Ps. sviluppo_3_11-12 [modalità compatibilità]

annuncio pubblicitario
ALCUNE
CONTRAPPOSIZIONI
•
•
•
•
•
Fasi vs. Livelli vs. Stadi
Continuità vs. Discontinuità
Quantitativo vs. Qualitativo
Universalità vs. Variabilità
Olistico
(Generale)
vs.
(Specifico)
• Innato vs. Appreso
Pluralistico
Fasi, Livelli e Stadi
Identificazione di quadri normativi
insieme
di
abilità,
comportamenti,
disposizioni che si ritrovano tipicamente ad
una certa età
allo scopo di:
• poter comparare il singolo individuo ad
uno standard (sviluppo tipico/atipico)
• inquadrare e dare senso a comportamenti
che presi isolatamente possono risultare
poco comprensibili
• fare previsioni
Fasi, Livelli e Stadi
FASE
periodo, più o meno lungo, identificabile nel
corso dello sviluppo sulla base della
presenza di una o più caratteristiche
distintive
si usa quando non si vogliono fare
particolari assunzioni circa il rapporto che
intercorre
tra
le
diverse
modalità
comportamentali tipiche di ciascuna età
Fasi, Livelli e Stadi
LIVELLO
in aggiunta al concetto di Fase, vi è
l’assunzione che i diversi livelli siano
gerarchicamente organizzati (sulla base
dell’identificazione di criteri specifici oppure
dell’età cronologica)
ogni livello è superiore a quelli che lo
precedono
Fasi, Livelli e Stadi
STADIO
in aggiunta al concetto di Livello, vi è
l’assunzione che ciascuna tappa individuata
sia l’espressione di caratteristiche generali
della persona (che si riflettono in una
varietà di comportamenti)
e riguardi
l’individuo nella sua complessità
Si assume, inoltre, che la sequenza
individuata sia universale
ATTENZIONE!
Fasi, Livelli e Stadi fanno riferimento ad
età specifiche, durante le quali è presente
una dato comportamento o fenomeno
MA
sono “puramente indicative”
il ritmo può variare considerevolmente
CONTINUITÀ e
DISCONTINUITÀ
Sviluppo continuo
Lo sviluppo è costituito da una successione
lineare di cambiamenti che avvengono in
modo graduale, grazie (1) all’accumularsi di
esperienze e di apprendimenti, (2) alla
persistenza di componenti e funzioni che si
mantengono stabili nel tempo, ai quali si
associano processi che divengono sempre
più efficienti
CONTINUITÀ e
DISCONTINUITÀ
Sviluppo continuo
Lo sviluppo è visto come un incremento di
abilità, in cui però nella nuova abilità che si
costituisce
è
inclusa
un’abilità
corrispondente
al
livello
evolutivo
precedente, la quale determina dunque le
modalità
di
funzionamento
cognitivo
successive (Slater, 1989)
CONTINUITÀ e
DISCONTINUITÀ
Sviluppo discontinuo
lo sviluppo comporta un cambiamento di
struttura del sistema cognitivo, che
sostituisce la struttura del livello di sviluppo
meno progredito
Ad esempio la teoria piagetiana, che descrive lo sviluppo
attraverso una successione di stadi, in cui il passaggio da uno
stadio all’altro è reso possibile da una serie di progressive
ristrutturazioni che determinano l’emergere di strutture di
funzionamento
cognitivo,
che
improntano
tutti
i
comportamenti caratteristici del nuovo stadio, radicalmente
diverse rispetto a quelle dello stadio precedente (Piaget,
1975)
QUANTITÀ e QUALITÀ
I concetti di quantitativo e qualitativo sono
strettamente collegati, rispettivamente, ai
concetti di continuità e discontinuità dello
sviluppo
QUANTITÀ e QUALITÀ
Cambiamenti quantitativi: intendere lo sviluppo
come continuo significa concepirlo come un
processo
che
porta
ad
un
accrescimento
quantitativo delle competenze analizzate
Cambiamenti qualitativi: parlare di sviluppo
come di un processo discontinuo significa fare
riferimento a cambiamenti di tipo qualitativo, che
coinvolgono l’organizzazione di base e/o le
modalità di funzionamento del sistema indagato e
sono la condizione necessaria per l’emergere di
nuove abilità comportamentali (periodi critici)
Es. Sviluppo mnestico quantitativo (n° item ricordati)
qualitativo (strategie rievocazione)
UNIVERSALITÀ e
VARIABILITÀ
I percorsi di sviluppo sono comuni a tutti i
bambini, di tutto il mondo e di tutte le
culture?
