Bergamo Economica n. 1/2006 - Incubatore d`impresa di Bergamo

RICERCA
Un nuovo farmaco riduce
i danni dell’infarto miocardico
ANTONIO ALFANO
ESPERTO
IN COMUNICAZIONE E CONSULENTE
DI STRATEGIA E ORGANIZZAZIONE
Nell’ambito degli studi del Gruppo italiano per lo
studio della sopravvivenza nell’infarto miocardico,
l’istituto Mario Negri ha accertato su base statistica
l’efficacia di un farmaco trombolitico che ha permesso
di dimezzare i casi di decesso in ambito ospedaliero.
“Inoltre - annuncia il direttore scientifico prof. Silvio
Garattini in questa intervista esclusiva - nei nostri
laboratori abbiamo sviluppato alcuni derivati
dell’eritropoietina privi di attività antianemica”
oltre quarant’anni dalla fondazione, l’istituto di ricerca Mario Negri sembra entrare fermamente in una nuova fase, quella dei
traslochi. Sì, perché, valige alla mano e
come da programma, i laboratori di
Bergamo si trasferiranno presto nell’avveniristica struttura del Kilometro Rosso, a Stezzano. Ma non solo.
Ancor prima, già al termine del 2006, la
storica sede milanese di via Eritrea cederà il passo al più ampio e rinnovato
edificio situato alla Bovisa, nella zona
nord di Milano. In questo modo l’istituto sembra imboccare la via che conduce all’inevitabile sinergia con altre organizzazioni di ricerca.
Appunto a cominciare dalla logistica: a
Bergamo nel moderno parco tecnologico e a Milano nell’area antistante al
Politecnico.
Incontriamo, quindi, il direttore scienti-
A
fico del Mario Negri, il professor Silvio
Garattini, per conoscere gli sviluppi delle diverse “anime” con cui l’istituto si
presenta alla prossima sfida: ricerca, formazione e divulgazione.
Professore, iniziamo dalla ricerca.
Quali sono le ultime novità delle vostre indagini?
Innanzitutto l’efficacia degli studi Gissi
(Gruppo italiano per lo studio della sopravvivenza nell’infar to miocardico)
sulla patologia cardiaca.
Questi studi hanno verificato la perentoria utilità di un farmaco trombolitico
in pazienti colpiti da infarto miocardico.
Inizialmente non c’era la conoscenza su
base statistica che il farmaco fosse capace di ridurre la mortalità; adesso,
giunti ormai al sesto studio Gissi, abbiamo permesso di dimezzare i casi di decesso in ambito ospedaliero. Inoltre,
sotto l’aspetto metodologico, tale ricerca è stato il primo esempio al mondo di sperimentazione clinica di grandi
dimensioni, con all’incirca sessantamila
Il cortile interno dell’ex Conventino sede dei laboratori dell’Istituto Mario Negri
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RICERCA
L’imponente edificio
neoclassico di
Ranica, costruito agli
inizi del 1800 e
conosciuto come
Villa Camozzi, nel
quale l’Istituto Mario
Negri ha allestito il
Centro di ricerche
cliniche per
malattie rare il cui
settore di
specializzazione è lo
studio di patologie
alle quali non
sempre la ricerca
tradizionale dedica
la dovuta attenzione
pazienti coinvolti.
Oltre ad essere un perfetto caso di collaborazione multicentrica tra il nostro
istituto e altri gruppi di osservazione,
come la vasta rete dell’Anmco, l’Asso-
ciazione nazionale dei medici cardiologi ospedalieri. Un’altra recente scoperta riguarda la dimostrazione degli effetti neuroprotettori dell’eritropoietina su
malattie degenerative come il Parkin-
son e l’Alzheimer. L’unico inconveniente di tale sostanza, conosciuta con il nome di Epo, è l’eccessiva produzione di
globuli rossi e, pertanto, l’aumento della viscosità del sangue, fino al rischio di
SILVIO GARATTINI, DA 50 ANNI PALADINO
DELLA RICERCA SCIENTIFICA E FARMACOLOGICA
glio dei ministri per la politica della riNato a Bergamo nel 1928, il professor
cerca in Italia, il Consiglio sanitario naSilvio Garattini si laurea in Medicina a
zionale e la Commissione unica del
Torino nel 1954.Ad un solo anno di difarmaco al ministero della Salute. Infistanza, nel 1955, ottiene la libera done, per sette anni rappresenta l’Italia
cenza in Chemioterapia e Farmacoloall’Emea, l’agenzia europea di valutagia, diventando così il più giovane dozione dei medicinali. Ricercatore e dicente d’Italia. Dopo alcuni anni come
vulgatore di fama mondiale, ha ricevuaiuto alla cattedra di Farmacologia
to onorificenze per meriti scientifici in
presso l’Università degli Studi di MilaItalia e all’estero, tra cui la Legion d’Ono, fonda nel 1963 l’Istituto di ricerche
nore della Repubblica francese e la
farmacologiche Mario Negri al quale
nomina a commendatore della Relega inscindibilmente il suo nome.
