:NEGRINEWS 153 IT 10-10-2011 Anno XLIII - N. 3 - Ottobre 2011 15:28 Pagina 1 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% CNS VR NEGRI NEWS 160 MENSILE DELL’ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI www.marionegri.it RICERCA SCIENTIFICA Fondi, serietà, merito La scienza italiana è in declino, gli addetti ai lavori lo sanno ma ai politici bisognerebbe ricordarlo ogni giorno. Mortificare la ricerca è autolesionistico per un paese come l’Italia, eppure le risorse pubbliche si riducono, quelle private non abbondano e le interferenze politiche scoraggiano chi lavora con merito e risultati. La legge per il “rientro dei cervelli” un insulto per chi è rimasto in Italia. Cosa fare per non peggiorare ulteriormente una situazione sempre più preoccupante. Per gli addetti ai lavori non c’è bisogno di sottolineare che la scienza italiana è in declino, ma per i nostri politici – ammesso che siano in grado di capirne il significato – sarebbe necessario scriverlo ogni giorno a caratteri cubitali nell’agenda delle varie riunioni. La ricerca è un’attività complessa che richiede capitale umano, infrastrutture e una massa critica per poter dare risultati, ottenibili fra l’altro solo nel lungo termine. Mortificare la ricerca è un atto autolesionistico che impedisce l’innovazione e riduce il Paese a puro mercato dei prodotti delle altrui scoperte. Sono prodotti che paghiamo a caro prezzo, senza avere nostri prodotti da far pagare ad altri. Non abbiamo risorse naturali, abbiamo un costo del lavoro elevato, non ci resta altro che usare la testa, cosa di cui abbiamo dimostrato di essere capaci. Un’importante analisi del problema pubblicata da Daraìo e Maed sulla rivista Research Policy dimostra che, nonostante le croniche difficoltà della ricerca italiana, i ricercatori che vivono in questo Paese sono riusciti a essere competitivi fino al 2007, ma poi è iniziato il declino che ha aggiudicato all’Italia la “maglia nera” dell’Europa scientifica. telecomunicazioni. Infine le interferenze politiche, non solo partitiche, tendono a scoraggiare chi lavora con merito e con risultati positivi. In questo senso è molto significativa l’unica legge passata recentemente in Parlamento a favore della ricerca scientifica e riguardante gli incentivi per i ricercatori italiani che dall’estero vogliono rientrare in Italia: avranno il vantaggio di non pagare praticamente le tasse e quindi di avere uno stipendio netto un po’ più alto. A parte la sua probabile incostituzionalità, questo provvedimento rappresenta un insulto a tutti gli altri ricercatori cui pare venga imputato il torto di essere rimasti in Italia. Chi è rimasto in Italia viene considerato come un ricercatore di serie B, anche se ha cercato non senza sforzi e difficoltà di tenere alto il livello scientifico del Paese. È vero che molti ricercatori italiani sono ormai disamorati e delusi a causa dei “maltrattamenti” subiti, ma è altrettanto vero che anche molti italiani all’estero ritornano perché hanno esaurito il loro ciclo o hanno perso competitività. Tasse e ricerca Non è in questo modo che si aiuta la ricerca. Per aumentare il numero di ricercatori, italiani o stranieri che siano, bisogna migliorare le infrastrutture e soprattutto bisogna mettere a disposizione fondi da amministrare con serietà e rispettando il merito. Senza risorse economiche non si può sperare di svolgere una ricerca moderna che, data la sua complessità, ha costi crescenti. Tuttavia, almeno per la ricerca biomedica basterebbe qualche euro di tassa sulle sigarette. Si avrebbe un duplice vantaggio: meno malattie e più conoscenze per curarle! In caso di mancato recapito inviare al CMP di Verona per la restituzione al mittente previo pagamento resi NEGRINEWS 160 IT SILVIO GARATTINI in pubblicazione su Oggi IL NUOVO NEGRIBERGAMO Si sta retrocedendo come sistema Paese: anche se la produttività dei singoli ricercatori italiani è la più alta d’Europa, la produttività scientifica in rapporto alla popolazione è la più bassa d’Europa. Diminuiscono la produzione totale, la collaborazione internazionale, il numero di citazioni; e diminuisce anche il ritorno di risorse nella competizione per i fondi europei. Purtroppo anche le risorse private per la ricerca sono molto basse rispetto alla media europea. L’industria italiana investe molto poco in ricerca, in parte perché abbiamo perduto la grande industria nei settori trainanti come la farmaceutica, l’elettronica, le La nuova sede del Negri Bergamo, Centro Anna Maria Astori, nel Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo, inaugurata il 26 settembre. vedi articolo a pag 3 Negri News 160, Ottobre 2011, pag. 1 Passo del gambero NEGRINEWS 160 IT :NEGRINEWS 153 IT 10-10-2011 15:28 Pagina 2 RICERCA SCIENTIFICA E SALUTE “Where is Medicine going? Where should it go?