a) lo
sviluppo
segue
universalmente valido
un
percorso
b) sono possibili percorsi diversi, influenzati
dalla
cultura
di
appartenenza
o
dall’effetto
di
specifici
rinforzi
e
modellamenti
OLISTICO e
PLURALISTICO
Lo sviluppo è un processo che coinvolge in
modo simultaneo ed uniforme tutto il
sistema cognitivo o è un insieme di
cambiamenti che possono avvenire in modi
ed in tempi diversi in differenti aree della
conoscenza?
OLISTICO e
PLURALISTICO
Quando in un aspetto del funzionamento
cognitivo si verifica un cambiamento, esso
influenza simultaneamente tutte le altre
aree del funzionamento cognitivo, oppure lo
sviluppo
avviene
secondo
modalità
specifiche all’interno di ciascun dominio
della conoscenza?
OLISTICO e
PLURALISTICO
Come immaginiamo
nostra mente?
l’architettura
dominio-generale
dominio-specifica
della
OLISTICO e
PLURALISTICO
Dominio: l’insieme specializzato delle
rappresentazioni che fanno da supporto ad
una specifica area della conoscenza, e delle
procedure che servono per manipolare tali
rappresentazioni
ES. linguaggio
i fonemi costituiscono le rappresentazioni,
l’insieme delle regole grammaticali e sintattiche
costituiscono le procedure necessarie a manipolare
tali rappresentazioni
OLISTICO e
PLURALISTICO
Dominio-generale
Cambiamenti
di
portata
generale
si
verificherebbero
simultaneamente e secondo
modalità simili nei diversi domini dell’attività
cognitiva, la quale sarebbe sostenuta - in ogni
momento dello sviluppo - da un’unica struttura
cognitiva sottostante che controlla in modo unitario
tutto il funzionamento mentale: il bambino
possiederà sempre le stesse competenze in tutti i
domini dell’attività cognitiva
OLISTICO e
PLURALISTICO
Dominio-specifica
La mente sarebbe costituita da moduli specializzati,
geneticamente predeterminati, che funzionano
indipendentemente uno dall'altro. Ciascun modulo
elabora uno specifico tipo di informazioni,
rendendole poi disponibili per l'elaborazione
centrale.
I
moduli
sono
rigidi
e
stabili
(strutturalmente
e
funzionalmente),
non
influenzabili da altre parti della mente
I cambiamenti, nel corso dello sviluppo, possono
avvenire in tempi diversi per domini diversi
INNATO e APPRESO
Quale è la causa dei fenomeni?
Da dove proviene il patrimonio di conoscenze che
l’uomo possiede sul mondo? (ambito filosofico)
Qual è il contributo dei fattori biologici e dei fattori
esperienziali al processo di sviluppo?
Natura o cultura? (Nature or nurture?)
