Prof. Dieg Manetti Filosofia Auguste Comte (Montpellier 1798 – Parigi 1857) Il positivismo: scienza e progresso Comte è ritenuto il fondatore di quel movimento culturale che, toccando i diversi ambiti del sapere, influenza la vita della società e della cultura europea nel corso dell’Ottocento: il Positivismo. Condizione decisiva per la nascita del Positivismo è rappresentata dalla crescita del sapere scientifico e dalle innovazioni tecniche, su cui si fonda una ‘fede’ profonda nel progresso della civiltà e della società umana. Giovane collaboratore di Saint Simon, ne condivide la scelta di suddividere la storia in epoche organiche e in epoche critiche, ma non ritiene imminente la soluzione della crisi e dunque si oppone all’impegno politico attivo del maestro: occorre operare prima una rigenerazione morale e intellettuale dell’umanità, senza la quale ogni azione politica sarebbe vana. Bisogna dunque abbandonare la ‘sterile agitazione politica’ in cui si dibatte l’Europa e trasformare la politica in scienza positiva. Legge dei tre stati e classificazione delle scienze La storia della civiltà occidentale si può leggere come il succedersi di tre epoche, poiché le istituzioni e le conoscenze non sono che manifestazioni dello spirito umano nel suo sviluppo storico (= Hegel e la fenomenologia). Il Corso di filosofia positiva (1830-1842) sviluppa la legge dei tre stati che governa il progresso morale, civile e intellettuale dell’umanità (cfr. Vico: corsi e ricorsi; Hegel: sviluppo triadico della dialettica). Nello stato teologico lo spirito umano si rappresenta i fenomeni naturali come dovuti all’azione diretta di agenti soprannaturali dotati di caratteri antropomorfi (divinità) ed elaborati dall’immaginazione. Nello stato metafisico agli agenti soprannaturali subentrano forze astratte (sostanza, causa, essenza), a Dio si sostituisce la Natura, che ne rappresenta un equivalente metafisico frutto di immaginazione e tendenza a cercare spiegazioni unitarie della realtà. Nello stato positivo si rinuncia a cercare le cause intime dei fenomeni per indagarne, mediante osservazione, le leggi di relazione e successione (= Newton: non si cerca il ‘perché’, la causa finale, ma il ‘come’, la causa efficiente). La rigida successione delle tre epoche appiattisce una storia civile e politica assai più complessa della riduzione operata da Comte che si vede profeta e iniziatore dello stato positivo (= Hegel che ‘compie’ la filosofia). Alle tre epoche, in ordine cronologico e logico al tempo stesso, corrisponde la gerarchia delle scienze, divise in fisica inorganica (astronomia, fisica e chimica) e fisica organica (biologia e fisica sociale o sociologia), delle quali è propedeutica generale la matematica. Tale rigida schematizzazione (a) impedisce a Comte di valorizzare le nuove direzioni della ricerca scientifica e (b) destina il suo sistema a essere rapidamente superato dal progresso del sapere. La scienza positiva nasce abbandonando le inutili questioni metafisiche e si basa sull’osservazione dei fenomeni e sulla formulazione di teorie conseguenti che ne spieghino le relazioni. Occorre superare lo spirito del dettaglio per promuovere lo spirito di insieme, elaborando un sistema del sapere che coincide con la stessa filosofia positiva (= Hegel e il sistema). Per quanto il mondo sia così eterogeneo da non poter sperare di trovare una sola legge Prof. Dieg Manetti Filosofia universale di regolazione dei fenomeni, tuttavia nella ricerca del minor numero di leggi possibili (spirito d’insieme) vale il dogma generale della invariabilità delle leggi naturali grazie al quale ‘dalla scienza deriva la previsione, dalla previsione deriva l’azione’). La fisica sociale La fisica sociale o scienza della società (sociologia) si divide in due discipline: la statica sociale studia l’anatomia del corpo sociale, esaminando il suo ordine come se fosse immobile: la società è un organismo, una totalità fondata sul consenso delle parti (= Hegel e lo stato totalitario); la dinamica sociale studia la fisiologia del corpo sociale, esaminandone l’evolversi e il progresso. L’errore delle teorie politiche sta nell’aver separato l’ordine (dottrine reazionarie e conservatrici) dal progresso (dottrine progressiste e rivoluzionarie): la formula ‘ordine e progresso’ è il vero antidoto allo scontro di dottrine politiche che caratterizza l’età moderna. L’analisi positiva della società nasce dall’abbandono delle discussioni politiche, estrema sopravvivenza teologico-metafisica: questa trasformazione non è facile, perché la politica appassiona l’uomo, ma è necessario considerare i fatti politici come semplici fenomeni naturali soggetti a leggi invariabili. In base alla legge dei tre stati, la storia si divide dunque in epoca teologica (dalle origini al medioevo, si fonda sulla conquista e sulla ‘dottrina dei re’: il sovrano è tale per diritto divino), epoca metafisica (età critica e di transizione inaugurata dalla Riforma e dalla Rivoluzione Scientifica, si fonda sulla ‘dottrina dei popoli’: il dogma della sovranità popolare e dei diritti individuali mina l’ordine e la gerarchia e sfocia nella Rivoluzione Francese) ed epoca scientifica e industriale. L’avvento di quest’ultima è preparato dalla violenta crisi che agita l’Europa di inizio Ottocento. I filosofi positivi devono promuovere il rinnovamento intellettuale e morale dell’uomo, favorendo l’avvento di una società industriale dove la produzione si sostituirà al principio della conquista (rendendo inutile l’esercito). Il problema aperto riguarda però la stabilità di tale ordine sociale: la specializzazione del lavoro e l’impiego delle macchine dissolvono infatti il sentimento di unità sociale e favoriscono proteste e rivolte si massa. La religione dell’umanità A questo problema di equilibrio e ordine interno Comte risponde elaborando un sistema di credenze condivise che garantisca la coesione sociale. I filosofi positivi sono eredi del clero medievale, educatori dell’umanità ai valori del sapere scientifico, della solidarietà e dell’armonia universale. Occorre superare i conflitti di classe evidenziando i reciproci doveri e motivandone il rispetto attraverso una religione dell’umanità che rappresenta la matura evoluzione dell’originaria filosofia positiva. Nel 1848 viene fondata la ‘Società positivista’ che si raduna attorno a Comte per diffondere il nuovo vangelo filosofico. L’ossessione dell’ordine e della stabilità conducono il filosofo (già preda di crisi psichiche sfociate in un tentato suicidio a circa 30 anni) a svolte illiberali: il tutto prevale sulle parti (= Hegel e lo stato come totalità etica), l’unità sociale diviene oggetto di culto, trasformandosi in sociocrazia e sociolatria. Si elaborano un calendario positivista in onore dei servitori dell’Umanità (Aristotele, Cartesio, …) e si amministrano ‘sacramenti sociali’: smarrito lo spirito scientifico del primo positivismo, si torna all’impostazione teologico-metafisica (tipica del medioevo) tanto esecrata. Questo esito religioso e metafisico dimostra lo scacco finale del progetto di Comte: non si possono fondare la società e il sapere dell’uomo eludendo le domande di senso ultimo (‘Perché?’) e accontentandosi di cause efficienti (‘come?’) in luogo delle cause finali.