È autore di molte centinaia di lavori Il direttore scientifico dell’Istituto Mario Negri pubblica italiana.
prof. Silvio Garattini
Fondatore a Parigi dell’European Orscientifici pubblicati su riviste nazionali
ganization for Research on Treatment of Cancer, attuale internazionali e, negli ultimi decenni, membro di organismi
mente è direttore del Mario Negri e presidente della Comquali il Comitato di biologia e medicina del Consiglio nazionamissione ricerca e sviluppo dell’Agenzia italiana del farmaco.
le delle ricerche, la Commissione della presidenza del Consi-
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trombosi e ictus.
Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato alcuni derivati dell’eritropoietina non
più eritropoietici, ossia privi dell’attività
antianemica. Di conseguenza, il loro impiego diventa ora estremamente efficace per tutta una serie di modelli di neurodegenerazione, poiché è venuto meno il fattore alla base dei gravi effetti
collaterali. Per portare un esempio, la
prima di queste nuove molecole è stata battezzata Cepo, acronimo di Carbamylated Epo, una riuscita variazione
dell’eritropoietina secondo i criteri citati.
Negli ultimi tempi un tema controverso, ma di grande interesse, tocca
le cellule staminali. Pur sapendo che
una loro applicazione terapeutica è
lungi dall’essere realtà dei nostri
giorni, voi a che punto siete nel percorso di esplorazione?
Attualmente contiamo vari gruppi di ri-
cerca che utilizzano le cellule staminali.
Ne menziono in particolare due. Il primo studia l’ipotesi dei benefici di un simile campo di sperimentazione in modelli di una grave patologia quale la sclerosi laterale amiotrofica, la malattia che
causa una progressiva atrofia muscolare e che colpisce un’alta percentuale di
calciatori.
Trattandosi di una malattia rara e senza alcuna terapia, quella delle cellule
staminali sembra una strada alternativa.
Un secondo gruppo di lavoro sta invece esaminando la riparazione del tessuto cardiaco a seguito di un infarto.
Uno dei principali risultati indica che,
non solo le cellule staminali possono
trasformarsi in cellule cardiache responsabili di una guarigione, ma riescono ad elaborare delle proteine in grado
di attivare processi di cicatrizzazione.
Dunque, valide soprattutto come produttrici di sostanze terze prima che au-
torigeneranti.
Passiamo alla funzione formativa
dell’istituto, che so esserle molto a
cuore. Qual è il vostro ruolo nell’animato settore della didattica?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo formato circa duemila ricercatori che ricoprono posti importanti nell’industria,
negli ospedali e nelle università, in Italia
e all’estero. E siamo particolarmente attenti alla formazione interna, perché il
nostro futuro passa da qui. Invece, sotto l’aspetto strettamente didattico, abbiamo attivato un dottorato di ricerca
in collaborazione con l’Open University di Londra e, a breve, costituiremo
un master in ricerca clinica con la partecipazione dell’Università degli Studi di
Milano.
Il Mario Negri si è sempre distinto
per la cristallina attività divulgativa.
Di cui, tra l’altro, lei è strenuo paladino, sia per la veste ufficiale di rap-
Insieme all’attività
di ricerca l’Istituto
Mario Negri svolge
anche attività
didattica e formativa.
Si calcola che negli
ultimi anni siano stati
formati circa
duemila ricercatori
che ora ricoprono
posti importanti
nell’industria, negli
ospedali e nelle
università,
sia in Italia che
all’estero.