INNATO e APPRESO
I bambini sviluppano le proprie competenze grazie
all’esperienza che ne fanno, legata ai modi di vita,
all’ambiente culturale e sociale (ad esempio,
acquisizione del linguaggio sulla base dell’input
linguistico fornito)
Lo sviluppo avviene grazie alla maturazione
neurale, che ha ripercussioni a livello psicologico
(ad esempio, la comparsa di diverse emozioni
dipende dalla maturazione di specifici circuiti
neurali)
INNATO e APPRESO
I modelli teorici nati nell’ambito della psicologia
dello sviluppo sottolineano l’aspetto interattivo
della relazione tra variabili biologiche e variabili
ambientali nell’emergere delle strutture mentali e
della conoscenza
• considerano lo sviluppo come il prodotto
dell’interazione tra fattori innati e fattori acquisiti
attraverso l’esperienza
TUTTAVIA
• differiscono notevolmente per il peso assegnato
all’uno o all’altro dei due fattori considerati
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
INIZIO “UFFICIALE” Watson “La psicologia
come la vede il comportamentista”, 1913
• La psicologia va considerata come una scienza
empirica del tutto obiettiva e sperimentale totale rifiuto dell’introspezionismo
• La psicologia ha a che fare con fatti osservabili
descrivibili oggettivamente, quantificabili e
misurabili
• L’oggetto della psicologia è il comportamento
osservabile (non la coscienza),
inteso
come
l’insieme degli atti con cui l’organismo risponde
agli stimoli ambientali apprendimento
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
PRINCIPI
• Ogni comportamento complesso non è altro che
il risultato dell’associazione di comportamenti più
semplici (Principio del Riduzionismo)
• Non si deve chiamare in causa una funzione
psichica di ordine superiore per spiegare
un’azione che si può interpretare come il
risultato di una funzione inferiore (Principio di
Parsimonia) studio del comportamento
animale
• Controllo sperimentale
laboratorio
materiale senza senso
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Apprendimento
associativo di
coppie
Hull, 1920
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
CONDIZIONAMENTO CLASSICO
O PAVLOVIANO
Il comportamento può essere:
- INNATO: riflessi
- APPRESO:
mediante il processo di
condizionamento classico
spiega come vengano associate delle risposte
automatiche a degli stimoli che inizialmente non
provocano alcuna risposta o provocano risposte
diverse
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO
CLASSICO
Pavlov lo ha scoperto casualmente, compiendo
ricerche sul processo digestivo dei cani
quando viene messo loro del cibo in bocca si attiva
un comportamento riflesso di salivazione
COMPORTAMENTO INNATO PROGRAMMATO
GENETICAMENTE
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO
CLASSICO
Pavlov notò che con il passar del tempo i cani
salivavano anche quando udivano i passi
dell’addetto
al
loro
nutrimento,
come
se
anticipassero il fatto che questi avrebbe dato loro il
cibo
QUESTO TIPO DI COMPORTAMENTO NON È
INNATO, MA È APPRESO!
Non è necessario che esista una relazione
significativa tra ciò che in origine provoca la
risposta e il nuovo stimolo
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
“TERMINI TECNICI”
Il cane saliva quando il cibo entra in contatto con
le mucose della lingua
Cibo → STIMOLO INCONDIZIONATO (SI)
Salivazione al contatto con il cibo → RISPOSTA
INCONDIZIONATA (RI)
Poco prima della somministrazione del cibo viene
fatto suonare un campanello
Campanello → STIMOLO NEUTRO (SN)
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
“TERMINI TECNICI”
Con il ripetersi nel tempo di tale situazione suona il campanello e il cane saliva
Campanello →
CONDIZIONATO (SC)
STIMOLO
Salivazione →
CONDIZIONATA (RC)
RISPOSTA
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
SCHEMA DEL PROCESSO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
FORMAZIONE DI UN CONDIZIONAMENTO
È il risultato di un processo in cui:
lo
STIMOLO
NEUTRO
viene
ripetutamente
presentato in stretta contiguità temporale con
uno STIMOLO INCONDIZIONATO, fintanto che la
risposta che prima era fornita allo SI compare
anche in seguito alla sola presentazione dello
stimolo
inizialmente
neutro,
divenuto
ora
condizionato
PROCEDURA DI ASSOCIAZIONE
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
FORMAZIONE DI UN CONDIZIONAMENTO
PERIODO DI ACQUISIZIONE: numero di prove
necessarie ad ottenere il condizionamento
ESTINZIONE: se si interrompe la procedura di
associazione, la risposta condizionata si presenta
sempre più raramente, fino a scomparire
RECUPERO SPONTANEO: se a seguito dell’estinzione
si ripresenta lo stimolo incondizionato, riappare la
risposta ed è sufficiente un periodo molto più breve
di quello iniziale per riottenere il condizionamento
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
