FILOSOFIA MORALE I filosofi che hanno analizzato questo aspetto della filosofia, la chiamavano “etica”. Questo termine appare per la prima volta nel suo significato di riflessione filosofica in Aristotele nell’Etica Nicomachea. Il termine ethos significa costume, comportamento e quindi ci rimanda all’agire dell’uomo. La chiamiamo anche filosofia morale, perché Cicerone, il quale ha fatto da tramite tra la cultura greca e latina, al termine ethos associa il termine moràlia. Che significa costume, da qui FILOSOFIA MORALE. La riflessione morale da una parte consiste nella descrizione del modo in cui l’uomo vive e dall’altra parte consiste nella descrizione del modo in cui l’uomo deve comportarsi per raggiungere la felicità, il fine ultimo. Ciò si differenzia dal cristianesimo in quanto l’uomo non deve chiedere di raggiungere la felicità nella vita terrena. L’origine della filosofia morale si può collocare nel V sec a.C. il primo esponente della filosofia morale fu Socrate, il quale viveva ad Atene. SOCRATE, PLATONE, ARISTOTELE Socrate considerava la filosofia morale una continua ricerca filosofica che non ha mai fine e che per tanto non doveva essere scritta perché altrimenti si fisserebbero delle riflessioni. Le fonti del pensiero socratico sono 4: Aristofane, Senofonte, Platone e Aristotele. Da queste fonti apprendiamo che Socrate fu il 1° filosofo morale, ovvero di quella sferra che riguarda l’agire, il comportamento dell’uomo (la prassi). Socrate, a differenza dei filosofi antecedenti a lui, non si è occupato della natura, perché egli riteneva che prima di conoscere la realtà in cui si vive, bisogna conoscere se stessi. Infatti i presocratici non hanno formulato un ipotesi uguale sulla realtà. Socrate esorta l’uomo a conoscere se stesso. Socrate riprese questo motto greco dall’incisione sul frontone del tempio di Apollo e Delfi in cui precisamente c’è scritto: “uomo conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli dei”. In questo tempio una sacerdotessa aveva pronunciato un oracolo nel quale si diceva che Socrate era l’uomo più sapiente. Invece Socrate riteneva di non sapere, non si sopravalutava e per questo aveva iniziato a interrogare coloro che lui riteneva più sapienti, in modo da capire cosa il dio avesse voluto dire. Questo dialogare con tutti coloro che egli riteneva superiori gli servì a conoscere meglio se stesso, gli altri e il detto divino. Infatti Socrate, capire di sapere qualcosa in più rispetto agli altri, in quanto SAPEVA DI NON SAPERE. Conosci te stesso è il punto d’inizio dell’indagine socratica. La preoccupazione di Socrate è capire l’antropos e non intende propinarci dei principi sull’uomo ma insegnare a ognuno di noi a conoscere se stesso. Quest’indagine non viene svolta solo da Socrate. Socrate è la guida spirituale che insegna a vivere a misura dell’uomo. A Socrate interessa l’ethos, il comportamento dell’uomo. Cerca d’indicare all’uomo la strada per l’acquisizione di un tipo di comportamento buono che serve per il raggiungimento della felicità. Tutte le etiche antiche sono eudemonistiche ovvero tendono al raggiungimento della felicità. Tutti i filosofi cercano d delineare la vita buona e d’indicare i mezzi per raggiungerla. Una vita buona è sinonimo di felicità. Socrate studia l’uomo dialogando con l’uomo. Socrate non insegna attraverso libri o da una cattedra, ma attraverso il dialogo. Per Socrate la filosofia è una prassi, un modo di vivere, di pensare, d agire che ogni giorno dobbiamo mettere in pratica. Quindi non serve una dottrina, ma l’esempio del maestro e tanto esercizio personale. Infatti è attraverso l’introspezione che l’uomo conoscere se stesso. Socrate è il 1° filosofo a spiegare che l’ANIMA è la natura più profonda dell’uomo, il Sé, la parte più autentica che ci rende noi stessi. L’anima non è un qualcosa di divino o di trascendente. All’epoca di Socrate non c’erano strumenti per diversificarsi fisicamente gli uni dagli altri, ma ci si poteva distinguere per ‘interiorità, per il suo essere, per la sua essenza. Socrate insegna a vivere una vita a misura dell’anima più che del corpo. Infatti il corpo con le sue esigenze ci rende schiavi. L’impossibilità di avere tutti i desideri esauditi provoca angoscia. L’uomo deve sapere che è soprattutto anima e che bisogna curarla. La virtù non risiede nel corpo, tutti quei valori eroici dei poemi omerici, vengono messi in 2° piano. La virtù sta nell’anima e l’uomo buono non corrisponde all’uomo bello. L’anima per Socrate è logos (ragione). La ragione e la conoscenza valgono molto di più ella bellezza e della forza fisica. L’uomo che conosce il bene e il male è un uomo virtuoso. Non tutti i filosofi antichi sono d’accordo su cosa sia la virtù ma tutti sono d’accordo nel ritenere che l’uomo per essere felice deve essere buono. Per Socrate la virtù è SCIENZA. Questa scienza non è altro che conoscenza. L’uomo deve conoscere noi stessi, gli altri, la nostra interiorità in modo da poter sapere che cosa sia il bene per noi, per gli altri e per la polis. Un uomo che si preoccupa di vivere bene e d’insegnarlo agli altri è un uomo saggio e quindi buono. La conoscenza di Socrate non è della natura ma del bene e del male. Il pensiero di Socrate è morale, etico. L’uomo con il suo logos conosce il bene e nel momento in cui lo conosce lo compie mentre conoscendo il male non lo compie. Per Socrate l’uomo non sceglie volontariamente il male ma lo compie perché non sa che sta compiendo il male. Questa sua ingenuità proviene dalla fiducia che ha per l’uomo e per le capacità che possiede. Socrate è un filantropo e non dà valore alla volontà. Per Hobbes invece l’uomo è un lupo e le leggi sono necessarie affinché l’uomo si comporti bene. L’uomo grazie all’intelletto, alla ragione riesce a vivere bene. Questo insegnamento socratico che ruota attorno all’anima e alla sua cura emerge nei brani: Prima Apologia di Socrate e Alcibiade.