fanzine aprile 2010 7 e e L-EKTRICA L-EKTRICA GAVE ME A VISION! Martedì ® 6 myspace.com/lektrica Ogni Martedì • Every Tuesday • ore 23.00 AKAB Via di Monte Testaccio 69, Roma Aprile 2010 l l 5 5 12 12 19 19 26 26 m m 6 6 13 13 20 20 27 27 m m g g 7 7 14 14 21 21 28 28 1 1 8 8 15 15 22 22 29 29 L-Ektrica djs: Andrea v v s s 2 2 3 3 9 10 9 10 16 16 17 17 23 23 24 24 30 30 d d 4 4 11 11 18 18 25 25 ESU & fabrice Visual: Infidel L-Ektrica Fanzine Grafica: Lord Z Interviste: Matteo Quinzi Progetto: L-Ektrica Family l-ektrica.com myspace.com/lektrica facebook.com/lektrica Media Partner Web Partner Aprile Sabato 10 Aprile myspace.com/lektrica 2manydjs DJ SET // MYSPACE.COM/2MANYDJS LIVE // MYSPACE.COM/thewhipmanchester PRESENT MOTORIA 2.0 AUDIO/VIDEO PERFORMANCE thebutchersproduction.com L-EKTRICA DJS: Andrea Esu & Fabrice VISUAL: AIRA INFO: L-EKTRICA.COM PREVENDITE: GREENTICKET.IT SPAZIO NOVECENTO Piazza Guglielmo Marconi 26 B, ROMA UNA PRODUZIONE: PARTNERS: MEDIA PARTNERS: SOUND BY: Martedì 13 myspace.com/r0d10n Aprile myspace.com/ginowoodybianchi SPECIAL CHARTS Rodion Disco Chart kano ♦ It’s a War supertramp ♦ The Logical Song giorgio moroder ♦ Evolution patrick cowley ♦ Megatron Man yellow magic orchestra ♦ Rydeen hiroshi kawaguchi ♦ Passing Breeze (Out Run Soundtrack) daft punk ♦ Short Circuit francisco ♦ Moon Roller bangkok impact ♦ Black Zoo kerrier district ♦ Let’s Dance and Freak Gino “Woody” Bianchi Disco Chart todd terje ♦ Italian Stallion rockets ♦ Space Rock (Woody Bianchi edit) tom trago ♦ Voyage Direct/Use Me Again kasso ♦ Key West (Jellibean Benitez remix) cory daye ♦ Pow Wow gary’s gang ♦ Lovedance Tonight (Danny Krivit edit) jef k & chris carrier ♦ Morning kc & the sunshine band ♦ I’m Your Boogie Man (Woody Bianchi edit) munich machine ♦ Get on the Funk Train arpadys ♦ Monkey Star Rodion Live! Gino Woody Bianchi Special Disco Set INFIDEL Loves L-Ektrica flickr.com/ynfidel Martedì 20 myspace.com/holyghostnyc Aprile dfarecords.com Holy Ghost! INterview di Matteo Quinzi Fate parte del roster della DFA, una delle etichette più influenti ed importanti del nuovo millennio. Come siete entrati in contatto con loro? Che tipo di rapporto avete con James e Tim? Abbiamo incontrato Tim e James tramite degli amici in comune quando militavamo nella nostra band precedente, gli Automato, un gruppo rap, del quale hanno prodotto nel 2002 il primo e unico album. Dopo lo scioglimento degli Automato, siamo rimasti amici e hanno incoraggiato i nostri successivi e bizzarri esperimenti sonori in studio che poi si sono tramutati negli Holy Ghost! holy ghost Holy Ghost! Venite quindi dal rap, con il progetto Automato. Che ricordi avete di quell’esperienza e come mai avete deciso di virare verso un suono più elettronico e disco? Entrambi amiamo ancora molto il rap e non abbiamo solo bei ricordi del periodo Automato. Infatti siamo ancora ottimi amici con gli altri componenti della band, Andrew e Morgan, che suonavano prima negli Hercules & Love Affair ed ora nei Jessica 6 e nei Midnight Magic, e con Ben Fries che ha diretto il nostro video di “I Will Come Back”. La decisione di abbandonare il rap è stata più che altro una necessità, visto che il motivo principale per il quale gli Automato si sono sciolti è stato perché i rappers della band non volevano più rappare. Quindi senza di loro abbiamo dovuto pensare necessariamente a qualcosa di diverso. Al tempo Alex aveva manifestato la voglia di cantare e due di noi erano entrati maggiormente, dalla tarda adolescenza, nella musica dance. Per cui lo “shift” verso quello che stiamo facendo ora è stato assolutamente naturale e