PROBLEMI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Le scoperte di Pavlov non erano in grado di spiegare
ogni tipo di comportamento appreso perché vi sia
RC (apprendimento) deve esserci uno SI da cui la
stessa risposta dipende in modo incondizionato
INDIVIDUARE QUESTO SI NON È SEMPRE
POSSIBILE
LIMITE: non spiega in che modo un individuo
acquisisce delle risposte nuove
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
PROBLEMI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Questi limiti del condizionamento classico verranno
evidenziati dal neocomportamentista Skinner che
riprese le idee di Thorndike sull’apprendimento
animale
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
STUDI DI THORNDIKE
Studi compiuti con dei gatti messi all’interno di una
gabbia (puzzle-box) dalla quale era possibile uscire
tirando delle funi collegate con un sistema di
pulegge che azionavano la porta della gabbia
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
STUDI DI THORNDIKE
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
PRINCIPI
• L’apprendimento si verifica per prove ed errori:
l’animale compie dei tentativi alla cieca e,
casualmente, produce delle risposte corrette
oltre che degli errori
• Le risposte corrette (che conducono a risultati
utili) tendono ad essere ripetute, quelle erronee
vengono abbandonate
• I comportamenti più spesso esercitati vengono
appresi più saldamente ed è più facile che
vengano ri-emessi in situazioni analoghe a quelle
in cui sono stati appresi
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
QUINDI
L’APPRENDIMENTO E’ POSSIBILE SOLO SE LA
RISPOSTA PRODUCE UN RISULTATO UTILE
SE L’EFFETTO E’ SODDIFACENTE O PIACEVOLE
PER IL SOGGETTO, LA CONNESSIONE S-R SI
CONSOLIDA
SE INVECE E’ SPIACEVOLE LA CONNESSIONE S-R
SI INDEBOLISCE
LEGGE DELL’EFFETTO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
CONDIZIONAMENTO
OPERANTE
Skinner
ha concentrato le sue ricerche sui fattori che
rinforzano i comportamenti che un organismo mette
in atto spontaneamente
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
CONDIZIONAMENTO OPERANTE
I comportamenti possono essere:
• RISPONDENTI
risposte automatiche emesse in seguito
alla presenza di uno STIMOLO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
CONDIZIONAMENTO OPERANTE
• OPERANTI
emessi spontaneamente
per operare
attivamente sull’ambiente
producono
delle
conseguenze
nell’ambiente e tali conseguenze operano
a
loro
volta
sul
comportamento
(ricompense e punizioni) modificandone la
frequenza di comparsa
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
CONDIZIONAMENTO OPERANTE
La frequenza di emissione di un determinato
comportamento dipende dalle conseguenze
che esso provoca
manipolazione delle conseguenze del
comportamento del soggetto
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
MANIPOLAZIONE DELLE CONSEGUENZE
DEL COMPORTAMENTO
• Uso dei RINFORZI per aumentare la frequenza di
un comportamento
• Uso di PUNIZIONI (presentazione di uno stimolo
avversivo) ma soprattutto della ESTINZIONE
(assenza di rinforzo) per diminuire la frequenza
(inibire) di un comportamento
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
RINFORZO
Viene definito RINFORZO tutto ciò che, seguendo ad
un comportamento dato, ha come effetto di
aumentare
la
frequenza
di
emissione
del
comportamento stesso
RINFORZO POSITIVO: consiste nella presentazione
di uno stimolo che il soggetto vive come gratificante
RINFORZO NEGATIVO: consiste nella sottrazione di
uno stimolo avversivo
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
ESEMPIO
il ratto (norvegese) deve
apprendere a premere la levetta
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
ESEMPIO
Verificare se l’operante (→ premere la levetta) viene
già emesso dal soggetto (verificare cioè se
l’operante
fa
già
parte
del
bagaglio
comportamentale del soggetto)
a) l’operante è già presente nel bagaglio
comportamentale
b)l’operante non è presente nel bagaglio
comportamentale
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
OPERANTE PRESENTE
Lo scopo è quello di modificarne la frequenza di
comparsa → viene ottenuto mediante un rinforzo
dato di seguito all’emissione del comportamento
desiderato
RINFORZO POSITIVO ogni qualvolta il topolino
schiaccia in basso la levetta si apre uno scomparto e
gli arriva del cibo
RINFORZO NEGATIVO ogni qual volta il
topolino schiaccia la levetta viene eliminato un
rumore per lui fastidioso
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
OPERANTE ASSENTE
Non si aspetta che venga emesso spontaneamente
ma si ricorre alla tecnica del MODELLAMENTO consiste
nel
rinforzare
le
progressive
approssimazioni al comportamento desiderato
Es. ogni volta che il topolino si avvicina alla levetta
viene rinforzato, ecc.
