ALCUNE CONTRAPPOSIZIONI • • • • • Fasi vs. Livelli vs. Stadi Continuità vs. Discontinuità Quantitativo vs. Qualitativo Universalità vs. Variabilità Olistico (Generale) vs. (Specifico) • Innato vs. Appreso Pluralistico Fasi, Livelli e Stadi Identificazione di quadri normativi insieme di abilità, comportamenti, disposizioni che si ritrovano tipicamente ad una certa età allo scopo di: • poter comparare il singolo individuo ad uno standard (sviluppo tipico/atipico) • inquadrare e dare senso a comportamenti che presi isolatamente possono risultare poco comprensibili • fare previsioni Fasi, Livelli e Stadi FASE periodo, più o meno lungo, identificabile nel corso dello sviluppo sulla base della presenza di una o più caratteristiche distintive si usa quando non si vogliono fare particolari assunzioni circa il rapporto che intercorre tra le diverse modalità comportamentali tipiche di ciascuna età Fasi, Livelli e Stadi LIVELLO in aggiunta al concetto di Fase, vi è l’assunzione che i diversi livelli siano gerarchicamente organizzati (sulla base dell’identificazione di criteri specifici oppure dell’età cronologica) ogni livello è superiore a quelli che lo precedono Fasi, Livelli e Stadi STADIO in aggiunta al concetto di Livello, vi è l’assunzione che ciascuna tappa individuata sia l’espressione di caratteristiche generali della persona (che si riflettono in una varietà di comportamenti) e riguardi l’individuo nella sua complessità Si assume, inoltre, che la sequenza individuata sia universale ATTENZIONE! Fasi, Livelli e Stadi fanno riferimento ad età specifiche, durante le quali è presente una dato comportamento o fenomeno MA sono “puramente indicative” il ritmo può variare considerevolmente CONTINUITÀ e DISCONTINUITÀ Sviluppo continuo Lo sviluppo è costituito da una successione lineare di cambiamenti che avvengono in modo graduale, grazie (1) all’accumularsi di esperienze e di apprendimenti, (2) alla persistenza di componenti e funzioni che si mantengono stabili nel tempo, ai quali si associano processi che divengono sempre più efficienti CONTINUITÀ e DISCONTINUITÀ Sviluppo continuo Lo sviluppo è visto come un incremento di abilità, in cui però nella nuova abilità che si costituisce è inclusa un’abilità corrispondente al livello evolutivo precedente, la quale determina dunque le modalità di funzionamento cognitivo successive (Slater, 1989) CONTINUITÀ e DISCONTINUITÀ Sviluppo discontinuo lo sviluppo comporta un cambiamento di struttura del sistema cognitivo, che sostituisce la struttura del livello di sviluppo meno progredito Ad esempio la teoria piagetiana, che descrive lo sviluppo attraverso una successione di stadi, in cui il passaggio da uno stadio all’altro è reso possibile da una serie di progressive ristrutturazioni che determinano l’emergere di strutture di funzionamento cognitivo, che improntano tutti i comportamenti caratteristici del nuovo stadio, radicalmente diverse rispetto a quelle dello stadio precedente (Piaget, 1975) QUANTITÀ e QUALITÀ I concetti di quantitativo e qualitativo sono strettamente collegati, rispettivamente, ai concetti di continuità e discontinuità dello sviluppo QUANTITÀ e QUALITÀ Cambiamenti quantitativi: intendere lo sviluppo come continuo significa concepirlo come un processo che porta ad un accrescimento quantitativo delle competenze analizzate Cambiamenti qualitativi: parlare di sviluppo come di un processo discontinuo significa fare riferimento a cambiamenti di tipo qualitativo, che coinvolgono l’organizzazione di base e/o le modalità di funzionamento del sistema indagato e sono la condizione necessaria per l’emergere di nuove abilità comportamentali (periodi critici) Es. Sviluppo mnestico quantitativo (n° item ricordati) qualitativo (strategie rievocazione) UNIVERSALITÀ e VARIABILITÀ I percorsi di sviluppo sono comuni a tutti i bambini, di tutto il mondo e di tutte le culture? a) lo sviluppo segue universalmente valido un percorso b) sono possibili percorsi diversi, influenzati dalla cultura di appartenenza o dall’effetto di specifici rinforzi e modellamenti OLISTICO e PLURALISTICO Lo sviluppo è un processo che coinvolge in modo simultaneo ed uniforme tutto il sistema cognitivo o è un insieme di cambiamenti che possono avvenire in modi ed in tempi diversi in differenti aree della conoscenza? OLISTICO e PLURALISTICO Quando in un aspetto del funzionamento cognitivo si verifica un cambiamento, esso influenza simultaneamente tutte le altre aree del funzionamento cognitivo, oppure lo sviluppo avviene secondo modalità specifiche all’interno di ciascun dominio della conoscenza? OLISTICO e PLURALISTICO Come immaginiamo nostra mente? l’architettura dominio-generale dominio-specifica della OLISTICO e PLURALISTICO