cap 8:379_400 26-07-2010 14:58 Pagina 432 una ruota può accoppiarsi con un tratto dentato rettilineo (dentiera o cremagliera, figura 11), considerabile come tratto di ruota di raggio infinito, oppure con un’altra recante la dentatura all’interno della superficie cilindrica (dentatura interna, figura 12): in questo caso il verso di rotazione è concorde. Il numero dei denti delle ruote dentate non può essere piccolo a piacere, z1 n3 z1 — n1 = — z3 z2 perché al diminuire del numero dei denti, a parità di modulo, il profilo dei denti si scosta sempre più dall’evolvente (si noti che il profilo del dente corrisponde all’evolvente soltanto per il tratto esterno all’intersezione con il cerchio base, mentre da questa verso l’interno è generalmente un segmento radiale) e ne consegue un funzionamento irregolare con impuntatura dei denti z3 n3 = n4 z4 z5 Fig. 15. Un ruotismo epicicloidale: le ruote satelliti che ingranano con il pignone centrale (solare) rotolano sulla corona dentata, in questo caso fissa, e muovono la forcella porta satelliti calettata su un albero che quindi ruota coassialmente al solare. I rapporti fra le velocità di rotazione dei diversi elementi sono espresse dalla formula np (1 + zs /zc) - ns zs /zc = nc , in cui ns, np , nc sono rispettivamente i numeri di giri del pignone solare, del portasatelliti e della corona e zs e zc i numeri di denti di solare e corona. Si potranno perciò avere rapporti di riduzione elevati con ingombri minori rispetto agli ingranaggi ordinari. n5 z4 — n4 = — z5 n5 z1 z4 . — z3 — z5 n1 = — Fig. 10. Un ruotismo complesso: nel primo gruppo la ruota intermedia (ruota oziosa) inverte il verso di rotazione della terza ruota rendendolo concorde con la prima. Il rapporto fra numero di giri del primo e dell’ultimo albero è uguale al prodotto dei rapporti dei due gruppi. Fig. 13. Ingranaggio riduttore a tre stadi: il rapporto di riduzione totale è dato dal prodotto dei rapporti di riduzione dei singoli stadi. (ved. fig. 10). Si osservi che l’albero che ruota più lentamente (a sin.), trasmettendo a parità di potenza una coppia superiore, ha diametro maggiore rispetto all’albero rotante più rapidamente (a destra). convertitore idraulico di coppa pompa Fig. 11. Accoppiamento ruota/dentiera (anche in questo caso si ha trasformazione fra moto rettilineo e rotatorio). statore turbina pompadellʼolio a ingranaggi ruota libera gruppo ingranaggi epicicloidali per interferenza fra costa del dente conduttore e fianco del condotto. In genere il numero di denti per ruote a denti diritti non scende sotto a 15. Di conseguenza anche le dimensioni delle ruote, specialmente con moduli elevati necessari per trasmettere grandi sforzi, non possono scendere sotto regolatore centrifugo certi limiti ed anche i rapporti di trasmissione non possono essere superiori a 4 o 5 per evitare eccessivi ingombri in senso trasversale. Rapporti di trasmissione (o riduzioni) più elevati si ottengono attraverso diversi stadi successivi, mediante alberi di rinvio secondari, tenendo conto che il rapporto di trasmissione totale è il prodotto dei rapporti realizzati nei singoli successivi stadi di riduzione (figg. 10 e 13). Un’altra soluzione è il ricorso ad ingranaggi epicicloidali (fig. 15). Per diminuire il numero minimo di denti utilizzabile si possono usare angoli di pressione più elevati (aumentando la parte di profilo ad evolvente, esterna al cerchio di base, peggiorando però il rendimento), oppure le dentature corrette, a profilo ribassato (addendum = 0,8 m e dedendum = m) o con spostamento delle circonferenze primitive e dentature asimmetriche. Il piano di simmetria del dente (e quindi l’asse del dente, intersezione fra il piano di simmetria ed il cilindro primitivo) può essere parallelo all’asse della ruota (dentature diritte) oppure formare con esso un angolo, i cui valori più frequenti sono 6°, 12° e 15°, (dentature elicoidali, figura 16). Queste ultime possono essere pensate come formate da un numero infinito di ruote dentate diritte coassiali, di spessore assiale infinitesimo, ognuna delle quali spostata angolarmente rispetto alla precedente: si comprende quindi come l’asse del dente sia in questo caso un tratto di elica, che può essere destra o sinistra. Le dentature elicoidali consentono un ingranamento più silenzioso e graduale rispetto a quelle diritte (in ogni istante sono a contatto più coppie di denti anziché una sola) e una riduzione del numero minimo di denti, ma le forze che i denti si scambiano presentano una componente anche in direzione assiale, inutile al fine della trasmissione del moto, ma che esercita una spinta, tanto più forte quanto maggiore è l’inclinazione dell’elica, che deve essere opportunamente contrastata. Per eliminarla si fa talvolta uso di dentature bielicoidali (o a freccia o chevron), che risultano costose e sono per lo più limitate ad ingranaggi di grandi dimensioni (fig. 17). Con le ruote a denti elicoidali si può avere trasmissione del moto non solo fra alberi paralleli ma anche sghembi, con una certa perdita di rendimento (fig. 18). L’angolo formato dai piani contenenti gli assi delle ruote è in tal caso uguale alla somma degli angoli d’inclinazione dei denti. Per trasmettere il moto fra due assi concorrenti si possono utilizzare ruote di frizione di forma tronco conica (fig. 19). Gli assi dei due coni convergono in un punto e l’angolo fra di loro è uguale alla somma degli angoli di semiapertura dei coni; i punti della generatrice di contatto hanno la stessa b) frizioni a lamelle Fig. 17. Dentature bielicoidali: le opposte spinte assiali sui denti si annullano. bande freno a) Fig. 12. Pignone accoppiato con una corona a dentatura interna (il verso di rotazione è concorde). 432 gruppo valvole Fig. 14. Un cambio di velocità: la possibilità di diversi accoppiamenti di ruote dentate consente diversi rapporti di trasmissione fra gli alberi. c) Fig. 16. Ruote cilindriche con dentature diritte (a) o elicoidali (b) e ruote coniche (c). Fig. 18. Trasmissione del moto rotatorio fra assi sghembi per mezzo di ruote a denti elicoidali. 433