spontaneo. Siete di Brooklyn, il luogo che negli ultimi dieci anni è sembrato essere il “centro dell’universo” per quanto riguarda la musica indie. Cosa ne pensate a proposito e se (e come) la “community” e l’atmosfera di Brooklyn vi ha ispirato e aiutato a crescere come musicisti e producer? Siamo particolarmente legati alla DFA e alla sua comunità di musicisti, che credo comprenda la grande maggioranza delle più interessanti realtà della scena di Brooklyn. “DFA” è solo un altro modo per chiamare il nostro gruppo di amici, come quando eri al liceo e davi un nome alla tua “graffiti crew”. Juan, James, Pat, Nancy, Marcus, Jacques, Justin, Eric B., Liv, Andrew, Morgan, queste sono le persone con le quali passiamo il tempo, parliamo di musica, beviamo, mangiamo, ridiamo e piangiamo quotidianamente. La fortuna ha voluto che loro siano anche persone di grandissimo talento e che abbiano prodotto, secondo noi, parte della musica migliore della scorsa decade. Avere amici con una così profonda e ampia conoscenza della musica e delle tecniche di produzione è una risorsa a dir poco incredibile. Ci scambiamo e confrontiamo idee continuamente e lavoriamo spesso insieme. Spesso avete citato i Panthers come “fratelli”, anche se loro hanno un immaginario sonoro molto distante dal vostro. Come mai questa affiliazione? Quali altre band considerate amiche e/o stimate musicalmente? Credo che questo discorso si ricolleghi idealmente alla risposta precedente. La DFA è senza dubbio una label, ma è anche un gruppo di amici composto, in parte, da musicisti che non incidono per l’etichetta. Jay e Justin dei Panthers sono due dei nostri più cari amici e Justin in particolare è una di quelle persone con cui abbiamo legato maggiormente. Per esempio è stato tramite i Turing Machine di Justin, la prima band che Tim e James hanno prodotto insieme, che James ha conosciuto Jerry Fuchs, ed è così che Jerry ha iniziato a suonare ed è diventato amico con Juan (MacLean). È vero, stilisticamente i Panthers sono “worlds away” Martedì dalla nostra musica, ma ci piace ascoltare più o meno le stesse cose. Credo sia solo accaduto che la musica che facciamo abbia preso delle forme differenti. E a proposito del loro album, “The Trick”, penso che sia uno dei dischi più sottovalutati degli ultimi cinque anni. La DFA dovrebbe ristamparlo in vinile. 27 myspace.com/stillgoing Aprile dfarecords.com Ascoltando “Hold On”, il vostro super singolo del 2007, il suono sembra un bel mix tra la soul disco americana anni ‘70 e l’italo disco, tipica del decennio successivo. Quale potrebbe essere la definizione più appropriata del vostro suono? E siete fan dei NY Knicks? Direi che la nostra musica può essere considerata come pop fortemente influenzata dalla dance sia dei ‘70 che degli ‘80. Ma prima di tutto le nostre sono delle pop songs, strofaritornello, strofa-ritornello e così via. Esattamente come Britney Spears o Michael Jackson. E si, siamo entrambi fan dei Knicks. Alex segue il basket più di me, ma se sei di New York devi essere un fan dei Knicks. È una regola. La vostra ultima release è un 12” con i Friendly Fires, nel quale vi coverizzate a vicenda. Di solito questo è un’abitudine del mondo rock!? Avete un legame particolare con loro? Quanto dobbiamo aspettare per il vostro debut album? O preferite il formato “singolo”? Abbiamo incontrato i Friendly Fires la scorsa estate in Corsica, dove abbiamo suonato entrambi durante il Calvi on the Rocks festival. Ed e Alex bevvero rhum fino al mattino e completamente ubriachi pianificarono il progetto delle cover e strinsero amicizia. Per quanto riguarda l’album, è