noi invitiamo tutti gli industriali solleciti del bene pubblico e consapevoli dei rapporti che esistono tra gli interessi generali della società e quelli dell’industria a non tollerare più oltre d’essere designati con il nome di liberali; li esortiamo a inalberare un nuovo vessillo e a iscrivere su di esso il motto: Industrialismo. Rivolgiamo lo stesso invito a tutte le persone, qualunque sia il loro mestiere o professione, che sono profondamente convinte, come noi, che l’unico mezzo per instaurare un ordine di cose calmo e stabile è di affidare l’alta amministrazione del pubblico patrimonio a coloro che versano più danaro nel tesoro pubblico e che ne ritraggono meno: noi li invitiamo a proclamarsi industrialisti. Infatti, la parola liberalismo indica un ordine di sentimenti e non una categoria di interessi; per questo la denominazione è vaga e, conseguentemente, errata. La maggior parte di coloro che si fanno designare col nome di liberali è fatta di uomini pacifici, di uomini animati dal desiderio di portare a compimento la rivoluzione instaurando, con mezzi leali, legali e pacifici, un ordine di cose calmo e stabile, adeguato allo stato dei lumi e della civiltà. Ma gli esponenti di questo partito sono uomini che hanno conservato il carattere critico, cioè rivoluzionario, del secolo XVIII. Il termine industrialismo per designare le idee di questo nuovo partito politico e quello industrialista per indicare le persone che vi confluiscono, ci paiono i migliori. Il termine industrialismo fissa l’attenzione sugli interessi e conseguentemente è di gran lunga preferibile a quello di liberalismo: perché gli interessi variano assai meno dei sentimenti. La classe industriale è la più numerosa: pertanto ogni persona che si indichi industrialista fa, con una sola parola, professione di fede di voler sostenere gli interessi della maggioranza della nazione, contro tutti gli interessi particolari. Lo scopo è di assumere l’interesse della maggioranza come fondamento dell’organizzazione sociale; il mezzo è affidare agli industriali più importanti l’amministrazione del denaro pubblico. Il codice della morale cristiana ha riunito tutti gli uomini per mezzo dei loro sentimenti, ma non ha trattato la questione degli interessi». (Saint-Simon, Catechismo degli industriali) COMTE - Il contesto storico-teorico (1) Dalla società medievale a quella industriale ■ ■ ■ Comte è consapevole di appartenere a un’epoca di transizione da un modello di società di tipo medievale, ancora fondata sull’alleanza tra i poteri dominanti, a quella industriale, basata non più sulla conquista ma sulla produzione. Nell’ideale di Comte, questa società ripeterà l’antico schema dei due poteri, quello spirituale e quello temporale, ma con una decisiva differenza: al potere feudale militare verrà sostituita la capacità industriale, mentre la capacità scientifica positiva dovrà subentrare al potere spirituale teologico. Così, il potere della “dimostrazione” soppianterà il potere della “rivelazione”. La scienza diventa in tal modo un nuovo “idolo”: essa consente la conoscenza oggettiva, fattuale, empirica della realtà, sganciandola dalla teologia e dalla metafisica. Il contesto storico-teorico (2) Caratteristiche della nuova società: politica e progresso ■ ■ ■ ■ Sul piano politico, Comte legge il presente come la fase conclusiva e più elevata di quello sviluppo che ha posto le basi del progresso. “Progresso” significa riorganizzare e ricostruire su nuove fondamenta una società unita e coesa, prospettando con chiarezza il lavoro scientifico necessario a realizzare tale impresa. Si tratta di una rivoluzione filosofica, di un mutamento nel sistema delle idee, che è preliminare al mutamento politico-istituzionale. Comte mostra una grande “fede” nel progresso scientifico e tecnologico: di ciò la filosofia positiva deve farsi carico, “naturalizzando” tutti i problemi che la tradizione ha posto. La metodologia e la storia delle scienze La metodologia e la storia delle scienze divengono in tal modo il parametro di riferimento fondamentale per la costruzione di una nuova società organica, che superi nel progresso il conflitto tra le tendenze anarchiche dei