“ Per celebrare il suo 50° anniversario l’Istituto Mario Negri ha fatto il punto sui traguardi raggiunti e sui nuovi goals da raggiungere in medicina. Al Symposium contributi di diverse personalità scientifiche europee. La medicina guardi sempre di più al mondo intero ricordando che la globalizzazione non permette il mantenimento di “isole felici”. E si orienti verso traguardi globali con la partecipazione dei pazienti evitando di essere condizionata dal mercato. L’Istituto ha voluto celebrare il 50° anniversario con un Symposium dal titolo: Where is medicine going? Where should it go? Questo a significare che l’importante traguardo raggiunto è un traguardo dal quale si intende ripartire e continuare con una nuova attenzione per la medicina, per i nuovi goals che si devono raggiungere, ma con lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione di 50 anni fa. Nella introduzione del prof. Garattini i 50 anni dell’Istituto sono stati illustrati con pochi numeri che da soli testimoniano l’intensa attività, i risultati raggiunti e non hanno bisogno di commenti. Dalla sede storica di Via Eritrea, ultimata nel 1963 ed edificata con il lascito del fondatore Cav. Mario Negri e con il sostegno della Cariplo, il Negri si è trasferito nel 2007 nella nuova sede di Via La Masa (Milano). Vi sono inoltre in attività il Mario Negri Bergamo trasferitosi da pochi mesi al Kilometro Rosso (Bergamo) ed inaugurato il 26 settembre con la nuova denominazione di Centro Astori, il Centro Daccò per le Malattie Rare a Villa Camozzi a Ranica (Bg) e a Santa Maria Imbaro (Ch) il Consorzio Negri Sud. Negri News 160, Ottobre 2011, pag. 2 Numeri che parlano 22 erano i “fondatori” nel 1963, 796 sono attualmente i dipendenti, di cui tre quarti laureati, che lavorano nelle sedi di Milano e Bergamo, impegnati nei 10 dipartimenti costituitisi nel corso degli anni. Più di 12.000 i lavori pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali il cui “impact factor” medio raggiunge il 6. Dal 1985 i lavori dell’Istituto hanno avuto 245.500 citazioni. Più di 6000 giovani di cui 732 stranieri sono passati dai laboratori con diversi tempi di permanenza e di titoli conseguiti. Da quando nel 2007 l’Istituto è stato riconosciuto dall’Open University U.K., 67 allievi hanno conseguito il Ph.D. Durante tutti questi anni l’Istituto, che dalla sua fondazione aveva coniato il principio “la ricerca dal laboratorio al letto dell’ammalato” ha sempre più intensificato il suo impegno di trasferire i risultati della sua primaria attività di ricerca di base alla ricerca applicata e alla medicina intensificando la collaborazione con i clinici. Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Infarto) nel I° studio nel quale ha coinvolto 180 unità cardiovascolari per verificare l’effetto trombolitico della streptochinasi nell’infarto acuto del miocardio ha collaborato nei successivi 6 studi con circa 300 unità cardiovascolari sul territorio. Il GiViTI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva) collabora con 429 Intensive Care Units. Il Network Rischio e Prevenzione si è interfacciato con 860 GPs con la partecipazione di 90.000 pazienti. In totale l’Istituto ha in corso 86 trials clinici con la partecipazione di 67.215 pazienti. Molto difficile riassumere in poco spazio il contenuto degli interventi che nelle 6 ore successive hanno illustrato le opinioni delle personalità scientifiche europee invitate al convegno. Alcuni flash dei diversi interventi potranno aiutare a dare delle risposte efficaci agli interrogativi che il Symposium poneva. Ridurre la mortalità Richard Smith (Executive Director United Health Chronic Disease Initiative), indicando con 5 giganti