pronto. In tutti i casi ci vorrà ancora un po’ prima che venga licenziato poiché in queste cose le labels tendono ad essere sempre un pochino lente. È la natura della bestia. Ma ci piace moltissimo lavorare sui singoli, ed infatti quest’estate uscirà un ep/12” con due nuove canzoni e l’inedito “Say My Name” sarà nella nuova compilation della Kitsuné in uscita questo mese. Nicholas, tu suoni anche nei Juan MacLean. Parlaci di questa esperienza e avete mai pensato o programmato un live set per gli Holy Ghost! ? Sfortunatamente ho dovuto interrompere la mia collaborazione con i Juan MacLean circa un anno fa a causa degli eccessivi e concomitanti impegni che si sono venuti a creare tra i tour con Juan e con gli Holy Ghost!. Ma l’esperienza di aver suonato per tre-quattro anni con loro rimane una delle più divertenti e appaganti della mia vita. Era un grande live ed era la prima volta che venivo pagato per suonare. Ed essere ricompensato per suonare musica che ami con persone che ami è stato semplicemente fantastico! Intendo dire che mi sarebbe bastato vedere suonare Jerry a pochi centimetri di distanza ogni notte per rendermi felice ma Juan, Jerry, Nancy e Eric, tengo così tanto a queste persone, più di quanto riesca ad esprimere con le parole. Invece per quanto riguarda il live degli HG!, è il prossimo progetto al quale stiamo lavorando. Accadrà molto presto. È stata molto dura trovare le persone giuste ma crediamo di esserci riusciti. Abbiamo iniziato a fissare delle date per quest’estate, “so look out!” Still Going R Siete anche dei quotati remixer, non a caso uno degli ultimi che avete fatto è stato su “Listzomania” dei Phoenix, freschi vincitori di un Grammy. Molti dei vostri lavori sono raccolti nella compilation autoprodotta “The Remixes Vol.1”. Qual è il vostro approccio all’arte del remix? Non crediamo di avere un approccio univoco e prestabilito. Prima di tutto ci deve piacere il brano in questione, poi cerchiamo di trovare un elemento dall’originale che sarebbe divertente ricontestualizzare in qualche modo nel dancefloor e da lì parte il tutto. Solitamente è un processo molto lungo, nel quale la traccia viene arricchita e riportata agli elementi fondamentali più volte. Finalmente, dopo qualche settimana, lo si può ritenere ultimato. Still Going INterview di Matteo Quinzi Siete saliti alla ribalta in maniera improvvisa e inaspettata nel 2007 con l’anthem “Still Going Theme”, licenziato dalla DFA. Parlateci della vostra vita prima dell’uscita di quel 12”. Come Eric e Oliver passavano le proprie “giornate musicali”? Quando avete iniziato a fare djing e a produrre musica insieme? Oliver: Mi occupo di produzioni e registrazioni musicali dal 2002. Con Eric ci siamo incontrati alle prime jams dei Rub N Tug nel loft del nostro amico Rui, nel Lower East Side. Ho partecipato (engineering and programming) ad alcune delle prime registrazioni dei Rub N Tug e da lì abbiamo iniziato a collaborare come Still Going. Eric: La mia passione per i giradischi risale agli anni ‘80, mentre da metà ‘90 faccio il dj a tempo pieno. Mi occupo di produzione dal 2004. All’epoca Oliver curava il suono delle mie prime tracce e da lì è iniziato il tutto... Il vostro suono è un mix assai intrigante di house music, disco, jazz, soul e funk. Sembrate molto appassionati e influenzati da differenti stili, spesso riconducibili alla musica “black”. Che cosa ne pensate a proposito? Oliver: In tutta sincerità, non posso dire di sentirmi influenzato sotto questo punto di vista. Di solito il mio processo creativo, di scrittura, si basa sul tentativo di svuotare la testa da ogni possibile