A breve sarà anche
costituito un master
di ricerca clinica
con la partecipazione
dell’Università
di Milano
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RICERCA
L’ISTITUTO MARIO NEGRI IN PRIMA LINEA
PER DIFENDERE LA SALUTE E LA VITA UMANA
L’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri è un’organizzazione scientifica che opera nel campo della ricerca biomedica. È stato costituito giuridicamente nel 1961 ed ha iniziato le attività nella sede di Milano il 1° febbraio 1963.
Scopo fondamentale delle attività dell’Istituto è contribuire alla difesa della salute e della vita umana. Per realizzare tale obiettivo, occorre anzitutto approfondire la comprensione degli intimi meccanismi di funzionamento degli organismi viventi, individuare le ragioni per cui insorgono le varie malattie, conoscere i processi che si sviluppano negli organismi stessi in seguito all’introduzione di sostanze estranee: è in questo senso che si sviluppano le ricerche dell’Istituto, dal livello molecolare fino all’uomo. I risultati che ne emergono servono sia per la messa a punto di nuovi farmaci che per accrescere l’efficacia di quelli
già in uso. I principali settori in cui l’Istituto è impegnato sono: la lotta contro il cancro, le malattie nervose e mentali, le malattie del cuore e dei vasi sanguigni, le malattie renali, le malattie rare, gli effetti tossici delle sostanze che inquinano l’ambiente,
la lotta contro il dolore e lo studio del problema della “droga”.
Insieme a queste ricerche, l’Istituto svolge anche attività di insegnamento per la formazione professionale di tecnici di laboratorio e ricercatori laureati. Contribuisce inoltre con molteplici iniziative alla diffusione della cultura scientifica in campo biomedico, sia in senso generale che a specifico sostegno della pratica sanitaria, per un uso più razionale dei farmaci.
Oltre allla sede dei Laboratori che si trovano nei locale dell’ex Conventino, in via Gavazzeni, l’Istituto Mario Negri ha allestito
Il Centro di ricerche cliniche per le malattie rare che è sorto grazie alla generosità di privati e di alcune banche. Ha sede a
Ranica (Bg) nella Villa Camozzi, un edificio neoclassico degli inizi dell’800, che dispone di una superficie coperta di 8000 metri quadrati. Presso questo Centro di ricerche è attivo anche un Centro di informazione per le malattie rare, a disposizione dei
pazienti affetti da tali patologie, dei loro familiari e dei loro medici.
presentante dell’ente che per il sincero debito verso una fiduciosa comunità: la gente comune. Che tipo
di iniziative portate avanti?
Pubblichiamo la nostra ricerca senza
brevettarne i risultati e siamo autori di
articoli di traslazione per l’informazione
ai medici di base. Inoltre, già dagli anni
‘60, ci rivolgiamo al grande pubblico,
quando ciò era considerato disdicevole dall’accademia.
Tuttavia, un’istituzione che lavora con
fondi pubblici e privati ha l’obbligo morale di dare la misura dei problemi di interesse collettivo. Per esempio, attraverso campagne contro il fumo e l’inquinamento ambientale, con le quali
abbiamo indubbiamente precorso i
tempi.
Di più ancora. Nel campo dei farmaci
continuiamo a scontrarci con la subdola logica che vede le medicine al pari
dei beni di consumo.
Ma i farmaci non sono solamente portatori di benessere, comportano anche
degli effetti tossici.
E alcune categorie di prodotti sono
I ricercatori dell’Istituto Mario Negri operano
nel campo della ricerca farmacologica
in sinergia con altri istituti e università
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perfino inattive e non affrontate con
metodo scientifico. Si pensi all’omeopatia e ai ritrovati a base di erbe.
Dal 2005 lei è presidente della
Commissione ricerca e sviluppo
dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, con lo scopo di promuovere
ricerche indipendenti ritenute strategiche per il Servizio sanitario nazionale. Ma cosa fa in concreto?
La commissione che presiedo ha il
compito di programmare le ricerche
che l’industria farmaceutica non svolge
volentieri, per esempio le indagini di
confronto tra farmaci simili o il progresso di medicinali per le malattie rare, i cosiddetti “farmaci orfani”. Inoltre,
l’Aifa è la prima agenzia in tutta Europa
ad aver avviato una serie di studi con
cui, non soltanto giudica, ma fa ricerca
per giudicare meglio.
Antonio Alfano