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Esempio (Walton, Bower & Bower; 1992)
Tracciato di suzione non nutritiva
organizzazione temporale ciclica che prevede
un’alternanza continua e regolare di momenti di
attività e di pausa, con una frequenza media
durante i periodi di attività di circa 2 succhiate al
sec.
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Esempio (Walton, Bower & Bower; 1992)
Bambini
di
3
mesi
imparano a regolare la
messa
a
fuoco
di
un’immagine attraverso
la modificazione del loro
ritmo di suzione non
nutritiva
Neonati di 2 gg. modificano la frequenza della suzione non
nutritiva al fine di sentire la voce della propria madre, anziché la
voce di una donna estranea (De Casper & Spence, 1986; 1991)
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Efficacia del rinforzo
dipende dalla modalità di somministrazione
• ad intervallo fisso (dall’ultima risposta corretta prodotta)
• ad intervallo variabile
• a rapporto fisso (dopo un numero fisso di risposte corrette
non rinforzate)
• a rapporto variabile (in modo causale, non prevedibile)
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Dallo studio e dall’osservazione dell’apprendimento
nei bambini
lo sviluppo (accumulo quantitativo e continuo di
comportamenti nuovi) NON può derivare unicamente
dall’esistenza di meccanismi di associazione stimolorisposta
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
APPRENDIMENTO SOCIALE
Bandura
Ruolo fondamentale dell’imitazione
nell’apprendimento
No imitazione come comportamento
infantile che si consolida a seguito del
rinforzo da parte degli adulti autonomo di apprendimento
meccanismo
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
APPRENDIMENTO OSSERVATIVO
• è possibile apprendere modelli di comportamento
semplicemente osservandone l’esecuzione da
parte di altri
• non è necessario mettere
comportamento osservato
subito
in
atto
il
• non è necessario ricevere un rinforzo
• i propri atti possono essere rafforzati od inibiti
osservando i rinforzi e le punizioni in altre
persone (rinforzo vicario)
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
ESPERIMENTO
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
APPRENDIMENTO OSSERVATIVO
Mette in evidenza il ruolo esercitato da alcuni fattori
cognitivi nel processo di apprendimento
• Processi attentivi il bambino nota il
comportamento del modello (che deve presentare
caratteristiche distintive interessanti)
• Processi rappresentativi il bambino interpreta il
comportamento del modello alla luce delle proprie
conoscenze, identificandone e memorizzandone
gli aspetti salienti
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
APPRENDIMENTO OSSERVATIVO
• Processi di riproduzione è resa agevole dal
ricorso a capacità in parte preesistenti; con
l’esercizio l’esecuzione migliora
• Processi
motivazionali
concorrono
alla
riproduzione e sono attivati dai vantaggi che il
bambino si aspetta imitando il modello
● rinforzi esterni
● auto-rinforzi
● rinforzi vicari
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Cosa si modifica (e come) nel corso dello
sviluppo?
• le associazioni tra stimoli e risposte
• il cambiamento riguarda singole unità di
comportamento
direttamente
osservabile,
indipendenti l‘una dall’altra
Ogni nuova abilità acquisita non modifica in alcun
modo le conoscenze già possedute
Il cambiamento e lo sviluppo sono provocati
interamente dall’apprendimento che non produce
modificazioni strutturali nel sistema cognitivo
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Lo sviluppo è un processo dominio-generale o
dominio-specifico?