Dominio: l’insieme specializzato delle rappresentazioni che fanno da supporto ad una specifica area della conoscenza, e delle procedure che servono per manipolare tali rappresentazioni ES. linguaggio i fonemi costituiscono le rappresentazioni, l’insieme delle regole grammaticali e sintattiche costituiscono le procedure necessarie a manipolare tali rappresentazioni OLISTICO e PLURALISTICO Dominio-generale Cambiamenti di portata generale si verificherebbero simultaneamente e secondo modalità simili nei diversi domini dell’attività cognitiva, la quale sarebbe sostenuta - in ogni momento dello sviluppo - da un’unica struttura cognitiva sottostante che controlla in modo unitario tutto il funzionamento mentale: il bambino possiederà sempre le stesse competenze in tutti i domini dell’attività cognitiva OLISTICO e PLURALISTICO Dominio-specifica La mente sarebbe costituita da moduli specializzati, geneticamente predeterminati, che funzionano indipendentemente uno dall'altro. Ciascun modulo elabora uno specifico tipo di informazioni, rendendole poi disponibili per l'elaborazione centrale. I moduli sono rigidi e stabili (strutturalmente e funzionalmente), non influenzabili da altre parti della mente I cambiamenti, nel corso dello sviluppo, possono avvenire in tempi diversi per domini diversi INNATO e APPRESO Quale è la causa dei fenomeni? Da dove proviene il patrimonio di conoscenze che l’uomo possiede sul mondo? (ambito filosofico) Qual è il contributo dei fattori biologici e dei fattori esperienziali al processo di sviluppo? Natura o cultura? (Nature or nurture?) INNATO e APPRESO I bambini sviluppano le proprie competenze grazie all’esperienza che ne fanno, legata ai modi di vita, all’ambiente culturale e sociale (ad esempio, acquisizione del linguaggio sulla base dell’input linguistico fornito) Lo sviluppo avviene grazie alla maturazione neurale, che ha ripercussioni a livello psicologico (ad esempio, la comparsa di diverse emozioni dipende dalla maturazione di specifici circuiti neurali) INNATO e APPRESO I modelli teorici nati nell’ambito della psicologia dello sviluppo sottolineano l’aspetto interattivo della relazione tra variabili biologiche e variabili ambientali nell’emergere delle strutture mentali e della conoscenza • considerano lo sviluppo come il prodotto dell’interazione tra fattori innati e fattori acquisiti attraverso l’esperienza TUTTAVIA • differiscono notevolmente per il peso assegnato all’uno o all’altro dei due fattori considerati APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO INIZIO “UFFICIALE” Watson “La psicologia come la vede il comportamentista”, 1913 • La psicologia va considerata come una scienza empirica del tutto obiettiva e sperimentale totale rifiuto dell’introspezionismo • La psicologia ha a che fare con fatti osservabili descrivibili oggettivamente, quantificabili e misurabili • L’oggetto della psicologia è il comportamento osservabile (non la coscienza), inteso come l’insieme degli atti con cui l’organismo risponde agli stimoli ambientali apprendimento APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO PRINCIPI • Ogni comportamento complesso non è altro che il risultato dell’associazione di comportamenti più semplici (Principio del Riduzionismo) • Non si deve chiamare in causa una funzione psichica di ordine superiore per spiegare un’azione che si può interpretare come il risultato di una funzione inferiore (Principio di Parsimonia) studio del comportamento animale • Controllo sperimentale laboratorio materiale senza senso APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Apprendimento associativo di coppie Hull, 1920 APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO CONDIZIONAMENTO CLASSICO O PAVLOVIANO Il comportamento può essere: - INNATO: riflessi - APPRESO: mediante il processo di condizionamento classico spiega come vengano associate delle risposte automatiche a degli stimoli che inizialmente non provocano alcuna risposta o provocano risposte diverse APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO Pavlov lo ha scoperto casualmente, compiendo ricerche sul processo digestivo dei cani quando viene messo loro del cibo in bocca si attiva un comportamento riflesso di salivazione COMPORTAMENTO INNATO PROGRAMMATO GENETICAMENTE APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO Pavlov notò che con il passar del tempo i cani salivavano anche quando udivano i passi dell’addetto al loro nutrimento, come se anticipassero il fatto che questi avrebbe dato loro il cibo QUESTO TIPO DI COMPORTAMENTO NON È INNATO, MA È APPRESO! Non è necessario che esista una relazione significativa tra ciò che in origine provoca la risposta e il nuovo stimolo APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO IL PROCESSO DI CONDIZIONAMENTO CLASSICO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO “TERMINI TECNICI” Il cane saliva quando il cibo entra in contatto con le mucose della lingua Cibo → STIMOLO INCONDIZIONATO (SI) Salivazione al contatto con il cibo → RISPOSTA INCONDIZIONATA (RI) Poco prima della somministrazione del cibo viene fatto suonare un campanello Campanello → STIMOLO NEUTRO (SN) APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO “TERMINI TECNICI” Con il ripetersi nel tempo di tale situazione suona il campanello e il cane saliva Campanello → CONDIZIONATO (SC) STIMOLO Salivazione → CONDIZIONATA (RC) RISPOSTA APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO SCHEMA DEL PROCESSO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO FORMAZIONE DI UN CONDIZIONAMENTO È il risultato di un processo in cui: lo STIMOLO NEUTRO viene ripetutamente presentato in stretta contiguità temporale con uno STIMOLO INCONDIZIONATO, fintanto che la risposta che prima era fornita allo SI compare anche in seguito alla sola presentazione dello stimolo inizialmente neutro, divenuto ora condizionato PROCEDURA DI ASSOCIAZIONE APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO FORMAZIONE DI UN CONDIZIONAMENTO PERIODO DI ACQUISIZIONE: numero di prove necessarie ad ottenere il condizionamento ESTINZIONE: se si interrompe la procedura di associazione, la risposta condizionata si presenta sempre più raramente, fino a scomparire RECUPERO SPONTANEO: se a seguito dell’estinzione si ripresenta lo stimolo incondizionato, riappare la risposta ed è sufficiente un periodo molto più breve di quello iniziale per riottenere il condizionamento APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO PROBLEMI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO Le scoperte di Pavlov non erano in grado di spiegare ogni tipo di comportamento appreso perché vi sia RC (apprendimento) deve esserci uno SI da cui la stessa risposta dipende in modo incondizionato INDIVIDUARE QUESTO SI NON È SEMPRE POSSIBILE LIMITE: non spiega in che modo un individuo acquisisce delle risposte nuove APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO PROBLEMI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO Questi limiti del condizionamento classico verranno evidenziati dal neocomportamentista Skinner che riprese le idee di Thorndike sull’apprendimento animale APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO STUDI DI THORNDIKE Studi compiuti con dei gatti messi all’interno di una gabbia (puzzle-box) dalla quale era possibile uscire tirando delle funi collegate con un sistema di pulegge che azionavano la porta della gabbia APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO STUDI DI THORNDIKE APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO PRINCIPI • L’apprendimento si verifica per prove ed errori: l’animale compie dei tentativi alla cieca e, casualmente, produce delle risposte corrette oltre che degli errori • Le risposte corrette (che conducono a risultati utili) tendono ad essere ripetute, quelle erronee vengono abbandonate • I comportamenti più spesso esercitati vengono appresi più saldamente ed è più facile che vengano ri-emessi in situazioni analoghe a quelle in cui sono stati appresi APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO QUINDI L’APPRENDIMENTO E’ POSSIBILE SOLO SE LA RISPOSTA PRODUCE UN RISULTATO UTILE SE L’EFFETTO E’ SODDIFACENTE O PIACEVOLE PER IL SOGGETTO, LA CONNESSIONE S-R SI CONSOLIDA SE INVECE E’ SPIACEVOLE LA CONNESSIONE S-R SI INDEBOLISCE LEGGE DELL’EFFETTO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO CONDIZIONAMENTO OPERANTE Skinner ha concentrato le sue ricerche sui fattori che rinforzano i comportamenti che un organismo mette in atto spontaneamente APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO CONDIZIONAMENTO OPERANTE I comportamenti possono essere: • RISPONDENTI risposte automatiche emesse in seguito alla presenza di uno STIMOLO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO CONDIZIONAMENTO OPERANTE • OPERANTI emessi spontaneamente per operare attivamente sull’ambiente producono delle conseguenze nell’ambiente e tali conseguenze operano a loro volta sul comportamento (ricompense e punizioni) modificandone la frequenza di comparsa APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO CONDIZIONAMENTO OPERANTE La frequenza di emissione di un determinato comportamento dipende dalle conseguenze che esso provoca manipolazione delle conseguenze del comportamento del soggetto APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO MANIPOLAZIONE DELLE CONSEGUENZE DEL COMPORTAMENTO • Uso dei RINFORZI per aumentare la frequenza di un comportamento • Uso