doc 125kb - Unioncamere Lombardia

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in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura:
Confagricoltura, CIA, Coldiretti, ARAL, Assolatte, Legacoop Agroalimentare e
Fedagri Confcooperative
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Milano, 15 novembre 2011
Comunicato stampa
Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le
Associazioni regionali dell’Agricoltura, presentano i risultati dell’indagine
congiunturale del comparto agricolo lombardo relativa al terzo trimestre 2011.
L’analisi evidenzia il consolidamento della ripresa per l’agricoltura lombarda, con
la conferma delle tendenze positive emerse negli ultimi trimestri e l’attenuazione
di alcuni fattori di criticità. Le valutazioni espresse dai testimoni privilegiati
intervistati rimangono complessivamente positive e, pur evidenziando ancora forti
differenze settoriali, mostrano segnali di ripresa anche nei comparti suinicolo e
dei bovini da carne. Si segnala una sostanziale tenuta del prezzo del Grana
Padano, mentre nel mercato dei cereali si è registrata una forte riduzione delle
quotazioni. Il calo dei costi di produzione consente un miglioramento della
redditività aziendale, mentre segnali meno confortanti giungono dalla domanda
nazionale, che risulta in discesa.
L’indagine congiunturale sull’agricoltura lombarda è promossa da Regione Lombardia e
Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura.
La metodologia di analisi è imperniata su interviste quali-quantitative sottoposte ad un
panel di aziende lombarde particolarmente rappresentative e a testimoni privilegiati del
mondo agricolo organizzato e della filiera agroalimentare, in grado di fornire informazioni e
indicazioni non solo sulle dinamiche congiunturali, ma anche sui trend di medio periodo.
Il terzo trimestre del 2011 conferma l’andamento positivo evidenziato dall’agricoltura
lombarda negli ultimi trimestri, con timidi segnali di ripresa anche per i comparti più
depressi e una complessiva riduzione dei costi di produzione. Anche l’aspetto climatico e
meteorologico è stato favorevole, garantendo generalmente buoni raccolti.
Le principali preoccupazioni nascono dall’estrema volatilità dei prezzi cerealicoli, che hanno
subito un crollo per il frumento tenero e il mais, e dai segnali di contrazione della domanda
interna.
Il confronto con il dato nazionale rilevato dall’indagine congiunturale di ISMEA sottolinea
la buona performance del sistema agricolo lombardo, mostrando una superiorità rispetto a
tutti i principali indicatori considerati, a conferma di una migliore capacità di recupero per
l’agricoltura lombarda dopo il pesante impatto della crisi nel 2009.
Dall’analisi dei mercati, si evidenziano alcune tendenze specifiche:
 il comparto del latte si conferma il principale motore della ripresa del sistema agricolo
lombardo, grazie all’ottimo andamento del prezzo del latte destinato alla trasformazione
in Grana Padano e del significativo aumento delle quantità prodotte. Rimane
insoddisfacente invece il prezzo del latte alimentare alla stalla;
 il settore cerealicolo ha visto una forte riduzione delle quotazioni per quello che
riguarda il frumento tenero e il mais mentre i prezzi del grano duro e del riso hanno
registrato variazioni positive. Si conferma quindi l’estrema volatilità dei prezzi di questo
settore, dovuta a motivi finanziari più che a dinamiche di mercato, che rende difficile la
programmazione degli investimenti;
 primi segnali di ripresa giungono dai settori delle carni bovine e suine, dove si
confermano le tendenze alla crescita delle quotazioni già notate nell’ultima parte del
secondo trimestre dell’anno e dove finalmente si assiste a un’inversione nel trend dei
costi di produzione, che registrano una flessione dovuta soprattutto al calo dei prezzi del
mais e della soia;
 il comparto vitivinicolo segnala un consistente rialzo dei prezzi dopo un periodo di
stagnazione, dovuto sia al calo della produzione nazionale, che sembra però aver
coinvolto in modo limitato la Lombardia, sia all’ottima qualità della vendemmia 2011; dal
lato della domanda si conferma la contrazione del consumo interno e invece il buon
andamento delle esportazioni.
Dalle risposte del panel di esperti intervistati, nel complesso dei comparti agricoli emerge
una situazione globalmente positiva rispetto a quella dei trimestri precedenti e ai risultati
che emergono dal confronto con l’indagine ISMEA sul territorio nazionale, soprattutto in
merito all’andamento degli affari dell’azienda e alle spese per l’acquisto dei mezzi correnti di
produzione, sebbene il fatturato mostri invece un rallentamento rispetto al trimestre
precedente.
Nel dettaglio il dato sull’andamento del fatturato registra un saldo positivo tra quanti lo
giudicano in crescita rispetto ai primi nove mesi del 2010 (35%) e quanti segnalano invece
una diminuzione (21%), tuttavia il saldo è inferiore rispetto al trimestre precedente (+14%
contro il +19% del secondo trimestre). Il 43% delle risposte indica una situazione di
stabilità. Le valutazioni più positive si registrano anche questo trimestre nel comparto dei
bovini da latte (saldo pari a +61%), grazie al latte destinato al Grana Padano, e in quello
vitivinicolo, dove probabilmente si cominciano a sentire i primi effetti dell’aumento di
prezzo.