• i processi di apprendimento si applicano a tutte le
aree della conoscenza sono trasversali
• si postula l’esistenza di una struttura cognitiva
uniforme
si prevede un processo di sviluppo dominiogenerale
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Qual è il rapporto tra fattori biologici ed
esperienza?
• l’essere umano è un organismo predisposto
all’apprendimento, con una capacità innata di
associare uno stimolo ad una risposta
• la mente del neonato è una tabula rasa (no
conoscenze innate)
• inizialmente risponde agli stimoli tramite i riflessi
• grazie ai processi associativi, nel corso del tempo,
sarà in grado di generalizzare le proprie risposte a
insiemi di stimoli sempre più estesi
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
• L’individuo è un organismo plasmabile,
caratterizzato da una capacità pressoché
illimitata di apprendere
• Il
cambiamento
evolutivo
non
proviene
dall’interno dell’individuo ma è l’ambiente a
imporlo dall’esterno
Critica all’innatismo e adozione di un punto di vista
che privilegia le esperienze dell’individuo nel suo
ambiente
come
fattore
esplicativo
del
comportamento lunga catena di apprendimenti
successivi
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Lo sviluppo
discontinuo?
avviene
in
modo
continuo
o
graduale
di
• è un processo cumulativo e continuo
• è inteso come l’accumularsi
associazioni tra stimoli e risposte
• le leggi che governano le associazioni S-R ( i
meccanismi
di
apprendimento)
rimangono
invariate nel corso dell’intero ciclo di vita
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Tolman (1932)
L’apprendimento non avviene sempre e unicamente
come conseguenza del rinforzo
Gli animali dimostravano di sapere apprendere non
solo una sequenza di movimenti concatenati, ma
anche di poter disporre di una rappresentazione
astratta del labirinto (mappa cognitiva)
•no soluzione di problemi solo per tentativi ed errori
•il rinforzo non rende necessariamente più probabili
le risposte corrette
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Kohler (1925)
Apprendimento per intuizione
(insight)
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Kohler (1925)
Apprendimento per intuizione (per insight)
l’animale modifica il proprio comportamento
bruscamente e trova la soluzione del problema
improvvisamente
quando riesce a strutturare in modo diverso gli
elementi del campo fenomenico
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Studi sull’apprendimento nei bambini e negli adulti
Kendler & Kendler (1975)
• prestano attenzione alle informazioni rilevanti
• formulano ipotesi
risposta corretta
• creano
strategie
informazioni
su
quale
per
la
possa
essere
selezione
la
delle
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
stimoli e contingenze
di rinforzo
Kendler & Kendler (1975) 4 GRUPPI:
animali; b. in età prescolare; b. in età scolare; studenti
universitari
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Kendler & Kendler (1975)
Obiettivo: verificare quanto tempo impiegava il
soggetto ad apprendere le nuove contingenze
Ipotesi:
indipendentemente dall’età il tempo di
apprendimento doveva essere inferiore nel caso del
cambiamento extradimensionale (solo 2 nessi nuovi
anziché 4)
Risultati: la previsione si verificava soltanto nel
caso degli animali e dei bambini in età prescolare
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
LIMITI
Kendler & Kendler (1975)
Teoria della mediazione: alcuni comportamenti
manifesti possono essere mediati da risposte non
osservabili
Mediatori interni hanno la funzione di costituire
un legame tra la stimolazione esterna e le risposte
manifeste alle quali essi conducono
APPROCCIO
COMPORTAMENTISTICO
Teoria della mediazione: IMPLICAZIONI
• le modalità di apprendimento dipendono dall’età
• il bambino non è un passivo accumulatore di
conoscenza
• lo sviluppo non è un processo continuo
• lo studio dello sviluppo non può basarsi
unicamente sul
comportamento
osservabile
(distinzione tra prestazione e processo)
Scarica