PIL a crescita zero, ma torna positivo contributo domanda estera con

PIL A CRESCITA ZERO, MA TORNA POSITIVO CONTRIBUTO DOMANDA
ESTERA CON MADE IN ITALY A +1,9%. PIÙ DEBOLE LA DOMANDA NEI
SETTORI A MAGGIORE PRESENZA DI IMPRESE ARTIGIANE.
I conti nazionali definitivi pubblicati dall’Istat venerdì scorso confermano le stime
preliminari di metà agosto, con ‘crescita zero’ del PIL nel secondo trimestre 2016 rispetto
al trimestre precedente e +0,8% in termini tendenziali. A fronte della staticità rilevata in
Italia l’Eurozona evidenzia una crescita congiunturale del PIL dello 0,3%.
Nel dettaglio le esportazioni sono aumentate dell’1,9%, i consumi finali nazionali sono
rimasti invariati, mentre preoccupa il ritorno in territorio negativo (-0,3%) degli
investimenti dopo cinque trimestri di crescita, con un calo dello 0,8% della spesa per
macchinari, attrezzature e altri prodotti, solo parzialmente bilanciata dal +1,4% della spesa
in mezzi di trasporto, mentre sono a crescita zero gli investimenti in costruzioni. In chiave
settoriale si osserva un aumento del valore aggiunto dello 0,2% nei Servizi mentre si
registra una minore perfomance nei settori dove si addensano maggiormente le
imprese artigiane: in calo dello 0,8% il valore aggiunto del Manifatturiero (Industria in
senso stretto) mentre segna un limitato +0,1% quello delle Costruzioni.
L’invarianza del PIL è il risultato di un contributo nullo di consumi finali e investimenti
mentre un contributivo positivo (+0,2 punti percentuali) è giunto dalla domanda estera
netta, sostenuto dalla crescita dell’export. La combinazione del trend del PIL a consuntivo
nel primo semestre con le previsioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) per la
seconda metà dell’anno proietta un tasso di crescita del PIL su base annua al +0,8%, in
frenata rispetto all’1,2% previsto nel DEF nella scorsa primavera e non troppo distante dal
magro +0,6% registrato nel 2015.
Se prendiamo a riferimento la fase di ripresa nell’Eurozona – che si avvia nel secondo
trimestre del 2013 – nei tredici trimestri considerati il PIL dell’Italia cumula una crescita
dell’1,1% contro il 4,4% della media Uem; nell’arco temporale in esame il PIL in Spagna
sale del 7,5%, in Germania del 5,9% e in Francia del 3,6%. In termini controfattuali se
l’Italia fosse cresciuta allo stesso ritmo dell’Eurozona oggi il PIL su base annua sarebbe
superiore di 3,1 punti al valore effettivo. Anche in termini di PIL pro capite l’Italia segna
una minore crescita: secondo le più recenti previsioni della Commissione europea, tra il
2013 e il 2016 il PIL per abitante in Italia sale dell’1,3%, due punti in meno del 3,3%
registrato nell’Euro area.
La prospettiva dell’attuale fase congiunturale è caratterizzata dal calo della domanda
dei paesi emergenti – nel primo semestre del 2016 l’export verso i Paesi extra Ue
scende del 3,9% – e dagli effetti della Brexit che si traducono – le stime sono sempre
dell’Ufficio parlamentare di bilancio – in una minore crescita del PIL fino a 0,2 punti
percentuali nel 2016 e fino a 0,4 punti percentuali nel 2017.
Anche la domanda di energia dell’economia italiana è debole. Nei primi sette mesi del
2016 il consumo di energia elettrica, gas naturale e prodotti petroliferi – in media
ponderata con il volume degli impieghi finali – segna un calo dello 0,8% invertendo il
trend positivo del +4,9% registrato nello stesso periodo del 2015. L’analisi delle tendenze
della domanda delle commodities energetiche nella rubrica ‘Imprese ed Energia”
pubblicata oggi su QE-Quotidiano Energia
TASSO DI CRESCITA CONGIUNTURALE DEL VALORE AGGIUNTO PER SETTORE NEL
II TRIMESTRE 2016
(II trim. 2016 – var. % congiunturali rispetto I 2016 – valori concatenati, dati
destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario – Elaborazione Ufficio Studi
Confartigianato su dati Istat)
LA FRENATA DEGLI INVESTIMENTI: TASSO DI CRESCITA CONGIUNTURALE
(I trim 2012-II trim. 2016 – var. % congiunturali – valori concatenati, dati
destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario – Elaborazione Ufficio Studi
Confartigianato su dati Istat)
TASSO DI CRESCITA CUMULATO DA AVVIO RIPRESA IN PRINCIPALI PAESI
EUROZONA
(var. % cumulata tra I trimestre 2013 e II 2016 – valori concatenati, dati
destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario – Elaborazione Ufficio Studi
Confartigianato su dati Eurostat)