i mali che affliggono la società (povertà, ignoranza, malattie, squallore, indolenza), sottolinea come sarebbe un errore combatterli separatamente senza tenere in considerazione nello sforzo della loro eradicazione le interrelazioni che li potenziano. Nei goals di questo millenium bisogna quindi porre l’eradicare la povertà e la fame, rafforzare l’educazione primaria, promuovere l’eguaglianza tra i sessi, ridurre la mortalità, soprattutto ridurre la mortalità infantile e migliorare la salute materna, assicurare la sostenibilità ambientale. Per quanto più specificatamente attiene alla medicina bisogna fare uno sforzo per ridurre la mortalità nel mondo. Le cause di mortalità con riferimento al 2006 erano così rappresentate: relativamente alle patologie croniche, 30,2% malattie cardiache, 15,7% tumori, 1,9% diabete, 15,7% patologie diverse; per quanto attiene alle malattie infettive, AIDS 4,9%, tubercolosi 2,4%, malaria 1,5%, malattie varie 20,9%, cause violente 9,3% . La morte per malattie croniche è quindi più del doppio rispetto alle malattie infettive. Bisogna osservare che queste ultime sono però cause primarie nei Paesi emergenti. Smith ritiene che per il raggiungimento dei goals che ci si propone nel millennio si debba realizzare una partnership globale che veda come target già dei primi 5 anni una riduzione della mortalità. Tra le priorità globali indica una maggior attenzione da parte della comunità medica alle modifiche climatiche che influenzano la mortalità per diverse malattie tra le quali individua la malaria, gli errori ali- mentari, la diarrea, la malnutrizione. L‘intervento di Iain Chalmer (Editor, James Lind Library James Lind Initiative) propone un breve excursus su quello che ritiene il tema più significativo nell’evolversi della medicina per ogni decennio a partire dagli anni ‘70 e per il quale il Mario Negri ha giuocato un ruolo importante. Negli anni ’70 si è trattato dell’acquisizione di maggior conoscenza e sicurezza sull’effetto dei farmaci; praticamente lo sviluppo della valutazione epidemiologica dei trattamenti. Negli anni ‘80 si è sviluppata la metanalisi, metodologia appropriata per valutare l’effetto dei farmaci sulla base dei lavori pubblicati. In questo contesto si inseriscono gli studi del GISSI 1 che ha rivalutato l’effetto della streptochinasi nell’infarto. Gli anni ’90 hanno impresso una svolta decisiva alla divulgazione delle informazioni su ciò che è noto e non noto o comunque non sufficientemente verificato nell’uso dei farmaci. Su questo tema molto importante l’attività del Centro Cochrane Italiano. Negli anni 2000 si è intensificata la volontà e la capacità di documentare le mancanze e gli insuccessi di quanto la scienza ha fatto realmente per il pubblico e di divulgare i risultati dei trials clinici, anche di quelli negativi. Per il futuro un grosso sforzo deve essere fatto per incoraggiare la pubblicazione e l’applicazione dei risultati dei trials clinici nell’interesse dei medici e degli ammalati. La mancata pubblicazione dei trials comporta sperpero di risorse, conclusioni scorrette nella elaborazione delle metanalisi, esposizione a rischi non necessari per i pazienti e di conseguenza gravi problemi etici. Il 2010 deve portare, secondo Chalmer ad un importante cambiamento nella valutazione dei farmaci con un maggior coinvolgimento dei pazienti, una maggior trasparenza e una maggior indipendenza nella loro valutazione, una richiesta di valore aggiunto nell’applicazione delle nuove terapie. Il valore aggiunto dovrà in futuro essere un requisito indispensabile per l’approvazione di nuovi farmaci. Questo concetto è particolarmente sentito per alcune branche della medicina in particolare, come per esempio la neuro psicofarmacologia - un settore in cui dopo le grandi speranze degli anni ‘60/’70 in cui la razionalizzazione delle terapie seguenti la individualizzazione dei mediatori chimici serotonina, noradrenalina, dopamina, aveva portato all’esplosione di nuovi farmaci - pochi passi in avanti sono stati fatti. Coordinare le strategie Sempre in questo settore, come riferisce Barbara van Zwieten Board (CHMP Member) vi sono patologie come la malattia di Alzheimer per le quali mancano assolutamente farmaci dotati di attività specifiche