L'altopiano delle Murge (Puglia) è un'area sui cui margini affiorano estesi lembi di rocce calcarenitiche di età pleistocenica ("Calcarenite di Gravina") nelle quali sono aperte numerose cave per la estrazione e la lavorazione del cosiddetto tufo calcareo. Questa roccia calcarea, largamente utilizzata in passato quale materiale naturale da costruzione, trova ancora oggi impiego nell'edilizia locale, anche con funzioni portanti e ornamentali. I residui di cava, macinati, vengono utilizzati quali inerti per la confezione di intonaci e malte. La denominazione tufo calcareo per queste rocce è impropria in quanto non si riferisce ai caratteri genetici della roccia (origine piroclastica) ma comprende, dal punto di vista tecnico, quelle rocce tenere e porose che si lasciano facilmente tagliare e squadrare in conci parallelepipedi e lavorare per elementi ornamentali. I riferimenti geologici generali sul tufo calcareo forniscono informazioni disomogenee. I tufi calcarei infatti, vengono indicati con nomi formazionali diversi: Tufo di Gravina, Calcareniti di Gravina, Tufo delle Murge, ecc. e con diverse attribuzioni cronostratigrafiche. I primi studi sul tufo calcareo risalgono a Sacco (1911), Gignoux (1913), D'Erasmo (1934) e forniscono le prime indicazioni sull'ambiente di deposizione, sui caratteri strutturali nonché su una generica età pliocenica di questi sedimenti. Studi più recenti (Iannone e Pieri, 979) hanno puntualizzato la successione lito e cronostratigrafica del margine nord-occidentale delle Murge. a Calcarenite di Gravina affiorante nelle aree di cava di Pietra Caduta (a sud dell'abitato di Canosa di Puglia) e n quelle circostanti presenta complessivamente uno spessore variabile da 50 a 60 metri ed è costituita dal basso verso l'alto da: - biocalciruditi e calciruditi giallastre contenenti piccoli ciottoli calcarei. Questo intervallo, dello spessore massimo di 10m, è assai poco utilizzato per la difficoltà di estrazione determinata dai ciottoli calcarei e dalla variabilità del grado di cementazione; - biocalciruditi e calciruditi di colore bianco-grigiastro, a luoghi giallo-rossastre per la presenza di terra rossa. Nella parte inferiore di questo intervallo sono presenti livelli di calcareniti fini ben cementate. L'intervallo descritto presenta uno spessore massimo di 25m; - biocalciruditi e calciruditi di colore giallino, caratterizzate dalla presenza di Ostree. Questo ntervallo ha uno spessore di 15m e unitamente al precedente rappresentano quelli utilizzati in passato; - calcareniti e biocalciruditi di colore giallastro, ben cementate, dello spessore di 3-4m, che localmente costituiscono il cappellaccio. Le numerose varietà merceologiche prodotte sono state utilizzate da secoli nell'edilizia urbana e rurale come testimoniano menhir, tombe, trulli, castelli, chiese monumentali, torri di avvistamento, campanili, cinta murarie, masserie-fortino e masserie-casa. In articolare l'elemento costruttivo modulare di base, il tufo, consentiva con una molteplicità di accoppiamenti la realizzazione di elementi strutturali portanti (pilastri, murature, archi e volte), che rappresentano delle mirabili espressioni di tecniche costruttive. All'uso della calcarenite come materiale da costruzione nella Regione pugliese e anche nella vicina Basilicata anno contribuito diversi fattori: ampia disponibilità e facile escavabilità; capacità estrattiva e lavorativa semplice e tale da adeguarsi all'impianto socio-economico tipico tradizionale; ampia capacità espressiva in termini di linguaggio architettonico nei diversi livelli di evoluzione dello stesso. Per i caratteri di specificità riferiti alle civiltà e alle culture in varie epoche della preistoria assai numerose e ben documentate sono le tracce o le emergenze archeologiche ma solo in alcuni studi compaiono indicazioni sui materiali lapidei e sulla oro provenienza. Questo aspetto diventa più articolato allorquando si tratta di misurare l'incontro di culture diverse come, ad esempio, quella micenea e quella indigena (Dauni, Peuceti e Messapi). I risultati di questi incontri nel periodo magno-greco e successivamente nel periodo romano, non hanno bisogno di particolare accentuazione, tanto sono visibili le tracce nella produzione artistica e monumentale di questi secoli. Ma ancor più l'incontro di culture continua durante il Medioevo con gli interscambi tra mondo bizantino e mondo occidentale e, nell'età moderna, tra l'eredità di un modo semplice di lavorare il tufo calcareo e le elaborate forme ornamentali e decorative incise nei monumenti del periodo barocco. Le ricerche sulle cave e agli studi sulle risorse lapidee pugliesi, i proponenti hanno contribuito con presenze diverse e 1 con indagini in sito ed in laboratorio. I risultati al riguardo sono riferiti nelle pubblicazioni elencate al punto 2.2.a Riferimenti bibliografici. 2