relazione-geotecnica-isopack - Comune di Gravina in Puglia

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RELAZIONE
La presente relazione è riferita all’area di sedime del piano fondale interessato dalla
costruzione di un opificio industriale da ubicarsi in zona adiacente la zona P.I.P. del Comune di
Gravina in Puglia ,su via Nicolò Copernico, sul lotto di terreno riportato in catasto al foglio 107
particelle 621 - 623 .
L’immobile da realizzare è di proprietà della ISOPACK s.r.l. rappresentata legalmente dal sig.
Gaudino Giuseppe e corrente in Gravina in Puglia su via Guardialto, n. 8.
Le indagini del sito sono state effettuate nel mese di Maggio del 2014.
Per ottenere un quadro soddisfacente sui rapporti tra le varie fazioni clastiche e una valutazione
sulla dinamica, delle masse superficiali si sono effettuate osservazioni dirette sui tagli naturali e
artificiali dei terreni e ricerche storiche su perforazioni e scavi .
Dalla base dei dati raccolti e dall’indagine del piano di base, si è potuto risalire alle caratteristiche
litologiche e geotecniche dello stesso sito.
GENERALITA’
Gran parte del territorio di Gravina in Puglia è caratterizzato dagli affioramenti di tufi
calcarei, largamente impiegati come materiale da costruzione sia per strutture portanti che per la
preparazione di malte ove questo viene macinato.
E’ noto che il termine tufo in petrografia individua esclusivamente rocce piroclastiche.
Sotto il profilo tecnico, invece, sta ad indicare rocce di natura anche diversa, generalmente tenere,
leggere e variamente porose, che si lasciano tagliare e ridurre piuttosto facilmente in conci ben
squadrati per essere posti in opera nella murature.
In particolare sulla base di un criterio di segabilità il termine tufo si contrappone a quello di pietra.
Oltre alla denominazione volgare di “tufo” al litotipo in questione è stato attribuito dal punto di
vista litologico – petrografico la demoninazione di calcarenite.
Queste sono rocce sedimentarie clastiche nelle quali le particelle minute che le costituiscono sono di
natura calcarea di derivazione litoclastica e/o bioclastica.
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Alcuni studi geologici riguardanti il foglio geologico 188 in cui rientra parte del territorio di
Gravina, attribuiscono alle calcareniti e alle soprastanti argille e sabbie un’età pliocenica.
ASPETTI GEOMORFOLOGICI DELLA ZONA E STRATIGRAFIA
Le condizioni geomorfologiche della zona nei dintorni di Gravina sono ovviamente diverse
a seconda che si prendono in considerazione i termini rigidi calcarei delle murge situate a N – NE
rispetto al centro abitato o le più molli e plastiche formazioni nel bacino bradanico situate a S – SO.
I calcari delle murge formano un altopiano a quota 400 –500 m s.l.m., in parte spianato da una
antica abrasione marina. Le forme ondulate del terreno, che si susseguono più o meno regolarmente,
da ovest ad est sono quasi sempre determinate dalle ampie pieghe a largo raggio che interessano gli
strati calcari.
I bruschi e talora netti saldi di livello, non superiori di solito ad una decina di metri e che si mettono
in evidenza qua e là sulla piatta morfologica del terreno sono dovuti a piani di faglie che hanno
abbassato a gradini i calcari verso occidente.
Le depressioni strutturali della roccia in posto, sono a luoghi colmate da terra rossa, bauxitica, che
ivi appunto si accumula.
Dal tavolato calcareo murgiano si passa ai termini della vallata bradanica attraverso una scarpata,
più o meno rapida, con andamento nettamente appenninico.
Questa rappresenta l’antica costa del mare calabriano e si insedia nel gradino della faglia della valle
bradanica che limita a S. - S.O. il blocco calcareo delle murge.
L’attuale posizione della scarpata rappresenta l’arretramento dell’originario piano di faglia a causa
dell’abrasione marina.
Nell’area di affioramento dei tufi di Gravina la morfologia è tranquilla. La loro disposizione grosso
modo tabulare, l’assetto spesso clinostratigrafico verso la valle del Bradano.
Questi terreni sono caratterizzati da profondi solchi di erosione a decorso talora molto profondi che
in alcuni punti giungono ad incidere i sottostanti calcarei cretacei. Il canale D’Alonzo e la gravina è
un tipico esempio di ciò.