perché mancano studi nuovi. Nuovi approcci devono essere intrapresi, nuovi studi di patofisiologia per individuare genotipi, biomarker che permettano di meglio caratterizzare i pazienti e di intervenire nelle fasi precoci della malattia. :NEGRINEWS 153 IT 10-10-2011 Un punto su cui tutti gli oratori concordano è il bisogno di coordinare strategie con partner europei che assicurino veloci e coordinate risposte a qualsiasi specifico problema riguardante la salute. Questo riguarda la medicina non solo per quanto attiene alla ricerca ma anche per le strategie organizzative: l’esempio di quanto è successo nel 2011 per la paventata pandemia influenzale insegna, come ha ricordato Eric Abadie (Presidente CHMP, European Medicines Agency). Un problema che affigge l’Europa è che mentre esiste un solo organismo per l’approvazione dei farmaci, una sola struttura scientifica, una sola agenzia per la presentazione dei progetti, un solo organo di giudizio e di convalida per i 27 Paesi europei e i tre Paesi EFTA e uno solo per il follow-up nel mondo, 30 sono invece le decisioni indipendenti nei 30 Paesi relativamente a come rendere disponibile il farmaco per i pazienti. In conclusione è importante che la medicina guardi sempre di più al mondo intero ricordando che la globalizzazione non permette il mantenimento di “isole felici”. La medicina deve orientarsi verso traguardi globali con la partecipazione dei pazienti evitando di essere condizionata dal mercato. ARMANDA JORI 15:28 Pagina 3 CENTRO ANNA MARIA ASTORI Inaugurata la nuova sede di Bergamo del Mario Negri Inaugurata il 26 settembre la nuova Sede di Bergamo dell’Istituto Mario Negri intitolata ad Anna Maria Astori. Nei 5.958 metri quadrati del Centro Astori situato nel Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso apparecchiature e strumentazioni all’avanguardia e dotazioni strutturali per confrontarsi e competere in condizioni di parità con l’ambiente scientifico internazionale e mantenere i livelli di eccellenza raggiunti dalla ricerca del Negri Bergamo in oltre 25 anni di attività. Il 26 settembre, nel 50° della fondazione dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, si è inaugurata la nuova Sede di Bergamo del Mario Negri: il Centro Anna Maria Astori, situato nel Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, è intitolato ad Anna Maria Astori il cui generoso lascito ha permesso di avviarne i lavori di realizzazione. All’inaugurazione erano presenti il Vescovo di Bergamo Monsignor Francesco Beschi, il Vice-Presidente di Confindustria e co-fondatore del Parco Scientifico Kilometro Rosso Alberto Bombassei, il Sindaco di Bergamo Franco Tentorio e il Direttore Generale FARMACI E BAMBINI La popolazione pediatrica italiana, pur con qualche eccezione, è da considerarsi sana. Tuttavia 8 bambini su 10 in età prescolare ricevono nell’arco di un anno almeno una prescrizione di farmaco. Questa proporzione aumenta se si considerano anche i farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale e quelli che non richiedono la prescrizione del medico. Tutti i bambini tra 1 e 5 anni di età assumono uno o più farmaci durante l’anno, in particolare antifebbrili, antibiotici e farmaci respiratori. In 1/3 dei casi l’uso avviene in modo cosiddetto “off label”, ossia non tiene conto delle indicazioni (età, dosaggio, tipo di malattia) per cui il farmaco è stato messo in commercio, e che sono riportate nella scheda tecnica e nel foglietto illustrativo. I bambini italiani sono più frequentemente esposti ai farmaci rispetto ai loro coetanei europei. Un bambino italiano ha, per esempio, una probabilità circa 4 volte maggiore di ricevere un antibiotico rispetto a un bambino inglese, circa 3 volte più alta di un bambino olandese. Nel nostro Paese c’è, inoltre, un maggior utilizzo di antibiotici considerati di seconda scelta, come le cefalosporine, che rappresentano quasi il 40% delle prescrizioni di antibiotici in Italia: nelle Nazioni del nord Europa le cefalosporine sono raramente prescritte al di fuori dell’ambito ospedaliero. L’esposizione ai farmaci varia in Italia tra una regione e l’altra. La proporzione di bambini italiani che ricevono una o più prescrizioni di antibiotico nel corso di un anno è del 51% ma questa