LE EQUAZIONI La matematica è uno speciale linguaggio che rispetta regole ben precise e ci permette di descrivere alcuni aspetti della realtà mediante un alfabeto matematico costituito da numeri, simboli di operazioni, parentesi, simboli di predicati. Alcune delle frasi seguenti pur rispettando regole sintattiche precise appaiono sgrammaticate, ossia non formulate bene, mentre altre sono ben formate anche se non hanno un senso sia se scritte in italiano sia nel linguaggio della matematica. Per ognuna della frasi in tabella stabiliamo se sono ben formate o no e se sono vere oppure false. Linguaggio italiano Linguaggio matematico 1)Mario è letto dal libro a)10 +2:+1=9 2)Il letto è dormito dal bambino b)X è un giocatore dalle Roma 3)Il gatto studia il moto dei pianeti c)X+5=7 Per poter stabilire la verità o la falsità di una affermazione è necessario che le frasi siano ben formate. Esempio di formula sgrammaticata: il leone piove il libro perché in italiano il verbo intransitivo non può reggere il complemento oggetto. Esempio di formula ben formata del linguaggio italiano ma falsa: il leone legge il libro rispetta le regole della grammatica italiana anche se è falsa. Le frasi b) e c) sono formule ben formate ma non è possibile dire se sono vere o false poiché tutto dipende dal valore assunto dalla variabile x. Si tratta di formule(=proposizioni) aperte. Concludendo le formule ben formate possono essere Proposizioni Aperte Proposizioni, una frase di cui si può stabilire la verità o la falsità. Equazione: proposizione aperta il cui Disequazione:proposizione aperta il predicato è “essere uguale” cui predicato è uno dei seguenti:”essere minore”,”essere maggiore”,”essere minore o uguale”, “essere maggiore o uguale” Uguaglianza:è una proposizione il cui Disuguaglianza: è una proposizione il predicato è “essere uguale” e si può cui predicato è uno dei stabilire facilmente se è vera oppure seguenti:”essere minore”,”essere falsa maggiore”,”essere minore o uguale”, “essere maggiore o uguale” e si può stabilire facilmente se è vera oppure falsa Definizione di Equazione: Uguaglianza fra due espressioni che può essere verificata o meno a seconda dei valori attribuiti alle variabili che in essa compaiono. L’espressione a sinistra del segno uguale si dice I membro, quella a destra II membro. I membro = II membro Esempi di equazioni: intere 2x-5=1 fratte 2x 1 2 2x 1 x x 1 numeriche 3(x-2)+x-4=x-1 letterali 2ax-2+3a=0 Grado di un’equazione: primo grado 2x-5=1 Secondo grado X2-3x+2=0 Terzo grado X3-8=0 Principi di equivalenza delle equazioni: Principi Definizioni Primo principio o Addizionando o sottraendo ai due membri di principio di addizione un’equazione la stessa espressione, si ottiene un’equazione equivalente a quella data Secondo principio o Moltiplicando o dividendo i due membri di principio della un’equazione per una stessa espresione diversa da moltiplicazione zero si ottiene un’equazione equivalente a quella data Dal primo principio derivano due regole: Regola del trasporto E’ possibile spostare un termine da un membro all’altro, purchè lo si cambi di segno, ottenendo un’equazione equivalente. Regola di cancellazione E’ possibile eliminare dai due membri due termini uguali, ottenendo un’equazione equivalente. Dal secondo principio discendono le seguenti regole: Regola della divisione Se tutti i termini di per un fattore comune un’equazione hanno un fattore numerico comune, si possono dividere tutti i termini per tale fattore, ottenendo un’equazione equivalente. Regola del E’ possibile cambiare segno a cambiamento di segno tutti i termini di un’equazione, ottenendo un’equazione equivalente. Equazioni equivalenti: Due equazioni si dicono equivalenti se hanno lo stesso insieme soluzione. Esempi: x+5=9 e x-4=0 UGUAGLIANZA: una proposizione il cui predicato è espresso dal verbo “essere uguale” e può essere vera oppure falsa. EQUAZIONE: una proposizione aperta in cui il predicato è “essere uguale”, indicato con il simbolo “=”. DISEQUAZIONE:proposizione aperta in cui il predicato non è “essere uguale” ma è sostituito oppure combinato con “essere maggiore” oppure “essere minore”, indicati rispettivamente con “>” e “<”