rivoluzionari e quelle reazionarie dei restauratori. Il sistema del sapere positivo, ovvero la sua “enciclopedia”, che riprende e rilancia la grande lezione politico-culturale di Diderot e d’Alembert, è secondo Comte alla base della nuova organizzazione sociale. Fornire un tale sistema è l’intento del suo monumentale Corso di Filosofia positiva (6 voll., 1830-1842). Siamo di fronte all’elaborazione di una vera e propria enciclopedia positivista. Comte aveva pensato il suo Corso come un ciclo di lezioni da tenere a casa sua a un uditorio scelto di raffinati intellettuali, come propedeutica alla filosofia positiva. La filosofia positiva è “enciclopedica” ■ ■ ■ Filosofia positiva: se il termine filosofia designa il sistema generale delle concezioni umane, l’aggettivo positiva specifica che si tratta del modo di filosofare consistente nell’indagine che ha per oggetto la coordinazione dei fatti osservati. Rispetto agli analoghi filosofia naturale e filosofia scientifica, il termine filosofia positiva è più ampio, perché abbraccia lo studio dei fenomeni sociali e dei fenomeni di ogni altro tipo, indica una maniera uniforme di ragionare e studia le generalità delle diverse scienze, concepite come soggette a un unico metodo e come parti di un piano più generale di ricerche. Ecco perché il Corso di Filosofia positiva si presenta come “enciclopedia”. Il sistema positivo è un sistema unitario ■ ■ ■ Qui “Enciclopedia” non è la raccolta e lo strumento di diffusione delle conoscenze (come nell’Illuminismo), ma è intesa quale quadro unitario del sapere, in cui ogni scienza fondamentale viene considerata nelle sue relazioni con l’intero sistema positivo, sotto il duplice rapporto dei suoi metodi essenziali e dei suoi risultati principali. Si tratta dunque di un corso di filosofia positiva, non di scienze positive, e ciò si comprende bene se si considera l’accelerato processo di specializzazione della ricerca scientifica nei decenni tra il Settecento e l’Ottocento. Occorre tuttavia evitare che lo spirito del “dettaglio” distrugga lo spirito d’insieme, cioè il sistema enciclopedico. (Al riguardo, s’è definito il positivismo un “romanticismo scientifico”) La legge dei tre stadi ■ La legge dei tre stadi di Comte sostiene che ogni scienza, nel suo cammino evolutivo, deve necessariamente percorrere tre differenti stadi: teologico ■ ■ metafisico positivo Questa legge, in realtà, individua un modello di lettura non solo della storia delle scienze, ma della storia dell’uomo nel suo complesso. Nello stadio teologico i fenomeni naturali vengono spiegati ricorrendo a entità e potenze sovrannaturali; mentre in quello metafisico tali potenze sono sostituite da entità concettuali, da essenze e principi astratti, dalla riflessione volta a individuare le cause prime dei fenomeni. Lo stadio positivo è ricerca delle leggi ■ ■ ■ ■ Solo nello stadio positivo non si ricercano più le cause, ma le leggi, ovvero le relazioni tra i fenomeni, e ci si avvale del metodo scientifico basato sull’esperienza e sul ragionamento. Le scienze hanno tempi di evoluzione diversi, e l’ordine nel quale vengono disposte nel Corso di Filosofia positiva segue la successione del loro sviluppo. Mentre matematica, astronomia, fisica, chimica e fisiologia hanno già raggiunto lo stadio positivo, la fisica sociale (= sociologia) si trova ancora alle soglie di tale traguardo. Comte ritiene che tale passaggio sia un compito che spetta al sapere contemporaneo, e si avvia a intraprenderlo. L’esclusione di logica e psicologia dalle scienze fondamentali ■ ■ ■ Comte propone di considerare la matematica come base di tutta la filosofia, come strumento fondamentale per l’attività scientifica. Esclude però dal novero delle scienze fondamentali la logica e la psicologia. Perché? Quanto alla logica, è esclusa perché il metodo non può essere studiato separatamente dalle ricerche in cui è impiegato, e dunque è solo la storia delle scienze, il loro procedere fattuale che permette di individuare la “logica” dello spirito umano. Quanto alla psicologia, è esclusa perché non è possibile un’analisi scientifica dell’interiorità: dell’interiorità, infatti, non vi è “osservazione” empirica. Sociologia = scienza empirica dei fatti sociali ■ ■ ■ La psicologia è rifiutata perché non vi è scienza introspettiva, in quanto non può esserci scienza se non nella distinzione tra il soggetto e l’oggetto. La scienza si basa sull’osservazione e, necessariamente, lo spirito umano può osservare direttamente tutti i fenomeni, eccetto i suoi propri. La psicologia, dunque, o viene riassorbita dalla fisiologia (come analisi delle funzioni cerebrali), o dalla sociologia (come analisi dei comportamenti umani nelle prassi sociali). Risulta chiaro che la fisica sociale, come scienza della società o sociologia, è conclusione e sintesi di tutto il sapere. L’orizzonte della vita sociale è decisivo per l’elaborazione “enciclopedica” del sapere. Sociologia = fisica sociale ■ ■ ■ Sociologia è il termine equivalente a fisica sociale. Secondo Comte, essa indica quella parte della filosofia naturale che si riferisce allo studio positivo dell’insieme delle leggi fondamentali proprie dei fenomeni sociali. Se la sociologia riceve indicazioni indispensabili dalla biologia e si trova strettamente collegata a essa, è però un’aberrazione filosofica volerne fare una sorta di corollario della biologia, spiegando i fenomeni sociali come se fossero esclusivamente fenomeni naturali. Comte rivendica con ciò l’autonomia epistemologica della sociologia. Il metodo positivo: osservazione e teoria L’elemento comune che caratterizza le scienze positive è l’unità del metodo, che si basa su due momenti, l’osservazione e la teoria. A sua volta, l’osservazione si articola in: ■ ■ ■ l’osservazione dei fatti in senso stretto (= misurazione, quantificazione, ecc.) l’esperimento (= osservazione dei fatti in condizioni sperimentali artificiali) la comparazione tra i diversi fenomeni Per Comte, in nessuno di questi tre momenti si dà un’osservazione assolutamente empirica: in tutti il buon metodo è invece sintesi di osservazione e ragionamento. Sociologia statica (= organizzazione) e sociologia dinamica (= sviluppo) Rispetto all’osservazione e all’esperimento, la sociologia privilegerà il metodo comparativo e il metodo storico, che considerano l’organizzazione e l’evoluzione della società in rapporto ai modelli riscontrabili nel mondo animale, nelle altre società a diversi livelli di sviluppi, e nel passato. Comte distingue la sociologia in: ■ ■ statica sociale, che fornisce le leggi di organizzazione della società (= leggi dell’ordine) dinamica sociale, che fornisce le leggi dello sviluppo della società (= leggi del progresso) Al centro della statica sociale vi è il concetto di “consenso”, mentre la dinamica sociale dimostra storicamente e naturalmente la legge dei tre stadi. Statica sociale: il consenso e l’ordine Concetto di consenso: ogni società mostra, anche nei momenti di crisi, di essere composta di parti solidali, che attuano un reciproco “concorso” per la realizzazione spontanea di un determinato livello di organizzazione o ordine. La socialità è infatti un dato umano originario, e non il risultato di una scelta razionale in vista dell’utilità. Ne consegue che: ■ ■ lo stato sociale non è il risultato di un contratto artificiale, ma un elemento organizzativo invariante di ogni società umana, che tende all’ordine. “Consenso” è dunque quell’armonia spontanea che tende a regnare tra l’insieme e le parti del sistema sociale. Statica sociale: ordine naturale e ordine artificiale Riconoscere la necessità dell’ordine non significa accettare un assetto politico qualsiasi, ma comprendere che un progetto politico può darsi come obiettivo quello di perfezionare l’ordine, non certo di crearlo. L’ordine “artificiale” non è che il prolungamento dell’ordine “naturale”: la conoscenza di questa legge, per Comte, insegna che i progetti politici sono “relativi”, evita cioè di cadere nell’utopia di un “legislatore” capace di imporre alla società il giusto ordine. Quest’ultimo è per Comte l’atteggiamento che invece contraddistingue sia i rivoluzionari, sia i metafisici conservatori. Dinamica sociale ■ ■ ■ Nel Corso di Filosofia positiva, la trattazione della dinamica sociale concerne la dimostrazione storica di come la legge dei tre stadi governi lo sviluppo