percentuale varia a seconda delle aeree geografiche di residenza: è maggiore nelle regioni del Sud (61%) rispetto a quelle del Nord (47%). A livello regionale la percentuale di bambini trattati con antibiotici varia tra 43 e 62%, mentre prendendo in considerazione le singole ASL la differenza è ancora più ampia, con un intervallo tra 36 e 69%. Differenze non solo tra regioni ma anche all’interno di una stessa regione: per esempio, a parità di età e sesso, un bambino residente nella ASL di Brescia ha una probabilità doppia di ricevere un antibiotico rispetto a un bambino residente nella ASL di Milano. Le disparità tra contesti geografici nazionali non riguardano solo il trattamento farmacologico. Nell’arco di un anno l’8% dei bambini viene ricoverato in ospedale ma tra Friuli Venezia Giulia e Abruzzo la percentuale è doppia. Anche l’evento nascita è soggetto a diseguaglianze tra regioni, dal momento che il parto cesareo rappresenta il 24% del totale in Friuli Venezia Giulia e il 62% in Campania e che la mortalità nel corso della prima settimana di vita, per quanto bassa, è 2-3 volte superiore al Sud rispetto al Nord. Questi dati sono stati presentati e discussi nel corso del convegno “Uso razionale dei farmaci per i bambini e i loro genitori: un obiettivo dinamico e strategico” tenutosi all’Istituto Mario Negri di Milano il 9 settembre 2011 organizzato dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile che da 25 anni svolge attività di ricerca, educazione e formazione con l’obiettivo di migliorare il benessere della madre e del bambino. Durante il convegno è emerso che ci sono ancora bisogni di salute che non trovano risposte adeguate e che sono necessari maggiori sforzi e interventi condivisi tra istituzioni, ricercatori, operatori sanitari e genitori per garantire ai bambini e agli adolescenti cure più appropriate. ANTONIO CLAVENNA, MAURIZIO BONATI degli Ospedali Riuniti di Bergamo Carlo Nicora. “La nuova Sede di Bergamo del Mario Negri – dice Giuseppe Remuzzi Coordinatore delle ricerche del Centro Astori – è stata pensata per il futuro e per i giovani, per quelli che già lavorano con noi nei campi più avanzati della medicina, e anche per tutti quelli che nei prossimi anni vorranno dedicarsi alla ricerca”. Il Centro Astori è dotato di un microscopio elettronico a trasmissione e a scansione per studiare l’ultrastruttura dei tessuti sia in bi- che in tri-dimensione, di un microdissettore laser, di numerose stanze sterili per colture cellulari, di laboratori per studi di biologia cellulare e molecolare con strumenti per l’analisi del DNA e dell’RNA, strumentazione per dosaggi farmacologici: dotazioni indispensabili per confrontarsi e poter competere in condizioni di parità con l’ambiente scientifico internazionale e per mantenere i livelli di eccellenza raggiunti dalla ricerca del Negri Bergamo in oltre 25 anni di attività. A Bergamo, l’Istituto Mario Negri è attivo dal 1984 ed è nato con l’obiettivo di coniugare ricerca sperimentale e clinica: ricerca sulle malattie renali, diabete, immunologia dei trapianti d’organo, farmacologia clinica, medicina molecolare e rigenerativa, bioingegneria e su alcuni aspetti delle malattie tumorali; programmi di formazione per laureati, diplomati, infermieri professionali e studenti di dottorato hanno coinvolto negli anni circa 600 giovani. Oggi il Centro Anna Maria Astori occupa circa 100 persone e i suoi ricercatori possono vantare 1.455 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, 1.900 comunicazioni presentate a convegni nazionali e internazionali e 985 convegni organizzati con la partecipazione di scienziati e medici da tutto il mondo. Il Centro è composto da un piano interrato e tre piani fuori terra con una superficie complessiva di 5.958 metri quadrati. Comprende 33 laboratori di ricerca, 6 laboratori di sicurezza BL3, 31 uffici, 3 sale riunioni e una sala conferenze di 90 posti dotata di videocomunicazione. Gli impianti, tecnologicamente avanzati, sono stati progettati tenendo conto dei recuperi di calore e del risparmio energetico. “I tempi sono molto difficili, ma proprio quando c’è crisi è importante investire - sottolinea il professor Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto Mario Negri - È