di PUNIZIONI (presentazione di uno stimolo avversivo) ma soprattutto della ESTINZIONE (assenza di rinforzo) per diminuire la frequenza (inibire) di un comportamento APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO RINFORZO Viene definito RINFORZO tutto ciò che, seguendo ad un comportamento dato, ha come effetto di aumentare la frequenza di emissione del comportamento stesso RINFORZO POSITIVO: consiste nella presentazione di uno stimolo che il soggetto vive come gratificante RINFORZO NEGATIVO: consiste nella sottrazione di uno stimolo avversivo APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO ESEMPIO il ratto (norvegese) deve apprendere a premere la levetta APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO ESEMPIO Verificare se l’operante (→ premere la levetta) viene già emesso dal soggetto (verificare cioè se l’operante fa già parte del bagaglio comportamentale del soggetto) a) l’operante è già presente nel bagaglio comportamentale b)l’operante non è presente nel bagaglio comportamentale APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO OPERANTE PRESENTE Lo scopo è quello di modificarne la frequenza di comparsa → viene ottenuto mediante un rinforzo dato di seguito all’emissione del comportamento desiderato RINFORZO POSITIVO ogni qualvolta il topolino schiaccia in basso la levetta si apre uno scomparto e gli arriva del cibo RINFORZO NEGATIVO ogni qual volta il topolino schiaccia la levetta viene eliminato un rumore per lui fastidioso APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO OPERANTE ASSENTE Non si aspetta che venga emesso spontaneamente ma si ricorre alla tecnica del MODELLAMENTO consiste nel rinforzare le progressive approssimazioni al comportamento desiderato Es. ogni volta che il topolino si avvicina alla levetta viene rinforzato, ecc. APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Esempio (Walton, Bower & Bower; 1992) Tracciato di suzione non nutritiva organizzazione temporale ciclica che prevede un’alternanza continua e regolare di momenti di attività e di pausa, con una frequenza media durante i periodi di attività di circa 2 succhiate al sec. APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Esempio (Walton, Bower & Bower; 1992) Bambini di 3 mesi imparano a regolare la messa a fuoco di un’immagine attraverso la modificazione del loro ritmo di suzione non nutritiva Neonati di 2 gg. modificano la frequenza della suzione non nutritiva al fine di sentire la voce della propria madre, anziché la voce di una donna estranea (De Casper & Spence, 1986; 1991) APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Efficacia del rinforzo dipende dalla modalità di somministrazione • ad intervallo fisso (dall’ultima risposta corretta prodotta) • ad intervallo variabile • a rapporto fisso (dopo un numero fisso di risposte corrette non rinforzate) • a rapporto variabile (in modo causale, non prevedibile) APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Dallo studio e dall’osservazione dell’apprendimento nei bambini lo sviluppo (accumulo quantitativo e continuo di comportamenti nuovi) NON può derivare unicamente dall’esistenza di meccanismi di associazione stimolorisposta APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO APPRENDIMENTO SOCIALE Bandura Ruolo fondamentale dell’imitazione nell’apprendimento No imitazione come comportamento infantile che si consolida a seguito del rinforzo da parte degli adulti autonomo di apprendimento meccanismo APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO APPRENDIMENTO OSSERVATIVO • è possibile apprendere modelli di comportamento semplicemente osservandone l’esecuzione da parte di altri • non è necessario mettere comportamento osservato subito in atto il • non è necessario ricevere un rinforzo • i propri atti possono essere rafforzati od inibiti osservando i rinforzi e le punizioni in altre persone (rinforzo vicario) APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO ESPERIMENTO APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO APPRENDIMENTO OSSERVATIVO Mette in evidenza il ruolo esercitato da alcuni fattori cognitivi nel processo di apprendimento • Processi attentivi il bambino nota il comportamento del modello (che deve presentare caratteristiche distintive interessanti) • Processi rappresentativi il bambino interpreta il comportamento del modello alla luce delle proprie conoscenze, identificandone e memorizzandone gli aspetti salienti APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO APPRENDIMENTO OSSERVATIVO • Processi di riproduzione è resa agevole dal ricorso a capacità in parte preesistenti; con l’esercizio l’esecuzione migliora • Processi motivazionali concorrono alla riproduzione e sono attivati dai