influenza musicale specifica. Questo è uno dei motivi per cui io e Eric lavoriamo così bene insieme. Io tendo a scrivere in maniera “neutra” poi Eric aggiunge, grazie alla sua profonda conoscenza musicale, quel tocco di “black”, “white” o “yellow” che serve al brano. Eric: La musica è musica per me...Che mi piaccia oppure no...Un insieme di arcobaleni. Quali sono i vostri artisti preferiti? Quelli che considerate come maggiori fonti d’ispirazione e quelli che invece amate semplicemente ascoltare? Oliver: Mi piacciono e ascolto moltissimi stili musicali: jazz, disco, salsa, metal, afrobeat, country. Posso essere definito come un ascoltatore “delle pari opportunità”. Ma devo dire che la mia vera influenza è New York, la città, prima di ogni artista specifico. Eric: Non credo di essere molto influenzato da altri musicisti. Tendo solo ad ascoltare ciò che abbiamo fatto e se penso che suoni bene vado avanti in quella direzione... Per il momento avete fatto uscire due 12”, il già menzionato “Still Going Theme”, e il nuovo “Spaghetti Circus”, sempre per DFA. Quanto dobbiamo aspettare per il vostro album di debutto? Eric: C’è la possibilità di un album...Al momento siamo a metà strada visto che abbiamo quattro brani pronti...Inoltre stiamo lavorando ad altre quattro tracce nuove di zecca...Poi basterebbe sommarle ed ecco un album praticamente finito...Solo il tempo potrà dirlo... Oliver: Possiamo solo promettere che ci stiamo mettendo tutto il nostro “best foot forward”, per così dire. In tutti i casi sarà un disco frutto del nostro impegno. Negli ultimi anni avete fatto diversi podcast, con sonorità molto eclettiche, per Resident Advisor e Beats in Space. È quello che ci dobbiamo aspettare da un vostro dj-set oggi? Avete mai pensato di far uscire un vostro mix ufficiale? Oliver: Penso che i mix che hai menzionato siano un esempio abbastanza fedele del nostro set in un club. In ogni caso, ogni serata ti dà l’opportunità di sperimentare qualcosa di nuovo. Credo sia importante mischiare un pochino le carte. Una serata la improntiamo più su un suono disco, un’altra più house o techno. Di solito dipende dalla venue, dal pubblico o da quanto poco abbiamo dormito prima della serata. Non è escluso che faremo uscire un mix ufficiale, ma per il momento siamo concentrati sui nostri brani originali e sui remixes. La b-side del vostro ultimo singolo, “Untitled Love”, è una splendida ballata con un’atmosfera spacey ed un suono molto soul. Mi ha fatto pensare ad una suggestiva versione “disco” di “Evidence” dei Faith No More. Diteci qualcosa in più su questo brano, come è venuto fuori? Qual è stata la scintilla? Oliver: “Untilted Love” era nata in principio come una “loose jam” su un giro di chitarra che avevo scritto. Poi la canzone ha iniziato a delinearsi quando Eric si presentò con una bozza del testo. Infine con l’ingresso di Reggie Watts nel progetto il brano ha definitivamente preso forma, in maniera molto organica. Avete remixato moltissimi artisti, diversi tra loro, come i Presets, Doves, !!! e Crazy P. Come scegliete le tracce e gli artisti da remixare? Oliver: Col tempo abbiamo imparato che bisogna sentire qualcosa di interessante nel brano originale, tramite il quale costruire poi il remix. In passato, in un paio di nostri remixes, ci siamo ritrovati praticamente a comporre un brano originale, qualcosa che, guardando oltre, avremmo potuto tenere per noi stessi. Ora dobbiamo sentire che possiamo dare una nuova prospettiva al brano originale. In caso contrario, si sta solo inquinando l’etere. Quindi la risposta alla tua domanda potrebbe essere: “Con molta attenzione”.