un atto di coraggio, ma contiamo sulle capacità dei nostri ricercatori e sulla generosità dei privati e delle istituzioni di Bergamo. MARIATERESA PESENTI Negri News 160, Ottobre 2011, pag. 3 NEGRINEWS 160 IT NEGRINEWS 160 IT :NEGRINEWS 153 IT 10-10-2011 15:28 Pagina 4 VITA DELL’ISTITUTO Un regalo per la ricerca Al via la terza edizione di Un Regalo per la Ricerca, la mostra-mercato organizzata dal gruppo “Le Amiche del Negri” dal 18 al 27 novembre alla Società Umanitaria di Milano: l’occasione e l’opportunità per realizzare con comodità le spese natalizie contribuendo in modo fattivo a finanziare le Borse di studio che l’Istituto Negri assegna a giovani studiosi motivati, meritevoli, brillanti per poter proseguire in Italia il loro lavoro nella ricerca biomedica al servizio degli ammalati. Un Regalo per la Ricerca, la mostra-mercato organizzata dal gruppo “Le Amiche del Negri” coordinate da Anny Garattini allo scopo di raccogliere fondi per attivare Borse di studio per giovani ricercatori, è giunta quest’anno alla sua terza edizione. Sarà aperta tutti i giorni dal 18 al 27 novembre (dalle ore 10.30 alle ore 20) nell’Aula Luchini della Società Umanitaria di Milano Via San Barnaba 48, generosamente concessa dal suo Presidente, dott. Amos Nannini. Nel periodo prenatalizio non si contano in città le iniziative di Onlus, associazioni di volontariato, opere religiose che si impegnano a diverso livello e con mezzi diversi nella raccolta di fondi a sostegno di categorie bisognose. Un regalo per la ricerca è forse l’unica che ha come fine quello di aiutare i giovani, non ammalati, abbandonati, diseredati, drogati o emarginati ma sani nel fisico e nel morale, brillanti, desiderosi di lavorare impegnandosi nell’acquisire una formazione che li prepari a divenire dei ricercatori scientifici a loro volta capaci di offrire agli altri, attraverso un avanzamento della medicina, il frutto delle loro acquisizioni. Purtroppo in molti casi sono però dei giovani frustrati nelle loro ambizioni. Come è ormai noto a tutti la ricerca italiana si trova in un periodo di gravi difficoltà e sono proprio i più giovani ad esserne penalizzati. Anche quelli che più meriterebbero per il loro impegno, per la loro capacità, per la loro brillantezza hanno difficoltà a trovare la possibilità di lavorare, di acquisire l’esperienza necessaria per realizzare progetti che hanno coltivato nelle loro speranze. Ma la maggior parte di loro non demorde, non si rassegna ed emigra all’estero in Paesi in cui la ricerca biomedica è considerata un investimento e l’attività dei giovani una ricchezza. È la “fuga dei cervelli” alla quale tutti noi assistiamo con tristezza e impotenza ben sapendo che questo esodo è quasi sempre senza ritorno e impoverisce culturalmente il nostro Paese. L’Istituto Mario Negri, che quest’anno celebra il 50° dalla sua fondazione, ha sempre dedicato molta della sua attività alla formazione professionale dei giovani. Da sempre sono attive scuole di specializzazione, per tecnici, per laureati e da NOMINE&PREMI Negri News 160, Ottobre 2011, pag. 4 GIUSEPPE REMUZZI PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ MONDIALE DI NEFROLOGIA Al Congresso Mondiale di Nefrologia 2011 che si è tenuto a Vancouver nel mese di aprile il Prof. Giuseppe Remuzzi è stato nominato al vertice dell’International Society of Nephrology (ISN), di cui sarà Presidente per il biennio 2013-2015. Il Prof. Remuzzi è il primo italiano a ricoprire tale prestigioso ruolo che lo vedrà a capo del Comitato responsabile delle attività e dei programmi dell’associazione che opera a livello mondiale, raccoglie oltre 12.000 nefrologi di 126 differenti nazionalità e collabora strettamente con più di 70 società scientifiche che si occupano di malattie renali in tutto il mondo. Come Presidente dell’ISN, il Prof. Remuzzi intende promuovere in particolare la ricerca sia sperimentale che clinica di alto livello e operare al fine di diffonderne rapidamente i risultati nei Paesi meno sviluppati coinvolgendo attivamente gli operatori locali. Il Prof. Remuzzi che è Coordinatore delle ricerche dell’Istituto Mario Negri di Bergamo (Centro Anna Maria Astori e Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”) e Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e