progressivo dell’umanità. Secondo Comte, questa dimostrazione consente di utilizzare la legge dei tre stadi con razionale sicurezza, per collegare il futuro al passato, sottoponendo il corso del cammino evolutivo umano a una regola costante. Comte delinea una filosofia della storia secondo la quale il progresso sembra consistere in una serie di successivi adeguamenti, di ordine o consenso tra diversi fattori, appartenendo propriamente all’epoca positiva il compito di realizzare un equilibrio ottimale tra conoscenza, morale, arte, politica ed economia. L’evoluzione della società. Lo stadio positivo: ordine e progresso ■ ■ ■ Secondo Comte, lo stadio teologico è diviso in 3 fasi: il feticismo (= infanzia della ragione umana), il politeismo (= Grecia, Roma, mondo pagano), il monoteismo (= Medioevo). Si assiste a una progressiva concentrazione e semplificazione delle spiegazioni del mondo, tendenza che con il monoteismo medievale già prelude all’avvento della razionalità metafisica (secondo stadio: metafisico). Con la rivoluzione industriale e i cambiamenti politici e sociali viene sferrato un colpo mortale all’antica economia, e si profila la necessità di un rinnovamento totale. Grazie alla scienza moderna e alla dottrina positiva, l’umanità è entrata nello stadio positivo, il terzo e ultimo, capace di conciliare due termini ritenuti antitetici: ordine e progresso. La società positiva è società del futuro ■ ■ ■ Il principio fondamentale che deve sostenere la società industriale positiva è la divisione tra il potere spirituale e quello temporale, che nell’enciclopedia del sapere positivo corrisponde alla distinzione tra scienza e tecnica. Alla classe speculativa (filosofi, scienziati e artisti) spetta il potere di regolare opinioni e costumi; alla classe attiva (banchieri, commericanti, politici) quello di guidare la vita economica e politica. La società positiva adotta un sistema di educazione positiva, che è il compito principale del potere spirituale. Una grande pedagogia universale della moralità, che si sostituisce in forma laica alla morale teologica medievale, è la base della “futura” società comtiana. Subordinazione della politica alla morale ■ ■ La gerarchia sociale positiva avrà alla guida i rappresentanti del potere spirituale, la cui preminenza è di ordine morale. Il compito del potere spirituale e della filosofia positiva è far comprendere che le relazioni industriali e sociali, invece di rimanere affidate a un pericoloso antagonismo oppressivo, dovrebbero essere “sistematizzate” secondo le leggi morali dell’armonia universale. Siamo dunque in presenza di una chiara subordinazione della politica all’etica. Il “culto” dell’Umanità ■ ■ ■ Vivere per gli altri è il precetto fondamentale di un’etica che si oppone a ogni individualismo egoistico e che trova nelle cellule fondamentali della società, della famiglia e della patria, l’area privilegiata di azione. Ciò si lega a una radicalizzazione dell’organicismo comtiano, che vede il suo centro nella nozione di una Umanità concepita come Grande-Essere, creatura pulsante e vivente, che comprende tutto il genere umano, passato, presente e futuro. La subordinazione della politica alla morale risulta dal fatto che gli uomini non sono esseri separati, ma sono come i diversi organi di un Grande-Essere unico. Ciò significa che l’individuo trova il suo senso solo all’interno del corpo dell’Umanità. La religione dell’Umanità ■ ■ Religione dell’età positiva è la religione dell’Umanità, il culto del Grande-Essere, che trova nella “chiesa” positivista, nei suoi “sacerdoti” e nei suoi “riti” gli adeguati strumenti organizzativi. La “nostalgia” comtiana per il cattolicesimo medievale o meglio, per la sua grande forza universalistica, già presente nel Corso, trova ora piena espressione. Bisogno fondamentale dell’uomo, la religiosità è pienamente soddisfatta dal culto dell’Umanità. La filosofia è divenuta positiva, scientifica; e la scienza è ora una religione dell’Umanità, profondamente laica. Le tappe della vita dell’individuo ne ritualizzano l’appartenenza, senza residuo alcuno, al tutto organico dell’Umanità. Positivismo è allora un romanticismo “scientifico”?