vantaggi che il bambino si aspetta imitando il modello ● rinforzi esterni ● auto-rinforzi ● rinforzi vicari APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Cosa si modifica (e come) nel corso dello sviluppo? • le associazioni tra stimoli e risposte • il cambiamento riguarda singole unità di comportamento direttamente osservabile, indipendenti l‘una dall’altra Ogni nuova abilità acquisita non modifica in alcun modo le conoscenze già possedute Il cambiamento e lo sviluppo sono provocati interamente dall’apprendimento che non produce modificazioni strutturali nel sistema cognitivo APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Lo sviluppo è un processo dominio-generale o dominio-specifico? • i processi di apprendimento si applicano a tutte le aree della conoscenza sono trasversali • si postula l’esistenza di una struttura cognitiva uniforme si prevede un processo di sviluppo dominiogenerale APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Qual è il rapporto tra fattori biologici ed esperienza? • l’essere umano è un organismo predisposto all’apprendimento, con una capacità innata di associare uno stimolo ad una risposta • la mente del neonato è una tabula rasa (no conoscenze innate) • inizialmente risponde agli stimoli tramite i riflessi • grazie ai processi associativi, nel corso del tempo, sarà in grado di generalizzare le proprie risposte a insiemi di stimoli sempre più estesi APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO • L’individuo è un organismo plasmabile, caratterizzato da una capacità pressoché illimitata di apprendere • Il cambiamento evolutivo non proviene dall’interno dell’individuo ma è l’ambiente a imporlo dall’esterno Critica all’innatismo e adozione di un punto di vista che privilegia le esperienze dell’individuo nel suo ambiente come fattore esplicativo del comportamento lunga catena di apprendimenti successivi APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Lo sviluppo discontinuo? avviene in modo continuo o graduale di • è un processo cumulativo e continuo • è inteso come l’accumularsi associazioni tra stimoli e risposte • le leggi che governano le associazioni S-R ( i meccanismi di apprendimento) rimangono invariate nel corso dell’intero ciclo di vita APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Tolman (1932) L’apprendimento non avviene sempre e unicamente come conseguenza del rinforzo Gli animali dimostravano di sapere apprendere non solo una sequenza di movimenti concatenati, ma anche di poter disporre di una rappresentazione astratta del labirinto (mappa cognitiva) •no soluzione di problemi solo per tentativi ed errori •il rinforzo non rende necessariamente più probabili le risposte corrette APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Kohler (1925) Apprendimento per intuizione (insight) APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Kohler (1925) Apprendimento per intuizione (per insight) l’animale modifica il proprio comportamento bruscamente e trova la soluzione del problema improvvisamente quando riesce a strutturare in modo diverso gli elementi del campo fenomenico APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Studi sull’apprendimento nei bambini e negli adulti Kendler & Kendler (1975) • prestano attenzione alle informazioni rilevanti • formulano ipotesi risposta corretta • creano strategie informazioni su quale per la possa essere selezione la delle APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI stimoli e contingenze di rinforzo Kendler & Kendler (1975) 4 GRUPPI: animali; b. in età prescolare; b. in età scolare; studenti universitari APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Kendler & Kendler (1975) Obiettivo: verificare quanto tempo impiegava il soggetto ad apprendere le nuove contingenze Ipotesi: indipendentemente dall’età il tempo di apprendimento doveva essere inferiore nel caso del cambiamento extradimensionale (solo 2 nessi nuovi anziché 4) Risultati: la previsione si verificava soltanto nel caso degli animali e dei bambini in età prescolare APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO LIMITI Kendler & Kendler (1975) Teoria della mediazione: alcuni comportamenti manifesti possono essere mediati da risposte non osservabili Mediatori interni hanno la funzione di costituire un legame tra la stimolazione esterna e le risposte manifeste alle quali essi conducono APPROCCIO COMPORTAMENTISTICO Teoria della mediazione: IMPLICAZIONI • le modalità di apprendimento dipendono dall’età • il bambino non è un passivo accumulatore di conoscenza • lo sviluppo non è un processo continuo • lo studio dello sviluppo non può basarsi unicamente sul comportamento osservabile (distinzione tra prestazione e processo)