Rispetto al dato nazionale, le risposte dei testimoni privilegiati lombardi sono comunque più
positive di quelle date dal panel intervistato a livello nazionale da ISMEA, le cui segnalazioni
di diminuzione del fatturato (22%) superano di gran lunga quelle di aumento (8%), per un
saldo complessivo negativo pari a -14%. La differenza tra le due situazioni territoriali è
imputabile soprattutto alla diversa performance del settore latte che, a livello nazionale,
non beneficia del buon andamento del Grana Padano ed evidenzia quindi un saldo negativo.
Migliora leggermente la valutazione sull’andamento degli affari dell’azienda, con i
giudizi positivi (32%) che superano quelli negativi (22%) di dieci punti percentuali. Oltre al
reparto latte, che anche in questo caso registra la performance migliore, valutazioni positive
vengono espresse anche per i settori del riso e della carne.
Questo miglioramento è probabilmente dovuto alla dinamica dei costi di produzione, che
dopo diversi trimestri di forti aumenti risultano invece in frenata, dato che si riflette nelle
opinioni della maggioranza dei testimoni intervistati (56%), per i quali le spese totali per
l’acquisto dei mezzi correnti di produzione sono stabili, mentre scende notevolmente la
quota di quanti li giudicano in aumento (40% contro il 54% del secondo trimestre).
L’interruzione della corsa all’aumento dei costi produttivi, che consente quindi di
riconquistare parte della marginalità persa negli ultimi mesi, riguarda soprattutto i settori
zootecnici, grazie al crollo dei prezzi del mais e della soia utilizzati per l’alimentazione
animale, e anche il comparto cerealicolo, dove il calo del prezzo del petrolio ha determinato
un effetto calmiere sui prezzi del gasolio agricolo e dei fertilizzanti.
Per quanto concerne l’andamento della domanda di mercato nazionale, emerge una
certa preoccupazione evidente dal fatto che, sebbene la maggioranza la reputi nella norma
(67%), le risposte che invece la indicano più bassa del normale (21%) superano quelle che
la considerano elevata (12%), per un saldo complessivo negativo (-9%) in controtendenza
con le ultime rilevazioni. Questo dato, che presenta comunque valori molto diversificati da
settore a settore, viene confermato anche dall’indagine nazionale ISMEA e può
rappresentare un primo segnale di allarme sul fatto che anche il settore alimentare cominci
a essere interessato dalla generale depressione dei consumi interni.
Le valutazioni sull’andamento del proprio settore di appartenenza rispetto al
trimestre precedente vedono prevalere le segnalazioni di miglioramento (30%) su quelle di
peggioramento (22%). Più numerose sono risultate le dichiarazioni che giudicano
l’andamento del settore invariato (48%). L’indice sintetico è quindi positivo (+8%), anche
se in leggero rallentamento sul secondo trimestre (+10%). I settori nei quali si registrano
le valutazioni migliori sono il comparto latte, quello vitivinicolo e il settore suinicolo.
L’occupazione del settore agricolo lombardo conferma la tenuta sempre evidenziata in
queste indagini congiunturali, con la grande maggioranza delle imprese (88%) che reputa il
numero di occupati uguale a quello del trimestre precedente, mentre per il 7% è in
aumento e solo per il 5% in diminuzione.
Anche il dato relativo alle previsioni occupazionali conferma la situazione di sostanziale
stabilità.
In questo terzo trimestre dell’anno, l’approfondimento settoriale è dedicato al settore
vitivinicolo, che nel 2011 mostra a livello nazionale una vendemmia molto scarsa dal
punto di vista delle quantità: secondo le stime ISMEA il calo potrebbe essere del 9,6%
rispetto alla produzione 2010. I motivi di questa riduzione sono da imputarsi sia a fattori
climatici sia alle misure finalizzate al contenimento della produzione previste dalla nuova
OCM vino. Dal punto di vista qualitativo i risultati sono molto differenziati da regione a
regione, ma in alcune zone si segnalano qualità eccellenti.
In Lombardia la vendemmia 2011 si differenzia in senso positivo da quella nazionale, con
riduzioni quantitative molto più limitate (-0,8% secondo le stime della Regione Lombardia)
e alcune zone che registrano invece incrementi produttivi (come Valtellina e Franciacorta).
Le risposte dei testimoni privilegiati confermano questo dato di limitata riduzione della
produzione, il 27% indica infatti un aumento dell’uva raccolta a fronte di un 40% delle
risposte che segnala invece una diminuzione, con una concentrazione maggiore nell’Oltrepò
Pavese.
Il fatturato è in crescita per il 40% dei testimoni intervistati, segnale che indica una
crescita delle vendite vista la sostanziale stabilità dei prezzi nel corso del 2011, mentre
coloro che indicano una diminuzione rappresentano il 20%, anche in questo caso
provenienti soprattutto dall’Oltrepò Pavese.
Il dato più negativo riguarda invece il mercato nazionale, che ha registrato contrazioni sia
per i consumi domestici sia nelle vendite Horeco. Non particolarmente positive anche le
dichiarazioni in merito alla redditività dell’azienda, dove si equivalgono i giudizi di positività
e negatività, sebbene il giudizio sull’andamento del settore rispetto al trimestre
precedente sia senza dubbio positivo, con oltre la metà dei testimoni (53%) che dichiara un
miglioramento.
Contatti:
Ufficio stampa Unioncamere Lombardia
Iris Eforti
Tel. 02-607960.1
[email protected]
Ulteriori informazioni negli allegati disponibili sul sito www.unioncamerelombardia.it
dalle ore 15.00 del 15 novembre 2011.
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