del Dipartimento Pubblico-Privato di Immunologia e Clinica dei Trapianti di Organo aveva ricevuto nel 2007 (Negri News 159) il “John P. Peters Award”, il più prestigioso Premio assegnato dalla Società Americana di Nefrologia (ASN). AD ASSUNTA SENATORE IL CAVALIERATO DI RICERCA UNDER 35 La dr.ssa Assunta Senatore ha ricevuto il 18 luglio 2011 a Salerno il Premio “Cavalierato di Ricerca under 35”. Il premio è destinato ai migliori talenti “under 35” che si sono distinti nei settori: arte, comunicazione, cultura, imprenditori, innovazione, musica, ricerca, sociale, spettacolo, sport. La Senatore ha vinto per la ricerca con la seguente motivazione: “Ricercatrice al Dipartimento di Neuroscienze presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Partecipa a diverse importanti ricerche pubblicate sui più importanti strumenti editoriali del settore. Riceve un Premio al Congresso Prion 2006 di Torino per i risultati sul progetto di ricerca su malattie neurodegenerative”. La dottoressa lavora attualmente al Mario Negri nel Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni diretto dal dr. Roberto Chiesa per un progetto sostenuto da Telethon sulle disfunzioni neuronali. alcuni anni anche scuole per dottorato di ricerca e per PhD, quest’ultima, che ha valenza di dottorato internazionale, in collaborazione con la Open University U.K. Gli allievi lavorano, con una modesta Borsa di studio, a tempo pieno nei laboratori e in funzione del loro livello con la responsabilità di studi e progetti. L’Istituto non riceve per questa attività alcun contributo dagli enti pubblici e può quindi solo contare sui contributi privati. Nelle due precedenti edizioni di Un regalo per la ricerca sono stati raccolti fondi per 8 Borse che sono state assegnate a giovani impegnati in importanti e avanzati progetti nel campo delle malattie cardiovascolari (studio del ruolo delle basi genetiche e dei processi infiammatori nello sviluppo delle malattie cardiache), dell’oncologia (approfondimento di fattori implicati nel tumore ovarico), delle neuroscienze (ricerche di farmaci attivi sull’ictus cerebrale). Molti dei risultati di questi studi sono già stati comunicati in simposi internazionali e pubblicati su riviste scientifiche. Potranno quindi a breve concorrere ad aiutare gli ammalati. Con questa nuova edizione di Un regalo per la ricerca l’Istituto Negri si propone di poter offrire un numero di Borse ancora maggiore. Per questo motivo con grande forza chiediamo a tutti di venire a visitare la nostra mostra dove si possono acquistare tanti oggetti di generi molto vari, di prezzi diversi ma tutti, assolutamente tutti, regalati da Ditte, Enti e Privati per aiutare l’Istituto in questa sua iniziativa. L’Istituto vi aiuta così nel realizzare con comodità le vostre spese natalizie, voi aiuterete l’Istituto nel gravoso impegno che si è assunto. I vostri doni avranno un “valore aggiunto” perché, come dice il nostro slogan: “Aiutiamo i giovani ad intraprendere la strada dei loro sogni, loro ci aiuteranno a realizzare i nostri: una salute migliore, una migliore qualità di vita”. ARMANDA JORI NEGRI NEWS Direttore Responsabile SILVIO GARATTINI Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri - Ente Morale via La Masa 19 - 20156 Milano Tel. 02.39014.1 Fax 02.354.6277 www.marionegri.it Stampa: Postel SpA Roma Iscritto nel registro del Tribunale di Milano al N. 117 in data 28 marzo 1981 Tiratura 34.000 copie Finito di stampare nell’Ottobre 2011 Per garantire la privacy, in conformità a quanto previsto dalla legge n. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” garantisce tutti i suoi lettori che i più assoluti criteri di riservatezza verranno mantenuti sui dati personali forniti da ognuno. A tal fine si fa presente che le finalità dell’Istituto Mario Negri sono relative solo alla spedizione del “Negri News”. Con riferimento all’art. 7 della legge n. 196/2003, le richieste di eventuali variazioni, integrazioni o anche cancellazioni dovranno essere indirizzate a: Segreteria Generale - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Via La Masa 19 20156 Milano Citando la fonte, articoli e notizie possono essere ripresi, in tutto o in parte, senza preventiva autorizzazione.