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Esse sono simili a forre ristrette con pareti in alcuni punti a picco e alte decine di metri.
Questa condizione morfologica è tipica delle Gravine. Il sottostante “calcare di Altamura” è
costituito in prevalenza da calcari chiari a grana generalmente fine, talora leggermente dolomitici.
L’area di sedime della costruzione in progetto così come le aree limotrofe sono costituite da
calcarinite di colore giallo chiaro, con presenza di fossili marini e un conglomerato calcareo alla
base.
Il banco calcarenitico, della zona interessata, giace in discordanza sui calcarei del gruppo delle
murge che affiora in taluni punti non distanti dal lotto in edificazione.
La stratificazione, poco distinta, inclina verso il centro abitato, e/o verso la fossa bradanica, si tratta
di una inclinazione originaria dovute alle modalità della sedimentazione, di carattere francamente
costiero.
TIPI DI ROCCE – STRATIGRAFIA
I tufi calcarei estratti dalle cave di Gravina sono distinti dai locali nelle due varietà
denominate rispettivamente “Arrone e Cozzarolo”.
Questa distinzione è basata soprattutto sulla loro diversa durezza e grana e, in una certa misura sul
diverso contenuto di frammenti fossili.
La composizione chimica media è la seguente:
•
per il tufo Arrone :
CaCo 98.04% - MgCo 0.93%
altro ( r. insoluti ) 0.03%
•
per il Cozzarolo:
CaCo 98.56% - MgCo 0.68%
Altro ( r. insoluti ) 0.76%
In definitiva la successione stratigrafica ricostruibile per la zona in oggetto è la seguente a partire
dall’alto verso il basso:
1) terreni di riporto di varia natura, agrario;
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2) terreno argillo – sabbioso;
3) deposito calcarenitico di grande potenza, del tipo tufaceo arrone;
4) deposito calcareo di potenza infinita.
CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEL PIANO FONDALE
Per quanto riguarda i riporti, questi sono terreni di difficile inquadramento geotecnico per
cui è fuori da qualsiasi dubbio la non capacità degli stessi a garantire con sufficiente sicurezza la
stabilità delle opere.
Al contrario il deposito calcarenitico, di grande potenza, si presta al sostegno della struttura portante
dell’edificio.
Si riportano qui di seguito i valori medi delle caratteristiche fisico – meccaniche del piano fondale
che si intende raggiungere per sbancamento dello strato superiore e/o perforazioni:
− peso specifico reale:
2.57 Kg/dmc;
− peso di volume:
1.34
“
;
− grado di compattezza:
0.52
“
;
− porosità:
0.48
“
;
− coefficiente di imbibizione riferito al volume:
38.50%;
− resistenza alla compressione:
i valori riportati sono riferiti a provini cubici dalle dimensioni di 10 x 10 x 10 cm. sottoposti a
sforzo di compressione normale alle facce e nelle condizioni di:
1)asciutto, valore medio 30 Kg/cmq.
2)naturale, valore medio 28 Kg/cmq.
3)saturo, valore medio 20 Kg/cmq.
Si può pertanto fare riferimento ad una resistenza caratterizzata di 26 Kg/cmq. pari alla media dei
valori su indicati.
-resistenza a trazione:
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i valori medi della resistenza alla trazione per il tufo sono abbastanza modesti e dell’ordine di 0.7 –
0.8 Kg/cmq.
-anglo di attrito interno – coesione:
l’angolo di attrito interno di questo tipo di roccia lo si assume generalmente attorno ai valori di 30 –
35 gradi, lo stesso per i valori della coesione che si può assumere con un buon grado di sicurezza
0.5 Kg/cmq.
Il piano fondale si presta quindi a strutture dirette di fondazioni, ovvero a struttura da realizzarsi con
plinti isolati poggiati e/o incastrati nel masso tufaceo, oppure a fondazioni indirette, su pali, di
grande diametro evitando profondi sbancamenti del lotto di intervento.
CONCLUSIONI
L’indagine geologica – tecnica garantisce la stabilità dell’area di sedime dove sarà ubicato
l’opificio in quanto non vi sono movimenti di massa in atto e non sono prevedibili per la stessa area
e dintorni instabilità locali. L’intervento di edificazione non influenzerà in modo significativo
l’attuale stabilità del sito.
Gravina, li 30 Settembre 2014
I Tecnici
Dott. Ing. Michele URGO
Dott. Ing. Giuseppe CARULLI
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